Tag: gianluca paparesta

  • Da Dirty Soccer a turbativa d’asta, Lotito c’è

    Da Dirty Soccer a turbativa d’asta, Lotito c’è

    Non bastava Dirty Soccer, il nuovo scandalo legato al calcio scommesse, legato a quest’ultimo c’è anche un’inchiesta legata alla turbativa d’asta per l’acquisizione del F.C. Bari ed in entrambi i casi c’è l’ombra di Claudio Lotito.

    Come ricorderete il Bari venne acquistato da una cordata capeggiata dall’ex arbitro Gianluca Paparesta, attuale presidente del club pugliese, quello che rimase tuttavia avvolto nel mistero fu proprio chi ci fosse dietro l’acquisizione in senso reale, non solo figurato. La Procura di Bari ha aperto un fascicolo e fatto recuperare dalla Guardia di Finanza le carte inerenti proprio l’acquisizione della società, dal momento che l’ex arbitro non sembra avere mai avuto in proprio le capacità finanziarie per acquisire una squadra di calcio. Allora si paventava la possibilità di immissione di capitali derivanti da cordate straniere, russe o turche, di cui non si hanno mai avuto prove e si sono perse le tracce.

    Gianluca Paparesta | Foto Twitter
    Gianluca Paparesta | Foto Twitter

    Cosa c’entrano Dirty Soccer e Lotito con tutto questo? Nell’ambito dell’inchiesta legata alle partite truccate uno degli arrestati recentemente in un’intercettazione telefonica si domanda se Lotitoè proprietario di Lazio, Salernitana, Brescia e Bari” ed ecco che quindi per gli inquirenti le cose potrebbero essere legate, vediamo perché.

    Premesso che come detto Gianluca Paparesta non sembra aver mai posseduto i capitali necessari per acquisire una società di calcio come il Bari ricordiamo che nelle casse della società pugliese vennero immessi cospicui versamenti di denaro, il cui grosso derivava dalla vendita anticipata dei diritti televisivi alla Infront società di consulenza del Milan e molto vicina a Claudio Lotito. Grazie a tutto ciò Paparesta investe poco e accumula un tesoretto niente male per il Bari.

    Andiamo con ordine:

    Il 14 maggio del 2014 Gianluca Paparesta chiude il contratto con la NSA, società laziale che si occupa dell’allestimento della cartellonistica negli stadi, dopo sei giorni versa 150 mila euro presso un conto della Banca Popolare del Mezzogiorno. Nello stesso momento il F.C. Bari trova l’accordo con la HD Power Light, ditta romana che si occupa di facchinaggio e attrezzature cinematografiche, anche questa verserà 200 mila euro. Il 20 maggio Paparesta firma l’accordo per i diritti commerciali con la MP Silva, ente irlandese riconosciuto dalla Lega Calcio per la vendita dei diritti TV all’estero, lo stesso giorno da Dublino arriva un bonifico di 2 milioni e mezzo di euro, il giorno successivo è la volta della Infront Italy che nel giro di tre giorni verserà bonifici per un totale di 3 milioni e 355 mila euro. Poi le carte raccontano di altri tre bonifici della Best Union S.p.a. per la vendita di biglietti per altri 800 mila euro dal 23 al 25 giugno. Il totale combacia con i soldi che sono stati necessari per l’acquisizione della società F.C. Bari.

    Secondo il Registro delle Imprese il F.C. Bari oggi è per il 95% di proprietà di Gianluca Paparesta e per il restante 5% del papà Romeo ed il capitale sociale versato è il minimo di legge (25%).

    Carlo Tavecchio e Claudio Lotito | Foto Twitter
    Carlo Tavecchio e Claudio Lotito | Foto Twitter

    Partendo dal presupposto che al momento non ci sono né indagati né c’è un’ipotesi di reato divulgato dalla Procura ma c’è un’inchiesta diventano fondamentali le date di tutte le operazioni. Il 20 maggio Paparesta si aggiudica per 4,8 milioni il titolo sportivo del club all’asta fallimentare per 4,8 milioni di euro, ha in cassa abbastanza soldi per depositare la cauzione di un milione ma non ha abbastanza fondi per saldare l’operazione. Il 23 maggio dinanzi al Notaio deposita l’assegno di 3 milioni e 800 mila euro per saldare e s’impegna, senza averli in mano, di saldare il debito sportivo del club con la Lega Calcio di circa 3 milioni di euro.

    Questi i dati legati alla società pugliese ed al suo percorso di acquisizione, va da sé che la magistratura farà la considerazione che viene ovvia a chiunque, ovvero nella battaglia per la poltrona della Federcalcio tutte le società legate ad Infront si sono schierate per l’elezione del candidato promosso dal duo Galliani-Lotito. Questo non vuol dire necessariamente che Lotito sia dentro il Bari, potrebbe voler dire che Lotito ha aiutato il Bari per poi avere il suo appoggio in occasione delle elezioni federali. Tuttavia tutto questo rientra nell’intercettazione telefonica ad uno degli arrestati nell’inchiesta Dirty Soccer.

    A far luce in tutto questo è Vittorio Galigani, colui che stava dall’altra parte del telefono con Ercole Di Nicola (D.S. dell’Aquila indagato dalla Procura calabrese) in una recente intervista al Corriere del Mezzogiorno.

    Di Nicola nell’intercettazione chiede a Galigani “Lui (Lotito) è proprietario di Lazio, Salernitana, Bari e Brescia? la risposta dell’interlocutore è chiara “Lui, con Infront, insieme a Galliani ha preso anche il Brescia. Di Nicola chiude ribadendo “Quindi Lazio, Salernitana, Bari e Brescia“.

    Nell’intervista Galigani, ex dirigente di Taranto e Foggia, chiarisce il suo pensiero legato al coinvolgimento di Lotito nell’affaire Bari:

    “Non è un mistero che spesso si sia collegata la figura di Lotito al Bari. Il presidente della Lazio, nella celebre conversazione con Pino Iodice (dirigente dell’Ischia, nota intercettazione legata ai successi in B di Carpi e Frosinone), afferma di essere riuscito, attraverso Infront, a mettere d’accordo Sky e Mediaset sui diritti televisivi ed è acclarato che Infront sia tra i principali partner commerciali del Bari. Peraltro, pur smentendo un intervento finanziario a supporto dell’acquisizione del club, lo stesso Gianluca Paparesta ha ammesso di chiamare Lotito che, a sua volta ha confermato di essere contattato dal presidente del Bari. La Lazio, inoltre, ha prestato tre giocatori al club biancorosso. In tutto ciò non c’è nulla di illegale, ma ne scaturisce quantomeno uno stretto rapporto tra le società. Si tratta di un’opinione personale, magari sbagliata. Tuttavia, una maggiore chiarezza di comunicazione sull’operazione legata al Bari avrebbe evitato qualsiasi illazione”.

    Si tratta di una vicenda alquanto spinosa che richiama inevitabilmente alla memoria, seppur con motivazioni diverse, l’inchiesta che coinvolse la GEA con Calciopoli, che ci sia un conflitto d’interessi è evidente e la magistratura dovrà far luce proprio all’aspetto legato all’influenza che hanno avuto nella vita societaria la attuale leadership della Federcalcio. Considerando poi il fatto che lo scandalo Dirty Soccer, oltre che coinvolgere la Salernitana (club di Lotito), si lega a tutto ciò con un filo conduttore, la cattiva situazione economica dei club coinvolti.

     

  • Bari: al San Nicola il sogno diventa quasi realtà

    Bari: al San Nicola il sogno diventa quasi realtà

    Il Bari, nel suo stadio, nel suo “San Nicola” ha scritto una pagina bellissima, ricca di emozioni, una pagina che rimarrà nella mente e nei cuori di chi ieri sera c’era, di chi ieri sera ha tifato, ha urlato, di chi ci ha creduto, di chi ci sperava e ha visto raggiunto un obiettivo che, fino a poche settimane fa, sembrava utopia.

    Sono stati più di 48 mila i tifosi che hanno riempito lo Stadio per sostenere la squadra del neonato corso targato Gianluca Paparesta, con queste premesse la prestazione dei galletti non poteva che essere arcigna, convincente e coraggiosa

    Ventiquattro minuti sono bastati al Bari che vola nei playoff, spedendo il Novara ai playout. Dal 17′ al 41′ della ripresa nel segno di Cani, doppietta, Polenta e Beltrame. La grande utopia si materializza in una notte incantata, anche se la grande paura di non farcela è arrivata all’inizio del secondo tempo quando il Bari cade per via di una rete di Pablo Andrés González complice un buco fra Stefano Sabelli e Diego Fabián Polenta. L’argentino fredda Guarna, porta in vantaggio il Novara, ma scatena il Bari. La mossa della panchina barese è immediata e azzeccata: dentro  Edgar Junior Çani (fuori Lugo), con Marino Giovanni Defendi riportato in mezzo al campo.

    Bari
    Bari

    Il Bari è più quadrato e compatto e perviene al pareggio grazie a Cani che pareggia di testa e con il piattone destro firma il sorpasso nel giro di dodici minuti; la strada a questo punto è in discesa perchè il Novara scompare di scena a cotanto Bari che fa 3-1 con dal dischetto con  Diego Fabián Polenta e fa 4-1 con Stefano Beltrame appena entrato. Arriva il triplice fischio finale che certifica l’ingresso nei playoff.

    A settimo posto acquisito ora ci sarà il Match di Crotone allo stadio “Ezio Scida” martedi 3 giugno. La formula dei playoff di Serie B prevedono il match in partita unica; al termine dei 90′ minuti ci saranno i tempi supplementari, nel caso persista la parità andrà alle semifinali la squadra meglio classificata al termine della stagione regolare, ovvero il Crotone.

    Ma nella nottata appena trascorsa è giusto che i calciatori del Bari e tutta la città si siano goduti questo grandissimo traguardo ottenuto; il 22 dicembre i biancorossi erano a soli due punti dalla zona retrocessione. Dal 10 marzo in avanti, giorno del fallimento del Bari di Matarrese, il pubblico barese è diventato l’autentico uomo in più. A gongolare sarà sicuramente Gianluca Paparesta il quale ha saputo restituire una proprietà e la speranza, la voglia di sognare anche in grande.

    La squadra di Roberto Alberti si è svegliato questa mattina con la sensazione che il bello possa, magari, ancora venire. Un paio di mesi fa compariva una scritta che recitava “non succede ma se succede”; proprio nell’annata più travagliata, sospinti dall’aiuto e dalla pazzia di più di 48 mila cuori biancorossi.

  • Il Bari ha finalmente la nuova proprietà, Paparesta si aggiudica l’asta

    Il Bari ha finalmente la nuova proprietà, Paparesta si aggiudica l’asta

    Adesso ci siamo, il Bari ha una nuova proprietà, alla terza asta finalmente si sono avuti diversi acquirenti e ad aggiudicarsi il titolo sportivo è stato l’ex arbitro Gianluca Paparesta con un offerta da 4.8 milioni di euro.

    Quello che è accaduto fino ad oggi a Bari ha il sapore del vero e proprio miracolo sportivo, una società fallita qualche mese fa, e che fino ad oggi era a caccia di un nuovo acquirente, giocatori che pur non ricevendo stipendio hanno inanellato una serie di risultati positivi che hanno portato la squadra dal rischio retrocessione ad un sogno Playoff sempre più vicino a potersi realizzare ed un pubblico incredibile che con grande passione, spinto ed invogliato dai calciatori biancorossi, ha saputo star vicino ala squadra riempiendo il San Nicola come accadeva nei tempi d’oro della società pugliese.

    Veniamo a raccontare un po’ di cronaca degli eventi, il 10 Marzo la sezione fallimentare del Tribunale di Bari ha dichiarato il fallimento dell’Associazione sportiva Bari, società di calcio sorta nel 1928 e dal 1977 nelle mani della famiglia Matarrese. In quel periodo il Bari navigava in 17° posizione in piena lotta Playout, con il rischio retrocessione più che la speranza promozione con lo stadio che riservava molti più posti vuoti che presenze.

    Qualcosa però cambia, i giocatori ci mettono cuore e grinta e la squadra inizia ad ottenere una serie di risultati positivi, l’affetto e l’entusiasmo del pubblico cominciano a crescere ma purtroppo la prima asta per l’acquisto del titolo sportivo finisce deserta.

    A questo punto il centrocampista Daniele Sciaudone realizza e posta sul proprio profilo facebook  una divertente foto in cui lui ed i compagni si “mettono in vendita” con alcuni calciatori che mostrano il cartello “Saldi”.

    I calciatori del Bari si mettono in vendita
    I calciatori del Bari si mettono in vendita

    Nasce anche l’Hastag su Twitter #CompratelaBari al quale aderiscono personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo che mostrano i loro selfies con in mano il cartello riportante questa scritta.

    Nonostante questi sforzi anche la seconda asta finisce deserta, intanto la squadra continua ad infilare risultati positivi con il San Nicola che trabocca d’entusiasmo e con tifosi festanti al rientro della squadra dalle trasferte.

    Si giunge alla giornata di ieri in cui è arrivato un primo acquirente, la cordata composta dagli imprenditori Antonio Rosati e Paolo Montemurro ha presentato una offerta presso la cancelleria del Tribunale del capoluogo pugliese, sezione fallimentare e con la squadra che sconfiggendo il Cittadella per  1-0 si è portata al 6° posto con 60 punti in piena zona Playoff.

    Oggi giorno della terza asta i compratori, come riporta la Gazzetta dello Sport, sono arrivati ad essere in quattro: lo stesso Rosati già citato, Antonio Cipollone, Francesco Izzo e Gianluca Paparesta. L’asta è partita dall’offerta di 2.200.000 euro, presentata da Cipollone e Paparesta e si è conclusa, in favore di quest’ultimo per una cifra di 4.8 milioni di euro, dopo 13 battute.

    Adesso che anche il nodo proprietà è stato sciolto, i tifosi del Bari possono guardare con più serenità alle ultime due giornate e dopo l’incubo del rischio della sparizione della squadra, continuare a cullare il sogno di un ritorno nella massima serie.

     

  • Gianluca Paparesta fonda il Football Club Bari 1908

    Gianluca Paparesta fonda il Football Club Bari 1908

    Andiamo con ordine, perché l’operazione parte con un raggio largo ma che poi si va a stringere intorno al Bari che questa sera cercherà contro il Cesena di prendere altri punti che lo possano portare lontano dalla zona calda della cadetteria.

    La società pugliese, è noto, non naviga in buone acque, anzi come sappiamo è in atto un fallimento. Giovedì prossimo i curatori fallimentare renderanno noto quanto, in termini economici, serve per rilevare il club all’asta. E da qui la mossa di Gianluca Paparesta, ex dirigente del Bari, prende una connotazione ben precisa.

    Nella giornata di ieri i curatori fallimentari con i periti erano a Roma, per prendere atto della situazione del club e quindi redigere la relazione necessaria. Soltanto di gestione da gennaio a giugno 2014 serviranno poco più di due milioni di Euro per gli stipendi, poi serviranno altri 800 mila Euro per l’iscrizione al campionato per la prossima stagione (considerando che il Bari rimanga in Serie B), queste cifre non saranno comprese nella stima (che fungerà da base d’asta) che faranno i tecnici, ma saranno presenti nella perizia, perché comunque chi vorrà fare offerte per l’acquisizione del Bari dovrà onorarle al fine di attribuirsi anche il titolo sportivo. In pratica sarà necessario un ingente esborso di denaro per rilevare il Bari e partire da dov’è adesso.

    Gianluca Paparesta su mandato fonda il Football Club Bari 1908 | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Gianluca Paparesta su mandato fonda il Football Club Bari 1908 | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Ed ecco che entra in scena l’ex dirigente dei galletti ed ex arbitro. Questa mattina Gianluca Paparesta attraverso un mandato che gli è stato affidato ha costituito una società conforme ai parametri previsti dalla F.I.G.C., il Football Club Bari 1908. Paparesta da tempo lavora con impegno per coinvolgere imprenditori russi e sembra proprio avercela fatta.

    Inizialmente Paparesta aveva avviato alcuni contatti con Suleiman Kerimov, proprietario anche dell’Anzhi, squadra russa che ha partecipato anche alla Europa League, questo lavorio poi aveva propiziato anche nuovi rapporti con altri due facoltosi industriali, impegnati nei settori petrolifero e dell’energia.

    Bari per i magnati russi potrebbe rappresentare un’ottima opportunità sia per avviare un ambizioso progetto sul calcio, sia per ampliare gli affari nell’Italia meridionale. Del resto la crisi economica che il nostro paese sta affrontando è per investitori esteri come un bello specchio per le allodole.

    Se tutto andrà come previsto, da chi ha conferito il mandato a Paparesta, la società costituita dall’ex-arbitro farà l’offerta per rilevare il “vecchioBari all’asta.

  • Moggi provoca “Pulvirenti doveva chiudere Rizzoli negli spogliatoi”

    Moggi provoca “Pulvirenti doveva chiudere Rizzoli negli spogliatoi”

    La provocazione è stata lanciata. A farla è stato l’ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, sempre pronto a sentenziare quando ci sono decisioni arbitrali dubbie. “Se Pulvirenti avrebbe dovuto chiudere Rizzoli nello spogliatoio? Viste le cose, penso proprio di sì. E’ un caso più unico che raro”. Così ha risposto Big Luciano durante una trasmissione a Radio Kiss Kiss subito dopo la partita Catania-Juventus. D’altronde, si narra che il 6 novembre 2004 lo stesso Moggi rinchiuse nello spogliatoio l’arbitro Paparesta, nel dopo gara di Reggina-Juventus finita con la vittoria per 2-1 per i calabresi. Non certo una novità per lui. Storie di scandali all’italiana che non conoscono una fine.

    LUCIANO MOGGI – Ai microfoni di Radio Kiss Kiss, l’ex dirigente bianconero non ha peli sulla lingua, accusando l’insufficiente classe arbitrale, protagonista in questo inizio di stagione di errori importanti che alla lunga potrebbero compromettere la corsa allo scudetto. Moggi approfitta della situazione per difendersi contro le accuse lanciate nel periodo di calciopoli “chi nel 2006 parlava di Moggi, dovrebbe mangiarsi le mani vedendo cosa sta succedendo. Gli errori degli arbitri sono aumentati in maniera esponenziale”. Non ha tutti i torti, visto che gli errori continuano ad esserci anche senza di lui. Resta da valutare fin quanto siano in buona fede.

    Luciano Moggi
    A Radio Kiss Kiss, Moggi lancia delle provocazioni © Giulio Piscitelli/Getty Images

    LA PROVOCAZIONE – Ha lasciato tutti esterrefatti la pesante provocazione post Catania-Juventus. Proprio lui, protagonista in Reggina-Juventus della stagione 2004-2005, quando i bianconeri persero 2-1 e a fine partita scese fino allo spogliatoio dell’arbitro Paparesta per accusarlo di aver fatto perdere volontariamente la partita alla sua squadra, negandogli anche un gol solare (sempre secondo l’ex dg juventino). A fine discussione, chiuse a chiave lo spogliatoio della terza arbitrale, lasciandoli li dentro. Dopo otto anni circa, ha consigliato al presidente catanese di comportarsi esattamente come fece lui a Reggio Calabria, con il rischio però, di passare dalla parte della ragione a quella del torto.

    Luciano Moggi quando apre bocca, riesce a catturare su di se tutti i media. Le sue provocazioni, le sue accuse, le sue dichiarazioni accendono spesso dibattiti. L’ultima uscita, sicuramente non è delle più felici, visto che il calcio italiano ha bisogno di stemperare gli animi davanti a queste situazioni.

  • Atalanta Milan 0-2, le pagelle. Ibra monster

    Atalanta Milan 0-2, le pagelle. Ibra monster

    Continua il momento magico del Milan di Massimiliano Allegri, che sul campo dell’Atalanta centra la 10^ vittoria nelle ultime 12 partite di campionato. Confermato il primato insieme alla Juventus, anche lei vittoriosa nella prima partita del 2012 contro il Lecce a Via del Mare. Ancora una volta è Ibrahimovic a togliere le castagne dal fuoco. Lo svedese grazie alla realizzazione del rigore (molto contestato dai padroni di casa e oggetto della lite che ha visto protagonisti Allegri e Paparesta in un accesissimo post partita), stravolge il sostanziale equilibrio nei primi minuti di gara. Per Ibra è il 12° gol in questo campionato e raggiunge Denis al secondo posto nella classifica dei marcatori, comandata da Di Natale (autore di una doppietta nella vittoria dell’Udinese per 4-1 contro il Cesena). Buona la prestazione di Alexandre Pato, che si procura il penalty nel primo tempo e ad inizio ripresa colpisce di testa il pallone che si stampa sul palo. Per l’Atalanta una sconfitta indolore, potendo vantare ancora 8 punti di vantaggio sulla zona retrocessione occupata da Novara, Cesena e Lecce (tutte  e tre sconfitte quest’oggi), gli stessi che aveva prima della sfida contro i rossoneri. Da segnalare la buona prestazione corale della squadra di Colantuono, sfortunata in circostanza del rigore concesso generosamente dall’arbitro Rizzoli e sopratutto per il palo colpito al 13′ del secondo tempo con Denis, quando la palla era praticamente in porta (sarebbe stato il gol del momentaneo pareggio).

    Zlatan Ibrahimovic | © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    Le pagelle di Atalanta Milan, conclusasi con il risultato di 0-2 in favore dei rossoneri.

    ATALANTA

    Denis 5: “El Tanque” lotta contro la coppia centrale avversaria composta da Thiago Silva e Mexes, riuscendo a creare qualche apprensione ad Abbiati in circostanza di un bel tiro dopo 9′ minuti di gioco che finisce alto di poco. E’ incredibile però il suo errore al 13′ della ripresa quando sulla linea di porta colpisce il pallone con la gamba destra colpendo il palo. E se non bastasse vede Di Natale allontanarsi nella speciale classifica dei marcatori.

    Schelotto 6,5: fureggia sul versante di destra. E’ lì che l’Atalanta crea maggiori pericoli alla retroguardia rossonera. Dimostra di avere gambe e grossa tenuta fisica. Prandelli ci farà un pensierino?

    Manfredini 6: il replay toglie qualsiasi responsabilità al bergamasco sull’episodio del calcio di rigore. Inoltre è miracoloso quando salva sulla linea di porta un tiro di Ibrahimovic destinato ad entrare in porta sul momentaneo 0-1.

    MILAN

    Ibrahimovic 8,5: prestazione monster dello svedese all’Atleti Azzurri d’Italia, forse una delle migliori disputate con la maglia del Milan. Segna l’ennesimo rigore, fornisce l’assist a Boateng per il secondo e decisivo gol. Quando prende palla è immarcabile per gli avversari. Sacchi a fine partita celebra la straordinaria tecnica del giocatore affermando che sia il migliore solista di calcio al mondo, più forte anche di Messi. L’elastico ai danni di Ferri sul finire della partita vale da solo il prezzo del biglietto. Consigli prima e Manfredini poi gli negano la gioia della doppietta personale. Allegri non può che essere contento di un Ibra così, ma deve anche chiedersi che Milan sarà qualora lo svedese dovesse assentarsi in una o più partite.

    Thiago Silva 7: è il secondo fuoriclasse della squadra campione d’Italia in carica. La sua presenza nella difesa milanista ha il dono di conferire una grande sicurezza in più ai propri compagni. Il brasiliano, in tempi non sospetti, venne definito da Carlo Ancelotti come uno dei difensori centrali più forti in prospettiva. Dopo 3 anni non è una pazzia sostenere come Thiago Silva sia uno dei migliori al mondo nel suo ruolo, non a caso il Barcellona di Pep Guardiola ha più volte provato a corteggiare il calciatore nelle ultime due estati. Quello che compie al 25′ della ripresa nel fermare un contropiede avversario pericolosissimo è lo spot migliore che il brasiliano potesse mandare ai suoi estimatori.

    Pato 6: il “Papero” è spesso fuori dal gioco rossonero ma ha il merito di entrare nell’azione decisiva del calcio di rigore al 21′ e poi colpisce il palo con un colpo di testa nei primi minuti del secondo tempo. Allegri poi decide di preservarlo per il derby sostituendolo con Robinho a metà ripresa.

    Boateng 6: nonostante si faccia trovare pronto in occasione del secondo gol grazie a una delle sue proverbiali incursioni offensive, il Boa soffre il pressing e la corsa degli avversari, mostrando una condizione fisica ancora precaria. Servirà un Boateng al top della forma fra 7 giorni, quando andrà in scena il derby della Madonnina.

    Atalanta (4-4-1-1): Consigli 6, Masiello 5, Ferri 5,5, Manfredini 6, Peluso 5,5, Schelotto 6,5 (80′ Gabbiadini s.v.), Cigarini 6, Carmona 6 (71′ Bonaventura 5,5), Padoin 6,5, Marilungo 6 (56′ Tiribocchi 5).
    Panchina: Frezzolini, Lucchini, Bellini, Ferreira Pinto.
    Allenatore: Colantuono 6,5

    Milan (4-3-1-2): Abbiati 6,5, Bonera 5,5, Mexes 6, Thiago Silva 7, Zambrotta 5,5, Van Bommel 5,5, Nocerino 6, Boateng 6, Emanuelson 5, Ibrahimovic 8,5, Pato 6 (’68 Robinho 6,5).
    Panchina: Amelia, Nesta, De Sciglio, Antonini, El Sharaawy, Inzaghi.
    Allenatore: Allegri 6

    HIGHLIGHTS ATALANTA MILAN 0-2

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  • Allegri litiga con Paparesta e Pistocchi a Premium. Video

    Allegri litiga con Paparesta e Pistocchi a Premium. Video

    Allegri sbotta nel post partita di Atalanta Milan. Oggetto della discussione avuta con l’ex arbitro Gianluca Paparesta a Premium il rigore assegnato da Rizzoli al 21′ minuto su presunto fallo del difensore nerazzurro Thomas Manfredini su Pato. Il tecnico rossonero ripete più volte che per lui il rigore fosse netto e se la prende con i presenti in studio, fra cui Maurizio Pistocchi, lasciando trasparire un’insolita arrabbiatura mai vista sul viso del sorridente allenatore livornese.

    Massimiliano Allegri | © FRANCK FIFE/AFP/Getty Images

    Nonostante le immagini della tv chiariscano come il rigore fosse inesistente, o quantomeno dubbio, Allegri si dice convinto del contrario, ripetendo più volte che Pato stia cercando di coprire lo spazio per arrivare sul pallone e che Manfredini lo vada a travolgere da dietro, causando un rigore solare. Il replay però evidenzia come Pato sia in ritardo rispetto al difensore nerazzurro e sia lo stesso Papero ad ostacolare il tentativo di recupero del pallone da parte di Manfredini che inevitabilmente si scontra contro l’attaccante rossonero. Paparesta e Pistocchi invitano l’allenatore del Milan a spiegare il motivo della sua posizione, del tutto opposta rispetto alla loro, e Allegri risponde piccato ai due chiedendo in maniera stizzita più volte dove Pato facesse fallo nei confronti dell’atalantino. Il silenzio assordante di Arrigo Sacchi, anch’egli presente in studio al momento della lite, esprime in maniera eloquente la presa di posizione dell’ex bandiera del Milan, il quale aveva già manifestato la propria contrarietà al calcio di rigore assegnato alla sua vecchia squadra.

    Un episodio che farà sicuramente discutere, soprattutto per la perdita del proverbiale self control di cui Allegri si era reso protagonista nelle passate stagioni da allenatore. Quella di oggi non è che l’ultima lite che vede protagonista il tecnico livornese durante i collegamenti nel post partita, ricordiamo infatti la sfuriata avuta di recente con il giornalista Sky Massimo Mauro dopo la sconfitta del Milan a Torino contro la Juventus.

    IL VIDEO DELLA DISCUSSIONE TRA ALLEGRI, PAPARESTA E PISTOCCHI

  • L’autogol Paparesta “salva” Moggi dalla radiazione?

    L’autogol Paparesta “salva” Moggi dalla radiazione?

    L’Alta Corte sta valutando il ricorso presentato da Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini contro la radiazione inflitta dalla Figc con colpevole ritardo e con un procedimento ad hoc. La decisione come abbiamo spesso avuto modo di dire non tiene conto delle novità processuali riscontrare nella aule del Tribunale partenopeo e quindi resta ancora come capo d’imputazione ai danni di Luciano Moggi il sequestro di persona dell’arbitro Paparesta all’Oreste Granillo in un infuocato post Reggina-Juventus.

    Gianluca Paparesta | ©GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images
    Chi ha deciso per la radiazione però non ha tenuto conto che il sequestro Paparesta era una bufala colossale smentita dallo stesso Moggi nelle intercettazione inspiegabilmente omesse ma acclarata sopratutto da un pm del tribunale di Reggio Calabria che ha chiesto l’archivizione perchè il fatto non è mai accaduto. Durante il dibattimento di giovedi da quanto scrive oggi Tuttosport l’Alta Corte ha dato grande risalto a questo dettaglio chiedendo approfondimenti agli avvocati della difesa di Moggi e proprio questo dettaglio sembra far propendere verso un finale favorevole e il consequenziale annullamento della radiazione. L’Alta Corte infatti in ben due occasioni aveva consigliato alla Figc l’attualizzazione del processo per evidatare decisioni avventate e parziali che nei gradi di giudizio poi avrebbero messo in cattiva luce il suo operato.

  • Intercettazione tra Meani e Paparesta: “il dossier e il saluto al boss”

    Intercettazione tra Meani e Paparesta: “il dossier e il saluto al boss”

    Oggi nell’udienza del Processo a Calciopoli il giudice ha dato nel 23 novembre 2010 la data ultima per presentare nuove intercettazioni e sentire il lungo elenchi di testimoni. E come per incanto in una sola giornata ne sono uscite due nuovi che pongono l’indice sul Milan e in particolare sull’operato di Galliani e sui rapporti tra Meani e Paparesta, intercettati mentre parlano del famoso dossier consegnato a Letta, del ringraziamento al “boss”. Dall’audio si evince la paura di Paparesta di esser scoperto con le mani nella marmellata, mentre il delegato agli arbitri rossonero sembra più spigliato e sicuro.

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  • Inter, la rabbia di Benitez e i dubbi di Paparesta

    Inter, la rabbia di Benitez e i dubbi di Paparesta

    E’ sempre la Samp a scatenare la rabbia dell’Inter, lo scorso anno l’operato di Tagliavento (corretto tra l’altro) scatenò la rabbia di Mourinho che protestò con l’ormai famoso gesto delle manette. Ieri sera, Cassano con un pò di furbizia si libera di Chivu dando il via all’azione del vantaggio.

    Orsato lascia correre e in Premier League, Benitez non si sarebbe mai sognato di protestare bensì di riprender il suo giocatore, ma la cordiale protesta del tecnico spagnolo, caldeggiata forse dai tifosi ancora innamorati degli strali dello Special One, può esser capita dalla disparità di trattamento tra Cassano ed Eto’o pochi minuti prima fermato per un contatto analogo in area doriana.

    A mettere ancora più sale all’operato di Orsato ci pensa l’epurato Paparesta che dalle telecamere di Controcampo lancia un altro sasso nello stagno “con Mourinho in panchina qualsiasi arbitro avrebbe fischiato” a testimonianza del lavoro psicologico che il portoghese faceva oltre che sui suoi giocatore anche sull’intero sistema.