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  • Calciopoli: Moratti pronto alla battaglia, nuova stoccata alla Juve

    I due di Mourinho all’Inter sono serviti tantissimo a Massimo Moratti sei per la gran mole di trofei portati in via Durini ma sopratutto per la crescita professionale e nel modo di approcciarsi alla stampa. La figura del presidente impacciato e spesso a disagio davanti ai microfoni ha lasciato il posto ad una nuova persona, arguta che ad ogni dichiarazione attira a se le prime pagini dei giornali lanciando strali e messaggi verso i possibili nemici.

    E ieri sera, nonostante la convincente vittoria contro il Bari e il ritorno al gol del Principe Milito ha fatto capire di esser pronto alla battaglia pur di non restituire quello scudetto assegnatogli nel 2006. Ieri mattina aveva fatto scalpore l’incontro tra il presidente della Juve Andrea Agnelli e Giancarlo Abete proprio per parlare del nuovo filone di intercettazioni che potrebbe portare ad un Calciopoli bis.

    Moratti serafico e diretto lancia l’ennesima stoccata verso la Vecchia Signora “li ho visti contenti. Si vede che avranno già una linea comune…”. – e continua – Quello scudetto è stato tolto giustamente. E’ una cosa assolutamente normale e consequenziale. Rimango della mia idea e non perché sono interista. In ogni caso io non ho la necessità di andare da Abete…”.

  • Calciopoli bis: Faccia a faccia Agnelli – Abete

    Calciopoli bis: Faccia a faccia Agnelli – Abete

    Il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha incontrato ieri in Federcalcio il numero uno della FIGC Giancarlo Abete per discutere, tra le altre cose, dell’inchiesta Calciopoli bis che partirà tra qualche giorno. In particolare Agnelli ha chiesto in primo luogo parità di trattamento e giustizia nel caso in cui il procedimento nei confronti delle squadre e dei personaggi coinvolti ravvisi comportamenti di dubbia moralità, così come fatto per la Juventus e per suoi dirigenti all’epoca dei fatti di Calciopoli 1.

    Proprio in questi giorni la FIGC ha acquisito dal tribunale di Napoli le 170 mila telefonate che saranno al vaglio dell’equipe del procuratore federale Stefano Palazzi. Di queste sono 90 le intercettazioni “bollenti” che secondo la tesi accusatoria dei legali di Luciano Moggi incastrerebbero l’Inter, il numero uno nerazzurro Moratti e l’allora presidente della società Facchetti, scomparso quattro anni fa.
    In ballo c’è lo scudetto del 2006: se fosse provata la colpevolezza dell’Inter la Federazione revocherebbe quel titolo che allora fu tolto alla Juventus e assegnato proprio ai nerazzurri. Niente di più di questo perchè se emergessero eventuali reati commessi ormai sarebbero caduti in prescrizione.

  • Serie A, i giocatori revocano lo sciopero. Domenica si gioca

    Serie A, i giocatori revocano lo sciopero. Domenica si gioca

    Tutto risolto, almeno per il momento. L’AIC ha sospeso lo sciopero indetto dai calciatori, in merito al contratto collettivo di lavoro scaduto il mese di giugno scorso, programmato per domenica dopo l’incontro avuto nel pomeriggio in Federazione con la Lega Calcio. La quinta giornata di campionato quindi sarà regolarmente disputata. Ad annunciarlo il presidente dell’AIC Sergio Campana.

    E’ stato trovato l’accordo su 6 degli 8 punti alla base della discordia, restano da definire solo le questioni riguardanti i “trasferimenti obbligatori” e i “fuori rosa”. La mossa decisiva pare sia stata la cancellazione del turno infrasettimanale del 6 gennaio, la 18esima giornata di Serie A, anticipandolo al 22 dicembre per consentire ai calciatori di godere di qualche giorno in più di vacanza nel periodo natalizio.

    Le trattative comunque andranno avanti fino al 30 novembre con Abete che ha dato la sua disponibilità a fare da garante per i due punti sui quali ancora non è stato trovato l’accordo. Senza questa “clausola” lo sciopero non sarebbe stato sospeso.

  • Calciopoli: finalmente si riparte, la Procura consegna le intercettazioni

    Forse per le pressioni di Andrea Agnelli o forse perchè il lungo periodo di vacanza è ormai finito la Procura di Napoli ha deciso di inoltrare “finalmente” il grosso faldone di intercettazioni alla Figc che serviranno per completare il quadro indiziario disegnato parzialmente nel 2006.

    Il compito del Procuratore Palazzi sarà quello di capire il perché furono omesse un grosso quantitativo di intercettazioni che provavano il coinvolgimento della quasi totalità dei club di serie A limitandosi a portarne agli atti una minima parte.

    Intanto, il primo ottobre, ripartirà il processo di Napoli e si prevedono ulteriori fuochi d’artificio con il consulente di parte Nicola Penta pronto a consegnare nuove sbobinature e saranno finalmente ascoltati pezzi da novanta come Massimo Moratti e Giancarlo Abete.

  • Calciopoli: adesso la Juve è pronta alla battaglia

    Calciopoli: adesso la Juve è pronta alla battaglia

    Andrea Agnelli è pronto alla battaglia e ai proclami è pronto a far seguire i fatti cercando con fermezza e convinzione di chiudere definitivamente il capitolo Calciopoli accertandosi che la Figc sia scrupolosa e tassativa cosi per come lo fu nei confronti della Vecchia Signora.

    L’anno zero dei bianconeri della nuova Triade (Agnelli, Marotta e Paratici) aveva il difficile compito di resettare quattro anni di nefandezze e scelte sbagliate che in qualche modo avevano compromesso il bilancio indebolito ulteriormente dai mancati introiti della Champions League.

    E’ ovvio che in sede di calciomercato Marotta abbia dovuto far delle scelte impopolari puntando su possibili talenti e non su talenti affermati ma solo alla fine del campionato potremo definire se il Dg ha dato il via ad un nuovo ciclo

    Ma il nuovo corso sembra pronto a prendersi le critiche adesso sicuro che il lavoro “martellante” di Del Neri e le intuizioni di Marotta e Paratici faranno ricredere tutto. La credibilità della “Nuova Vecchia Signore” però passa anche dalle stanze di Tribunale e in questo caso sarà Andrea Agnelli in persona a condurre la battaglia e chiedere giustizia e verità.

    Come anticipato da Tuttosport e confermato da Repubblica la Juventus rompe gli indugi ed è pronta a spedire in Federazione cento intercettazioni che incastrerebbero Inter e Cagliari. Come ricorderete il presidente Abete nei primi giorni d’agosto dichiarò all’uscita di un consiglio federale di esser stupito per il mancato invio del Tribunale di Napoli delle nuove intercettazioni.

    La Juve vuole risposte e adesso è passata al contrattacco. Intanto secondo indiscrezioni che trapelano da più parti Nicola Penta, consulente tecnico di Luciano Moggi, è pronto a presentare cento nuove intercettazioni che proverebbero il coinvolgimento Collina, Rosetti, Lanese e l’ex designatore Boschi.

  • La rivoluzione italiana:Abete…ma lascia stare!!!

    Giancarlo Abete, romano annata 1950. Svolge in ordine cronologico le mansioni di imprenditore, politico e dirigente sportivo. Democristiano per devozione, copre tre legislature in qualità di deputato. I riflettori della notorietà si accendono quando prende parte alla vittoriosa spedizione azzurra del 2006 nelle vesti di capo-delegazione. Sull’onda della popolarità viene eletto presidente della FIGC. Mission: “moralizzare il calcio italiano, utilizzando i successi della Coppa del Mondo e delle competizioni per club come stimolo ed esempio”. Ovvero: ricordati chi siamo e facci rimanere così. Ergo, non toccare niente!

    E per tutta risposta Abete chiosò, con fare da protagonista,“dis-obbedisco”. Difatti, nel 2008 detronizzò Donadoni restituendo a Lippi una panchina azzurra che sembrava gli spettasse come fosse un diritto inalienabile. Nel più classico dei: “era uscito a comprare le sigarette ma la poltrona è sua ”. Sappiamo tutti come è andata a finire, ma siccome è semplice parlare col senno di poi è bene citare un dato interessante. All’indomani dell’eliminazione agli ottavi per mano dei futuri campioni spagnoli, una ragguardevole maggioranza degli spettatori del TG1 perorò in un sondaggio la continuazione del ciclo Donadoni . La nomina di Lippi vale quanto l’esclusione di Cassano perché ne è conseguenza, eppure le rimostranze per gli errori non hanno lo stesso appeal mediatico. E fu così che nel presepe dell’opinione pubblica Lippi venne messo in croce, mentre Abete recitò il ruolo di “Barabba”.

    Ok, non sarà un granché come designatore di commissari tecnici, ma la trafila politica implica una miglior inclinazione alle negoziazioni, e diciamolo pure, agli “inciuci” sottobanco, vero? Ehm…no! Per l’appunto il buon Giancarlo riesce nell’ardua quando paradossale impresa di farsi soffiare Euro 2016 dalla Francia, ed Euro 2012 nientemeno che dall’impareggiabile candidatura del tandem Polacco-Ucraino. Le conseguenze di questa debacle dirigenziale non sono da sottovalutare giacché, grazie ai fondi Uefa investi nei suddetti eventi, avremmo potuto rimodernare gli stadi aspirando ai floridi standard anglo-spagnoli. Limitandoci, dunque, a concupire le strutture straniere continuando a chiederci a cosa sia dovuta la retrocessione del calcio italiota: “Chi ha mangiato il gelato?” disse colui che impugnava il cucchiaio sporco di gianduia. Anche in questo frangente stendiamo un velo pietoso.. amen!

    E non è finita qui. L’ultima marachella ha urtato non poco la suscettibilità dei Presidenti di Lega, che è confluita addirittura nella diserzione del Consiglio federale del 16 luglio. Mi riferisco ovviamente “all’embargo extracomunitari”, regola secondo la quale ogni team può tesserare “un solo” giocatore facente parte di una comunità esterna a quella europea. Diversamente, prima erano possibili due tesseramenti di questo tipo. Il provvedimento filo-leghista, come detto, ha scatenato le invettive dei club in quanto ha scombussolato (in corsa) l’intero calciomercato delle società italiane. Il motivo snocciolato a supporto della norma è la tutela e la valorizzazione del patrimonio calcistico italiano, il che mi spinge a tirare le seguenti conclusioni:

    1)      Se non è extracomunitario non vuol dire che non sia straniero

    2)       Se una società dovesse puntare su un singolo calciatore extracomunitario, a causa della norma che nega un doppio tesseramento, scommetterebbe su un papabile titolare, o sbaglio?

    Il sillogismo fila, e la norma si rivela controproducente. Non sarebbe stato meglio imporre alle formazioni italiane di corrispondere un minutaggio stagionale da parte di giocatori italiani? Magari il minutaggio sarebbe potuto partire da una base non considerevole per poi accrescere negli anni, così da non sconvolgere gli equilibri e impedire alcuni club come l’Inter. In questa maniera ci sarebbe la garanzia comprovata di vedere più italiani in campo, con un provvedimento forzato ma non forzante perché dà tempo a tutti di mettersi in riga. Per pensare una cosa del genere, che non cozza contro gli interessi di nessuno e aderisce a un fine condivisibile, occorre solo un po’ di fantasia. Materiale che forse mancherà al reduce di una classe dirigente che si è estinta per effetto della propria inefficienza.

    Giancarlo Abete è “il Principe”. Quello di Machiavelli però. “Un po’ golpe un po’ lione”. Capace di tirare fuori lo specchio quando si vince, e di schivare le sconfitte con suoi “mi dispiace di circostanza” che occultano la propria compartecipazione negli errori. Infine, un’altra deprecabile arte fa sì che si rispecchi nel profilo machiavellico: la demagogia. Baggio, Rivera e Sacchi che si vanno ad aggiungere a Riva ed Albertini. Insomma una squadra di pallone con tanto di allenatore pronta a riaccendere il tizzone dell’entusiasmo. Parliamoci chiaramente: Baggio, al quale vanno i più sinceri auguri, ce lo ricordiamo per come riusciva ad evadere dal possibile con la palla tra i piedi. In tutta franchezza, fare il presidente del settore tecnico alias “la ragazza immagine” mi sembra un insulto. Lo stesso vale per Rivera, uomo dei quattro a tre nelle semifinali e non in qualità di “responsabile scolastico”. In ultimo c’è il sedicente erudito Sacchi. Fanno specie già le dichiarazioni al debutto:

    “Questo non è un paese per giovani”

    Infatti, chiamano un sessantaquattrenne per cambiare le cose. E quando gli chiedono lumi sulle cifre che percepirà:

    “La federazione non diventerà povera con il mio contratto…”

    A parte che ricorrere a un eufemismo sul tema ci suggerisce che non prenda poi due spicci, comunque per quello che ha avuto dal calcio italiano magari poteva pure accettare uno stipendio simbolico. Sono sicuro che con i suoi introiti possa aprire più di una scuola calcio, e questo è un controsenso per uno che fa il coordinatore delle nazionali giovanili. Or dunque veniamo alle competenze. E’ scellerato pensare che ci sia qualcuno più preparato di lui in materia? I trascorsi a Parma e Madrid come consulente non hanno lasciato traccia. Come allenatore vanta un palmares eccezionale, ma ha allenato pur sempre squadre di grande caratura. Si dice sia un grande tattico e un geniale innovatore, quando poi ha scopiazzato il calcio totale degli olandesi. Si dice che le sue squadre vincessero grazie ai suoi schemi:  io già lo immagino in allenamento che fa provare le rovesciate a Van Basten. Sta di fatto che molti suoi calciatori sono poi diventati allenatori. Perché? Lui era un gran maestro, o loro avevano una grande intelligenza tale da poter fare a meno del più grande allenatore italiano di sempre (secondo il Times)? Insomma, è nato prima l’uovo o la gallina?. Come dicevano i latini la virtù sta nel mezzo: Sacchi è stato un bravo allenatore al pari di altri che hanno avuto meno fortuna. Comunque sia, le sue competenze non sono consone al ruolo che andrà a ricoprire.

    L’ultimo soldatino che andrà in guerra per Abete, pardon per l’Italia, sarà Cesare Prandelli. L’uomo della rivoluzione: ha aperto le porte a Cassano, Amauri e Balotelli. Il perfetto ossimoro vivente di Lippi, e questo già la dice lunga sulla coerenza logica di Abete che difende le scelte di Lippi salvo poi aderire a una politica antitetica. Nella lista di convocati non figura Pazzini. Strano dato che con Cassano l’intesa è già affinata, e il suo stato di forma dovrebbe essere dei migliori visto che la sua Samp a breve affronterà i preliminari di Champions. Una leggenda narra che dopo il gol alla Fiorentina, Pazzini abbia sussurrato parole poco mielate al neo cittì azzurro, reo di averlo confinato in panchina durante la permanenza in maglia viola. Tuttavia, è solo una voce; come quella che il figlio di Lippi le aveva prese da Cassano. Non resta che appellarci al buon grado di Cesare.

    Arriva il momento del congedo: ho analizzato per filo e per segno la nuova classe dirigente che prenderà in custodia il calcio nostrano. Mi sono reso conto che quella intrapresa non è una vera rivoluzione, perché le rivoluzioni sono quelle dove cade la testa del tiranno. E allora…Abete fatti da parte, perché come disse Garibaldi: “l’Italia o si fa o si muore!

    a cura di Domenico Maione

  • Calciopoli: giallo intercettazioni. Abete “non arrivano”

    Il Consiglio Federale della Figc tra i tantissimi temi e ratifiche all’ordine del giorno ha parlato anche di Calciopoli e sul mistero delle intercettazioni ancora non arrivate da Napoli.

    Il secondo filone d’inchiesta, necessario dopo le rivelazioni del lavoro condotto dai periti di parte e che ha portato alla luce altre intercettazioni, doveva partire in estate dopo la richiesta del procuratore Palazzi. Ma al momento il materiale non è ancora in possesso della Federazione.

    Queste le parole del presidente Abete: “Non siamo riusciti a sapere quanto bisogna pagare per entrare in possesso di tutte le intercettazioni di Calciopoli emerse nel Processo di Napoli – ha spiegato Nonostante il pressing restiamo stupiti dal fatto di non averle ancora a disposizione.”

  • Abete ingaggia Baggio, Sacchi e Rivera

    Abete ingaggia Baggio, Sacchi e Rivera

    Dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi il consiglio federale ha ufficializzato le nomine di Roberto Baggio a presidente del settore tecnico di Coverciano, Arrigo Sacchi il coordinatore delle nazionali giovanili.

    Trova una poltrona anche Gianni Rivera nominato presidente del settore giovanile-scolastico. Le nomine di Baggio e Sacchi sono state all’unanimità, si è invece astenuta la Lega nazionale dilettanti dalla nomina di Rivera.

    Scelte importanti che portano finalmente gente di calcio ai vertici della Federazione resta da sperare che abbiano davvero margine d’azione piuttosto che fungere da parafulmini per Abete.

  • Baggio torna in Nazionale. Guiderà il settore tecnico

    Baggio torna in Nazionale. Guiderà il settore tecnico

    Il Divin Codino è pronto al rientro in azzurro. Roberto Baggio, 43 anni, ha dato piena disponibilità al presidente della Federcalcio Abete per assumere l’incarico di presidente del settore tecnico di Coverciano succedendo ad Azeglio Vicini. L’investitura ufficiale è prevista per mercoledì quando si riunirà il Consiglio Federale.
    E’ lo stesso Baggio a darne conferma all’uscita della sede di Roma della FIGC dopo essersi intrattenuto a colloquio con Abete per circa 2 ore:

    • Ho dato il mio assenso, da parte mia c’è la massima disponibilità a ricoprire il ruolo di presidente del settore tecnico di Coverciano. Adesso però devo aspettare il Consiglio Federale di mercoledì.
      Sarà un’esperienza impegnativa, ma spero divertente. Il mio ruolo? Ci sono tanti settori di cui si deve occupare il settore tecnico, però ci vuole un pò di tempo e bisogna capire tante cose
      “.
  • Extracomunitari: la Figc resiste e non torna indietro

    Ieri la Lega Calcio aveva “alzato la voce” comunicando che oggi avrebbe disertato il Consiglio federale. La promessa è stata mantenuta ma oggi è arrivata la pronta replica del presidente della FIGC Giancarlo Abete che chiude ad ogni tipo di spiraglio in merito al provvedimento che riduce il numero degli extracomunitari tesserabili da 2 a 1 per club ribadendo il concetto espresso ad inizio luglio quando è stato approvata la nuova norma.

    • Comprendo la critica e la delusione, ma nessuno può pretendere dei diritti acquisiti. E’ una decisione assunta dalla Federazione e che si basa sulle direttive della legge Bossi-Fini e su una politica sportiva che il Coni sta portando avanti da otto anni. In più ricordo che questa è una norma che decade e si ridiscute ogni anno. Sono rammaricato della mancanza della Lega e delle loro decisioni perchè sono attori importanti di cui abbiamo già dovuto malvolentieri fare a meno nei sette consigli federali dello scorso anno. Ma la Federazione ha tenuto sempre conto delle esigenze della Lega e mi auguro che dal prossimo Consiglio Federale riprenderanno il loro posto“.