Tag: giancarlo abete

  • Abete nominato vicepresidente dell’Uefa

    Abete nominato vicepresidente dell’Uefa

    Dopo la conferma di Michel Platini alla presidenza dell’Uefa per il prossimo quadriennio, l’Italia ha avuto un suo riconoscimento con la nomina, su richiesta di Le Roi, di Giancarlo Abete a vicepresidente dell’Uefa insieme il turco Erzik, lo spagnolo Villar, l’inglese Thompson e il cipriota Lefkaritis.

    Una nomina importante, merito forse dell’exploit dell’Inter nella scorsa Champions League che permette all’Italia di ritornare ai vertici dopo ben 11 anni quando a rappresentare l’Italia c’era Antonio Matarrese. Anche per l’ex presidente della Figc c’è stato un prestigioso riconoscimento: è stato nominato Membro d’onore della Uefa, una prestigiosa onorificenza in segno di stima e di gratitudine per l’attività svolta fin qui al servizio del calcio internazionale.

  • Macalli: “Irregolarità amministrative”. Abete: “Niente di grave”.

    Macalli: “Irregolarità amministrative”. Abete: “Niente di grave”.

    Potrebbe trattarsi dell’ennesima bolla o del solito procedimento federale che come spesso accade si perde nelle stanze del palazzo, ma a quanto pare la Covisoc nella giornata di ieri ha segnalato alla Procura Federale, per l’apertura di un procedimento disciplinare, 36 società professionistiche per non avere utilizzato – come previsto dalle norme federali approvate quest’anno – conti bancari dedicati per il pagamento di stipendi e tasse dei calciatori. Il codice di giustizia prevede per le irregolarità più gravi, ovvero i pagamenti fittizzi o effettuati non con bonifici traccibili o assegni circolari – la penalizzazione in classifica di un punto per ogni violazione. L’indagine della procura potrebbe portare a deferimenti che coinvolgono – in Serie A – club di alta classifica e di zona retrocessione, lo stesso dicasi per la Serie B. 24 su 36 i club segnalati nei campionati di Lega Pro.

    A dare la notizia è stato il presidente della Lega Pro Mario Macalli che al termine del consiglio federale svoltosi in FIGC ha confermato che: «Sono 36 le squadre, –12 in Prima e 12 in Seconda le società segnalate in Lega Pro – poi ce ne sono altre sei di Serie A e altrettante di serie B.
    Deferimenti ed eventuali penalizzazioni? Non faccio il giudice, saranno i pm della Procura Federale a dover decidere. Fosse per me, alcune di queste segnalazioni non le avrei mai fatte, perché non sono inadempienze nei pagamenti».

    Alle parole di Macalli sono immediatamente seguite quelle del presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete: «I campionati non saranno in alcun modo sconvolti. Non c’è questo rischio e me ne assumo le responsabilità, c‘è stata un’esplosione sulla stampa -ha aggiunto – assolutamente sproporzionata rispetto alla valenza dei problemi. Se pensiamo che vengano sconvolti i campionati per qualche migliaio d’euro pagato dalle società, anche se con modalità diversa, allora immettiamo nel sistema una roba incredibile che finisce per distruggere il prodotto che non merita questo trattamento».

    Stando sempre alle parole di Abete la notizia dovrebbe risalire al 23 febbraio,«anche se la notizia è stata venduta da Macalli». Che è stato inoltre ripreso dal presidente della Federcalcio: «serve rispetto per l’autonomia della giustizia, e i soggetti politici devono stare lontano dagli organi della stessa giustizia. Non esiste che qualcuno possa fare il giustiziere della notte. Ognuno deve stare al suo posto. Così si è rappresentata una federazione che sembrava volesse nascondere delle informazioni».

    Per quanto riguarda eventuali sanzioni nei confronti dei club, Abete ha tenuto a precisare che: «La valutazione sarà rimessa agli organi preposti, ma le norme federali prevedono delle penalizzazioni solo in caso di inadempienze: si punisce, cioè, solo il mancato pagamento, e non il pagamento effettuato in altri modi ».


  • Figc, creata una norma per radiare Moggi

    Figc, creata una norma per radiare Moggi

    Processo di Napoli, giustizia sportiva, Calciopoli e l’immagine del calcio giocato viene totalmente sostituita da quelle delle numerose inchieste e dalle continue udienze nei tribunali della giustizia sportiva.

    Dopo la scoperta di Calciopoli, che ha praticamente sconquassato il nostro campionato e distrutto l’immagine della Juventus, portando i bianconeri per una stagione nella serie B, penalizzando Milan Lazio e Fiorentina, adesso dal processo di Napoli vengono riesaminate nuove intercettazioni . Le nuove prove presentate dai legali difensori di Luciano Moggi, cercano di trascinare nel vortice dell’ illegalità anche la squadra di Massimo Moratti, uscita illesa dallo scandalo calcistico sopra citato. In attesa del processo che si terrà prima dell’estate per decidere principalmente se sia stato giusto assegnare lo scudetto a tavolino alla società nerazzurra, oggi la notizia dell’ultima ora è la scelta da parte del Consiglio federale della Figc di creare una norma ad hoc per regolamentare la richiesta di radiazione nei confronti di Luciano Moggi e altri 42 tesserati, tra i quali anche l’ex amministratore delegato Antonio Giraudo. Quindi il caso Moggi  e degli altri imputati torna nelle mani della giustizia sportiva, con il doppio grado di giudizio  e l’eventualità del terzo e ultimo grado con l’Alta Corte di Giustizia del Coni.

    “I gradi di giudizio – ha voluto precisare Giancarlo Abete, presidente della Figc – saranno due, la Commissione Disciplinare e la Corte di Giustizia, che valuteranno circa la sanzione accessoria della preclusione. Eventualmente ci sarà, come ultimo grado, l’Alta Corte di Giustizia presso il Coni”.

    L’avvocato della Federcalcio, Giancarlo Gentile, scendendo nei dettagli del caso specifico Luciano Moggi ha voluto spiegate come: “La sanzione nei confronti di Moggi dei cinque anni c’è già stata. Bisogna  invece valutare se quei fatti sono talmente gravi da comportare oggi la preclusione. E’ questa l’unica valutazione che deve essere rimessa agli organi di giustizia . I cinque anni sono un fatto ormai storico, ma nessuno ha ancora valutato se sono stati fatti talmente gravi da meritare la radiazione“.

    Quindi la valutazione della colpevolezza è già stata presa, l’unica cosa da decidere è se le colpe siano talmente gravi da comportare la radiazione escludendo in questo modo ogni possibile ritorno di Luciano Moggi sul palcoscenico del calcio italiano.

    Ancora una volta Moggi torna ad essere protagonista, più nel bene che nel male, nonostante la curva juventina pochi giorni fa dopo la sconfitta contro il Bologna e contro il Lecce inneggiava il suo nome, in onore dei bei tempi e delle vittorie bianconere.

  • Radiazione Moggi: l’Alta Corte se ne lava le mani

    Radiazione Moggi: l’Alta Corte se ne lava le mani

    Arriva un’altra spallata per il presidente Abete e sopratutto per il modo di gestire da parte della Figc l’ormai incresciosa vicenda Calciopoli. Il Processo di Napoli ha tolto il coperchio su una giustizia sommaria e piena di angoli bui. Il presidente Abete per scongiurare il ritorno nel calcio di Moggi lo scorso 19 gennaio inviò una richiesta di parere all’Alta Corte del Coni sulla possibilità di radiazione di Big Luciano e di altri 41 tesserati.

    L’Alta Corte ha respinto al mittente la richiesta bollandola come “inammissibile” e spiegando di non poter intervenire “su una controversia in atto per la quale sia stata avviata una procedura avanti a organi della giustizia sportiva o in ordine alla quale vi sia la possibilità di proporre ricorso all’Alta Corte”.

    La patata bollente adesso torna nelle mani del presidente Abete e c’è curiosità nel mondo pallonaro per capire quale altra decisione possa prendere.

  • Ora è ufficiale, domenica si gioca. I calciatori revocano lo sciopero.

    Ora è ufficiale, domenica si gioca. I calciatori revocano lo sciopero.

    Dopo le trattative ad oltranza dei giorni scorsi e le dichiarazioni fiduciose dei diretti interessati, finalmente è arrivata la tanto attesa ufficialità della revoca dello sciopero, indetto dall’Associazione Italiana Calciatori e previsto per il prossimo weekend (11 e 12 dicembre) che avrebbe bloccato la 16esima giornata del campionato di Serie A, per il contratto collettivo scaduto lo scorso 30 giugno e la riformulazione di alcuni punti in esso contenuti.
    E’ stato raggiunto infatti l’accordo tra le parti interessate (AIC e Lega Calcio) su 6 degli 8 punti alla base dello scontento dei calciatori, mentre rimane fuori quello più spinoso dei “fuori rosa” per il quale si comincerà a lavorare per inserirlo nel nuovo sotto la supervisione del presidente della FIGC Giancarlo Abete. L’ottavo, quello dei “trasferimenti coatti” non è stato preso in considerazione venendo definitivamente stralciato. Il nuovo contratto colletivo avrà una validità di tre anni. Questo il comunicato dell’AIC:

    • L’Associazione Italiana Calciatori, preso atto del buon andamento dei lavori per la stesura del nuovo testo dell’Accordo Collettivo, con la mediazione del Presidente della FIGC Abete, e sentiti i rappresentanti delle squadre, comunica che rientra l’azione di protesta in attesa della definitiva sottoscrizione e che i calciatori di Serie A scenderanno in campo alla 16a giornata di campionato fissata l’11 e il 12 dicembre prossimi“.

    Pienamente soddisfatto anche il presidente del CONI Gianni Petrucci che ha commentato così la revoca dello sciopero:

    • Fortunatamente, grazie a Campana, Beretta e Abete, che ha condotto molto bene la trattativa, non ci sara’ nessuna astensione che sarebbe stata un brutto spot per il calcio e i calciatori. Ci sono formule diverse per esprimere il proprio dissenso“.
  • Sciopero Aic: inizia il countdown. Petrucci auspica il buon senso

    Sciopero Aic: inizia il countdown. Petrucci auspica il buon senso

    Si è partiti da lontano prima ipotizzandolo e poi mettendo tutti con la faccia contro il muro, l’Aic come i migliori sindacati (di un tempo) non indietreggia, anzi, alza il tiro proclamando un sciopero per il prossimo week end che ha la sensazione di voler imporre una scelta piuttosto che lasciar al dibattito la soluzione.

    Non entrando sul merito della richiesta dei giocatori peraltro leggittima e comunque privileggiante rispetto a chi, comune lavoratore, se non rientra nei piani della società viene licenziato in tronco e non trasferito, ciò che sembra grottesco è la scelta di uno sciopero in un momento cosi aspro e pieno di insidie per il nostro paese e dove in molti hanno l’angoscioso problema di come arrivare a fine mese.

    Inizia oggi la lotta contro il tempo con il presidente Abete in campo personalmente per derimere la controversia e gli avvocati delle due parti a trovar il giusto tavolo per l’accordo. Intanto anche l’Aia è sul piede di guerra per la propria indipendenza.

    Petrucci continua comunque ad auspicare il buon senso rimarcando la categoria privileggiata che sono i calciatori “revoca dello sciopero? Sono realista ho fiducia nel presidente Figc Abete affinché il buon senso prevalga. Fare questo sciopero significa non rendersi conto del momento che sta attraversando il Paese e il resto del mondo. Questa proclamazione è di una assurdità tale che significa non aver letto i giornali”

    “Mi auguro – prosegue il presidente del Coni – che sabato e domenica si giochi. Io non tifo per una parte, io tifo perchè si giochi, il calcio è una cosa pubblica. Vedo troppa effervescenza da parte dell’Aic, si dice che tutti i calciatori sono d’accordo, ma non è stata fatta un’assemblea. Credo che dopo questa questione, debba essere rivista tutta la materia. Si dice che si fa sciopero per i più deboli ma domenica i più deboli giocano”. E ancora: “Sono certo che Abete convocherà le parti, tutti dovranno andare senza pregiudizi perché questa giornata si deve giocare. Sarebbe bruttissimo fermarsi per l’immagine, per il calcio italiano e per tutti. Non vogliamo passare alla storia come il paese che non si rende conto di quello che sta accadendo intorno”.

  • Sciopero sempre più vicino, si decide il 30 novembre.

    Sciopero sempre più vicino, si decide il 30 novembre.

    Anche nell’ ultimo incontro, tenutosi in giornata tra le parti in causa, non sembra esservi schiarita all’ orizzonte della stipula del contratto collettivo dei calciatori e lo sciopero è ormai situazione molto vicino alla realtà.

    Infatti entrambe le parti, rappresentate dal segretario generale dell’ AIC Gianni Grazioli e dal Presidente della Lega Serie A Beretta, restano ferme sui propri punti e l’ ultimo tentativo per scongiurare il tanto temuto sciopero, verrà effettuato dalla Federcalcio.

    “Lo sciopero resta dietro l’angolo e il 30 novembre prenderemo le nostre decisioni”. Così Gianni Grazioli, segretario generale dell’AIC, dopo l’incontro avuto oggi con il Presidente della Lega Serie A Beretta e il Presidente federale Abete. “La federcalcio – ha precisato Grazioli – vuol fare un ultimo tentativo ed entro la fine della settimana ci proporrà un accordo sugli otto punti di cui si è molto discusso dall’inizio delle trattative, osserveremo con attenzione il documento che ci sottoporrà Abete, ma restiamo contrari sui fuori rosa e sui trasferimenti obbligatori”.

    Con molta probabilità, quindi, il 30 novembre verrà indicata la data dello sciopero salvo miracoli da parte di Abete, presidente della FIGC.

  • Accordo sempre più lontano, si va verso lo sciopero.

    Accordo sempre più lontano, si va verso lo sciopero.

    Le parti sono di nuovo lontane, e nonostante l’ ottimismo ostentato dal presidente Abete, l’ ipotesi di una giornata di sciopero dei calciatori, prende sempre più corpo. Infatti, l’ Associazione italiana calciatori ha annunciato che, in segno di protesta, i calciatori non scenderanno in campo in una delle prossime giornate di campionato.

    La data sarà proclamata dopo il 30 novembre e non si sa quindi quali ora potranno essere gli scenari futuri. La rottura è avvenuta sul no della Lega alla proposta fatta da Abete stesso, in concordanza con l’Aic, di limitare a sei punti le trattative sull’ Accordo Collettivo, con esclusione degli altri due punti, quelli sui trasferimenti coatti e i calciatori fuori rosa.

    Continua il botta e risposta, comunque fra le due parti, infatti in una conferenza stampa, il presidente della Lega A, Maurizio Beretta, replicando all’ asso calciatori ha dichiarato: “La logica dello sciopero non ha nessun senso”.

    Si va quindi, verso la nomina di un commissario ad acta, da parte del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, dopo aver sentito, il parere dell’ alta Corte di Giustizia presso il Coni.

  • Aic sul piede di guerra, si va verso la serrata

    Aic sul piede di guerra, si va verso la serrata

    I presidenti di serie A bocciano la proposta del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete continuando il braccio di ferro con l’Associazione Calciatori per trovare un accordo sul contratto collettivo. Abete cercava una mediazione per scongiurare lo sciopero che allo stato attuale sembra esser alle porte come confermato dal segretario generale dell’Aic Gianni Grazioli

    “Dobbiamo sentire i calciatori tra questa sera e domani mattina,  abbiamo già il mandato di tutte le squadre di Serie A e valuteremo azioni di protesta e l’eventuale sospensione del campionato per una giornata”
    Lo stesso Abete ha indetto una conferenza stampa per domani pomeriggio alle 14 nella quale spiegherà alla stampa i nuovi sviluppi dopo la decisione unanime dei presidenti di Serie A

  • Calciopoli: sfiorata la rissa in aula tra Moggi e Baldini

    Calciopoli: sfiorata la rissa in aula tra Moggi e Baldini

    Rissa sfiorata oggi in aula tra Moggi e Baldini in occasione della prima udienza dopo la pausa estiva del processo in corso a Napoli su Calciopoli, due “nemici” che per la prima volta a distanza di anni sono tornati a guardarsi negli occhi.
    L’ex dirigente della Roma, ora manager della nazionale inglese, chiamato a testimoniare dagli avvocati dell’ex dg della Juventus, nella sua esposizione ha apostrofato Moggi come “uomo senza qualità“, affermazione che ha scatenato le ire dell’ex re del mercato che stava per fiondarsi su Baldini in cerca della vendetta personale. Lo scontro fisico è stato evitato solo grazie all’intervento dei legali dell’imputato al processo napoletano che poi ha annunciato di avere intenzione di querelare Baldini per quanto detto.

    L’udienza si era aperta con la richiesta della difesa della trascrizione delle 160 telefonate che i pm all’epoca non considerarono rilevanti ai fini dell’inchiesta. Sono stati ascoltati prima il presidente della FIGC Giancarlo Abete, che ha negato di avere all’epoca dei fatti rapporti in un certo senso privilegiati con la Fiorentina, e l’ex fischietto ora designatore arbitrale Uefa Pierluigi Collina che ha confermato di non aver mai ricevuto pressioni da nessuno per “taroccare” gli esiti delle partite e che se ce ne fossero state le avrebbe denunciate.

    La seconda parte dell’udienza è stata riservata alla testimonianza appunto di Baldini, uno dei grandi accusatori dell’ex dg bianconero nonchè uno dei più accesi sostenitori dell’esistenza della “cupola moggiana” oltre che per influenzare i risultati della gare di campionato anche per “governare” il mondo delle procure dei calciatori attraverso la Gea di cui il figlio di Moggi, Alessandro, ne era il presidente.
    Baldini ha ammesso di aver conosciuto il colonnello Auricchio nel 2003 durante le indagini sulle fidejussioni false e di averlo incontrato più volte a scopo collaborativo per “spiegargli come funzionavano alcune cose sul sistema calcio“. Smontata invece la sua tesi del libri contabili taroccati (in una sua deposizione Baldini affermò che alcuni trasferimenti sull’asse Torino – Mesina furono fatti per “giustificare squlibri di bilancio”; l’avvocato difensore Trofino però fa notare all’ex dirigente giallorosso che quelle operazioni di mercato furono fatte con la formula del prestito. Infine Baldini definisce “una telefonata scherzosa” l’intercettazione tra lui e l’allora vice presidente della FIGC Innocenzo Mazzini nel quale l’ex ds della Roma disse “quando farò il ribaltone tu ti salverai“.