Tag: giancarlo abete

  • Demetrio Albertini annuncia la sua candidatura alla presidenza dalla FIGC

    Demetrio Albertini annuncia la sua candidatura alla presidenza dalla FIGC

    La notizia era nell’aria, la convocazione di una conferenza stampa oggi aveva fatto intuire quello che poi in realtà è stato: oggi pomeriggio a Milano Demetrio Albertini ha ufficializzato la propria scelta di candidarsi alla presidenza della Figc.

    Demetrio Albertini
    Demetrio Albertini

    In tanti mi hanno chiesto di mettermi a disposizione. Ci vuole una volontà comune per cambiare completamente la situazione. Dopo la governance, il progetto principale deve essere quello sportivo: un progetto comune, con le varie specificità dei vari campionati, valorizzando i settori giovanili. La nostra Serie A deve attingere dai vivai: se non dovessimo riuscirci, difficile proporre qualsiasi modello sportivo.
    Dobbiamo guardare all’estero: non solo alle seconde squadre, ma a tutte la varie componenti. L’obiettivo? E’ quello dei tedeschi: senza regole, hanno il 36% degli stranieri, noi siamo al 54%. Dobbiamo puntare al loro livello, senza però usare il loro modello preciso, ma estrapolando il meglio dalle altre nazioni.
    Credo che la sinergia, ricca di valori, debba essere appunto valorizzata al massimo. Sono filosofie che ho maturato da dirigente, più che da giocatore: ho imparato il valore delle persone.
    Cosa manca alla Federazione? L’armonizzazione di questo percorso, da parte di tutti i componenti. Unico paese, l’Italia, ad avere 3 leghe professionisti e 1 dilettanti: gli altri ne hanno meno, semplificando il tutto. Dobbiamo creare un dialogo che unisca tutti, semplificando le cose.
    Gli altri paesi hanno un obiettivo: valorizzare le squadre di club tramite la Nazionale. Noi abbiamo fatto il Mondiale con 2-3 giocatori che erano alla prima partita internazionale della loro carriera. Dobbiamo capire cosa dobbiamo essere, se un campionato di passaggio o tornare a essere il campionato più bello del Mondo come negli Anni ’90: è questo il mio sogno. Ma sul mercato europeo le nostre squadre hanno meno forza contrattuale. Ed è impossibile imporre i cinque italiani in campo, da regolamento.

    Un Albertini che ha deciso di mettersi in gioco anche e sopratutto grazie alle pressioni che gli sono arrivate fin dalla serata del post Italia-Uruguay, quella sfida che segno l’addio degli azzurri al mondiale brasiliano e alle susseguenti dimissioni del Ct Cesare Prandelli e del presidente federale Giancarlo Abete.

    Una candidatura che è stata fortemente voluta dalla voglia di cambiare e dare una svolta al calcio italiano e fortemente sponsorizzata dal Ad del Milan Barbara Berlusconi e dal presidente della Juventus Andrea Agnelli.

    Albertini quindi nell’assemblea del 11 agosto sarà lo sfidante dell’attuale presidente della Lega Nazionale Dilettanti Tavecchio che pare avere dalla sua il sostegno di parecchie società di Serie A. Non sarà comunque una votazione a senso unico anche perchè la discesa in campo di Albertini potrebbe portare molti a cambiare idea e a puntare sull’ex centrocampista del Milan.

     

  • Svolta nel calciomercato, fine delle comproprietà

    Svolta nel calciomercato, fine delle comproprietà

    Svolta incredibile oggi nel calcio italiano, il Consiglio Federale, riunitosi oggi a Roma, ha stabilito che dalla stagione 2014/15, dalla prossima finestra di calciomercato, fra i club non sarà più possibile stipulare contratti di comproprietà, viene così messa fine ad un istituto intorno al quale, nei primi anni duemila, aveva indagato il Fisco andando a sollevare diversi dubbi sulla legittimità di alcuni contratti.

    Resta la possibilità di rinnovare per un anno quelle ancora in essere, ma si tratta di una norma transitoria, l’istituto viene meno fino a esaurimento.

    Così ha chiarito la situazione il Presidente Federale Giancarlo Abete che ha anche aggiunto che si è trattato di una decisione imposta dalla FIGC visto che non tutte le società erano d’accordo:

    Giancarlo Abete
    Giancarlo Abete

    Non tutte le società della Lega di Serie A erano favorevoli, anche se la maggioranza era d’accordo. Non è stata una proposta della Lega, bensì una proposta diretta da parte della Federazione. Nei prossimi mesi verrà fatto un censimento della situazione sulle compartecipazioni ancora vigenti ma era evidente l’atipicità di questo istituto nel quadro normativo europeo, e anche in quello fiscale. Le comproprietà non saranno più possibili.

    Dunque si tratta di una vera e propria svolta che permette all’Italia di andare ad adeguarsi alla volontà dell’UEFA e seguire il passo che avevano già fatto in Inghilterra e Francia. Lo stesso massimo esponente del calcio europeo, Michel Platini, lo scorso inverno si era espresso sulla questione comproprietà:

    Le comproprietà inibiscono la volontà di un calciatore di scegliere il suo destino. Agente e opachi investitori determinano patti e scelte. E’ ora di dire basta.

    Oltre a questa decisione sulla fine delle comproprietà, il Consiglio Federale oggi a Roma ha anche stabilito le date di apertura delle prossime due sessioni di calciomercato per la stagione calcistica 2014/2015:  i tesseramenti in ambito professionistico saranno possibili da martedì 1 luglio a lunedì 1 settembre, fino alle ore 23 per quanto riguarda la sessione di calciomercato estiva, e da lunedì 5 gennaio a lunedì 2 febbraio, sempre fino alle ore 23 per quanto riguarda la sessione invernale.

     

     

  • Prandelli: “Ho firmato sino al 2016”

    Prandelli: “Ho firmato sino al 2016”

    La notizia che da qualche tempo circolava adesso ha pure avuto la sua ufficialità oggi nella conferenza stampa della nazionale:

    Scusate il ritardo ma il ritardo era dovuto al fatto che abbiamo firmato il contratto.

    Con queste parole il Ct della nazionale italiana Cesare Prandelli ha esordito nella conferenza stampa confermando la notizia del suo prolungamento di contratto.

    Sì sì, è ufficiale. Fino agli Europei, vi abbiamo spiazzati. Adesso non entriamo nei dettagli, ora abbiamo un obiettivo troppo importante. Da settembre parleremo di progetti e programmi. La disponibilità c’era già due mesi, questo periodo è servito per formulare il contratto. La Federazione ha voluto coinvolgermi anche per quanto riguarda i diritti d’immagine, l’attesa per la firma è dovuta a questi motivi.

    Cesare Prandelli
    Cesare Prandelli

    Già in mattinata il presidente federale Giancarlo Abete aveva annunciato che questa sarebbe potuto essere la giornata buona per il rinnovo. L’ingaggio di Prandelli, come riporta Sportmediaset sarà di  1 milione 450 mila euro. Un avventura quella del Ct iniziata al termine del mondiale 2010  e che ha, per adesso, avuto il massimo picco nel secondo posto agli europei del 2012. Prandelli però ha voluto anche parlare dell’attualità, dei 23, del caso insulti razzisti a Balotelli e sull’utilizzo dei Social Network da parte dei calciatori durante l’avventura in Brasile:

    Abbiamo fatto una settimana di lavoro importante e tutti stanno abbastanza bene. Le risposte sono buone. I 23? Non ho ancora deciso, saranno importanti questi quattro giorni. Poi c’è la partita di sabato. Su cento persone che guardavano l’allenamento, 99 hanno fatto cori positivi e poi è passato un deficiente: forse quella persona non dovrebbe far notizia. La reazione di Balotelli è umana, essere offeso per il colore della pelle è inaccettabile. Sull’utilizzo di Twitter? Abbiamo deciso di lasciare la massima libertà ai calciatori di esprimersi e di rapportarsi con i tifosi anche durante il Mondiale.

    L’avventura mondiale di Cesare Prandelli parte quindi con una sicurezza: qualsiasi sarà il risultato ottenuto dalla sua squadra ai mondiali, il Ct avrà la certezza di essere ancora sulla panchina, un prolungamento di contratto che in sostanza permetterà a Prandelli di affrontare senza l’ansia del risultato a tutti i costi, le sfide in Brasile.

  • Nazionale, alcuni tifosi insultano Balotelli durante l’allenamento

    Nazionale, alcuni tifosi insultano Balotelli durante l’allenamento

    Non inizia certo con il piede giusto l’avventura della nazionale di Cesare Prandelli in vista del mondiale in Brasile. Questa mattina infatti, al secondo giorno d’allenamenti a Coverciano, l’attaccante azzurro Mario Balotelli è stato bersaglio di alcuni insulti razzisti da parte di un gruppo di tifosi posizionati oltre una siepe fuori dal campo d’allenamento.

    “Negro di M….” sarebbe questo l’epiteto, come si può percepire anche dal video raccolto da Sportmediaset, che i tifosi avrebbe rivolto a Balotelli che sulle prime, si percepisce sempre dalle immagini, abbozza un sorriso con i compagni De Rossi e Marchisio impegnati nella corsa con lui, all’esterno del centro di Coverciano sono intervenuti anche i Carabinieri.

    Balotelli però sarebbe stato innervosito dall’insulto e durante la corsa con i compagni avrebbe, sempre da ciò che riporta l’inviato di Sportmediaset, pronunciato queste parole:

    Incredibile, solo a Roma e a Firenze succedono queste cose.

    Mario Balotelli
    Mario Balotelli

     

     

    Ovviamente per SuperMario non ci sono stati solo insulti anzi è stato anche applaudito, per la precisione, da un gruppo di bambini ospiti della seduta di allenamento. 

    La notizia dell’offesa razzista è giunta al presidente federale Giancarlo Abete che, parlando a margine di un convegno a Milano, ha voluto esprimere la propria opinione:

    E’ un comportamento inaccettabile di singole persone che non dovrebbe esserci, ma che purtroppo dobbiamo mettere in conto. L’importante è che si tratti di poche persone, il loro gesto dimostra lo scarso livello qualitativo.

    Anche il Commissario Tecnico della nazionale italiana, Cesare Prandelli, è entrato nella vicenda, liquidando il tutto in maniera sintetica:

    Ho sentito solo cori belli, poi se a fare notizie ce ne è uno, pazienza.

    In serata però è arrivata la risposta del Centro Coordinamento viola club tramite il presidente Filippo Pucci, come riportato dall’Ansa, che ha così replicato alle parole dell’attaccante azzurro:

    Se una singola persona lo insulta Balotelli non può generalizzare dando degli scemi a tutta la città di Firenze e a tutti i tifosi della Fiorentina. Vorrei inoltre ricordare a Balotelli che a differenza di alcune tifoserie fra cui alcune a lui molto vicine, quella viola non ha mai subito ad ora sanzioni per episodi e atteggiamenti di stampo razzista.

     

     

  • Roma, tifosi protestano contro Figc

    Roma, tifosi protestano contro Figc

    Viviamo gli anni della grande crisi, dell’emergenza occupazionale, della politica delle non risposte. Le piazze, solitamente, si riempiono per tali ragioni “vitali”. Questa mattina, a Roma, la strada antistante il palazzo della Federazione Italia Giuoco Calcio, è stata scelta come location per una protesta organizzata da un piccolo gruppo di tifosi della Roma: si temeva che il numero dei manifestanti potesse essere considerevole, al punto da allertare tre blindati della Polizia, ma in realtà non sono riusciti a riempire neppure il marciapiede antistante il palazzo della Figc. Le ragioni della protesta, all’insegna dello slogan “Mo’ basta” sono relative ai presunti favori arbitrali nei confronti della Juventus Capolista, a seguito del Derby con il Torino di Domenica scorsa e ripercorrendo una sfilza di “dubbi” che, dal punto di vista dei manifestanti romanisti, non sono altro che la prova di un sistema di favori organizzati per favorire la Juventus di Conte.

    L’aspetto singolare, oltre alla tematica della protesta, è poi il fatto che tali tifosi della Roma abbiano scelto di protestare in Via Allegri proprio di Sabato mattina, ossia il giorno in cui gli uffici Figc sono totalmente deserti. Una protesta che risuona nel vuoto, dunque, così come vuote sono le ragioni di chi non fa altro che sollevare polveroni, astio e tensioni per un po’ di audience.

    Roma, tifosi protestano contro Figc | foto da web
    Roma, tifosi protestano contro Figc | foto da web

    Il risultato è sotto gli occhi di tutti: cori offensivi, insulti e toni beceri. Contro la Juventus, contro il tifo bianconero “Dell’Italia siete i più forti a rubà le partite e insultare i morti” (riferimento allo striscione apparso nel Derby che ironizzava sulla tragedia di Superga, poi condannato aspramente da Andrea Agnelli e da Gigi Buffon, ndr). Contro il Napoli e, immancabile, l’incitamento al Vesuvio. Contro il presidente Abete ed il giudice sportivo Tosel, definito “pupazzo”. Contro tutti, insomma, proprio nel giorno di Roma-Inter, in cui le curve saranno chiuse.

    Tutto ciò mentre giunge l’ennesima decisa presa di posizione della Fifa contro l’utilizzo della moviola in campo, specificando che il supporto tecnologico è ammesso solo per i gol fantasma. In tal senso, infatti, il segretario generale Valcke ha sentenziato: “L’Ifab ha autorizzato l’uso della Goal Line Technology. Non ci sarà autorizzazione per altri usi di video nel nostro sport”.

    Le polemiche arbitrali, dunque, continueranno a regnare sovrane nel clima di sospetti ed illazioni che contraddistingue il calcio italiano.

  • Abete, lotta al razzismo è priorità: “No al Fai da te”

    Abete, lotta al razzismo è priorità: “No al Fai da te”

    Dopo le polemiche seguite ai cori razzisti durante l’amichevole disputata a Busto Arsizio lo scorso 3 Gennaio tra Pro Patria e Milan, con conseguente reazione di Boateng e di interruzione dell’incontro, e l’episodio di presunto insulto razzista  rivolto in campo a Fabiano Pereira, calciatore del Casale Monferrato, nel match del torneo Berretti contro la Pro Patria, interviene sulla questione il presidente della Figc Giancarlo Abete. Il numero uno della Federcalcio affronta in primis il tema dell’interruzione dei match a causa di episodi del genere, con i due recentissimi precedenti di Pro Patria-Milan e di Casale Monferrato-Pro Patria: Abete, in tal senso, si dichiara contrario al “fai da te”, ossia alle decisioni di interruzione dei match che non provengano dal responsabile dell’ordine pubblico, bensì dai calciatori in campo o dai dirigenti delle squadre perchè, altrimenti, “con 700 mila partite sarebbe il caos”.

    Nello specifico, poi, Abete affronta i due casi di “interruzione per razzismo” al fine di delineare un quadro più chiaro in merito alle responsabilità dei soggetti coinvolti nella decisione di interrompere la gara. A proposito dell’episodio di Pro Patria-Milan, Abete sottolinea che, nel caso di Boateng, “è stato comprensibile il suo gesto” ma che è necessario ricordare l’esistenza di una norma, una circolare ministeriale non una regola sportiva, che regolamenta la titolarità dell’interruzione che spetta al responsabile dell’ordine pubblico e che, nel caso dell’interruzione definitiva, “non esiste un’autonomia decisionale da parte dell’arbitro perchè ci deve essere la condivisione da parte di tutti i soggetti che hanno la responsabilità della sicurezza di tutto lo stadio” così come precisato anche nel corso dell’incontro con il Capo della Polizia Antonio Manganelli.

    Abete lotta razzismo priorità | © Claudio Villa/Getty Images
    Abete lotta razzismo priorità | © Claudio Villa/Getty Images

    Dopo il suo no al “fai da te”, il presidente Abete affronta in senso più ampio la problematica razzismo, che parte dalla società civile e si diffonde nel mondo del calcio, dove sembra trovare terreno molto fertile: le soluzioni per contrastare il fenomeno non possono prescindere da due aspetti essenziali, ossia le sanzioni “per quelli che usano comportamenti di discriminazione” e l’attività formativa, finalizzata a parlare della problematica che non riguarda soltanto l’Italia ma, più in generale la società europea e mondiale, e soprattutto ad intervenire alla radice del problema al fine di “intercettare il problema alla base”. Quest’attenzione alla risoluzione del problema con azioni “a monte” piuttosto che a valle rientra, sempre secondo il presidente Abete, nell’ambito del tentativo di recupero dei valori, “è il nostro obiettivo per il 2013 ed eliminare i fenomeni di razzismo è una priorità”.

    Infine, esulando dal tema-razzismo, le parole di Abete connesse al sistema calcio italiano individuano come punto di riferimento la Germania, traendo spunto dal fatto che Guardiola abbia deciso di “sposare la causa” del Bayern Monaco, una squadra con una grande storia ma anche con una grande politica sportiva, così come la Bundesliga, modello di riferimento “per la qualità dell’ ospitalità negli stadi, per la competitività e per l’equilibrio economico – finanziario”. Pertanto, la Germania può essere considerata l’unico modello nel panorama europeo, perchè Inghilterra e Spagna hanno diversi problemi, e dunque “noi dobbiamo andare proprio in quella direzione”.

  • Cambiamenti? No, grazie! Nella Federcalcio rieletto Abete

    Cambiamenti? No, grazie! Nella Federcalcio rieletto Abete

    Tanti proclami, tante idee di rinnovamento nella Federcalcio ma alla fine il risultato qual’è? Sempre le stesse facce presenti a capo della Figc. Naturalmente, se non fosse chiaro, stiamo parlando di Giancarlo Abete. Il dirigente italiano è stato rieletto a capo della Federazione Italiana con il 94,34% dei voti, trovando l’unanimità di Lega A, Associazione Italiana Arbitri e Associazione Italiana Allenatori. Un risultato clamoroso (vista la voglia, solo a parole, di cambiamenti) ma scontato, visto che è stato l’unico candidato. Durante le votazioni al Marriott Park Hotel di Roma, è stata assegnata un nuova prestigiosa “poltrona” con l’assegnazione a Simone Perrotta come Componente Atleti. Prima volta assoluta l’elezione di un giocatore ancora in attività. Un modo per avvicinare la Federazione alle problematiche dei calciatori.

    Certo, pare strano sentire Lotito parlare di “continuità nell’ottica del rinnovamento” subito dopo l’elezione di Abete. Quale rinnovamento verrebbe da chiedere…

    Abete, rielette presidente della Federcalcio © Claudio Villa/Getty Images
    Abete, rielette presidente della Federcalcio © Claudio Villa/Getty Images

    Siamo sempre alle solite, si parla tanto di visi nuovi, personaggi diversi che possano permettere di dare una svolta e invece siamo punto e a capo. Il “nuovo” presidente Abete rimarrà in carica per altri 4 anni, terminando il suo mandato nel 2017 e dovrà affrontare un quadriennio ricco di insidie. Si partirà dalla legge sugli stadi, diventata ormai indispensabile per poter dare un futuro al calcio italiano e alle squadre del nostro paese impegnate in Europa. Poi l’impegno andrà spostato sul cambiamento della giustizia sportiva, che va riscritto da capo, viste le tante pecche riscontrate nell’ultimo periodo, grazie ai processi sul calcioscommesse, soprattutto sul fronte ‘responsabilità oggettiva’.

    Ed infine, ultimo problema, ma non meno importante, la situazione che si sta creando in Lega A. Con i presidenti che non trovano l’accordo per l’elezione del nuovo presidente con il rischio commissariamento alle porte.

    E ci ritroviamo qui, a parlare nuovamente di vecchi problemi del calcio italiano come gli stadi e di un presidente che non è stato capace di risolvere la situazione ma è stato rieletto, anche a causa della sua unica candidatura. Il calcio italiano ha mancato l’ennesima occasione per voltar pagina, lasciar cadere i vecchi pezzi che in parte hanno rovinato il nostro movimento e ripartire con altri personaggi. Ma in Italia questo non è certamente una novità…

  • Roberto Baggio contro la FIGC “Ha dimenticato il mio progetto”

    Roberto Baggio contro la FIGC “Ha dimenticato il mio progetto”

    Roberto Baggio, numero 10 simbolo del calcio italiano oramai “in pensione” dal calcio giocato e attuale Presidente del settore Tecnico della Federcalcio, non le ha mandate certo a dire, e a margine di un evento ufficiale come la cerimonia di benvenuto alla federazione danese tenutasi a Milano in occasione del match di qualificazione per i mondiali con la Danimarca, ha apertamente manifestato il proprio disappunto nei confronti della stessa FIGC, che a detta del “Divin Codino” lo terrebbe in stand-by da addirittura 10 mesi relativamente al progetto da lui portato avanti in seno alla Federazione stessa.

    Roberto Baggio infatti, membro della Figc impegnato nei lavori di riqualifica interni alla Federazione stessa, ha lamentato infatti la scarsa considerazione mostrata dai vertici nei confronti del proprio progetto sulla formazione dei formatori, a detta dell’ex numero dieci una fase fondamentale del sistema calcio da cui non si può prescindere per giungere all’obiettivo finale della formazione dei calciatori del futuro: fase questa che necessita di un’importante adeguamento ai tempi ed innovazione.

    Roberto Baggio
    Roberto Baggio © TIZIANA FABI/AFP/Getty Images

    Baggio non ha nascosto la delusione per i silenzi ricevuti, non risparmiando né Abete, né Galliani e tantomeno Demetrio Albertini, tra l’altro ex compagno di Milan e di Nazionale; a detta di Baggio infatti i fondi, sebbene stanziati, sarebbero confluiti fino ad oggi solo in un’iniziativa gratuita tenutasi in Toscana cui hanno aderito varie società calcistiche, ma oltre a ciò non ci sarebbe stato nessun altro movimento concreto. A chi ha ipotizzati degli ostacoli di natura politica Baggio non ha voluto rispondere nulla, obiettando solo che non è certo colpa dei club la fase di stallo del progetto. Da parte sua, l’ex bianconero simbolo del calcio italiano è stato tacciato dalla federazione di scarso impegno e scarso apporto fornito da lui direttamente ad alcuni suoi appuntamenti istituzionali, controbattendo così alle sue parole.

    Quel che è certo è che la formazione citata nel progetto in esame, intesa in ambito calcistico ma soprattutto umana, ha sicuramente una carica innovativa che necessita di grande appoggio a tutti i livelli, politici e non solo, e pertanto un piena adesione ai principi del programma proposto è difficile che maturi istantaneamente, ma probabilmente ha bisogno di tempo.

  • Tornado Zeman, accuse ad Abete e Moratti. Scherzo a Vialli

    Tornado Zeman, accuse ad Abete e Moratti. Scherzo a Vialli

    Uno Zeman a tuttotondo quello di ieri pomeriggio, quasi fosse una scultura del celebre Bernini. Ne ha per tutti il tecnico giallorosso, da Abete a Moratti. Persino quando non è il boemo in persona a parlare, le catastrofi sono dietro l’angolo. Ne sa qualcosa Gianluca Vialli, che poche ore prima aveva definito “paraculo” colui che è considerato il nemico numero uno della Juventus (più che altro dagli stessi tifosi della Vecchia Signora). Durante la trasmissione radiofonica condotta da Piero Chiambretti, l’ex calciatore di Juve e Samp si trova in collegamento telefonico quando ecco spuntare dal cilindro la telefonata di un finto Zeman. Piuttosto singolare e divertente il teatrino che da lì a poco si è andato a creare, rappresentazione scenica dell’Italia di oggi, dove a volte occorre davvero poco per rivoltare la realtà.

    Questione di “paraculo” La telefonata a Vialli dura pochi minuti, quanto basta per farsi due risate e porsi qualche domanda. Il finto Zeman esordisce con un “Buongiorno” targato Boemia, tanto da confondere e annebbiare la lucidità dell’altro interlocutore. Non si spiega infatti il motivo per il quale Vialli debba etichettare Zeman con il titolo di maestro, se quest’ultimo fino a 12 ore prima era soltanto un “paraculo” (a proposito di “paraculi”, come è piccolo il mondo). La telefonata prosegue. Come riporta la Gazzetta, Vialli si scioglie, ingaggiando una convincente dialettica col boemo. Peccato fosse tutto uno scherzo.

    gianluca vialli | ©Warren Little/Getty Images

    Nemico del calcio Non solo Vialli rimane al palo sulla questione “paraculo”, ma anche Giancarlo Abete viene colpito da una stoccata di sciabola nel pomeriggio, quando Zdenek Zeman definisce il presidente della Figc un nemico del calcio. Dichiarazioni rilasciate durante un’intervista che andrà in onda domani sul periodico Sette, e che hanno già percorso l’intera penisola. Il rischio di un deferimento per il tecnico della Roma è concreto, sebbene siano arrivate prontamente le rettifiche serali, che sostanzialmente pongono l’accento non sul singolo ma sul sistema calcio.

    Sono solo parole Sono molteplici i riferimenti al mondo musicale per il concetto di “parole”, e il mondo del calcio non fa eccezione. Senza rifarsi al modello Mina, Zeman bolla con queste parole il corteggiamento di Massimo Moratti:” Molte parole. Ma poi bisogna vedere se ci sono le condizioni per lavorare bene. E non parlo di giocatori da acquistare”. Frase neanche troppo sibillina, che fa capire, se ce ne fosse ancora bisogno, il “personaggio” Zeman.

  • Il presidente Figc Giancarlo Abete attacca la Lega

    Il presidente Figc Giancarlo Abete attacca la Lega

    Si è chiusa l’avventura degli azzurri al Campionato Europeo 2012 e, prima di tornare in Italia, Cesare Prandelli e Giancarlo Abete si sono concessi ai giornalisti per l’ultima conferenza stampa che si è rivelata essere sotto certi aspetti scherzosa ma dove i due si sono tolti parecchi sassolini, per non dire delle grosse pietre, dalle scarpe.

    Dopo un grande applauso che ha accolto i due, Prandelli ha spiegato di essere soddisfatto di questo Europeo soprattutto per come è stato vissuto dai giocatori ma anche dai tifosi e dalla stampa anche se non nasconde la delusione per la partita finale contro la Spagna. Nonostante tutto il ct sottolinea che questa è una Nazionale nuova che purtroppo è inserita in un paese vecchio come l’Italia di oggi. Una chiaccherata che è molto di più che un semplice “tirare le somme” per il confermato allenatore azzurro ma soprattutto per Giancarlo Abete che lancia molte frecciatine tirando in ballo sia i club italiani che la Lega.

    Giancarlo Abete © Claudio Villa / Getty Images

    Il presidente della Federcalcio si espone senza paura e spiega che ad oggi la Lega ha avuto un ruolo insignificante come non mai e che questo è un problema per tutti. Sottolinea inoltre il fatto che in palio non è mai stato messo nulla e che non c’è un progetto ma solamente interessi individuali e che mancano le proposte e soprattutto il dialogo, cosa fondamentale.

    Altro problema è quello alzato da Prandelli e confermato dal vertice della Federcalcio: secondo il ct la Nazionale non interessa ai vari club e la prova è il fatto che gli azzurri giocheranno un’amichevole con l’Inghilterra il 15 agosto ma pochi giorni prima a Pechino si disputerà la Supercoppa italiana.

    Per questo il presidente ha voluto rassicurare Prandelli con un progetto per il prossimo anno: la Federazione vuole infatti rendere maggiore il rapporto del ct con l’Under 21 e con le varie rappresentative giovanili e soprattutto di migliorare l’aspetto del progetto-calcio mettendo le mani sulla scuola allenatori e sul settore tecnico.