Tag: giampaolo pazzini

  • Inter, svolta per Lavezzi con l’idea Viviano per Silvestre?

    Inter, svolta per Lavezzi con l’idea Viviano per Silvestre?

    Settimana decisiva per il calciomercato dell’Inter, con l’affare Lavezzi in assoluto stand by e il caso Destro in stallo, vista la brutta implicazione del Siena nello scandalo del calcioscommesse. Moratti dopo essere tornato a Milano è stato messo al corrente dai suoi uomini di mercato Marco Branca e Piero Ausilio dell’innalzamento del pressing del Psg sul Pocho Lavezzi. Assolutamente lontano dalle intenzioni del numero uno nerazzurro, l’idea di scatenare un’asta che possa far lievitare il prezzo del cartellino di Lavezzi. I Francesi hanno presentato un’offerta difficilmente replicabile, con una base cash vicina ai 26 milioni di euro (quindi non lontana ai 31 milioni della clausola rescissoria) con un ingaggio annuale di circa 4,5 milioni di euro per il giocatore. A questo punto è atteso un rilancio, o forse nella speranza che il giocatore preferisca Milano a Parigi, e vagliando anche gli ottimi rapporti tra Moratti e De Laurentiis l’affare potrebbe trovare la svolta con altre formule.

    Ezequiel Lavezzi © ROBERTO SALOMONE/AFP/GettyImages

    PAZZINI E PANDEV- In questo contesto si inserisce a pennello il discorso delle contropartite tecniche. Considerando come l’Inter abbia in ballo con il Napoli il riscatto dell’attaccante macedone Goran Pandev, la trattativa avrebbe naturalmente una corsia preferenziale a tinte nerazzurre. Branca e soci puntano su un base cash, più il riscatto di Pandev (con prestito in scadenza il 30 giugno) e l’inserimento di alcune contrapartite tecniche rappresentate per lo più da giovani interessanti. Volendo cambiare strategia e alimentando l’interesse di De Laurentiis con un’offerta più appetibile, l’Inter potrebbe inserire nell’affare anche Giampaolo Pazzini, ovviamente nel caso, con un esborso cash ridotto. Proprio l’attaccante ex doriano a causa della stratosferica stagione di Milito ha faticato a trovare il giusto spazio in attacco, e Napoli potrebbe rappresentare la giusta piazza per un suo rilancio, considerando come nel caso arrivasse anche Destro lo spazio davanti per lui non sarebbe poco, ma quasi nullo.

    DESTRO?-  Futuro incerto per l’attaccante del Siena, Mattia Destro, considerando come gli interessi delle maggiori società italiane, con Juventus, Roma e Inter siano fortissime su di lui. La sua situazione è molto particolare, essendo in comproprietà tra Siena e Genoa, dove l’Inter ha raggiunto un accordo di massima con Enrico Preziosi, mentre la Juve punta su un patto con il Siena. Ovviamente lo scandalo calcioscommesse piombato come un spada di Damocle dal cielo ha interrotto qualsiasi trattiva interlocutoria tra le parti, con lo stesso Preziosi impossibilitato nella giornata odierna ad incontrare il presidente del Siena, viste le vicende giudiziarie in corso. Rebus.

    VIVIANO PER SILVESTRE– Sempre in tema di comproprietà l’ultima idea di mercato nata in sede nerazzurra vedrebbe l’Inter sedersi ad un tavolo con il Palermo, evitando di finire alle buste per il cartellino di Emiliano Viviano, utilizzando la propria metà per attuare il sorpasso nella corsa al difensore rosanero Matias Silvestre, seguito in maniera forte e decisa anche dal Milan. Il centrale argentino dovrebbe sostituire Lucio al centro della difesa, mentre per Chivu già dato per partente, viste le poche offerte valide si prospetta l’ipotesi di accettazione della proposta fatta dalla dirigenza nerazzurra, con una netta riduzione dell’ingaggio e un contratto di due anni.

  • Inter Indonesia 4-2, doppiette per Coutinho e Pazzini. Video

    Inter Indonesia 4-2, doppiette per Coutinho e Pazzini. Video

    Si conclude nel migliore dei modi, con una vittoria per 4 a 2 contro la nazionale indonesiana la tournée in Indonesia per l’Inter di Stramaccioni. Più che un’amichevole per chiudere nel migliore dei modi una stagione assolutamente deludente, la sfida nel continente asiatico è servita dal punto di vista commerciale ad alimentare un bacino d’utenza che conta moltissimi fan interisti. Oltre al business economico che ha portato nelle casse societarie per due amichevoli un budget di circa 2,5 milioni di euro, è stata l’occasione per quei giocatori che tornavano alla base, come Jonathan e Coutinho, di dimostrare come le esperienze lontano da Milano abbiano portato solo note positive. Proprio il baby brasiliano, fin troppo additato come inadatto al calcio fisico italiano, dopo essersi messo in luce all’Espanyol, realizzando cinque reti e conquistandosi l’affetto dei tifosi spagnoli, ha realizzato una partita perfetta, condita da giocate da campione e una doppietta a confermare l’ottimo stato di forma.

    Philippe Coutinho © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    INTER INDONESIA: IL MATCH- La partita non presentando grosse insidie per gli uomini di Stramaccioni si mette subito in discesa con Jonathan che serve un pallone a Coutinho, e il trequartista brasiliano fa partire un tiro imprendibile per il portiere indonesiano, aprendo le danze delle marcature. Il vantaggio dura nemmeno 5 minuti con Wangaai che realizza il gol del pari con un gran tiro da fuori area facendo diventare lo stadio una bolgia. Sarà ancora Coutinho a riportare in vantaggio i suoi con una bellissima azione confezionata con l’aiuto di Milito, conclusa con un pallonetto a scavalcare l’estremo difensore indonesiano. Nella ripresa spazio a diversi cambi con l’inserimento di Pazzini e Poli, più qualche giovane per assaggiare il campo con i big. Proprio Pazzini come era già accaduto nella prima amichevole, troverà la via del gol, partendo sulla linea del fuorigioco, anticipando il portiere con una bella giocata al volo e realizzando la rete del 3 a 1. Grandissima festa sugli spalti, con tifo da stadio italiano e cori in pieno stile San Siro sempre presenti. Gli stessi giocatori nerazzurri apprezzano molto. Sarà ancora Pazzini a gonfiare la rete con il gol del 4 a 1, conquistando un ottimo pallone in mediana, scambiando con Milito e tenendo botta alla retroguardia indonesiana. Da posizione defilata il Pazzo farà partire un gran tiro realizzando la sua doppietta personale dopo un’annata decisamente orribile. Spazio nei minuti finali del match, per il secondo gol della bandiera della nazionale indonesiana, con Pahabor che anticipa la retroguardia interista e da due passi insacca.

    STRAMA FELICE- La partita nel complesso ha dato buone indicazioni, nonostante la caratura dell’avversario non fosse certamente paragonabile al tasso tecnico dell’Inter, la buona prestazione e la voglia di mettersi in mostra evidenziata da elementi come Coutinho, Jonathan e Longo sono le migliori risposte auspicabili dal campo di gioco. In attesa dell’arrivo di Palacio e chissà di Lavezzi con altri rinforzi, mister Stramaccioni gongola con i giocatori a disposizione, consapevole di avere un Coutinho assolutamente rigenerato e ritrovato sia sotto l’aspetto fisico che a livello psicologico. La palla passa in mano a Moratti e Branca.

    Video Inter Indonesia highlights 4-2
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  • Inter sliding doors, Destro arriva, Pazzini parte

    Inter sliding doors, Destro arriva, Pazzini parte

    Il calciomercato estivo non è ancora ufficialmente aperto, ma in casa Inter sono già in fermento le manovre per programmare una rifondazione annunciata dallo stesso presidente Massimo Moratti. Stramaccioni ottenuta la conferma sulla panchina nerazzurra, dirigerà insieme a Branca ed Ausilio le prossime scelte di mercato estive, per plasmare la sua nuova rosa secondo il suo credo tattico. L’Inter ha già messo gli occhi e intavolato le trattative per riportare Mattia Destro, in forza al Siena, e in comproprietà con il Genoa, ad Appiano Gentile, considerando come l’attaccante 21enne fu ceduto dall’Inter proprio al club di Preziosi nell’affare che portò Andrea Ranocchia a Milano. Altro obiettivo dichiarato e fin troppo evidente è il Pocho Lavezzi, che sembra aver definitivamente rotto con l’ambiente Napoli, e con De Laurentiis pronto a lasciarlo partire. Occhio però perché con due possibili innesti così pesanti davanti, il primo a farne le dovute spese potrebbe essere Giampaolo Pazzini, ai margini delle scelte di Stramaccioni, totalmente eclissato dalla parabola ascendente di Diego Milito.

    Mattia Destro © Gabriele Maltinti/Getty Images

    DESTRO- L’attaccante del Siena è più che una conferma, con uno score stagionale di 12 reti senza rigori, rappresenta un investimento certo per il futuro a venire. La convocazione in nazionale maggiore ad opera di Prandelli è la ciliegina sulla torta di una stagione che l’ha consacrato al grande salto di qualità nella Serie A. Destro è in comproprietà tra il Siena e il Genoa, con i rossoblù pronti al riscatto immediato, per vendere il talento italiano in seguito all’Inter. Le trattative sono già ben avviate, con Branca che ieri ha incontrato il presidente genoano Enrico Preziosi, per buttare le basi dell’affare. I nerazzurri considerano Destro come il profilo ideale per il vice Milito, e avrebbero offerto al Genoa la metà di Kucka in loro possesso, (con l’altra metà già nelle mani del Genoa, per un valore totale di 7 milioni) aggiungendo inoltre il prestito del baby talento Samuele Longo, in mostra al Next Gen Series e che ha esordito proprio domenica contro la Lazio. A tutto questo andrebbe aggiunta una cifra cash. Preziosi valuta il suo pupillo non meno di 20 milioni di euro, i nerazzurri 15. La differenza da colmare con l’aggiunta di Kucka e Longo si aggirerebbe su 8-9 milioni di euro, cifra che potrebbe realmente chiudere la trattativa vista anche la volontà dell’attaccante di tornare a vestire i colori nerazzurri.

    PAZZINI- Ovviamente considerando come la forma stratosferica di Milito abbia chiuso le porta a Pazzini nel corso della stagione attuale, l’aggiunta di un’altra punta con le stesse caratteristiche si tradurrebbe in un quantomeno obbligatorio bisogno di cambiare area per l’attaccante toscano. Il Pazzo ha deluso, dopo aver fatto intravedere grandi numeri nella stagione di Leonardo, non riuscendo a confermarsi agli stessi livelli, venendo sempre come secondo nelle scelte dei tecnici nerazzurri rispetto a Milito. Il nuovo modulo tattico nella mente di Stramaccioni, dovrebbe prevedere due esterni d’attacco e una sola punta centrale. A questo punto è chiaro come Pazzini difficilmente digerirà un altro anno da non protagonista sulla panchina nerazzurra. Pare più logico che possa salutare l’ambiente interista, magari come pedina di scambio nell’affare Lavezzi, oppure salutando l’Italia con destinazione Psg, alla corte di Carletto Ancelotti, suo grande estimatore. Dopo la nazionale, sempre per colpa di Destro, Pazzini potrebbe perdere anche l’Inter.

  • Parma – Inter 3-1. I nerazzurri dicono addio alla Champions

    Parma – Inter 3-1. I nerazzurri dicono addio alla Champions

    Un Parma formato super spegne le speranze di qualificazione Champions dell’Inter centrando il quinto successo di fila. Il gol di Sneijder nel primo tempo aveva illuso i lombardi ma nella ripresa Marques, Giovinco e Biabiany capovolgono il risultato e mettono la parola fine ad una gara intensa e ricca di occasioni da rete da ambedue le parti. Il Parma comincia subito bene, ma l’Inter chiude ogni varco e in contropiede è micidiale come al 13’ quando Stankovic in area di rigore pesca Snejider il quale tutto solo non sbaglia insaccando alle spalle di Pavarini.

    Il gol però non cambia di moto la partita con i gialloblù che continuano a spingere, specie con l’ex di turno Biabiany e con Giovinco, ma non riescono mai a bucare la difesa nerazzurra che però sul finire di frazione perde Nagatomo per una ginocchiatao al volto, involontaria, subita da Jonathan. In campo Faraoni al suo posto. Nella ripresa il Parma è letteralmente scatenato. Merito, soprattutto, di un Giovinco già in formato Europeo. L’Inter comincia a traballare e dopo 8’ crolla: Lucio, pressato dalla formica atomica, perde palla e per Marques è un gioco da ragazzi siglare la rete del pareggio.

    Disperazione Milito © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/GettyImages

    Ma non è finita qui: l’impeto degli emiliani sfocia in gol appena un minuto dopo con Galloppa che pesca il solito Giovinco il quale sul filo del fuorigioco taglia in due la difesa ospite e nonostante si decentri al momento del controllo palla riesce comunque a siglare il 2 a 1. Stramaccioni cosi le tenta tutte: dentro due punte, Zarate e Pazzini, fuori Stankovic ed Alvarez. E capita proprio all’ex attaccante della Sampdoria la palla del possibile pareggio ma da posizione leggermente decentrata, al limite dell’area piccola, spara altissimo sopra la traversa.

    In proiezione offensiva la formazione nerazzurra le tenta tutte, ma Zarate, Sneijder e Lucio difettano di mira. Cosa che non fa Biabiany quando parte in contropiede, salta prima Julio Cesar e poi Samuel insaccando a porta vuota. Un’occasione per parte negli istanti finali: prima Valdes manca il poker poi Milito viene fermato sulla linea da Lucarelli. Al Tardini dunque si spengono i sogni di gloria interisti.

    Le pagelle di Parma Inter:
    Giovinco 8: Se nel primo tempo non convince molto, nella ripresa è una furia. Gol, assist e giocate di alta classe. Per la gioia di Donadoni. E di Prandelli.
    Biabiany 7: Non solo realizza il classico gol dell’ex, ma disputa anche un match generoso senza risparmiarsi.
    Marques 7: Bravo a sbloccare il punteggio, ma è sempre tra i più attivi della sua squadra.
    Sneijder 6,5: Uno dei pochi a salvarsi nel naufragio dei suoi. Il gol di inizio gara da speranza, ma durerà meno di un’ora.
    Samuel 4,5: Inguardabile nella ripresa. Si addormenta sul 2 a 1 di Giovinco, fa peggio sul 3 a 1 di Biabiany.
    Lucio 4,5: Dal suo errore comincia la rimonta del Parma. Ancora una volta dimostra troppa leggerezza.

    Il tabellino di Parma Inter:
    PARMA (3-5-2): Pavarini 6,5; Zaccardo 6, Paletta 6,5, Lucarelli 6,5; Jonathan 6,5, Valiani 6 (32′ st Santacroce sv), Valdes 7, Galloppa 6,5, Biabiany 7; Marques 7 (19′ st Okaka 5,5), Giovinco 8. In panchina: Gallinetta, Modesto, Musacci, Morrone, Palladino. Allenatore: Donadoni 7
    INTER (4-3-2-1): Julio Cesar 5,5; Maicon 5,5, Lucio 4,5, Samuel 4,5, Nagatomo 6 (1′ st Faraoni 5,5); Cambiasso 5, Stankovic 5,5 (14’st Zarate 5,5), Obi 5,5; Alvarez 5,5 (27′ st Pazzini 5), Sneijder 6,5; Milito 5,5. In panchina: Castellazzi, Ranocchia, Poli, Duncan. Allenatore: Stramaccioni 5,5

    Il video di Parma Inter:
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  • Juventus – Inter, Matri nel tridente. Gioca Forlan

    Juventus – Inter, Matri nel tridente. Gioca Forlan

    Continua la caccia della Juventus alla capolista Milan e per farlo questa volta deve battere i rivali di sempre dentro e fuori dal campo dell’Inter.
    A spiegare ai microfoni di Sky cosa significhi questa partita, soprattutto dopo Calciopoli, è stato Chiellini: “L’Inter rimane sempre la grande rivale. Forse si avverte meno pressione mediatica su questa sfida, ma posso assicurare che nel nostro spogliatoio resta una partita che ha un significato particolare“.

    La Juventus per continuare a sperare nel sogno scudetto deve fare bottino pieno contro la squadra nerazzurra approfittando del fatto che la gara si giocherà allo Juventus Stadium, ci sarà il tutto esaurito e un inferno attenderà i nemici storici.  L’Inter, che non è in un gran periodo di forma, ha  registrato una sola vittoria nelle ultime nove partite di campionato, ma sicuramente venderà cara la pelle e a confermarlo sono le parole di Pazzini: “Gli stimoli in partite come questa vengono da soli la Juve ha più da perdere e noi vogliamo fare bene anche per Moratti, che ci è sempre stato vicino. E’ una fortuna avere una persona come lui che ci spinge, ci sprona e ci dà fiducia“.

    Una Juventus che giocherà contro l’orgoglio di una squadra ferita, fischio d’inizio alle ore 20.45, arbitro Andrea De Marco di Chiavari. A Torino l’unico assente sicuro sarà lo squalificato Lichtsteiner sostituito sulla corsia di destra dall’ottimo Caceres, e Giaccherini, fermato da un attacco influenzale; Conte recupera Barzagli che sarà a disposizione del tecnico ma difficilmente sarà rischiato dal primo minuto. La difesa dovrebbe essere quindi completata da Chiellini-Bonucci come centrali e da De Ceglie laterale sinistro.
    A centrocampo giocheranno i “soliti” Vidal-Pirlo-Marchisio mentre in attacco rispetto alla gara di Coppa Italia contro il Milan giocherà Matri che sarà affiancato sulle corsie laterali da Vucinic e Pepe. Vedremo dunque una Juve che si posizionerà in campo con il 4-3-3.

    Juventus – Inter © Claudio Villa/Getty Images

    E’ importante per l’Inter almeno tanto quanto per la Juve portare a casa i 3 punti per un duplice motivo. Rimanere aggrappati alla speranza in chiave qualificazione Champions e riuscire a fregiarsi di aver infranto l’imbattibilità della Juve proprio allo Juventus Stadium. Queste le parole di Ranieri al riguardo:

    Rischia di più la Juve  perché perdendo vede allontanarsi sempre di più il Milan. Inoltre, hanno anche il timore che l’Inter sia la squadra che la riesce a battere in casa violando il loro stadio e facendogli perdere la prima partita. Noi lotteremo su ogni pallone. Affrontiamo la Juve ora e alla penultima giornata il Milan, penso che loro due lotteranno fino in fondo per lo scudetto per cui noi potremmo essere l’ago della bilancia. Non aver nulla da perdere aiutera? Me lo auguro, nelle ultime partite siamo stati più leggeri, siamo pronti ad affrontare questa Juve che sta facendo molto bene. Non partiamo favoriti e mi dispiace, ma è una grande gara e dobbiamo cercare di vincerla, come sempre. Anche se ripeto: sono stato dall’altra parte e so cosa vuol dire questa gara. E data la classifica, rischiano più loro“.

    In casa Nerazzurra è confermato il modulo del 4-4-2, il tecnico Ranieri recupera Chivu e Stankovic, con il serbo in ballottaggio con Cambiasso per chi dei due giocherà al fianco di Poli a centrocampo. Nagatomo prenderà posto in difesa al posto del Rumeno; l’altro ballottaggio sarà tra chi affiancherà Milito in attacco, il dubbio è tra Forlan e Pazzini con l’Uruguaiano in vantaggio sull’ex doriano, mentre Ranieri dovrà fare sicuramente a meno di Alvarez e Sneijder, che anche ieri si sono allenati a parte.

    PROBABILI FORMAZIONI JUVENTUS – INTER

    JUVENTUS (4-3-3): Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini, De Ceglie; Vidal, Pirlo, Marchisio; Pepe, Matri, Vucinic. A disposizione: Storari, Barzagli, Padoin, Giaccherini, Del Piero, Quagliarella, Borriello. All. Conte.

    INTER (4-4-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Nagatomo; Zanetti, Poli, Cambiasso, Obi; Milito, Forlan. A disposizione: Castellazzi, Ranocchia, Chivu, Faraoni, Stankovic, Zarate, Pazzini. All. Ranieri.

  • Inter – Marsiglia 2-1, Brandao gela San Siro

    Inter – Marsiglia 2-1, Brandao gela San Siro

    Doveva arrivare l’impresa, così non è stato per l’Inter eliminata in maniera crudele dalla Champions League dal Marsiglia di Didier Deschamps che riesce a beffare nuovamente Claudio Ranieri. A gelare i nerazzurri e i 70 mila accorsi a San Siro per spingere idealmente la squadra a ribaltare il risultato dell’andata, la rete nell’ultimo minuto di recupero di Brandao che pareggia quella illusoria di Milito che permette ai francesi di approdare ai quarti di finale. Solo per le statistiche, e per incrementare di qualche decimo il Ranking Uefa, il gol della vittoria a tempo abbondantemente scaduto di Pazzini su calcio di rigore.

    La delusione al triplice fischio finale è visibile sui volti dei giocatori nerazzurri che, a fronte di una prestazione non brillantissima, avevano comunque creduto in una possibile rimonta soprattutto dopo il gol dell’attaccante argentino che aveva riportato la situazione in perfetto equilibrio. Le lacrime liberatorie di commozione di Ranieri venerdì nella gara vinta con il Chievo lasciano spazio a quelle di dolore di stasera.

    Eppure l’Inter era partita a mille all’ora creando già nei primissimi minuti di gara due palle gol clamorose, la prima con Sneijder, schierato dal tecnico romano a ridosso delle due punte, che a colpo sicuro dal limite dell’area piccola trova il miracolo di Mandanda strepitoso anche sulla seconda occasionissima capitata a Milito che ribadisce verso la porta di petto su un cross teso proveniente dalla destra dell’olandese anzichè andarci di testa che avrebbe impresso più forza alla sfera.

    Brandao © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    L’avvio a razzo dell’Inter non deprime il Marsiglia che non accusa il colpo, anzi, si sveglia dal torpore iniziale prendendo le misure ai padroni di casa che fanno fatica a trovare sbocchi negli ultimi 16 metri, con Diarra e Mbia che prendono il controllo completo del centrocampo. I francesi sfondano sulla corsia di competenza di Nagatomo dove la catena di destra composta da Azpilicueta e Amalfitano mettono in difficoltà il terzino nipponico che va sistematicamente in affanno quando viene puntato dall’avversario. Valbuena si muove bene tra le linee sebbene non sia al 100% della condizione fisica e il rapido Remy non è un cliente facile per Lucio e Samuel. Nonostante il buon primo tempo, dopo la sbandata iniziale, il Marsiglia si fa vedere dalle parti di Julio Cesar soltanto per due volte, con un colpo di testa di Remy e con una bordata dalla distanza di Morel entrambe fuori dallo specchio della porta e controllate dall’estremo difensore nerazzurro.

    La ripresa comincia male per l’Inter che dopo pochi minuti perde per problemi muscolari Sneijder, Ranieri ne approfitta, quasi a non vederne l’ora, per passare al suo caro 4-4-2 inserendo Obi e Pazzini al posto dell’olandese e dell’evanescente Forlan. Il Marsiglia da l’impressione di controllare il match e di poter portare a casa tranquillamente la qualificazione perchè il countdown non fa altro che rendere l’Inter sempre più confusionaria presa dalla frenesia di trovare il gol del pareggio. Ma ad un quarto d’ora dal termine Milito torna a fare il Milito del Triplete siglando l’1-0 che fa esplodere di gioia San Siro facendosi trovare al posto giusto nel momento giusto dopo un batti e ribatti in area di rigore. I nerazzurri con la rete dell’attaccante argentino trovano nuova linfa e cominciano a crederci, il Marsiglia di Deschamps tira i remi in barca impaurito cercando di congelare il risultato ma proprio quando le due squadre di preparano al supplementare ecco al 92′, negli ultimi 60 secondi di match, l’errore difensivo di Lucio che consente al nuovo entrato Brandao di aggiustarsi la palla sul sinistro e di fulminare Julio Cesar per il gol che condanna l’Inter. Prima del fischio finale c’è tempo ancora per lo scatto d’orgoglio di Pazzini che entra in area e si procura un calcio di rigore, causando l’espulsione di Mandanda, che lui stesso trasforma rendendo più amara la vittoria.

    E ora? A Ranieri non restava che arrivare più lontano possibile in Champions, considerato che il campionato è ormai andato e il terzo posto resta comunque difficile da centrare, per ottenere una riconferma sulla panchina nerazzurra. Al tecnico romano, che ha comunque l’alibi di aver preso una squadra già in difficoltà, non resta che appellarsi ai santi per restare anche per la prossima stagione al timone di una nave che rischia di inabissarsi se non si dovessero riparare tempestivamente quelle falle apertesi negli ultimi anni e sulle quali non si è deciso di intervenire. La ricostruzione dell’Inter dovrà partire per forza di cose già da domani, a cominciare dai piani alti.

  • Inter – Catania 2-2, pagelle. Almiron top, Pazzini flop

    Inter – Catania 2-2, pagelle. Almiron top, Pazzini flop

    Un’Inter dalla due facce, dove nel primo tempo non trova la via del gol e seguendo la stessa trama delle ultimissime partite si fa trovare sguarnita e impreparata in difesa lasciando quasi per ‘educazione’ l’ingresso libero in area agli attaccanti avversari. One shot one kill è ormai impresso sulla porta difesa da Julio Cesar, poiché alla prima vera occasione utile subita, i nerazzurri puntuali come gli svizzeri passano in svantaggio. Nella ripresa la trasformazione con l’ingresso di Sneijder e la duplice sostituzione di un Palombo inguardabile e un Cambiasso ormai stremato, con l’energia e la freschezza di Poli e Obi ridanno vitalità alla manovra di gioco nerazzurra. Il Catania ha le colpe di essersi giocata l’occasione della vita in maniera superficiale, sprecando malamente le palle gol del 3-0, e calando in maniera eccessiva nella ripresa lasciando il pallino del gioco nelle mani dei nerazzurri. Carrizo ci ha messo del suo riaprendo la partita con una papera evitabile, mentre al resto ci hanno pensato Forlan e Milito. Morale della favola? Il pari nasce più dai demeriti del Catania che dalle pochissime buone cose fatte vedere dai nerazzurri, palesando ancora una volta una sorta di anarchia tattica in mezzo al campo che mostra come Ranieri solo fisicamente sia ancora il tecnico dell’Inter.

    PAGELLE INTER

    Nagatomo 4,5 Male, malissimo. Ha l’attenuante che gioca sulla fascia destra non di sua competenza, ma si fa saltare come un novellino sulla prima sterzata di Gomez, concedendogli il tiro con il suo piede migliore, regalando in questo modo il gol del vantaggio. Partita colma di errori e imprecisioni.

    Palombo 4 Ancora oggi rimane inspiegabile il suo acquisto dopo la cessione di Thiago Motta, quasi a voler colmare una casella vuota nella caselle delle entrate, scegliendo a casaccio. Sbaglia moltissimi palloni e non trova mai la posizione utile ad aiutare la retroguardia.

    Forlan 6,5 Torna a segnare dopo un’eternità, e si prende dopo le vagonate di fischi i suoi primi applausi dal pubblico di San Siro. Partita a due fasi, dove nel primo tempo si intestardisce fin troppo calciando da ogni posizione, e nella ripresa complice la fortuna e l’orrore di Carrizo trova la rete del 2-1. Non bastasse pennella l’assist per Milito.

    Milito 6 Non brilla, cercando di trovare lo spunto che gli manca dal match contro il Palermo, ma di palloni giocabili davanti non se ne vedono. Poi Forlan gli serve l’assist vincente e lui spacca la porta con un gol rabbioso.

    Pazzini 3 Involuzione totale dell’attaccante che solo poco tempo fa era in grado di risolvere le partite segnando quei gol da rapace d’area. Anche per lui davanti non si vedono palloni giocabili, ma in maniera quasi irritante continua a chiedere falli che non ci sono, e nel finale sbaglia un gol impossibile calciando centrale da due passi solo davanti a Carrizo.

    Sergio Almiron © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    PAGELLE CATANIA

    Carrizo 4,5 Paperaccia dell’argentino ex Lazio, che dopo essere rimasto inoperoso per tutto il match regala il gol che riapre la partita su una conclusione forte di Forlan tutt’altro che imparabile. Sul secondo gol non può nulla.

    Izco 6,5 Recupera dall’infortunio e torna da protagonista, segnando la rete del 2-0, ma soprattutto diventando una vera spina del fianco per tutti i giocatori nerazzurri.

    Almiron 7,5 Assoluto protagonista in positivo della sfida. Recupera un milione di palloni e serve con assist calibrati i compagni di squadra, dettando i tempi della manovra e delle ripartenze alla perfezione. Uno come lui servirebbe come il pane ai nerazzurri.

    Gomez 7 Papu Gomez non perdona. Ranieri si affida alla velocità di Nagatomo per evitare le sue accelerazioni, ma l’attaccante del Catania è inarrestabile e con una sterzata secca prima manda fuori tempo il terzino nipponico e poi mette la sua firma sul tabellino dei marcatori con un destro a giro imprendibile per Julio Cesar.

    HIGHLIGHTS INTER – CATANIA 2-2

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  • Napoli – Inter 1-0, le pagelle. Lavezzi trascinatore

    Napoli – Inter 1-0, le pagelle. Lavezzi trascinatore

    I numeri sono impietosi: settima sconfitta su otto match, 20 gol subiti, e dopo il 4 a 4 di Palermo nessun giocatore nerazzurro ha più trovato la via del gol. Ranieri colpevole o no ha sicuramente il demerito di non essere riuscito a dare quella scossa per far in qualche modo ripartire la squadra. Contro il Napoli i nerazzurri hanno di fatto tirato in porta in un’unica occasione, sprecando inoltre malamente con Pazzini, dimostrando come anche con l’uomo in più la partita e il gioco siano rimasti nelle mani di un Napoli assoluto padrone del campo. Mazzarri ha mandato in campo undici leoni, sfruttando la supremazia quasi imbarazzante di Lavezzi, Maggio e Zuniga sugli esterni, costringendo l’Inter a fare per novanta minuti un catenaccio degno della miglior squadra di provincia. Ranieri saluta?

    PAGELLE NAPOLI

    Aronica 5 Non c’è molto lavoro da fare dietro anche perché Milito gioca quasi sempre nella propria metà campo e non riceve un pallone buono, mentre il fantasma di Forlan si aggira senza creare problemi nella trequarti campo per un tempo. Poi commette un’ingenuità controllando male il pallone e lasciandosi sfuggire Nagatomo. Il fallo per fermarlo è da ultimo uomo, così si guadagna anzitempo gli spogliatoi.

    Maggio 6,5 Avrebbe asfaltato anche uno come Maicon in una serata in cui accende il motore e solca la sua fascia come un Eurostar Napoli Milano. Corsa inserimento e diagonali sono tutte scritte sul suo biglietto da visita. Sfiora anche il gol e non commette un solo errore in fase difensiva.

    Dzemaili 7,5 Devastante. Dribbling tanta corsa, tempi degli inserimenti perfetti e assist decisivi. È gran parte suo il merito del primo gol del Napoli, quando mette a sedere Lucio e scarica un pallone perfetto per Lavezzi. Ci prova da fuori area impegnando Julio Cesar in un paio di belle parate, ed è sfortunato su un colpo di testa che sfiora il palo. Scelta azzeccatissima di Mazzarri.

    Ezequiel Lavezzi © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Lavezzi 7,5 Una spina nel fianco per Faraoni e per tutta la retroguardia nerazzurra che praticamente è costretta costantemente al raddoppio per fermarlo. Forse sarà che nelle grande sfide lui si esalta in particolar modo, ma un Lavezzi così non si era mai visto. Difficilmente si sentirà ancora dire che il Pocho sottoporta non è così devastante: il diagonale con il quale batte Julio Cesar è un altro segnale per i tifosi del Napoli: è lui il nuovo idolo dei partenopei!

    Cavani 7 El matador stasera non segna, ma contribuisce al successo della squadra in maniera determinante. Corre come un forsennato, e si sacrifica quasi sempre ripiegando in fase difensiva e recuperando palloni fondamentali per le ripartenze.

    PAGELLE INTER

    Julio Cesar 6  A differenza delle altre partite, ci mette i pugni e i guantoni per far rimanere a galla i suoi, ma sul tiro di Lavezzi può solo rimanere a guardare, rivedendo lo stesso film delle ultime sfide.

    Lucio 5,5 Sventa nel primo tempo con un intervento tanto disperato quanto fondamentale, un contropiede del Napoli, prima su Lavezzi poi su Cavani. Sembra essere in partita, quando commette l’ingenuità decisiva di farsi saltare da Dzemaili con la difesa a tre, e la frittata è fatta.

    Sneijder 5 Niente da dire sull’impegno e sulla corsa, ma da uno come lui ci si aspettano le giocate che possano sbloccare una partita e invece è solo buio pesto. Fatica a trovare la posizione ideale e gli spazi e l’unica cosa degna di nota è una buona punizione alla fine del primo tempo. Fuori nella ripresa.

    Forlan 4 Chi?

    Pazzini 5 Non tocca molti palloni, ma quando avrebbe l’occasione buona per pareggiare, di fatto si divora la rete di testa da due passi, senza inquadrare lo specchio della porta. È l’immagine che meglio di tutte racchiude lo stato di questa Inter.

    HIGHLIGHTS NAPOLI INTER 1-0

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  • Napoli – Inter 1-0, Ranieri al capolinea

    Napoli – Inter 1-0, Ranieri al capolinea

    L’Inter non c’è più e ospiti in casa di un grande Napoli, i nerazzurri collezionano la settima sconfitta su otto partite giocate, salutando probabilmente senza troppi dubbi il treno per il terzo posto in classifica. Le dirette concorrenti, Lazio e Udinese vincono con le rispettive avversarie allungando nuovamente in classifica e chiudendo i giochi per la prossima Champions.

    Non c’è nulla da salvare in una serata come questa, dove non basta Milito, Sneijder trequartista o la difesa a 3, non basta nemmeno il rosso di Aronica che lascia i suoi in dieci negli ultimi minuti, con un’Inter davvero rinunciataria e davvero senza idee di gioco. C’è stata un’enorme e palese differenza tra Napoli e Inter nella sfida di stasera: l’undici di Mazzarri correva, mentre gli uomini di Ranieri camminavano ciondolando in mezzo al campo senza saper cosa fare quando erano in possesso di palla. Il tecnico nerazzurro ha cercato come si è visto nelle ultime partite, di non subire il gioco degli avversari, senza provare minimamente a imporre il proprio. Se la mission dei cugini rossoneri è vincere divertendo, quella dell’Inter in queste ultime partite è “sopravvivere” difendosi. Forse è ora di cambiare, e anche Ranieri a malincuore sa che il primo cambiamento potrebbe partire proprio dalla panchina.

    PRIMO TEMPO – La prima azione degna di nota è dei padroni di casa nei primissimi minuti, con Inler che da fuori area è libero di calciare e impegnare in una parata senza troppe difficoltà Julio Cesar. Cresce il Napoli con le pericolosissime accelerazioni di Lavezzi che mettono in serio pericolo la retroguardia nerazzurra. Soffre moltissimo Faraoni proprio sul Pocho, che spesso gli sfugge lasciando l’argentino libero di arrivare con estrema facilità sul fondo per servire cross pericolosissimi per i compagni. Stravince il duello sulle fasce l’undici di Mazzarri, con Maggio e Lavezzi scatenati su entrambi i lati, costringendo l’Inter a schiacciarsi e abbassare il baricentro nella propria metà campo. Nerazzurri che non riescono mai a ripartire, completamente passivi e sotto assedio, mentre il  Napoli è assoluto padrone del campo. Al 24 è Dzemaili a sfiorare il gol con un diagonale alto, forte e preciso sul quale c’è un’ottima parata in tuffo di Julio Cesar.

    Ancora Napoli, con Cavani alla mezz’ora, sugli sviluppi di un calco di punizione battuto da Lavezzi, il Matador incrocia di testa sfiorando l’incrocio dei pali, con il portiere nerazzurro battuto. Completamente fuori dal match sia Sneijder, che Forlan, con l’olandese che non riesce a trovare la posizione giusta in mediana, svariando dal centro alle fasce senza brillare, mentre l’attaccante sembra davvero un oggetto misterioso. Bella conclusione di Sneijder nel finale su  calcio di punizione dal limite dell’area con la palla che sfiora l’incrocio dei pali e le squadre vanno a riposo sul pari.

    Zuniga e Sneijder © Giuseppe Bellini/Getty Images

    SECONDO TEMPO – Rivoluzione tattica totale per Ranieri all’inizio della ripresa che toglie Sneijder e Forlan, inserendo Cordoba e Pazzini, schierando una difesa a tre e avanzando Nagatomo e Faraoni sull’esterno di centrocampo. È un 3-5-2 puro come nel credo di Gasperini, con Pazzini e Milito davanti. È ancora il Napoli ad essere pericoloso però, con Maggio a schiacciare di testa, su cross di Zuniga, mandando il pallone di poco a lato. Doppio Intervento monumentale di Lucio al 8’ su Lavezzi in scivolata, e poi nuovamente in tackle sul pallone su Cavani a sventare un contropiede napoletano letale. La difesa a tre non regge benissimo e il Napoli come era prevedibile passa in vantaggio  al 14’: Dzemaili salta Lucio e serve in area Lavezzi, che defilato fa partire un diagonale letale anche per Julio Cesar, facendo impazzire il San Paolo. Continua a soffrire e a rischiare moltissimo l’Inter, che alzando il baricentro scopre inevitabilmente i fianchi al Napoli.

    Solo Napoli, con Dzemaili  letteralmente scatenato, si libera della marcatura e impegna in una parata in tuffo il portiere nerazzurro, guadagnando l’ennesimo corner. Ultimo cambio per Ranieri che toglie Stankovic e getta nella mischia il più giovane Poli. Al 26’ è ancora Dzemaili a sfiorare il gol su un gran colpo di testa che sfiora di pochissimo il palo. Napoli in dieci nel finale di gara: al 33’ errore di Aronica che  controlla male il pallone e poi stende Nagatomo lanciato in porta, con Bergonzi che non ha dubbi e estrae il cartellino rosso. Mazzarri corre ai ripari inserendo Britos per Lavezzi. Nonostante l’uomo in più è nulla la reazione dell’Inter, e ancora una volta quando c’è l’occasione di far male l’attacco nerazzurro è sterile: al 43’ palla gol incredibilmente sbagliata da Pazzini, che di testa libero di colpire, manca la porta da due passi. Tre minuti di recupero e il San Paolo festeggia l’ennesima vittoria del Napoli e la quarta sconfitta consecutiva dell’Inter in campionato.

  • Crisi Inter, Moratti insoddisfatto e senza un progetto

    Crisi Inter, Moratti insoddisfatto e senza un progetto

    Diversamente dal comandante Schettino che abbandonò la sua nave mentre naufragava sulle coste dell’Isola del Giglio, il presidente nerazzurro Massimo Moratti, che di fatto ha visto affondare la sua Inter contro il Novara e nelle ultime partite, rimane al timone confermando al tempo stesso la fiducia a Ranieri.

    La crisi c’è, ed è evidente, con i numeri riguardanti il mercato in entrata e in uscita impietosi: considerando come dal glorioso 2010 ad oggi i nerazzurri abbiano incassato 90 milioni di euro dalle cessioni e ne abbiano investiti 70 portando a casa giocatori che poco o nulla si sono inseriti nell’ossatura di gioco della squadra attuale. Ranocchia, Pazzini e Nagatomo sono gli unici a rimanere nell’olimpo dei più utilizzati, dovendo scartare la lunga lista di promesse non mantenute, tra cui Jonathan, Biabiany, Coutinho, Alvarez, Zarate, Forlan, Castaignos, etc. Il ricambio generazionale non c’è stato, e l’Inter ha continuato a cullare l’ipotesi di poter tornare sul tetto del mondo con gli stessi eroi di Madrid del 2010, a due anni di distanza, non considerando come due anni nel calcio rappresentino un’eternità. Ha prevalso la logica del presidente tifoso, e non quella dell’imprenditore che riesce a fare una pura e tecnica analisi dei pro e i contro. I risultati tirando le somme sono evidenti e per uscire da questa spirale, c’è davvero bisogno di un progetto nuovo.

    massimo moratti |© Valerio Pennicino/Getty Images

    Moratti intervistato dai giornalisti ha spiegato il momento che sta vivendo in prima persona come presidente del club nerazzurro: “È chiaro che in questo momento molto soddisfatto non posso essere, però questa è una squadra che ha vinto tanto e se ha vinto tanto, tutto diciamo, significa che i giocatori erano messi insieme bene, ma soprattutto eccezionali singolarmente e molto bravi. Ai questi giocatori ci siamo abituati, ci siamo abituati anche al lato stilistico di ognuno di loro, perciò cambiarli non è facile, perché devi trovare giocatori allo stesso livello e vorresti quasi rivedere lo stesso giocatore da giovane. Quindi è abbastanza difficile trovare un modello al quale poco a poco riesci a cambiare nei pezzi, in modo di riavere subito quello che avevi prima. Quindi puoi e devi farlo con calma e, nella calma, ci sta anche ci siano dei periodi nei quali le cose non vadano bene. Questo è il periodo attuale, come lo è stato a inizio anno”.

    COMPLICE LA SFORTUNA – Il numero uno nerazzurro conferma la fiducia all’attuale tecnico interista, spiegando come nelle ultime sfide la squadra sia stata spesso anche sfortunata:”Claudio Ranieri è una persona molto per bene, che si è trovato un po’ in difficoltà all’inizio e poi avuto modo di esprimersi meglio, caricare la squadra e avere buoni risultati. Poi adesso è arrivata anche un po’ di sfortuna, partita di Roma a parte, che non è stata per niente sfortuna, ma che è stata estremamente brutta e basta. Quella contro il Novara è stata abbastanza sfortunata, come anche quella contro il Palermo, se vogliamo. Quindi certamente Ranieri non è stato neppure aiutato da questo e noi non siamo stati conseguentemente aiutati. Però, questo non cambia quello che può essere il programma”.

    PROGETTO – Moratti continua il discorso, ma sembra quasi infastidito dalla parola ‘progetto’: “Continuiamo a parlare sempre di progetto, che è una cosa che mi fa venire in mente sempre qualcuno che ti dice qualche cosa che succederà chissà quando… Ma che progetto? Il calcio lo viviamo ogni settimana con tutta la passione, la paura, il dolore e la felicità. Quindi parlare di progetto dà sempre un po’ fastidio. Io credo che ogni giorno siamo qui a cercare di fare in modo che arrivi la fine con qualche soddisfazione in più di quelle minime che ci sta dando adesso. E soprattutto stiamo lavorando molto per cercare di capire come costruire la squadra che invece possa riportarci ad avere più fiducia ancora di quella che pensavamo di avere all’inizio dell’anno. Mi sembrava non male questa squadra, poi invece purtroppo così non è… Ma più ho fiducia ancora negli anni prossimi, portando ragazzi giovani”.

    Senza i tre punti di Bologna ai tifosi non basteranno più le promesse di un futuro migliore, questo è certo.