Tag: giampaolo pazzini

  • Inter Fiorentina 3-1. Secondo posto nerazzurro

    Inter Fiorentina 3-1. Secondo posto nerazzurro

    L’Inter di Leonardo ottiene l’undicesima vittoria su undici a San Siro, e consolida in maniera più forte il secondo posto in campionato approfittando dello scivolone del Napoli. Bella la prova dell’undici nerazzurro con un Pazzini sempre più ispirato, Eto’o uomo assist, Julio Cesar in forma strepitosa e il primo gol in Serie A di Coutinho.

    Scarsa l’intesa invece tra gli attaccanti viola che hanno sprecato diverse occasioni e avranno fatto infuriare non poco Sinisa Mihajilovic. Rimane tra le file nerazzurre un pizzico di amarezza, dopo queste ultime vittorie, nella consapevolezza di aver visto sfuggire via la possibilità di aver una voce in capitolo in questo campionato proprio nel derby scudetto perso contro i cugini rossoneri.

    Nel dettaglio l’andamento della sfida tra Inter e Fiorentina:

    Sorpresa nella formazione iniziale per l’Inter dove Leonardo sceglie Materazzi per tornare titolare al centro della difesa con Ranocchia, e lancia il baby Coutinho a centrocampo con Kharja, Cambiasso e Zanetti. Nessuna novità per Mihajilovic  con il tridente Cerci, Gilardino e Vargas confermato.

    PRIMO TEMPO– Primi minuti con una Fiorentina molto ordinata che cerca di far girare palla e rendersi pericolosa in zona offensiva, mentre i nerazzurri aspettano il momento giusto per colpire la difesa viola.

    Gol sfiorato al 10’ con Cerci che dalla fascia serve un assist perfetto per Gilardino. Il bomeber viola da rapace d’area colpisce la palla al volo e la stampa sulla traversa, facendo tirare un sospiro di sollievo a Julio Cesar.

    Risposta nerazzurra al 12’ su spunto di Coutinho che serve la palla in area al Pazzo. Stop di Pazzini spalle alla porta, controllo e tiro violentissimo che impatta sulla traversa. Un legno per parte e partita bellissima.

    Al 25’ è l’Inter a portarsi in vantaggio con Eto’o che manda in tilt mezza difesa viola per servire un pallone difficilissimo a Pazzini, che marcato stretto aggancia la palla e spalle alla porta fa partire una rasoiata micidiale per Boruc. Inter 1 Fiorentina 0. Non passano nemmeno tre minuti e i nerazzurri tornano a esultare quando,al 28’ sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Eto’o Cambiasso si fa trovare pronto e in area stacca anticipando tutti e mettendo la palla alle spalle di Boruc, raddoppiando il vantaggio sulla Fiorentina. Viola frastornati da questo uno due dell’Inter, e soprattutto non in grado di rendersi più pericolosa dopo la bell’azione di Cerci segnalata in precedenza.

    Brividi per la Fiorentina nel finale di primo tempo quando su una lunga azione insistita nerazzurra Maicon ha la possibilità di calciare a botta sicura, e non trova il gol solo grazie a una fenomenale parata di Boruc, che tiene il risultato sul 2 a 0. Fischio di Banti e squadre a riposo.

    SECONDO TEMPO- Nessuna modifica negli schieramenti per entrambe le squadre al ritorno in campo. Occasione clamorosa all’8’ per la Fiorentina con Gilardino  servito da Beherami, che riesce ad aggirare Ranocchia e a tu per tu con Julio Cesar sbaglia un gol impossibile calciando a lato.

    Mihahjilovic  non  si arrende e prova  a dare atteggiamento più offensivo alla sua squadra, sostituendo al 11’ D’agostino con Mutu, tenendo Mutu Cerci e Vargas alle spalle di Gilardino.

    Troppo molle la difesa nerazzurra al 27’ su spunto di Beherami che di testa serve l’assist per il compagno Mutu. Il romeno prova un gol di rara bellezza, cercando di scavalcare con una traiettoria a pallonetto Julio Cesar con la palla che va di poco sulla traversa. È solo il preludio al gol della Fiorentina che arriva al 29’  con Gilardino, che anticipa Ranocchia, stoppa il pallone in corsa con la coscia destra e calcia di sinistro al volo battendo Julio Cesar realizzando un gol bellissimo. Inter 2 Fiorentina 1. Partita riaperta.

    Almeno così sembrerebbe. Perché sulla punizione guadagnata dall’Inter al 31’ dal limite dell’area, Coutinho si prende la responsabilità di calciare e riesce con uno splendida conclusione a segnare il suo primo gol in Serie A, portando l’Inter sul punteggio di 3 a 1. Ancora un’occasione per i viola al 35’ con Mutu in area defilato che impegna Julio Cesar in una parata non facile. Nel finale leggerezza di Lucio che si dimentica il pallone e lo regala a Mutu, che in corsa serve un pallone perfetto a Gilardino, chiuso da un’uscita perfetta di Julio Cesar. 5 minuti di recupero e fischio finale di Banti e Nerazzurri sempre più lanciati verso la conquista del secondo posto a discapito dei partenopei guidati da Mazzarri.

  • Totti è ancora Re, De Rossi è il vero flop

    Totti è ancora Re, De Rossi è il vero flop

    In attesa del Monday Night Lazio – Juventus, analizziamo i buoni e i cattivi della 35esima giornata di Serie A per la nostra rubrica settimanale “Liscio e Sbalascio“:

    La palma del migliore di giornata se l’aggiudica il “Re di Roma” Francesco Totti, il quale con la sua doppietta permette alla Roma di avere la meglio su un ottimo Bari e di superare così nella classifica dei migliori bomber della massima serie il mitico Roberto Baggio. Fanno cosi 206 gol con la maglia giallorossa in Serie A, e se non avesse sbagliato il secondo rigore assegnato ai capitolini sarebbe uno in più, e il prossimo obiettivo è di raggiungere e superare Josè Altafini, oltre che portare la sua Roma In Champions. La cura Montella lo ha ringiovanito, e la scritta in inglese sulla maglietta certifica che il capitano è più vivo che mai.

    Secondo posto dei Lisci va a Giampaolo Pazzini, l’attaccante nerazzurro resosi protagonista nell’extra-time della partita di Cesena. Quando ormai il match andava in archivio, con tanto di scudetto virtualmente ai cugini rossoneri e con la squadra cesenate a un passo dalla salvezza, ecco che il guastafeste di turno ci mette lo zampino per ben due volte nel giro di 3 minuti, rimandando un paio di verdetti alla settimana prossima. Un acquisto quello del “Pazzo” su cui l’Inter getterà le basi per una prossima scalata a cui era abituata da un pò di anni ma che ora, al 99,9% (Allegri docet), sarà del Milan.

    Ultimo posto dei migliori se l’aggiudica Alessio Cerci, il trascinatore vero di questa Fiorentina di fine stagione: 4 gol in 2 partite, giocate spettacolari e assist per i compagni, se avesse giocato con continuità forse la Fiorentina sarebbe in bagarre per il quarto posto. Intanto il trequartista cerca di farsi notare anche in ottica Nazionale, e il talento è veramente apprezzabile.

    Lo Sbalascio di giornata è senza dubbio Daniele De Rossi, che ha disputato fin qui l’annata peggiore della sua carriera. Capitan Futuro, come lo chiamano a Roma, è sempre spaesato e molle, e quando viene saltato fa spesso falli sciocchi, che gli costano molte volte l’espulsione. Inoltre sembra aver ripreso il vizio di dare gomitate agli avversari, che dopo quel famoso Italia – Usa di Germania 2006 sembrava aver accantonato, e invece…(e non è la prima volta di questa stagione, vedi Shakhtar Donetsk – Roma). E cosa farà quando avrà addosso la fascia di Capitano? Certi gesti non passano certo inosservati!

    Al secondo posto collochiamo Salvatore Sirigu, portiere del Palermo e della Nazionale che, nonostante abbia disputato un campionato veramente ottimo (è infatti l’erede di Buffon), commette un errore grossolano nella partita persa a Parma 3-1: un portiere del suo calibro non dovrebbe rinviare cosi in modo sciocco il pallone contro l’avversario, Dzemaili, che così ringrazia doppiamente per il vantaggio dei suoi e per la sua prima rete in Serie A. Conosciamo comunque le capacità del ragazzo e non lo crocifiggiamo per un errore banale che a fine campionato ci può anche stare.

    Altro peggiore di giornata è il tecnico del Cesena Massimo Ficcadenti, poichè la responsabilità della sconfitta agli sgoccioli contro l’Inter quando si è avanti 1-0 è prossocchè tutta sua: in primis, perchè ormai sicuro di aver vinto la partita (e conseguentemente di aver acciuffato la salvezza) toglie Giaccherini, il migliore dei suoi, e inserisce un altro difensore ai 4 già presenti, concedendo così tutto il campo ai nerazzurri; secondo, perchè per una sciocchezza può seriamente compromettere la stagione dei bianconeri, che dovranno ora sudare molto per staccare le rivali nelle zone basse della classifica, e l’1-2 rifilato da Pazzini potrebbe essere pesante come un macigno a fine campionato…

  • Highlights Cesena – Inter 1-2. Super Pazzini

    Grazie ad uno straordinario Pazzini l’Inter riesce a ribaltare il risultato nei 5 minuti di recupero del secondo tempo: l’attaccante ex Sampdoria infatti con due perle da vero centravanti al 91′ e 95′ punisce un Cesena che aveva assaporato la vittoria e i 3 punti fino al novantesimo, con il gol di Budan, che avrebbero decisamente tirato fuori il club romagnolo dalla zona calda della classifica. Con questo successo l’Inter rimanda la festa scudetto del Milan che, in caso di passo falso nerazzurro a Cesena, oggi pomeriggio a San Siro con il Bologna avrebbe potuto festeggiare il suo 18esimo scudetto.

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  • Le pagelle di Cesena – Inter 1-2: Pazzini in panchina? Roba da Pazzi

    Le pagelle di Cesena – Inter 1-2: Pazzini in panchina? Roba da Pazzi

    Pagelle Inter

    Maicon 6,5 partita a due facce come l’Inter, dove praticamente non riesce mai ad essere incisivo nel primo tempo e invece ritrova la falcata e il dribbling nella ripresa. Prova a servire le punte con qualche cross ma Pazzini due volte schiaccia di testa e la mette di poco a lato. Poi nell’ultimo minuto di recupero prende il pallone dalla trequarti e pennella un cross perfetto per la testa del Pazzo, che punisce Antonioli e porta i 3 punti a casa per i nerazzurri. Mezzo voto in più per l’assist!

    Ranocchia 5 Pessima la sua prestazione. E si capisce fin da subito quando nei primi minuti si lascia sgusciare via alle spalle Giaccherini lanciato a rete da solo contro Castellazzi. Non bastasse sbaglia molti appoggi facili e soffre la presenza di un gigante come Budan. Tant’è che sul cross di Ceccarelli si ‘scansa’ quasi ciccando la palla di testa (colpevole anche Lucio) lasciando proprio Budan da solo in area libero di segnare. Brutto finale di stagione per lui

    Eto’o 6 Oggi non è in giornata e si nota quando si intestardisce nei dribbling, cercando spazi e spunti che non gli riescono mai. Qualche volta  è anche troppo egoista, quando prova la conclusione a rete senza cercare i compagni meglio posizionati. Si fa perdonare nel finale quando trova la zampata vincente servendo l’assist perfetto per Pazzini in area. È anche suo il merito della rimonta.

    Pazzini 8 Se qualche maligno avesse pensato dopo il lungo digiuno dal gol del Pazzo, che forse non fosse stato proprio l’acquisto del secolo in casa nerazzurra, oggi si sarà ricreduto. Pazzini è un giocatore fantastico e straordinario, ma c’è da capire che il suo habitat naturale è l’area di rigore, e chiedergli di giocare lontano da essa è un crimine puro. Entra nella ripresa e con una doppietta stende il Cesena e ribalta la partita da solo! Un appunto a Leonardo: Come si fa a tenere in panchina un giocatore così decisivo?

    Pandev 4,5 Inguardabile. Dovrebbe essere lui l’uomo ch sostituisce Sneijder e che dovrebbe essere il tramite tra centrocampo e attacco. Non gli riesce praticamente niente, e la cosa più assurda è che chiunque abbia visto la partita non si è accorto se abbia giocato o no. Quando esce per infortunio viene da chiedersi:’ ah ma c’era anche lui in campo?’. Altro appunto a Moratti stavolta: ‘ è proprio necessario tenerlo?’

    Pagelle Cesena

    Budan 6,5 Lotta e sgomita per tutto il primo tempo con Ranocchia, facendolo impazzire e mettendolo in seria difficoltà. Praticamente gli arriva una palla buona nella ripresa e lui la trasforma in rete. Come re Mida tutto quello che tocca diventa oro. Purtroppo per lui quel gol non servirà a nulla ai fini della partita.

    Giaccherini 6 La potenza è nulla senza controllo recitava il testimonial si una nota marca di pneumatici. Bhè vallo a dire a Giaccherini quando non riesce a controllare il pallone in corsa lanciato a rete solo contro Castellazzi. Sfortunato in quell’occasione non demorde e azzanna la fascia come un demonio. Velocissimo e sempre pericoloso per gran parte della partita. Affonda nel finale insieme ai suoi per aver sprecato troppe energie.

    Ceccarelli 6,5 Oggi il suo compito è quello di sostituire Santon, tenuto in panchina proprio contro la sua ex squadra. Scelta azzeccata da Ficcadenti, con Ceccarelli che tira fuori una buona prestazione sotto tutti i punti di vista. Il terzino del Cesena si fa notare soprattutto per gli inserimenti offensivi, e entra di diritto nel gol del Cesena, poiché l’assist per Budan parte dai suoi piedi.

    Jimenez 5,5 Gioca una quantità di palloni indescrivibile, è lui il centro nevralgico dell’azione dei bianconeri, ma oggi non risulta essere così decisivo come altre volte. Sente la partita più di tutto, in particolar modo per il trattamento che gli ha riservato la dirigenza interista. Vuole vendetta ma non la trova, e alla fine la partita gli lascia anche l’amaro in bocca.

  • PazzInter a Cesena. Doppietta di Pazzini e festa rossonera rimandata

    PazzInter a Cesena. Doppietta di Pazzini e festa rossonera rimandata

    Pazza Inter è  davvero l’aggettivo che meglio si addice alla squadra di Leonardo, e solo un ‘Pazzo’ avrebbe potuto risolvere una partita come quella di oggi. Praticamente sconfitta contro un Cesena tutto cuore e corsa fino al 91’ la squadra nerazzurra caricata dalla voglia di rivincita e di tornare al gol di Pazzini riesce a ribaltare un risultato in meno di 4 minuti e portare a casa 3 punti fondamentali per restare ancorati al secondo posto in classifica. Per i più maliziosi c’è anche il fattore festa rovinata in casa rossonera, poiché anche se domani il Milan vincesse non basterebbero i 3 punti per l’assegnazione matematica dello scudetto.

    Vediamo nel dettaglio lo svolgimento della partita.

    Novità nella formazione prevista inizialmente per Leonardo che schiera il macedone Goran Pandev al posto di Kharja nel ruolo di trequartista, e Milito in avanti lasciando Pazzini in panchina. Anche Ficcadenti cambia la punta centrale preferendo Budan a Malonga.

    PRIMO TEMPO- Comincia con coraggio, entusiasmo e aggressività  il Cesena, sfruttando un costante movimento dei centrocampisti e arrivando con molta facilità a ridosso della linea difensiva nerazzurra. Brivido per i padroni di casa al 6’ quando Parolo serve in verticale un pallone perfetto a Giaccherini  che involato a rete controlla male e si fa anticipare per un soffio in uscita da Castellazzi.  La partita vede un Cesena che gioca con molta velocità e molti inserimenti dei centrocampisti, mentre l’Inter adotta una manovra troppo lenta e prevedibile, soffrendo  fin troppo l’aggressività in fase di pressing dei bianconeri.

    Il primo squillo interista arriva all’11 su una conclusione da fuori area di Thiago Motta di poco a lato.

    Poche idee per i nerazzurri che fanno girare moltissimo la palla  senza trovare mai lo spazio utile per gli inserimenti delle punte, continuando a soffrire moltissimo il pressing altissimo degli uomini di Ficcadenti, che agendo in questo modo limitano il gioco interista. Si arriva alla mezz’ora di una partita che non ha regalato grandi emozioni con l’Inter che sembra aver preso le misure al Cesena, ma non riesce a velocizzare la manovra per cercare l’affondo decisivo. Fischio di Valeri con un minuto di recupero e le squadre vanno a riposo con il punteggio di 0 a 0 di un primo tempo noioso.

    SECONDO TEMPO– Squadre che rientrano in campo sotto la pioggia con gli stessi uomini del primo tempo. Torna a spingere il Cesena e al 2’ è Jimenez a provare un tiro da posizione defilatissima dopo una finta di cross, trovando Castellazzi pronto a chiudere sul primo palo. Leonardo con il passare dei minuti inizia a pensare di far entrare Pazzini per risolvere i problemi offensivi della sua squadra. È ancora il Cesena a rendersi pericolosa in un azione di ripartenza sfruttando la velocità di Giaccherini, che in area trova il colpo di testa di Budan ma la palla va alta sopra la traversa.

    Non passa molto tempo e all’11 il Cesena lancia l’affondo decisivo per portarsi in vantaggio. Il gol arriva quando Ceccarelli sulla fascia serve un cross che manda a vuoto Lucio e Ranocchia, trovando in area Budan, che deve solo appoggiare in rete e battere Castellazzi. Pessimo l’errore dei due centrali che praticamente stendono un tappeto rosso all’attaccante bianconero. Risultato: Cesena 1 Inter 0, con lo scudetto che inizia a tingersi di rossonero.

    Al 34’ Ceccarelli in maniera goffa sugli sviluppi di un calcio d’angolo mette di testa il pallone nella propria rete, ma l’arbitro annulla perché aveva già fermato il gioco spiegando come la palla su corner era già uscita.

    Pazzini è l’unico dei nerazzurri che  nel finale si rende pericoloso, soprattutto con un paio di colpi di testa, ma senza trovare lo specchio della porta. Al 46’ arriva la beffa per il Cesena, ed è proprio il Pazzo a riportare i suoi sul pareggio. Splendido il cross di Eto’o e Pazzini in spaccata al volo tocca la palla realizzando un gol da attaccante puro. A un minuto dal fischio finale succede l’impossibile con Maicon che crossa e trova in area nuovamente Pazzini, con l’ex doriano che stacca altissimo e di testa mette il pallone in rete ribaltando la partita. Fischio finale con un’altra rimonta interista e festa scudetto per il Milan da rimandare.

  • Genoa, un sogno chiamato Diego Milito. Il “Principe” pensa al ritorno

    Genoa, un sogno chiamato Diego Milito. Il “Principe” pensa al ritorno

    Il calciomercato è ormai da un po’ di tempo una scienza difficile da spiegare e tutti i sogni che propone possono essere realizzati a patto che ci siano, naturalmente, le giuste condizioni.

    Le condizioni per un ritorno di Diego Milito alla corte del presidente Preziosi ci sono ovviamente tutte, il Principe ha lasciato Genova, sponda rossoblù, con un ricordo indelebile tra i tifosi genoani e lui non ha mai nascosto di voler concludere la sua carriera sotto la lanterna. L’ argentino ha capito da tempo che l’ Inter si sta guardando intorno alla ricerca di un attaccante e con Eto’ o e Pazzini pedine inamovibili, il sacrificato sarà ovviamente lui.

    Sicuramente la sua annata storta non spaventa i tifosi genoani, pronti a ritornare a gridare ad alta voce il nome del Principe ed anche Preziosi ci sta seriamente pensando. Infatti il presidente – re dei giocattoli – ha le pedine giuste per smuovere le acque nerazzurre, una di queste è ovviamente Mimmo Criscito, ma anche Rodrigo Palacio rappresenterebbe un elemento interessante nel modulo tutto fantasia di Leonardo, senza considerare l’ esplosione del giovane Kucka a centrocampo.

  • Decidono Giovinco e Amauri. Parma – Inter 2-0, bye bye scudetto

    Decidono Giovinco e Amauri. Parma – Inter 2-0, bye bye scudetto

    L’ Inter abbandona la lotta scudetto uscendo sconfitta meritatamente al Tardini contro un grande Parma per 2-0 grazie ai gol di due ex juventini, Sebastian Giovinco nel primo tempo ed Amauri nella ripresa.

    Leonardo si presenta al Tardini con quattro volti nuovi rispetto alla sconfitta in Champions, novità Kharja dietro le punte Eto’o e Pazzini e con Nagatomo a destra al posto di Maicon non convocato per scelta tecnica. Il Parma deve vincere e Colomba si presenta con la coppia Amauri – Giovinco in attacco e con un centrocampo molto folto.

    Le tante novità sembrano non fare bene alla squadra di Leonardo con il Parma che inizia il match a ritmo elevato non lasciando spazio di manovra ai centrocampisti nerazzurri. Tuttavia è l’ Inter che crea la prima occasione al 23’ con la punizione di Stankovic che centra la traversa a Mirante battuto. Il Parma gioca meglio ma è ancora Stankovic che da fuori area impegna nuovamente Mirante che si produce in una spettacolare presa plastica. La corsia di sinistra dell’ Inter è inesistente e Chivu non riesce a spingere con la dovuta forza, così la manovra dell’ Inter confluisce tutta a centrocampo dove gli spazi risultano essere intasati. Al 36’ la migliore organizzazione della squadra di Colomba viene premiata con Nagatomo che si dimentica alle sue spalle di Modesto, l’ ex Genoa mette un assist al bacio al centro dove sbuca Sebastian Giovinco che insacca alle spalle di Julio Cesar. Pessimo primo tempo per la squadra nerazzurra con Pazzini dimenticato in attacco e Kharja completamente anonimo nel ruolo di trequartista.

    Il secondo tempo si apre con il primo cambio di Leonardo, Sneijder entra al posto di Chivu con Leonardo che risistema la squadra mettendo Zanetti a destra e Nagatomo a sinistra. Il cambio sembra dare i sui frutti con l’ Inter più intraprendente in attacco ed al 56’ è Mirante che salva in extremis anticipando Ranocchia. Sneijder dietro le punte va meglio di Kharja e l’ olandese va anche vicinissimo al gol con un fendente di sinistro che finisce di poco a lato di Mirante. L’ Inter sembra lì lì per pareggiare ed invece Colomba effettua il cambio giusto, Fuori un ottimo Candreva e dentro Valiani con il Parma che ottiene più equilibrio in mezzo al campo affidandosi in contropiede ai soli Amauri e Giovinco. È proprio Amauri che effettua una giocata delle sue compiendo un tiro a giro che si stampa sulla traversa, l’ Inter attacca ma non tira in porta, entra Milito al posto di Pazzini ma è il Parma a rendersi pericoloso prima con Valiani che da posizione angolata tira addosso a Julio Cesar che viene aiutato anche dal palo. L’ Inter è alle corde, non viene fischiato un rigore netto di Lucio che frana su Lucarelli ma pochi minuti dopo è Amauri che sigilla la meritata vittoria raccogliendo in mezzo all’ area un tiro ciccato da Bojinov. Nei minuti finali c’e’ spazio per due miracoli di Mirante, prima su Milito e poi su Eto’ o e per due gol falliti dal parma, con crespo e Dzemaili.

    Vince il Parma, meritatamente e rivede la serie A, l’ Inter perde e saluta la scudetto con leonardo che deve recitare il mea culpa per la squadra presentata nel primo tempo, assolutamente regalato al Parma

  • Inter, Moratti ma chi deve andare via?

    Inter, Moratti ma chi deve andare via?

    C’e’ aria di smobilitazione generale dopo la debacle fornita dal club del patron Massimo Moratti nelle ultime due partite, importantissime che hanno deciso sia il campionato che la Champions League.

    Molti giocatori risultano essere avanti con l’ età ma soprattutto vi è la sensazione che le tante vittorie abbiamo appagato i tanti campioni nerazzurri e quindi, con ogni probabilità, insieme alla rifondazione giallorossa guidata da Di Benedetto, ci sarà anche quella interista.

    In attacco probabile partenza per Diego Milito, forse l’ errore più eclatante di Branca che invece di lasciarlo partire alla corte del Real Madrid dopo le esternazione imbarazzanti nemmeno 5 minuti dopo aver vinto la Champions decise addirittura di proporgli un comunque meritato aumento. Stesso discorso per Maicon che dovrebbe partire per lasciare spazio definitivamente al baby prodigio, forse ritrovato a Cesena, Davide Santon ma anche con l’ opzione Criscito sempre d’ attualità. Partiranno sicuramente Cordoba e Materazzi, mentre per Chivu tutto sarà rimandato alla decisione del rumeno su dove vorrà giocare, visto che il suo desiderio di tornare al centro della difesa sarà spento dalla coppia Ranocchia – Samuel.

    Anche in porta si cambia, Julio Cesar partirà per lasciare spazio a Viviano che è di proprietà dell’ Inter e che ormai risulta essere pronto per una grande squadra dopo le ottime prestazioni a Bologna, forse anche Snejder potrebbe fare le valigie per lasciare spazio al sogno proibito di Moratti che risponde al nome di Cesc Fabregas.

    Le conferme saranno ovviamente per Eto’o, Pazzini, Ranocchia, Samuel più la vecchia guardia, ma tutto potrebbe essere stravolto dal possibile addio di Leonardo che si è dimostrato molto abile a curare la fase offensiva ma che ha distrutto tutto nella scriteriata serata di martedì contro lo Schalke 04, dimostratosi inadatto a preparare la fase difensiva.

  • Marotta – Del Neri un anno dopo

    Marotta – Del Neri un anno dopo

    Il binomio Marotta – Del Neri, lo scorso anno di questo periodi, sembrava un mix perfetto di sapienza tattica e grinta, proprie del veterano che ha calcato i campi di tutte le categorie – il mister friulano – e della lucida capacità organizzativa e gestionale, propria di un uomo tanto pacato nei toni quanto capace di raggiungere al meglio gli obiettivi prefissati – il direttore generale Beppe Marotta.

    Accadeva un anno fa, nella Sampdoria dei miracoli, in riva al mar Ligure, sull’onda dei gol di Pazzini e Cassano, il pupillo del patron Garrone e della curva blucerchiata, in una squadra che raggiunse il prestigioso traguardo dei preliminari di Champions.

    Il binomio da esportazione, però, qualche chilometro più a Nord, ai piedi delle Alpi, lontano dalla brezza marina, annaspa in una situazione dai contorni e dalle prospettive tutt’altro che definite. Il tempo (solo un anno) ha cambiato molte cose, le aspettative sono state, almeno per ora, ampiamente disattese. Nel calcio, però, a pagare per le colpe (sue e degli altri) è sempre l‘allenatore, il più esposto a qualsiasi intemperia.

    Ecco, così, che il duo inossidabile sembra scalfito dalle correnti, anche se – almeno nelle dichiarazioni ufficiali – la “mente” sembra non voler abbandonare il suo “braccio”. Marotta, dunque, difende l’operato di Gigi Del Neri, sgombrando il campo dai rumors del toto-allenatore Juventino per la prossima stagione. Una presa di posizione doverosa e necessaria a difendere, almeno con le dichiarazioni di circostanza, una scelta in cui si è creduto, un progetto ideato, proposto e portato avanti in prima persona.

    Fra Spalletti, Conte, Gasperini, Mancini e Lippi, per ora, interessa solo l’operato di Del Neri. “Ora c’è Luigi Del Neri, è giusto farlo lavorare con la dovuta tranquillità, anche se è nella mia responsabilità decidere delle sorti di un allenatore. Stiamo vivendo un’annata un po’ particolare, un momento di rinnovamento che non ha ancora trovato il suo culmine in quello che sono i cambiamenti. Certo, mancano i risultati, la gente vuole dei risultati ed è giusto che sia così, chiediamo solo un pò di pazienza perchè dal punto di vista societario tutte le componenti fanno il massimo sforzo per regalare ai tifosi quello che desiderano”.

    Inevitabile una punta di imbarazzo nel dover affrontare una scelta tanto delicata, un disagio dovuto all’ambiguità della situazione: essere responsabile di una scelta, essere responsabile dell’abbandono di tale scelta. Per questo, Marotta dribbla le domande dirette sulla rosa dei possibili candidati alla panchina: “Lippi? Spalletti? Sono due ottime persone ma preferirei evitare ogni risposta”.

    L’immediata attualità, intanto, si chiama sfida all’Olimpico contro la Roma, domenica sera. Un test importante per misurare, già nell’immediato, se quella “dovuta tranquillità nel lavorare” potrà essere concessa o meno al tecnico. “Spero che la Juventus riesca ad imprimere un significato importante alla sfida non solo in termini di risultato ma anche di prestazione”, ha dichiarato Marotta, “Mi auguro che sia uno spot per il calcio dal punto di vista dello spettacolo. La posta in palio è sicuramente di primo livello per cui mi aspetto una partita corretta da parte dei protagonisti in campo e apprezzata dal pubblico”.

    C’è da scommettere che, in cuor suo, Marotta desideri, forse più di chiunque altro, che la Juventus riesca ad imprimere quella “svolta”, almeno in queste ultime partite: è questo l’unico modo possibile per Marotta per sponsorizzare la riconferma (ad oggi assolutamente improbabile) di Del Neri.

  • Gilardino capitano: “Che onore”

    Gilardino capitano: “Che onore”

    Nell’Italia rivoluzionata da Prandelli per l’amichevole contro l’Ucraina di domani sera, Alberto Gilardino indosserà la fascia da capitano. Grande soddisfazione per l’attaccante biellese della Fiorentina, soprattutto se giunge in una stagione non propriamente esaltante per la sua squadra, nè per lui a livello personale, afflitto da qualche acciacco ed infortunio di troppo.

    Un “onore”, come lo stesso attaccante ha dichiarato.  “Indossare domani la fascia di capitano è un bel regalo che la Nazionale mi fa, ringrazio, è un grande onore pensando anche ai tanti capitani azzurri con i quali sono orgoglioso di aver giocato, da Fabio Cannavaro a Gigi Buffon”.

    In conferenza stampa, inoltre, l’attaccante Viola ha parlato anche dell’ambiente azzurro, dei meccanismi interni allo spogliatoio, soprattutto nel suo reparto di competenza, l’attacco. Nessun dualismo con Pazzini, nè con gli altri compagni.  “Qui non c’è dualismo, semmai tanta competizione e credo che questo sia un bene per me, per i miei compagni, per l’Italia”. L’unità e la solidità del gruppo e lo spirito di collaborazione reciproca, d’altronde, sono dei cardini fondamentali della filosofia di Cesare Prandelli.

    Così come la voglia di dimostrare l’attaccamento alla Nazionale, anche negli incontri amichevoli. Naturalmente, anche Alberto Gilardino concorda con il ct: “La partita di domani, anche se non è una gara di qualificazione, è importante per noi, abbiamo voglia di dimostrare che possiamo fare bene sempre”, cancellando la parola amichevole e mostrando che si può sempre fare affidamento su questo gruppo.

    Gilardino, comunque, è estremamente motivato a chiudere la stagione nel migliore dei modi, dimostrando  a Prandelli che potrà sempre contare su di lui. “Quest’anno a inizio stagione, ho avuto dei problemi fisici ma ora sto bene e ho tanta voglia di chiudere l’annata alla grande. Tra l’altro Prandelli mi conosce bene, quindi sa che cosa posso dare. Io sottovalutato? Ormai mi sono abituato, e comunque sono sereno. Il c.t. sa che, se lui avrà bisogno di me, io ci sarò”.

    In casa Azzurri, Prandelli ha comunicato che vi saranno sette cambi rispetto alla partita di Venerdì; la formazione annunciata in conferenza stampa è la seguente: Viviano; Maggio, Gastaldello, Chiellini, Criscito; Marchisio, Montolivo, Nocerino; Aquilani; Gilardino, Rossi. Confermato, dunque, il 4-3-1-2, con Prandelli pronto a fare entrare nel secondo tempo tutti gli altri ancora non visti all’opera, con i probabili debutti assoluti per Matri e Parolo.  Ribadendo il concetto, riferito – tra le righe – alla posizione di Antonio Cassano che “nessuno deve ritenersi titolare di diritto perchè le dinamiche del gruppo hanno sempre la priorità assoluta” anche perchè al barese del Milan manca la continuità di gioco e ciò ostacola in modo rilevante la sua tenuta atletica nel corso dei novanta minuti: “Se potesse giocare con maggiore continuità, e lo sa anche lui, potrebbe fare di più”. Invece, Prandelli sottolinea le qualità e l’importanza di Giuseppe Rossi: “In futuro lo vorrei vedere in certe zone del campo dove può essere determinante, data la sua capacità di fare gol anche perchè ha saputo trovare una grandissima consapevolezza nei suoi mezzi”.

    Per quanto concerne i nostri prossimi avversari,  l’Ucraina, sembra certa l’assenza di  Andriy Shevchenko nella partita di Kiev. L’attaccante, infatti, ha comunicato la sua defezione per “problemi familiari di lieve entità”.