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  • Calciopoli 2, intercettazione: Bertini si lamenta con Bergamo delle pressioni di Facchetti

    Calciopoli 2, intercettazione: Bertini si lamenta con Bergamo delle pressioni di Facchetti

    Alla vigilia di un altra importante giornata dibattimentale del processo a Calciopoli nelle aule del tribunale di Napoli salta fuori una nuova intercettazione tra l’arbitro Bertini e l’ex designatore Paolo Bergamo. E’ il 12 maggio 2005 e si è conclusa da qualche ora la partita di Coppa Italia tra Cagliari e Inter finita sullo 1-1.

    Bertini si lamenta delle pressioni ricevute ad inizio partita da Giacinto Facchetti. L’allora presidente dell’Inter si lamenta del momento difficile della sua squadra esortando prima della partita l’arbitro ad attenzione per “smuovere la casella giusta”

    Bergamo: Pronto?
    Bertini: Sei a letto Paolo, eh?
    Bergamo: No… Allora?
    Bertini: Comè andata? Che mi dici?
    Bergamo: Ma io ho visto l’ultima mezz’ora perché mi avevano avvertito di questo… di questo fallo di mano che no… non era mica espulsione…oh…
    Bertini: Quella non è espulsione…
    Bergamo: No, non è mica una chiara occasione da goal.
    Bertini: Poi si può fare una disquisizione di carattere tecnico su tutto, ma non si ha la… forse una mancata percezione di dove fosse come posizione, ma non può essere ritenuta un’occasione…
    Bergamo: No… un’occasione di.. assolutamente.
    Bertini: E’ stato quello che… l’unica cosa…
    Bergamo: Protestavano un po’ quelli dell’Inter… sono un po’ insofferenti quando…
    Bertini: Eh me ne son accorto. E’stata una remata dal primo minuto poi, dal primo minuto, non capisco, non capisco perché. Tra l’altro c’è stato Facchetti che all’inizio della partita è venuto dentro lo spogliatoio a salutare con quel fare sempre… ‘Sa, questa è la tredicesima partita, per ora siamo in perfetta parità, quattro perse, quattro vinte e quattro pareggiate, e per l’Inter non è che sia un grande score’ ha detto. Quindi l’abbiamo preparata in questo modo la partita.
    Bergamo: Mmhh
    Bertini: E non è stato piacevole, non è stato piacevole.
    Bergamo: Bisogna che ci parli, sì… più tranquillo in campo. Ci avevo già parlato, gli avevo già detto; ma questo non capisce un ca**o…
    Bertini: Ma io ho l’impressione…Non so neanche l’interlocuzione più giusta quale possa essere… Questo veramente… a volte è imbarazzante… Una premessa del genere… ci siamo… ci siamo guardati tutti, prima della partita.
    Bergamo: Ascoltami, quando avrai buttato giù con me, chiama Gigi, che s’è accorto che m’hai già chiamato..
    Bertini: Sì, sì, certo… e quindi… niente, insomma… questa situazione… te l’ho detto, appunto.
    Bergamo: Grazie. Comunque la partita… un clima…
    Bertini: Al di là di questo la partita è andata bene…
    Bergamo: Per quella parte che si diceva ti ci penso io…
    Bertini: Sì, perchè poi tra l’altro non ha neanche senso, non mi sembra di aver fatto… Anzi.. anzi! Va buo’…
    Bergamo: Buonanotte, ci sentiamo.
    Bertini: Ci sentiamo domani.
    Bergamo: Ciao, grazie.
    Bertini: Ciao, grazie.

  • Calciopoli 2, Meani: “ci difendevamo dal sistema Juve. E su Facchetti…”

    Le nuove intercettazioni tirate fuori dai consulenti della difesa di Luciano Moggi hanno di fatto riaperto un secondo capitolo del famoso scandalo soprannominato Calciopoli quattro anni or sono e con tempi diversi tutti i protagonisti di allora riprendono la parola per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

    Questa volta a parlare è l’addetto agli arbitri del Milan Leonardo Meani che dopo anni rompe il silenzio per spiegare la sua posizione e rispondere a tutti quelli che a suo dire hanno sparlato sulla vicenda. Dai microfoni di Milanchannel Meani spiega il suo lavoro nel Milan “Conoscevo molti arbitri e guardalinee perché arrivavo da quel mondo. Dura dire non sentiamoci più perché fai l’arbitro ma il Milan non era un grumo di potere: forse ero semplicemente una persona che analizzando in maniera attenta ciò che accadeva ero arrivato a certe conclusioni, pur non avendone la certezza”

    “Sono stato educato ad essere rispettoso delle situazioni: c’era una giustizia sportiva che faceva il suo corso e ho accettato serenamente sia il giudizio, sia il processo sportivo e la punizione – ha aggiunto Meani – Sono accadute cose che ti segnano, anche se era lontana da me l’idea di compiere cose non lecite, un’idea che non è nemmeno nella mia indole” Meani passa poi ad analizzare gli episodi che hanno scaturito la squalifica:

    “E’ tutto esploso dopo Siena-Milan. Ancelotti si sentiva defraudato e io, dopo aver visto Mazzei in tribuna a Siena, non l’avevo più sentito. Così lo chiamo e lui comincia dando del demente al guardalinee che aveva annullato il gol a Shevchenko – continua l’ex-addetto agli arbitri del Milan – E’ in quel senso che ho chiesto due guardalinee intelligenti, in contrapposizione al demente. Ho chiesto Puglisi o qualcuno sveglio, senza chiedere regali, al contrario di Giraudo, che chiama Mazzini dicendo che “il nostro amico a Siena è stato eccezionale”.

    Dopo Siena, analizza gli episodi con il Chievo e il dossier di Paparesta “In Milan Chievo non c’è un episodio che possa testimoniare una vis truffaldina: al telefono si possono dire tante cose ma alla parole devono seguire i fatti e non c’è alcun fatto. Sulla questione di Paparesta, ho solo detto che il dossier era nelle mani di Letta, che mi aveva chiamato dicendo che conosceva la vicenda”.

    E dulcis in fundo l’attacco alla Juventus e Facchetti: “Con il massimo rispetto che ho per Facchetti, anch’io come altri mi sono chiesto perché per una telefonate di tenore inferiore alle sue io sono stato intercettato per 3 mesi sulla mia utenza privata mentre il suo telefono non è mai stato messo sotto controllo – ha voluto sottolineare Meani – Se si parla di equità, indagine sul calcio seria e capillare, come mai non hanno intercettato anche il presidente. Magari non sarebbe uscito nulla ma adesso abbiamo solo le sue telefonate di rimbalzo.”

    “Non voglio l’Inter penalizzata però mi chiedo perché la diversità di trattamento con il Milan se le telefonate erano le stesse? Ha ragione il pm: ci difendevamo perché eravamo vittime di un sistema fatto dalla Juve e dai suoi designatori. Il Milan doveva prendere quello scudetto. Mi sono sentito in pace solo dopo la vittoria in Champions: è la dimostrazione che esiste un Dio nel calcio”.

  • Intercettazioni: Facchetti a Bergamo “domani Bertini è determinante”

    Nella puntata di Matrix di ieri sera, dedicata “intercettazioni dimenticate” e all’esigenza di una nuova Calciopoli è uscita fuori una nuova intercettazione tra l’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti e il designatore arbitrale Paolo Bergamo.

    E’ l’11 maggio, vigilia della semifinale di ritorno tra Cagliari e Inter. Facchetti senza molti giri di parole chiede a Bergamo di metter in guardia Bertini (arbitro dell’incontro) sull’importanza della partita del giorno dopo contro il Cagliari. Dallo score dell’arbitro con l’Inter Facchetti evince una perfetta parità tra vittorie, sconfitte e pareggi (quattro a testa) e auspica un cambiamento nella partita contro il Cagliari.

    Il giorno dopo non arrivò la vittoria ma al Sant’Elia le polemiche non mancarono. Bertini dopo pochi minuti del secondo tempo non mandò sotto la doccia Carini per aver respinto il pallone con mani fuori dall’area, solo giallo per il portiere nerazzurro tra l’incredulità di tifosi e giocatori. Una magia di Zola con la complicità dello stesso Carini portò comunque in vantaggio i sardi ma la gioia durò poco, il tentativo di rimonta fu stroncato da un gol di Martins viziato da un fallo di mano di Cambiasso.

    Che dire? Il colonnello Auricchio non trovò tutto questo rilevante. Di seguito vi riportiamo l’audio e la trascrizione delle intercettazione ma pare che presto ce ne saranno altre interessanti.

    La trascrizione dell’Intercettazione del 11-05-2005 tra Facchetti e Bergamo
    Facchetti: “Guarda che ho guardato, ho guardato lo score di Bertini (ndr quando ha arbitrato l’Inter)…quattro vittorie, quattro pareggi, quattro sconfitte…”
    Bergamo: “Porca miseria, facciamo cinque, quattro, quattro allora…eheheh”
    Facchetti: “Eheheh…”
    Bergamo: “Ma vittorie però…”
    Facchetti: “Digli che è determinante domani”
    Bergamo: “Si, no lo devi sentire ora, mi ha chiamato ma non potevo rispondere”
    Facchetti: “E’ determinante, ha fatto dodici partite, quattro, quattro, quattro…”
    Bergamo: “Una, dici te, una la smuove, ma deve smuovere quella che comincia per “V””
    Facchetti: “Quella giusta, quella giusta, quella giusta”
    Bergamo: “Sì, ma viene, vedrai, bene, perché è un ragazzo intelligente e ha capito ora come si cammina. C’è voluto un po’ per capire, ma insomma, meglio tardi che mai”

    L’audio

  • “Arbitri nel giro di M” il contenuto del memoriale di Facchetti

    Giacinto Facchetti aveva scoperto la cupola. Stando alle indiscrezioni del contenuto del memoriale consegnato ai pm napoletanti da Gianfelice Facchetti l’allora presidente nerazzurro aveva scoperto le alleanze che consentivano alla Juve e al Milan l’egemonia in campionato.

    Facchetti aveva annotato le circostanze che gli erano state confidate da Danilo Nucini, arbitro fino al 2005, circa i rapporti fra Luciano Moggi, esponenti della classe arbitrale e i dirigenti di alcune società. Appunti che, secondo quanto ricostruito fino a questo momento, risalirebbero a un periodo compreso fra il 2003 e il 2004 e dai quali emergono molti degli elementi destinati a finire due anni più tardi nell’inchiesta Calciopoli. Compresa l’esistenza di un giro di schede telefoniche, all’epoca non ancora straniere, utilizzate per comunicazioni riservate.

    Nei fogli di Facchetti c’erano frasi del tipo “Arbitri nel giro di M.”, dove M. starebbe per Moggi; mentre De Santis è definito “la lunga mano nella Can”. Facchetti aveva annotato le modalità con le quali, ai raduni arbitrali di Coverciano, i giudizi sugli arbitri cambiavano a seconda della loro vicinanza al gruppo Moggi. Circostanza anche questa che, nella interpretazione fornita ai pm dal figlio di Facchetti, sarebbe stata ricostruita all’allora presidente dell’Inter da Danilo Nucini.

    Facchetti nei suoi appunti contestava le designazioni arbitrali pro Juventus degli anni 2001-02 “ad arbitrare la Juventus mandano sempre giovani e quindi condizionabili”, il famoso scudetto del 5 maggio.

  • Calciopoli: Facchetti Jr. consegna un memoriale del padre

    Gianfelice Facchetti è stato ascoltato lo scorso 26 aprile dai pm napoletani Narducci e Capuano, che rappresentano l’accusa nel processo di Calciopoli. L’oggetto dell’incontro pare sia stato il mondo arbitrale al momento dell’inchiesta, Facchetti Jr. ha consegnato un memoriale scritto dal padre proprio sul rapporto con gli arbitri.

    I pm hanno ritenuto il materiale importante per avvalorare l’accusa e per questo è stato depositato e da venerdi prossimo sarà a disposizione delle difese.

  • Calciopoli: Ancelotti diserta Napoli, all’udienza nuove telefonate bollenti

    Anche questa volta manca all’udienza di Napoli Carlo Ancelotti, il tecnico del Chelsea come preannunciato alla vigilia ha disertato le aule del Tribunale di Napoli e la sua deposizione è stata rimandata all’11 Maggio. L’udienza di oggi, iniziata in ritardo per aspettare i teste chiamati a deporre oggi l’ispettore di Polizia Salvagno che ha partecipato alle indagini svolte dalla Procura di Torino, e il magistrato Cosimo Ferri, ex componente della Commissione tesseramenti della Figc.

    Nono sono comunque mancati i colpi di scena e l’annuncio da parte del consulente di parte Nicola Penta della presenza di altre intercettazioni rilevanti saltate fuori e che riguarderebbero Inter, Bologna, Cagliari e Parma.

    Tutti – ha detto Penta – si informavano e tutte le società chiedevano gli arbitri migliori. Basta sentire le telefonate tra Pairetto e Bergamo – ha concluso – per capire che dopo aver subito pressioni di ogni tipo dalle società, definivano la griglia degli arbitri che avevano in testa“. Il consulente ha annunciato che le nuove telefonate e altre in corso di trascrizione saranno portate in tribunale per chiederne l’acquisizione agli atti.

    Gli “inediti” riguarderebbero in quattro occasioni la sede dell’Inter, di cui tre all’allora designatore Bergamo e una direttamente all’arbitro De Santis. Quest’ultima è un colloquio tra il direttore di gara di Tivoli e Giacinto Facchetti, all’epoca presidente della società nerazzurra, il giorno dopo un derby conil Milan. Ci sono poi tre telefonate tra la sede del Bologna e il cellulare di De Santis, due in cui la sede del Parma è in contatto con Bergamo e Pairetto, e una lunghissima telefonata – addirittura 42 minuti – tra il presidente del Cagliari Cellino e Bergamo.

  • Calciopoli 2, Bergamo a Facchetti dopo Juve – Inter: “De Sanctis mi ha accontentato”

    Tra le 75 nuove intercettazioni portate dai legali di Moggi e depositate agli atti dal tribunale di Napoli nel processo in corso all’ex direttore generale della Juventus per Calciopoli, ce n’è una che vede nuovamente protagonisti l’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti e l’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo. Si discute dell’arbitraggio del direttore di gara De Santis in un Juventus – Inter terminata 1-0 per i nerazzurri del 20 aprile 2005 (gol decisivo di Cruz), quella, per intenderci, in cui Ibrahimovic venne squalificato dalla prova tv per tre giornate per un fallo a gioco fermo su Cordoba che gli costò la sfida scudetto contro il Milan.

    Di seguito la trascrizione di alcuni passi dell’intercettazione:

    • Bergamo e Facchetti, 20 aprile 2005 dopo Juventus – Inter 0-1

    Bergamo: “Sto preparando le partite di domani e ci ho tenuto molto alla partita con la Juventus, la partita era stata preparata bene… De Santis d’altra parte… lui deve pensare al mondiale… non può pensare ad altre storie… quindi mi ha accontentato in quella partita…”
    Facchetti: ”Noi adesso dobbiamo riprenderci subito”.
    Bergamo : ”Io poi avevo voglia di fare un salto a Milano… di farti vedere delle cose per il prossimo anno, è di interesse vostro… vorrei lasciare le cose sistemate bene… magari ti do una telefonata”.
    Facchetti: ”Quando vuoi… e auguri per il tuo compleanno anche se in ritardo”.
    Bergamo: ”Ma figurati ciao…”.
    Facchetti: ”Ciao…ciao”.

  • Facchetti Jr. alle Iene: “restituiamo lo scudetto del 2006”

    Dopo l’infuocata udienza di ieri a Napoli, nella quale la difesa ha tirato fuori “la madre di tutte le intercettazioni” che voleva l’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti consigliare la griglia a Bergamo, le Iene hanno intervistato il figlio Gianmaria:

    Negli anni d’oro di Moggi che ruolo ha avuto tuo padre? Gianfelice Facchetti:
    «È stato vicepresidente e presidente negli ultimi due anni circa».
    Hai mai avuto dei sospetti su Calciopoli?
    «Sì»
    In famiglia ne avete mai parlato?
    «Sì, tante volte. Abbiamo par la to di alcuni episodi che si vedevano, di una serie di strane coincidenze, chiamiamole così. Io all’inizio facevo fatica a credere e poi sono felice di essere stato sbugiardato».
    Hai mai pensato che qualcuno lo stesse fregando?
    «Spesso».
    Ha mai peccato un po’ di ingenuità?
    «Sicuramente».

    Avrebbe potuto fare qualcosa per portare al la luce Calciopoli prima?
    «Penso che abbia fatto tutti i tentativi nelle sue possibilità perché ciò accadesse».
    Tuo padre parla va con i designatori arbitrali?
    «Sì».
    Quindi faceva come Moggi?
    «No, faceva diversamente perché il contenuto delle telefonate era differente».
    Perché lo stanno tirando in mezzo proprio ora?
    «Perché nel momento in cui il processo fa verso la sua fase cruciale la difesa di Moggi sta cercando di fare il suo lavoro. Sicuramente i sistemi sono in parte inaccettabili, quello che è accaduto ieri lo dimostra».

    Tutta Italia parla di una telefonata tra Facchetti e il designatore degli arbitri. Di cosa l’accusano?
    «Lo accusano di aver indicato il nome dell’arbitro Collina per una partita».
    Hai qualcosa in contrario se sentiamo la telefonata?
    «Volentieri, sono felice». (Si ascolta la telefonata)
    Cosa c’è di strano in questa telefonata?
    «C’è di strano che per tutta la giornata di ieri e che per i giorni che hanno anticipato l’udienza è stato detto che c’era questa “madre di tutte le intercettazioni” in cui mio padre dettava la griglia degli arbitri, in cui mio padre avrebbe dato indicazioni al dott. Bergamo di mandare Collina a una partita invece il nome del signor Collina lo pronuncia per la prima volta nel la telefonata il dottor Bergamo e non Giacinto Facchetti. La telefonata è completamente diversa dalla trascrizione che è stata usata in aula ieri, che è stata diffusa dai giornali, in rete, nei vari siti, che è stata riportata da varie tv private e non e quindi c’è proprio una falsificazione dei fatti che è una cosa assolutamente grave e inaccettabile».

    Quindi pensi ci sia una manipolazione di questi contenuti?
    «Non so se ci sia stata una manipolazione, però sicuramente c’è stata un’alterazione del significato delle cose , anche perché trascrivere una testo che viene diffuso e che poi si va ad ascoltare ed è diverso, è quasi comico».
    Chi vuole coinvolgere tuo padre in questa intercettazione? Chi lo vuole sporcare?
    «Credo la difesa di Moggi per cercare di portare avanti la teoria che tutti facevano così e quindi che tutti vanno assolti perché facevano le stesse cose».
    Quindi tutti colpevoli nessun colpevole?
    «Questa è la suggestione che loro vorrebbero far passare ma che noi non possiamo accettare».
    Perché no?
    «Non si può accettare perché basta ascoltare… la sostanza è assolutamente differente. Chiedere il miglior arbitro per giocare una partita mi sembra la richiesta di giocare una partita in condizioni di legalità nel campionato più taroccato nel la storia del campionato italiano».

    Chi ha calunniato tuo padre?
    «Troppe persone, ho perso il conto».
    Qualcuno si è mai scusato con la famiglia Facchetti?
    «Sì, l’ex arbitro Massimo De Santis che noi avevamo querelato perché aveva fatto delle insinuazioni su mio papà e poi ha firmato una lettera di pubbliche scuse, salvo poi negli ultimi giorni di cercare di tornare sui suoi passi…».

    Come definisci Calciopoli?
    «Una degna conclusione di una pagina del calcio italiano orribile durata più di dieci anni».
    Come definisci Luciano Moggi?
    «Non voglio definirlo, non voglio spendere altre parole». Vi siete mai incontrati? «No».
    Senza Calciopoli l’Inter avrebbe vinto quattro scudetti di fila?
    «No, assolutamente no, per un sacco di motivi».

    Lo scudetto del 2006 l’Inter lo deve riconsegnare?

    «Sarebbe un gesto molto eclatante ma che avrebbe il potere di far acquisire ancora più punti alla nostra storia…. Anche restituendo lo scudetto ci sarà chi rivorrà indietro i suoi, ma secondo me sarebbe una mossa vincente».

    Il calcio è più pulito dopo il 2006?
    «Un po’ di più sì».

    L’Inter vince lo scudetto?

    «Non voglio dirlo per scaramanzia».

    Ti stai toccando?
    «Sì».

    E la Champions?
    «Non lo voglio dire come lo scudetto e mi sto toccando».

    E la Coppa Italia ?

    «Idem».

    Adesso l’Inter è ostacolata dagli arbitri?

    «No».

    C’è un complotto contro l’Inter?
    «No, penso proprio di no».

    Glielo dici tu a Mourinho?

    «Se ho occasione sì».

    Cosa diresti a tuo padre se ci fosse ancora?

    «Ieri ci siamo divertiti parecchio. Si sarà divertito molto anche lui con l’Avvocato Prisco, ci sarebbe voluto lui ieri a Napoli in aula».

    Cosa pensi del la richiesta di Vieri?
    «Io di Vieri ricordo solo Lido Vieri, il portiere del la grande Inter»

  • Calciopoli 2, Bergamo: “Fu Facchetti a nominare Collina”

    A fare, in parte, chiarezza sull’intercettazione portata in Tribunale dai legali di Moggi nell’udienza di ieri del processo di Calciopoli a Napoli in cui l’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti propone Collina come arbitro da inserire nelle griglie, è l’ex designatore arbitrale e diretto interessato Paolo Bergamo che, con decisione, afferma: “Fu Facchetti a fare il nome di Collina e non viceversa“.

    La risposta di Bergamo arriva dopo il comunicato del figlio del defunto presidente nerazzurro Gianfelice Facchetti che aveva espresso tutta la sua rabbia sostenendo che fosse Bergamo a fare il nome di Collina e non suo padre: “In tale conversazione a mio padre viene attribuito l’aver pronunciato il nome del Sig. Collina, cosa che invece dialogando faceva il Dott. Bergamo; di conseguenza, ne è risultata un’interpretazione totalmente differente dalla realtà delle cose, utilizzata peraltro dai legali stessi del Sig. Moggi in aula” e di alcuni organi di stampa che ne aveva messo in discussione il significato sostenendo la tesi di Gianfelice.

    Infine l’ex designatore spiega, in merito ad un’altra intercettazione non ancora portata alla luce, di non aver mai ricevuto regali da Moratti: “Non ricordo di essere mai andato nella sede a ritirare nessun regalo. Era Natale e in quel periodo era normale ricevere dalle società il classico regalo per le feste e insomma anche nel valutare questi audio ci vorrebbe un po’ di buon senso. Le cene con i dirigenti? Non mi sembra una cosa vergognosa. Era il mio ultimo anno da designatore e così, d’accordo con mia moglie, organizzai delle serate a casa con vecchi amici, tra i quali Giraudo e Moggi. Moratti non venne mai, fu lui a invitarmi negli anni precedenti a Forte dei Marmi“.

  • Calciopoli 2: ecco le 74 telefonate proposte dalla difesa

    Le 75 intercettazioni “inedite” proposte dal collegio difensivo di Luciano Moggi per dimostrare quanto era diffusa tra la maggior parte delle società di intrattenere rapporti telefonici e non con i designatori. La difesa è sicura che attraverso la trascrizione di queste telefonate in quadro accusatorio non sarà più cosi netto e mistificativo nei confronti di Luciano Moggi bensì verrà fuori un modus operandi squallido si, ma comune a tutte le società italiane.

    La Gazzetta dello Sport, grimaldello dell’accusa quattro anni addietro adesso è più cauta nelle sue riflessione, in un articolo di questa mattina riporta il modo in cui sarebbero ripartite le telefonate tra i principali indiziati:

    • Facchetti: 41 telefonate

    17 con Paolo Bergamo
    10 con Pierluigi Pairetto
    5 con Antonio Ghirelli a quei tempi segretario della Federcalcio
    4 con Gennaro Mazzei designatore degli assistenti
    3 con Massimo De Santis
    1 con Innocenzo Mazzini,
    1 con Tullio Lanese

    • Moratti: 3 telefonate

    3 con Paolo Bergamo

    • Galliani: 8 telefonate

    3 con Paolo Bergamo
    3 con Pierluigi Pairetto
    2 con Innocenzo Mazzini

    • Meani: 1 telefonata

    1 con Massimo De Santis

    • Rino Foschi: 9 telefonate

    9 con Pierluigi Pairetto

    • Massimo Cellino: 3 telefonate

    2 con Paolo Bergamo
    1 con Pierluigi Paieretto

    • Lillo Foti: 4 telefonate

    4 con Paolo Bergamo

    • Renato Cipollini: 2 telefonate (pres Bologna)

    2 con Paolo Bergamo

    • Luciano Spalletti: 1 telefonata (all’epoca allenatore dell’Undinese)

    1 con Paolo Bergamo

    • 1 colloquio fra Bergamo e Pairetto
    • 1 fra il direttore sportivo della Roma Pradè e Mazzini