Tag: george karl

  • Sfortuna Gallinari, crac al ginocchio sinistro

    Sfortuna Gallinari, crac al ginocchio sinistro

    Brutta, bruttissima notizia per Danilo Gallinari ed i suoi tanti tifosi in Italia e non, l’ala azzurra si è infortunato, pare seriamente al ginocchio sinistro durante l’ultima partita giocata nella notte contro i Dallas Mavericks di Dirk Nowitzki. Il numero otto dei Denver Nuggets a 4’27” dal riposo durante un entrata in area ha messo malamente a terra il ginocchio sinistro che ha effettuato un movimento innaturale cedendo di schianto sotto le urla di dolore del “Gallo”. Gallinari è stato trasportato con la sedia a rotelle fuori dal Pepsi Center di Denver per gli accertamenti del caso ma la prima diagnosi, a caldo, sembra essere devastante per il più forte giocatore del basket italiano al momento in circolazione: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, una diagnosi che se confermata, farà dire addio alla stagione in corso in Nba ed agli Europei in Slovenia con la nazionale azzurra.

    L'urlo di dolore di Gallinari ©Doug Pensinger/Getty Images
    L’urlo di dolore di Gallinari ©Doug Pensinger/Getty Images

    Danilo stava disputando la sua solita fantastica partita contro i Dallas Mavericks di Dirk Nowitzki che sono praticamente fuori dai Playoff, post season che invece è stata conquistata da Denver con ampio margine grazie anche alla striscia di quindici vittorie consecutive in stagione e di un’ imbattibilità fra le mura amiche garantita anche dalle stupende prestazioni del Gallo in questa stagione.

    Denver ha vinto la partita contro Dallas 95-94 rischiando nel finale anche a causa dell’infortunio di Gallinari che ha scosso tutti i Nuggets ed il Pepsi Center letteralmente ammutolito al momento del crac. I pensieri dei compagni e di coach George Karl sono tutti per il giovane azzurro il quale verrà sottoposto ad una risonanza magnetica per rilevare con certezza l’entità di un infortunio che sicuramente non ci voleva per Danilo e per tutto il basket italiano che può perdere oltre ad Andrea Bargnani, anche l’ex Armani Jeans per gli Europei in Slovenia della prossima Estate.

    [jwplayer config=”60s” mediaid=”173713″]

  • NBA: Lakers KO a Chicago, Karl a 1000 vittorie contro Bargnani

    NBA: Lakers KO a Chicago, Karl a 1000 vittorie contro Bargnani

    11 le partite disputate nella notte NBA.

    A Toronto George Karl si prende la vittoria numero 1000 della sua carriera.
    Domati i Raptors di Andrea Bargnani (24 punti), che con i 74 punti subiti nel primo tempo scrivono il record negativo per la franchigia canadese. Ben 4 giocatori Raptors sopra i 20 punti (già detto del “Mago” poi ci sono Weems con 21, Kleiza con 26 e 12 rimbalzi e Barbosa con 22) ma non bastano a superare i Nuggets che pur privi di Anthony hanno in Harrington il top scorer della serata (31 punti partendo dalla panchina). Toronto in crisi nera al quarto KO di fila.

    Indiana batte Charlotte grazie a 6 uomini in doppia cifra tra i quali spiccano Granger (18 punti), Rush (16 con 4/8 da 3), Dunleavy (15) e la doppia doppia di Hibbert da 13 punti e 14 rimbalzi. Unica nota positiva per gli ospiti la prestazione di Wallace da 26 punti e 13 rimbalzi.

    Settima vittoria consecutiva per i Knicks di Gallinari (16 punti per lui) trascinati dal solito Stoudemire ancora una volta sopra i 30 punti realizzati (36 e 10 rimbalzi con il neo di ben 11 palle perse). New York è la prima squadra ad aver vinto 10 partite fuori casa quest’anno (contro i Wizards ottava consecutiva) ed è la migliore in trasferta di tutta la Lega. I Wizards si reggono sui 20 punti di Arenas e sulla doppia doppia di McGee (10 punti e 10 rimbalzi) ma alla fine devono cedere il passo.

    Uno strepitoso Derrick Rose da 29 punti e 9 assist trascina i Bulls al successo sui Lakers dopo un brutto avvio di partita. Nel quarto periodo Los Angeles ha 13 punti di svantaggio ma arriva a ridosso degli avversari fino a quando Rose non chiude la pratica a 25 secondi dalla fine. Bryant è il top scorer degli ospiti con 23 punti (ma con 23 tiri presi), Gasol ne firma 21 ed Odom 18 ma è la panchina dei gialloviola a non dare segni di vita. Chicago allunga la striscia vincente a 4 partite.

    Kevin Love porta il sesto successo stagionale ai Timberwolves con una prova da 27 punti e 18 rimbalzi contro Detroit. E’ dai tempi di Rodman che non si trovava una macchina da rimbalzi come lo è ora Love, con l’aggiunta che Rodman non segnava molti punti, il numero 42 di Minnesota spesso e volentieri invece scollina oltre il ventello. Bene anche Milicic che finalmente dopo aver girovagato per tutta la Lega (dopo che proprio i Pistons lo scelsero come secondo assoluto, dietro al solo LeBron James, nel draft del 2003) ha trovato la sua dimensione (11 punti, 5 rimbalzi e 7 stoppate). A Detroit non bastano i 26 punti di un redivivo Hamilton (bene anche il rookie Monroe, lanciato come starter, con 8 punti e 15 rimbalzi).

    Nona vittoria in trasferta per i Thunder (che fuori casa sono secondi solo ai Knicks) grazie ai 29 punti e 10 assist di Westbrook ed ai 25 punti di Durant. Gli Hornets hanno in West il miglior realizzatore con 24 punti e 13 rimbalzi, avrebbero la possibilità di impattare il match nel finale ma 2 triple sbagliate da Belinelli (15 punti) sono fatali alla franchigia della Louisiana. Paul molto in difficoltà contro il dirimpettaio Westbrook mette a segno 18 punti.

    Milwaukee batte Houston grazie ad un Bogut da All Star Game: il centro dei Bucks mette a referto 24 punti con 22 rimbalzi e 5 stoppate. Agli ospiti non bastano i 23 punti di Martin.

    San Antonio, provata la leadership della NBA, non ha più intenzione di mollarla. Battuti anche gli Hawks grazie a 6 uomini in doppia cifra (Ginobili e Jefferson 18, Parker 17, Blair ed Hill 16, Duncan 12), mentre Crawford con 23 punti è il top scorer di Atlanta.

    Portland espugna Phoenix e si prende l’ottavo posto disponibile per la post season scavalcando proprio i Suns. Roy segna 26 punti, Aldridge ne aggiunge 23, Matthews 16 e Camby combina per 16 punti e 18 rimbalzi. Phoenix ha in Nash il leader in punti con 24, ma paga l’ennesima serata storta di Jason Richardson (8 punti, 2/9 dal campo).

    Quarta sconfitta di fila per i Magic che cadono a Salt Lake City al cospetto di uno scatenato Deron Williams da 32 punti e 9 assist. Bena anche Miles che si sta rivelando uno dei migliori sesti uomini dell’anno (26 punti in soli 21 minuti di gioco), mentre ai Magic non bastano i 19 punti (e 10 assist) di Nelson, i 14 (e 12 rimbalzi) di Howard ed i 18 di Bass.

    Settimo successo in fila per gli Heat che forse hanno trovato la giusta chimica di squadra. Wade quasi da tripla doppia con 34 punti, 9 rimbalzi e 7 assist, James lo imita con 25 punti, 7 rimbalzi e 9 assist, mentre Bosh firma 16 punti. Ai Warriors, privi di Curry, non servono i 20 punti di Monta Ellis. Con la sconfitta di Orlando ora è Miami a prendersi la testa della Southeast Division ed a lanciarsi all’inseguimento dei Celtics.

    Risultati NBA del 10 dicembre 2010

    Toronto Raptors-Denver Nuggets 116-123
    Tor Kleiza 26, Bargnani 24, Barbosa 22
    Den Harrington 31, Nenè 26, Billups 21

    Indiana Pacers-Charlotte Bobcats 100-92
    Ind Granger 18, Rush 16, Dunleavy 15
    Cha Wallace 26, Jackson 15, Mohammed 13

    Washington Wizards-New York Knicks 95-101
    Was Arenas 20, Young 17, Blatche 16
    N.Y. Stoudemire 36, Gallinari 16, Chandler 16

    Chicago Bulls-Los Angeles Lakers 88-84
    Chi Rose 29, Deng 14, Korver 13
    Lak Bryant 23, Gasol 21, Odom 18

    Minnesota Timberwolves-Detroit Pistons 109-99
    Min Love 27, Ridnour 20, Beasley 12
    Det Hamilton 26, Stuckey 19, Prince 10

    New Orleans Hornets-Oklahoma City Thunder 92-97
    N.O. West 24, Paul 18, Belinelli 15
    Okl Westbrook 29, Durant 25, Ibaka 18

    Milwaukee Bucks-Houston Rockets 97-91
    Mil Bogut 24, Jennings 19, Salmons 17
    Hou Martin 23, Lee 16, Lowry 11

    San Antonio Spurs-Atlanta Hawks 108-92
    S.A. Ginobili 18, Jefferson 18, Parker 17
    Atl Jamal Crawford 23, Horford 19, Smith 15, Williams 15

    Phoenix Suns-Portland Trail Blazers 94-101
    Pho Nash 24, Hill 17, Warrick 14
    Por Roy 26, Aldridge 23, Camby 16, Matthews 16

    Utah Jazz-Orlando Magic 117-105
    Uta Williams 32, Miles 26, Millsap 22
    Orl Nelson 19, Bass 18, Carter 17

    Golden State Warriors-Miami Heat 84-106
    G.S. Ellis 20, Lee 13, Williams 13
    Mia Wade 34, James 25, Bosh 16

    GUARDA GLI HIGHLIGHTS NBA

    GUARDA LA TOP 10 NBA

    GUARDA LE CLASSIFICHE NBA

  • NBA: Anthony pronto a lasciare Denver

    NBA: Anthony pronto a lasciare Denver

    Carmelo Anthony pensa seriamente di lasciare i Nuggets, possibilmente prima dell’inizio di questa stagione. Destinazione possibile? New York Knicks o Chicago Bulls. La franchigia della Grande Mela non ha prime scelte del draft da offrire, e nel pacchetto da spedire subito in Colorado potrebbe includere Eddy Curry e Danilo Gallinari. Ma l’obiettivo dei Knicks sarebbe quello di prendere Anthony in Estate, quando Melo potrebbe diventare free agent. Il problema è che negli ultimi giorni è uscita prepotentemente allo scoperto Chicago che se prendesse Anthony lascerebbe New York con un palmo di naso. Ecco perchè ai Knicks nelle ultime ore sarebbero anche disposti a sacrificare Gallinari per arrivare al numero 15. Chicago invece metterebbe sul piatto della bilancia Luol Deng, che ha caratteristiche simili e un contratto fino al 2014, e i giovani Taj Gibson e James Johnson.

    Ma a Denver sognano ancora di convincere Anthony a restare: in ballo c’è sempre il rinnovo triennale da 65 milioni, quello che per ora Melo si rifiuta di firmare, preoccupato dal futuro di una squadra che nel 2011 potrebbe perdere tutti i pezzi pregiati (Kenyon Martin, J.R: Smith e Arron Afflalo saranno free agent a fine stagione e a loro potrebbero aggiungersi anche Nené e Chauncey Billups, senza contare i problemi di salute di coach Karl).
    Masai Ujiri, general manager dei Nuggets dallo scorso 31 agosto, ha in programma di incontrare al più presto la sua star per cercare di chiudere definitivamente, in un senso o nell’altro, la situazione.

  • NBA: Denver tratta per il rinnovo di Carmelo Anthony

    I Denver Nuggets si stanno muovendo per cercare di allungare di ulteriori 3 anni sulla scadenza il contratto della loro stella e uomo franchigia Carmelo Anthony.

    Anthony sarebbe stato free agent quest’Estate assieme agli altri top players usciti dal draft del 2003 come Dwyane Wade, Chris Bosh ma soprattutto LeBron James, solo che 2 stagioni fa l’ex talento dell’Università di Syracuse esercitò l’opzione di rinnovo a suo favore rimanendo legato quindi per un ulteriore anno rispetto agli altri suoi coetanei.

    L’idea dei Nuggets è quella di firmare quindi il giocatore per altre 3 stagioni facendo sì che Anthony diventi una bandiera e simbolo di Denver e della franchigia.

    Non ci sono ancora voci che danno l’affare sulla buona strada, di sicuro Denver dovrà investire già in questa Estate portando qualcun’altro in quel del Colorado per consentire ad Anthony di tornare almeno alle Finali di Conference, come nello scorso campionato dove si arresero solo ai Lakers poi campioni NBA.
    La situazione però appare molto difficile in quanto la crisi economica che attanaglia gli “States” permette solo a poche squadre di avere fondi da investire sul mercato e i Denver Nuggets non appaiono certo una di queste fortunate franchigie. Resta da vedere se ci sarà un ripensamento dirigenziale cercando di rinforzare la squadra che comunque appare già di un discreto livello, anche se quest’anno non ha fatto strada nella post season per via della sfortuna che ha colpito l’allenatore George Karl, ritrovatosi con un cancro alla gola a metà stagione e messo fuori gioco dalla panchina all’inizio dei playoff per le cure chemioterapiche.
    Utah, l’avversaria dei Nuggets ha approfittato della mancanza di guida di Karl ed ha eliminato la squadra del Colorado per 4-2.
    Nel mirino delle critiche quindi sono finiti i leader di squadra, soprattutto il leader vero: Carmelo Anthony.
    Melo ha disputato la solita regular season con 28.2 punti (30.7 nei Playoffs), 6.6 rimbalzi e 3.2 assist, ottima nelle cifre ma nella sostanza si è rivisto il vecchio Melo; quello da 30 punti con 30 tiri, molti e troppi 1 contro 1 forzando il più delle volte e una leadership all’interno dello spogliatoio non molto riconosciuta, basti vedere le polemiche interne con J.R. Smith quando lo stesso Anthony dopo il K.O. in Gara 4 nella serie contro Utah disse che non poteva far tutto da solo.

    Insomma una situazione in evoluzione che tra qualche settimana dovrà essere chiarita se i biancocelesti vorranno programmare nel migliore dei modi la prossima stagione.

  • “Non posso vincere da solo!”

    Non posso vincere da solo!

    Frase quasi abituale nel mondo sportivo quando le cose per una squadra vanno male e un giocatore si erge a portavoce del gruppo cercando di spronanare, se così si può dire, i compagni a dare quel qualcosa di più per invertire la rotta.

    Càpita che nell’NBA un “certo” Carmelo Anthony, stella luminosissima dei Denver Nuggets e leader della squadra, abbia pronunciato queste fatidiche parole alla vigilia dell’importantissima gara 5 contro gli Utah Jazz, che se dovesse andare male sancirebbe l’uscita anticipata dei suoi Nuggets dopo la finale di Western Conference dello scorso anno persa contro i Lakers. Sicuramente un ridimensionamento rispetto a soli 12 mesi fa, prospettiva che sta mettendo tanto nervosismo negli animi dei biancocelesti del Colorado. Utah sta letteralmente spazzando via gli avversari non curante degli infortuni subiti da 2 giocatori cardine come Kirilenko e Okur, forte di un asse Deron Williams-Carlos Boozer che sta facendo rivivere ai tifosi Jazz (mi scuso per l’ingombrante paragone ma va preso con le debite proporzioni) le gesta della coppia d’oro del recente passato John Stockton-Karl Malone, con cui la franchigia arrivò 2 volte consecutive in finale NBA per essere battuta solo dagli invincibili Chicago Bulls di Michael Jordan.
    Le parole di Anthony non sono state prese di buon grado dai compagni di squadra, che invece di sentirsi più responsabilizzati si sono sentiti, in verità con molta ragione, criticati per le prestazioni delle prime 4 gare della serie playoff contro i Jazz.
    Chris Andersen già in gara 4 è stato criticato da Melo, rimanendo molto deluso, Billups ha preferito porre l’accento sul fatto che pesa in modo inverosimile l’assenza di coach George Karl per le cure chemioterapiche per un tumore alla gola, gli altri componenti il gruppo di Denver preferiscono non commentare le parole del numero 15.
    Insomma una situazione pronta ad esplodere.

    Un grande esperto di basket quale è Federico Buffa nei giorni scorsi si è lasciato sfuggire un commento che per quanto breve e conciso fotografa in maniera netta e nitida la situazione in Colorado:

    A Denver senza George Karl…?uno zoo!

    Molto evidente il riferimento al carisma di Karl e alla sua forte personalità per tenere unito uno spogliatoio che per quanto riguarda le “teste calde” non è secondo a nessuno.

    Comunque queste le parole di Anthony al termine dell’ultimo match contro Utah:

    Sto dando tutto quel che ho per battere i Jazz…ma non posso farlo da solo, ho bisogno di aiuto!

    Proseguendo poi, in seguito al battibecco sul parquet con Andersen e al risentimento del “Birdman” per l’attacco gratuito davanti alle telecamere:

    Non posso perdere tempo a preoccuparmi dei sentimenti degli altri!“.

  • Cleveland non sbaglia, Boozer trascina i Jazz, Wade stratosferico

    Cleveland sbaglia una partita, non 2 di fila: battuti i Bulls a Chicago con la quinta tripla doppia nei playoff di un sensazionale LeBron James da 37 punti, 12 rimbalzi e 11 assist. La svolta sul finire del secondo quarto quando l’ultimo tiro di LeBron sulla sirena dà la doppia cifra di vantaggio (72-62) che i Cavs non molleranno più ma che addirittura dilateranno nei 2 quarti successivi. James si rende protagonista anche di un favoloso canestro da metà campo sulla sirena del terzo periodo che annienta le flebili speranza di Chicago di portare la serie sul 2-2 (99-76). Ultimo quarto chiuso in scioltezza e ora si torna in Ohio per chiudere la serie. Jamison ottimo chiude con 24 punti e Williams ne aggiunge 19. Cleveland domina nel tiro da 3 (12/25), chiude con il 53% abbondante dal campo e limita i rossoneri dell’Illinois ad un misero 37%. Bulls che vincono la lotta a rimbalzo (49-41) ma non può bastare se non si segna. Noah chiude con 21 punti e 20 rimbalzi, Rose ne piazza 21 e Deng 16, ma non serve contro lo strapotere di questi Cavaliers. Gara 5 per chiudere la serie è in programma martedì 27 aprile a Cleveland.

    Miami batte Boston e spera nel colpaccio in trasferta in gara 5 per riaprire la serie che comunque sembra già scritta. Ottima partenza per gli Heat che chiudono il primo quarto sul 31-18. Celtics che però iniziano a macinare gioco dopo il massimo vantaggio per i padroni di casa (+18 sul 42-24) e che recuperano punto su punto fino a passare in vantaggio con 2 liberi di Rondo (66-64) a 3 minuti dalla fine del terzo periodo. Il pericolo dell’eliminazione con un sonoro “cappotto” da 4-0 sveglia i rossoneri della Florida, che trascinati da Wade iniziano a distruggere il canestro avversario da 3 punti nell’ultimo quarto. Wade ne infila 4 su 4 tentativi (5/7 in totale) e piazza 19 punti dei suoi 46 risultando pressochè immarcabile. Il numero 3 è assistito da Quentin Richardson con 20 punti e Beasley con 15. Ai Celtics quindi non bastano i 23 di Rondo, visto che negli ultimi 2 minuti i biancoverdi sbagliano 5 tiri liberi sui 5 tentati (incredibili gli errori di Ray Allen che in carriera viaggia ad oltre il 90% dalla linea della carità!). Da segnalare il record in negativo per Jermaine O’Neal che con il suo 6/34 complessivo (in 4 partite) eguaglia 2 record per percentuali più basse dal campo degli anni ’60! Gara 5 è in programma a Boston martedì 27 aprile. Celtics che proveranno a chiudere il discorso.

    Ancora una battaglia a San antonio e ancora una volta dalla lotta senza esclusione di colpi emergono gli Spurs: neroargento che ringraziano il trio Hill-Ginobili-Jefferson che segna 61 dei 92 punti totali. Spurs che riemergono in un sensazionale terzo quarto dopo essere stati sotto di 15 lunghezze. Fondamentale per la vittoria la tripla dall’angolo di Ginobili sull’86-84 ad 1 minuto e 50 secondi dalla fine del match. +5 (89-84) e partita che scorre via sul 3-1 Spurs che ora si trovano 3 match point. Nowitzki limitato a soli 17 punti, non brilla neanche Duncan (4 punti e 11 rimbalzi in 37 minuti di impiego). Da segnalare alcuni falli al limite del regolamento, in particolare quello che costa l’espulsione a Najera ad inizio quarto periodo che fa insorgere la panchina di San Antonio (coach Popovich in testa) visto il pericolo per Ginobili che già gioca con una vistosa fasciatura al naso per la botta subita da Nowitzki in gara 3. Martedì 27 si torna tutti a Dallas, probabilmente in un clima infuocato dove i Mavs cercheranno di rimanere ancora in vita e gli Spurs vorranno ridare ai padroni di casa la stessa delusione subita da loro nella serie playoff dello scorso anno.

    Utah non si cura degli infortuni e batte ancora una volta i Nuggets. L’accoppiata Deron Williams-Carlos Boozer va a meraviglia (24 punti e 13 assist per il playmaker, 31 punti e 13 rimbalzi per l’ala grande) e Denver non riesce atrovare le adeguate contromisure. Buoni i contributi di Miles e Matthews (rispettivamente 21 e 18 punti) più in ombra il protagonista di gara 3 Paul Millsap (12 punti) che lascia il palcoscenico al compagno Boozer. I Nuggets dopo un piccolo vantaggio iniziale sono stati costretti ad inseguire per tutto l’incontro, stando sempre sulla doppia cifra di ritardo. Nell’ultimo periodo si sono trovati 2 volte sul -7 ma avere un regista come Williams permette alla squadra di gestire non solo i vantaggi ma anche le rimonte degli avversari. Anthony mette a referto 39 punti (4/4 da 3) con 11 rimbalzi ma non è bastato a fare la differenza anche perchè Billups gioca alquanto male in questom periodo. Solo 14 punti per il numero 1 biancoceleste e uscita per raggiunto limite di falli a 4 minuti dalla fine, segno del nervosismo di non riuscire ad arginare il suo dirimpettaio Williams che sta letteralmente dominando la serie. Si ritorna in Colorado con Denver che deve necessariamente riaprire i giochi mercoledì 28. Sarebbe un’ eliminazione clamorosa dopo che lo scorso anno fecero sudare i Lakers poi campioni NBA nella finale della Western Conference. L’assenza di coach George Karl sta pesando come un macigno, anche se Denver è al completo con tutti i suoi giocatori: quando si dice “l’importanza di un coach!”

    Risultati NBA del 25 aprile 2010

    Chicago Bulls – Cleveland Cavaliers 98-121
    –> Chi: Rose 21, Noah 21, Deng 16 – Cle: James 37, Jamison 24, Williams 19
    Miami Heat – Boston Celtics 101-92
    –> Mia: Wade 46, Richardson 20, Beasley 15 – Bos: Rondo 23, Garnett 18, Pierce 16
    San Antonio Spurs – Dallas Mavericks 92-89
    –> SA: Hill 29, Ginobili 17, Jefferson 15 – Dal: Nowitzki 17, Butler 17, Marion 14
    Utah Jazz – Denver Nuggets 117-106
    –> Uta: Boozer 31, Williams 24, Miles 21 – Den: Anthony 39, Martin 14, Billups 14

    LE SERIE DEL PRIMO TURNO:

    Cavs – Bulls 3-1
    Hawks – Bucks 2-1
    Celtics – Heat 3-1
    Nuggets – Jazz 1-3
    Lakers – Thunder 2-2
    Magic – Bobcats 3-0
    Mavs – Spurs 1-3

    Suns – Trail Blazers 2-2

  • NBA, playoff 2010, primo turno: Denver Nuggets – Utah Jazz

    La sfida tra Denver Nuggets e Utah Jazz appare quella più equilibrata fra tutte: si affrontano 2 formazioni molto casalinghe, nel senso che il punto di forza di entrambe sono le gare disputate sul parquet amico.
    Denver quest’anno ha avuto un rendimento da 34-7 in casa ma di 19-22 in trasferta. Utah alla Energy Solutions Arena ha collezionato 32 vittorie e 9 sconfitte mentre per la prima volta dopo tanti anni è tornata ad avere un record vincente anche on the road con uno striminzito 21-20.
    Nella regular season Denver si è imposta sui vicini di casa per 3-1, ma la serie si prospetta lunga e indecisa fino all’ultimo.
    Denver si è trovata incredibilmente con il vantaggio del fattore campo al primo turno playoff grazie alla vitoria dei Suns sul parquet proprio dei Jazz nell’ultima gara di campionato. Mentre Utah con la sconfitta interna subita è scesa dal possibile terzo posto fino al quinto, perdendo la possibilità di disputare 4 gare su 7 in casa.
    Non è facile esaminare tutti i punti di questa serie perchè le formazioni sono molto competitive: Utah in attacco è semplicemente devastante ma ha l’incognita Boozer che è uscito malconcio dalle ultime gare di stagione regolare. La rotazione di coach Jerry Sloan (arrivato al 22esimo anno sulla panchina dei Jazz) è molto ampia e permette di non abbassare drasticamente il livello di talento messo sul parquet. Denver dal canto suo è una squadra molto fisica che ha l’apice del talento in Carmelo Anthony, uno dei primi 5 atleti più forti in NBA, che può fare la differenza in ogni frangente di gioco.
    A ben vedere potrebbero essere i dettagli a fare la differenza in questa sfida, anche i più piccoli: un infortunio lieve di 1 dei campioni delle 2 squadre, un’uscita anticipata per falli che priva 1 dei 2 allenatori di un uomo chiave in una fase calda di gioco, stiamo parlando di inezie ma che potrebbero risultare fondamentali nell’economia della serie, visto che le 2 franchigie hanno il medesimo record di 53 vittorie e 29 sconfitte.

    Utah dovrebbe proporre questo quintetto: Deron Williams e Wes Matthews come guardie, C.J. Miles (che sostituisce l’infortunato Andrei Kirilenko che salterà il primo turno playoff per essere disponibile, se i Jazz passeranno, dalle semifinali di Conference) e Carlos Boozer come ali e Memo Okur come centro. Dalla panchina l’energia di Paul Millsap sarà preziosa e l’apporto di Ronnie Price e i tiri da 3 di Kyle Korver saranno le chiavi per scardinare la difesa dei Nuggets.
    Denver dovrebbe rispondere schierando Chauncey Billups e Arron Afflalo come guardie, Carmelo Anthony e Kenyon Martin come ali e Nenè come centro. Dalla panchina la pericolosità offensiva di J.R. Smith sarà fondamentale per le “Pepite” così come la fisicità di Joey Graham, l’abilità difensiva del “Birdman” Chris Andersen, e la solita energia del piccolo playmaker Tywon “Ty” Lawson.

    Chiave della serie sarà l’asse Williams-Boozer per Utah. Infatti se il binomio funzionerà al massimo i Jazz potrebbero fare il colpaccio, visto che nei momenti migliori di forma questa è una coppia che funziona anche meglio del duo Billups-Anthony. Tutto ruoterà attorno a questi 4 nomi, che in base al livello di ispirazione per partita farà pendere l’ago della bilancia da una parte oppure dall’altra. Senza trascurare ovviamente, come già detto, il fattore “piccoli dettagli” visto l’equilibrio che regna in questa sfida.
    Annotazione anche sul fatto che i Nuggets potrebbero risentire dell’assenza di coach George Karl in panchina per via delle cure chemioterapiche per combattere una brutta forma di tumore alla gola. Karl infatti è un esperto allenatore da playoff.

    Gara1 è in programma questa notte alle 10.30 pm (le 4.30 italiane).
    Ecco in dettaglio il programma:
    Gara 1: Utah Jazz @ Denver Nuggets sabato 17 aprile 10.30 pm (4.30 italiane)
    Gara 2: Utah Jazz @ Denver Nuggets lunedì 19 aprile aprile 10.30 pm (4.30)
    Gara 3: Denver Nuggets @ Utah Jazz venerdì 23 aprile 10.30 pm (4.30)
    Gara 4: Denver Nuggets @ Utah Jazz domenica 25 aprile 9.30 pm (3.30)
    Se necessarie:
    Gara 5: @ Denver mercoledì 28 aprile
    Gara 6: @ Utah venerdì 30 aprile
    Gara 7: @ Denver domenica 2 maggio

  • NBA: George Karl ha il cancro

    Una triste notizia si diffonde nel mondo della NBA: George Karl, allenatore dei Denver Nuggets, squadra di vertice della Lega americana, ha un cancro alla gola.
    La notizia è stata data proprio da Karl in una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche il suo medico Jacques Saar.
    Molto commovente la conferenza stampa dell’ex North Carolina che più volte ha fermato la sua voce durante il discorso.
    L’ex coach dei Seattle Sonics e dei Milwaukee Bucks salterà diversi allenamenti e qualche partita a causa un rigoroso programma previsto per 6 settimane con un trattamento di radioterapia e chemioterapia.
    Solidarietà da tutta la squadra a partire da Chauncey Billups, playmaker e colonna portante dei Nuggets:

    Siamo tutti con lui e la sua famiglia, possiamo solo pregare per lui e vincere.”

    Karl ha dichiarato:

    Il mio desiderio è quello di fare tutto il possibile per stare con la mia squadra. Fondamentalmente, la mia convinzione è questa, è una squadra da titolo e voglio fare tutto il possibile per aiutare i miei ragazzi a continuare nella ricerca che tutti noi vogliamo.”

    Karl è uno dei pochi allenatori che col suo lavoro può far fare il salto di qualità ad una squadra e lo dimostrano i risultati ottenuti a Seattle (KO in finale NBA contro gli “imbattibili” Chicago Bulls di Michael Jordan del record 72 vinte e 10 perse in regular season) e a Milwaukee, portata alle vette delle classifiche NBA.
    Karl non molla, tiene duro e pensa al titolo!