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  • Genoa e Fiorentina non si risparmiano ma è 1-1

    Genoa e Fiorentina non si risparmiano ma è 1-1

    Bellissima partita quella che ha caratterizzato il primo anticipo del 21° turno di Serie A tra Genoa e Fiorentina che non si sono risparmiate e colpo su colpo hanno tentato in tutti i modi di vincere la partita e lo hanno fatto fino all’ultimo minuto, quando da un’occasione limpida per Perotti si è passati ad una palla gol per Glardino in un battibaleno prima del fischio finale dell’arbitro.

    Sembra fatto apposta, ma al 10°, quando la Gradinata Nord entra nello stadio, il Genoa segna. Niang lavora un buon pallone a sinistra dentro l’area ed apre per Sturaro che si stava inserendo dalla parte opposta, tiro in porta, palo e la palla finisce contro la testa di Tatarusanu finendo dentro la rete. Una rete che nel migliore dei modi saluta la tifoseria rossoblù nella sua ultima partita, infatti il centrocampista di Sanremo, già di proprietà della Juventus, anziché a giugno si trasferirà a Torino proprio dopo questo match.

    Sturaro realizza il vantaggio rossoblù | Foto Twitter
    Sturaro realizza il vantaggio rossoblù | Foto Twitter

    La prima vera reazione della Fiorentina si registra solo al 34°, quando Borja Valero libera al tiro Babacar che però si fa respingere il fendente da Perin in parata bassa. Al 36° capita un episodio curioso, Rizzoli sente un problema muscolare e chiede l’intervento dei sanitari rossoblù, dopo un conciliabolo si decide per la sua sostituzione, Rizzoli va a fare il primo addizionale e Di Bello, che lo era di ruolo, prende il suo posto.

    Il primo tempo si chiude ancora con il Grifone in avanti, Kucka effettua un tiro da circa 25 metri trovando Tatarusanu attento.

    Nella ripresa la Fiorentina parte da subito con una maggiore convinzione e al 54° da un cross dalla destra De Maio contrastato prolunga verso il secondo palo dove appostato c’è Gonzalo Rodríguez che schiaccia in rete per il pareggio della viola. Qualche recriminazione per un fallo su De Maio e errore di Perin che non copre bene il suo palo, dove passa il pallone.

    Al 64° è di nuovo il Genoa a rendersi pericoloso con Perotti, che su una doppia marcatura riesce a liberarsi e a servire magnificamente Sturaro che stoppa e tira in diagonale mandando fuori di poco. Poco dopo Lestienne colpisce un incrocio dei pali clamoroso dopo essere stato servito da Edenilson in pressing.

    A dieci minuti dalla fine Burdisso riceve la seconda ammonizione e deve abbandonare il campo lasciando i rossoblù in dieci, ma nonostante questo il Genoa costruisce proprio allo scadere del tempo di recupero una palla-gol clamorosa, Perotti servito da sinistra colpisce spalle alla porta con il tacco deviando un traversone e la palla viene salvata nei pressi della linea di porta. Sull’azione seguente Gilardino si trova defilato sulla sinistra e in diagonale prova a beffare Perin che chiude sul suo palo deviando in tuffo.

    E’ l’ultima emozione di questa bellissima partita che apre il 21° turno di Serie A.

    GENOA-FIORENTINA 1-1 (1-0) – 10° Tatarusanu autog. (F), 54° Rodríguez (F)

    Genoa (4-3-3): Perin 7; Roncaglia 6,5, Burdisso 5, De Maio 6, Edenilson 6,5; Sturaro 7 (90° Izzo S.V.), Kucka 6,5, Rincon 7; Falque 6 (87° Rosi S.V.), Niang 5,5 (70° Lestienne 5,5), Perotti 6,5.

    All.: Gasperini 6.5.

    Fiorentina (3-5-2): Tatarușanu 6; Tomovic 5, G. Rodriguez 6,5 (84° Richards 6,5), Basanta 6; Joaquin 6, Fernandez 6, Badelj 5, Valero 6, Vargas 5; Babacar 5 (74° Gilardino S.V.), Diamanti 4,5 (70° Kurtic 6).

    All.: Montella 6.

    Arbitro: Nicola Rizzoli (dal 36° Di Bello 5).

    Ammoniti: Burdisso G), Borja Valero (F), Sturaro (G). Espulso: Burdisso (G)

     

  • Napoli-Genoa 2-1, partenopei soli al terzo posto

    Napoli-Genoa 2-1, partenopei soli al terzo posto

    Napoli-Genoa, la gara della fratellanza, come è stata ribattezzata si gioca su due binari importanti, uno porta al terzo posto e riguarda il Napoli che in questo match può e ha il dovere di provarci dopo la gara di Coppa Italia piuttosto opaca, l’altro riguarda il Genoa e porta al recupero di Perotti ma anche alla mancanza di un bomber davanti, nonostante l’acquisto di Niang, che in caso di poca sostanza potrebbe far riflettere la società rossoblù sul dover intervenire ulteriormente sul mercato.

    La partita inizia con i connotati che si aspettavano alla vigilia ovvero Napoli che attacca, per aggredire il terzo posto in classifica ed il Genoa, vivo, che cerca di replicare in contropiede. Ma nelle prime battute la manovra dei padroni di casa sembra più efficace rispetto a quella degli ospiti.

    7° minuto , il Napoli riparte rubando palla nella propria trequarti poi il pallone arriva ad Hamsik nella corsia di destra il quale appoggia a Callejon che si stava inserendo dal limite dell’area genoana e tira in porta. Perin proteso in tuffo respinge e la palla s’impenna dove Higuain è appostato solo, perché i difensori rossoblù sono fermi con il braccio alzato e di testa ribatte in rete in dubbia posizione giudicata regolare da Calvarese.

    Gonzalo Higuain realizza una doppietta | Foto Twitter
    Gonzalo Higuain realizza una doppietta | Foto Twitter

    Dopo il vantaggio partenopeo la partita ha un’impennata nel ritmo che già non era lento per nulla e al 14° David Lopez prova a tirare da fuori area ma Perin blocca il tiro in due tempi, passano tre minuti ed Edenilson sul rovesciamento di fronte dopo una bella combinazione ha in area la palla del possibile pareggio, calcia sul secondo palo e Rafael devia in angolo.

    21° un servizio in profondità splendido buca la difesa rossoblù e Higuain è solo davanti a Perin, ma l’attaccante argentino è in ritardo per una frazione di secondo e il portiere del Grifone in uscita mette una mano per respingere il pericolo. Al 26° da un calcio di punizione sulla sinistra il Genoa sfiora la rete del pareggio, Antonelli sfiora quel tano che basta per dare alla sfera un effetto che la fa sibilare di pochissimo a lato del palo di destra della porta di Rafael.

    Al 38° Higuain confeziona una palla d’oro per de Guzman lanciato verso l’area rossoblù solissimo, il centrocampista olandese quando vede il portiere del Genoa in uscita che gli si fa incontro tenta un pallonetto che è alto sopra la traversa incredibilmente. Sull’azione successiva Perotti fa una magia, dal limite dell’area trova un pertugio per servire Antonelli che di sinistro tira in porta, Rafael blocca in due tempi. La partita è combattuta e sempre aperta ma per la prima frazione non succede altro.

    La ripresa inizia subito con ritmi elevati ed il Napoli che pressa, al 49° Hamsik serve de Guzman che appena dentro l’area in posizione centrale fa una serie di finte che mettono a sedere Perin in uscita, poi l’olandese calcia a botta sicura ma poco prima della linea Burdisso in scivolata devia fuori. Il Genoa un minuto dopo con Bertolacci ribatte con un tiro ad incrociare di sinistro fuori di poco.

    Al 56° il Genoa pareggia. In un’azione di alleggerimento dopo una bella combinazione tra EdenilsonPerotti che porta i rossoblù al limite dell’area, la palla arriva a Falque che con un tiro chirurgico mette a fil di palo in rete. Dopo la rete genoana la partita diventa bella, con i padroni di casa che attaccano in velocità ed il Genoa che ha preso coraggio.

    Al 60° Callejon lancia in profondità de Guzman sulla sinistra, il centrocampista crossa basso e in modo arretrato  dove Callejon tira un missile verso la porta deviato da Burdisso che si stampa sulla traversa a Perin battuto. Il Napoli diventa un rullo compressore per qualche minuto, ma appena va in debito d’ossigeno e molla la presa il Genoa è vivo e ribatte, al 69° ci prova Niang con un destro a giro debole da poco dentro l’area con Rafael che blocca a terra.

    Al 74° Calvarese su un calcio di punizione per il Napoli dalla trequarti di sinistra vede in area un contrasto falloso tra Kucka e Higuain che finisce a terra e fischia il calcio di rigore per i partenopei, batte Higuain e segna il nuovo vantaggio per i campani.

    Il Genoa però non ci sta e cerca di ribattere, al 76° da un calcio d’angolo di destra battuto da Perotti Kucka devia verso il primo palo ma la sfera termina sull’esterno della rete. Gli ultimi minuti sono tutti per il Grifone che spinge per cercare il pareggio ma sarà tutto inutile, Napoli-Genoa termina 2-1.

     

    NAPOLI-GENOA 2-1 (1-0) – 7° Higuain (N), 55° Falque (G), 75° Higuain rig. (N).

    Napoli (4-2-3-1): Rafael 6; Maggio 6, Albiol 5,5, Koulibaly 6, Strinic 6,5 (dal 85° Britos S.V.); Inler 6, Lopez 6; Callejon 6,5, Hamsik 6,5, de Guzman 6,5 (dal 71° Gabbiadini 6); Higuain 7,5 (dal 90° Zapata S.V.).

    All.: Rafa Benitez 6,5

    Genoa (3-4-3): Perin 5,5; Roncaglia 5, Burdisso 6,5, De Maio 6 (dal 79° Lestienne S.V.); Edenilson 6, Rincon 5,5 (dal 68° Kucka 4,5), Bertolacci 6, Antonelli 6,5; Fetfatzidis 5,5 (dal 52° Niang 6), Falque 6,5, Perotti 6,5.

    All.: Gian Piero Gasperini 5

    Arbitro: Gianpaolo Calvarese 4,5

    Ammoniti: Albiol (N), Bertolacci (G), Antonelli (G), Kucka (G) Espulsi: –

  • Una bella Inter tarpa le ali al Grifone e vince 3-1

    Una bella Inter tarpa le ali al Grifone e vince 3-1

     

    Una bella prova, convincente e soprattutto finalmente determinata dalla compattezza di una squadra, questo è quello che si evince dopo il lunch-match della diciottesima giornata di Serie A. Il Genoa prova, con molte difficoltà all’inizio, a riprendere la gara ma sul suo momento più bello viene zittita dalla terza rete di Vidic.

    Che i nerazzurri fossero determinati a prendersi i tre punti lo si capisce subito, quando al 2° minuto su un tiraccio di Guarin la palla finisce a Icardi a centro area, solo a tu per tu con Perin che devia da campione il tiro. La risposta del Genoa avviene cinque minuti più tardi, quando dalla sinistra Lestienne mette un cross basso in messo e Antonelli anticipa i difensori interisti ma colpisce molto debolmente dal limite dell’area piccola.

    L’Inter però è reattiva su ogni pallone e soprattutto compatta cercando fare un pressing asfissiante sui portatori di palla rossoblù e così al 12° Palacio segna la rete del vantaggio. Medel serve un pallone filtrante in area per Icardi  che in acrobazia tira in porta, Perin respinge ma il più lesto di tutti è Palacio che ribadisce in rete. La partita continua veloce e rimane su questo trend per tutto il primo tempo, Inter che aggredisce il gioco e Genoa che fatica a rilanciare. Al 39° Hernanes batte un calcio d’angolo pescando solissimo e dimenticato Icardi che da due passi mette il pallone alle spalle di Perin un po’ poco reattivo nell’occasione per il doppio vantaggio nerazzurro.

    L'Inter torna al successo a San Siro | Foto Twitter
    L’Inter torna al successo a San Siro | Foto Twitter

    La ripresa prende tinte rossoblù dal principio, mentre l’Inter cerca di controllare il match. Antonelli prova da fuori area ma trova pronto Handanovic che blocca a terra il pallone, la stessa sorte tocca al tiro di Iago Falquè pochi minuti dopo. Passano pochi minuti e nella fase centrale del secondo tempo il Genoa ha un’occasione clamorosa per accorciare le distanze, Iago Falquè crossa dalla destra, la palla finisce a Lestienne che si coordina benissimo calciando di prima il pallone che si stampa contro la traversa.

    Dopo un’altra bella occasione di Bertolacci che spara fuori il Genoa accorcia con Izzo. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo rossoblù Handanovic respinge un tiro da fuori di Costa (subentrato a Bertolacci) e il difensore piomba come un falco sulla sfera ribattendola in rete per il temporaneo 2-1. Nei minuti finali l’Inter realizza la terza rete, ancora su calcio d’angolo e grazie a Vidic che solo come Icardi nel primo tempo sbatte di testa in rete la sfera denotando i problemi in fase di calci piazzati della difesa rossoblù.

    INTER-GENOA 3-1 (2-0) – 12° Palacio (I), 39° Icardi (I), 85° Izzo (G), 89° Vidic (I)

    Inter (4-2-3-1): Handanovic 6,5; Campagnaro 6,5, Andreolli 6, Vidic 6, D’Ambrosio 6; Medel 7,5, Guarin 6,5; Hernanes 6 (dal 74° Obi S.V.), Palacio 7 (dal 65° Kuzmanovic 6), Podolski 6,5; Icardi 7.

    All.: Roberto Mancini 6,5

    Genoa (3-4-3): Perin 6; Izzo 6, Burdisso 5,5, De Maio 6,5; Edenilson 5, Rincon 5,5 (dal 80° Fetfatsidis S.V.), Bertolacci 6,5 (dall’84° Tino Costa S.V.), Antonelli 6; Iago Falquè 6,5, Matri 5 (dal 52° Kucka 5), Lestienne 5,5.

    All.: Gian Piero Gasperini 5,5

    Arbitro: Irrati 5,5

    Ammoniti: De Maio (G), Bertolaggi (G), Campagnaro (I) Espulsi:

  • Genoa, in arrivo Tino Costa dallo Spartak Mosca

    Genoa, in arrivo Tino Costa dallo Spartak Mosca

    Il Genoa di Enrico Preziosi è fino ad oggi autore di una stagione esaltante, poco importa per le ultime due sconfitte giunte in situazioni paradossali la prima e per qualche errore di troppo la seconda. Di fatto la squadra di Gasperini si sta tenendo su livelli alti, con una media punti da Europa.

    E proprio in quest’ottica il mercato di gennaio potrebbe essere l’ago della bilancia che porterebbe il Grifone a competere con una rosa completa addirittura per il terzo posto che vorrebbe dire preliminari di Champions League, un sogno per il popolo rossoblù.

    Enrico Preziosi non solo starebbe lavorando sul mercato per rinforzare la squadra ma starebbe anche cercando di puntellarne la forza, cercando calciatori che una volta inseriti possano tenere il livello attuale del Genoa, per non ripetere gli stessi errori fatti negli anni precedenti.

    Tino Costa con la maglia dello Spartak Mosca | Foto Twitter
    Tino Costa con la maglia dello Spartak Mosca | Foto Twitter

    La notizia data dai principali network specializzati sul mercato riguardano quel rinforzo a centrocampo che serve al Genoa, proprio per far ripartire la squadra in modo ancora più efficace e con maggiore ordine in mezzo al campo. Si tratta di Tino Costa, calciatore argentino di 29 anni che potrebbe giungere alla corte di Gasperini con la formula del prestito. Questo innesto sarebbe molto importante, per motivi sia attuali che futuri visto che al momento c’è grande fermento intorno a Kucka che è richiesto come ad ogni sessione di mercato e in futuro il Genoa dovrà fare a meno di Sturaro che è già stato venduto alla Juventus con trasferimento a giugno.

    Tino Costa può ricoprire diversi ruoli a centrocampo ed in primis è un centrale di centrocampo dove detta ritmi e ripartenze, ma non solo nelle sue esperienze precedenti, Valencia soprattutto, ha anche fatto il trequartista dove però nel Genoa c’è abbastanza concorrenza. Il suo impiego potrebbe essere un’arma in più per il Grifone proprio in mezzo al campo dove la costruzione del gioco al momento parte soprattutto dagli esterni e con la regia di Costa avrebbe un’ulteriore valvola di sfogo.

    Il Genoa vista questa prima parte di stagione è al centro di molte trattative in uscita che riguardano i suoi gioielli, tuttavia il primo colpo pare averlo fatto in entrata, segno evidente che Preziosi ha imparato dagli errori passati.

  • Genoa, Gasperini e il fiammingo dimenticato

    Genoa, Gasperini e il fiammingo dimenticato

    Il post Genoa-Roma non è stato certo digerito nel migliore dei modi dall’ambiente rossoblù e tra il danno (sconfitta) e la beffa (squalifiche varie) ce n’è una che proprio al popolo genoano non va giù, ed è quella infierita a Diego Perotti che per quattro giornate è stato allontanato dal Giudice Sportivo dopo la visione della prova televisiva per i fatti inerenti il match contro i giallorossi.

    L’assenza del trequartista argentino obbliga Gasperini a ridisegnare qualcosa nel fronte che gli è più caro, quello offensivo, dove non ha mai nascosto la sua predilezione cercando sempre abbondanza dalle sessioni di mercato. Ebbene tra le frecce nell’arco del mister genoano ce n’è una che finora ha fatto vedere poco rispetto alle aspettative che lo accompagnavano e si tratta di Maxime Lestienne.

    Il trequartista belga, giunto nella fase finale della sessione di mercato estivo, che rappresentava la ciliegina sulla torta ben farcita da Enrico Preziosi per Gian Piero Gasperini è forse stata finora l’unica nota meno positiva del complesso rossoblù a discapito proprio di scommesse vinte come proprio Diego Perotti o Iago Falque.

    Maxime Lestienne | Foto Twitter
    Maxime Lestienne | Foto Twitter

    Ecco che quindi viene sintomatico pensare all’impiego della freccia belga per sostituire l’argentino squalificato. La domanda però è come? Perché il problema di Lestienne finora è stato che è abile e arruolabile per la fase offensiva, ma nel parco degli attaccanti esterni poi non fa efficacemente anche quello che chiede il mister proprio nella fase più delicata, ovvero quella difensiva, complice anche un difficile ambientamento.

    L’unica partita che Lestienne ha giocato per intero finora è quella risultata negativa in Coppa Italia contro l’Empoli dove ha fatto bene ma è stata la squadra che ha deluso offuscando anche la prova del belga.

    Gasperini alcune settimane fa lo aveva preannunciato, la sua volontà, una volta trovata la quadratura del cerchio era quella di preparare il fiammingo per metterlo in condizione di fare il resto della stagione alla pari degli altri ed essere finalmente utile alla causa rossoblù.

    Del resto basta immaginare il Genoa con il Perotti visto finora in una fascia del campo e il Lestienne ammirato a Bruges sull’altra fascia con Matri o Pinilla davanti ed il resto della squadra che gira a mille come ha fatto finora in tutto il girone di ritorno. Sarebbe roba da lustrarsi gli occhi in continuazione.

  • Genoa, perché non squalificare anche il campo?

    Genoa, perché non squalificare anche il campo?

    Chiariamo subito ogni dubbio il titolo scelto è ironico anche se ovviamente, viste le inquietanti decisioni del Giudice Sportivo, da ridere c’è molto poco. Il Genoa si ritrova dopo un big-match, perché questo doveva essere una partita tra la seconda classificata e la terza, senza un punto, con una gestione della partita discutibile, un finale rusticano ed ora anche con squalifiche pesanti ed inopportune. Sia chiaro, la stessa cosa in parte vale anche per la Roma, anche se in saccoccia mette tranquillamente tre punti e le squalifiche ricevute creano un danno minore rispetto a quelle che riceve il Grifone pur commettendo o no, atti di pare gravità.

    Il titolo è riflessivo e cerca di porre una questione importante, se le regole esistono vanno rispettate e se non vengono rispettate è giusto che siano punite a termini di regolamento con aggravamenti in caso di recidività. Genoa-Roma poteva essere una grandissima partita, tra le due squadre che forse offrono il più bel calcio in questo momento ed invece……protagonista diventa Banti. La domanda nasce già dalla designazione arbitrale perché lui? Trattandosi di un big-match fossero state altre due contendenti avremmo avuto ben altro nome e forse Banti lo avremmo visto quale assistente, il concetto vale anche per l’altro big-match di giornata ovvero Juventus-Sampdoria arbitrata da Doveri, ma essendoci stati danni ininfluenti la cosa passa inosservata.

    Già questo è un punto fermo, gli arbitri dovrebbero essere selezionati in proporzione alla gara che devono arbitrare sia che vale lo scudetto, sia che vale la retrocessione, per fare un esempio Rizzoli,  Rocchi o Mazzoleni non avrebbero perso di mano la partita, ma nemmeno il più in forma Russo. Ci sono invece arbitri che come la gramigna rovinano il prato verde, Tagliavento per esempio nessuno capisce come ancora possa essere nella lista in Serie A. Un calo di forma è normale per un essere umano, ma il designatore dovrebbe conoscerli, se poi il periodo è medio-lungo allora è inadeguato lo stesso designatore che di fatto non fa il proprio dovere.

    L’errore sull’espulsione di Perin da parte di Banti ci può stare, considerando la velocità dell’azione e la conseguente decisione arbitrale, anche se in campo aperto (Nainggolan è davanti a Perin con solo altri tre giocatori in area) ci sono un guardalinee ed un addizionale di porta che dovrebbero dire all’arbitro “Guarda è rigore ma non è espulsione perché ci sono due giocatori del Genoa davanti alla linea di porta”. Questo è il secondo punto fermo, perché vuol dire che la collaborazione tra la squadra arbitrale non funziona e di fatto condiziona la gara. Ad un’espulsione si può sopperire ma se è il portiere a lasciare il campo con un rigore la penalizzazione è sempre doppia e se poi è figlia di un errore diventa grave…

    Il gol della Roma è regolare, anche se prima Ljajic fa una simulazione in area non sanzionata dall’arbitro che fermando il gioco avrebbe fatto rientrare  la difesa rossoblù. Qui va detto che Banti nella ripresa non sanziona Pinilla per la stessa infrazione in area giallorossa, mentre discute e s’infuria quando si simula a centrocampo, quindi è coerente ma condizionato evidentemente.

    Il resto della partita a livello gestionale da parte dell’arbitro è discutibile, così come l’annullamento del gol genoano nei minuti di recupero ma fanno parte della solita diatriba sulla sudditanza sulla quale non entriamo perché anche in questo caso è soggettiva, ci sono arbitri per natura casalinghi, pro grandi giocatori e altri “sudditi” solo la statistica diche chi è chi.

    Holebas esce dal campo di Marassi | Foto Twitter
    Holebas esce dal campo di Marassi | Foto Twitter

    Veniamo ai minuti finali, c’è uno stadio intero che diventa incandescente (tra il primo ed il secondo tempo è stato espulso anche Gasperini e il pubblico non sa il perché), vede la propria squadra che merita il pareggio, lo ottiene gli viene annullato. Perotti rifila un calcione a Holebas che s’infuria, parapiglia che arbitro e collaboratori non vedono le squadre escono dal campo sotto un fitto lancio di oggetti Garcia ed un altro dirigente giallorosso se la prendono con qualcuno nel tunnel ed Holebas con il dito medio fa un gestaccio ai settore distinti dello stadio.

    Terzo punto fondamentale, il nervosismo ambientale è derivato dall’arbitro ed il giudice sportivo dovrebbe tenerne conto, invece sanziona pesantemente Perotti con quattro giornate lasciando stare per esempio Totti che scalcia “amichevolmente” Bertolacci mentre è a terra e anche in questo caso se si tratta di un gesto amichevole lo sanno Totti e Bertolacci ma il resto dello stadio no e quindi s’innervosisce così come ci domandiamo come lo abbia interpretato Banti. Tutte cose non considerate dal Giudice Sportivo.totti calcio

    Quarto punto fermo Garcia , sulla base di una dichiarazione spontanea di uno steward dello stadio che non è un tesserato F.I.G.C., pare abbia tentato di dare uno schiaffo all’addetto al servizio d’odine. Ci domandiamo da quando la Procura Federale considera le affermazioni dei non tesserati come prova e se così è ne conseguiranno presumiamo molte altre le prossime giornate, inoltre se Gasperini, reo di aver protestato è stato sanzionato con espulsione ed ammonizione con diffida ci domandiamo se, una volta rese prove le dichiarazioni dello steward sono congrue solo due giornate di squalifica per il tecnico francese, considerando che un non tesserato per lo stesso reato riceve il DASPO.

    Quinto punto fermo Holebas, al pari di Totti che per altro è recidivo a tali comportamenti, non dovrebbe essere punito con una sanzione maggiore rispetto ad una sola giornata di squalifica visto che in quel momento per un tifoso genoano quel gesto è ben più pesante di un calcio a gioco fermo?

    Sesto punto fermo, Preziosi è abitudinario a rilasciare dichiarazioni a fine partita dalla tribuna le parole usate sono certamente mal pesate ed espresse in modo supponente, tuttavia sono le parole dette a caldo da un dirigente che da anni rilascia dichiarazioni sanguigne e poco “politiche”, prendere o lasciare non c’è bisogno di fare polemiche, infatti a mente fredda è tornato sui suoi passi.

    Settimo punto fermo e più importante, tutti i precedenti punti compreso il senso del titolo hanno un comune denominatore, Banti, non ci risulta di aver letto o carpito una qualsiasi presa di posizione o provvedimento disciplinare per chi ha cominciato lo scempio, si trattava di un big-match e come capitò a Rocchi dopo Juventus-Roma ci si aspettava una reazione simile dalla A.I.A. che invece evidentemente non solo nella designazione ma anche nelle reazioni non considera una delle due squadre una big trascurando il dato sportivo, la classifica. Altro fatto che farà sempre innervosire un tifoso di calcio.

    Ultima considerazione, e qui torniamo al titolo, Marassi vive le partite in una maniera particolare d’accordo, è capace di essere il dodicesimo uomo in campo quando gira bene al pari di quando gira male, tuttavia non è possibile che quando avvengono situazioni contrarie e penalizzanti, e nessuno lo nega, si crei una situazione da lancio di oggetti in campo e aggressioni verbali continue nei confronti di chi rappresenta altri colori. Considerando la recidività del pubblico genoano in tal senso ci stupisce che sia stata sanzionata solo una diffida e non una squalifica del campo ma sarebbe stato il colmo di una depauperazione che continua dal fischio iniziale di Genoa-Roma.

    La Serie A di certo non ha bisogno per risollevarsi di situazioni di questo tipo ma aveva e ha bisogno di grandi e belle partite che si possano giocare senza condizionamenti di alcun tipo dall’inizio alla fine.

  • Genoa da sballo, ma non è una sorpresa

    Genoa da sballo, ma non è una sorpresa

    La quattordicesima giornata di Serie A si avvicina alla conclusione e determina alcuni fatti fondamentali che porteranno sconquassamenti nelle prossime settimane, protagonista del turno è senz’altro il Genoa di Gian Piero Gasperini. Inevitabile un discreto movimento del mercato di riparazione per alcune e di conseguenza una definizione della classifica che è destinata a variare soprattutto per chi lotta in quota salvezza. Abbiamo deciso di intitolare l’analisi della giornata odierna in questo modo per dare enfasi allo straordinario volo del Grifone ma anche alle nostre previsioni di inizio stagione, quando proprio al Genoa, davamo la possibilità di lottare per l’Europa nelle nostre pagelle del mercato estivo.

    C’erano delle scommesse da vincere e un salto di qualità da fare ed il Genoa ha fatto tutto questo, ora viene la parte più difficile, il mantenimento della zona e le carte sono tutte in regola per il team di Enrico Preziosi per questo noi diciamo con forza che non è una sorpresa, semmai le vere sorprese sono le altalenanti prestazioni di Lazio, Fiorentina e Napoli ma hanno dei perché e difficilmente possono essere risolte in poco tempo, per questo tutto è nelle mani, o meglio, nei possenti artigli del Grifone.

    La Gradinata Nord di Genova | Foto Twitter
    La Gradinata Nord di Genova | Foto Twitter

    Partendo dai presupposti oggettivi il Genoa ha un feeling storico e straordinario con la sua tifoseria e quando le cose vanno bene le due componenti si lustrano gli occhi a vicenda in un crescendo di entusiasmo che può diventare determinante. La stessa situazione non è vissuta dalle concorrenti per la posizione, Napoli e Lazio spesso subiscono contestazioni sindrome di una passione variabile ai risultati e che penalizza la squadra, stessa sorte per Milan e Inter che stanno vivendo una situazione di apatia da parte dell’ambiente.

    Il Genoa al momento ha una situazione di salute dei suoi giocatori importante, infatti Gasperini è stato bravissimo finora a far ruotare la rosa ed anzi allargandosela con per esempio innesti dalle giovanili come Mandragola. Fiorentina, Napoli e Lazio hanno avuto una partenza ad handicap in tal senso con soprattutto la viola a farne le spese maggiori, è chiaro che se parti con degli obbiettivi importanti e ti ritrovi dopo pochi turni senza prima Marin e Gomez e poi senza Rossi tutta la visione cambia e così anche gli stimoli.

    Gli stimoli del Genoa sono altissimi, sia come squadra che come singoli giocatori ed alla base c’è una grande voglia di riscatto. Matri, Perotti, Antonini, Roncaglia, Bertolacci e Pinilla sono solo alcuni giocatori sottovalutati o poco considerati o anche solo sfortunati fino a ieri che a Genova stanno trovando una grande piazza per rilanciarsi. Perin, Lestienne, Sturaro, Marchese e Mandragola sono solo alcuni giovani che hanno giù detto qualcosa e che ora vogliono arrivare. Milan, Inter e Napoli hanno poco costruito in tal senso ed anzi nei giocatori presi nel mercato estivo c’era quasi la sensazione di un recupero di giocatori ormai perduti. Per Lazio e Fiorentina il discorso è diverso perché la prima ha cambiato tecnico e molti giocatori la seconda invece ha perso anche gli stimoli giovanili di Bernardeschi che si è rotto pure lui strada facendo.

    Altro stimolo importante è la presenza nella stessa zona di classifica della Sampdoria. Infatti i cugini blucerchiati rappresentano quella spinta in più che le altre non hanno in quanto Milan e Inter si litigano a chi fa peggio, la Lazio vede la Roma inarrivabile, Napoli e Fiorentina non hanno rivali cittadine che possono far da leva. La Sampdoria è nella stessa situazione del Genoa, anche lei vive il dualismo cittadino mirando il sorpasso al Grifone e quindi facendo punti importanti, paradossalmente è lei la vera antagonista del Genoa e questa è una spinta per entrambe a correre più veloce, fatto che porta in questo momento il Genoa a sei punti dalla Roma e con domenica prossima lo scontro diretto con i giallorossi in casa. Se la Samp questa sera dovesse vincere a Verona andrebbe ad un solo punto dai rossoblù e domenica prossima se la dovrà vedere con la Juventus a Torino. In pratica potremmo assistere alle prime due della classe contro la terza e la quarta in classifica con tutti questi presupposti a fare da sgambetto sulle favorite.

    I presupposti tecnici in una Serie A dove serve solo un buon equilibrio tra i reparti e velocità nel Grifone ci sono tutti, così come nel tecnico che ha maturato un’esperienza ormai importante nella gestione del gruppo e nella lettura delle partite dall’inizio. Situazione da verificare ancora con Inzaghi al Milan e Pioli alla Lazio, mentre Montella ha poche scelte a disposizione Benitez ne ha molte di più ma si porta dietro malumori nel gruppo, tipo la gestione Insigne.

    Insomma il Genoa deve solo continuare crederci, rimanere con i piedi per terra e la strada difficilmente può cambiare, del resto l’Udinese per tre volte ai preliminari di Champions League, nelle stagioni precedenti, lo ha insegnato nulla è impossibile.

  • Genoa-Palermo, un divertente posticipo finisce 1-1

    Genoa-Palermo, un divertente posticipo finisce 1-1

    Tante emozioni e sicuramente poca noia nel posticipo della 12° Giornata di Serie A andato in scena questa sera  a Marassi. Genoa e Palermo hanno giocato la partita a viso aperto, provando entrambe, con il proprio stile di gioco, a conquistare i 3 punti. Alla fine è uscito fuori un 1-1 che non permette al Genoa di agganciare il terzo posto ma che consente alle due compagini di proseguire il buon momento di forma e risultati positivi.

    Da segnalare l’eurogol di Dybala e l’ennesima grande prestazione di Perin.

    Veniamo al racconto della gara.

    Gasperini manda in campo i suoi con il 3-4-3 che vede Antonelli e Edenilson esterni di centrocampo ed un tridente offensivo formato da Iago Falque, Matri e Perotti.

    Iachini risponde con un 3-5-1-1 con Chochev che vince il ballottaggio con Quaison per sostituire l’infortunato Bolzoni e con Vazquez pronto ad agire alle spalle di Dybala.

    Paulo Dybala
    Paulo Dybala

    La partenza è su alti ritmi con le squadre che fanno grande pressing per evitare facili impostazioni all’avversario. Al 7° il Palermo passa in vantaggio, Dybala riceve, punta Burdisso e lascia partire un sinistro sul palo lontano dove Perin non può arrivare. Il Genoa prova ad abbozzare una reazione ma il Palermo sa rendersi insidioso in ripartenza. Al 20° il Genoa troverebbe anche il pareggio ma il colpo di tacco di Matri arriva dopo che la palla era uscita sul fondo. I rossoblù crescono e provano ad aumentare la pressione offensiva. Al minuto 27 però ghiotta occasione per il Palermo con Lazaar che lascia partire il tiro da fuori, Perin non trattiene, arriva Dybala che calcia a botta sicura ma sulla sua traiettoria c’è Marchese che salva. Al 30° il Genoa pareggia grazie ad una bella conclusione di Bertolacci, forse sfiorata da Antonelli, che si infila in rete. Nel giro dei successivi 5 minuti il Genoa ha due grandi palle gol con Antonelli prima, salvato da Sorrentino e con Iago Falque poi, respinta di Gonzalez. Sul ribaltamento di fronte Dybala effettua un controllo geniale e si presenta davanti a Perin ma il portiere del Genoa compie una prodezza e salva il pareggio. I padroni di casa continuano a premere ma il risultato non cambia, si va al riposo sul 1-1.

     

    Andrea Bertolacci
    Andrea Bertolacci

    Si riparte con un cambio nel Genoa, entra Pinilla per Iago Falque. Anche nella ripresa la partita la fanno i rossoblù senza però costringere Sorrentino ad alcun intervento. Dopo circa 10 minuti inizia a riaccendersi il Palermo, i rosanero al 59° sfiorano il vantaggio con il gran tiro di Vazquez che si stampa sul palo. Al 68° ancora Perin protagonista con uno splendido riflesso su un colpo di testa di Quaison da pochi passi. Il Genoa sembra spento, il Palermo cresce e al 72° Vazquez colpisce di testa ma spedisce fuori. Invece la partita si mantiene dalle mille emozioni e al 76° Antonelli serve a Pinilla un pallone forse un po’ troppo alto e il cileno con la porta spalancata colpisce oltre la traversa. Negli ultimi minuti una bella azione di Fetfatzidis prova ad innescare Kucka ma lo slovacco non riesce a calciare verso la porta. Il Genoa ci prova e al 5° minuto di recupero Pinilla reclama per un contatto con Munoz in area, Fabbri decide di lasciar correre e poco dopo fischia la fine, a Marassi finisce 1-1.

     

    GENOA – PALERMO 1-1 (1-1) (7° Dybala (P), 30° Bertolacci (G))

    Genoa (3-4-3): Perin; Roncaglia, Burdisso, Marchese; Edenilson, Greco, Bertolacci (78° Kucka), Antonelli; Iago Falque (46° Pinilla), Matri (60° Fetfatzidis), Perotti.

    Allenatore: Gasperini.

    Palermo (3-5-1-1): Sorrentino; Munoz, Gonzalez, Andelkovic; Morganella, Barreto, Maresca (90° Ngoyi), Chochev (66° Quaison) , Lazaar; Vazquez (83° Belotti); Dybala.

    Allenatore: Iachini.

    Arbitro: Fabbri.

    Ammoniti: Roncaglia (G), Greco (G).

  • Settebello Juve, cade la Lazio ad Empoli

    Settebello Juve, cade la Lazio ad Empoli

    La Juventus nella gara del pomeriggio ha mandato un messaggio chiaro e diretto alla Roma e a tutte le squadre che vogliono provare a conquistare lo scudetto.

    Contro il Parma allo Juventus Stadium arriva un successo nettissimo per 7-0, una gara praticamente senza storia ed in attesa dei posticipi Fiorentina-Napoli, Inter-Verona e Roma-Torino si porta a +6 sulla seconda.

    Nelle altre gare pareggio vivace, all’ora di pranzo tra Cagliari e Genoa, caduta della Lazio che viene sconfitta 2-1 ad Empoli, successo fondamentale per il Chievo nello scontro diretto salvezza contro il Cesena e pareggio per 1-1, con qualche rimpianto per i rosanero, tra Palermo ed Udinese.

    Veniamo al racconto delle gare di questo pomeriggio partendo dalla sfida del S.Elia.

    Cagliari e Genoa hanno dato vita ad una partita vivace con una buona partenza dei liguri ed una progressiva crescita dei padroni di casa che al 16° trovano il vantaggio grazie a Farias abile a sfruttare un’incertezza tra Marchese e Perin. Il Genoa però non molla, sfiora il pari con Pinilla in rovesciata, colpisce un palo con Kucka e al 53° trova il meritato pari: azione personale di Perotti che mette in mezzo, Rossettini tenta un intervento difensivo ma la spinge nella propria porta. Entrambe le squadre cercano il successo, il Cagliari ci va vicino con un palo di Conti su punizione. I padroni di casa al 76° avrebbero la chance per conquistare i tre punti, Sturaro commette fallo da rigore e viene espulso. Dal dischetto va Avelar ma Perin neutralizza la conclusione e alla fine è 1-1.

    CAGLIARI – GENOA 1-1 (16° Farias (C), 53° aut. Rossettini (C))

    Cagliari (4-3-3): Cragno; Balzano, Ceppitelli, Rossettini, Avelar; Ekdal (79° Donsah), Conti, Joao Pedro (72° Dessena); Farias, Sau, Cossu (63° Longo).

    Allenatore: Zeman.

    Genoa (3-4-3): Perin; Roncaglia, Burdisso, Marchese (49° Greco); Edenilson, Sturaro, Bertolacci, Antonelli; Kucka (46° Lestienne), Pinilla (80° Izzo), Perotti.

    Allenatore: Gasperini.

    Arbitro: Peruzzo

    Ammoniti: Joao Pedro (C), Conti (C), Sau (C), Avelar (C), Balzano (C), Sturaro (G), Edenilson (G), Antonelli (G), Burdisso (G)

    Espulsi: Sturaro (G)

     

    Carlos Tevez
    Carlos Tevez

    Allo Juventus Stadium va in scena un totale dominio con un Settebello Juve. I bianconeri, oggi in blu, partono fortissimo, vanno più volte vicino al vantaggio che poi trovano al 24° grazie al tap-in vincente di Llorente dopo una corta respinta di Mirante su tiro di Pogba. Sbloccato il risultato tutto diventa più semplice e dopo 5 minuti Lichtsteiner trova un gran gol col tiro da fuori. Altri 7 minuti e Llorente trova la doppietta con un tocco facile facile su assist dell’esterno svizzero. Nella ripresa si scatena Tevez che prima si inventa il 4-0 con una cavalcata vincente e prepotente, poi fa doppietta con il tocco facile dopo una ribattuta di Mirante. Negli ultimi minuti c’è gloria anche per Morata che trova la doppietta del definitivo 7-0. Il 4-3-2-1 della Juve di Allegri pare funzionare, il Parma di Donadoni è stato troppo brutto per esser vero.

    JUVENTUS – PARMA 7-0 (24°, 36° Llorente, 29° Lichtsteiner, 50°, 58° Tevez, 76°, 86° Morata)

    Juventus (4-3-2-1): Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Padoin; Romulo, Marchisio (37° Mattiello), Pogba; Tevez (60° Coman), Pereyra; Llorente (71° Morata).

    Allenatore: Allegri

    Parma (3-5-2): Mirante; Felipe, Lucarelli, Costa; Rispoli, Acquah, Lodi, J. Mauri (54° Mariga), De Ceglie (46° Gobbi); Cassano (69° Belfodil), Ghezzal.

    Allenatore: Donadoni.

    Arbitro: Russo.

    Ammoniti: Acquah (P).

     

    La Lazio cade dopo 6 turni positivi mentre l’Empoli torna a fare punti dopo 3 sconfitte consecutive. Gli uomini di Sarri come già accaduto durante l’anno ha sfruttato i calci piazzati per poter portare a casa i tre punti. La partita senza grandi emozioni si sblocca al 52° quando Barba su azione da corner, con il colpo di testa porta avanti i suoi. Passano 3 minuti, altro schema da calcio piazzato e Maccarone fa 2-0. La Lazio reagisce ed al 67° accorcia le distanze con il colpo di testa di Djordjevic ma non basta a sorridere sono i toscani.

    EMPOLI – LAZIO 2-1 (52° Barba (E), 55° Maccarone (E), 67° Djordjevic (L))

    Empoli (4-3-1-2): Sepe; Laurini (69° Hysaj), Barba, Rugani, Mario Rui; Vecino, Valdifiori, Croce; Zielinski (58° Laxalt); Maccarone, Pucciarelli (85° Bianchetti).

    Allenatore: Sarri.

    Lazio (4-3-3): Berisha; Cavanda, De Vrij, Ciani, Braafheid (58°Klose); Parolo (32° F. Anderson), Biglia, Lulic; Candreva, Djordjevic, Mauri (43° Ederson).

    Allenatore: Pioli.

    Arbitro: Mazzoleni.

    Ammoniti: Mario Rui (E), Cavanda (L), Ederson (L)

     

    Il Palermo rimonta l’Udinese e conquista un punto importante ma i rosanero possono rimpiangere per il rigore fallito da Vazquez, anzi parato da Karnezis. Pronti via e l’Udinese va subito in vantaggio con Thereau abile a ribadire in rete una parata di Sorrentino su Danilo. Il Palermo si butta in avanti e sul finire del primo tempo trova il pareggio con un rigore trasformato da Dybala. Nella ripresa, oltre al rigore fallito, i rosanero ci provano ma la difesa friulana tiene.

    PALERMO – UDINESE 1-1 (5° Thereau (U), 45° Dybala (P))

    Palermo (3-4-2-1): Sorrentino; Munoz, Gonzalez, Andelkovic; Pisano (77° Vitiello), Barreto, Bolzoni (63° Belotti), Lazaar; Maresca, Vazquez; Dybala.

    Allenatore: Iachini.

    Udinese (4-4-2): Karznezis; Widmer (13° Pasquale), Herteaux, Danilo, Piris; Badu, Allan, Guillherme, Fernandes (59° Kone); Muriel (75° Pinzi), Thereau.

    Allenatore: Stramaccioni.

    Arbitro: Doveri.

    Ammoniti: Sorrentino (P), Badu (U), Allan (U), Piris (U), Kone (U), Pinzi (U).

     

    Sergio Pellissier è l’eroe del Chievo. L’attaccante gialloblù trova una doppietta, ad inizio e fine secondo tempo che consegna i tre punti ai suoi rendendo inutile il momentaneo pari di Djuric arrivato al 88°.

    CHIEVO-CESENA 2-1 (48°, 90° Pellissier (Ch), 88° Djuric (Ce))

    Chievo (4-2-3-1): Bizzarri; Frey, Gamberini, Zukanovic, Cesar; Radovanovic, Hetemaj; Birsa (81° Bellomo), Meggiorini, Schelotto (46° Pellissier); Paloschi (61° Sardo).

    Allenatore: Maran.

    Cesena (4-3-2-1): Leali; Capelli, Lucchini, Volta, Magnusson (59° Mazzotta); Cascione (50° Djuric), De Feudis, Coppola (76° Garritano); Defrel, Carbonero; Hugo Almeida.

    Allenatore: Bisoli.

    Arbitro: Tagliavento.

    Ammoniti: Meggiorini (Ch), Gamberini (Ch), Hetemaj (Ch), Frey (Ch), Carbonero (Ce), Lucchini (Ce).

     

    RISULTATI

    Cagliari – Genoa 1-1

    Chievo – Cesena 2-1

    Empoli – Lazio 2-1

    Juventus – Parma 7-0

    Palermo – Udinese 1-1

     

    CLASSIFICA

    Juventus 28, Roma* 22, Sampdoria 20, Lazio e Genoa 19, Napoli* 18, Milan e Udinese 17, Inter* 15, Fiorentina*, Verona* e Palermo 13, Torino* e Sassuolo 12, Cagliari, Empoli e Atalanta 10, Chievo 8, Cesena 7, Parma 6

    * una partita in meno.

  • Calcio, il momento d’oro della Liguria

    Calcio, il momento d’oro della Liguria

    Genoa e Sampdoria ai vertici della Serie A, lo Spezia in zona play-off della Serie B mentre l’Entella è in aria “salvezza” ed il Savona, come l’anno scorso, protagonista della Lega Pro. Se si  potesse scattare un’istantanea, come con una vecchia Polaroid, ecco che apparirebbe il momento d’oro del calcio ligure. Nemmeno le annate favolose degli anni ’90, con Genoa in zona europea e la Sampdoria che si apprestava a conquistare il suo primo e memorabile scudetto, sarebbero sufficienti a dire quanto in una piccola striscia di terra, come la Liguria, sia florida ed in espansione, come in questo momento.

    Nel 1991, quando la Samp vinse il suo primo scudetto ed il Genoa terminò il suo campionato in Serie A quarto, qualificandosi per la prima volta nella sua storia in Coppa U.E.F.A., il resto della regione annaspava con lo Spezia relegato in Serie C1 ed il Savona in Interregionale.

    Per ritrovare un simile status bisogna andare indietro fino al 1941/42, ovvero mentre la Seconda Guerra Mondiale imperversava, con il Genoa che terminò il campionato nella massima serie quarto in classifica e l’altra squadra genovese, il Liguria nato dalla fusione di Sampierdarenese, Andrea Doria e Corniglianese si trovava in undicesima posizione. Mentre lo Spezia chiuse il campionato di Serie B in sesta posizione ma con il miglior attacco della cadetteria (24 reti di Costanzo, 17 di Castigliano e 13 di Costa). Lo Spezia non ottenne la promozione mentre il Savona in quell’anno si trovava in ultima posizione, della Serie B però.

    Immagini del Campionato Serie A 1941/42 | Foto Web
    Immagini del Campionato Serie A 1941/42 | Foto Web

    Non si riuscì ad eguagliare la stessa situazione nemmeno l’anno successivo, dove il Genoa terminò quinto, Liguria sedicesimo in Serie A mentre Spezia sesta in Serie B e Savona in ultima posizione in Serie B con 18 punti.

    Insomma come abbiamo sottolineato, difficile trovare dal dopoguerra in poi una situazione simile di floridità del calcio ligure in ognuna delle tre categorie nazionali, anche quando il Savona ottenne la Serie B, nel 1966/67 e le due genovesi, Sampdoria e Genoa che militavano nella cadetteria ottennero, la prima la promozione in A e la seconda una salvezza risicata mentre lo Spezia arrivò quarto nel Girone B della Serie C, rimandando di quarant’anni l’appuntamento con la storica promozione.