Luigi De Canio non è più l’allenatore del Genoa, con lui diventano 3 le panchine di Serie A saltate in questa stagione dopo quelle di Ficcadenti (Cagliari) e Di Carlo (Chievo). Il presidente Enrico Preziosi, dopo la pesante sconfitta rimediata con la Roma, ha deciso di cambiare la guida tecnica del Grifone generando grande sorpresa nello stesso De Canio. Arrivato a Genova nella passata stagione con i rossoblù terzultimi in classifica a cinque giornate dal termine, il tecnico lucano era riuscito a salvare i genoani all’ultima giornata. Dopo aver meritato sul campo la riconferma, in questa stagione De Canio non è riuscito però ad evitare l’esonero da parte del presidente genoano nonostante i 9 punti conquistati nelle prime 8 giornate, frutto di 10 gol fatti e 12 subiti. Evidentemente il decimo posto in classifica ed una squadra troppo discontinua sia nei risultati che nella gestione della partita hanno convinto Preziosi a cambiare qualcosa.
Il presidente del Genoa ha spiegato così l’esonero: “Con De Canio ho un ottimo rapporto, per questo motivo provo un grande dispiacere nel doverlo allontanare come allenatore del Genoa. C’è chiaramente qualcosa che non va nella squadra, non sarei stato contento nemmeno se avessimo portato a casa i tre punti contro la Roma”. Inoltre come evidenziato dallo stesso Preziosi, il Genoa in questa stagione per ben 3 volte è passato in vantaggio (contro Roma, Juve e Catania) e altrettante volte ha perso mostrando chiare difficoltà nella gestione della partita. De Canio nel post-partita di ieri, aveva giustificato questo problema con l’inesperienza di alcuni giocatori giovani inseriti nell’undici genoano, ma si sa, quando le cose non vanno a pagare è sempre colui che siede in panchina.
Il prossimo allenatore del Genoa sarà Gigi Del Neri, ex allenatore della Samp, molto stimato da Preziosi: “Lo inseguivo da un anno, ha dimostrato durante la sua carriera di essere un ottimo allenatore. Credo che all’interno della rosa ci siano gli uomini giusti per poter adottare il suo modulo, il 4-4-2. Arriva qui con un grande entusiasmo. Ho cambiato anche idea sul mio impegno, prometto ai tifosi che nel mese di gennaio faremo qualcosa di importante per cercare di poter riportare il Grifone di nuovo in alto”. L’ex tecnico del Chievo dei miracoli torna quindi ad allenare in Serie A dopo l’infelice esperienza vissuta alla Juventus nella stagione 2010/2011. Il nuovo tecnico del Genoa verrà presentato domani alle ore 12 presso la sala stampa di Villa Rostan.
Genoa-Roma, la partita della rimonta zemaniana. Anche se di Zeman la Roma continua ad avere il nulla cosmico, a parte forse il calcio d’inizio o quello del secondo tempo, quando otto uomini si mettono sulla linea e iniziano a correre verso la porta avversaria volendo raggiungere un’ipotetica qualificazione ai Giochi Olimpici per sfidare Bolt, lasciando in alta marea i due difensori, che nel frattempo si chiedono se hanno sbagliato sport proprio quella sera. Finisce 2-4 per i giallorossi, che rimontano il doppio svantaggio targato Kucka e Jankovic grazie all’ennesima serata divina di Capitan Totti. Il Re di Roma sigla il 2-1 alla mezzora del primo tempo, gol che riaccende le speranze dei giallorossi e dà una svolta mentale al match senza precedenti. I padroni di casa smettono di pressare, e di crederci. Il gol di Osvaldo a un minuto dal termine della prima frazione di gioco cambia le prospettive.
Al rientro degli spogliatoi soltanto una squadra scende in campo, la Roma appunto. La squadra di Zeman (frase più forzata di questa non esiste) mette sotto il Genoa per 45′ minuti senza concedergli nulla. Il gol del vantaggio lo segna ancora Osvaldo, di testa. L’italo-argentino è al suo quinto centro in campionato nelle quattro partite fin qui disputate. Completa la festa un altro argentino, l’ultimo tassello del tridente (ma dove?) giallorosso, Erik Lamela. L’ex baby prodigio dei Millionarios segna col mancino piazzato il suo terzo gol in campionato. Rispetto alla prima stagione in Italia, Erik è a una sola rete dal pareggio di bilancio. La partita si conclude con un sostanziale ko tecnico, evidenziato per di più dall’infortunio di Borriello, che costringe il Grifone a giocare in dieci uomini per gli ultimi dieci minuti della partita. La Roma torna a casa con i tre punti e un quinto posto in classifica, dove la distanza dalla Champions League è di quattro punti. Il rammarico, se così si può definire, è che in questa stagione non vedremo mai la Roma di Zeman. E non è poco.
Le pagelle di Genoa-Roma 2-4 (21-10-2012)
Borriello 6: contro la sua ex squadra ci mette il cuore e tanto impegno, ma alla fine è costretto ad assistere impotente alla disfatta dei suoi nuovi compagni di squadra disteso in panchina con una caviglia a pezzi. Sembrava essere la partita perfetta, ma un po’ tutti si sbagliavano.
Immobile 6: resta in panchina fino a metà del secondo tempo. Decisione quantomeno criticabile quella di De Canio, anche visto l’assolo di cui si rende protagonista l’ex attaccante del Pescara quando si porta a spasso cinque (e dico cinque) giallorossi. Suo l’unico tiro in porta del Genoa nella ripresa.
Lamela 6,5: non fa nulla di trascendentale rispetto agli altri due compagni di reparto, ma segna la rete che sancisce il definitivo 4-2, spegnendo di fatto le ultime “resistenze” rossoblu. Conferma di non essere l’esterno che vuole Zeman.
Osvaldo 7,5: ha un fisico straripante per gli avversari e un’innata propensione per il gol. E’ lui la bocca di fuoco della Roma, è lui il calciatore che costringerà Destro ora a sinistra ora in panchina e ora a destra (scusate il gioco di parole ma con Destro siamo sempre in difficoltà).
Totti 8: Ave Cesare, 36 anni e dimostrarne trenta (apprezzerete il complimento). Non può essere un esterno, ma rimane comunque Francesco Totti. Raggiunge quota 217 reti, superando Altafini e issandosi al terzo posto dei goleador più prolifici nella storia della Serie A. Nothing else?
Tabellino di Genoa-Roma 2-4
Genoa: Frey, Granqvist, Bovo, Canini, Moretti, Jankovic, Seymour (17′ st Bertolacci), Kucka, Antonelli, (24′ st Melazzi), Jorquera (8′ st Immobile), Borriello. Allenatore: De Canio
Roma: Stekelenburg, Piris, Marquinhos, Castan, Balzaretti, De Rossi, Tachtsidis, Florenzi (32′ st Pjanic), Lamela, Osvaldo (43′ st Bradley), Totti.
Il video di Genoa-Roma 2-4
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Vincere per non perdere contatto con il treno Champions, vincere per candidarsi a sorpresa del campionato. Al Marassi Genoa-Roma si scontrano per il posticipo dell’ottava giornata di campionato. Zeman riabilita gli epurati De Rossi e Osvaldo, protagonisti nel weekend internazionale con l’Italia di Cesare Prandelli. Per la trasferta di Genova rimangono a casa Burdisso e Destro, entrambi non al meglio. I giallorossi paradossalmente hanno reso meglio in trasferta fin qui, sebbene la gara vinta a tavolino contro il Cagliari inficia le statistiche. I padroni di casa rossoblu non perdono da quattro partite, con sei punti conquistati e due soli gol subiti. La Roma invece dopo la scoppola contro la Juventus allo Stadium, si è risollevata andando a battere l’Atalanta di Colantuono 2-0.
QUI GENOA– De Canio schiera i suoi con il classico 4-4-2. In attacco Borriello dovrebbe essere affiancato da Immobile, il quale ha superato l’attacco febbrile che l’ha tenuto in dubbio fino all’ultimo. Sarà proprio Borriello l’uomo in più della squadra di De Canio, Borriello che a Genova ha ritrovato la sua dimensione ideale. Sulle fasce agiranno il serbo Jankovic in collaborazione con Antonelli, mentre al centro Kucka giocherà in coppia con Seymour. In difesa Granqvist vince il ballottaggio con Sampirisi, mentre Bovo e Canini vanno a costituire la cerniera di difesa, con Moretti terzino sinistro. La porta sarà difesa da Frey.
QUI ROMA – Il boemo schiera il tridente di inizio campionato con Osvaldo al centro supportato da Totti e Lamela. A centrocampo torna De Rossi da interno destro, con il greco Tachtsidis al centro e Florenzi mezzala sinistra. In difesa Taddei e Balzaretti terzini, con Marquinhos e Castan centrali davanti Stekelenburg.
Debiti Serie A. Mondo del calcio in piena crisi, fair play finanziario alle porte e presidenti italiani che tagliano le spese. Il periodo che sta attraversando la serie A non è dei migliori e un’inchiesta della Gazzetta dello Sport ha sottolineato come i dieci patron delle maggiori società della massima serie abbiano speso di tasca loro circa 2.5 miliardi di euro! Cifre da capogiro che fanno capire quanto possa essere difficile gestire un club, puntando più sui soldi che sulle idee. Ora è arrivato il tempo del “taglio dei costi” causato soprattutto della crisi mondiale che ha causato una notevole riduzione dei guadagni nelle maggiori attività dei vari presidenti italiani. Pochi giorni fa Zamparini, presidente del Palermo, ha dichiarato che ormai ha speso tutto nel calcio.
Ultimamente voci di possibili cessioni societarie sono aumentate a dismisura. Lo stesso patron siciliano aspetta l’arrivo degli arabi per poterlo aiutare negli investimenti in società. Anche il Milan di Silvio Berlusconi sta trattando (nonostante le varie smentite) la cessione del club che comanda dal lontano 1986 ed infine Moratti, presidente dell’Inter, colui che detiene il record di investimenti personali in un club, valuta la possibilità di inserire imprenditori cinesi in società. Periodo difficile, sotto tutti i punti di vista, dai risultati in campo europeo, ai guadagni sempre più bassi e infine all’appeal in discesa rapida.
Nonostante tutto, il calcio rimane lo sport più seguito in Italia, nonché quello che fa girare il maggior numero di soldi. Il problema è il modo di investire sbagliato, spesso portato avanti per la voglia di vincere o di provare a vincere (dipende dai casi) e in alcuni casi anche per interessi personali che ben si uniscono con il mondo pallonaro. In questa inchiesta sono state scelte le dieci società con i presidenti più spendaccioni: Fiorentina, Genoa, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Palermo, Sampdoria e Udinese.
FIORENTINA – Diego Della Valle – Il patron viola, proprietario dell’industria Tod’s (azienda di calzature), ha investito in dieci anni di presidenza nella società toscana ben 165 milioni di euro di capitali privati per poter rilanciare il club (acquistato nell’estate 2002 dopo il fallimento) nelle zone nobili della Serie A, con una risalita lampo dalla ex C2 fino alla massima serie.
GENOA – Enrico Preziosi – E’ il re dei giocatoli per bambini. Grazie alla sua azienda “Giochi Preziosi”, ha potuto investire importanti somme personali nel mondo del calcio, a volte senza successo (vedi Saronno e Como fallite). Il presidente rossoblu, dal 2003 proprietario del Genoa, ha speso ben 64 milioni di euro di tasca propria per le varie ricapitalizzazioni.
INTER – Massimo Moratti – Amministratore delegato della Saras (raffinazione del petrolio) di cui il fratello è presidente (dopo aver ereditato l’industria dal padre). E’ al momento il presidente più spendaccione della Serie A con i suoi 1160 milioni di euro investiti personalmente nella società, riuscendo a centrare importanti vittorie solo nell’ultimo periodo. Ora ha deciso di chiudere la cassaforte, entrando nell’ottica delle idee di un autofinanziamento societario (così come richiedere il fair-play finanziario).
JUVENTUS – Andrea Agnelli – Uno dei più “giovani” (per esperienza) dei presidenti di serie A. Ha ereditato dal padre la gestione della Fiat e dal 2010 la presidenza della società bianconera. In soli due anni ha speso 141 milioni di euro in capitali personali, che però gli sono valsi uno scudetto e soprattutto la costruzione del nuovo Juventus Stadium che porterà notevoli benefici nel corso degli anni al club juventino.
LAZIO – Claudio Lotito – Imprenditore nel campo dei servizi di pulizia, manutenzione e sanificazione. Acquista la società biancoceleste nel 2004, ad un passo dal fallimento, investendo 21 milioni di euro (ma questi soldi non vengono conteggiati nel calcolo dei 2.5 miliardi di euro dell’inchiesta). Il patron laziale è uno dei pochi presidenti a non aver utilizzato capitali propri nella gestione del club.
MILAN – Silvio Berlusconi – Magnate milanese nel settore della televisione. Acquista la società rossonera nel 1986 investendo parecchi capitali personali. Circa 600 milioni di euro che sono serviti a vincere tanto nel calcio (sia in ambito nazionale che europeo) che in politica, visto che spesso le sue campagne elettorali coincidevano con qualche colpo a sorpresa del club. Con la crisi mondiale i suoi guadagni sono calati, tanto da far pensare ad una cessione societaria.
NAPOLI – Aurelio De Laurentiis – Il produttore cinematografico, presidente della società partenopea dal 2005, in seguito al fallimento del club con conseguente partenza dall’ex C1. E’ riuscito, grazie ad un’ottima gestione dei ricavi, ad investire poco o nulla, tanto da far diventare nel giro di pochi anni, il Napoli un modello da imitare sotto il punto di vista dell’organizzazione e delle spese.
PALERMO – Maurizio Zamparini – Imprenditore immobiliare commerciale. Costruisce e avvia grandi centri commerciali per poi rivenderli. Dal 2002 è presidente della società siciliana, rilevata dai Sensi per 15 milioni di euro. In dieci anni ha rimesso quasi 60 milioni di euro di fondi personali, tanto da “denunciare” la sua impossibilità a continuare questa avventura, cercando nuovi acquirenti per il club.
SAMPDORIA – Riccardo Garrone – Presidente dell’azienda petrolifera ERG, acquista la Sampdoria nel 2002. Nonostante sia chiamato dai liguri “braccino corto” per il suo modo di operare in fase di mercato, il buon Garrone ha investito privatamente ben 181 milioni di euro per il rilancio del club blucerchiato. Risultati? Una qualificazione ai preliminari di Champions League e poco altro.
UDINESE – Giampaolo Pozzo – Imprenditore nella lavorazione del legno, acquistò l’Udinese nel luglio 1986. Dopo i primi anni di assestamento, con conseguenti investimenti personali (circa 20 milioni in totale nei 26 anni di presidenza) è riuscito ad organizzare al meglio la società, permettendo di farla “vivere” senza bisogno di ricapitalizzazioni. Negli ultimi anni, grazie a questo modo di lavorare, ha potuto acquistare anche due società straniere (Granada e Watford).
Nella partita che anticipava l’apertura della settima giornata di questa stagione ci ha pensato Borriello a rovinare la festa a Gasperini, ritornato da avversario al Ferraris: in Genoa-Palermo infatti i rosanero stavano conducendo con un 0-1 che gli avrebbe regalato tre punti d’oro ma la zampata nella ripresa del ritrovato ex attaccante giallorosso ha strappato il pareggio ai siciliani. Un pareggio che alla fine sembra più che giusto in quanto le due squadre hanno affrontato il match a viso aperto facendo il possibile per portarsi a casa la vittoria ma accontentandosi al triplice fischio del punto guadagnato dopo la sfiorata sconfitta del Palermo in quanto Immobile ha sbagliato anche la rete del raddoppio.
La parte più entusiasmante dell’incontro pare essere stata per tutti i tifosi presenti l’arrivo di Giampiero Gasperini per la prima volta come avversario: appena entrato allo stadio è infatti partita una standing ovation composta da applausi e cori che è stata ricambiata da un saluto del tecnico che si è mostrato visibilmente emozionato. Non a caso il Genoa ricorda Gasperini come uno degli allenatori con il quale la squadra è cresciuta più di tutti e soprattutto con cui ha messo in archivio risultati importanti.
Passati i minuti delle emozioni sugli spalti è arrivato il tempo del fischio d’inizio dove a farla da padrona nel primo tempo è proprio il Palermo: nonostante le tre sconfitte precedenti negli incontri in trasferta i rosanero si dimostrano affamati di vittoria e, complice forse un Genoa che non si aspettava una squadra così, già al 14′ di gioco si portano in vantaggio con il colpo di testa di Giorgi che insacca la rete grazie al cross di Illicic. Dall’altra parte i padroni di casa provano a reagire, trovando anche delle ottime giocate che mettono sul filo del rasoio il pareggio: a fare la differenza è infatti un gran Ujkani che s’impone più volte sulle conclusioni dei soliti Borriello, Immobile e Antonelli.
Nella ripresa l’appena entrato Jorquera da al Genoa quel qualcosa in più e soprattutto al 7′ di gioco mette un pallone d’oro sulla testa di Borriello che riesce finalmente a superare l’estremo difensore rosanero e ad insaccare la rete del pareggio. Nel restante tempo disponibile la partita è un continuo tentare di raddoppiare: i locali vogliono la vittoria visti i continuii pareggi, ed i rosanero cercano la via del goal per guadagnare punti importanti. L’incontro termina però con un pareggio che accontenta in parte entrambe le formazioni e soprattutto il pubblico che applaude i giocatori, i quali sono stati in grado di regalare una gara intensa e piacevole per i tifosi.
IL TABELLINO E LE PAGELLE:
Genoa-Palermo 1-1 Genoa (4-3-3): Frey 6.5; Sampirisi 5, Granqvist 5.5, Bovo 6.5, Antonelli 6; Kucka 6.5, Tozser 5 (42′ Jorquera 6.5), Seymour 6; Immobile 5.5 (24′ st Vargas 5.5), Borriello 7, Jankovic 5.5 (41′ st Moretti). A disp.: Tzorvas, Donnarumma, Melazzi, Merkel, Piscitella, Anselmo, Bertolacci, Canini. All.: De Canio Palermo (3-4-2-1): Ujkani 7; Muñoz 6, Donati 6, Von Bergen 5.5; Morganella 5.5, Barreto 6.5, Rios 6, Garcia 6.5; Giorgi 7 (30′ st Bertolo), Ilicic 6.5 (11′ st Kurtic 5.5); Miccoli 5.5 (8′ st Hernandez 5). A disp.: Benussi, Brichetto, Cetto, Viola, Dybala, Labrin, Budan, Pisano. All.: Gasperini Arbitro: Tommasi Marcatori: 14′ Giorgi (P), 7′ st Borriello (G) Ammoniti: Bovo, Jankovic, Jorquera (G), Von Bergen, Morganella (P)
Mattia Perin nel mirino del Milan. Il portiere del Pescara ha dimostrato di avere qualità tali da renderlo un candidato credibile per il dopo Abbiati. Classe ’92, scuola Genoa, l’estremo difensore dell’Under 21 azzurra sta scalando posizioni importanti. Stroppa gli ha concesso fiducia fin dal ritiro estivo, quando decise di affidargli i pali della porta abruzzese, togliendo così il posto al più esperto Pellizzoli. L’avvio di campionato è quantomeno problematico. Nove le reti incassate da Perin. Nonostante ciò tifosi e critica non hanno perso occasione nell’elogiare il suo operato. Di lui si dice un gran bene già da un due stagioni, quando Perin esordì in Serie A nell’ultimo match di campionato contro il Cesena. Adesso su di lui ci sono i top club europei, fra cui il Milan.
In questo momento la squadra rossonera è in pole position per l’ex portiere del Padova. L’acquisto di Perin ha tutti i requisiti necessari per far scattare il via libera in Via Turati: giovane, investimento contenuto, Preziosi come partner d’affari, ingaggio minimo, anziano da sostituire (leggi Abbiati). Proprio quest’ultimo, ribattezzato San Abbiatinelle ultime due stagioni (chi non si ricorda la parata su Van Persie all’Emirates Stadium), è al suo ultimo anno di contratto.
All’età di 35 anni Abbiati è a un punto di svolta della sua carriera. La dirigenza del Milan non pare intenzionata a rinnovare il lauto contratto del portiere rossonero e punta a cambiare pagina. Difficilmente l’estremo difensore accetterà un ruolo di secondo piano ed una drastica riduzione dell’ingaggio. A questo punto pare inevitabile l’addio a fine stagione, complice anche un inizio di campionato non certamente esaltante, sulla falsa riga dello scorso anno, quando alternò più ombre che luci nelle sue prestazioni in campo. Abbiati quindi al passo d’addio, un altro pezzo di storia rossonera che lascia Milanello all’alba del 2013.
Genoa-Parma allo stadio Marassi si presenta come un match importante per testare le reali potenzialità del club rossoblu, alla ricerca del primo successo casalingo dopo l’importante vittoria contro la Lazio all’Olimpico di domenica scorsa. Il Parma di Roberto Donadoni, invece, cerca punti in trasferta dopo il rocambolesco pari interno contro la Fiorentina. La gara inizia, così, con la sorpresa Amauri schierato dal primo minuto fra i gialloblu, che al 4′ prova la conclusione che viene, però, facilmente neutralizzata da Sebastian Frey.
Al 12′, invece, è il Genoa a rendersi pericolosissimo, con Ciro Immobile lanciato verso la porta degli emiliani che, però, colpisce clamorosamente il palo; un minuto dopo ancora una grande occasione per il giovane attaccante campano, che si fa, però, neutralizzare la palla gol dal portiere Mirante. Al 27′ giunge l’occasione che sblocca il match, con la rete realizzata da Lucarelli con un tiro da fuori al volo sugli sviluppi di un calcio d’angolo calciato da Valdes, che porta in vantaggio il Parma a Genova: 0-1.
Il secondo tempo del match si apre con i padroni di casa ancora in attacco al 3′ con Immobile, e la conseguente parata dell’attento Mirante. Al 9′ Antonelli prova a rendersi pericoloso, ma il suo tiro non sortisce effetti: il Genoa prova a stanziare in zona d’attacco, ma il Parma riesce a difendersi con ordine, almeno fino all’episodio che giunge al 20′ del secondo tempo e che potrebbe sbloccare la gara per i padroni di casa, con l’inserimento del neo entrato Jorkera in area di rigore ed il fallo di mano di Galloppa, che provoca l’ assegnazione del calcio di rigore da parte del direttore di gara Guida: Marco Borriello si incarica del tiro dagli undici metri, con un colpo forte e secco che, però, si stampa sul palo alla destra di Mirante. Due minuti dopo, al 24′, altra grande occasione per Immobile, che dopo un ottimo taglio si ritrova nuovamente a tu per tu con Mirante, ma l’attaccante campano tira alto nonostante fosse in posizione ottimale per battere a rete, dando l’impressione di essere troppo frettoloso e di avvertire il peso delle occasioni sfumate in precedenza.
Al 41′ del secondo tempo, ulteriore occasione per il Genoa, con il secondo calcio di rigore concesso ai rossoblu dall’arbitro Guida per fallo di Lucarelli su Borriello, di cui si incarica nuovamente lo stesso Marco Borriello: questa volta, però, il centravanti non sbaglia e spiazza Mirante, realizzando il pareggio per 1-1.
La gara si conclude, così, con il risultato di parità acciuffato in extremis dalla squadra di De Canio che, comunque, ha legittimato il punto conquistato costruendo diverse palle gol e conducendo la gara soprattutto nella ripresa: i rossoblu devono, però, rimandare ancora l’appuntamento con la prima vittoria fra le mura amiche, mentre il Parma ottiene un prezioso punto su un campo difficile pur recriminando duramente per i due rigori concessi al Genoa, al punto da promuovere un silenzio stampa di protesta.
Le Pagelle di Genoa-Parma:
Immobile 5.5 Lo scorso anno ha stupito tutti in serie B laureandosi capocannoniere del torneo, quest’anno è già benvoluto dai tifosi del grifone ma questa sera spreca troppe ghiotte occasioni a tu per tu con Mirante
Borriello 6.5 Generoso e grintoso, oltre che coraggioso nel prendersi la responsabilità di calciare il secondo rigore (dopo aver stampato il primo sul palo) che lui stesso si è procurato: realizza il definitivo pareggio
Lucarelli 6 Realizza un gran gol con un tiro a volo di sinistro con cui il Parma passa in vantaggio; a due minuti dalla fine è suo il fallo che determina il rigore del pari genoano
Amauri 5 Donadoni gli concede fiducia schierandolo a sorpresa dal primo minuto, lui non riesce a ricambiarla con una prestazione positiva, al punto che viene sostituito dopo dieci minuti del secondo tempo
Genoa-Parma, in programma questa sera alle 20.45, valida per il turno infrasettimanale della quinta giornata di serie A, si preannuncia come un match interessante, tra due formazioni che esprimono un bel gioco, fluido e divertente, e che in questo avvio di campionato hanno ben impressionato anche in termini di risultati: in particolare, il Genoa nel precedente turno è riuscito a fermare la lanciatissima Lazio di Petkovic all’Olimpico, grazie alla rete del “rinato” Marco Borriello che in maglia rossoblu sembra davvero a proprio agio. Il Parma di Donadoni, invece, nel precedente turno aveva fermato al Tardini la brillante Fiorentina di Vincenzo Montella sul pareggio, in una rocambolesca partita “condita” da due errori su calcio di rigore, uno per parte. Le due squadre si presentano al match distanziate di due punti in classifica: sei per il Genoa, quattro per il Parma.
Ecco, dunque, che allo stadio Marassi di Genova non dovrebbero mancare le emozioni ed i padroni di casa faranno di tutto per confermare l’exploit dell’Olimpico anche fra le mura amiche, ricercando la prima vittoria allo stadio Ferraris dopo l’ottimo primo tempo disputato nella gara contro la Juventus poi persa per 1-3. In tal senso, il tecnico Gigi De Canio dovrebbe lanciare da titolare Antonelli, assist-man contro la Lazio, al posto di Moretti, mentre è ancora in dubbio la presenza dal primo minuto di Jankovic, che non è al meglio perchè uscito malconcio dalla gara contro la Lazio: tuttavia, potrebbe stringere i denti ed essere schierato anche titolare, altrimenti sarebbe pronto Tozser. Quasi certo, invece, che Merkel andrà in panchina ma, nel suo caso, si tratta di scelta tecnica dopo la più che deludente prova di domenica scorsa: al suo posto è pronto Bertolacci. In attacco, invece, nessuna novità: confermatissimo il duo campano Marco Borriello-Ciro Immobile che, finora, ha dimostrato un’ottima intesa ed una grande vena realizzativa.
In casa gialloblu, invece, Roberto Donadoni riproporrà il modulo 3-5-2 ma dovrà valutare chi schierare sugli esterni, ed in particolare sulla fascia destra, dovendo fare i conti con la squalifica di Rosi e l’acciacco di Biabiany che, comunque, è stato convocato anche se probabilmente partirà dalla panchina: il favorito dovrebbe essere, quindi, Acquah già testato in quel ruolo durante il precampionato. In avanti i favoriti per la maglia da titolare sono Belfodil e Pabon – come contro la Fiorentina – con Amauri con che dovrebbe partire dalla panchina nonostante nel precedente match nella mezz’ora in cui è sceso in campo, abbia mostrato di essere in buona condizione o, perlomeno, in fase di crescita.
Il direttore di gara allo stadio Marassi di Genova sarà il signor Guida di Torre Annunziata, coadiuvato dai guardalinee Manganelli e Maggiani, dagli arbitri di porta Velotto e Fabbri e dal quarto uomo Stefani.
Cade la Lazio in casa e s’interrompono i sogni di record accarezzati da parte del tecnico bosniaco Petkovic. I biancocelesti non sono riusciti a capitalizzare le numerose occasioni avute nel corso della gara e alla fine sono stati puniti dall’unica vera palla gol capitata tra i piedi di Marco Borriello. L’attaccante partenopeo con questa rete, complice anche il pareggio esterno del Napoli, ha regalato il primato in solitaria alla sua ex squadra. Mini rivoluzione rispetto a quanto previsto alla vigilia per entrambe le squadre, i biancocelesti rinunciano a Klose e Mauri, a favore di Kozak e Zarate che però durante l’incontro risulteranno inconcludenti, tenuti a riposo per il solito turnover post coppe, una scelta che però non darà i risultati sperati.
Anche il Genoa arriva a Roma con qualche modifica alla formazione che aveva ben figurato nel primo tempo contro la Juventus. Su tutte l’esclusione di Bertolacci e Jankovic a favore di Merkel e Anselmo, all’esordio nel nostro campionato.
Ma veniamo alla partita, ci prova spesso la Lazio specie nel primo tempo sia con Candreva, ottima la sua prova, che arriva spesso al tiro da fuori, sia con Hernanes che da quando ha arretrato il proprio raggio d’azione si trova sempre più a suo agio nel modulo di Petkovic. Le conclusioni dei due centrocampisti capitolini però o finiscono di poco a lato o trovano sulla loro strada un Frey in serata di grazia.
Nel secondo tempo il Genoa prova a rendersi un po’ più pericoloso con qualche cambio come l’ingresso di Jankovic, ma l’andazzo non cambia, sono i padroni di casa ad andare più vicini al gol prima con Hernanes, che si libera bene al tiro e centra la traversa e poi con il panzer Klose, subentrato a Zarate e resosi subito pericoloso presentandosi a tu per tu con Frey e spedendo di poco a lato, due minuti appena dal suo ingresso in campo. Quando però il risultato sembra scorrere verso lo 0-0 senza particolari intoppi, ecco la zampata di Borriello che sfruttando un bellissimo assist di tacco al volo da parte di Antonelli, si presenta a tu per tu con Marchetti e lo batte con una rasoiata mancina all’angolo basso. Prima sconfitta in questa stagione per i capitolini, che abbandonano il sogno di raggiungere la Juventus e la lasciano per la prima volta solitaria in vetta.
Pagelle Lazio-Genoa
Borriello 7: il voto alto è solo perchè ha avuto il gran merito di mettere in porta l’unica palla giocabile che ha ricevuto, un gol da 3 punti.
Frey 6,5: sempre pronto e attento, a volte non stilisticamente bello a vedersi, ma presente su tutte le sortite offensive degli avversari.
Ciani 6,5: ottimo esordio per l’imponente centrale difensivo ex Bordeaux, che sicuramente dona stabilità ulteriore ad un intero reparto anche grazie alla sua esperienza internazionale.
Candreva 6,5: corre per tutto il campo come un forsennato e questo a volte gli procura poca lucidità al tiro, le altre volte s’infrange su Frey.
E’ l’eclettico ghanese del Novara Masahudu Alhassan il Golden Boy della quinta giornata in Serie B. Classe 1992 è arrivato in Piemonte ad agosto in prestito dal Genoa. Sabato, nell’anticipo in casa del lanciatissimo Verona, non doveva nemmeno giocare secondo le previsioni della vigilia. Ma Tesser ha creduto in lui e lo ha schierato dall’inizio come esterno basso di sinistra. E lui ha ricambiato la fiducia con una buona prova condita, a 6’ dalla fine, da una bordata dalla distanza che ha battuto Rafael regalando ai suoi un pareggio che sembrava ormai insperato. Venti anni da compiere a gennaio, Alhassan oltre che di un buon tiro, come dimostrato al Bentegodi, è dotato di ottima corsa e può agire sia da esterno di difesa che di centrocampo.
Nato e cresciuto in Ghana, doveva aveva praticato l’attività solo a livello amatoriale nel Prampram Mighty Royals, è giunto ad appena 15 anni in Italia ma solo per motivi di studio. Dal 2008 al 2010 è stato aggregato alle giovanili del Rimini dove si è messo in mostra, tanto che il Genoa ha dimostrato grande interesse nei suoi confronti prelevandolo dalla società romagnola. Il 1 dicembre 2010, nel momento in cui compie 18 anni, viene tesserato dai Grifoni che lo fanno così giocare nella squadra Primavera. Qui si mette in luce tanto che nella stagione 2011/2012 finisce stabilmente in prima squadra dove fa l’esordio nella sfida interna persa 4 a 1 contro il Siena collezionando quattro presenze sino al termine del campionato.
Lo nota anche il Ghana che prima lo convoca nella Nazionale Under 20 e poi stabilmente in quella maggiore dove esordisce contro la Nigeria giocando anche la Coppa d’Africa 2012. Un talento che nella scorsa estate viene preso in prestito dal Novara con l’obiettivo di farlo giocare e soprattutto crescere e qui alla quinta presenze è arrivato il gol del Bentegodi che lo ha fatto conoscere al pubblico della cadetteria.
Il video con il gol di Masahudu Alhassan contro il Verona:
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