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  • Serie A, squadre sull’orlo di una crisi di nervi

    Serie A, squadre sull’orlo di una crisi di nervi

    La Serie A si sa, non è come la Bundesliga, la Liga o la Ligue 1, è un campionato nervoso che soprattutto non riesce a vivere solo di luce riflessa dettata dalle big o dalla squadra di riferimento. La Serie A produce ogni anno piccoli miracoli sportivi, sforna volti che fanno esaltare temporaneamente il pubblico e soprattutto non certifica mai o quasi mai l’assoluta verità delineata soltanto pochi mesi prima alla fine di un campionato e l’inizio del nuovo.

    E’ come un rigenerarsi di opportunità e di sogni che si apre e si chiude nell’arco di dodici mesi e nella frenetica sessione di un mercato può “terremotarsi“. Prendiamo i dati del campionato chiuso a maggio e le aspettative che c’erano le troviamo dissolte nella Serie A di quest’anno. In tutto questo ci sono passaggi che sono la storia del nostro campionato, che restano una costante nel tempo, e che lo certificano come sempre uno dei più equilibrati. Livellato verso il basso o verso l’alto, questo lo decide il confronto poi con i riferimenti europei (Barcellona, Bayern etc. etc.).

    Rudy Garcia | Foto Twitter
    Rudy Garcia | Foto Twitter

    Un terzo del campionato di Serie A è andato e i primi segnali della stagione sono stati lanciati, tra questi si registrano come detto le variabili che girano aprendo scenari e chiudendone altri. Ci si aspettava, con il suicidio di mercato della Juventus, una Roma dominante ed invece viene confermata una squadra che vive in un contesto mai contento, di alti e bassi spaventosi e un rapporto con l’Europa che conta decisamente di soggezione. Come l’anno scorso dopo le sette reti subite con il Bayern Monaco anche quest’anno, dopo i sei gol presi al Camp Nou, i giallorossi sembrano avviati verso un declino con rumors sull’allenatore e ambiente sul piede di guerra.

    La Lazio è in una situazione simile, ma dalla nuova stagione aveva aspettative diverse, pertanto si può dire che la crisi di nervi è meno forte sul morale e più pesante sui risultati, non vince in Serie A dal 25 ottobre contro il Torino, mentre in coppa fa il suo dovere. L’esito di questa stagione, per ora, conferma quanto alcuni sostenevano l’anno scorso, ovvero che i biancocelesti e Pioli avevano concluso un’annata straordinaria sopra le potenzialità della squadra e forse oggi si ha una dimensione più veritiera dei capitolini.

    Totò Di Natale | Foto Twitter
    Totò Di Natale | Foto Twitter

    A metà classifica in settimana abbiamo assistito allo sfogo di Di Natale in casa Udinese, una delle piazze più tranquille della Serie A, sfogo dettato dalle voci che lo vedrebbero ritirarsi a gennaio dal calcio non confermate e dalle stesse voci che metterebbero il suo malumore in relazione alle scelte di Colantuono. Si tratta di una reazione complicata e umorale del giocatore, che produce una piccola sveglia alla squadra, vincente contro il Chievo, ma che al tempo stesso mette ombre sull’ambiente pronto a inaugurare il nuovo stadio finito nel match contro la Juventus nel nuovo anno, ma forse proprio senza il campione più rappresentativo.

    A Genova è derby tutto l’anno, se al sabato la Sampdoria va male con il rinato Milan a San Siro, alla domenica al Ferraris il tifo genoano si aspetta il sorpasso in classifica sui cugini del resto di fronte c’è il battibile Carpi. Dopo pochi minuti una gomitata inspiegabile di Pavoletti mette il Grifone in una pericolosa salita che non riuscirà a superare seppur in vantaggio per primo. Il Carpi che tutti danno per già retrocesso ottiene la sua seconda vittoria stagionale e rimette il Genoa a ridosso della zona retrocessione. Morale della favola, Gasperini contestato nelle scelte post espulsione di Pavoletti e il viatico del derby del 6 gennaio mantenuto nervosamente sempre ad alti livelli. La Sampdoria dopo l’esonero di Zenga è letteralmente sprofondata, sia con i risultati che con il morale, l’aeroplanino Montella non riesce a far decollare i blucerchiati e se c’è ancora aria di attesa per vedere i primi passi della nuova Samp con l’avvicinarsi della stracittadina aumenta la preoccupazione di aver preso una topica con il cambio del tecnico, forse nel momento sbagliato della stagione.

    Proprio su questo filo immaginario, dettato dal sistema nervoso, soprattutto queste ultime due e l’Udinese devono stare attente perché il rischio è quello di ritrovarsi invischiati in lotte pericolose dove proprio il nervoso può giocare brutti scherzi, soprattutto quando i tuoi avversari sono in Serie A con nulla da perdere e mostrano lievi progressi ogni settimana, Hellas esclusa perché pare già rassegnata.

     

  • Franco Scoglio, una vita per il Genoa

    Franco Scoglio, una vita per il Genoa

    Il ricordo è ancora impresso nella mia memoria come il rewind di un videotape, la saggezza di Franco Scoglio e Nino Pirito mischiata alla sapienza tecnica di Claudio Onofri che analizzavano la situazione turbolenta, tanto per cambiare, del Genoa.

    Nel dibattito condotto da Giovanni Porcella si inseriva la telefonata del presidente Enrico Preziosi che voleva tranquillizzare l’ambiente rossoblù sfruttando la vetrina di Primocanale, emittente locale genovese di spicco. Tranquilla sul divano rimanevo incuriosita e attenta alle parole che si scambiavano rendendomi conto dell’inconciliabilità di due modi diversi di vedere il calcio, poi con la velocità di un fulmine, mentre il presidente continuava a parlare, accadde l’irreparabile.

    Con la coda dell’occhio vidi la testa del mister andare indietro e lo studio animarsi di quell’allarmismo insolito, la ragazza addetta ai messaggi e alle telefonate che prende la cornetta preoccupata, la trasmissione che si interrompe e poi con il passare del tempo la notizia. Franco Scoglio come aveva detto e promesso era morto parlando del suo Genoa.

    Non potevo crederci, era come se una parte della storia rossoblù della quale mi ero sentita partecipe fosse stata spazzata via dal vento in pochi istanti e restai davanti alla televisione incredula e incapace di immaginare qualsiasi cosa che riguardasse il Grifone senza il volto riflessivo de “il Professore“. Era il 3 ottobre 2005 e a dieci anni dalla sua scomparsa il popolo genoano si stringe ancora nel ricordo di un uomo sanguigno come la sua Sicilia, carismatico e vero come le sue parole:

    “Morirò parlando del Genoa”.

    Franco Scoglio | Foto Web
    Franco Scoglio | Foto Web

    Franco Scoglio per i tifosi rimane il cavaliere, che portò la squadra in Serie A sotto la presidenza di Aldo Spinelli e mantenne la categoria ponendo le basi di quella squadra, allenata da Osvaldo Bagnoli, che conquistò, per la prima volta, la partecipazione alla Coppa UEFA, ma non solo. “Il Professore” si rimise in gioco altre due volte per la causa del Genoa, sempre riportando equilibrio e soprattutto facendo pompare il “Vecchio Cuore Rossoblù” anche quando sembrava ci fossero poche chance.

    Sono passati dieci anni da quel tragico momento ma Franco Scoglio “il Professore” rimarrà per sempre nel cuore di tutto il popolo rossoblù.

  • Juventus frenata dal Chievo, bene Roma e Fiorentina

    Juventus frenata dal Chievo, bene Roma e Fiorentina

    La Juventus è un malato che stenta ancora a trovare la via della guarigione. Allo Juventus Stadium i bianconeri di Allegri, dinanzi ad un ottimo Chievo, sono costretti a rimontare lo svantaggio dovendosi accontentare del pareggio raggiunto nel finale.

    Nei due anticipi delle 18, i tre punti vanno alla Fiorentina, che batte di misura il Genoa grazie al gol di Babacar, e la Roma che espugna il campo del Frosinone per 2-0 grazie alle marcature di Iago Falque e Iturbe. 

    Veniamo al racconto dei tre match partendo da quello del “Franchi”.

    FIORENTINA – GENOA

    La Fiorentina di Paulo Sousa porta a casa 3 punti importantissimi e sopratutto vede un buon rientro di Giuseppe Rossi. Il primo tempo della sfida non vede grandissime emozioni con i padroni di casa ad avere una predominanza territoriale. Nella ripresa i viola prima sfiorano il gol con un tiro da fuori di Pasqual e poi al 60° passano con il colpo di testa di Babacar su cross di Borja Valero. Passano solo 5 minuti e Badelj prende il secondo giallo che gli costa il rosso. A questo punto il Genoa ci prova, Gasperini inserisce Perotti, ma il tentativo d’assalto non porta risultati, vince la Fiorentina. 

    FIORENTINA – GENOA 1-0 (60° Babacar)

    Fiorentina (4-3-3): Tătărușanu; Tomović, Astori, Alonso, Pasqual; Borja Valero (81° Błaszczykowski), Badelj, Vecino; Rossi (63° Kalinić), Babacar (65° Mario Suárez), Bernardeschi.

    Allenatore: Paulo Sousa.

    Genoa (3-4-1-2): Lamanna; Izzo, Burdisso, De Maio (74° Perotti); Cissokho, Rincón, Tino Costa (55° Džemaili), Laxalt; Ntcham; Pandev, Diego Capel (77° Lazović).

    Allenatore: Gian Piero Gasperini.

    Arbitro: Doveri.

    Ammoniti: Diego Capel (G), Vecino (F), Badelj (F), Rincón (G), Tomović (F), Ntcham (G).

    Espulsi: Badelj (F).

     

    FROSINONE – ROMA

    La Roma, con un pizzico di fatica, espugna il campo di un insidioso Frosinone. I giallorossi fanno la gara, sfiorano il gol con Dzeko, che non riesce a toccare da pochi passi, ma rischiano anche al minuto 28 quando Szczęsny è decisivo sul bulgaro Tonev. Il primo tempo sembra doversi chiudere sullo 0-0 ma da una rimessa di Digne, bucata da tutti, sbuca Iago Falque che da due passi insacca. Nella ripresa il Frosinone ci mette il cuore, protesta per un fallo di mano di Digne in area, ma non riesce a trovare il pari. Nel finale la Roma prima prende una traversa con Florenzi e poi la chiude in contropiede, nel recupero, con Iturbe.

    FROSINONE – ROMA 0-2 (43° Iago Falque, 93° Iturbe)

    Frosinone (4-4-2): Leali; Rosi, Blanchard, Diakité, Pavlović; Tonev, Gucher (21° Sammarco), Chibsah, Soddimo (89° Longo); D. Ciofani, Dionisi (77° Verde ).

    Allenatore: Stellone.

    Roma (4-2-3-1): Szczęsny; Florenzi, Manolas, Rüdiger, Digne; De Rossi, Keita; Falque (70° Salah), Totti (80° Iturbe), Gervinho; Džeko (57° Nainggolan).

    Allenatore: Garcia.

    Arbitro: Gervasoni.

    Ammoniti: Iago Falque (R), Totti (R), De Rossi (R), Diakité (F), Pavlović (F), Rosi (F).

     

    JUVENTUS – CHIEVO

    Paulo Dybala | Foto Twitter
    Paulo Dybala | Foto Twitter

    La Juventus toglie lo zero dalla classifica, il Chievo prosegue la sua striscia positiva in testa al campionato. I gialloblu partono forte e trovano il vantaggio subito, al minuto numero 5 con una conclusione da fuori di Hetemaj. La Juve non riesce a creare quasi niente, solo Hernanes prova ad impensierire con il tiro da fuori Bizzarri. Nella ripresa Allegri mette dentro Pogba ed i bianconeri sfiorano il pari con un’azione che vede il palo di Pereyra e il salvataggio sulla linea di Frey su Pogba. Cesar troverebbe anche il raddoppio ma commette fallo su Bonucci e l’arbitro annulla. Entra anche Cuadrado ed è la svolta decisiva perchè il colombiano si procura il rigore, per fallo di Cesar molto contestato dai clivensi, trasformato a 7 minuti dalla fine da Dybala. Gli ultimi minuti sono di assalti confusionari dei bianconeri che non portano a niente.

    JUVENTUS – CHIEVO 1-1 (5° Hetemaj (C), 83° rig. Dybala (J))

    Juventus (4-3-1-2): Buffon; Caceres, Barzagli, Bonucci, Alex Sandro; Pereyra, Marchisio (46° Pogba), Sturaro (65° Cuadrado); Hernanes; Morata (73° Mandzukic), Dybala.

    Allenatore: Allegri

    Chievo (4-3-1-2): Bizzarri; Frey, Gamberini (59° Dainelli), Cesar, Gobbi; Castro, Rigoni, Hetemaj; Birsa (74° Pepe); Paloschi, Meggiorini (66° Pinzi).

    Allenatore: Maran.

    Arbitro: Guida.

    Ammoniti: Cesar (C), Castro (C), Birsa (C), Pepe (C), Alex Sandro (J), Hernanes (J), Cuadrado (J)

     

  • Genoa-Inter, il Grifone vola per l’Europa

    Genoa-Inter, il Grifone vola per l’Europa

    Uno dei big-match della giornata si gioca in anticipo questa settimana ed è Genoa-Inter, match caratterizzato dalla possibilità di entrambe le compagini di piazzarsi stabilmente in zona Europa League. I liguri hanno il problema della licenza UEFA che non è ancora stata concessa ma vogliono chiudere il campionato come meritano sul campo, i nerazzurri invece vogliono i tre punti per prendere proprio il Grifone e mettersi nel piazzamento europeo, in questo modo possono vedere la rinascita nella prossima stagione con un nuovo orizzonte.

    Gasperini non cambia il proprio credo tattico e il suo 3-4-3 collaudato vede, nonostante gli infortuni dei titolari, davanti Falque, Lestienne e Pavoletti, va detto che in distinta pre-gara era inserito Tino Costa al posto del belga in una formazione più coperta, il resto è confermato. Mancini ormai ha consolidato il suo modulo e conferma Brozovic al fianco di Medel e Kovacic in mezzo al campo dietro al trequartista Hernanes, davanti la coppia Icardi-Palacio.

    Atmosfera incredibile a Marassi | Foto Twitter
    Atmosfera incredibile a Marassi | Foto Twitter

    L’atmosfera di inizio gara è bellissima, con lo stadio Luigi Ferraris vestito a festa per omaggiare l’ultima in casa dello strepitoso campionato fatto dal Genoa.

    La partita inizia con il protagonista che non ti aspetti, ovvero l’oggetto misterioso Maxime Lestienne che pare ispiratissimo prima con un bel traversone sul quale Handanovic deve mettere le mani per non rischiare e poi con un tiro da fuori area che fa volare il portiere interista per una deviazione non facile.

    8° minuto azione insistita da parte dei nerazzurri che dalla sinistra con Kovacic mettono un pallone preciso in mezzo all’area per Brozovic solissimo che di testa piazza il pallone sul primo palo di Perin ma mette la sfera fuori di poco. Il Genoa un minuto dopo replica con un bel traversone di Rincon dalla destra e Lestienne che conferma la sua verve positiva colpendo di testa a botta sicura ma Handanovic si supera e d’istinto riesce a deviare in angolo.

    Al 14° Medel tira una bomba dal limite dell’area e trova Perin attento, sul diagonale del centrocampista nerazzurro. Al 20° l’Inter passa in vantaggio, cross dalla sinistra di Hernanes sul quale Icardi vince il confronto aereo con De Maio ma la palla resta lì, il difensore cade mentre l’argentino con un tentativo di calciare la sfera mette fuori tempo Perin che intanto stava uscendo, porta vuota e palla che rotola in porta.

    La reazione rossoblù avviene subito, palla al centro e Kucka prende la sfera fuori area aggiusta la mira e tira forte verso la porta, Handanovic vola e non si fa sorprendere. Ma al 24° il portierone nerazzurro deve capitolare quando Bertolacci serve dentro l’area Pavoletti, il quale si gira mandando a vuoto Ranocchia e con un fendente preciso pareggia alla sinistra di Handanovic.

    Al 31° l’Inter si riporta in vantaggio, Palacio viene servito splendidamente con un tacco da Icardi che sfila alle spalle di Roncaglia e solo s’invola davanti a Perin il quale non può intervenire in uscita perché il piatto è chirurgico sul secondo palo. Anche in questo caso il Genoa reagisce subito, prima con Lestienne e poi con Pavoletti che colpisce la traversa.

    Maxime Lestienne realizza la sua prima rete in Serie A | Foto Twitter
    Maxime Lestienne realizza la sua prima rete in Serie A | Foto Twitter

    Dal 35° al 38° l’Inter realizza due reti non convalidate dal direttore di gara. La prima di Hernanes chiaramente in fuorigioco, la seconda di Icardi servito in orizzontale da Brozovic ha bisogno di essere vista con attenzione perché è millimetrica la posizione di off-side.

    Il Genoa comunque è battagliero, al 42° bellissimo lancio in verticale di Rincon per Lestienne, Handanovic e Ranocchia non si capiscono ed il secondo in scivolata stoppa la sfera sul quale il belga si avventa e a porta vuota pareggia il conto.

    Il finale di tempo il nervosismo prevale, Kucka e Brozovic vengono animosamente a contatto e Tagliavento ammonisce entrambi. E’ l’ultima emozione di un primo tempo bellissimo dove le due squadre si sono affrontate a viso aperto senza troppi tatticismi.

    La ripresa con le stesse formazioni in campo e al 49° l’Inter con Hernanes ha una bella occasione con un calcio di punizione invitante ma la sfera finisce alta sopra la traversa. I nerazzurri sembrano voler fare la partita ma il Genoa quando ruba palla e riparte in contropiede può fare male, al 53° Lestienne salta D’Ambrosio e mette in mezzo un pallone pericolosissimo sul quale c’è un contrasto in area dubbio tra Pavoletti e Juan Jesus, la palla finisce a Falque che però è in posizione troppo defilata e quando serve Kucka la difesa è schierata per rimpallare il tiro.

    Il match ha ritmi vertiginosi e al 58° Palacio grazia la difesa rossoblù, servito splendidamente da Hernanes salta il diretto marcatore in area ma poi scivola malamente quanto si sarebbe trovato solo davanti a Perin.

    Al 69° nel miglior momento del Genoa, dopo un paio di sfuriate sulla sinistra di Lestienne, arriva un gran tiro da fuori area di Falque che impegna Handanovic che in volo devia ancora in angolo. Un minuto dopo su un angolo di Lestienne vola in cielo Burdisso anticipando tutti colpisce di testa e la palla esce di pochissimo. L’Inter al 73° potrebbe riportarsi in vantaggio, grande azione di Hernanes che entra in area e di sinistro colpisce il palo interno, sulla ribattuta Brozovic stoppa il pallone e calcia a botta sicura ma prende in pieno l’incrocio dei pali. Sul contropiede Falque non approfitta della superiorità numerica.

    Match senza respiro e il Genoa sostituisce l’ottimo Lestienne di oggi con Laxalt, mentre l’Inter fa entrare Bonazzoli per uno stanchissimo Palacio ed il Grifone ricomincia a macinare e a pressare gli ospiti, tuttavia all’81° Hernanes tira un insidioso rasoterra sul quale Perin deve superarsi. Due minuti dopo Bonazzoli dalla destra mette un pallone ottimo al centro, Icardi si avventa di testa anticipando Burdisso ma il tiro di testa esce di pochissimo.

    Se ai punti la ripresa sembra a favore dell’Inter, all’89° Kucka manda in visibilio la Gradinata Nord. Da una punizione di Edenilson il gigante genoano svetta sopra tutti e batte Handanovic per il 3-2. Lo stesso Kucka regala un match ball ai nerazzurri stendendo al limite Icardi, lo stesso argentino calcia il tiro libero ma la barriera devia fuori facendo fare un sospiro a tutto lo stadio. Ultima emozione di una partita incredibile avviene per un contrasto tra Icardi e un difensore rossoblù in area ma Genoa-Inter finisce 3-2.

    GENOA-INTER 3-2 (2-2) – 20° Icardi (I), 24° Pavoletti (G), 31° Palacio (I), 42° Lestienne (G), Kucka (G)

    Genoa (3-4-3): Perin 7; Roncaglia 6, Burdisso 6,5, De Maio 6,5; Rincon 7, Bertolacci 6,5, Kucka 6,5, Edenilson (dal 93° Tambe S.V.); Falque 6,5 (dal 83° Izzo S.V.), Pavoletti 6,5, Lestienne 7,5 (dal 77° Laxalt 5,5).

    All.: Gianpiero Gasperini 7

    Inter (4-3-1-2): Handanovic 6,5; D’Ambrosio 5 (dal 87° Puscas S.V.), Ranocchia 5,5, Juan Jesus 5, Nagatomo 6; Kovacic 6, Medel 6,5, Brozovic 6,5 (dal 76° Shaqiri); Hernanes 6,5; Icardi 6,5, Palacio 7 (dal 77° Bonazzoli 6).

    All.: Roberto Mancini 6,5

    Arbitro: Paolo Tagliavento 5

    Ammoniti: Hernanes (I), Kucka (G), Brozovic (I), De Maio (G), D’Ambrosio (I), Juan Jesus (I), Roncaglia (I) Espulsi: –

  • Genoa-Torino, il Grifone domina il suo destino

    Genoa-Torino, il Grifone domina il suo destino

    Genoa-Torino è soprattutto una sfida tra due cuori indomabili, che per quest’anno hanno il piacere di battere all’impazzata per l’Europa. Le due squadre sono vicinissime e dopo il successo dell’Inter ieri sera sono anche insidiate dai nerazzurri. Per il Grifone c’è inoltre nel mirino la squadra odiata dei cugini, la Sampdoria, che attualmente occupa la sesta posizione in classifica, utile per l’accesso all’Europa League.

    In parole povere il Torino se ottiene un risultato positivo a Genova può continuare a battagliare per il piazzamento europeo, il Genoa deve continuare con il trend delle ultime giornate e continuare a tallonare quella posizione occupata dalla Samp tenendo lontano sempre l’Inter di Mancini che dovrà poi affrontare nello scontro diretto tra due giornate proprio al Ferraris.

    Il Genoa parte subito aggressivo soprattutto con Kucka e una buona pressione anche degli attaccanti Borriello e Niang che però poi peccato della migliore intesa in fase di costruzione. Al 5° Falque calcia da posizione defilata sulla destra e da fuori area, Padelli respinge la botta potente.

    La tematica di inizio partita è chiara quindi, il Genoa cerca di imporre il ritmo con tanto pressing, ma quando i granata (in tenuta bianca oggi) ripartono in velocità sono pericolosi. Al 14° bella combinazione sulla sinistra tra Lopez e Molinaro che mette un traversone in mezzo rasoterra sul quale Quagliarella da posizione invitante ed in spaccata riesce a deviare alto sopra la traversa di poco.

    Fase di gioco di Genoa-Torino | Foto Twitter
    Fase di gioco di Genoa-Torino | Foto Twitter

    Al 18° stupenda azione del Genoa in contropiede che si porta in vantaggio. Niang ruba palla nella propria metà campo e a grandi falcate raggiunge Borriello passandogli il pallone, l’ex romanista gli ripassa il pallone sulla fascia sinistra ed il francese di prima la mette in mezzo rasoterra. Pronto ad aspettare l’assist c’è il solito Falque che di potenza e precisione batte Padelli per l’1-0. Con tre passaggi il Grifone nel momento buono del Torino si porta in vantaggio.

    La reazione granata è immediata, al 23° dopo un’azione insistita di Lopez la palla arriva a Benassi che tira di potenza da fuori area, De Maio devia il tiro con la testa e successivamente un altro difensore rossoblù fa carambolare la sfera vicino alla porta di Perin pericolosamente. Sull’angolo seguente Maksimovic va vicino alla deviazione vincente ma il portiere rossoblù è attento.

    Al 31° raddoppio rossoblù annullato da Orsato. Da un calcio d’angolo dalla sinistra Burdisso in corsa devia di testa in porta nell’angolo opposto ma per farlo si aiuta con le braccia sbilanciando l’avversario. Al 36° Bertolacci dopo un’altra bella giocata di Falque calcia da fuori area un rasoterra potente che Padelli può solo respingere e la difesa libera in affanno. Al 43° ancora Niang sulla sinistra che s’invola e mette in mezzo un cross basso sul quale Borriello in scivolata arriva di pochissimo in ritardo.

    Al 44° il Torino potrebbe pareggiare, l’assist lo fornisce Roncaglia che come spesso gli capita si distrae e passa indietro il pallone verso Perin senza accorgersi che Quagliarella è dietro di lui, per fortuna il portiere rossoblù chiude stando in piedi il pericoloso uno contro uno. E’ l’ultima emozione del primo tempo, una prima parte di gara bella ed equilibrata giocata con un buon ritmo dove il Genoa ha meritato il vantaggio.

    La gioia di Falque | Foto Twitter
    La gioia di Falque | Foto Twitter

    Ripresa che inizia senza nessun cambio per le due formazioni ma dopo due minuti di gioco su un contrasto, con De Maio, Quagliarella è costretto ad uscire e al suo posto entra Martinez. Il canovaccio è completamente capovolto, la ripresa vede subito il Torino a costruire ed il Genoa a difendere.

    Al 61° pareggio granata, El Kaddouri con una punizione magistrale aggira la barriera e supera Perin alla sua sinistra, prodezza balistica con il portiere rossoblù immobile. Al 68° però il Grifone riporta dalla sua parte la partita. Tino Costa, subentrato a Borriello, batte dalla destra con un sinistro potente che viene deviato e spiazza imparabilmente Padelli sul lato opposto.

    Al 77° Farnerud si rende pericoloso su calcio di punizione ma Perin è attento ed in due tempi sventa la minaccia con la complicità di Bertolacci.

    Il finale di match è un po’ convulso per il Genoa, che cerca di chiudere e ripartire sfilacciandosi, di contro il Torino di Ventura inserisce anche Amauri per tentare il tutto per tutto, ma è inutile perché all’86° Bertolacci chiude il match con una magia, tiro a giro di destro che s’insacca sotto l’incrocio dei pali per il 3-1 e la ciliegina sulla torta la mettono Pavoletti e nuovamente Costa nei minuti di recupero per una punizione fin troppo severa per il Toro. Genoa-Torino finisce 5-1.

    La squadra sotto la Gradinata Nord in festa | Foto Web
    La squadra sotto la Gradinata Nord in festa | Foto Web

    GENOA-TORINO 5-1 (1-0) – 18° Falque (G); 61° El Kaddouri (T); 68° Costa (G); 86° Bertolacci (G); 92° Pavoletti (G); 95° Costa (G)

    Genoa (3-4-3): Perin 6; Roncaglia 5,5, Burdisso 6,5, De Maio 6; Rincon 6,5, Bertolacci 7, Kucka 6, Edenilson 6; Falque 7,5 (dal 85° Izzo S.V.), Borriello 5,5 (dal 53° Costa 6,5), Niang 5,5 (dal 71° Pavoletti 6,5).

    All.: Gian Piero Gasperini 7

    Torino (3-5-2): Padelli 6; Maksimovic 6,5, Glik 6, Moretti 5; Peres 6 (dal 81° Amauri S.V.), Benassi 5,5(dal 71° Farnerud 5), Gazzi 6, El Kaddouri 6,5, Molinaro 6; Quagliarella 5 (dal 49° Martinez 5,5), Lopez 5.

    All.: Giampiero Ventura 5

    Arbitro: Daniele Orsato 6

    Ammoniti: Lopez (T), Peres (T), De Maio (G), Moretti (T), Roncaglia (G) Espulsi: –

  • Cuore Parma, un gol di Mauri stende la Juventus

    Cuore Parma, un gol di Mauri stende la Juventus

    Un Parma tutto cuore e grinta riesce nell’impresa di battere la Juventus prima della classe.

    Una gara in cui i gialloblu hanno giocato con tanto cuore e tanta grinta ma anche con buona qualità, contro una Juventus che, con parecchie seconde linee, molto probabilmente ha avuto la testa troppo alla Champions, sottovalutando quindi l’impegno.

    Gli eroi della giornata sono certamente il giovane Josè Mauri, autore del gol vittoria, e Roberto Donadoni che ha trascinato il suo gruppo di calciatori ad ottenere questo risultato.

    Per il Parma una settimana da sogno fatta da 7 punti in 3 gare, la salvezza è lontana, ma con questo cuore i ducali potranno chiudere il campionato con grande onore.

    La Juventus cade per la seconda volta in campionato, contro il Monaco rientreranno i titolarissimi e certamente ci vorrà tutta un’altra Juve per una grande serata di Champions. 

    La gara ha visto la Juventus provarci nel primo tempo con le conclusioni di Pereyra, fuori di poco, e Coman, salvato da un ottimo Mirante.

    L'esultanza di Josè Mauri | Foto Twitter
    L’esultanza di Josè Mauri | Foto Twitter

    Nella ripresa la Juventus è entrata in campo troppo molle, forse troppo timida ed il Parma ha preso coraggio e con una bella azione corale al 60°, ha trovato la bella finalizzazione con il tiro da fuori di Mauri. A questo punto i bianconeri ci hanno provato ma il muro gialloblu ha retto.

    PARMA – JUVENTUS 1-0 (60° Mauri)

    Parma (3-5-2): Mirante; Mendes, Santacroce (80° Cassani), Feddal; Varela, José Mauri (82° Lila), Jorquera, Nocerino, Gobbi; Belfodil (85° Prestia), Ghezzal.

    Allenatore: Donadoni.

    Juventus (4-3-1-2): Storari; Lichtsteiner, Ogbonna, Chiellini, Padoin; Vidal, Marchisio, Sturaro (57° Pepe); Pereyra (62° Morata); Coman (80° Vitale), Llorente.

    Allenatore: Allegri.

    Arbitro: Gervasoni.

    Ammoniti: Mendes (P), Jorquera (P), Gobbi (P), Marchisio (J), Chiellini (J), Ogbonna (J).

     

    Nell’altro anticipo il Genoa torna al successo battendo il Cagliari con un gran secondo tempo, grazie ai gol di Niang e Iago Falque. I sardi, autori di un buon primo tempo con due legni colpiti, vedono al classifica farsi sempre più pericolante, con lo spettro retrocessione sempre più vicino.

    GENOA – PARMA 2-0 (52° Niang, 58° Iago falque)

    Genoa (3-4-3): Lamanna; Roncaglia, Burdisso, De Maio; Edenílson (61° Kucka), Rincón, Bertolacci, Marchese; Iago Falque (85° Laxalt), Niang, Perotti (81° Lestienne)

    Allenatore: Gasperini.

    Cagliari (4-3-3): Brkić; Balzano, Ceppitelli, Rossettini, Avelar; Dessena, Crisetig, Ekdal (63° Pedro); Farias (63° Longo), Sau, M’Poku.

    Allenatore: Zeman.

    Arbitro: Russo (sostituito nel secondo tempo per infortunio da Guida)

    Ammoniti: Edenílson (G), Dessena (C), Ceppitelli (C), Crisetig (C)

  • Roma frena ancora, vince solo l’Udinese

    Roma frena ancora, vince solo l’Udinese

    La domenica pomeriggio della 26° giornata di Serie A ha visto la Roma frenare anche in casa del Chievo, non andando oltre allo 0-0. Pareggio a reti bianche anche per il Parma, che torna a giocare dopo le due giornate rinviate, contro l’Atalanta. Si spartiscono la posta anche Empoli e Genoa, 1-1 il finale. L’unico successo di questo pomeriggio l’ottiene l’Udinese che riesce a fermare la striscia positiva del Torino, andando ad imporsi per 3-2 contro i granata. Da segnalare in Chievo-Roma il bruttissimo infortunio di Federico Mattiello che in un contrasto di gioco con Nainggolan ha subito la frattura di tibia e perone.

    Veniamo ad un breve racconto delle gare odierne.

    CHIEVO – ROMA 0-0

    Niente da fare, Rudi Garcia non riesce a trovare la cura per la pareggite. Una Roma davvero brutta, che non è piaciuta nemmeno al proprio tecnico, non riesce a scardinare un Chievo preciso ed ordinato. Maran può essere contento e magari rammaricarsi per alcuni contropiede non finalizzati a dovere. Al Bentegodi è 0-0.

    EMPOLI – GENOA 1-1

    Partita dai due volti, decisamente divertente, quella del Castellani. Nel primo tempo un Genoa brillante, ben messo in campo sovrasta un Empoli brutto e lento, e trova il meritato vantaggio al 27° con Niang. Nella ripresa però i padroni di casa cambiano regime e spingono alla ricerca di quel pari che arriva, in maniera un po’ rocambolesca, con Barba che spinge in rete dopo un salvataggio di Perin dal corner di Valdifiori.

    PARMA – ATALANTA 0-0

    Il Parma torna a giocare dopo due gare rinviate e conquista subito un punto. La gara del ritorno dei Ducali e della prima di Reja sulla panchina dell’Atalanta, non è stata certo indimenticabile, da segnalare pochissimi sussulti e l’espulsione del gialloblu Rodriguez nel finale di gara.

    UDINESE – TORINO 3-2

    Antonio Di Natale | Foto Twitter
    Antonio Di Natale | Foto Twitter

    L’Udinese torna al successo, il Torino ferma la sua striscia di 12 risultati positivi consecutivi. Stramaccioni torna a respirare l’aria buona del successo dopo un periodo decisamente no. A passare in vantaggio però è il Toro con l’ex Quagliarella che al 15° di testa batte Karnezis. Neanche il tempo di gioire che Di Natale riagguanta subito i granata. Il pari esalta i bianconeri che al 25° su azione di corner trova il vantaggio per la sfortunata deviazione di Molinaro nella propria porta. Il Torino cerca il pari ma l’Udinese regge e nella ripresa il giovane Wague trova il gol del 3-1. I granata provano a tornare in partita grazie alla conclusione di Benassi, deviata da Piris, ma non basta, i 3 punti sono dei ragazzi di Stramaccioni. 

     

    RIEPILOGO RISULTATI 26° GIORNATA SERIE A

    Sampdoria- Verona 2-0 giocata ieri

    Milan – Verona 2-2 giocata ieri

    Cesena – Palermo 0-0 giocata alle 12.30

    Chievo – Roma 0-0

    Empoli – Genoa 1-1 

    Parma – Atalanta 0-0 

    Udinese- Torino 3-2

    Napoli – Inter stasera alle 20.45

    Lazio – Fiorentina domani h.19

    Juventus – Sassuolo domani h.21

     

    CLASSIFICA DOPO 26 GIORNATE

    Juventus* 58, Roma 50, Napoli* 45, Lazio* 43, Fiorentina* e Sampdoria 42, Genoa* 37, Torino 36, Inter*, Milan e Palermo 35, Udinese* 31, Empoli, Sassuolo* e Verona 29, Chievo 26, Atalanta 24, Cagliari e Cesena 20, Parma ** 11

    * una partita in meno

    ** due partite in meno

    Parma un punto di penalizzazione.

     

  • Derby della Lanterna, 1-1 ma che emozioni!

    Derby della Lanterna, 1-1 ma che emozioni!

    Ci sono partite per un appassionato di calcio che sono un must, uno di quegli avvenimenti a cui non si può mancare sono quei match che danno adrenalina, tensione ed uno spettatore anche imparziale non riesce a distaccarsi al punto tale da rimanere indifferente. Sono le grandi classiche, Barcellona-Real Madrid, Inter-Juventus, Boca Juniors-River Plate e certamente Sampdoria-Genoa.

    Migliaia di bandiere blucerchiate in Gradinata Sud | Foto Twitter
    Migliaia di bandiere blucerchiate in Gradinata Sud | Foto Twitter

    Il Derby della Lanterna è uno di quegli appuntamenti che vale la Serie A ed è una partita che a tutti gli effetti è da considerare patrimonio non solo del nostro calcio ma del calcio mondiale  e oggi vale anche l’accesso o meglio la posizione in classifica per il lotto di squadre ce lottano per l’Europa. Coreografie mozzafiato, atmosfera che parte mesi prima e finirà mesi dopo, una città da conquistare ed un dominio morale da sfoggiare ad ogni occasione nella quotidianità della vita, questa per i genovesi è “la partita dell’anno”.

    Che la partita sia sentita dai ventidue in campo si capisce subito dopo quindici secondi di gioco, quando i centrocampisti del Genoa mettono subito sotto pressione i blucerchiati e si registra già il primo fallo. Dopo un minuto di gioco il Genoa si crea subito la prima palla gol, da un calcio d’angolo di sinistra la palla arriva a Perotti che rossa al centro dove Bertolacci da dentro l’area piccola di testa devia alto sopra la traversa.

    E’ il Grifone che fa la partita e che aggredisce i blucerchiati con un pressing ossessivo, tuttavia la Sampdoria riesce ad uscire usando spesso il fisico. Al 7° Soriano batte un bel calcio di punizione dalla sinistra, Romagnoli riesce a colpire di testa ma mette a lato.

    La storia del Grifone ripercorsa in Gradinata Nord | Foto Twitter
    La storia del Grifone ripercorsa in Gradinata Nord | Foto Twitter

    Al 17° Marassi esplode, azione insistita del Genoa che riparte con tre passaggi ribaltando il campo dopo un calcio di punizione per la Samp, un bel fraseggio al limite dell’area di Viviano tra Perotti, Bertolacci e Rincon la palla arriva a Niang sulla destra che mette un rasoterra insidioso dentro l’area sul quale s’insinua Falque battendo il portiere blucerchiato.

    Un minuto dopo i blucerchiati fanno riesplodere il “Luigi Ferraris“, sulla fascia sinistra Roncaglia commette sulla pressione di Eder un errore madornale, anziché alleggerire tiene palla ma se la fa rubare dall’attaccante sampdoriano che sfila così verso l’area e batte Perin in uscita. 1-1 dopo venti minuti, tanta sostanza, tanta foga agonistica e grandissimo entusiasmo è un gran bel derby fin qui.

    Al 27° Okaka si mangia la rete del vantaggio blucerchiato. Acquah resiste e si porta la palla sul limite del fondo nell’angolo di destra poi mette un pallone potente al centro dell’area a mezz’altezza. Okaka sfugge dai radar dei difensori genoani e ad un metro dalla porta spara incredibilmente alto. Passa un minuto e il Genoa in contropiede con Niang risponde, il suo tiro di sinistro a giro dal limite dell’area viene bloccato in due tempi da Viviano.

    Al 32° una bella punizione di sinistro di Falque sibila vicino al palo della porta del portiere blucerchiato facendo trattenere il respiro ai padroni di casa. Al 37° Perotti effettua dal limite dell’area un passaggio smarcante per Niang che è leggermente defilato sul vertice di destra ma tira in modo potente in porta e Viviano respinge in tuffo prima che Romagnoli in affanno liberi in calcio d’angolo.

    Il primo tempo si chiude con un’ottima intensità ma non regala più emozioni, un’ottima prima frazione fatta di agonismo, belle giocate e rovesciamenti di fronte continui, bravo Rocchi a gestire il match finora in modo inglese adattandosi al clima derby.

    Eder pareggia il conto dopo la rete di Falque | Foto Twitter
    Eder pareggia il conto dopo la rete di Falque | Foto Twitter

    Ripresa che inizia senza cambi, e il trend non cambia, Genoa che manovra con un buon palleggio e Samp pronta a ripartire con potenza. Al 50° Silvestre ci prova da fuori area ma il pallone esce alto sopra la traversa. Il primo quarto d’ora del secondo tempo però vive un principio di nervosismo tra le due squadre, complici un paio d’interventi al limite della regolarità dei difensori rossoblù sugli avanti sampdoriani e il troppo allungamento delle squadre che crea scollamento tra i reparti.

    Al 63° Roncaglia da fuori area prova a tirare un diagonale pericoloso che Viviano con la mano aperta devia in angolo. Al 79° Bertolacci, il migliore in campo, prova anche lui da fuori area ma il suo destro viene sporcato da un difensore genoano e finisce a lato.

    Incredibile gol fallito dalla Sampdoria all’86° quando su un’azione di contropiede Eto’o tenta un passaggio per Muriel che viene deviato in area da un difensore genoano, nello spazio s’infila Obiang che clamorosamente a tu per tu con Perin spara alto sopra la traversa.

    Emozioni forti nei minuti di recupero, quando da una punizione sulla sinistra Kucka svetta in area e colpisce la traversa, sulla ribattuta ancora un colpo di testa genoano respinto da Viviano e poi un terzo tiro verso la porta ma che finisce fuori chiude un match incredibile che poteva premiare sia una che l’altra squadra ma finisce 1-1.

    Sampdoria (4-3-1-2): Viviano 6; De Silvestri 6,5, Silvestre 6,5, Romagnoli 6,5, Regini 5,5; Acquah 6,5, Palombo 6 (dal 66° Duncan 5,5), Obiang 6; Soriano 6,5 (dal 72° Muriel 6); Eder 7 (dal 84° Eto’o S.V.), Okaka 5,5.

    All.: Sinisa Mihajlovic 6,5.

    Genoa (3-4-3): Perin 6; Roncaglia 5,5, Burdisso 6, De Maio 6,5; Rincon 6, Bertolacci 7,5, Kucka 6,5, Edenilson 6 (dal 75° Bergdich 6); Falque 7 (dall’88° Izzo S.V.), Perotti 6,5, Niang 6,5 (dal 80° Borriello (S.V.).

    All.: Gian Piero Gasperini 6.

    Arbitro: Gianluca Rocchi 6,5

    Ammoniti: Viviano (S), Roncaglia (G), Soriano (S), Obiang (S) Espulsi:

  • Tutti gli uomini del Derby della Lanterna

    Tutti gli uomini del Derby della Lanterna

    Gli occhi di tutta l’Italia calcistica e non solo saranno puntati sulla supersfida di Marassi questa settimana, e il Derby della Lanterna andrà in scena in prima serata come anticipo del sabato in solitario, visto che nello stesso giorno non sono previste partite di Serie A nemmeno alle 18:00.

    La stracittadina ligure è da sempre considerata il più bel derby d’Italia, sia per passione vissuta dalle due tifoserie che per l’atmosfera incandescente in campo. Se è da sempre una sfida molto difficile da decifrare per pronosticare un vincitore altrettanto complicato è comprendere lo stato psicofisico delle due compagini, tradotto in parole povere chi vince non si sa ma è sicuro che nessuna delle due vuole perdere.

    Altrettanto improbo è pronosticare chi possa essere l’uomo derby proprio perché spesso è stata una partita chiusa e il marcatore che ha aperto o chiuso la sfida è stato un gregario, per citarne solo alcuni del recente passato Maggio o Rafinha oppure uomini entrati dalla panchina come Boselli nel 2011 determinando poi l’andamento della stessa gara.

    Dal famoso 3 novembre 1946 (data del primo Derby della Lanterna, terminato 0-3 in favore dei blucerchiati) ad oggi sono passati per il prato di Marassi fior fior di giocatori e anche diversi campioni, ma nessuna delle due compagini ha mai messo la zampa vincente innestando la marcia in più e ponendosi al comando dei precedenti in modo netto come per esempio è accaduto al derby di Torino che la storia ha scritto dando un vantaggio netto ad una delle due. In Serie A si sono affrontate 63 volte, per 16 ha vinto il grifone, 24 i pareggi e per 23 volte ha vinto la Sampdoria. E’ l’unico derby che ha avuto un prologo anche nella serie cadetta e in Coppa Italia.

    L’ultima stracittadina ha visto trionfare la Sampdoria, nel girone d’andata grazie ad una punizione velenosa di Manolo Gabbiadini che ha chiuso il match per 0-1, nella supersfida di sabato sera il match-winner di allora non ci sarà perché ceduto al Napoli nella sessione di mercato di gennaio.

    Diego Milito, unico autore di una tripletta nei Derby della Lanterna | Foto Web
    Diego Milito, unico autore di una tripletta nei Derby della Lanterna | Foto Web

    Parlando di uomini derby della storia non si può non partire dall’origine della sfida e ricordare la coppia Giuseppe Baldini e Adriano Bassetto che negli anni ’40 erano proprio un incubo per la difesa genoana e misero, insieme ad altri marcatori, i primi derby proprio a favore dei blucerchiati facendo registrare nel 1948 il massimo scarto registrato nella storia del Derby della Lanterna 5-1 in favore della Sampdoria. I due restano ancora oggi i maggiori top-scorer della stracittadina.

    A quattro reti c’è un certo Roberto Mancini, sempre per la Sampdoria, che nella storia di questa partita si è dimostrata sempre più prolifica dell’avversario ma l’unica tripletta realizzata nella storia dei Derby della Lanterna è rossoblù e targata Diego Milito.

    Tre giocatori poi sono riusciti a mettere il proprio nome sul tabellino dei marcatori con entrambe le maglie si tratta di Giuseppe Baldini che realizzò anche una rete con la maglia del Genoa, Paolo Barison che dal Grifone passò alla Sampdoria dopo una parentesi al Milan e Eddie Firmani, che iniziò la sua avventura italiana con la maglia blucerchiata e la chiuse con la maglia rossoblù.

    Altro dato statistico interessante è quello relativo ai postumi che il Derby della Lanterna porta dietro, oltre al normale e sano sfottò che si respira in città per i mesi a seguire spesso c’è stata anche una vera e propria sterzata nel prosieguo della stagione sia per la squadra che lo ha vinto che per la squadra che ha perso.

    Inutile ricordare nella stagione nefasta, per la Sampdoria, del 2010/11 il derby di ritorno venne deciso dalla rete di Mauro Boselli nei minuti di recupero e che a fine stagione i blucerchiati retrocedettero. Ancora oggi i tifosi rossoblù sono convinti di essere stati determinanti per la retrocessione dei cugini. Oppure andando alla stagione storica per le genovesi (1990/91) quando alla fine la Sampdoria si laureò Campione d’Italia e il Grifone conquistò il primo storico piazzamento per la Coppa UEFA, in quell’occasione fu proprio la partita d’andata a dare il là ad una corsa fantastica per i colori rossoblù. Al vantaggio iniziale di Eranio rispose nella ripresa Gianluca Vialli ma a metà secondo tempo una punizione magistrale di Claudio Branco mandò in tripudio la Gradinata Nord e la squadra allenata allora da Osvaldo Bagnoli divenne una corazzata che chiuse con merito al quarto posto in classifica.

  • Diego Perotti la decide su rigore: Genoa espugna l Olimpico

    Diego Perotti la decide su rigore: Genoa espugna l Olimpico

    Diego Perotti match winner del match con cui il Genoa espugna l’Olimpico di Roma sconfiggendo 0-1 la Lazio suo un calcio di rigore che ha anche provocato l’espulsione del portiere Marchetti lasciando i padroni di casa con l’uomo in meno.

    Diego Perotti, autore del rigore decisivo il Lazio-Genoa
    Diego Perotti, autore del rigore decisivo il Lazio-Genoa

    Successo meritato per la formazione di Gasperini la quale è stata protagonista di una bella gara mentre per la squadra di Pioli è la seconda sconfitta di fila; la gara di oggi ha dimostrato un involuzione negativa sotto il profilo del gioco da parte della Lazio.

    La prima palla gol del match porta la firma di Biglia che, al 7′, calcia una punizione radente e Perin si salva con la complicità del palo, avvio di match molto maschio con tre cartellini gialli estratti dal direttore di gara Gervasoni a Mauri e Cana, per la Lazio, i quali erano diffidati e salteranno la prossima gara. La risposta del Genoa è affidata a un calcio di punizione effettuato da Niang respinto dal portiere Marchetti; al 27′ la svolta del match: Marchetti frana in uscita su Niang imbeccato da Bertolacci, calcio di rigore e cartellino rosso per il portiere,  tra i pali si schiera Berisha, dal dischetto gol di Diego Perotti per il vantaggio ospite.

    Nella ripresa diagonale di Niang con palla a lato. Al 51′ punizione di Biglia palla a lato. Al 52′ Niang serve Iago che sbuca dinnanzi a Berisha ma calcia a lato; Al 67′ palo colpito da Mauri che si incunea tra i difensori del Genoa; al 79′ rovesciata dall’interno dell’area di rigore di Mauri palla alta.

    Con questa vittoria il Genoa si porta a quota 32 punti in classifica mentre la Lazio rimane ferma a 34 punti.

    Tabellino

    LAZIO-GENOA 0-1  29′ Perotti (rigore)

    LAZIO: Marchetti, Radu, Cana, De Vrij, Basta, Parolo, Biglia, Cataldi [27. Berisha], Mauri [80. Keita], Klose, Candreva [46 Felipe Anderson]. All: Pioli

    GENOA: Perin, Roncaglia, De Maio, Izzo, Edenilson, Rincon, Bertolacci, Kucka, Iago [75. Tambè], Niang [70. Pavoletti],  Perotti [78. Lestienne]. All: Gasperini