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  • Il Milan di Gattuso conquista la finale di Coppa Italia con la Juve

    Il Milan di Gattuso conquista la finale di Coppa Italia con la Juve

    Gennaro Gattuso conquista la sua prima finale da allenatore. Il suo Milan sconfigge ai rigori la Lazio di Simone Inzaghi ed ottiene il pass per l’ultimo atto della Coppa Italia.

    Ad attendete i rossoneri ci sarà la Juventus che, grazie ad un gol dal dischetto di Miralem Pjanic, ha bissato l’uno a zero dell’andata ed ha eliminato l’Atalanta. 

    In sostanza le gare di ritorno hanno visto lo stesso risultato visto nelle gare di andata, come già detto ai bianconeri è bastato il rigore trasformato da Pjanic, nel finale di gara, per replicare l’uno a zero siglato da Higuain a Bergamo, ed estromettere dalla Coppa Italia una combattiva Atalanta che ha avuto le sue occasioni per rimettere tutto in discussione.

    0-0 era stato a San Siro, 0-0 è stato all’Olimpico. A decidere una sfida equilibrata, sono serviti i calci di rigore ad oltranza. All’errore di Luis Felipe ha risposto la trasformazione decisiva del difensore del Milan Alessio Romagnoli.

    Veniamo al racconto della gara dell’Allianz Stadium.

    Come accaduto domenica scorsa, anche questa volta Juventus ed Atalanta si trovano a dover giocare sotto la neve ma stavolta è decisamente più leggera e la sfida non è mai a rischio.

    La partenza è favorevole all’Atalanta che si dimostra più aggressiva e propositiva, anche se Buffon non corre mai alcun rischio concreto. Dopo un paio di tentativi di Cristante e Gomez, la prima vera palla gol capita a Mandzukic al 35°. Il croato usa bene il fisico e riesce a calciare dinanzi a Berisha, il portiere nerazzurro non si fa sorprendere e respinge la conclusione. Nel finale di tempo un violento tiro cross di Douglas Costa costringe l’estremo difensore ospite a respingere, in modo non certo elegantissimo, il pallone fuori dallo specchio. Si va al riposo sullo 0-0.

    Nella ripresa ci prova subito Marchisio ma la sua conclusione non preoccupa Berisha che respinge. Al 64° un errore in uscita di Benatia permette a De Roon di servire Gomez, il Papu vede Buffon sulla trequarti e cerca il pallonetto che beffardo va a centrare il palo. Passano poco più di due minuti che Douglas Costa si mette in proprio e dal limite lascia partire un tiro a giro che centra in pieno la traversa. Al 74° il match si sblocca, cross in mezzo di Lichtsteiner, Mancini trattiene Matuidi che cade, Fabbri fischia il rigore che Pjanic trasforma. Il gol sommato allo 0-1 dell’andata spegne le speranze dell’Atalanta che non riesce in alcun modo ad avere una reazione tale da poter riaprire la qualificazione. Finisce 1-0 ed Allegri con la sua Juve, conquista la quarta finale di Coppa Italia consecutiva.

    JUVENTUS-ATALANTA 1-0 (74° rig. Pjanic)

    Juventus (4-3-3): Buffon; Lichtsteiner, Benatia, Chiellini, Asamoah; Marchisio (68° Khedira), Pjanic, Matuidi; Douglas Costa (82° Dybala), Mandzukic, Alex Sandro (84° Barzagli).

    Allenatore: Allegri.

    Atalanta (3-4-1-2): Berisha; Mancini (75° Rizzo), Caldara, Masiello; Hateboer, De Roon, Freuler (86° Barrow), Spinazzola; Cristante; Ilicic (63° Cornelius), Gomez.

    Allenatore: Gasperini.

    Arbitro: Fabbri

    Ammoniti: Chiellini (J), Gomez (A), Pjanic (J), Matuidi (J), Masiello (A), Alex Sandro (J), Mandzukic (J).

     

    Veniamo al racconto dell’altra semifinale.

    La partenza è praticamente tutta dei padroni di casa con Immobile e Milinkovic-Savic che impegnano e spaventano Donnarumma nei primi minuti. La risposta rossonera arriva con Suso al 19°, bravo Strakosha a respingere. Il primo tempo viaggia su ritmi alti, con possibili occasioni da ambo i lati ma al 45° si va al riposo sullo 0-0.

    Nel secondo tempo è il Milan a partire meglio prima ci prova Calhanoglu poi è Calabria ad avere una chance enorme ma Strakosha c’è e respinge. La lazio perde un po’ di precisione nei passaggi e gli uomini di Gattuso provano a rendersi insidiosi in contropiede. Il risultato però non si sblocca, dopo 4 minuti di recupero Rocchi fischia la fine, si va ai supplementari.

    Nei tempi supplementari non accade niente di sostanzioso sino al 118° quando dopo un corner della Lazio, il Milan riparte in contropiede con Bonucci che mette sui piedi di Kalinic un pallone ghiottissimo da spingere in rete, il croato però spara alto, si va ai calci di rigore.

    Dal dischetto partono alla grande i due portieri che neutralizzano due conclusioni a testa nei primi sei rigori calciati. Gli altri 4 rigori però vengono realizzati e si va quindi ad oltranza, Lulic segna, Calhanoglu pure, Luis Felipe calcia altissimo. La qualificazione è nei piedi del giovane difensore rossonero, ma tifoso laziale, Romagnoli che si dimostra freddissimo, spiazza Strakosha e permette a Gattuso di esultare, in finale va il Milan. 

    LAZIO – MILAN 0-0 (4-5 d.c.r.)

    Sequenza Rigori: Immobile (L) GOL, Rodriguez (M) PARATO, Milinkovic-Savic (L) PARATO, Montolivo (M) PARATO, Lucas Leiva (L) PARATO, Bonaventura (M) GOL, Parolo (L) GOL, Borini (M) GOL, Felipe Anderson (L) GOL, Bonucci (M) GOL, Lulic (L) GOL, Calhanoglu (M) GOL, Luis Felipe (L) ALTO, Romagnoli (M) GOL

    Lazio (3-5-1-1): Strakosha; Caceres (69° Luiz Felipe), De Vrij, Radu; Marusic (93° Lukaku), Parolo, Leiva, Milinkovic-Savic, Lulic; Luis Alberto (67° Felipe Anderson); Immobile.

    Allenatore: Inzaghi.

    Milan (4-3-3): G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessié (96° Montolivo), Biglia, Bonaventura; Suso (107° Borini), Cutrone (70° Kalinic), Calhanoglu.

    Allenatore: Gattuso.

    Arbitro: Rocchi.

    Ammoniti: Marusic (L), Calabria (M), Kessié (M), Romagnoli (M), Milinkovic-Savic (L), Radu (L).

  • Finisce l’avventura di Montella al Milan, arriva Gattuso

    Finisce l’avventura di Montella al Milan, arriva Gattuso

    La notizia era nell’aria già da diverse ore, poco fa è arrivata anche la comunicazione ufficiale: Vincenzo Montella è stato esonerato ed al suo posto sulla panchina del Milan va Gattuso. 

    All’ormai tecnico rossonero è stato fatale il pareggio casalingo per 0-0 contro il Torino, la gara a reti bianche contro i granata è stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare un vaso che da diverse settimane pareva essere giunto alla massima capienza.

    Vincenzo Montella era diventato allenatore del Milan nel Luglio del 2016 e, nella sua prima stagione aveva ottenuto dei buoni risultati, come il successo nella Supercoppa Italiana a Doha contro la Juventus e l’aver riportato il Milan sul palcoscenico europeo, seppur in Europa League e tramite i preliminari.

    L’impegnativo mercato estivo effettuato dalla proprietà cinese, per mano di Fassone e Mirabelli, con gli arrivi di Bonucci, André Silva, Rodriguez, Çalhanoğlu, Biglia, Conti e Kalinic, oltre alla conferma di pezzi da novanta come Gigio Donnarumma e Suso, aveva posto dinanzi a Vincenzo Montella l’obiettivo di puntare al ritorno in Champions League. 

    La squadra però non ha mantenuto le promesse estive, al tecnico non è bastato il passaggio ai sedicesimi di Europa League, se pur senza brillare in un girone non certo impossibile, con un turno d’anticipo, il 7° posto dopo 14 giornate in Serie A, a quota 20 punti in coabitazione con Chievo e Bologna, con uno score di 6 vittorie, 2 pareggi e 6 sconfitte, con la zona Champions distante 11 lunghezze (con Roma e Lazio che hanno una gara in meno e quindi una possibile distanza dilatabile sino a 14) sono costate l’esonero.

    Il comunicato dell’esonero di Montella | © Ac Milan

    A tentare l’ardua impresa di portare il Milan nella massima competizione europea toccherà a Gennaro Gattuso, promosso dalla primavera alla prima squadra, che dovrà riuscire a colmare il gap con le Big della Serie A o provare a vincere l’Europa League.

    Sulla panchina del Milan torna nuovamente un calciatore che è stato idolo della tifoseria, riuscirà Gattuso a far meglio dei suoi recenti ex colleghi e predecessori Seedorf, Inzaghi e Brocchi, guadagnandosi così la riconferma? Oppure sarà, come sostengono in molti un traghettatore in attesa di un grandissimo nome (Conte? Simeone? Ancelotti?)?

  • Leader in campo e fuori, Gattuso vince all’esordio da allenatore-giocatore

    Leader in campo e fuori, Gattuso vince all’esordio da allenatore-giocatore

    L’avventura da allenatore-giocatore di Gennaro Gattuso al Sion inizia alla grande con la vittoria ai Quarti di Finale della Coppa di Svizzera che permette alla squadra svizzera di entrare tra le migliori quattro del torneo, con la grande possibilità di giocarsi la vittoria finale. Tensione a mille per l’ex mediano del Milan e della Nazionale Italiana che a fine partita ha dichiarato di non aver dormito per due giorni tanto era forte l’ansia per questa sua nuova avventura nel doppio ruolo di mister e calciatore. Il risultato finale (un secco 2-0 contro il Losanna davanti a 2000 spettatori scarsi) ha premiato Ringhio che nel corso del match si è anche autosostituito per seguire dalla panchina la gara dei propri ragazzi, dopo che in campo ha portato a termine la sua classica gara tutta cuore e polmoni.

    Gennaro Gattuso, leader dentro e fuori dal campo

    Gattuso, esordio ok nel ruolo di allenatore-giocatore del Sion © FABRICE COFFRINI/AFP/GettyImages
    Gattuso, esordio ok nel ruolo di allenatore-giocatore del Sion © FABRICE COFFRINI/AFP/GettyImages

    Il clima gelido e la tensione per l’esordio in panchina non ha giocato brutti scherzi a Gattuso che insieme al suo vice Luigi Riccio, ex centrocampista nonché capitano del Piacenza, ha saputo preparare la gara alla perfezione andando a sfruttare al meglio le situazioni da calcio piazzato (che appena un anno fa portarono 25 reti contro le 3 dell’attuale stagione) e dando una sistemata al reparto difensivo (l’anno scorso uno dei migliori, quest’anno uno dei più critici).

    E neanche a dirlo, la vittoria è arrivata grazie ad un’ottima difesa e alla rete segnata nel primo tempo su schema da calcio di punizione. Il 2-0 definitivo è stato siglato nei minuti di recupero del secondo tempo su calcio di rigore.

    Una vittoria che lancia il Sion verso la semifinale della Coppa di Svizzera e carica l’ambiente in vista del finale di stagione che si prospetta importante, l’obiettivo è raggiungere il secondo posto che garantirebbe la qualificazione ai Preliminari di Champions League. Solo un sogno? Gennaro Gattuso non la penserà così!

  • Gattuso allenatore-giocatore del Sion

    Gattuso allenatore-giocatore del Sion

    Grandi cambiamenti per il Sion, la squadra svizzera dove milita Gennaro Gattuso, che dopo la sconfitta molto pesante per 4-0 subita contro il Thun ha messo fine alla gestione del tecnico spagnolo Victor Munoz (ex centrocampista della Sampdoria) che ha “fatto un passo indietro” rispetto al suo incarico dopo solo due mesi di lavoro considerando che era stato ingaggiato a metà Dicembre dopo gli esoneri degli altri due tecnici Fournier e Decastel. La società ha deciso, quindi, di provare a voltare radicalmente pagina e di optare per la soluzione “autogestione” dopo che, durante la presente stagione, l’alternanza di ben tre allenatori non ha prodotto i risultati sperati evidenziando una “mancanza di impegno da parte della squadra”. In questo panorama, sarà decisivo proprio il ruolo di Gennaro Gattuso, capitano della squadra, che ricoprirà la figura di allenatore-giocatore essendo la personalità di maggiore spicco ed esperienza in squadra e che, dunque, avrà un potere gerarchico sui compagni di squadra.

    Gattuso allenatore-giocatore del Sion | © Maurizio Lagana/ Getty Images Sport
    Gattuso allenatore-giocatore del Sion | © Maurizio Lagana/
    Getty Images Sport

    In questo modo, la dirigenza del Sion, alla luce delle evidenti problematiche evidenziate dalla squadra, ha deciso di “provare a mettere i calciatori di fronte alle proprie responsabilità” in modo da focalizzare la loro attenzione sulla propria attività e cercando di far leva sul loro coinvolgimento per cercare di invertire la tendenza che, finora, ha mostrato un bassissimo coinvolgimento nel progetto-Sion.

    In questo modo si tenterà di migliorare il rendimento del club, che è molto lontano dalle ambizioni che ad inizio stagione la dirigenza e la proprietà riponevano sulla squadra: attualmente, infatti, il Sion occupa il quarto posto in classifica con 35 punti, ma è staccato di ben nove lunghezze dalla vetta della classifica dove si trova il Grasshopper che ha all’attivo 44 punti, quattro di vantaggio sul Basilea secondo in classifica ed otto in più del San Gallo.

    Il primo banco di prova di Gennaro Gattuso in veste di allenatore-giocatore è molto vicino: domani è, infatti, in programma la gara contro il Losanna valida per i quarti di finale della Coppa di Svizzera.

    Il compito di Gattuso non sarà agevole, ma c’è da scommettere che lo affronterà con la sua proverbiale grinta e determinazione.

  • Il cartellino giallo di Gattuso. Ringhio come Gascoigne

    Il cartellino giallo di Gattuso. Ringhio come Gascoigne

    Ringhio ne combina un’altra delle sue. Il campionato della Svizzera si arricchisce del cartellino giallo di Gattuso sventolato ad un calciatore avversario. L’ex rossonero si è di fatto sostituito all’arbitro dell’incontro, lo svizzero Nikolaj Hanni. Il tutto è avvenuto nel match di Super Liga svizzera tra Young Boys e Sion, vinto dai padroni di casa con il punteggio di 3-1, dopo che il primo tempo si era concluso in parità.  Gattuso ha sventolato il cartellino giallo all’indirizzo di Raphael Nuzzolo al minuto 82, quattro minuti dopo che lo stesso centrocampista avversario aveva realizzato il penalty del momentaneo 2-1 per lo Young Boys. Nuzzolo si ripeterà al novantesimo minuto realizzando la rete del 3-1, dimostrando così di aver assorbito particolarmente bene la “botta” del cartellino giallo ricevuto da un indomito Ringhio Gattuso.

    NEL SEGNO DI GASCOIGNE– Sono passati 17 anni da quando “Gazza”, allora giocatore dei Glasgow Rangers, raccolse il cartellino giallo che era caduto al direttore di gara per “ammonirlo” simbolicamente. Lo stesso arbitro poi, ricevuto il cartellino, lo estrasse a Paul Gascoigne tra le risate generali del pubblico di casa.

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    Gennaro Gattuso, una ne pensa mille ne fa | ©FABRICE COFFRINI/AFP/GettyImages

    I PRECEDENTI – Che Gattuso fosse una testa calda non lo scopriamo di certo oggi. In tanti ricorderanno ancora bene la furibonda lite con l’assistente di Redknapp Jordan (fra le altre cose ex giocatore del Milan) in un Milan-Tottenham ad alta tensione, che sancì l’eliminazione dei rossoneri dalla Champions League nel 2010-2011. Va ricordato poi che nella sua stagione in Scozia, ai Rangers (’97), è diventato ben presto il beniamino del pubblico, tanto da essere ribattezzato come Braveheart.

    IN SVIZZERA – Adesso che ha lasciato il Milan, Gattuso continua ugualmente ad essere un giocatore di primo piano. Nel Sion ha disputato fin qui 17 presenze, segnando anche una rete, e dando un contributo particolarmente importante al club, che in classifica si trova in quarta posizione, a cinque punti dalla vetta occupata dal Grasshoppers.

    Il video del cartellino giallo di Gattuso [jwplayer config=”30s” mediaid=”162485″]

  • Dopo Gattuso anche Alessandro Del Piero pronto a trasferirsi al Sion

    Dopo Gattuso anche Alessandro Del Piero pronto a trasferirsi al Sion

    Stati Uniti, Emirati Arabi, Giappone. Tutte destinazioni che Alessandro Del Piero ha preso in considerazione dopo aver lasciato la Juventus alla fine della stagione. Un’estate di riposo quella dell’ex capitano bianconero che ha potuto riflettere sul proprio futuro. Durante il periodo di mercato si è parlato di trasferimenti milionari (per il conto in banca del calciatore) negli USA, in Arabia e in Giappone senza ottenere mai una conferma da parte del giocatore. Per rimanere in Europa invece si è vociferato di un interessamento del Tottenham, senza che nessun offerta si stata realmente presentata al fratello-procuratore di Alex Del Piero.

    Nelle ultime ore si è fatto sempre più vivo l’interesse del Sion verso l’attaccante. La squadra svizzera, oltre al presidente italiano, quest’anno può contare su un rinforzo eccellente, parliamo di Gennaro Gattuso, amico e compagno di nazionale dell’ex bianconero. I due si sarebbe sentiti negli ultimi giorni, dando un’importante accelerata alla trattativa che sembrava impensabile fino alla settimana scorsa.

    Alessandro Del Piero © GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages

    L’entourage di Del Piero e i vertici del Sion si sono incontrati in queste ore per abbozzare una trattativa. L’offerta c’è stata e il giocatore sarebbe entusiasta di rimanere in Europa, vicino a Torino, in compagnia di un amico come Gattuso. Una scelta che andrebbe aldilà dei soldi, visto che l’ingaggio che prenderebbe con il club svizzero non sarà sicuramente di quelli irrinunciabili.

    Secondo il direttore sportivo del Sion, Marco De Gennaro, la fumata bianca potrebbe arrivare tra domani e dopo domani. Ad Alessandro Del Piero è stata prospettata la possibilità di vincere il campionato svizzero e quindi giocare l’anno prossimo la Champions League.

    L’ex capitano bianconero, dopo 513 presenze e 208 gol con la maglia della Juventus ripartirà dalla Svizzera e potrebbe esaudire il suo desiderio di giocare altri 2-3 anni da protagonista. A Torino c’è già chi spera di vedere Del Piero in Champions League con la maglia del Sion sfidare proprio i bianconeri.

  • Gattuso lancia altre “frecciate” al Milan

    Gattuso lancia altre “frecciate” al Milan

    Ha lasciato qualche strascico e malumore l’addio di Gattuso al Milan e l’ex numero 8 dei rossoneri sembra intenzionato ora a levarsi qualche sassolino dalla scarpa all’indirizzo di quella che è stata per 13 lunghi anni la sua squadra e la sua seconda casa. L’ex centrocampista che ora gioca in Svizzera nel Sion, dopo le dichiarazioni delle scorse settimane contro il suo ex allenatore Allegri, ritorna a parlare attraverso una lunga intervista rilasciata alla rivista francese France Football, del suo addio al Milan palesando lo stato d’animo di un uomo ferito nell’orgoglio. L’ex campione del mondo inizia l’intervista spiegando i motivi per cui ha scelto di lasciare il Milan:

    Me ne sono andato via perché non stavo bene in uno spogliatoio che un tempo era molto più facile da gestire. Con il fatto di essermi ammalato agli occhi, non ho potuto essere sempre presente, ma la malattia mi ha fatto vedere le cose da un altro punto di vista. Gli ultimi due o tre mesi ho notato cose mai viste in 13 anni di Milan“.

    Ringhio scende nei dettagli spiegando come nello spogliatoio rossonero negli ultimi mesi fossero cambiate tante cose per colpa del comportamento poco professionale di alcuni compagni di squadra restii al rispetto di alcune regole fondamentali per la buona gestione del club:

    Quando c’era un allenamento alle 9.30, in molti arrivavano appena dieci minuti prima e nessuno diceva nulla. Io arrivavo con tre quarti d’ora d’anticipo, magari per fare esercizi, massaggi o solo per prendere un caffè in tranquillità, secondo una cultura frutto di anni d’esperienza, quando c’era il pranzo all’una, alcuni arrivavano anche con 15 minuti di ritardo. Insomma c’era mancanza di rispetto delle regole“.

    Gennaro Gattuso © FABRICE COFFRINI/AFP/GettyImages

    Sarebbe quindi uno dei motivi che ha indotto il calciatore a non firmare il contratto che lo avrebbe legato per un altro anno al club che calcisticamente gli ha regalato tutti i successi che un giocatore potrebbe sognare di ottenere. Ciò che più ha infastidito Gattuso il comportamento della società al riguardo:

    Nessuno diceva niente, non mi sentivo più Rino Gattuso, non ero più in grado di affrontare quella situazione. Così ho deciso di andarmene, anche se c’era un contratto di un anno pronto da firmare, io credo molto nella nozione di gruppo e in una rosa di 25 giocatori se le regole non vengono rispettate c’è subito casino. Sono cose che fanno perdere energie. Era una situazione che innervosiva molto gli anziani del gruppo. Ma se passi il tempo a criticare chi arriva in ritardo, togli energie al campo“.

    Nei racconti anche l’errore commesso dal club rossonero che era intervenuto in passato troppo tardi per “raddrizzare” il talento Yoann Gourcuff, reo di tenere comportamenti poco consoni con quelle ferree dettate dal regolamento societario. Allora fu il giovane francese ad essere stato ceduto, ora invece i senatori.

    Ringhio ora sembra rinato con il Sion dove ha ritrovato gli stimoli che aveva ormai perso nell’ultimo periodo al Milan, la sua nuova squadra si trova in testa al campionato elvetico ma nel suo cuore ci sarà sempre un posto speciale per il club rossonero, ed è difficile pensare che possa essere altrimenti.

  • Il Milan al Trofeo Tim, Massimiliano Allegri prepara l’anno zero

    Il Milan al Trofeo Tim, Massimiliano Allegri prepara l’anno zero

    Rifondazione, rinnovamento, rivoluzione. In due sole parole “anno zero”. E’ questo quello che attende il Milan versione 2012/2013. Gli addii di Nesta, Zambrotta, Flamini, Gattuso, van Bommel, Seedorf e Inzaghi, più le cessioni di Thiago Silva e Ibrahimovic, segnano una decisiva svolta nella storia della società milanese. Un cambio generazionale totale con i soli Abbiati e Ambrosini a dover tramandare ai nuovi arrivati la grinta, la storia e la voglia di vincere che ha fatto grande la squadra rossonera. Si prospetta una stagione (e forse non solo una) di transizione, che servirà a far maturare esperienza ai nuovi arrivati e ai giovani della rosa, con Massimiliano Allegri pronto a questa nuova avventura.

    BERLUSCONI – Ordini del presidente del Milan, abbassare il tetto ingaggi, nessun acquisto faraonico e autogestione finanziaria. Silvio Berlusconi non è disposto a mettere più una lira, o meglio, un euro sulla società che ha acquistato nel 1986 e con la quale ha vinto tanto. Potrebbe essere giunta l’ora di cedere totalmente o in parte le quote societarie e l’abbassamento delle spese verrebbe visto di buon occhio dai possibili acquirenti.

    Massimiliano Allegri © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    MAX ALLEGRI – L’attuale allenatore rossonero si appresta ad iniziare la sua terza stagione a Milanello. Nel suo curriculum un primo e un secondo posto. Non male per uno che è passato nel giro di tre stagione dal Sassuolo al Milan, passando per Cagliari. Ora il mister livornese si ritrova davanti alla sfida più importante della sua carriere. Riuscire a lottare per lo scudetto con la squadra in completa rifondazione e senza acquisti di rilievo alle porte. Ha appoggiato completamente le scelte societarie, ritenendo la cifra offerta dal Psg per Ibra e Thiago troppo importante per essere rifiutata e spera che da qui al 31 agosto possano arrivare volti nuovi per non sfigurare in campionato e Champions League.

    LA VECCHIA GUARDIA – Abbiati e Ambrosini sono i superstiti, ma nello spogliatoio milanista quest’anno mancherà la saggezza di Nesta, la grinta di Gattuso, l’intelligenza di Seedorf e la voglia di vincere di Inzaghi. Un mix perfetto che ha permesso al Milan di vincere Scudetti, Champions League e Coppe varie.

    IL MERCATO – Grande lavoro quest’estate per l’amministratore delegato rossonero, Adriano Galliani. Robinho è in procinto di lasciare Milano e non è escluso che a ruota possano seguirlo Cassano e Boateng che iniziano a dare segni di sofferenza davanti a questa smobilitazione societaria. Il barese sogna un ritorno a Genova, sponda blucerchiata, mentre al secondo potrebbero spalancarsi le porte del Real Madrid. In entrata, l’idea nuova della società di via Turati si chiama Bendtner, attaccante danese dell’Arsenal. Acquisto che rientrebbe nel profilo economico imposto dalla presidenza.

    CLASS ACTION – Intanto gli abbonati milanisti sono pronti a ricorrere per vie legali contro il Milan, reo di aver imbrogliato i tifosi attraverso pubblicità ingannevole per la sottoscrizione dell’abbonamento per la stagione 2012/2013. La campagna pubblicitaria vedeva protagonisti Nocerino, Ambrosini, Boateng, Ibrahimovic e Thiago Silva. Con la cessione dell’attaccante e del difensore, il tifo rossonero si è sentito preso in giro e, con l’appoggio della Codacons, è pronto a partire con una class action.

  • Gattuso come Pirlo “Via dal Milan per colpa di Allegri”

    Gattuso come Pirlo “Via dal Milan per colpa di Allegri”

    Dopo la prima vittoria con la maglia del Sion, Gennaro Gattuso si è lasciato andare in alcune dichiarazioni molto interessanti nelle quali il calciatore ha fatto capire di sentire non poco la mancanza del Milan. L’ex giocatore rossonero, centrocampista che ha saputo fare della sua grinta il punto forte, ha voluto spiegare che la decisione di lasciare Milanello è stata causata dal tecnico Massimiliano Allegri che ha dichiarato di non voler inserire nel piano del futuro campionato ne Gattuso ne Nesta, altro difensore che è volato a Montreal dopo tanti anni al Milan.

    Uno sfogo comprensibile quello di Gattuso che ammette di pensare spesso al club rossonero dove per anni si è sentito come in famiglia, grazie all’ottimo rapporto che aveva con tutti. Il centrocampista ha voluto però precisare che Adriano Galliani gli aveva chiesto di rimanere ancora a Milano ma che sia lui che Nesta hanno preferito lasciare il club in quanto sapevano che sarebbe stata una stagione inutile se fossero rimasti sotto la guida di Allegri.

    Ringhio, visibilmente toccato dalla conversazione, spiega come sia completamente diversa la vita di un calciatore in Svizzera: ricorda che al Milan ogni cosa e persona era sempre a disposizione dei calciatori e che se mancava qualcosa, i dirigenti correvano subito a prenderla e nel giro di pochi minuti arrivava al campo. Opposta invece la situazione al Sion dove la crisi si è fatta sentire molto più che in Italia: il centrocampista ha riportato ai giornalisti l’esempio dello scotch, in quanto se ne usa troppo per fasciarsi la caviglia viene rimproverato.

    Gennaro Gattuso © Claudio Villa/Getty Images

    Tornando al Milan Gattuso ha voluto lanciare una frecciatina ad Allegri dicendo che se fosse nei suoi panni non riuscirebbe nemmeno a dormire: il centrocampista ha giustificato le partenze degli ex compagni Ibrahimovic e Thiago Silva parlando dei problemi economici ma ha spiegato che ora sarà dura per il tecnico perchè dovrà fare a meno del difensore più forte al mondo e dell’attaccante che da solo ti vince la partita.

    Mi manca il Milan, sarei ipocrita se non lo ammettessi – ha spiegato Gattuso – ma sono contento della scelta che ho fatto perché qui c’è da battagliare e da stringere i denti“.

    Insomma il calciatore che di grinta ne ha da vendere ha trovato pane per i suoi denti ma, essendo solamente all’inizio della stagione, è sicuramente partito con il piede giusto nel match contro il Grasshoppers nonostante il piccolo infortunio che l’ha costretto a lasciare il campo.

  • Gattuso esce per infortunio all’esordio con il Sion

    Gattuso esce per infortunio all’esordio con il Sion

    E’ uno dei senatori rossoneri che a fine campionato scorso ha salutato tra le lacrime i suoi tifosi dopo 13 anni, Rino Gattuso, messo da parte la sua love story con il Milan ha debuttato nella prima giornata nel campionato Svizzero di Super League, con la maglia del Sion che al Letzigrund Stadion ha affrontato il Grasshopper, 27 volte campione di Svizzera.

    Nel giorno del suo debutto, indossando la maglia numero 8, il giocatore di origini calabresi non si è lasciato mancare nulla: partito da titolare con la fascia di capitano ha potuto festeggiare la prima vittoria stagionale del Sion che ha superato per 2-0 gli avversari grazie alle reti siglate dall’attaccante brasiliano Leo Itaperuna al 45′ e al 77′ minuto. Al 40′ per Ringhio arriva l’ammonizione e, infine, anche l’infortunio accorso al 64′ che l’ha costretto ad abbandonare il campo per lasciare il posto al compagno di squadra Adao.

    Gennaro Gattuso al debutto con il Sion | © FABRICE COFFRINI / Getty Images

    Il Sion, schierato dal suo tecnico Fournier nel 4-4-1-1, ha visto Gattuso occupare ruolo di centrale di centrocampo, giocando con la solita grinta e la foga agonistica di sempre, disputando tutto sommato una buona gara. Buona la prima impressione per i tifosi già entusiasti dell’arrivo del campione del mondo. Come un vero capitano alla sostituzione Gattuso non ha lasciato lo Stadio Letzigrund ma è rimasto a bordo campo fino alla fine del match per incoraggiare i suoi nuovi compagni di squadra. Lo aveva ribadito Ringhio al momento della firma con il Presidente svizzero Constantin, “riparto da zero, il Milan sarà sempre la mia seconda casa ma voglio dimostrare a tutti che non sono qui in vacanza. Voglio poter giocare ancora un’altra Champions League e soprattutto voglio battere il Basilea (campione in carica da tre anni consecutivi)”.

    Nelle prossime ore il giocatore si sottoporrà gli accertamenti clinici che stabiliranno l’entità dell’infortunio rimediato in partita, a Gattuso vanno gli auguri della redazione de Il Pallonaro.