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  • Valdes e Sansone in rete. Derby emiliano al Parma

    Valdes e Sansone in rete. Derby emiliano al Parma

    Impresa ducale in terra bolognese. Il derby emiliano tra Bologna-Parma, giocato al Dall’Ara, ha visto uscire vincente la formazione di Roberto Donadoni, bravissima a capitalizzare al meglio le poche occasioni avute durante tutto il corso del match. Per i padroni di casa, dopo aver conquistato due vittorie e un pareggio nelle ultime tre gare disputate in campionato (tra cui l’impresa a Napoli), sono rimasti a bocca asciutta al fischio finale. Il Parma torna all’ottavo posto in classifica ad un solo punto dal Milan (che giocherà in posticipo all’Olimpico contro la Roma) e si sblocca in trasferta dopo aver conquistato prima della partita odierna solamente 5 punti in 9 gare disputate lontano dal Tardini. Il Bologna nonostante la sconfitta, potrà festeggiare un felice Natale, essendo ancora a tre punti dalla zona retrocessione.

    La partita – Dominio del Bologna per gran parte del match. La formazione di Pioli si rende pericolosa più volte dalle parti di Pavarini grazie alle invenzioni di Diamanti non concretizzate da Gilardino e Gabbiadini. Ad inizio ripresa arriva il gol del momentaneo vantaggio bolognese grazie al difensore Sorensen che in mischia anticipa tutti superando l’incolpevole portiere parmense. La reazione gialloblu però è di quelle importanti e nel giro di pochi minuti prima Valdes toglie dal cilindro un fantastico tiro dai 25 metri che finisce la corsa sotto il sette, poi Sansone ribalta il risultato con un sinistro al volo su un cross dell’ottimo Gobbi. I padroni di casa non si danno per vinti e attaccano a testa bassa ma il risultato non cambia.

    Valdes, autore dell'1-1 © Mario Carlini/Getty Images
    Valdes, autore dell’1-1 © Mario Carlini/Getty Images

    Sansone – Sgridato dai compagni, ammonito dall’arbitro e sostituito dall’allenatore. Tutto questo dopo il gol vittoria. Motivo? Eccessiva esultanza con tanto di sbeffeggiamento ai danni di Diamanti. E’ ancora giovane, gli serviranno anche queste “punizioni”.

    Sogno Europa – Ottavo posto, vittoria in trasferta e squadra capace di soffrire. A Parma si torna a sognare un posto in Europa. Impresa difficile ma perché non provarci?

    PAGELLE BOLOGNA-PARMA

    Diamanti 7: Illumina il pomeriggio al Dall’Ara grazie alla sua tecnica unita ad una fantasia da primo della classe. Sfiora il gol del 2-2 su calcio di punizione.
    Gilardino 6: In giornata no. Spreca qualche occasione di troppo. Clamoroso il gol mancato a due passi da Pavarini
    Valdes 7: Si inventa il gol della domenica (in questo caso del sabato) con un tiro imprendibile all’incrocio dei pali. Sempre ottimo in cabina di regina. Merito a Donadoni per avergli cambiato ruolo nella stagione scorsa.
    Gobbi 6.5: Lavora tanto per la squadra con prestazioni sempre regolari e continue. Fantastica l’azione personale che porta il Parma al vantaggio.

    TABELLINO BOLOGNA-PARMA 1-2
    Bologna (4-2-3-1): Agliardi 6.5; Motta 5.5, Portanova 6, Sorensen 6.5, Cherubin 5.5 (78′ Pasquato 6); Khrin 5.5, Perez 6 (51′ Morleo 6), Taider 6; Diamanti 7; Gabbiadini 6 (51′ Konè 6.5), Gilardino 6. Allenatore: Pioli.
    Parma (4-3-3): Pavarini 6.5; Benalouane 6, Santacroce 6.5, Lucarelli 6, Gobbi 6.5; Marchionni 6.5, Valdes 7, Parolo 6.5; Biabiany 6.5 (80′ Amauri 6), Sansone 7 (70′ Acquah 6.5), Belfodil 5.5. Allenatore: Donadoni.
    Marcatori: 54′ Sorensen (B), 56′ Valdes (P), 65′ Sansone (P)

    Video Bologna-Parma

  • La Lazio non punge al Dall’Ara. Kozak nervoso, Sorensen invalicabile

    La Lazio non punge al Dall’Ara. Kozak nervoso, Sorensen invalicabile

    Continua la striscia senza vittorie in trasferta della Lazio di Petkovic che impatta a Bologna e non riesce cosi ad allungare in maniera decisa su Fiorentina e Roma. Pareggio tutto sommato giusto con i biancocelesti che combinano qualcosa di più nel primo tempo mentre gli ospiti escono allo scoperto nella difesa, ma i capitolini hanno fatto un passo indietro rispetto alle ultime uscite. Le assenze, da una parte e dall’altra, non hanno permesso ai due tecnici di schierare le migliori formazioni, ma chi ha giocato non ha regalato le emozioni che si attendevano nell’immediata vigilia dell’incontro.

    Poche novità rispetto alle formazioni preventivate alla vigilia: la più importante riguarda l’attacco della Lazio con Klose che viene precauzionalmente schierato in panchina. Al suo posto c’è Kozak. La gara stenta a decollare e nella prima frazione di gioco è la compagine biancoceleste a provare qualche conclusione verso la porta avversaria. In particolare con Candreva che è bravo in tutto tranne che nella conclusione finale. Cosa che fa bene in chiusura di tempo Biava, ma Agliardi con una bella parata gli dice di no. Gli uomini di maggior peso offensivo invece si vedono poco: Mauri, Hernanes e Kozak infatti saranno tra i più deludenti, ma nemmeno nel Bologna Kone e Diamante riescono ad accendere Gilardino il quale tuttavia prova a dare una mano alla squadra facendola respirare.

    Pioli ad inizio ripresa decide di giocarsi la carta Pasquato ed è proprio il talento scuola Juve da fuori area a provare il colpaccio, ma senza riuscirci. Alla mezz’ora Petkovic getta nella mischia Klose nel tentativo di dare maggior peso ad un attacco che poco prima della fine perde Kozak, espulso per doppio giallo. Gli assalti finali del Bologna sono tutti in un bel tiro di Pasquato ma Marchetti non si fa sorprendere: finisce in parità ed alla fine il punto sembra servire di più agli emiliani.

    Kozak e Sorensen
    Kozak e Sorensen copy; Mario Carlini/Getty Images

    Le pagelle di Bologna-Lazio:
    Sorensen 6,5: Schierato a sorpresa da Pioli risponde presente con una bella prestazione che annulla ogni tentativo delle Aquile insieme ad Antonsson.
    Diamanti 5,5: Stavolta non tira fuori la grande prestazione cui ha abitato i tifosi, specie in considerazione del fatto che non calcia mai verso la porta avversaria.
    Gilardino 6: Non segna e nemmeno tira in porta, ma almeno dà un po’ di respiro alla manovra.
    Ciani 6,5: Bella prova per il centrale biancoazzurro che è sempre preciso e puntuale su Gilardino.
    Hernanes 5: Gioca troppo lontano dalla porta avversaria ma al di là di questo non sembra proprio in vena. Altra serata no per lui.
    Kozak 4,5: Si becca un rosso che gli farà saltare l’Inter al culmine di una prova inconsistente.

    Il tabellino di Bologna-Lazio:
    BOLOGNA
    (4-3-2-1): Agliardi 6,5; Motta 6, Antonsson 6,5, Sorensen 6,5, Cherubin 6; Perez 6 (3′ st Guarente 6,5), Krhin 6 (43′ st Pasquato sv), Taider 6; Kone 5,5 (34′ Morleo sv), Diamanti 5,5; Gilardino 6,5. In panchina: Stojanovic, Carvalho, Garics, Abero, Pulzetti, Pazienza, Paponi. Allenatore: Pioli 6,5
    LAZIO (4-1-4-1): Marchetti 6; Cavanda 6,5, Biava 6, Ciani 6,5, Radu 6,5; Ledesma 5,5; Candreva 6 (33′ st Klose sv), Hernanes 5, Gonzalez 5,5 (23′ st Lulic sv), Mauri 5 (48′ st Onazi sv); Kozak 4,5. In panchina: Bizzarri, Carrizo, Scaloni, Diakité, Cana, Rozzi. Allenatore: Petkovic 5,5

     Le immagini video di Bologna-Lazio
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  • Comproprietà, affare Borini il più importante

    Comproprietà, affare Borini il più importante

    Il termine ultimo scade venerdì alle 19, ma sono tante ancora le comproprietà da sistemare per ciò che riguarda le formazioni di Serie A. Alcune tuttavia sono stante già risolte: parliamo di quella riguardante Acquafresca, passato interamente a Bologna (dopo accordo con il Cagliari), Giaccherini (ex Cesena) e Giovinco (ex Parma) alla Juventus, Destro (ex Siena) e Merkel (ex Milan) al Genoa, El Shaarawy (ex Genoa) al Milan. Concluso anche l’affare Acerbi: il giocatore, a metà tra Genoa e Chievo Verona, è stato acquistato per intero dalla squadra di Preziosi il quale ne ha girato subito la metà al Milan che lo inserirà subito nella propria rosa.

    Altre invece sono state rinnovate. In tal senso spiccano quelle del giovane talento Comi, a metà tra Milan e Torino e rimasto in rossonero, Immobile al 50% tra Juventus e Genoa e che vestirà la casacca rossoblù, Rodriguez che continuerà ad essere a metà tra Bologna e Genoa rimanendo in Emilia, Sorensen anch’esso nuovamente a Bologna nonostante sia stata rinnovata la comproprietà con la Juventus. Questi gli affari fatti, o almeno i principali. Su tante altre comproprietà invece si continua a discutere mentre il tempo stringe. Partiamo da Borini: l’attaccante della Nazionale infatti è a metà tra Parma e Roma.

    fabio borini | © MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images

    Nelle ultime ore però si sarebbero aperti gli spiragli per un eventuale rinnovo della compartecipazione. Tutto sembra dipendere dal giocatore. Inter e Palermo invece discutono del portiere Viviano: l’affare quasi fatto tra le due squadre per Silvestre potrebbe sbloccare anche questa trattativa. Neroazzurri che con il Parma devono invece discutere di Crisetig mentre con il Genoa puntano a risolvere gli affari Kucka e Longo, bomber della squadra Primavera neroazzurra richiesto da numerosi club. Manuel Canini è a metà proprio tra la formazione di Moratti e il Cesena mentre Genoa e Brescia stanno discutendo di Caracciolo.

    Le Rondinelle tra l’altro posseggono la metà di Diamanti, nell’ultimo anno al Bologna che vanta l’altro 50%. Sul giocatore Azzurro si è già mossa l’Udinese. Kharja è ancora a metà tra Fiorentina e Genoa mentre per Khrin ne discuteranno Bologna e Inter. Novara e Catania devono decidere il da farsi su Morimoto con i piemontesi che in Sicilia dovranno chiudere un altro discorso, quello per il portiere Ujkani con il Palermo che a sua volta sembra interessato a trattenere il giocatore.

    Insomma ce ne sono per tutti i gusti e nelle prossime ore di sicuro si andranno a definire la maggior parte di questi affari. Probabile che invece si arrivi alle buste per giocatori considerati di secondo piano, in particolare per quelli contesi tra club di Serie A e formazioni di Lega Pro. Certo è che il mercato sta entrando nel vivo dato che molte società stanno attendendo di chiudere queste situazioni a metà per poi potersi tuffare in maniera convinta e determinata sull’acquisizione di nuovi giocatori. Strategia questa che sembra accomunare sia Juventus che Inter, alle prese con diverse compartecipazioni da risolvere ma che ora sono pronte a sferrare gli attacchi per portare a casa alcuni top player.

  • Juve, Amauri vuole la Fiorentina. Sorensen al Bologna per Taider

    Juve, Amauri vuole la Fiorentina. Sorensen al Bologna per Taider

    Con la valigia sempre pronta ma restìo a levare le tende da Vinovo. Stiamo parlando di Amauri, da luglio messo fuori rosa poichè non rintrante nel progetto Conte e che ha rifiutato tutte le possibili destinazioni in estate e anche in questa sessione di mercato.

    Amauri | © Gabriele Maltinti/Getty Images

    La Juventus sta cercando di cedere l’attaccante italo-brasiliano per alleggerire le casse societarie (4 milioni il suo ingaggio annuale) che andrà in scadenza a giugno ma quando ogni trattativa sembra incanalarsi per il verso giusto lo stesso Amauri fa saltare tutto: è successo in estate con il Marsiglia dell’ex Deschamps, è successo qualche settimana fa con il Genoa che dinanzi al rifiuto del centravanti ha preferito poi virare su Gilardino. La Fiorentina, sempre alla ricerca di un centravanti per colmare il buco lasciato vuoto da Gila, si è fatta avanti ufficialmente e sta trattando con la Vecchia Signora. Che Firenze sia una destinazione gradita al giocatore, dopo un breve tentennamento iniziale per capire se vi erano i presupposti per un trasferimento al Milan o alla Roma, lo conferma lo stesso attaccante ai microfoni di Lady Radio:

    “Spero che tutto si possa chiudere in fretta. Mi sto allenando in attesa che tutto si evolva prima possibile, so che le due società (Juventus e Fiorentina, ndr) si stanno parlando”.

    La Juve dovrebbe risolvere la grana Amauri al massimo per la prossima settimana, così per dare il via libera ad altre operazioni in entrata: dopo Borriello infatti sono previsti gli arrivi di un difensore (Bocchetti alternativa a Caceres) e un centrocampista (strappato già il sì di Guarin che chiuderebbe definitivamente la trattativa per il difensore del Siviglia essendo entrambi extracomunitari).

    Nel frattempo è stata perfezionata un’altra operazione in uscita, la Juve ha ceduto al Bologna metà del cartellino di Frederik Sorensen per ricevere la metà di quella del centrocampista francese Saphir Taider che resterà in Emilia fino a giugno. Il difensore danese, che a differenza dello scorso anno ha trovato poco spazio con Conte, si sta già allenando con i nuovi compagni a Casteldebole; l’operazione è stata mal digerita dai tifosi rossoblu che considerano il 20enne centrocampista della nazionale Under 20 francese, buona la prova in Coppa Italia proprio contro la Juventus e quella fornita nell’ultimo turno di campionato a Napoli, una promessa che avrebbe potuto sicuramente dare di più (in termini economici) più in là dopo averlo fatto crescere senza pressioni addosso.

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  • Juve, resta solo Andreolli. Arrivano i giovani Chibsah e Sluga

    Juve, resta solo Andreolli. Arrivano i giovani Chibsah e Sluga

    ©Giuseppe Bellini/Getty Images
    Doveva esser il giorno del grande difensore per far compiere il definitivo salto di qualità all’organico di Antonio Conte ma a 50 minuti dal gong in casa bianconera non si è riuscito ancora a chiudere cambiando spesso obiettivo riducendosi adesso a ripiegare sul giovane Andreolli in uno scambio di comproprietà con Sorensen. La giornata era partita con un ultimo tentativo con lo Zenit per sbloccare lo scambio tra Bruno Alves e Leonardo Bonucci l’offerta dei russi era però troppo bassa e quindi sconveniente per le casse della Juventus. Si è virato poi su Bocchetti ma anche qui è stato picche e alla fine si è tornati sul mercato italiano provando prima con la Samp per Gastaldello per un prestito oneroso di un milione di euro bocciato dai blucerchiati e adesso è in corso l’accordo con il Chievo per Andreolli. Il ragazzo qualche anno fa si era messo in mostra venendo considerato uno dei migliori prospetti entrando anche nel giro della Nazionale. La Juventus è invece attivissima sul mercato dei giovani con l’acquisto dal Sassuolo del giovane e promettente centrocampistra ghanese classe ’93 Yussif Raman Chibsah. Arriva anche il promettente Simon Sluga, anche lui classe ’93 proveniente dall’HNK Rijeka.

  • Juventus: Del Neri e il 4-4-2 incompiuto

    Juventus: Del Neri e il 4-4-2 incompiuto

    Nessun allenatore dirà mai di prediligere un modulo tattico. Tutti, nelle noiosissime interviste che spesso rilasciano, affermano di “voler fare bene” con “i calciatori che si hanno a disposizione” e adattare il modulo alle loro caratteristiche. Sarà, ma quasi sempre il miglior modulo possibile è il loro preferito! Gigi Del Neri, allenatore della Juventus, non fa eccezione con il suo amato 4-4-2.

    Intendiamoci, non c’è nulla di male nel privilegiare un assetto tattico: un leader, quale l’allenatore deve certamente essere, ha il compito di infondere sicurezza nei suoi uomini e, per farlo, è giusto che si affidi a tutto ciò che, a suo giudizio, gli dà maggiori garanzie. Il 4-4-2 della Juventus, però, appare un’incompiuta.

    Analizziamolo reparto per reparto, cercando di capire quali differenze si riscontrino nel gioco della Juventus attuale in raffronto con le squadre allenate da Del Neri in passato.

    Partiamo dall’attacco. Il Mister friulano ha sempre avuto a sua disposizione un centravanti tradizionale, alto e forte fisicamente, ed una seconda punta più veloce, in grado di sfruttare gli spazi aperti dai movimenti del suo collega di reparto e di ricevere le sue giocate di sponda, ma anche di trasformarsi in uomo-assist per la prima punta.

    Talvolta ha cercato di utilizzare l’attacco a due torri, con due centravanti che, con encomiabile spirito di sacrificio, riuscivano a dare equilibrio alla squadra e a rendersi doppiamente pericolosi sulle palle alte: pensiamo al Chievo di Corradi, Cossato e Marazzina.

    Nella Juventus questo tipo di attacco non è stato mai possibile, tranne per qualche minuto contro il Napoli (Amauri e Toni) in cui i movimenti visti sono stati apprezzabili (e Toni era andato anche in gol). Tuttavia, alla Juve manca una reale prima punta (potrà esserlo Toni?): Amauri, al netto di problemi fisici che lo tartassano da tempo, è spesso in crisi d’identità e la società sta pensando di cederlo. Inoltre, una prima punta deve far gol, appuntamento a cui l’italo-brasiliano manca da troppe giornate. Iaquinta sarebbe una perfetta seconda punta nello schema di Del Neri, ma, essendoci Quagliarella e Del Piero, ha operato quasi sempre da centravanti, perdendo le sue caratteristiche di velocità e gioco in profondità.

    Il centrocampo è il reparto cruciale di una squadra di calcio: i team vincenti hanno sempre un reparto mediano di grandissimo livello. Del Neri esige un gioco piuttosto semplice dai suoi, ma da applicare con severità: tutti devono rispettare le proprie posizioni in fase difensiva, adattandole ai movimenti dei compagni, della palla e ovviamente degli avversari. Ne viene fuori una strategia di presidio degli spazi che fa giocar male la squadra avversaria, a meno che non vi siano delle falle.

    E queste falle ci sono: se Krasic e Pepe fanno un encomiabile lavoro sulle fasce laterali, offrendo quella spinta che è alla base del gioco di Del Neri, in fase difensiva, specialmente il serbo, appare ancora un po’ spaesato. Se a ciò aggiungiamo la tendenza di Melo (quest’anno molto meno che nella scorsa stagione) a fare passaggi orizzontali lenti e rischiosissimi, si capisce bene come gli avversari individuino nel centrocampo juventino il reparto da pressare con più incisività.

    In difesa valgono le stesse regole del centrocampo: presidio degli spazi, pressing sul portatore di palla e scivolamenti a scalare in base alla posizione del pallone. Tuttavia, a parte Chiellini e Bonucci (che pure ha la tendenza a qualche preziosismo di troppo), la difesa bianconera è carente di qualità: non è un caso che, sulla destra, Del Neri si affidi al giovanissimo Sørensen, bravo ma inesperto e adattato al ruolo di laterale, mentre a sinistra al fin troppo esperto Grosso, che ha mestiere ma non più la corsa di un tempo.

    Con le fasce difensive così rimaneggiate è inevitabile che il gioco della Juventus risulti approssimativo e prevedibile. I laterali dovrebbero aiutare i loro colleghi di centrocampo spingendo a loro volta o proponendosi in avanti per togliere dalla marcatura qualche difensore, ma lo fanno poco e male, lasciando spesso Krasic e Pepe in balia di due o tre avversari. Bloccandole le fasce, la Juve ha poche alternative: l’estro di Aquilani e Del Piero o il lancio lungo sulla prima punta.

    Non è un caso che la squadra di Del Neri si renda pericolosa quasi sempre solo su calci piazzati (vedi i due gol al Bari). Con due esterni di spinta e un Krasic un po’ più attento in fase di contenimento si assisterebbe a partite di tutt’altro tenore.
    [a cura di Luigi Perri di Juventinologo.com]

  • Konstantinos Fortounis, la Juve blocca la stellina greca

    Konstantinos Fortounis, la Juve blocca la stellina greca

    Se il presidente Garrone in estate si è adirato non tanto per la scelta di Marotta di passare alla Juventus bensì per quella di Fabio Paratici di seguirlo un motivo doveva esserci e a vedere il lavoro di scouting compiuto in questi mesi in bianconero è facile intuirlo.

    I fairplay finanziaro e la necessità di abbassare i costi di gestione impongono alle società scelte alternative e sopratutto la necessità di puntare sui giovani rivalorizzando i vivaii. Presentatosi in estate con Sorensen e poi con il forte interesse per Piazon e Magnusson, Paratici adesso ha bloccato l’astro nascente del calcio greco Konstantinos Fortounis.

    Fortounis è un diciottenne centrocampista offensivo cresciuto nelle giovanili dell’Olimpiakos e adesso di proprietà dell’Asteras Tripolis. Mancino, dotato di un ottima corsa e con buone doti tecniche potrebbe esser nel prossimo futuro l’alter ego di Krasic sulla fascia sinistra. Arriverà in prestito nei prossimi giorni e la Juventus avrà in estate il diritto di riscattarlo ad un milione di euro.

    Guarda il gran gol di Konstantinos Fortounis contro l’Aek Atene (minuto 2,30)

  • Juve e Roma non si fanno male. Totti risponde a Iaquinta

    Juve e Roma non si fanno male. Totti risponde a Iaquinta

    Finisce 1-1 all’Olimpico l’anticipo serale tra Juventus e Roma in uno dei tre big match che offre in questo weekend la scoppiettante 12esima giornata di Serie A. Bianconeri e giallorossi, che domani assisteranno comodamente in poltrona al derby della Madonnina tra Inter e Milan, si dividono la posta in palio rimandando al prossimo impegno l’appuntamento con la vittoria. Forse non era questa la serata adatta per pensare ad un’eventuale aggancio al vertice della classifica, considerato che entrambe le squadre godono di una buona salute, ma ci si aspettava, sia da una parte che dall’altra, un pizzico di incisività in più per tentare il colpaccio. Le reti, tutte nel primo tempo, portano le firme di Iaquinta e Totti.

    Era la partita dei due ex Del Neri e Ranieri, quest’ultimo più avvelenato nei confronti della Vecchia Signora per l’esonero subito a sole due giornate dalla fine del campionato stagione 2008-2009. Ma era soprattutto la partita che vedeva lo scontro tra le due bandiere, nonchè capitani, dei rispettivi club, Totti e Del Piero. Confronto mancato perchè Del Neri preferisce Iaquinta a Pinturicchio che parte inizialmente dalla panchina mentre il Pupone va ad affiancare regolarmente in attacco Menez e Vucinic.
    La Juve, alle prese con l’infermeria piena ma che piano piano va svuotandosi (recuperati Amauri e Traorè), si presenta nuovamente con Grosso sulla corsia sinistra di difesa e con Sorensen nel’inedita posizione di terzino destro, buona nonostante tutto la prova del giovane centrale difensivo.

    La Juve parte forte e già dopo una manciata di minuti ha l’occasione per passare in vantaggio: Quagliarella lancia Iaquinta che a tu per tu con Julio Sergio si allarga troppo sparando addosso al portiere giallorosso. La Roma si riorganizza e risponde con una conclusione a giro di Menez che Storari manda in angolo. La squadra di Ranieri conduce la gara e palleggia bene a centrocampo mentre la Juve assume lo stesso atteggiamento attendista sfoggiato contro il Milan lasciando l’iniziativa all’avversario per poi colpirlo in contropiede, sistema con il quale Del Neri stese all’Olimpico i giallorossi per 2-1 nella passata stagione quando guidava la Samp e che in quella occasione costò lo scudetto alla Roma.
    Al 24′ altra occasione gol per i bianconeri: su un cross di Aquilani, romano doc che stasera affrontava i suoi ex compagni, prima Quagliarella non riesce a dare il giusto impatto con la sfera e poi Iaquinta manca incredibilmente l’appuntamento con il gol da due passi con la palla che gli sfila davanti. La Juve riparte velocissima in contropiede e alla mezz’ora su un altro traversone, questa volta di Pepe, è Julio Sergio a togliere letteralmente la sfera dalla testa di Iaquinta che altrimenti sarebbe andato a colpo sicuro. E’ il preludio al gol che arriva 5 minuti più tardi con una deliziosa giocata di Aquilani, sempre più indispensabile per il centrocampo juventino, che prima beffa con tunnel Greco e poi con un cross ben calibrato pesca alla perfezione Iaquinta che in girata volante trafigge Julio Sergio.
    La Roma però non subisce il colpo e continua a spingere soprattutto con Menez, il migliore dei suoi stasera. Il pari giunge nell’unico minuto di recupero del primo tempo decretato da Rizzoli per un fallo di mani di Pepe in area di rigore su una punizione calciata da Totti; è lo stesso capitano poi che va a trasformare il penalty procurato tra le proteste, inutili, dei bianconeri. Pochi secondi prima la Roma aveva reclamato un altro rigore per atterramento di Chiellini ai danni di Mexes, rigore che sembra starci.

    Nel secondo tempo, che vede l’esordio di Traorè subentrato all’acciaccato Grosso, i capitolini mostrano una maggiore grinta agonistica e aumentano la loro aggressività nell’aggredire il portare di palla bianconero, risultato che produce l’effetto sperato, quello di continuare a non far giocare la Juve così Del Neri corre ai ripari inserendo Del Piero a 35 minuti dal termine al posto di Iaquinta. La sfida a distanza con Totti dura però poco più di un quarto d’ora perchè Ranieri decide di richiamare il capitano giallorosso in panchina per giocarsi la carta Borriello aumentando il peso offensivo in un attacco che stasera è stato poco incisivo negli ultimi 20 metri.
    Le occasioni più ghiotte però capitano ancora alla Juve prima con Aquilani che, ben servito dal “rimorchio” di Felipe Melo, vede Burdisso immolarsi sulla traiettoria altrimenti piazzata nell’angolino basso e poi con Quagliarella che sforna una delle sue pregevoli conclusioni balistiche dalla lunga distanza ma che trova pronto Julio Sergio. Non succede più nulla, gli ospiti tengono saldamente in mano il pallino del gioco ma non producono pericoli verso la porta difesa da Storari.

    In classifica la Juve agguanta l’Inter a quota 20 mentre la Roma segue ad una sola lunghezza ma domani il derby di Milano e la sfida importante tra Lazio e Napoli può rimescolare le carte.

    Il tabellino
    JUVENTUS – ROMA 1-1
    35′ Iaquinta (J), 49′ pt rig Totti (R)
    JUVENTUS (4-4-2): Storari; Sorensen, Bonucci, Chiellini, Grosso (46′ Traoré); Pepe, Felipe Melo, Aquilani, Marchisio (76′ Amauri); Quagliarella, Iaquinta (54′ Del Piero).
    Panchina: Costantino, Salihamidzic, Sissoko, Lanzafame.
    Allenatore: Del Neri.
    ROMA (4-4-2): Julio Sergio; Cassetti (46′ Rosi), Méxes, N. Burdisso, Riise; Greco (75′ Brighi), De Rossi, Simplicio, Menez; Totti (68′ Borriello), Vucinic.
    A disposizione: Lobont, Perrotta, Baptista, Adriano.
    Allenatore: Ranieri.
    Arbitro: Rizzoli
    Ammoniti: Menez (R), Pepe (J), Greco (R), Burdisso (R)

    LE PAGELLE

  • Milan Milanovic: colpo Juve. Marotta beffa il Milan

    Milan Milanovic: colpo Juve. Marotta beffa il Milan

    La coppa Marotta Paratici mette a segno un grande colpo per la Juventus che verrà, i due incaricati di dar nuovo lustro alla Vecchia Signora hanno iniziato in estate un nuovo progetto che prevede di ringiovanire la rosa rastrellando possibili talenti dai vivai di tutto il mondo.

    Il settore dove i top club si stanno dando battaglia è la difesa consci dell’effettiva mancanza di elementi già formati e affidabili. La Juve proprio in questo settore ha mosso passi importanti in estate ingaggiando Vincenzo Camilleri e Frederik Hillersborg Sorensen quest’ultimo al debutto da titolare in serie A domenica scorsa. A questi vanno comunque aggiunto Bonucci, in prima squadra si ma sempre giovanissimo e piedistallo per il futuro e come rivela Sky Sport Milan Milanovic.

    Lo spilungone serbo accostato spesso al Milan e considerato in patria insieme a Nastasic come i futuri Ivanovic e Vidic arriverà in estate a parametro zero svincolandosi dalla Lokomotiv Mosca. Classe 1991, alto 194 Milanovic aveva attirato su di se l’interesse di molte squadre in Europa con i rossoneri in prima fila. Marotta avrebbe chiuso la trattativa in poco più di due settimane sfruttando le indecisioni rossonere forse dovute allo status di extra comunitario del ragazzo.

  • Frederik Hillesborg Sørensen, il personaggio della settimana

    Frederik Hillesborg Sørensen, il personaggio della settimana

    Ha partecipato con grazia al “ballo del debuttante Frederik Hillesborg Sørensen. Nato il 14 Aprile 1992, ha appena diciotto anni, ma il fisico di un uomo maturo. Arriva dalla serie B danese, da una squadra sconosciuta ai più, il Lyngby.
    Reduce da alcune partite con la primavera di Bucaro, il danese si è ritrovato in prima squadra grazie alla miriade di infortuni che ha decimato la difesa della Juventus. In panchina già contro Bologna e Milan, ha esordito ieri contro il Cesena di Ficcadenti.

    L’inizio della partita non è stato dei migliori, ma con il passare dei minuti ha acquisito sicurezza e ha mostrato buone capacità nell’anticipo e piedi discreti, che gli hanno permesso di impostare l’azione con qualche lancio preciso verso le punte. Marotta ha detto che vorrebbe rimpolpare la primavera juventina con giovani già pronti per aiutare la prima squadra in caso di necessità: “Verranno altri Sørensen” ha dichiarato il dirigente juventino.
    Intanto Del Neri si coccola questo giovane, perchè sa che potrà certamente tornare utile nel corso della stagione.
    La Juventus cercava un sostituto per Chiellini e Bonucci, forse lo ha già trovato. E se il buon tempo si vede dal mattino..