Tag: franz beckenbauer

  • Buffon il “pensionato attapirato” difeso da Marotta e Prandelli

    Buffon il “pensionato attapirato” difeso da Marotta e Prandelli

    Difficili da digerire per la Juventus e per tutto l’ambiente calcio le parole al vetriolo di Beckenbauer su Buffon al termine della disfatta bianconera all’Allianz Arena. Il campione tedesco aveva definito incautamente il portiere numero uno della Juventus e della Nazionale Italiana un pensionato schernendo uno dei portieri più forte al mondo di tutti i tempi. Certo i due errori commessi da Gigi nel match di andata dei quarti di finale hanno compromesso il cammino in Champions dei bianconeri e di questo ne è consapevole il capitano che proprio ieri, durante la consegna del tapiro d’oro di Valerio Staffelli (insieme a vestaglia e ciabatte in riferimento alle parole di Beckenbauer, ndr) faceva mea culpa sugli errori commessi:

    “Capita in questo tipo di attività di commettere errori. Mi spiace perché ho compromesso la partita, mi spiace per me, per la mia squadra, per la mia gente. Non posso obiettare nulla a quanto detto dal quel vecchio saggio di Beckenbauer, se non ricordare un adagio ricorrente… Quando sei martello batti, quando sei incudine statti!’. Bisogna stare zitti e aspettare la prossima partita“.

    Gigi Buffon | © GUENTER / Getty Images
    Gigi Buffon | © GUENTER / Getty Images

    E se Buffon sceglie la strada della diplomazia più diretta invece è stata la replica di Beppe Marotta che non le manda certo a dire al presidente onorario del Bayern Monaco: “Certe esternazioni fatte da un’icona come Beckenbauer fanno male, ci vuole rispetto per Buffon. A un’icona come Buffon va il riconoscimento non solo dei tifosi juventini ma di tutti quelli nazionali. Nel corso di questi anni Buffon ha regalato grandi soddisfazioni con le sue prestazioni. È speciale, un professionista pieno di umanità e ed è preso da esempio da nostri giovani“.

    Anche Cesare Prandelli ha voluto spendere più di una parola in difesa del Capitano della Nazionale Azzurra: “Gigi ha risposto benissimo a Beckenbauer, con grande equilibrio, con grande ironia. C’è ancora il ritorno e poi i pensionati sono persone sagge…

  • Beckenbauer su Buffon: “un pensionato”

    Beckenbauer su Buffon: “un pensionato”

    Oltre al “danno” e alla cocente delusione per la sconfitta rimediata dalla sua Juventus in terra bavarese contro il Bayern Monaco, la “beffa” per Gigi Buffon degli sfottò del post-gara provenienti dal presidente onorario del Bayern Monaco Franz Beckenbauer, colui che fu campione in campo ma che, almeno con queste dichiarazioni, si dimostra tutt’altro che sportivo e rispettoso di un campione dalla carriera impeccabile e che ha sempre dimostrato sul campo e con le prestazioni straordinarie tutto il suo valore. Certo, Gigi Buffon avrà anche delle responsabilità sul gol incassato dopo soli 24 secondi di gioco e che, di fatto, ha “tagliato le gambe” alla Juventus spianando la strada al Bayern Monaco verso una partita maiuscola che ha evidenziato, di contr’altare, le difficoltà psicologiche dei bianconeri e la distanza con una delle più grandi d’Europa: ma questo non appare un buon motivo per etichettarlo senza alcun rispetto. Le parole di Franz Beckenbauer, infatti, hanno avuto un tono assolutamente spietato e tagliente, sottolineando che “Alaba ha tirato da 120 metri e Buffon sembrava un pensionato. Non si arrabbi ma doveva prendere quel tiro, forse non pensava che Alaba calciasse da lì”. Un’etichetta fin troppo banale quella di “pensionato” riferita al fatto che Gigi Buffon abbia compiuto 35 anni e, dunque, sia in difficoltà al punto da essere, ormai, prossimo ad appendere i guanti al chiodo, ma che non considera affatto lo straordinario rendimento del numero uno juventino mostrato nella presente stagione.

    Beckenbauer su Buffon: "un pensionato" | © ODD ANDERSEN/Getty Images
    Beckenbauer su Buffon: “un pensionato” | © ODD ANDERSEN/Getty Images

    L’uscita di  Franz Beckenbauer è, dunque, soltanto una caduta di stile, una frase infelice che denota una incredibile superficialità d’analisi, oltre a risultare poco idonea nell’esser pronunciata da un ex campione del suo spessore e del suo calibro, anche e soprattutto in virtù del ruolo attualmente ricoperto nel Bayern Monaco che avrebbe suggerito una maggiore sportività nei confronti di un campione-rivale come Gigi Buffon, un uomo – oltre che un calciatore – sempre rispettoso e misurato nei commenti e nelle parole, oltre che esempio di sportività in campo.

    Eppure, le parole di  Franz Beckenbauer risultano stonare anche con le dichiarazioni del suo collega Karl-Heinz Rummenigge che, nel post-partita, ha sottolineato i meriti del Bayern Monaco ma ha anche mostrato prudenza nell’analizzare il match di ritorno, sottolineando che ha Juventus non si può sottovalutare e sarà necessario recarsi a Torino con la massima concentrazione, senza euforia: toni più misurati e più consoni al ruolo dirigenziale ricoperto, per cui l’etichetta prevede un atteggiamento “diplomatico”.

    Proprio per questo motivo l’entrata a gamba tesa di Beckenbauer su Buffon – con l’ex difensore che per l’occasione ha rispolverato la vis atletica dei tempi in cui veniva soprannominato “Kaiser” – risulta essere particolarmente pungente e velenoso, facendo emergere ancora una volta lo spirito di soddisfazione e di rivalsa che per i tedeschi emerge particolarmente quando si ottiene un successo contro le squadre italiane, considerando che spesso (soprattutto a livello di Nazionale) il calcio teutonico ha dovuto inchinarsi a quello azzurro.

    Ecco perchè, dopo una simile frecciata al vetriolo, c’è da attendersi (e da augurarsi) che per un campione del calibro di Buffon e per tutta la squadra di Conte vi sia la volontà di giocare il match di ritorno con lo spirito combattente di chi non si arrende alle difficoltà oggettive e non parte in partenza nel ruolo di vittima sacrificale, seppur la serata di ieri ha evidenziato un gap significativo in campo: l’orgoglio, la fame e il senso di rivincita in questi casi possono rivestire un ruolo determinante, facendo sì da trasformare la provocazione irridente di Beckenbauer  in un autogol.

  • E’ morto Giorgio Chinaglia, l’ex laziale colto da infarto

    E’ morto Giorgio Chinaglia, l’ex laziale colto da infarto

    E’ morto Giorgio Chinaglia. Ad annunciarlo, alle 17:37, le agenzie di stampa. Il 65enne ex attaccante della Lazio, ribattezzato Long John, si è spento in Florida, dove si trovava da diverso tempo. Considerato latitante dalla giustizia italiana che aveva emesso un mandato di arresto europeo nei suoi confronti per riciclaggio, Chinaglia si trovava  in una clinica a seguito di un infarto che lo aveva colpito appena due giorni fa. Sembrava aver superato la fase critica ed invece stamani il suo cuore ha cessato di battere. Dal 2011 era ambasciatore dei New York Cosmos, squadra dove ha militato a fine carriera e di cui fanno parte nel ruolo di presidente Pelè e come direttore tecnico Cantona.

    Nato a Carrara Giorgio Chinaglia ad appena 9 anni si sposto con la sua famiglia in Galles dove mosse i primi passi da calciatore. A 22 anni il rientro in Italia dove militò prima nella Massese, poi nell’Internapoli e infine nella Lazio nel corso della stagione 69/70. Dotato di un grandissimo fisico ma di scarsa tecnica, Chinaglia mette a segno 12 gol nelle prime due stagioni di A. Nonostante la retrocessione resta in Serie B, inizialmente controvoglia, con la Lazio, mettendo a segno ben 21 reti che consentono ai biancocelesti di ritornare prontamente nella massima serie.

    Giorgio Chinaglia © Donald Bowers/Getty Images

    Sempre nel ’72, ancora in B, viene convocato dalla Nazionale italiana esordendo con un gol dinanzi alla Bulgaria. In A arriva la sua consacrazione visto che conquista anche uno scudetto, il primo della storia laziale, condito da 24 reti, prima dei mondiali del 1974 dove comincia il suo declino. L’anno dopo infatti resta alla Lazio siglando 14 gol e nonostante la fascia di capitano decide di lasciare il calcio italiano per giocare nei New York Cosmos, squadra che annovera tra le proprie fila Pelè, Beckenbauer, Carlos Alberto e Cruyff.

    Nel campionato americano Chinaglia fece faville, con 193 gol in 213 partite conquistando anche quattro titoli nazionali. Torna in Italia per rivestire il ruolo di presidente della Lazio nel 1983 ed allo stesso tempo ha parte delle azioni dei Cosmos ma nel 1985 decide di lasciare tutto causa problemi economici. Nel corso degli anni ha avuto modo di collaborare con Foggia, Lanciano e Lazio ma senza riuscire a ripetere da dirigente i fasti del Chinaglia giocatore.

    Nel 2006 iniziano i guai di Chinaglia con la giustizia. La Dda di Napoli lo accusa di riciclaggio per conto della camorra e sempre nello stesso anno la Guardia di Finanza richiese un ordine di custodia cautelare nei suoi confronti per estorsione e aggiotaggio a causa di alcune irregolarità in un tentativo di scalata nell’acquisizione della Lazio, società tra l’altro quotata in borsa. Secondo la Gdf Chinaglia voleva riciclare i soldi appartenenti alla famiglia dei Casalesi acquisendo la società biancoceleste.

    Nel 2007 la Consob infligge allo stesso Chinaglia una multa di 4,2 milioni di euro per la vicenda relativa alla Lazio, in quanto lo stesso avrebbe ostacolato l’attività di vigilanza dello stesso organo, accusando l’ex attaccante di aver messo in diffuso la notizia che un gruppo chimico farmaceutico era pronto a rilevare le Aquile. Nel 2008 poi Chinaglia viene colpito da un mandato di arresto per riciclaggio, ma come accaduto anche passato risulta latitante per la giustizia italiana essendo residente in Florida.

  • Schweinsteiger sul mercato, l’Inter ci prova

    Schweinsteiger sul mercato, l’Inter ci prova

    “Bastian è ritenuto intoccabile? Beh, non credo, anche se il Bayern lo ritiene un giocatore importante. Non so se i ‘rumors’ inerenti al giocatore e all’Inter siano reali, di certo ho sempre ritenuto giusto che un calciatore vada a fare esperienza altrove, per arricchirsi. Quindi, chissà…”.

    Ad ingolosire l’Inter già attratta da Schweinsteiger ci pensa con questa dichiarazione il plenipotenziario del Bayern Monaco Franz Beckenbauer, il presidente onorario del clunb bavarese non da per scontata la presenza del centrocampista in Germania anzi in qualche modo avalla una cessione per una crescita professionale.

    La nuova Inter dunque potrebbe ripartire dal tedesco, considerato uno dei migliori centrocampisti in circolazione, già esperto e con ancora almeno sette-otto di calcio ad alti livelli. Moratti riaprirà i cordoni della borsa solo per giocatori giovani e importanti in grado di far compiere il salto di qualità alla squadra.

    Ovviamente la concorrenza è altissima ma l’Inter sembra avere anche il consenso del giocatore, adesso si dovrà trattare e toccherà a Branca magari trovare il modo di aver qualche sconto ai 35 milioni di euro richiesti da Monaco.

  • Beckenbauer gela la Roma: “Toni tornerà al Bayern”

    Dietro il clamoroso sorpasso effettuato dalla Roma ai danni dell’Inter c’è senza ombra di dubbio la mano di Claudio Ranieri. L’ex tecnico della Juventus sin dal suo arrivo ha inculcato nei giocatori una nuova mentalità più pratica ma anche redditizia, ma un contributo importante lo ha dato anche l’arrivo di Luca Toni.

    Il bomber campione del Mondo ha permesso al tecnico giallorosso di variare i moduli di gioco e sopratutto di aver una presenza importante in attacco durante l’assenza di Totti. I tifosi della Magica si son subito innamorati dell’attaccante ma molto presto dovranno dir addio, è il presidente del Bayern Monaco Franz Beckenbauer in una intervista concessa alla Bild a svelare le strategie di mercato del suo club.

    “Per quanto mi piaccia Dzeko, il Bayern non ha bisogno di un altro centravanti. Al contrario, quando Luca Toni tornera’ dal prestito alla Roma, fara’ parte della squadra. Il reparto che dobbiamo rafforzare e’ la difesa Concediamo troppi gol, e poi dobbiamo cercare anche un portiere, visto che Butt, anche se ha fatto una grande stagione, non e’ il nostro numero uno per il futuro”.