L’entusiasmo di qualche mese fa per l’arrivo a Roma della cordata di americani capitanata da Thomas DiBenedetto sembra adesso scemata per il finale di campionato flop che costingerà i giallorossi a giocare l’Europa League ma sopratutto per le difficoltà nel metter insieme il nuovo staff tecnico/dirigenziale.
Al momento le uniche certezze sembravano esser quella di Walter Sabatini nel ruolo di direttore sportivo e Giampolo Montali come responsabile del settore amministrativo, a completare la triade poi in pole position c’è Silvio Baldini che stando ai rumors starebbe già lavorando e consigliando la Roma in attesa di liberarsi dal contratto che lo lega alla Nazionale inglese.
Al momento però Sabatini non ha ancora un incarico ufficiale e il Messagero oggi scrive di una presunta guerra in atto tra l’ex ds del Palermo e Montali per presunte ingerenze di quest’ultimo nelle scelte di carattere tecnico. Sabatini infatti vuole pieni poteri nelle scelte di carrattere tecnico e pare abbia posto un aut aut agli americani per continuare nello svolgere l’incarico.
Baldini pare stia cercando di mediare la rottura ma Sabatini in attesa di nuovi sviluppi pare abbia rimandato i viaggi in Spagna e Francia per parlare con Luis Henrique e Didier Deshamps favoriti al momento per la panchina giallorossa.
«I tempi sono molto brevi attendiamo l’Antitrust, stiamo andando alla conclusione». Così l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, risponde alle domande dei cronisti che lo incalzano sui tempi della cessione del club capitolino. La sensazione è che nel giro di un paio di settimane l’annosa questione societaria del club di Trigoria sarà finalmente risolta. E solo al momento dell’ufficializzazione del passaggio di mani si potrà capire con chiarezza la portata del progetto americano.
Ad oggi poche certezze e molte ipotesi hanno costellato il futuro della squadra. Walter Sabatini è l’unico tassello certo. Sarà lui il nuovo ds e già da tempo ha ricevuto il mandato e si sta muovendo per costruire la nuova Roma. Anche Franco Baldini dovrebbe liberarsi dal contratto con la federazione inglese ed entrare nel team di dirigenti romanisti, ma resta un acquisto ufficioso. Sempre nel campo del possibile, Gian Paolo Montali dovrebbe rimanere. Difficile, invece, che Daniele Pradè possa continuare la sua esperienza in giallorosso, anche se voci di corridoio non escludono tale prospettiva. Pradè, infatti, che sarà sotto contratto fino al 2013, potrebbe restare nell’organigramma in qualità di capo degli osservatori per mettere a frutto quella competenza che negli ultimi anni è stata ostacolata dal budget limitato. La piazza non sembra essere d’accordo ricordando alcune scelte sbagliate come gli acquisti di Adriano, Cicinho o Julio Baptista, ma è pur vero che fu proprio Pradè a indicare Luciano Spalletti come nuovo tecnico nel 2005.
Se la composizione della nuova dirigenza non è chiara lo è ancora di meno la nuova rosa. Quel che è certo è che una tifoseria così numerosa e importante non accetterebbe una società poco seria. Gli americani sembrano intenzionati a investire molto e bene ed il potenziale da cui partono è di tutto rispetto e Unicredit, che ha appena rinnovato il contratto di sponsorizzazione della Champions League fino al 2015, funge da garante perchè la Roma torni ai vertici.
Qualche settimana fa una dichiarazione di Capello fece storcere il naso ai tifosi e alla dirigenza interista, il selezionatore inglese infatti si diceva convinto che fosse il Milan di Allegri fosse la prima squadra a vincere lo scudetto nel post Calciopoli, inteso ovviamente come arco temporale rivendicando al pari della Juventus e Moggi la paternità dello scudetto del 2006.
In una intervista concessa ad Alberto Brandi per SportMediaset, Don Fabio corregge un pò il tiro dicendo di aver dimenticato lo scorso campionato, quando Milan e sopratutto Roma riuscirono a dar fastidio all’Inter di Mourinho nella vittoria dello scudetto, quindi quello di Allegri in questa stagione diventa il secondo scudetto combattuto. Capello abbraccia poi tantissimi temi caldi del nostro campionato dal futuro di Baldini, alla scelta alla Juve di Conte. Di seguito vi riportiamo i passi dell’intervista:
Campionato al Milan: vittoria meritata?
“Direi di sì, è stata la squadra più continua, ha saputo superare il momento di calo riprendendosi subito. Ha giocato un buon calcio anche spettacolare. Per cui scudetto più che meritato”.
Perché considerarlo, come ha detto qualche settimana fa, il primo scudetto vero dopo Calciopoli?
“Ho sbagliato, non è il primo, ma il secondo. Mi sono dimenticato che nella scorsa stagione il Milan e, soprattutto, la Roma, furono competitivi ostacolando il percorso dell’Inter. Prima i nerazzurri non avevano avversari. Juventus e Milan non potevano rigenerarsi in poco tempo, così subito dopo Calciopoli erano rimaste ad alti livelli le due big non toccate dai verdetti: la Roma e l’Inter che si è rinforzata ulteriormente con gli juventini in uscita nell’estate 2006”.
Allora cosa dice a Moratti che si tiene stretto lo scudetto 2006?
“Gli scudetti a tavolino sono diversi da quelli vinti sul campo. Io mi tengo il mio, il presidente ha il diritto di tenersi il suo. Quindi facciamo uno a lui e uno a me. Anzi, visto che è uno solo, 6 mesi a lui e 6 mesi a me”.
Lasciando da parte il passato, ora Moratti deve confermare Leonardo?
“Certo! Ha fatto molto bene con la sua grande rincorsa. Fondamentale sarà confermare le buone cose nella prossima stagione. Stia attento al Milan che si è già rinforzato, alla voglia di rinascita della Juve e al Napoli che davanti ha dei fenomeni”.
I milanisti gli hanno dato del traditore…
“Ha fatto semplicemente una scelta professionale”.
Come lei quando a sorpresa andò dalla Roma alla Juve?
“Storie diverse, nel mio caso si era esaurito un ciclo. Un allenatore non può stare più di quattro anni in una squadra. Si consuma tutto.
E la storia di Ferguson come la spiega?
“Ferguson al Manchester United non è un allenatore. E’ il manager, un grande manager. E sotto di lui – infatti – si sono avvicendati diversi allenatori…”
Perché, prima di Leonardo, all’Inter ha fallito Benitez?
“Bella domanda. Alla quale non so dare una risposta”
Forse soffriva il fantasma di Mourinho…
“I fantasmi non esistono. Anche nel calcio”.
Tornando al Milan, Allegri è stato paragonato a lei…
“Ho letto, il suo lavoro mi è piaciuto, ha fatto bene creando un ottimo gruppo, me ne sono accorto vedendo la gioia delle loro feste, quanto erano compatti. Vanno apprezzate le decisioni importanti che ha preso, ha avuto coraggio. Senza coraggio non si va da nessuna parte. E’ cambiato rispetto a quando era un giocatore. Me lo ricordo in tournée con il mio Milan negli Stati Uniti nel ’94. Era piuttosto… allegrotto”.
Meriti dunque anche alla dirigenza che ha scelto lui e che ha fatto una buona campagna acquisti
“Quando il Milan ha comprato Ibrahimovic e Robinho ho subito chiamato Galliani e Braida. Gli ho detto che finalmente avevano preso due giocatori che fanno la differenza”.
Un suo collaboratore Franco Baldini è stato accostato alla nuova Roma made in USA, ne sa qualcosa?
“Faccia questa domanda a Baldini, non a me. Io so solo che abbiamo un rapporto meraviglioso e che lui resterà con me nell’Inghilterra in vista degli Europei”.
E se dovesse chiederle il “via libera” per andarsene?
Niente “se”. I “se” e i “ma” non esistono.
La Juve riparte da Conte, scelta giusta?
“Direi scelta coraggiosa. Decisioni di questo tipo a volte premiano. La Juve può vincere la scommessa come ha fatto il Barcellona con Guardiola. Conte è un giovane che ha già un po’ di esperienza alle spalle. E’ stato in B, ha allenato in A, ha preso anche qualche musata. Di quelle che servono a crescere”.
A proposito di Guardiola, meglio lui o Mourinho?
“Entrambi grandissimi, Guardiola ha in più che è stato con me alla Roma e sono sincero: il gioco del suo Barcellona è divino”.
Prima che la situazione si tingesse di giallo DiBenedetto torna a parlare confermando la volontà di far una super Roma in grado di lottare per ogni obiettivo a cui sarà chiamata. L’americano in attesa del via libera dell’Antitrust per ricoprire la carica di presindente annuncia in modo ufficiale l’ingaggio di Walter Sabatini come direttore sportivo al posto di Daniele Pradè confermando l’attivismo sul mercato del club e la volontà di allargare i confini giallorossi con operazione di marketing ad hoc.
Nei giorni scorsi vi avevamo raccontato dei viaggi dell’ex ds del Palermo in Croazia per visionare due giovani di belle speranze, adesso lo stesso Di Benedetto svela l’interesse per un giocatore americano “Stiamo seguendo giocatori ovunque, e siamo interessati anche ai prodotti americani – ha detto DiBenedetto -. Non posso fare nomi, ma vogliamo solo il meglio per la Roma”
I nomi più gettonati sono quello del centrocampista del Borussia Moenchengladbach Michael Bradley (attualmente in prestito all’Aston Villa) e della stella dei Los Angeles Galaxy Landon Donovan. Sabatini però starebbe monitorando anche Juan Agudelo (attaccante dei New York Red Bulls), Timothy Chandler (esterno destro del Norimberga), Brad Guzan (portiere dell’Aston Villa) e Sacha Kljestan (centrocampista dell’Anderlecht).
Per quanto riguarda la guida tecnica questa sera Baldini (anche lui ormai promesso sposo alla Roma) proverà l’ultimo assalto a Villas Boas, poi si valuteranno le soluzioni alternative con Ancelotti che scende e Mazzarri in forte ascesa.
La firma sull’accordo che porterà alla definitiva cessione dell’As Roma alla cordata statunitense guidata da Di Benedetto è molto vicina: il giorno decisivo potrebbe essere già Venerdì 15 Aprile, o al massimo il giorno seguente, Sabato 16, a Boston, dove sono già presenti da giorni i legali degli studi romani Tonucci e Grimaldi – che si sono occupati finora della parte “legale” dell’operazione – e dove giungeranno a breve anche i manager di Unicredit, Fiorentino e Peluso, oltre che gli uomini della società di comunicazione Open Gate Italia, che finora si sono occupati proprio della comunicazione del gruppo Di Benedettofin dall’inizio dell’ “avventura Italiana”.
Nonostante il nome di maggior spicco nell’operazione sia quello di DiBenedetto, è bene ricordare la presenza di un altro importante protagonista della cordata imprenditoriale: James Pallotta, azionista dei Boston Celtics, che investirà una quota di capitale ben consistente, pari a circa 10 milioni di euro, così come gli altri due soci coinvolti nell’operazione, Ruane e D’Amore. In linea di massima, comunque, l’accordo è già ben delineato da tempo, con la rilevazione del 60% delle azioni da parte degli americani, ed il 40% che resterà in mano ad Unicredit che, però, ha negoziato con gli investitori Usa un graduale piano di uscita, poichè il gruppo bancario Unicredit non ha interesse nella gestione diretta dell’As Roma, anche se, soprattutto per i primi periodi, la banca Unicredit resterà un’ importante partner finanziario della cordata statunitense.
Dopo la firma dell’accordo di cessione, inoltre, i tre membri del Cda di Roma 2000, il presidente Attilio Zimatore, il responsabile per il Centro Sud di Unicredit Antonio Muto e Rosella Sensi, delibereranno la cessione della società As Roma, sottoponendo, così, il contratto di compravendita al vaglio dell’Antitrust.
In secundis, la cordata statunitense, affiancata dal gruppo bancario Unicredit, dovrà lanciare un’ Opa, ossia un’ offerta pubblica di acquisto sui titoli della Roma detenuti dai piccoli azionisti.
Per quanto riguarda l’aspetto della gestione “tecnica”, si lavorerà per favorire gli arrivi di Walter Sabatini come direttore sportivo, e di Franco Baldini come direttore generale, non appena potrà svincolarsi dal contratto che lo lega fino al termine dei prossimi Europei alla Nazionale Inglese, come braccio destro di Fabio Capello, nel ruolo di General Manager.
Per i ruoli di “secondo piano”, ma ugualmente essenziali nel contesto societario giallorosso, invece, si attende una definizione più precisa nei prossimi mesi, quando la gestione statunitense potrà essere ufficialmente operativa.
Nella complessa quanto importante operazione Di Benedetto, ha assunto un ruolo fndamentale anche la società di comunicazione Open Gate Italia, fondata da Tullio Camiglieri, il quale sarà presente a Boston nel fatidico giorno del “nero su bianco”. Nel frattempo, Camiglieri, ex responsabile della comunicazione Sky, analizza l’operato finora svolto dalla cordata Usa guidata da Di Benedetto, elogiandone i primi passi compiuti “muovendosi nella giusta direzione”: in primis, con l’aver rilasciato le sue dichiarazioni al principale quotidiano sportivo Italiano, ossia la Gazzetta dello Sport.
Ed, inoltre, tracciandone un profilo personale che vada al di là della standardizzata definizione di Paperone a stelle e strisce, soffermandosi, in particolare, nel precisare quanto il miliardario Usa sia un grande appassionato di sport e di calcio, e di come il progetto Roma possa essere “un nome spendibile per chi fa l’imprenditore in modo serio ed interessato”, concludendo che, da questa operazione, potrebbe beneficiarne l’intero movimento calcistico italiano.
Gli incontri di DiBenedetto con Montali prima e poi con Sabatini e Baldini iniziano a far luce sul nuovo assetto societario della Roma “americana”. Montali dovrebbe ricoprire un ruolo istituzionale rappresentando il club giallorosso in Uefa e Lega Calcio e curando i rapporti con gli altri club, mentre l’ex ds giallorosso e Sabatini sarà affidata l’area tecnica.
Il budget a disposizione della nuova Roma pare oscilli tra i 50 e 60 milioni di euro al quale potrebbero aggiungersi quelli di qualche cessione eccellente (Menez su tutti).
Il primo acquisto sarà però low cost, sembra totale infatti l’intesa con il 29enne argentino Mario Alberto Santana, in scadenza di contratto con la Fiorentina. Il talentuoso esterno, corteggiato in diverse occasioni negli anni passati dovrebbe firmare un triennale da 1,5 milioni di euro e andrebbe ad aumentare la soglia di qualità al centrocampo giallorosso.
L’arrivo di DiBenedetto alla Roma ha portato una ventata di cambiamenti, di nuovi programmi, di ristrutturazione societaria, nuove strategie di mercato. Prima di tutto, però, è necessario definire gli uomini che prenderanno parte a livello societario del progetto.
Per i programmi futuri sembra vi sia convergenza sul nome di Gian Paolo Montali, attuale direttore operativo, come referente principale della proprietà, che verrebbe investito anche di compiti organizzativi e di rappresentanza della società a livello istituzionale, con un contratto biennale. L’intenzione di coinvolgere direttamente Gian Paolo Montali nel progetto, si è colta da alcuni “segnali” pressocchè inequivocabili, che hanno allontanato i “rumors” dei giorni scorsi.
Ieri, infatti, a Roma si è svolto un vertice nel celebre studio legale Grimaldi, al quale ha partecipato lo stesso Montali – arrivato di buon’ora, alle 9.30 – oltre che l’avvocato Cappelli, in rappresentanza di UniCredit, e l’avvocato Baldissoni per lo studio Tonucci che segue Di Benedetto in Italia.
Nel vertice si è discusso molto anche di calcio, e di problematiche attuali legate all’andamento della squadra, con Di Benedetto che ha da subito dimostrato di fidarsi di Montali, scegliendolo come principale interlocutore. L’americano si è voluto informare sulla gestione tecnica di Montella, sulla situazione dei rinnovi contrattuali di De Rossi e Menez, consigliando a Montali di convocarli in sede per conoscere le loro intenzioni e per proporre, eventualmente, un rinnovo contrattuale.
Per quanto concerne il capitolo “potenziamento organigramma”, se Montali dovesse rivestire dal prossimo anno un ruolo di rappresentanza della Roma in Lega ed in Federcalcio, per l’area tecnica appare probabile il ritorno di Franco Baldini, braccio destro di Capello. Anche se il suo arrivo potrebbe essere posticipato di un anno, in quanto il suo contratto con la Federcalcio inglese scadrà nel Giugno 2012, al termine degli Europei.
Se il responsabile tecnico diventasse Franco Baldini, è già delineato che il responsabile del mercato sarebbe Walter Sabatini, ex direttore sportivo di Lazio e Palermo, che sarebbe già stato contattato dall’avvocato Baldissoni.
Nei prossimi mesi, dunque, è previsto un contatto diretto con lo stesso Baldini, per conoscere le sue intenzioni. Qualora Franco Baldini non dovesse essere disponibile ad intraprendere nuovamente il progetto Roma, verrebbe sicuramente riconfermato Daniele Pradè, che ha ancora due anni di contratto come direttore sportivo in giallorosso.
Il quadro, dunque, appare ancora non completamente delineato, restano molti nodi da sciogliere, com’è normale che sia in un progetto appena decollato. L’unica certezza è che l’americano Di Benedetto vorrebbe fortemente che la Roma riuscisse a centrare la qualificazione alla prossima Champions League, per i conseguenti benefici economici e per il conseguente ritorno di immagine; ma, se l’obiettivo – peraltro tutt’altro che semplice data l’attuale situazione di classifica – non venisse centrato, si opererebbe comunque un sostanziale rafforzamento sul mercato, puntando ad alcuni “colpi ad effetto”.
Fra questi, pare ancora aperta la pista Gigi Buffon. Il 33 enne portiere bianconero, infatti, ancora in bilico fra la scelta di un rinnovo “a vita” con la maglia della Juventus, ed una cessione importante, che gli consentisse di giocare almeno altri quattro o cinque anni ai massimi livelli, si è espresso positivamente sul progetto Roma a stelle e strisce: “Sarebbe molto importante l’ingresso nel calcio italiano di un personaggio di questo spessore e con una disponibilità simile”.
La Roma sta per diventare americana e il calciomercato è in fermento aspettando le scelte strategiche della nuova proprietà capitanata dall’italo americano Thomas DiBenedetto. I giallorossi da anni abituati a far di necessità virtù vengono insieriti come favoriti in ogni trattativa, ma ancor prima dei giocatori la nuova dirigenza dovrà scegliere i ruoli manageriali.
Indiscrezioni vogliono Unicredit (controllerà il 40% del pacchetto azionario) orientatata a confermare il trio Montali, Pradè, Montella allargando i compiti operativi del primo a tutta la gestione, mentre Pradè sarà l’uomo mercato.
Gli americani sembrano invece orientati a portare a Roma Franco Baldini adesso con Capello in Inghilterra. Baldini dovrebbe fare da direttore generale mentre l’ex Palermo Walter Sabatini dovrebbe esser l’uomo mercato, e il ruolo di allenatore dovrebbe andare a Carlo Ancelotti.
Nelle ultime ore si è paventata anche l’ipotesi Pierpaolo Marino ma al momento è un ipotesi remota. Dalla decisione di DiBeneddetto dipenderanno le strategie di molte squadre di serie A, pare infatti che anche la Samp voglia Sabatini per costruire un nuovo ciclo, mentre il Bari vorrebbe affidarsi a Marino.
Rissa sfiorata oggi in aula tra Moggi e Baldini in occasione della prima udienza dopo la pausa estiva del processo in corso a Napoli su Calciopoli, due “nemici” che per la prima volta a distanza di anni sono tornati a guardarsi negli occhi.
L’ex dirigente della Roma, ora manager della nazionale inglese, chiamato a testimoniare dagli avvocati dell’ex dg della Juventus, nella sua esposizione ha apostrofato Moggi come “uomo senza qualità“, affermazione che ha scatenato le ire dell’ex re del mercato che stava per fiondarsi su Baldini in cerca della vendetta personale. Lo scontro fisico è stato evitato solo grazie all’intervento dei legali dell’imputato al processo napoletano che poi ha annunciato di avere intenzione di querelare Baldini per quanto detto.
L’udienza si era aperta con la richiesta della difesa della trascrizione delle 160 telefonate che i pm all’epoca non considerarono rilevanti ai fini dell’inchiesta. Sono stati ascoltati prima il presidente della FIGC Giancarlo Abete, che ha negato di avere all’epoca dei fatti rapporti in un certo senso privilegiati con la Fiorentina, e l’ex fischietto ora designatore arbitrale Uefa Pierluigi Collina che ha confermato di non aver mai ricevuto pressioni da nessuno per “taroccare” gli esiti delle partite e che se ce ne fossero state le avrebbe denunciate.
La seconda parte dell’udienza è stata riservata alla testimonianza appunto di Baldini, uno dei grandi accusatori dell’ex dg bianconero nonchè uno dei più accesi sostenitori dell’esistenza della “cupola moggiana” oltre che per influenzare i risultati della gare di campionato anche per “governare” il mondo delle procure dei calciatori attraverso la Gea di cui il figlio di Moggi, Alessandro, ne era il presidente.
Baldini ha ammesso di aver conosciuto il colonnello Auricchio nel 2003 durante le indagini sulle fidejussioni false e di averlo incontrato più volte a scopo collaborativo per “spiegargli come funzionavano alcune cose sul sistema calcio“. Smontata invece la sua tesi del libri contabili taroccati (in una sua deposizione Baldini affermò che alcuni trasferimenti sull’asse Torino – Mesina furono fatti per “giustificare squlibri di bilancio”; l’avvocato difensore Trofino però fa notare all’ex dirigente giallorosso che quelle operazioni di mercato furono fatte con la formula del prestito. Infine Baldini definisce “una telefonata scherzosa” l’intercettazione tra lui e l’allora vice presidente della FIGC Innocenzo Mazzini nel quale l’ex ds della Roma disse “quando farò il ribaltone tu ti salverai“.