Tag: Franco Baldini

  • De Rossi via a gennaio, il Psg supera il City

    De Rossi via a gennaio, il Psg supera il City

    Nonostante l’ottima prestazione della Roma durante la serata di ieri, culminata nella rimonta clamorosa ai danni del Genoa, Daniele De Rossi potrebbe lasciare la capitale a gennaio per accasarsi al Paris Saint Germain. La notizia riportata dal sito mercato365.com e ripresa poi da Sportmediaset sostiene come l’entourage del centrocampista giallorosso starebbe in realtà flirtando con il direttore sportivo del Psg Leonardo, recente conoscenza dei tifosi di Milan e Inter. Secondo le indiscrezioni la trattativa potrebbe decollare già dal prossimo gennaio, quando il mercato di riparazione invernale aprirà i battenti e il club parigino potrà mettere in mostra un budget spropositato rispetto a tutti gli altri top club europei. E se De Rossi era stato dato più volte vicino al City, adesso sono gli sceicchi del Psg a voler fare la voce grossa.

    BALDINI SMENTISCE– Di De Rossi ormai si parla abbondantemente da quella esclusione contro l’Atalanta, panchina che aveva fatto male tanto al centrocampista azzurro quanto a Osvaldo. Da lì in avanti i giornali sportivi hanno iniziato a dipingere e immaginare un futuro lontano da Roma per colui che all’ombra del Colosseo è conosciuto come Capitan Futuro. La dirigenza giallorossa, nella figura di  Franco Baldini, ha puntualmente smentito le voci che davano De Rossi in partenza. L’ultima in ordine di tempo è arrivata nella serata di ieri, quando Baldini in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport ha ribadito con forza la volontà di tenere sia De Rossi che Osvaldo, scelta dettata dal fine di continuare ad investire nel progetto Roma (Baldini ha definito i due con l’aggettivo “campioni”, ndr).

    Genoa CFC v AS Roma - Serie A
    De Rossi in bilico tra Roma e Parigi | ©Gabriele Maltinti/Getty Images

    PROSPETTIVA ZEMAN – Rimane però un grande punto interrogativo sul futuro di De Rossi a Roma. Perché, se è vero che nel post-partita di ieri Zeman ha applaudito sia lui che Osvaldo, corrisponde alla realtà anche il fatto di come Capitan Futuro rappresenti in realtà un problema tattico non di poco conto, sul quale il tecnico boemo pare essersi definitivamente espresso contro l’Atalanta. Da interno De Rossi non convince nessuno, tantomeno gli amanti del gioco zemaniano. Le caratteristiche di Sor Daniele non si incontrano con le idee tattiche di Zeman. Basta guardare chi c’è dall’altra parte del centrocampo: non un fenomeno qualsiasi, tale Alessandro Florenzi.

    VITE PARALLELE – Per i più disattenti fino a quest’estate era un semplice nome e nulla più, che forse nemmeno veniva considerato nell’album Panini e in quell’imberbe gioco del “celomanca”. Eppure le prestazioni di Florenzi in questo avvio di campionato hanno esaltato all’ennesima potenza le caratteristiche e il valore del ragazzotto classe ’91, cresciuto nelle giovanili giallorosse e andato a Crotone per farsi le cosiddette “ossa”. Florenzi ha tutto quello che manca a De Rossi. Ci riferiamo al dinamismo, agli inserimenti, al semplice ma mai banale dai e vai, a quella sfrontatezza di un 21 enne alla sua prima stagione in Serie A che vuole spaccare il mondo. Ecco, Zeman vorrebbe un giocatore analogo anche sul centro-destra. Ergo, De Rossi non è quel giocatore che Zeman cerca per attuare il suo gioco. Alla prossima sconfitta della Roma il problema De Rossi riemergerà prepotentemente.

  • Baldini “da Roma non va via nessuno”. Florenzi rinnova

    Baldini “da Roma non va via nessuno”. Florenzi rinnova

    E’ un momento particolare per la Roma, la squadra sul campo sembra non seguire l’allenatore, i risultati poi stentano ad arrivare e negli ultimi giorni molti dirigenti romanisti sono stati dati in partenza. Sono circolate tante voci, in particolare molti vedevano Franco Baldini, direttore generale della Roma, pronto a fare le valigie per approdare in Inghilterra al Tottenham di Villas Boas. Il diretto interessato Baldini ha voluto smentire tali voci e lo ha fatto ieri, nel giorno del suo 52esimo compleanno, a Trigoria in una conferenza stampa nella quale ha ribadito la sua ferma volontà di continuare il progetto Roma, con l’obiettivo di portarlo a termine da vincente.

    NON VA VIA NESSUNO – Prima di analizzare il perchè delle difficoltà romaniste in queste prime partite della stagione, Baldini ha ribadito ancora una volta l’obiettivo della sua missione a Roma: “Sembra diventato un rituale venire qui per spiegare cose che non riguardano la società. Sono stato scelto per rendere la Roma al più presto competitiva, ispirandosi a principi di lealtà e coerenza rispettando il bilancio. Un investimento importante fatto per avere nel tempo dei risultati”. Il dg della Roma parla di ottenere risultati nel tempo, ma certamente le continue voci riguardo lui e gli altri dirigenti non permettono all’ambiente di lavorare in tranquillità: Ho detto, sempre, che sarei rimasto qui fino alla fine di questo percorso. Ogni giorno, poi, la proprietà mi conferma la fiducia. Ma ogni giorno dobbiamo chiarire e sottolineare la solidità del percorso scelto da questa proprietà: non va via nessuno, abbiamo tutti un debito di riconoscenza per chi ci ha scelto. E a chi gli chiedeva di possibili divergenze con altri dirigenti, Baldini ha risposto cosìCon i miei collaboratori non c’è nessun dissapore o screzio: nel tempo si è consolidata anche un’amicizia piuttosto forte. Baldini, Fenucci, Baldissoni e Sabatini non hanno nessun tipo di problema: c’è un confronto quotidiano e la divergenza di opinioni è un valore in più“.

    Franco Baldini © Paolo Bruno/Getty Images

    FIDUCIA A ZEMAN – Nonostante al momento i risultati non siano dalla sua parte, Zdenek Zeman è fortemente stimato da tutti a Roma. Anche Baldini ieri ha speso buone parole nei suoi confronti spiegando che il progetto Roma, prima con Luis Enrique e adesso con il boemo, è sempre lo stesso: una squadra giovane che possa esporre un calcio propositivo per attrarre il pubblico. L’obiettivo della società giallorossa è quello di arrivare a competere per un piazzamento Champions e lo stesso dg romanista è convinto che la sua squadra abbia le qualità per ottenerlo. Per risalire la china, serve però innanzitutto ritrovare quella convinzione smarrita allo Juventus Stadium. Una convinzione però Baldini ce l’ha già: la squadra a breve mostrerà in campo l’idea di gioco del suo allenatore.

    FAVOLA FLORENZI –  Per la Roma di Zeman il momento non è dei migliori, certamente però lo è per Alessandro Florenzi, centrocampista classe 1991, che quest’anno ha conquistato prima la fiducia del boemo e poi ha conquistato tutti sul campo non solo per i 2 gol segnati ma soprattutto per la grinta e l’abnegazione che mostra in campo. Per quanto si è visto sul campo non si direbbe che lui è il giocatore meno pagato della squadra giallorossa con i suoi 1800 euro netti al mese. Anche la Roma si è resa conto che questo ragazzo vale oro, a Torino l’ultimo a mollare è stato Florenzi, un guerriero mai domo. Il centrocampista della Roma si è meritato sul campo il rinnovo con adeguamento del contratto, che adesso ha come scadenza giugno 2016 e permetterà al giovane calciatore di guadagnare circa 600mila euro annui. Per la serie quando il duro lavoro paga…

  • Franco Baldini domani addio alla Roma?

    Franco Baldini domani addio alla Roma?

    Non è un bel momento per la Roma e i suoi tifosi. L’ultima debacle giallorossa andata in scena sabato scorso allo Juventus Stadium sta minando tutti i buoni propositi del progetto tecnico romanista. I risultati stentano ad arrivare (una sola vittoria su 5 partite giocate sul campo) e come d’incanto l’ondata di entusiasmo generata dal ritorno in panchina di Zeman sta svanendo inesorabilmente. Com’è ovvio che sia le colpe non sono tutte del tecnico boemo ed è proprio per questo che l’attuale crisi della Roma mette in discussione tutti a partire dall’allenatore, passando per i calciatori fino ad arrivare ai dirigenti. I primi a salutare potrebbero essere proprio quest’ultimi, in particolare Franco Baldini, direttore generale e Claudio Fenucci, amministratore delegato. L’attuale direttore generale romanista potrebbe ben presto dire addio alla causa giallorossa, sposata poco meno di dodici mesi fa con le più rosee aspettative. Alla base di questo possibile addio ci sarebbero delle frizioni tra lo stesso Baldini e Mark Pannes, braccio destro del presidente James Pallotta che è atteso domani in Italia insieme ai suoi Boston Celtics in vista dell’amichevole che il team americano disputerà contro l’Olimpia Milano il 7 ottobre al Forum di Assago. I più attenti noteranno come alcuni uomini scelti proprio da Baldini abbiano fatto già le valigie nei mesi addietro vedi il tecnico spagnolo Luis Enrique, il preparatore dei portieri Franco Tancredi (approdato di recente in Russia alla corte di Capello) e il responsabile della comunicazione Daniele Lo Monaco.

    Franco Baldini © Claudio Villa/Getty Images

    Insomma non si può dire che la missione di Baldini a Roma si stia rivelando vincente anzi potrebbe ben presto terminare proprio a causa del depotenziamento ricevuto. Non a caso domani alle 14:30 in quel di Trigoria è prevista una conferenza stampa, dove il direttore generale Baldini parlerà dinanzi ai microfoni dei giornalisti circa il difficile momento della squadra della capitale. Non è da escludere che si parli anche del futuro stesso di Baldini, futuro che molti vedono a Londra, dove il Tottenham di Villas Boas lo accoglierebbe a braccia aperte. In secondo piano ma sempre di rilievo è la situazione dell’amministratore delegato Claudio Fenucci, per il quale si parla di un possibile approdo al Milan, altro club italiano dove incombono importanti scelte societarie.

    Detto dei possibili addii di Baldini e Fenucci, non ci resta che parlare dell’ultimo componente della triade di comando giallorossa ovvero il direttore sportivo Walter Sabatini. Non c’è dubbio che l’ex ds del Palermo in questo periodo fumi più del solito dato che le sue manovre di mercato non stanno dando i risultati desiderati. A conferma di tutto ciò vi sono le ultime dichiarazioni di Sabatini, che nel post partita di Torino ha chiaramente detto che in sede di mercato alcuni giocatori sono stati sopravvalutati. Parole che suonano come un’ammissione di colpa e non possono lasciar tranquillo il ds giallorosso che ha tra l’altro il contratto in scadenza il prossimo giugno. Il progetto Roma che poneva le basi proprio sull’operato del trio Baldini-Fenucci-Sabatini scricchiola sempre più, non un segnale incoraggiante per la squadra chiamata nell’immediato al riscatto in campo.

  • Analisi crisi Roma, quali le colpe di Zeman?

    Analisi crisi Roma, quali le colpe di Zeman?

    La sconfitta per 4-1 allo Juventus Stadium ha stroncato definitivamente, almeno in questo avvio di campionato, le velleità della Roma di Zeman. La “caccia” ai responsabili, o peggio ancora ai colpevoli del tracollo è ufficialmente aperta: sul banco degli imputati figurano il tecnico boemo, la società e i giocatori , ma in che misura si ripartiscono gli oneri e le responsabilità?

    Forse è importante premettere che incensare i successi e criticare aspramente alle prime difficoltà sono entrambi peccati di presunzione in cui spesso  incorre facilmente lo sportivo così come il tifoso; detto ciò, nello specifico caso dei giallorossi lo scintillante successo riportato qualche settimana fa a S.Siro con l’Inter è stato l’unico acuto di una squadra che  ha obbiettivamente stentato nelle altre sfide di campionato, mostrando probabilmente in queste partite il vero volto di una realtà ancora in costruzione e tutta da verificare sul piano della continuità e dell’affidabilità…un po’ come dire che una rondine non fa primavera!

    La crisi Roma nei volti di Totti e De Rossi | © GABRIEL BOUYS/AFP/GettyImages
    Smontati quindi i facili entusiasmi in cui spesso eccede il tifo giallorosso, non si può non notare come la nuova Roma zemaniana di inizio stagione non abbia sorpreso certo per la natura delle pecche evidenziate in campo, vale a dire amnesie difensive e scarsa solidità di squadra, nel più classico stile caro al boemo, che rimanendo ancorato alla sua visione del calcio in chiave spettacolare e poco concreta dimostra di non essersi adeguato al calcio moderno e nel complesso al calcio “efficace”, quello che non necessariamente incanta ma che porta a casa i risultati . Discutibile continua ad essere il ricorso ai giovani, maggiormente plasmabili da un tecnico come il boemo, perché mai come in serie A conta l’esperienza e l’affidabilità degli uomini che scendono in campo. Detto quanto concerne il campo e il calcio giocato, Zeman continua imperterrito nelle sue crociate contro il sistema, la Juventus, il doping e chissà cosa, e per quanto possa fare notizia, alla lunga può irritare e togliere importanza alla partita giocata, come se le sue battaglie, giuste o sbagliate che siano, contino più dei verdetti del rettangolo di gioco e dei risultati.

    Relativamente alla rosa giallorossa, come detto prima il mix tra gioventù ed esperienza non è ancora equilibrato e in campo si sente: gli alti e i bassi di gioco espresso e di concentrazione esibita in campo dalla Roma sono il frutto dell’ inesperienza di tanti dei suoi interpreti, e ad oggi le cose buone mostrate dalla Roma sono inferiori alle lacune esibite, e non solo nella serataccia di Torino. Quanto alla dirigenza, e forse anche alla proprietà, avere costruito una squadra giovane già a partire dallo scorso anno, muovendosi così in un’ottica di lungo periodo, è sicuramente uno nota di merito, ma illudersi e illudere la piazza addirittura con pretese e mezzi proclami di tricolore è chiedere obiettivamente troppo. Analogamente parlare di acquisti forse non totalmente all’altezza dopo la sconfitta di Torino è come sconfessare malamente il progetto Zeman,  che avrà pur dato un’ impronta importante alla campagna acquisti,  ma che non difetta certo per coerenza e intransigenza: affidargli una panchina equivale a sapere a cosa si andrà incontro, nel bene e nel male, e forse tra i vantaggi di avere Zeman in panca c’è quello di avere un “parafulmine” che in caso di “temporale” regge bene gli urti, tutelando la squadra e mettendola al riparo dall’occhio del ciclone, permettendole di crescere con relativa tranquillità.

    Non è un caso che sabato si sia presentato in conferenza stampa proprio De Rossi, non più un giovane di belle speranze, a smorzare ufficialmente a nome della squadra  e forse di tutto l’ambiente gli entusiasmi e a predicare umiltà e impegno per il futuro. Riepilogando quindi, uno sbilanciamento delle responsabilità nel contesto giallorosso spetta forse alla società, nella persona dei dirigenti piuttosto che della proprietà stessa, perché affidare una panchina al dogmatico Zeman e costruire una rosa secondo le sue aspettative, a meno che il boemo abbia cambiato visione del calcio (non ci risulta francamente!) tutto può regalare tranne che sorprese, nel bene e nel male; le “oscillazioni” d’umore della piazza giallorossa, quantomai instabile e poco rasserenante, sono poi un dato ormai di fatto che probabilmente nel complesso penalizzano più che sostenere la squadra e i risultati: infatti l’ultimo scudetto capitolino, competizione dove la continuità e la stabilità di squadra sono tutto,  è giunto sotto la guida di Fabio Capello, il meno “romano “ di tutti gli allenatori. Non sarà stato un caso….

  • Cagliari-Roma ufficiale lo 0-3 a tavolino

    Cagliari-Roma ufficiale lo 0-3 a tavolino

    Dopo il rinvio a data da destinarsi disposto dalla Prefettura per Cagliari-Roma, prevista per la quarta giornata di serie A, e le conseguenti ipotesi connesse al “se, come, quando e dove” far giocare il match, è giunta la notizia ufficiale della sconfitta a tavolino per la squadra rossoblu con punteggio di 0-3 a seguito della decisione del giudice sportivo. In tal senso, Tosel ha motivato il suo provvedimento definendo come “provocatoria” l’iniziativa assunta dalla società Cagliari, che ha costituito una “palese violazione” delle norme che impongono alle Società l’osservanza delle disposizioni emanate in materia di pubblica sicurezza.

    Quanto stabilito dalla giustizia sportiva, dunque, risulta come la diretta punizione del club sardo che paga le colpe del suo presidente Massimo Cellino, il quale con la sua condotta ha influito in maniera “diretta ed esclusiva” sull’impossibilità di far disputare regolarmente il match. Infatti, nonostante l‘inagibilità dello stadio Sant’Elia accertata da diversi sopralluoghi delle forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco, il presidente rossoblu aveva invitato i tifosi abbonati a recarsi ugualmente allo stadio, contravvenendo alla decisione di far disputare la partita a porte chiuse e, di fatto, tale circostanza ha indotto al rinvio della gara, danneggiando gli stessi tifosi ma anche la squadra ospite.

    Gli spalti dell’inagibile Sant’Elia di Cagliari | © Enrico Locci/Getty Images

    Proprio il tal senso, la stessa As Roma aveva subito deciso di definirsi “parte lesa”  presentando reclamo alle autorità sportive competenti al fine di ottenere la vittoria a tavolino, con il direttore generale giallorosso Franco Baldini che ha definito tale decisione “non come una scelta ma come un obbligo” per tutelare gli interessi della società, della squadra e dei suoi tifosi.

    Alla posizione assunta dalla Roma e dal dg Baldini aveva replicato lo stesso presidente Cellino, apostrofando come “avvoltoio” il dirigente giallorosso ed accusandolo di voler approfittare della situazione di difficoltà del suo club per ottenere una vittoria “non sul campo”, rigettando al mittente le accuse di aver causato il rinvio della partita e, per tal motivo, il Cagliari presenterà ricorso nei prossimi tre giorni a disposizione, come già annunciato dal suo legale l’avvocato Mattia Grassani. La posizione del Cagliari, infatti, era già ben delineata dalla giornata di ieri, quando il club ha diramato un comunicato ufficiale per affermare come fosse contrario all’intervento della giustizia sportiva nel merito della questione – “perchè la gara non è mai stata giocata per ordine del Prefetto”.

    Tuttavia, non era pensabile che tale situazione potesse venir risolta diversamente da quanto avvenuto proprio a causa del comportamento irresponsabile di Cellino: mai prima d’ora era accaduto che un dirigente di un club intervenisse, direttamente o indirettamente, nel rendere impossibile lo svolgimento di un match e, dunque, la decisione di Tosel va anche nella direzione di una dura stigmatizzazione di simili atteggiamenti, punendo la squadra per punire il suo “numero uno”, oltre che per evitare di creare un pericolosissimo precedente.

    Inoltre, proprio per approfondire la posizione di Massimo Cellino, lo stesso giudice sportivo Tosel ha deciso di trasmettere copia degli atti al Procuratore Federale Stefano Palazzi, affinchè possa analizzare e valutare per quanto di sua competenza la posizione assunta dal presidente cagliaritano nella vicenda: il presidente rossoblu, in tal senso, rischierebbe di essere deferito oltre che di vedersi comminare altri provvedimenti disciplinari da parte della giustizia sportiva.

  • Cagliari-Roma 0-3 a tavolino? Cellino attacca Baldini

    Cagliari-Roma 0-3 a tavolino? Cellino attacca Baldini

    Chi è la parte lesa nella vicenda di Cagliari-Roma rinviata dal prefetto del capoluogo sardo per inagibilità dello stadio Sant’Elia? Domanda scontata, ma risposta non banale soprattutto considerando le aspre polemiche montate a seguito della decisione di non far disputare la gara nel pomeriggio di ieri. Polemiche strumentali, probabilmente, a cui seguono scenari complessi ed articolati che fanno riferimento ai necessari provvedimenti da prendere sulla questione.

    In un panorama tanto intricato, dunque, è bene far chiarezza analizzando le diverse posizioni. In primis, quella dello stadio Sant’Elia, dove – prima dell’orario previsto per il fischio d’inizio – è stato svolto un sopralluogo da parte dei Vigili del Fuoco che hanno rilevato la non conformità alle norme di sicurezza previste dal decreto Pisanu in termini di “impianti antincendio, strutture in cemento armato e in metallo”, che non lo renderebbero sicuro a tutelare la pubblica incolumità. La questione, però, non è nuova considerando che già nello scorso campionato il Cagliari è stato costretto a “traslocare” allo Stadio Nereo Rocco di Trieste per ovviare all’inagibilità del suo impianto: non si tratta di un problema nuovo, dunque, ma di una questione non risolta in cui a rimetterci maggiormente sono i tifosi e la squadra.

    Su Cagliari-Roma rischio 0-3 a tavolino, Cellino attacca Baldini | © Claudio Villa/Getty Images)

    Per quanto riguarda i tifosi, il Codacons ha presentato un esposto contro il presidente Massimo Cellino che, nonostante la partita dovesse esser giocata a porte chiuse, ha invitato i tifosi a recarsi ugualmente allo stadio, trattandoli come “carne da macello” secondo quanto sostenuto dallo stesso presidente del Codacons Rienzi: in tal senso, verrà lanciata una class action per far sì che chi ha pagato il biglietto per recarsi allo stadio possa far causa al club ed essere risarcito.

    Oltre a quello che è stato, è necessario guardare a quello che sarà, sia per quanto riguarda Cagliari-Roma nello specifico che per quanto concerne le prossime gara casalinghe della società sarda, considerando che lo stesso Maurizio Beretta, presidente della Lega Calcio, ha reso noto che – allo stato dei fatti – si è trovato il modo di evitare di giocare a Trieste, decidendo dopo le opportune verifiche di disputare le gare al Sant’Elia, dove il campo di gioco è agibile, ma a porte chiuse. E, nella specifica fattispecie della vicenda Cagliari-Roma, il presidente Beretta ha “passato la palla” alla giustizia sportiva per quanto concerne le dovute valutazioni in merito lasciando più che aperta la possibilità dello 0-3 a tavolino.

    Tali dichiarazioni hanno immediatamente suscitato la furente reazione della società cagliaritana. Il club rossoblu ha, così, diramato un comunicato ufficiale in cui rigetta l’eventualità di una sconfitta a tavolino e di un intervento in tal senso della giustizia sportiva facendo leva sul fatto che si tratta di una partita rinviata dall’autorità prefettizia e, dunque, cancellata dal calendario delle gare in programma per la quarta giornata. Il Cagliari, dunque, sostiene che “nessun pronunciamento è possibile da parte del giudice sportivo” ed ha, così, attaccato le parole del presidente Beretta, definendole “fuori luogo e fuori tempo, atte ad anticipare e sostituirsi al giudice sportivo che è organo terzo rispetto alla Lega”.

    Lo stesso presidente Massimo Cellino, in merito all’ipotesi di sconfitta a tavolino per il Cagliari, ha attaccato il direttore generale della Roma Franco Baldini – che aveva definito la “Roma parte lesa della vicenda” invocando lo 0-3 – paragonandolo ad un “avvoltoio” che spera di avvantaggiarsi dalle disgrazie altrui. Parole forti che contribuiscono a creare un clima ancor più teso ed incandescente attorno ad una vicenda che è tutto fuorchè edificante per l’immagine del calcio italiano.

    Occorrono certezze: urge trovare una soluzione definitiva ed in tempi celeri al “problema stadio”, per evitare che il Cagliari debba giocare tutte le partite in casa a porte chiuse; urge tutelare i tifosi e la squadra che deve scendere in campo, urge decidere quale sarà il destino di Cagliari-Roma rinviata a data da destinarsi. Ma, almeno su quest’ultimo punto, la decisione sarà celere considerando che già domani la serie A torna in campo, anche se potrebbe assumere le connotazioni di una vera e propria stangata per il Cagliari: la sconfitta a tavolino per 0-3 potrebbe essere decisa in virtù dell’articolo 17 del Codice di Giustizia Sportiva, per “responsabilità oggettiva in situazioni che abbiano impedito lo svolgimento della gara” , con l’ulteriore possibilità di una squalifica del campo. 

  • Il mondo del calcio in lutto: è morto Aldo Maldera

    Il mondo del calcio in lutto: è morto Aldo Maldera

    E’ scomparso ieri, 1 Agosto, all’età di 58 anni, l’ex terzino sinistro di Milan, Roma e Fiorentina, Aldo Maldera. L’ex calciatore, scomparso prematuramente dopo una lunga malattia, è stato uno dei protagonisti assoluti del calcio negli anni Settanta per la sua spiccata predisposizione al gol. Soprannominato “Cavallo” per le sue doti di resistenza fisica, era un uomo tranquillo e un esempio per molti giocatori di quegli anni.

    Nel 1972 Maldera esordiva in Serie A con la maglia del Milan con il quale conquistò lo scudetto della stella nel 1978-79 segnando in quella stagione ben 9 reti. Con i rossoneri il terzino rimase anch3e nei momenti più bui che decretarono la Serie B per lo scandalo calcioscommesse. Dopo l’esperienza milanese si trasferì a Roma contribuendo alla conquista dello scudetto nella stagione 1982/83 prima di chiudere la carriera nella Fiorentina. Nel 2009, una volta abbandonato il calcio giocato, fu direttore tecnico dei greci del Panionios, prima di tornare l’anno successivo in Italia dove ha ricoperto lo stesso incarico nell’Aranova, squadra laziale di seconda categoria.
    Nel suo palmares si contano anche 2 Coppe Italia e una finale ai Campionati del Mondo con la maglia azzurra persa contro l’Argentina nel 1978.

    Aldo Maldera

    Appena appresa la notizia sono state molte sono le testimonianze d’affetto e di cordoglio rivolte alla famiglia del campione scomparso: “Uno che è venuto in B con noi e che ha sempre amato solo ed esclusivamente il Milan. Resterai rossonero per sempre” è il tweet del club rossonero. Il direttore generale della Roma, Franco Baldini, sconvolto racconta: “Solo poche settimane fa ci eravamo visti a Trigoria ipotizzando iniziative da prendere insieme per il prossimo futuro, futuro che crudelmente gli è stato negato. Vada alla famiglia il nostro più sentito cordoglio e il nostro abbraccio“, “Tutta la Fiorentina – si legge in una nota della società – si stringe attorno alla famiglia Maldera in questo momento di profondo dolore ed esprime le sue più sincere condoglianze per la prematura scomparsa di Aldo“.
    Aldo Maldera lascia la moglie e tre figli, tutta la redazione de Il Pallonaro si stringe al dolore dei suoi cari.

  • Roma, Zeman e gli americani

    Roma, Zeman e gli americani

    Il calcio non è più uno sport per bandiere e tifosi. Questa frase seppur breve e per molti versi opinabile racchiude ciò che sta avvenendo nel mondo pallonaro spiegando in qualche modo la fuga di fuoriclasse dai campionati che contavano un tempo verso nuovi lidi misteriosi, privi di contenuti tecnici ma con capitali freschi e corposi da investire. Un ventennio fa, Berlusconi trasformò il calcio regalando ad Arrigo Sacchi l’ormai famosa panchina lunga spiazzando tutti per la qualità dell’intero organico e per la possibilità di aver giocatori interscambiabili con estrema facilità. Il concetto di calcio berlusconiano, acquistare i migliori per render le rivali meno competitive, è stato estremizzato nell’ultimo decennio con l’arrivo nel calcio prima dei russi e poi dei viziosi sceicchi che a suon di offerte faraoniche e di contratti astronomici hanno definitivamente cambiato gli assi importanti del calciomercato europeo.

    Zeman osserva la sua Roma nel ritiro di Riscone
    Russi, sceicchi ma gli americani? In Italia per ovvi motivi non si riesce più a tenere il passo delle big d’Europa. Inter e Milan son costrette a vendere per ripianare i propri bilanci, la Juventus acquista ma il top player tarda ad arrivare ma da chi ci aspettavamo qualcosa in più è sicuramente la Roma americana. Chi sperava ad acquisti folli è rimasto deluso già nella scorsa stagione, chi credeva ad un progetto giovane e di largo respiro si è dovuto ricredere nella stagione attuale. Che cos’è questa Roma? Quando arriveranno i colpi di Sabatini e la programmazione di Baldini? La scelta di Luis Enrique nella scorsa stagione è stata cervellotica quanto il suo addio e quelle di Zeman per la prossima stagione sembra esser quella disperata di chi è alla ricerca di un parafulmine per coprire delle scelte disastrose.

    Perché far partire Fabio Borini? Se il progetto è giovane e punta a consolidare il gruppo in ottica futura l’addio di Fabio Borini è davvero inspiegabile. L’ala, convocata da Prandelli per l’Europeo, è sicuramente uno dei giovani più interessanti del nostro campionato e apparentemente perfetto per il gioco di Zeman cederlo per soli 13 milioni vuol dire non avere un disegno tattico e sopratutto non aver progettato il futuro.

    Il calciomercato Roma Perso Fabio Borini è giunto oggi in ritiro Michael Bradley, mediano statunitense prelevato dal Chievo per 3.75 milioni di euro più la metà di Stoian andando ad aumentare la fisicità del centrocampo a disposizione di Zeman mentre per l’attacco è sempre Mattia Destro il nome caldo.

  • Roma, Baldini vola in Brasile per Castan e Dodò

    Roma, Baldini vola in Brasile per Castan e Dodò

    La Roma continua a muovere il mercato e questa volta a muoversi è il ds Franco Baldini che è approdato in Brasile per concludere due importanti operazioni. La prima riguarda José Rodolfo Pires Ribeiro, conosciuto come Dodò, giovane terzino sinistro nato nel 1992. Il talento brasiliano era già stato adocchiato dalla Roma ma ora il ds è volato in Brasile per verificare le condizioni fisiche del ragazzo, il quale ha subito l’intervento chirurgico dopo la rottura del legamento crociato del ginocchio destro.

    A quanto pare Dodò sbarcherà tra qualche giorno in Italia, nonostante il contratto con il Corinthians scada il 31 luglio, proprio assieme a Baldini che lo porterà a Roma dove il terzino si sottoporrà alle visite mediche con la squadra giallorossa.

    Ma il ds della società romana potrebbe tornare con un doppio colpo di mercato: nella stessa squadra di Dodò, Baldini ha puntato gli occhi su Leandro Castan, difensore brasiliano classe 1986. Il ragazzo potrebbe essere quindi il colpo di mercato per dare una dritta alla difesa centrale giallorossa di Zdenek Zeman ma non solo; Leandro è ben conosciuto nel calcio brasiliano come l’attaccante mancato per le sue doti e per la sua gran precisione con il piede sinistro. Non a caso le ripartenze del Corinthians passavano sempre da lui e, a volte, si finiva per scoprire la difesa ed azzardare qualche attacco in più proprio con Leandro.

    Leandro Castan © NELSON ALMEIDA/AFP/GettyImages

    Il difensore, egoista al punto giusto sotto porta e intelligente nella fase difensiva, ha disputato durante la sua carriera anche un campionato europeo vestendo la maglia della squadra svedese dell’Helsingborgs, scendendo però in campo solamente 4 volte ed andando a segno nel match di Coppa Uefa contro il Psv. Dopo l’esperienza non proprio positiva con l’Helsisngborgs, Castar decide quindi di tornare in patria, vestendo la maglia del Grêmio Barueri con la quale disputa due buone stagioni. L’annata seguente sceglie di cambiare squadra e approda tra le fila del Corinthians nel 2010, dove conquista da subito la maglia da titolare.

    Per Baldini dunque si spera che il giovane brasiliano sia nell’annata giusta per fare bene, visto il percorso molto altalenante fino ad ora disputato. Notizia buona per la Roma è che il giocatore ha origini italiane e il consolato italiano a San Paolo rilascerà a Castan il passaporto in modo da essere tesserato con lo status di comunitario.

    VIDEO LEANDRO CASTAN

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  • La Roma di Zeman, Totti al centro del progetto

    La Roma di Zeman, Totti al centro del progetto

    È cosa ormai fatta per il ritorno di Zeman alla Roma. Il tecnico boemo dopo essere tornato alla ribalta con la promozione in Serie A del suo Pescara, attraverso un calcio divertente e spettacolare come suo specifico marchio di fabbrica, prepara il suo rientro nel club giallorosso dopo l’addio del 1998 con il quinto posto in bacheca, e la successione di Capello. Le ultime parole pronunciate sul palco nel bel mezzo della festa per la promozione del Pescara in A, avevano fatto presagire ai tifosi un addio imminente, con la Roma, unica società che avrebbe potuto realmente far vacillare il tecnico boemo. Manca ancora l’ufficialità, sia chiaro, ma dalle parole rilasciate in una recente intervista all’emittente sportiva Sky Sport 24, lo stesso Zeman fa trapelare come per sancire il nuovo matrimonio giallorosso manchino solo la firma e i dettagli. La voglia di rivincita, e di riscatto saranno il catalizzatore di un progetto Roma che dopo l’annata fallimentare di Luis Enrique dovrà iniziare a dare i suoi frutti, riportando i giallorossi nei posti alti della classifica.

    Zdenek Zeman © Marco Luzzani Getty Images Sport

    ACCORDO RAGGIUNTO – L’incontro con Franco Baldini di lunedì ha portato i frutti sperati. La conferma arriva attraverso le stesse parole del boemo che in merito al suo futuro ha spiegato di aver parlato con la società giallorossa e di essere a buon punto. Il ritorno a Roma è visto da Zeman come una sorta di rivincita e un’opportunità di tornare ad allenare nel calcio che conta dopo un’uscita di scena per motivi ‘esterni’ al mondo del calcio:

    “Per me questa avventura rappresenta tante cose, una rivincita e una nuova occasione. Sono uscito dalla Roma perché dovevo uscire. Sono uscito per un problema politico, non per il rendimento. Nel 1998, dopo lo scandalo (doping, ndr), la Roma ha perso più di venti punti per le decisioni di altri. Con venti punti in più, la squadra sarebbe stata competitiva. Continuando con me, l’anno dopo la Roma non avrebbe fatto meglio quindi è stato giusto cambiare”.

    TOTTI E I GIOVANI – La Roma del futuro inizierà a prendere forma verosimilmente già da venerdì, data in cui ci sarà un altro incontro tra Zeman e Baldini per porre la firma sul contratto e l’ufficialità al nuovo tecnico giallorosso. Sul capitolo Totti, Zeman ha spiegato come se il capitano della Roma continuerà a dimostrare il suo valore, giocherà titolare, anche nel ruolo di prima punta. Filosofia chiara e senza possibilità di fraintendimenti: gioca chi merita, senza considerare la carta d’identità dei calciatori, nonostante il tecnico boemo spesso riesca a ottenere i suoi migliori risultati proprio con i più giovani.

    MERCATO – Ovviamente è prematuro parlare di mercato prima della firma di Zeman, ma le primissime indiscrezioni giornalistiche parlano di alcune precise preferenze del boemo. Nella lista dei desideri spunta il nome di Angelo Ogbonna, giovanissimo difensore del Torino in ottica Nazionale azzurra e sui cui sono forti gli interessi anche di altri importanti club di Serie A. Occhio anche ai fedelissimi del Pescara che potrebbero e magari vorrebbero seguire Zeman alla Roma, tra cui Verratti e Insigne. Difficilissimo per gli ultimi due con Verratti che a scanso di sorprese rimarrà un altro anno a Pescara e Insigne probabilmente con l’addio di Lavezzi vestirà l’azzurro di Napoli. Rimane apertissimo il discorso su Destro, ma c’è da battere la concorrenza di Juventus e Inter che al momento sembrano essere in vantaggio.