Tag: Franco Baldini

  • Roma, Stekelenburg che figuraccia! E’ colpa di Baldini?

    Roma, Stekelenburg che figuraccia! E’ colpa di Baldini?

    Concluso il calciomercato, finite le beghe condominiali, è tempo di bilanci. Tra le squadre di Serie A che più hanno deluso in questa sessione invernale c’è la Roma di Franco Baldini e Walter Sabatini. L’acquisto del solo Torosidis ci lascia alquanto perplessi. La sensazione infatti è che non si sia fatto nulla per rinforzare l’attacco, decisamente spuntato dopo l’infortunio occorso a Mattia Destro, che resterà fuori per più di due mesi. A conti fatti, se dovesse infortunarsi Osvaldo, Zeman non avrebbe altre soluzioni se non quella di schierare l’uruguaiano Lopez, ancora impegnato con l’Uruguay nel Sudamericano Under 20, che in questi giorni sta vivendo le sue battute conclusive. I tifosi giallorossi si chiedono se la dirigenza avesse potuto operare meglio in questi trenta giorni di mercato, non limitandosi al solo acquisto del terzino greco. Senza dimenticare la figuraccia di ieri sera con Stekelenburg.

    Franco Baldini, due anni dopo anche Stekelenburg

    Arrivato da Londra dopo l’esperienza in simbiosi con Capello, Franco Baldini sembrava poter esercitare quel carisma necessario per condurre la nuova società americana alle vette della classifica italiana. Due anni dopo però, i due progetti tecnici avallati dal direttore generale non hanno avuto molta fortuna. L’avventura di Luis Enrique si risolse con un vero e proprio fallimento, senza neanche la qualificazione in Europa League. Salutato lo spagnolo, Franco Baldini in accordo con Sabatini sceglie di affidare la squadra a Zdenek Zeman.

    Franco Baldini | ©Claudio Villa/Getty Images
    Franco Baldini | ©Claudio Villa/Getty Images

    I maligni leggono ciò come una scelta di comodo, con il tecnico boemo pronto a ricoprire il ruolo di parafulmine di fronte alle scelte più o meno discutibili della dirigenza. L’avvio di stagione non è quello auspicato in estate, ma le critiche sono quasi esclusivamente rivolte contro l’allenatore. A ben guardare però, più di una colpa è da attribuire anche alla coppia Baldini-Sabatini, colpevoli di non aver allestito una squadra su misura del tecnico, il cui credo tattico è noto fin dai tempi di Adamo ed Eva.

    Non è infatti colpa di Zeman se la rosa non offre due esterni d’attacco, o un registra di dinamismo e quantità come richiesto da Zeman, in grado di saper verticalizzare all’istante (alla Verratti per intenderci). Ma l’analisi può e deve essere allargata anche alle famose “regole” richieste da Zeman, quelle che sono mancate al momento dell’intervista di Stekelenburg di qualche giorno fa, durante la quale l’olandese ha sparato a zero contro lo stesso boemo. Avete mai sentito dichiarazioni del genere in seno ad una società gestita in maniera credibile e autorevole?

    In ultima analisi, sull’operato biennale di Franco Baldini alla Roma, rischia di pesare come un macigno la gestione della trattativa che avrebbe dovuto portare Stekelenburg al Fulham, con l’arrivo di Viviano nella capitale. Ha dell’assurdo che in una società importante come quella giallorossa ci si trovi a fare i conti con degli episodi così grotteschi, come quello che hanno visto protagonista nel pomeriggio di ieri il portiere olandese, prima ceduto agli inglesi e poi chiamato (invano) mentre quest’ultimo era già in aereo per avvisarlo che la trattativa fosse saltata. D’accordo, Zeman non sarà un santo, però non si può non sottolineare il caos a livello dirigenziale che regna a Roma.

  • Zeman si salva, per ora. Decisiva Roma-Cagliari

    Zeman si salva, per ora. Decisiva Roma-Cagliari

    Zdenek Zeman si salva, per ora. Il boemo avrebbe dovuto riportare la Roma fra le grandi del nostro calcio ma, per adesso, i risultati dei giallorossi sono stati molto deludenti. Prima i presunti litigi con più di un giocatore -ogni riferimento a Daniele De Rossi è puramente casuale- poi i mugugni dei tifosi. Sempre più impazientito nel perdere punti importanti, il pubblico dell’Olimpico vuole qualcosa di più del gioco improntato sul segnare più gol dell’avversario. A cosa serve fare tre gol se poi la difesa è letteralmente un colabrodo e si subiscono quattro reti? A niente.  Il tifo è comunque spaccato a metà: alcuni, la minoranza puntano il dito contro il boemo, altri ritengono i primi responsabili i giocatori stessi, rei di non impegnarsi a dovere. Dovrebbe aver iniziato a pensare qualcosa di molto simile anche la dirigenza della Roma. Questa mattina, Baldini e Sabatini hanno incontrato Zeman che, nel post partita di Bologna, si lamentava di una mancanza di regole scritte: il tecnico si riferiva a episodi come quello che ha visto coinvolto il portiere Stekelenburg, inammissibili eppure, evidentemente, possibili. Ricordiamo che il numero uno olandese si era sfogato in un’intervista non autorizzata sulla sua situazione di gregario al nuovo titolare Goicoechea. Tornando all’incontro fra Zeman e la società, cosa è emerso dal faccia a faccia durato più di un’ora?

    Zeman rimane in sella, ma può saltare già contro il Cagliari | ©Gabriele Maltinti/Getty Images
    Zeman rimane in sella, ma può saltare già contro il Cagliari | ©Gabriele Maltinti/Getty Images

    A RISCHIO – Non sono arrivate conferme riguardo la certezza della permenenza di Zeman sulla panchina della Roma. Questo vuol dire che il boemo potrebbe venire esonerato da un momento all’altro. I più maligni considerano la prossima partita contro il Cagliari, l’ultimo banco di prova per il boemo. Le alternative a Zeman al momento sono due: Alberto De Rossi o Malesani con Blanc che ha smentito l’interessamento dei giallorossi. Fondamentalmente ci sono dei pro e dei contro riguardo l’operato di Zeman in questa stagione. A tutto l’ambiente è piaciuta la nuova mentalità che l’allenatore ha trasmesso alla squadra: gioco offensivo indipendentemente dall’avversario. In più, l’idea di far esordire dei giovani a discapito di veterani, è un segno di buon auspicio: il semisconosciuto Florenzi è adesso uno dei punti fermi della Roma zemaniana. I contro sono però pronti a far crollare l’impero del boemo. La difesa è praticamente assente e certe situazioni sono imbarazzanti: basta vedere alcuni gol subiti nel corso della stagione. Alcuni giocatori si lamentano di essere poco impiegati. Se ad affermare questo è Daniele De Rossi, la cosa ha un certo effetto. Un campione così lasciato fuori? Un vero è proprio azzardo.

    FALLIMENTI – Una cosa bisogna comunque dirla: la Roma è riuscita nella titanica impresa di sbagliare due progetti consecutivi a distanza di un anno l’uno dall’altro.  L’anno scorso il prode Luis Enrique ha fatto un flop che più grosso era difficile farlo. L’intenzione di portare un gioco Barcelloneggiante a Roma è diventata da vanto a burla. Quest’anno con Zeman, discorso simile: Roma che parte con tutti i pronostici del caso ma che dopo appena un girone d’andata si ritrova nell’anonimato di metà classifica. Il fatto è che la Roma ha speso un bel po’ di soldini in due anni. L’anno scorso pochissime soddisfazioni e quest’anno al momento resta ancora aperta la possibilità di una finale di Tim Cup. Troppo poco per le aspettative che sono state create e per i soldi spesi. Ci si aspettava di più. Colpa dei giocatori poco inclini a seguire il maestro Zeman o colpa del boemo con metodi non adatti a una squadra non ancora pronta come la Roma? Altra ipotesi: e se fosse la società ad aver toppato di nuovo? Risposte che solo il tempo ci saprà dare.

  • Zeman accusa, Baldini risponde e spunta Malesani

    Zeman accusa, Baldini risponde e spunta Malesani

    Franco Baldini contro Zdenek Zeman. In casa Roma iniziano le prime vere scintille di un rapporto nato con il piede sbagliato e proseguito peggio, a causa dei pessimi risultati ottenuti dal boemo nel corso della stagione. Ottavo posto in classifica, obiettivo Champions sempre più distante ed un Catania che a suon di prestazioni importanti ha sorpassato i capitolini nell’ultima giornata. Il 3-3 del Dall’Ara non è piaciuto tanto alla dirigenza giallorossa che starebbe anche valutando la posizione del tecnico, l’esonero non è del tutto scontato con le possibili alternative Alberto De Rossi e Alberto Malesani (che guiderebbero la squadra fino al termine del campionato). Ma ciò che sta succedendo in casa Roma va oltre i risultati sportivi, infatti il recente botta e risposta tra il boemo e il direttore generale riguarda comportamenti fuori dal campo da gioco.

    Le accuse di Zeman, la risposta di Baldini. E la Roma diventa una società senza più ne testa ne coda. La squadra in campo ne risente e l’obiettivo terzo posto è sempre più difficile da raggiungere.

    Baldini-Zeman, scontro totale © Paolo Bruno/Getty Images
    Baldini-Zeman, scontro totale © Paolo Bruno/Getty Images

    Disciplina – L’accusa di Zeman, nel corso della conferenza stampa, è sulla mancanza di regole scritte all’interno dello spogliatoio giallorosso, colpa di una società che un po troppo libertina secondo il boemo. Nel mirino la recente intervista di Stekelenburg ad un giornale olandese nella quale il portiere puntava il dito sul proprio tecnico, reo di avergli preferito Goicoechea, definito dall’ex Ajax come “inutile”.

    Per Baldini, direttore generale del club capitolino, il problema non esiste, affermando che all’interno dello spogliatoio giallorosso un regolamento esiste e lanciando una frecciatina a tutto l’ambiente Roma “La disciplina non si ottiene attraverso regole scritte che per altro ci sono, ma dipende dalla credibilità che si ha verso il proprio ambiente, dagli esempi che si riescono a dare e dai comportamenti che si riescono ad ottenere“, aggiungendo di essere soddisfatto del comportamento dei propri giocatori, a parte qualche caso isolato che capita anche tra lo staff tecnico (nuova frecciatina per Zeman?).

    Lo scontro è aperto. I rapporti tra il dirigente e il tecnico ormai sono ai minimi termini. E presto potrebbe arrivare l’addio del boemo, causa esonero, con il nome di Malesani in pole come possibile traghettatore… Di male in peggio?

  • De Rossi in panchina. Zeman ostinato, Baldini lo appoggia

    De Rossi in panchina. Zeman ostinato, Baldini lo appoggia

    Nella sconfitta della Roma di Zeman contro il Catania, Daniele De Rossi è rimasto ancora una volta in panchina, lontano dalle scelte dell’allenatore boemo che “per scelta tecnica” ha ritenuto opportuno non schierarlo evidenziando ancora una volta quello che è il suo dogma tattico, che diviene ragione per lasciare colui che veniva soprannominato “Capitan Futuro” ancora una volta ai margini della Roma, senza poter dare il suo contributo in campo. Secondo Zeman, infatti, De Rossi è un incontrista e, dunque, con Florenzi e Bradley ci sarebbero stati troppi giocatori in quel ruolo,se c’è Pjanic De Rossi può giocare, ma così ho scelto Tachtsidis e penso abbia fatto una buona gara”, aggiungendo che la presenza di De Rossi in campo può andare in parallelo con quella di Pjanic, e “promettendo” che il centrocampista della Nazionale avrà l’occasione di giocare a Firenze, riferendosi all’impegno infrasettimanale in Coppa Italia.

    A chi sostiene, poi, che sia inaccettabile lasciare in panchina un patrimonio della squadra come De Rossi (che per questo guadagna più degli altri, ndr),  Zeman risponde in maniera piccata facendo leva sul fatto che per lui non fa differenza l’ingaggio dei suoi uomini e che “non ho mai guardato a quanto guadagnano i giocatori, ma a ciò che possono servire alla squadra”. Tradotto, dunque, usando semplici deduzioni logiche, Daniele De Rossi non serve alla Roma di Zeman (o perlomeno non serve quando non il tecnico non lo schiera) nonostante sia uno degli uomini più rappresentativi, e il boemo rincara ancora la dose, con una frecciatina “generica” ma che, interpretandola nel contesto del discorso specifico, sembra riferirsi ancora all’indirizzo del centrocampista precisando che “la bravura si dimostra sul campo, non in base a quanto si guadagna”.

    De Rossi ancora fuori, Baldini appoggia Zeman | ©  Dino Panato/Getty Images
    De Rossi ancora fuori, Baldini appoggia Zeman | © Dino Panato/Getty Images

    Una nuova polemica, dunque, che si aggiunge alle innumerevoli frecciatine dei mesi scorsi, che hanno sollevato grandi polveroni nell’ambiente romanista, in particolare perchè il calciatore in questione è uno dei simboli indiscussi (e indiscutibili) della squadra giallorossa. Questa volta, però, la risonanza dell’esclusione di De Rossi e delle parole al vetriolo di Zeman potrebbe essere ancor di più amplificata dall’intervento della società ed, in particolare, di Franco Baldini che ha espresso il suo punto di vista sulla questione, schierandosi al fianco dell’allenatore sminuendo la polemica sul nascere ma, di fatto, appoggiando la decisione dell’allenatore che “deve essere libero di fare le scelte che ritiene opportune, tra cui quella di usare o meno De Rossi”.

    Per non incorrere, però, in una crisi diplomatica lo stesso dg Baldini ha poi voluto sottolineare quella che è la “straordinaria importanza di De Rossi”, precisando però che “il valore economico non va messo in ballo nella disamina tecnica, e l’allenatore ha la nostra fiducia”. 

    Lo stesso Baldini, però, apre uno spiraglio sulla legittimità delle osservazioni post-sconfitta connesse all’esclusione del centrocampista, ancor di più dopo un risultato negativo che, dunque, non sembra dar ragione alle scelte del tecnico, se non altro perchè non sono state supportate dal punteggio e dalla prestazione offerta in campo: “se avessimo chiuso sul 3-0 la gara, la scelta di Zeman non sarebbe stata così sbagliata”.

    Tuttavia, il risultato finale di di 1-0 per il Catania, però, racconta un’altra storia e, dunque, probabilmente sarà necessario approfondirne meglio le cause.

  • Roma, Osvaldo è diventato un caso. Possibile una sua cessione?

    Roma, Osvaldo è diventato un caso. Possibile una sua cessione?

    La Roma ha fatto un bellissimo ritiro invernale ad Orlando dove, a contatto con i tanti giornalisti americani e non, ha esposto al mondo i suoi progetti futuri. Dalle preparazioni per il nuovo stadio di proprietà al caso Totti, sono tanti i temi affrontati durante la tournèe a stelle e strisce dei giallorossi. Tutto sembrava filare per il verso giusto fino a quando sono trapelate delle voci non troppo rassicuranti sul probabile futuro di Daniel Osvaldo. L’italo-argentino non ha infatti preso parte al ritiro per un presunto virus gastrointestinale: per questo Osvaldo sarebbe rimasto in Argentina assieme alla sua famiglia.

    MISTERO – Qualcosa però non convince la dirigenza giallorossa. Come riporta Eurosport, Osvaldo ha saltato l’intera preparazione invernale e tornerà con i compagni soltanto venerdì, cioè poco prima della trasferta che vedrà la Roma impegnata in quel di Napoli. Senza allenamento da prima della sfida col Milan, è difficile ipotizzare l’uso di Osvaldo nel match contro i partenopei. Osvaldo | © Claudio Villa / Getty ImagesCome se non bastasse, indiscrezioni provenienti da Il Messaggero, parlano di un Osvaldo non tanto convincente che, durante una chiamata telofonica a Baldini, comunica al dg giallorosso la sua indisponibilità. Ragion per cui lo stesso Baldini avrebbe preteso un certificato medico per verificare la veridicità del caso.

    PARTENZA? – Dalla capitale smentiscono qualsiasi forma di rottura fra Osvaldo e la Roma ma si sa, in certi casi, le voci da sentire sono tante e non tutte veritiere. Secondo alcune indiscrezioni, alcuni club italiani sono già sulle tracce dell’attaccante. Fra questi spicca la Fiorentina che farebbe di tutto per riportare l’italo-argentino in maglia viola. Tuttosport parla invece di un possibile scambio Quagliarella più soldi per portrare Osvaldo in maglia bianconera: il giocatore sarebbe proprio il tipo di top-player al quale è interessata la Juventus. Infine, l’ultima pista calda, è quella che vede il Milan corteggiare con interesse il complicato attaccante giallorosso. Con le partenze di Robinho e Pato ormai alle porte, i rossoneri dovranno trovare un degno sostituto da affiancare ad El Shaarawy.

  • Roma, Totti tra nuovo stadio e calciomercato

    Roma, Totti tra nuovo stadio e calciomercato

    Io parlo solo con Mario Corsi“. Questa è la frase che Francesco Totti si è lasciato sfuggire durante le preparazioni per la conferenza stampa dei giallorossi in quel di Orlando, Stati Uniti. Durante i preparativi per un collegamento con Roma Channel, canale tematico della Roma, il Capitano, come detto, ha parlato di Corsi. Chi è costui? Totti si riferisce ad un conduttore romano, suo amico, che in passato ha criticato la dirigenza americana della Roma. Ecco spiegato quindi il giustificato imbarazzo di Roma Channel al momento del collegamento. Analizziamo meglio la conferenza stampa dei protagonisti giallorossi ad Orlando, in quanto Totti, pur essendo al centro della conferenza, non è stato l’unico a parlare ai microfoni dei giornalisti.

    NUOVO STADIO – Come previsto, è stato siglato l’accordo fra il costruttore Luca Parnasi e il presidente della Roma James Pallotta, per costruire il nuovo stadio della Roma. Sicuramente i tempi non saranno brevi ma, anzi, ci vorrà tutto il tempo del caso. A questo proposito, Francesco Totti ha mostrato più di un dubbio riguardo la possibilità di vederlo all’opera nel nuovo impianto. Come riportato da Calciomercato.com, queste le parole del Capitano della Roma: “Non credo di farcela a giocare nel nuovo stadio perché il mio contratto scade nel 2014. Vedremo se riuscirò a giocarci o meno, ma sarà difficile“. Questione di contratto da rinnovare o questione di tempo perchè il ritiro è dietro l’angolo? Ancora non lo sappiamo, ma Totti, essendo un simbolo della Roma, ambisce giustamente a tastare il prato dell’ipotetico nuovo stadio della sua squadra, ma i dubbi restano tanti.

    Francesco Totti
    Francesco Totti © Paolo Bruno/Getty Images

    ELOGI – Ha parlato anche l’allenatore della Roma Zdenek Zeman e, come di consueto in questo periodo, il boemo ha voluto tessere le lodi di Totti. “E’ inutile parlare ancora di Totti, sono più di 15 anni che gioca a grandi livelli. E’ vero che ha avuto infortuni pesanti, però la sua classe è sempre uscita fuori e sono contento che quest’anno stia dimostrando di potere dare tanto non solo alla Roma, ma a tutto il calcio italiano“. Anche Franco Baldini, direttore generale dei giallorossi, ha detto la sua riguardo Totti: “Penso che Totti abbia un orgoglio sconfinato e una qualità che nessuno gli ha mai potuto discutere. Facendo leva su questo e su un allenatore che lo impiega in modo congeniale, ha tirato fuori ulteriormente il meglio di sè e di questo siamo tutti molto felici“.

    MERCATO – Mentre alcune fra le personalità più influenti della Roma hanno parlato ai microfoni di Roma Channel negli Usa, in Italia impazza il calciomercato. Sono tanti i nomi sia in entrata che in uscita che sono stati accostati ai giallorossi. Alla squadra di Zeman, piace molto il russo Dzagoev, ma l’agente del giocatore ha fatto sapere che sul suo assistito ci sarebbero altre squadre oltre la Roma. Altri nomi nel taccuino entrate sono Doria, difensore brasiliano sul quale è piombata anche la Juventus, e Nani, asso del Manchester sul quale però si è chiaramente espresso Ferguson con un “Resta a Manchester“. In uscita da segnalare i nomi di Destro e del portiere Stekelenburg, ormai entrambi rilegati a riserve. Il loro approdo? Al Milan piacciono entrambi.

  • Dietrofront Baldini “non vogliamo cedere De Rossi”

    Dietrofront Baldini “non vogliamo cedere De Rossi”

    Confusione in casa Roma. Il direttore generale dei giallorossi, Franco Baldini, dopo aver dichiarato di essere pronto a valutare tutte le offerte in arrivo per Daniele De Rossi, ha effettuato un rapido dietrofront, ammettendo di essersi lasciato andare dalla sua spontaneità, non capendo che ogni sua parola può essere considerata in vari modi. Infatti, ai microfoni di Rai Sport, l’ex braccio destro di Fabio Capello, ha dichiarato che “essendo un manager dico che devo ascoltare le proposte, ma poi ho la possibilità di dire di no come è successo in estate col City“, precisando l’intenzione di non cedere Capitan Futuro e di tenerlo alla base del progetto di rinascita della società capitolina.

    Spente così sul nascere le possibili destinazioni future per De Rossi, che viene ammirato dalle big europee. Paris Saint Germain, Manchester City, Chelsea e Real Madrid sono pronte a far vacillare il club giallorosso, offrendo cifre importanti per acquistare il centrocampista già a gennaio. Ma il giocatore, vuol davvero rimanere a Roma? Il suo amore verso la maglia giallorossa non è in dubbio, ma la freddezza della dirigenza e dei tifosi iniziano a pesare intorno alla sua persona. Vuole sentirsi importante e coccolato. Quelle di Baldini a questo punto potrebbero essere delle semplici dichiarazioni di circostanza per tenere il gruppo compatto almeno fino a gennaio, anche se difficilmente un big come De Rossi può lasciare la Roma a metà campionato.

    Franco Baldini
    Baldini annuncia l’incedibilità di De Rossi © Paolo Bruno/Getty Images

    Rimane comunque l’ottimo segnale di fiducia da parte della società, che comprende l’attaccamento alla maglia di Capitan Futuro anche se non condivide l’atteggiamento avuto in campo da De Rossi durante il Derby, nella quale il centrocampista giallorosso è stato espulso per un pugno rifilato a Mauri. Il giudice sportivo gli ha inflitto una squalifica di tre giornate e potrà tornare a calcare il prato verde per Roma-Fiorentina.

    Baldini si sofferma a parlare anche del delicato momento della Roma e della situazione del tecnico Zeman, sempre più in bilico per i media ma confermato senza riserve dal direttore generale “non c’è alcuna ultima spiaggia contro il Torino, ci sarà il riscatto e ci sarà con questo allenatore“, aggiungendo però che si sarebbe aspettato qualche punto in più in classifica. Qualche critica è stata lanciata anche alla presidenza, sempre meno presente intorno alla squadra.

  • Processo a Zeman, il derby apre la crisi

    Processo a Zeman, il derby apre la crisi

    Perdere il derby è un po’ come tradire le passioni e i desideri di centinaia di migliaia di tifosi. Questo nella Capitale lo sanno bene. La sfida tra Roma e Lazio è qualcosa di più importante, forse, dello stesso campionato. Una partita che va vinta, non giocata. E non è un caso che, dopo la sconfitta maturata domenica pomeriggio all’Olimpico, l’ambiente giallorosso sia andato in fibrillazione. Perché l’avvio di stagione non è certo quello sognato da dirigenza e tifosi, e probabilmente neanche da Zeman e calciatori. Ma le delusioni aumentano, le tensioni pure, e lo spogliatoio rischia di saltare da un momento all’altro. Compresa la panchina del boemo. Perso il derby, le chiacchiere stanno a zero.

    Ma che stamo a fa? – La filosofia zemaniana è cosa nota a tutti. Attaccare, attaccare e ancora attaccare. Poi se si subisce qualcosa non importa. L’importante è segnare sempre un gol in più rispetto all’avversario. Perché l’imperativo è divertire e divertirsi. Qualcosa, però, evidentemente in casa romanista non sta funzionando. A partire dalla gestione delle partite. Sempre troppo “allegra” – eufemismo – per accontentare i palati fini. E la classifica. Fatto sta che le rimonte clamorose la Roma le ha subite in serie quest’anno. Ultima in ordine temporale proprio quella messa in atto dalla Lazio di Petkovic. Roba da mordersi le mani. Senza considerare accorgimenti tattici da suicidio, che in serie A si pagano cari. E allora, che stamo a fa? Il trend inizia a preoccupare tutti. E nonostante le smentite (l’ultima proprio in queste ore) la panchina di Zeman traballa maledettamente. E al diavolo la serenità del progetto. La Roma ha un organico importante, gli obiettivi sono sulla carta ancora tutti raggiungibili. Ma, probabilmente, il nodo non riguarda solo la gestione tecnica.

    L'allenatore della Roma, Znedek Zeman sempre più in discussione
    Dopo la sconfitta nel derby è partito il processo a Zeman | © Giuseppe Bellini Getty Images Sport

    Spogliatoio in fermento –  Pjanic dice che quelli rivolti alla panchina dopo il gol non erano insulti. Certo, a giudicare dal tono, non saranno stati neanche nettare e ambrosia. E il pugno sferrato da De Rossi sul volto di Mauri, invece? La sensazione è che dalle parti di Trigoria non si respiri un’aria serena. Troppi i dubbi che i giocatori nutrono nei riguardi di un progetto tattico “sbarazzino”, troppe le scelte non condivise che si ammassano sul morale della squadra. E non solo. E, volendo aggiungere la ciliegina, probabilmente molti giallorossi convivono a fatica. Chissà. Per ora sono solo voci. O mezze soffiate sempre, però, smentite. Di certo, qualcosa che non va c’è. Lo si capisce da certe reazioni, da certi atteggiamenti. Il caso De Rossi sta infiammando tifosi e club di mezza Europa (ma sarà vero?), con il City in testa alla cordata di paperoni milionari. Pjanic è l’altro romanista in uscita. Non è tra i titolari per Zeman, e i rapporti sembrano ai minimi storici. Per ora si smentisce tutto: Baldini si è affrettato a togliere Capitan Futuro dal mercato.

    Fiducia a tempo – Date le premesse, è facile ipotizzare una fiducia ad orologeria per Zeman. Il boemo esorcizza l’esonero, e la dirigenza prosegue nel suo mantra collaudato. L’allenatore non è in discussione. Ma se le prossime tre gare dovessero andare male è probabile che le pressioni si facciano così forti da non lasciare scampo a Zeman. Roma è un ambiente complesso. Se vinci sei un semidio, se perdi cadi nella polvere. Il tutto con rapidità estrema. E poi, beh, poi ci sono le fastidiose voci su De Rossi. Il centrocampista giallorosso è nell’immaginario di tutti il prossimo capitano della Roma. Se viene messo in discussione, o si presenta lo spettro della cessione, il primo a pagare lo scotto è il mister. Provare per credere.

  • De Rossi resta o parte? le grandi d’Europa alla finestra

    De Rossi resta o parte? le grandi d’Europa alla finestra

    Dopo le parole dei giorni scorsi del direttore generale della Roma Franco Baldini, la posizione di Daniele De Rossi nello spogliatoio giallorosso è ancor di più sotto un’immaginaria lente di ingrandimento, per scrutarne i movimenti, le reazioni e scavare in profondità il rapporto con il tecnico Zdenek Zeman, ancor di più in una settimana tanto sentita per l’ambiente capitolino, che conduce direttamente al Derby con la Lazio. Nonostante le premesse di certo non positive con cui è iniziata la settimana, Daniele De Rossi cerca di rimanere sereno, voltando pagina rispetto alle tensioni con il tecnico boemo e cercando di non pensare a quell’esternazione del dg Baldini che, di fatto, lo ha cancellato dalla lista degli incedibili. Il periodo attuale, però, non pare essere particolarmente fortunato per lui e, dopo il problema alla caviglia che lo ha tenuto in panchina con il Palermo (che ha dato spunto a Zeman per sottolineare che il fastidio poteva essere “sopportabile”, ndr), durante l’allenamento di ieri pomeriggio a Trigoria, il centrocampista è uscito dal campo prima del termine della seduta a causa di un virus gastrointestinale, ma la sua presenza con la Lazio non pare essere in dubbio, almeno non a causa di questo problema.

    In tutta questa intricata vicenda, l’aspetto più importante da considerare, e sottolineare, è il basso profilo mantenuto dal centrocampista, che ha mostrato ancora una volta grande maturità e senso di responsabilità per non turbare l’ambiente con le proprie questioni personali, soprattutto in un momento tanto delicato ed importante: è rimasto in silenzio, ad osservare ed ascoltare con attenzione tutte le voci che lo hanno riguardato ma, a tempo debito, sarà sicuramente sua l’ultima parola anche se sarebbe stato auspicabile che un rapporto d’amore (perchè è di questo che si tratta nel caso di un giocatore che da sempre veste la stessa maglia) tanto intenso potesse avere un epilogo diverso e che un patrimonio tanto importante per il club godesse di una maggiore tutela da parte della società. I tifosi, dal canto loro, si sono espressi in maniera più che netta sulla questione esponendo uno striscione dal messaggio perentorio: “Baldini, Sabatini, Zeman: DdR non si tocca”. Ddr sta, naturalmente, per Daniele De Rossi che, in cuor suo, avrà apprezzato di certo.

    Daniele De Rossi | © Mario Carlini/Getty Images

    Dal canto suo, De Rossi non  può far altro che analizzare ciò che si muove attorno a lui, in parallelo con quanto farà la società: nello scorso mese di Febbraio aveva deciso di rinnovare con la Roma per cinque stagioni, ritenendo che “alla Roma c’è tutto quello di cui ho bisogno” ma l’uragano Zeman ha spazzato via le sue certezze, mettendolo in discussione tatticamente ma anche come professionista: è questo ciò che lo ha maggiormente ferito ed irritato ed è questo aspetto che rende quasi insanabile lo strappo, aggravato ancor di più dal fatto che la dirigenza non gli ha mostrato vicinanza, nè tantomeno chiarezza e trasparenza nel gestire la situazione.

    Le offerte per De Rossi non mancano, in particolare dalle grandi d’Europa: il Manchester City potrebbe ritornare alla carica, ed il suo procuratore Sergio Berti è stato avvistato proprio a Manchester, dove la squadra di Mancini ha affrontato l’Ajax, ed oggi potrebbe continuare la sua permanenza Oltremanica recandosi a Londra, sponda Chelsea. In alternativa, anche il Psg potrebbe compiere passi importanti in direzione De Rossi, con lo sceicco  Nasser Al Khelaifi che pare particolarmente interessato all’operazione. Baldini, dunque, potrebbe avere diverse offerte da “valutare”.

  • La Roma prova a scaricare De Rossi, Baldini “non è incedibile”

    La Roma prova a scaricare De Rossi, Baldini “non è incedibile”

    Nella Roma di Zdenek Zeman non ci sono incedibili ed, all’indomani della sua assenza dall’undici titolare nella vittoria con il Palermo, non lo è neppure Daniele De Rossi: clamoroso ma vero, e non si tratta di una semplice indiscrezione ma di una conferma che giunge dallo stesso direttore generale giallorosso Franco Baldini. Parole sibilline, che non possono essere considerate esplicite ma che, se lette fra le righe, denotano la volontà del club di non rimanere sordo alle possibili sirene del mercato di riparazione.

    In tal senso, Franco Baldini rivela che, la scorsa estate, il Manchester City di Roberto Mancini aveva avanzato un’offerta per il centrocampista, alla quale la Roma aveva deciso di “soprassedere”, precisando che, se la circostanza dovesse ripresentarsi nel mercato di Gennaio, la Roma “ascolterà le offerte e le valuterà”: in prima linea vi sarà, così, il Real Madrid di Josè Mourinho che da sempre è un grande estimatore di De Rossi ed, a seguire, il Psg e le altre grandi d’Europa, che non vorranno lasciarsi sfuggire un pezzo tanto pregiato.

    Gli scenari di mercato, dunque, potrebbero rivelare colpi di scena importanti, facendo culminare nella maniera più dolorosa (soprattutto per i tifosi romanisti, ndr) il “non idillio” – per usare un eufemismo – che contraddistingue il rapporto De Rossi-Zeman, che potrebbe privare la Roma di un pilastro dello spogliatoio e di un giocatore fondamentale che da sempre viene soprannominato “capitan futuro” proprio a significare quello che doveva essere il naturale ruolo di De Rossi nel dopo-Totti.

    Daniele De Rossi non è più incedibile | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Il rapporto fra il boemo e De Rossi non è dei migliori, ed il tecnico non perde occasione per far allargare la crepa: nonostante la vittoria contro il Palermo avrebbe potuto portare un po’ di serenità nello spogliatoio, Zeman ha voluto mantenere alta la tensione non rinunciando alle sue proverbiali battute al vetriolo. Il destinatario è stato, appunto, lo stesso Daniele De Rossi rimasto in panchina contro i rosanero: “De Rossi è rimasto a riposo perché a Parma ha avuto un problema alla caviglia, anche oggi avvertiva un po’ di dolore e non ha giocato, anche se a un po’ di dolore si può resistere”. Illazioni che, dunque, tendono a sottolineare come le condizioni di De Rossi – secondo Zeman – non erano tanto gravi dal giustificare la sua assenza, rincarando la dose con un’ulteriore frecciatina, affermando che se ieri si fosse giocato il derby De Rossi sarebbe sceso in campo, sottintendendo che è stato lo stesso giocatore a tirarsi indietro nello scendere in campo.

    Tuttavia, alla luce del fortissimo attaccamento ai colori giallorossi da parte del centrocampista, le accuse più o meno velate di Zdenek Zeman sono da ritenersi, probabilmente, come un paravento per nascondere la realtà dei fatti: il rapporto fra il boemo ed il giocatore non è nato con i migliori presupposti, con lo stesso De Rossi che in estate aveva dichiarato apertamente di preferire Vincenzo Montella sulla panchina della Roma, ma si è deteriorato ulteriormente in questi mesi ed il tecnico teme che la figura di un uomo carismatico come De Rossi nello spogliatoio possa destabilizzare il suo rapporto con la squadra.

    Nel calcio, però, gli allenatori vanno, i giocatori – soprattutto quelli che rappresentano un patrimonio tecnico e di valori – dovrebbero essere maggiormente tutelati, ponderando bene le scelte di mercato e la possibilità di lasciarli partire a cuor leggero.