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  • Francesco Totti scrive lettera d’amore per Roma

    Francesco Totti scrive lettera d’amore per Roma

    Potrà mai un tifoso romanista dire di non essere orgoglioso di Francesco Totti? Il Capitano giallorosso se lo augura nella lunga e commovente lettera pubblicata oggi dal portale americano theplayerstribune.com: “Spero di avervi reso orgogliosi” – scrive Totti – “Non solo i romani, ma tutto il calcio italiano” – aggiungiamo noi.

    Una lunga lettera d’amore per i colori giallorossi, per la sua città, i suoi tifosi, una lettera che anticipa la fine della sua avventura calcistica con la chiusura del campionato 2016/2017.

    Per Roma – Francesco Totti

    Ventisette anni fa vennero a bussare alla porta del nostro appartamento a Roma. Mia madre, Fiorella, aprì la porta. Quelli dall’altra parte della porta avrebbero definito la mia carriera calcistica. Quando lei aprì la porta, un gruppo di persone si presentò come dirigenti di calcio. Ma non venivano da Roma, vestivano rosso e nero. Venivano dal Milan. E volevano che giocassi nella loro squadra. Ad ogni costo. Mia madre lasciò perdere. Cosa pensate che abbia detto a quei signori?
    Quando sei un bambino a Roma, hai solo due scelte: o rosso, o blu. Roma o Lazio. Ma nella nostra famiglia, di scelta ce n’era una sola. Sfortunatamente non ho conosciuto mio nonno perché morì quando ero piccolo. Ma mi lasciò un grande regalo. Per mia fortuna, mio nonno Gianluca era tifosissimo della Roma, e ha trasmesso quell’amore a mio padre, che lo ha trasmesso a mio fratello e a me. Il nostro amore per la Roma era qualcosa che ci portavamo dietro. La Roma era più di una squadra. Era parte della nostra famiglia, del nostro sangue, delle nostre anime.
    Non abbiamo visto molte partite in TV perché anche negli anni 80 non ne facevano vedere molte. Ma quando avevo sette anni, mio padre prese i biglietti e finalmente andai a vedere i Lupi allo Stadio Olimpico. Posso chiudere gli occhi e ricordare quella sensazione. I colori, i cori, i fumogeni. Ero un bambino così vivace che già solo stare allo stadio insieme agli altri tifosi della Roma mi accese qualcosa. Non so bene come descrivere quell’esperienza.
    Bellissimo.
    È l’unica parola.

    Totti
    Dalle nostre parti, a San Giovanni, non penso che qualcuno mi abbia mai visto senza un pallone in mano o al piede. Sulle strade, tra le chiese, nei vicoli, giocavamo a calcio dappertutto. Anche quando ero giovane, quello per il calcio era più di un semplice amore. Avevo già l’ambizione di farne la mia carriera. Cominciai a giocare per alcune squadre giovanili. Sulle pareti di camera mia avevo poster e ritagli di giornale di Giannini, il capitano della Roma. Era un’icona, un simbolo. Era un figlio di Roma, proprio come noi.
    E quando avevo 13 anni, qualcuno venne a bussare alla nostra porta.
    Gli uomini del Milan mi chiesero di unirmi a loro. L’ opportunità di fare parte di un grande club italiano. Cosa avrei scelto?
    Beh, la decisione non la presi io, ovviamente.
    Il capo era mia madre. Lo è ancora. Ed è piuttosto attaccata ai suoi figli, diciamo. Come tutte le mamme italiane, era un pochino iperprotettiva. Non voleva che lasciassi casa per timore che potesse succedermi qualcosa.
    “No, no”, disse ai dirigenti. Era tutto quello che aveva da dire. “Mi dispiace, no, no”. Quella fu la fine. Il capo disse di no al mio primo trasferimento.

    Mio padre portava me e mio fratello alle nostre partite del week-end. Ma dal lunedì al venerdì, comandava lei. Fu difficile dire no al Milan. Avrebbe significato molti soldi per la nostra famiglia. Ma mia madre mi insegnò una lezione quel giorno. Che la casa è la cosa più importante nella vita. Poche settimane dopo, dopo avermi osservato in un match giovanile, la Roma mi fece un’offerta. Avrei indossato il giallo e il rosso.
    Mamma lo sapeva. Mi ha aiutato nella mia carriera in molti modi. Si, era protettiva – lo è ancora– ma ha fatto molti sacrifici perchè io potessi scendere in campo tutti i giorni. So che quei primi anni furono difficili per lei. Era mia madre che mi portava agli allenamenti. Mi aspettava fuori dal campo, lo avrebbe fatto per due, tre, anche quattro ore. Sotto la pioggia, al freddo, a lei non importava.
    Aspettava, così che io potessi vivere il mio sogno.
    Non sapevo che avrei debuttato con la Roma all’Olimpico fino a 90 minuti prima della partita. Mi sedetti sul bus dal nostro centro di allenamento al campo e la mia eccitazione salì. La calma che avevo dall’aver dormito la sera prima sparì. I tifosi della Roma sono molto diversi da tutti gli altri. Si aspettano molto da te, quando indossi la maglia della Roma. Devi dimostrare il tuo valore e non hai spazio per commettere degli errori.
    Quando entrai in campo per la prima partita ero sopraffatto dall’orgoglio di giocare per la mia casa. Per mio nonno. Per la mia famiglia.
    Per 25 anni la pressione – il privilegio – non è mai cambiata.
    Ovviamente, abbiamo commesso degli errori. E c’è stato un momento, 12 anni fa, in cui pensai di andare al Real Madrid. Quando una squadra di successo, forse la più forte al mondo, ti chiede di andare, pensi a pensare a come potrebbe cambiare la tua vita. Parlai col presidente e fu quello a fare la differenza. Ma alla fine, parlai con la mia famiglia che mi ricordò come vanno le cose nella vita.
    Casa è tutto.

    Francesco Totti esulta così per la sua doppietta | Foto Twitter
    Francesco Totti esulta così per la sua doppietta | Foto Twitter

    Per 39 anni, Roma è stata casa mia. Per 25 anni come calciatore, Roma è stata casa mia. Vincendo lo scudetto, giocando in Champions League, spero di aver rappresentato e portato i colori di Roma più in alto possibile. Spero di avervi reso orgogliosi.
    Potreste dire che sono un uomo abitudinario. Non ho neanche lasciato la casa dei miei genitori finché non mi sono messo con mia moglie, Ilary. Quando guardo indietro nel tempo e penso a quello che mi mancherà, so che che quella sarà la routine, la vita di tutti i giorni. Le ore spese ad allenarsi, le chiacchierate nello spogliatoio. Penso che quello che mi mancherà di più sarà condividere un caffè con i miei compagni ogni giorno. Forse, se tornerò come dirigente un giorno, quei momenti ci saranno ancora.
    La gente mi chiede: perché passare tutta la tua vita alla Roma?
    Roma è la mia famiglia, i miei amici, le persone che amo. Roma è il mare, le montagne, i monumenti. Roma, ovviamente, sono i romani.
    Roma è il giallo e il rosso.
    Roma, per me, è il mondo.
    Questo club, questa città, sono state la mia vita.
    Sempre.”

  • Harakiri Roma, il Porto vola ai gironi di Champions

    Harakiri Roma, il Porto vola ai gironi di Champions

    Niente da fare, anche quest’anno l’Italia non riesce a portare tre squadre ai gironi di Champions League, la Roma infatti è crollata sul proprio campo, subendo uno 0-3 che ha lanciato il Porto alla fase successiva della massima competizione per club europea e relegando la Roma a disputare l’Europa League. 

    Quello degli uomini di Luciano Spalletti è stato un vero e proprio suicidio sportivo, partiti con il vantaggio dell’uno ad uno ottenuto in Portogallo nella gara d’andata, i giallorossi, andati sotto nei primi minuti, per il gol di Felipe abile a sfruttare la distrazione della difesa di casa su un calcio piazzato, hanno tentato una reazione con Dzeko e Salah però non precisi e sono poi crollati anche sul piano dei nervi con Daniele De Rossi ed Emerson Palmieri che si sono fatti espellere con il rosso diretto, il primo al 40° ed il secondo al 50°, per due brutti interventi.

    Una volta rimasta in nove la Roma ha provato a fare qualcosa, specialmente il belga Nainggolan che ha dimostrato di non arrendersi mai, con Perotti ha anche sfiorato il possibile 1-1 ma i portoghesi non si sono fatti spaventare ed hanno colpito in contropiede al 73° con Layun che ha depositato in rete il pallone dello 0-2 anche sfruttando un’uscita totalmente sbagliata del portiere Szczesny. Subito il colpo, i giallorossi non hanno avuto nemmeno il tempo di abbozzare una minima reazione e sono stati costretti ad alzare bandiera bianca quando Corona si è liberato di Manolas ed ha battuto il portiere polacco per il definitivo 0-3.

    In 90 minuti in sostanza si è andata a bruciare tutta la faticosa rincorsa compiuta dalla Roma nella scorsa stagione dall’arrivo di Spalletti in poi.

    Il destino dell’Italia si ripete per l’ennesima volta, i preliminari di Champions League si rivelano fatali e nell’urna di Nyon, come purtroppo già accaduto, ci saranno solo due palline con i nomi di squadre italiane ovvero la Juventus ed il Napoli.

     

    ROMA – PORTO 0-3 (8° Felipe, 73° Layun, 76° Corona)

    ROMA (4-3-2-1): Szczesny; Peres, Manolas, De Rossi, Juan Jesus; Nainggolan, Strootman, Paredes (42° Emerson Palmieri); Salah, Perotti (86° Gerson); Dzeko (59° Iturbe).

    Allenatore: Spalletti

    PORTO (4-4-2): Casillas; M. Pereira (45°+3 Layun), Felipe, Marcano, Telles; Danilo, André Andrè, H. Herrera, Otávio (57° Sergio Olivera); Corona; A. Silva.

    Allenatore: Espirito Santo

    Arbitro: Marciniak.

    Ammoniti: Herrera (P), Otavio (P), Sergio Olivera (P), Andre Silva (P), Gerson (R)

    Espulsi: De Rossi (R), Palmieri (R).

  • Standing ovation Totti: il Bernabeu omaggia i grandi campioni

    Standing ovation Totti: il Bernabeu omaggia i grandi campioni

    Real Madrid-Roma di ieri non è stata solo una fase importante per le qualificazioni alla più prestigiosa delle competizioni calcistiche europee, è stata molto di più, è stata, ancora una volta, la dimostrazione di come i campioni del calcio made in Italy abbiano nel tempo conquistato i campi di tutta Europa e, negli ultimi tempi, anche quelli oltre oceano. Succede che al 74′ dell’ottavo di finale tra Real Madrid e Roma, Spalletti richiama in panchina El Shaarawy per regalare poco più di 15 minuti di gioco a Francesco Totti. Il Bernabeu si scalda quando il capitano giallorosso si leva la tuta e si appresta ad entrare: è standing ovation per Totti, è una grande emozione per una delle ultime leggende in attività del calcio italiano.

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    A fine gara Francesco Totti si dirà infinitamente emozionato:
    “Mi hanno emozionato. Vuol dire che al calcio ho dato tanto. Sono stati ringraziamenti da parte di uno stadio strepitoso. Il Bernabeu sarà l’unico rimpianto della mia carriera”.

    Il Santiago Bernabeu è un grande esempio di sportività per gli avversari e di riconoscenza verso i grandi campioni anche se qualche minuto prima del goal che ha sbloccato la partita, aveva rumorosamente fischiato il proprio campione, un certo Cristiano Ronaldo!

    Eppure la standing ovation al Bernabeu ad un campione italiano non è nuova, già nel 2008 infatti i tifosi dei blancos avevano riservato lo stesso trattamento di Totti ad un altro grande campione: Alessandro Del Piero. In quella occasione il capitano juventino aveva anche punito le merengues con una doppietta che aveva regalato ai bianconeri la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League, alla sua uscita dal campo (al 92′) pubblico in piedi e inchino di ringraziamento per Pinturicchio.

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    Nel 2013 tocca ad Andrea Pirlo ricevere un’emozione forte dal Bernabeu. In quell’occasione la Juventus uscì sconfitta dal tempio del calcio ed il pubblico non esitò a tributare una standing ovation come attestato di stima verso il campione.

  • Roma-Juve, con Dybala e senza Totti

    Roma-Juve, con Dybala e senza Totti

    Diciamolo subito, Roma-Juve in calendario arriva troppo presto, nessuna delle due squadre è ancora al top della messa a punto. I padroni di casa stanno cercando affannosamente di inserire sul piano del gioco le caratteristiche e le potenzialità di Dzeko che a Verona è apparso ancora troppo un corpo estraneo. Inoltre a centrocampo nonostante ci siano dei palleggiatori capaci di far ammattire chiunque c’è ancora troppa fragilità nelle coperture.

    Va da sé che quindi Garcia deve far lavorare di più sul piano offensivo la squadra sulle fasce, mentre in copertura il sincronismo del centrocampo si deve trovare in fretta per non subire imbarcate.

    Paulo Dybala oggi titolare | Foto Twitter
    Paulo Dybala oggi titolare | Foto Twitter

    La Juventus di Allegri è partita senza pedine importanti come Khedira e Marchisio, anche se il primo in pratica ha lavorato pochissimo con i compagni, e nel primo match casalingo contro l’Udinese si sono sentite le mancanze di un cervello a centrocampo e di una certa cattiveria nello stesso reparto. Davanti la Vecchia Signora è sembrata inconsistente con Mandzukic sempre mal assistito. Viene logico pensare che quindi a Roma Allegri operi qualche variante.

    Per la Roma sono sempre out i soliti Strootman e Rudiger, mentre nella Juventus oltre a Khedira e Marchisio è indisponibile anche il cronico Asamoah. In nessuna delle due formazioni ci sono squalificati.

    A livello statistico se erano 31 anni che la Juventus non perdeva la prima di campionato non è mai successo che i bianconeri perdessero addirittura entrambe le prime due giornate di Serie A. La Roma si trova di fronte la squadra che l’ha battuta più volte nella massima serie, nelle ultime 12 giornate di Serie A i giallorossi hanno sempre segnato ed è un record per il campionato di contro però nelle ultime cinque giornate disputate hanno sempre incassato un gol ma con alla guida il tecnico francese non sono mai andati oltre. Insomma per la Roma c’è molto in palio, sfatare un tabù e abbattere il record della Juventus che non ha mai perso le prime due gare di campionato nella sua storia, senza contare che in caso di successo per i giallorossi i punti di distacco dalla Juve diventerebbero già quattro.

    ROMA-JUVENTUS LE PROBABILI FORMAZIONI:

    Roma (4-3-3): Szczesny; Maicon, Castan, Manolas, Torosidis; Pjanic, de Rossi, Naiggolan; Florenzi, Dzeko, Salah.

    All.: Rudi Garcia.

    Juventus (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Sturaro, Padoin, Pogba, Evra; Mandzukic, Dybala.

    All.: Massimiliano Allegri.

    Arbitro: Nicola Rizzoli.

  • Destro gol dell’ex, il Milan batte la Roma

    Destro gol dell’ex, il Milan batte la Roma

    Un buon Milan, decisamente motivato, s’impone a San Siro per 2-1 contro la Roma, tornando al successo dopo 3 ko consecutivi.

    Uno dei protagonisti del successo rossonero è stato certamente Mattia Destro, in prestito proprio dalla Roma, autore del gol del momentaneo 2-0 su assist di un Honda che sembra tornato quello pimpante d’inizio stagione. L’altra rete rossonera, quella che ha aperto la gara, l’ha siglata Van Ginkel, al suo primo gol in Serie A, sempre su assist del giapponese.

    Il gol di Destro | Foto Twitter
    Il gol di Destro | Foto Twitter

    La Roma, troppo brutta per quasi 70 minuti, ha avuto un sussulto d’0rgoglio, ha riaperto la gara con un rigore procurato dal neoentrato Iturbe e trasformato dall’altro innesto entrato in campo nella ripresa, Totti. Troppo poco, la sconfitta rischia di complicare la corsa al secondo posto del Milan, domani la Lazio contro l’Inter potrebbe effettuare il controsorpasso.

    Veniamo al racconto della gara.

    Inzaghi, recuperati Abate e Antonelli, conferma la formazione prevista alla vigilia, Paletta si guadagna il posto a fianco di Alex mentre in avanti confermato il trio Bonaventura-Destro-Honda.

    Garcia conferma totalmente in blocco l’undici visto nelle ultime due vittoriose gare di campionato dando fiducia a Doumbia che in settimana non è stato al 100% dal punto di vista fisico.

    Si parte ed è la Roma a  rendersi insidiosa con un buon pressing e buone ripartenze. La prima vera occasione però è del Milan con una bella conclusione di Honda al 13° salvata in corner da De Sanctis. I giallorossi reagiscono e colpiscono il palo con il colpo di testa di Manolas al 17°. Alla mezz’ora Garcia è costretto ad un cambio, Gervinho accusa un problema muscolare e lascia il campo a Ljajic. Al 36° De Sanctis è strepitoso respingendo un colpo di testa ravvicinato di Bonaventura. Al 40° i rossoneri passano, Honda si lancia in profondità, attende l’arrivo di Van Ginkel e gli serve una palla da spingere in gol. Il primo tempo si chiude sul 1-0 per il Milan.

    Si riparte senza cambi con un Milan più ordinato, più preciso mentre la Roma pare la stessa del primo tempo, con poche idee, unica occasione nei primi dieci minuti è un tiro al volo di Florenzi finito sul fondo. Al 59° i rossoneri raddoppiano, Honda pennella un cross per Destro che di prepotenza colpisce di testa da due passi. Garcia inserisce Iturbe per un Ibarbo pessimo, ma c’è un Honda scatenato che riparte e mette la palla su cui Poli non arriva per un  soffio, c’è però Bonaventura che da due passi spreca. La Roma sembra in difficoltà ma Iturbe al 73° si procura un calcio di rigore che Totti, se pur con qualche brivido perchè Diego Lopez sfiora, trasforma. Il gol risveglia i giallorossi che vanno vicini al gol del pari con Iturbe al 81°, salva Diego Lopez. La Roma ci prova ma senza creare pericoli, finisce così sul 2-1 per il Milan che torna al successo e rischia di complicare il finale di stagione degli uomini di Garcia.

     

    MILAN – ROMA 2-1 (40° Van Ginkel (M), 59° Destro (M), 73° rig.Totti (R))

    Milan (4-3-2-1): Diego Lopez; Abate, Alex (85° Mexes), Paletta, Antonelli (66° Bocchetti); Poli, De Jong, Van Ginkel; Honda, Bonaventura; Destro (74° Pazzini).

    Allenatore: Inzaghi.

    Roma (4-3-3): De Sanctis; Florenzi, Manolas, Astori, Torosidis; Nainggolan, De Rossi, Pjanic (70° Totti); Ibarbo (59° Iturbe), Doumbia, Gervinho (30° Ljajic).

    Allenatore: Garcia.

    Arbitro: Tagliavento.

    Ammoniti: Torosidis (R), Florenzi (R), Pjanic (R), Destro (M), Abate (M), Mexes (M)

  • Serie A, il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto

    Serie A, il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto

    Siamo alla fase cruciale della stagione in Serie A, siamo all’ultimo step che pare anticipato rispetto alle previsioni di quest’estate. Tuttavia gli ultimi 20 minuti di Roma-Juventus hanno detto poche cose ma in modo netto e conciso. La Juventus è la squadra più forte in questo momento e i punti di vantaggio sulla Roma sono veritieri, ma il vantaggio costruito da madama è molto probabilmente figlio di una gestione diversa e più condizionata, da parte di Rudi Garcia sui suoi uomini.

    Gli ultimi venti minuti del match di ieri sera hanno fatto capire anche al più nostalgico tifoso giallorosso che, se vuoi competere con una squadra quadrata e impenetrabile, dal punto di vista del rendimento, come la Juventus devi attingere da tutte le tue forze senza guardare nomi o cognomi di chi hai in rosa. Non è un caso infatti che il miglior calcio espresso dalla Roma nel finale di partita sia avvenuto dopo i cambi di Francesco Totti e Daniele De Rossi.

    Francesco Totti e Daniele De Rossi in panchina | Foto Twitter
    Francesco Totti e Daniele De Rossi in panchina | Foto Twitter

    Nessuno discute la classe e l’immensa portata caratteriale che ha la presenza del capitano giallorosso in campo, tuttavia se la condizione ballerina di Totti non è al top in una sfida così importante forse è meglio far giocare chi tecnicamente è più debole ma può portare maggiore dinamismo. La stessa cosa vale per De Rossi, in 20 minuti ha fatto due entrate sulle gambe degli avversari che, se fosse stato un match di coppa europea, sarebbero stati sanzionati con due gialli e la conseguente espulsione, segno di una esagerata foga agonistica e di poca tranquillità nell’affrontare l’avversario. Oltre a questo i giocatori giallorossi, tutti, dovevano fare la partita della vita per riaprire il campionato a cominciare proprio dai due calciatori simbolo ed invece la riscossa è avvenuta da chi è partito dalla panchine e la rete che ha riaperto il match è arrivata dal giocatore più saggio e che per tutti i novanta minuti è apparso più tranquillo, al pari proprio dell’avversario.

    La lite tra il primo ed il secondo tempo tra Holebas e De Sanctis poi, aumenta la sensazione che per la Roma era la partita della vita nella testa dei giocatori, ma che non sono riusciti a trasformare quanto avevano in testa sul terreno di gioco, segno di grande inferiorità nei confronti di chi ormai da tre anni è regina indiscussa della Serie A e che pur cambiando tecnico e modulo di gioco (non ieri sera) ha una capacità mentale di mangiarsi l’avversario, chiunque esso sia, mostruosa almeno in Italia.

    Il bicchiere è mezzo pieno per i giallorossi perché in quei venti minuti finali hanno l’esempio di quello che devono fare nelle prossime partite, correre, aggredire, segnare, vincere riposarsi e poi ricominciare. Ma è una cosa che si può fare solo se hai fiducia dei tuoi mezzi e se usi le energie di tutti senza badare ai cognomi di chi hai in rosa, in questo Garcia la scorsa stagione era stato bravissimo, in questa sembra diventato succube delle scelte. Ad inizio stagione guardando qualitativamente le due rose tutti eravamo d’accordo nel dire che la Roma aveva raggiunto la Juventus, poi però una ha sfruttato tutti i suoi uomini compresi quelli che sembravano perduti per sempre (Pepe) l’altra no.

    Per la Roma il bicchiere è mezzo vuoto perché nello scontro diretto in casa ha perso l’occasione di togliere punti alla Juventus e staccare il Napoli, due piccioni con una fava, inoltre ha dato un altro punto di vantaggio ai bianconeri. Perché se il campionato di Serie A finisse a pari punti gli scontri diretti diventerebbero determinanti, quindi oggi la Roma deve finire la stagione con un punto in più della Juventus quindi da 9 punti siamo passati a 10.

    La Juventus vede il bicchiere mezzo pieno perché ha tenuto a bada la lupa che abbaiava famelica nel suo terreno di caccia e ne esce come detto con un altro piccolo margine di vantaggio. L’aver giocato la partita di ieri, in casa della Roma, senza Pogba e Pirlo essere andata in vantaggio per prima e aver rischiato di chiudere definitivamente il discorso è un’iniezione incredibile di autostima.

    Al tempo stesso resta anomalo per la Signora vedere il bicchiere mezzo vuoto, dopo tre anni di successi e di consapevolezze, ma la verità è che a questa squadra manca il killer instinct fatale, quello che dopo la rete di Tevez avrebbe fatto scattare la molla e avrebbe definitivamente ucciso il campionato di Serie A. In Italia potrebbe essere un piccolo problema ma in Europa questo fattore potrebbe essere determinante a cominciare dal ritorno di Champions League a Dortmund, perché la Juventus a Torino aveva avuto le occasioni per chiudere il discorso qualificazione anticipatamente e non lo ha fatto. Il dato positivo su cui deve lavorare Allegri è che se la Juventus gioca in modo tranquillo e con la testa sgombra in casa della Roma può fare altrettanto in casa dei tedeschi e allora di conseguenza il killer instinct può arrivare quando meno te lo aspetti e potrebbe ulteriormente trasformare questa squadra.

  • Statistiche Fantacalcio, Top, Flop dopo la 18° giornata di Serie A 2014/15

    Statistiche Fantacalcio, Top, Flop dopo la 18° giornata di Serie A 2014/15

    La 18° giornata di Serie A, che si è disputata nei due classici giorni sabato e domenica, ha presentato ottimi risultati per i fantallenatori, ci sono state  solo 2 marcature multiple, un netto incremento delle reti segnate, mentre gli assist sono leggermente calati rispetto a quelli dello scorso turno.

    Veniamo quindi al riepilogo di questo turno attraverso le Statistiche Fantacalcio.

    In questo turno sono stati segnati 33 Gol: Zappacosta, Donsah, Joao Pedro, Brienza, Lazarevic, Basanta, Cuadrado, Joaquin, Pasqual, Izzo, Icardi, Palacio, Vidic, Caceres, Pogba, Vidal, Felipe Anderson, Mauri, Menez, Britos, Belotti, Quaison (2), Lodi, Totti (2), Eder, Zaza, Glik, Thereau, Sala, Toni, Valoti.

    Gli Assist forniti ed assegnati da ”La Gazzetta dello Sport” sono stati 15: Joao Pedro, Carbonero, Pasqual, Hernanes, Pirlo, Felipe Anderson, Mertens, Belotti, Holebas, Strootman, Vrsaljko, Bruno Peres, Allan, Nico Lopez, Valoti.

    In questa giornata non si segnalano autoreti, ma c’è un errore dal dischetto, Leali ha infatti respinto il calcio di rigore di Joao Pedro in Cagliari-Cesena, l’attaccante rossoblu ha poi ribadito in rete la ribattuta del portiere del Cesena.

    Gli espulsi sono stati 2: nell’anticipo del sabato Torino-Milan ha subito il cartellino rosso il difensore rossonero De Sciglio mentre domenica in Atalanta-Chievo ha lasciato il campo in anticipo il difensore nerazzurro Bellini.

    Il Selfie di Francesco Totti | Foto Twitter
    Il Selfie di Francesco Totti | Foto Twitter

    Il punteggio più alto del turno se lo sono giocato i 2 “Doppiettisti” di giornata, Francesco Totti e Robin Quaison. Il centrocampista rosanero ha trovato la sua prima doppietta in Serie A ed ha portato a casa un ottimo 7.5 in pagella. L’eterno attaccante giallorosso oltre alla doppietta che ha permesso alla Roma di rimontare il doppio svantaggio nel derby, ha ottenuto un 8 in pagella che gli ha permesso di totalizzare 14 punti, mezzo in più rispetto a Quaison. E’ quindi Totti il calciatore che ha realizzato il punteggio più alto della 18° giornata.

     

     

    Questa la Top 11, schierata in campo con un 4-3-3, dei migliori punteggi di questo 18° turno di Serie A (voti e bonus / malus presi da “La Gazzetta dello Sport“):

    Leali 7; Pasqual 11.5, Vidic 10.5, Zappacosta 10, Caceres 9.5; Quaison 13.5, Felipe Anderson 11.5, Valoti 11; Totti 14, Belotti 11, Eder 10

     

    Questa la Flop 11, schierata in campo con un 4-3-3, dei peggiori punteggi di questo 18° turno di Serie A (voti e bonus / malus presi da “La Gazzetta dello Sport“):

    Sorrentino; De Sciglio 3, Alonso 4.5, Feddal 4.5, Maicon 4.5; De Guzman 4.5, Muntari 4.5, Nainggolan 4.5; Valzania 4.5, Matri 5, Meggiorini 5

     

    Ecco le Statistiche Fantacalcio aggiornate dei 3 migliori calciatori ruolo per ruolo, con almeno 5 partite giocate, per Fantamedia, dopo la 18° giornata di Serie A:

    PORTIERI: Buffon (Juventus) 6.09; Bizzarri (Chievo) 5.83; Perin (Genoa) 5.74

    DIFENSORI: Glik (Torino) 7.07; Izzo (Genoa) 7.00; Caceres (Juventus) 6.90

    CENTROCAMPISTI: Mauri (Lazio) 7.96; Felipe Anderson (Lazio) 7.75; Vidal (Juventus) 7.58

    ATTACCANTI: Tevez (Juventus) 8.71; Dybala (Palermo) 8.41; Gabbiadini (Sampdoria) 8.00

     

    CLASSIFICA ASSIST

    1- Candreva (Lazio) 7 assist.

    2- Valdifiori (Empoli), Dybala (Palermo), Felipe Anderson (Lazio) 5 assist.

    5- Berardi (Sassuolo), Guarin (Inter)Higuain (Napoli), Maccarone (Empoli), Totti(Roma) 4 assist.

  • Derby Roma: la Lazio butta la vittoria, è Super Totti

    Derby Roma: la Lazio butta la vittoria, è Super Totti

    Derby dai due volti quello che si è visto a Roma nella diciottesima giornata di Serie A e attendendo la partitissima di questa sera Napoli-Juventus. La Lazio butta la vittoria costruita nel primo tempo ma nella ripresa è Super Totti che con una doppietta rimette le cose in pari e in ogni caso prende, per ora, un punto sulla Juventus.

    Partiamo spiegando l’effetto spettacolare e magico della partita, caratterizzato da due belle squadre costruite con un unico scopo, quello di vincere la stracittadina, e trascinate da un pubblico fantastico. La Roma inizia con il solito piglio, aggressiva e determinata la Lazio nonostante subisca inizialmente la manovra giallorossa è viva e combattiva, infatti la prima occasione è sua.

    Francesco Totti esulta così per la sua doppietta | Foto Twitter
    Francesco Totti esulta così per la sua doppietta | Foto Twitter

    Errore di Astori, palla ad Anderson che serve Candreva in buona posizione ma il suo tiro finisce fuori. E’ il preludio al vantaggio perché al 25° Astori replica facendo un movimento per contrastare Anderson che ha la palla al limite e lascia libero un corridoio dove s’inserisce Mauri ben servito dal centrocampista laziale e fa 1-0. La Roma perde un po’ di convinzione e i biancocelesti ne approfittano, è sempre Anderson che vede spazio davanti a se e tira in porta realizzando il raddoppio, e siamo solo al 29°. Però nel primo tempo non accade più nulla, la Lazio si ferma e la Roma stordita chiude la frazione sotto di due gol, un colpo che avrebbe abbattuto un toro.

    Nella ripresa però Garcia risveglia la squadra e cambia modulo in corsa, innesti di Ljajic e Strootman al posto di Florenzi e Nainggolan, cambi che peseranno molto nel prosieguo della partita. Proprio Strootman serve Totti che è tenuto in gioco dal ritardo di Radu e mette alle spalle di Marchetti accorciando le distanze dopo solo 3 minuti di inizio ripresa. Si capisce subito che è un’altra Roma e Iturbe da fuori area prova ad impensierire Marchetti che risponde attento. Al 59° la Lazio potrebbe chiudere la partita ma su un bel cross di Basta Mauri colpisce il palo e vanifica l’occasione.

    Al 64° arriva il pareggio giallorosso, su un traversone di Holebas dalla sinistra Francesco Totti in acrobazia al volo realizza la rete del 2-2 entrando nella storia del derby capitolino, nessuno come lui ha messo il sigillo tante volte nella stracittadina, sono undici gol segnati nei derby.

    La Lazio sembra stanca e demoralizzata, ma non molla perché l’ultimo sussulto è suo. Maicon commette un errore in appoggio e spiana la strada al contropiede biancoceleste, Candreva pesca Klose che si gira tirando in porta ma De Sanctis risponde d’istinto tenendo il 2-2 finale.

    ROMA-LAZIO 2-2 (0-2) – 25° Mauri (L), 35° Anderson (L), 48° e 64° Totti (R)

    Roma (4-3-3): De Sanctis 6,5; Maicon 5, Manolas 6, Astori 5, Holebas 6,5; Pjanic 6,5, De Rossi 5,5, Nainggolan 5 (dal 45° Strootman 6,5); Florenzi 5 (dal 45° Ljajic 5), Totti 8, Iturbe 6,5 (dal 81° Destro S.V.).

    All.: Rudi Garcia 7

    Lazio (4-3-3): Marchetti 6; Basta 6,5, De Vrij 6,5 (dal 76° Cavanda 6), Cana 5,5, Radu 5; Parolo 6, Biglia 6, Mauri 7; Candreva 5,5, Djordjevic 5 (dal 65° Klose 5,5), Anderson 7,5 (dal 65° Onazi 5,5).

    All.: Stefano Pioli 6,5

    Arbitro: Orsato 6

    Ammoniti: Anderson (L), Cana (L), Iturbe (R), Mauri (L), Nainggolan (R), Marchetti (L), Pjanjic (R), De Rossi (R). Espulsi:

  • Totti non basta, doccia gelata al 93° per la Roma

    Totti non basta, doccia gelata al 93° per la Roma

    Una beffa, una vera propria doccia gelata giunta all’ultimissimo secondo, costringe la Roma a tornare a casa da Mosca con un pareggio per 1-1.

    Una qualificazione che dopo il gol di Francesco Totti sembrava essere praticamente in tasca e che invece, qualsiasi sia il risultato di questa sera tra Manchester City e Bayern Monaco, costringerà i giallorossi a sconfiggere i Citizens tra 15 giorni all’Olimpico per garantirsi la matematica certezza di approdare gli ottavi, senza dover attendere news da Monaco. 

    Una Roma che nel primo tempo ha cercato di abbassare i ritmi e che ha colpito con la violenta punizione del capitano a due minuti dal termine ma che poi nella ripresa ha arretrato troppo il baricentro, permettendo al Cska di schiacciarla e non concretizzando due ghiotte occasioni con Ljajic e Nainggolan prima di subire la beffa del tiro cross di Berezutskiy ad una manciata di secondi dalla conclusione del terzo ed ultimo minuto di recupero.

    Veniamo al racconto della gara.

    Come si percepiva dalle previsioni Garcia sceglie Florenzi come terzino destro, lascia in panchina Pjanic per giocare con Nainggolan-De Rossi- Keita in mediana. Nel tridente d’attacco insieme a Totti e Gervinho trova spazio Ljajic che supera in gerarchia Iturbe.

    Slutski opta per il 4-2-3-1 con Doumbia di punta ma preferisce far partire dal primo minuto Cauna con Tosic e Milanov che partono dalla panchina.

    La punizione vincente di Francesco Totti
    La punizione vincente di Francesco Totti

    La partita inizialmente sembra farla la Roma, i russi però nel primo quarto d’ora provano a rendersi pericolosi con un paio d’insidiose ripartenze e con un’azione nata da un errato rinvio di De Sanctis, la difesa giallorossa si salva. La Roma prova ad addormentare il gioco con il possesso palla, è il Cska ad essere più propositivo, nei primi 25 minuti tra gli uomini di Garcia, si segnala una sola accelerazione di Gervinho. Al 36° Florenzi, che nel ruolo di terzino destro se la cava molto bene, si inserisce in area e calcia, senza però trovare la porta. Brivido, non solo per il freddo, al 39° con Doumbia che si presenta davanti a De Sanctis ma il portiere chiude bene lo specchio e salva. Al 43° dopo una gran bella giocata di Florenzi che guadagna una punizione dal limite che Totti trasforma per il vantaggio. Nel minuto di recupero ci sarebbe anche la chance del raddoppio ma la conclusione di Florenzi viene salvata dal portiere del Cska in corner. Finisce il primo tempo sul 1-0 per la Roma.

    Si riparte con i russi che provano ad essere più aggressivi ma con la Roma che riesce a controllare e ad addormentare il gioco. Il Cska aumenta il ritmo del pressing e prova a mettere in difficoltà il centrocampo giallorosso che però, pur sprecando qualche pallone, se la cava. Al 60° però è Nainggolan ad avere una grande occasione, il belga si libera di un paio d’avversari, entra in area ma incredibilmente calcia a lato. Il Cska preme, la Roma non riesce quasi mai a ripartire, la difesa di Garcia stringe i denti e tiene. Il tecnico francese toglie uno spento Gervinho ed inserisce Iturbe provando a sfruttare la sua rapidità. Al 79° proprio Iturbe innesca Ljajic che calcia in diagonale ma Akinfeev salva con il piede. Gli ultimi minuti sono di pura sofferenza per la Roma ma i giallorossi reggono proprio sino agli ultimissimi secondi quando Strootman perde un pallone a metà campo, i russi ripartono e la palla arriva a Berezutskiy che lascia partire un tiro cross che inganna la difesa e De Sanctis che vede il pallone insaccarsi per un beffardo 1-1.

    CSKA MOSCA – ROMA 1-1 (0-1) (43° Totti (R), 93° Berezutskiy (C))

    Cska Mosca (4-2-3-1): Akinfeev; Fernandes, V. Berezutskiy, Ignashevich, Schennikov; Natcho, Cauna (63° Milanov); Dzagoev, Eremenko, Musa (80° Tosic); Doumbia.

    Allenatore: Slutski.

    Roma (4-3-3): De Sanctis; Florenzi, Manolas, Astori, Holebas; Nainggolan (82° Strootman), De Rossi, Keita; Gervinho (76° Iturbe), Totti, Ljajjc (87° Pjanic).

    Allenatore: Garcia.

    Arbitro: Brych.

    Ammoniti: Dzagoev (C), Berezutskiy (C), Schennikov (C).

  • Roma è il momento della verità, nel gelo di Mosca

    Roma è il momento della verità, nel gelo di Mosca

    Ritorna la Champions League ed arriva subito un match decisivo e fondamentale per il passaggio del turno della Roma.

    La Roma a Mosca
    La Roma a Mosca

    I giallorossi nel gelo di Mosca, sia per le temperature che dovrebbero scendere di parecchi gradi sotto lo zero sia per il fatto che si giocherà a porte chiuse, dovranno cercare di portare a casa almeno un punto per poter poi giocare con più serenità l’ultima sfida casalinga contro il Manchester City.

    Tecnicamente la Roma potrebbe già festeggiare il matematico passaggio del turno se ottenesse il successo contro il Cska e contemporaneamente il Manchester City non s’imponesse sul Bayern Monaco.

     

    Rudi Garcia sa benissimo che non sarà per niente semplice e non si fa ingannare dal 5-1 con qui la Roma distrusse i russi all’Olimpico nella prima gara della fase a gironi. Il tecnico francese nonostante l’assenza di Maicon e la possibilità di dover modificare il modulo è apparso convinto con quel pizzico di prudenza:

    Sarà una gara difficile, diversa da quella dell’andata. Vogliamo vincere, ma anche un pareggio sarebbe un risultato utile. Giocheremo come sempre per vincere. Maicon, non si è allenato con la squadra, non è ancora pronto per giocare, per questo motivo non è stato convocato. Stesso discorso per Torosidis, anche lui avrebbe dovuto essere dei nostri e invece non è in condizione di giocare. Per quanto riguarda il modulo l’importante è che la squadra sia pronta a iniziare eventualmente con un altro modulo, ma anche pronta a cambiare in corsa senza modificare l’atteggiamento mentale per creare problemi all’avversario.

    Anche da parte russa c’è la convinzione di porsi dinanzi ad un match completamente diverso da quello dell’andata e, come si legge dalle parole del tecnico Slutski, il Cska proverà a sfruttare quella possibilità di qualificazione che si è aperta dopo il successo in casa City:

    Non eravamo e non siamo i favoriti del girone ma ora che abbiamo questa chance vogliamo sfruttarla. Tra i difensori principali mancheranno solo Torosidis e Maicon, gli altri che hanno giocato contro di noi a Roma, sono a disposizione. Non penso ci sarà una precauzione speciale per tutti, all’andata tutti gli attaccanti della Roma ci hanno creato problemi.

    Per quanto riguarda le formazioni Garcia è costretto ad utilizzare Florenzi come terzino. Il tridente di attacco dovrebbe esser composto da Gervinho, Totti e Ljajic che pare aver superato Iturbe.

    Il Cska invece dovrebbe puntare sul consueto 4-2-3-1 con il temibile Doumbia punta centrale supportato dal trio Tosic-Eremenko-Musa.

    CSKA MOSCA – ROMA le probabili formazioni 

    Cska Mosca (4-2-3-1): Akinfeev; Fernandez, Berezutski, Ignaschevich, Nababkin; Milanov, Natcho; Tosic, Eremenko, Musa; Doumbia.

    Allenatore: Slutski.

    Roma (4-3-3): De Sanctis; Florenzi, Astori, Manolas, Cole; De Rossi, Nainggolan, Pjanic; Gervinho, Totti, Iturbe.

    Allenatore: Garcia.