Tag: formula uno

  • Ayrton Senna il ricordo 20 anni dopo quel maledetto 1° maggio

    Ayrton Senna il ricordo 20 anni dopo quel maledetto 1° maggio

    Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota
    e corro veloce per la mia strada
    anche se non è più la stessa strada
    anche se non è più la stessa cosa .

    Così inizia la canzone che Lucio Dalla dedicò al grande campione brasiliano Ayrton Senna che nel pomeriggio del 1° maggio 1994 perse la vita in un tragico incidente alla curva Tamburello durante il Gran Premio di San Marino ad Imola.

    20 anni dopo quella tragedia il ricordo di Senna è ancora vivo, nelle menti degli appassionati di Formula Uno, ma anche di tutti gli sportivi, rimangono ancora le gesta del grande campione, ma anche del grande uomo, che seppe far emozionare ed appassionare milioni di tifosi in tutto il mondo.

    Nato a San Paolo nel 1960, Senna mette subito in luce il suo talento sui kart, a 21 anni inizia la sua carriera con le monoposto realizzando grandi prestazioni con le formule minori sino all’esordio in F1 con una Toleman nel 1984, annata nella quale il giovane asso brasiliano entusiasma tutti ottenendo un incredibile secondo posto nel Gran Premio di Monaco sotto un vero e proprio diluvio, ma la gara fu fermata mentre Senna stava rimontando su Prost togliendo al brasiliano una possibile vittoria. L’annata si chiuse con altri due piazzamenti a podio.

    Molte scuderie si lanciarono su di lui, la più abile fu la Lotus con la quale Senna corse per 3 stagioni, dimostrando il suo punto di forza, il giro veloce, con la scuderia inglese ottenne 16 pole position e 6 vittorie.

    Ayrton Senna
    Ayrton Senna

    Nel 1988 il passaggio alla McLaren dove trovò, come compagno, quello che sarebbe diventato uno dei suoi più grandi rivali, Alain Prost. L’anno per l’asso brasiliano fu trionfale e con una super vettura riuscì a surclassare il compagno di team, ottenendo così il primo titolo mondiale. Nel 1989 con un finale thrilling fu Prost a soffiare il titolo a Senna a Suzuka, l’anno dopo Ayrton “restituì il favore” all’ex compagno, passato alla Ferrari, conquistando il secondo alloro mondiale. Il terzo titolo arrivò con qualche fatica in più, contro una grande Williams nel 1991, questo sarà ‘ultimo mondiale che Senna metterà in bacheca.

    Nel 1992 e nel 1993 la Williams cominciò a dimostrarsi molto più competitiva della McLaren, nonostante tutto nel biennio Senna riesce a conquistare 8 successi, in Australia nel 1993 arriverà quella che sarà la sua ultima vittoria.

    Nel 1994 finalmente, approfittando anche del ritiro dalle corse di Alain Prost, Senna riuscì ad ottenere il sedile della tanto desiderata Williams-Renault, sogno che purtroppo durò soltanto 3 gare.

    La Williams di allora, a causa di nuovi regolamenti, aveva perso competitività, non era semplice da guidare ma nonostante questo Senna nelle prime due gare, Brasile e Pacifico, ottenne due Pole Position, vanificate poi in gara, da un testacoda ad Interlagos, sotto la pressione dell’astro nascente Michael Schumacher, e da un incidente in partenza ad Aida. Senna voleva rifarsi e l’occasione giusta era il Gran Premio di San Marino in programma il 1° maggio 1994.

    Il weekend di Imola fu però tragico, l’incidente del venerdì, senza gravi conseguenze al connazionale Barrichello, quello purtroppo mortale di Ratzenberger al sabato, tutto questo segnò pesantemente Senna che però nonostante tutto decise di correre e alla domenica si posizionò al suo posto, in Pole Position.

    Dopo una caotica partenza, con l’ingresso della Safety Car per rimuovere i detriti di un incidente tra Lehto e Lamy, la gara riprese il suo corso, Senna piazzò subito un giro veloce per allontanare Schumacher senza sapere che di lì a poco sarebbe giunta la sua fine.

    Al 7° giro, dopo aver tagliato il traguardo, Senna si preparò ad affrontare la curva Tamburello in piena velocità, il piantone dello sterzo cedette e l’impatto contro il muretto, nonostante la frenata del pilota, fu inevitabile. Nello schianto il puntone della sospensione anteriore destra s’infilò nella parte altra della visiera del pilota, causando sfondamento della regione temporale destra e provocando quelle che si rivelarono le lesioni fatali.

    Le immagini successive sono impresse nella mente di tutti, la macchina che rientra verso la pista, Senna inerte nell’abitacolo, l’intervento dei soccorsi, la pozza di sangue perso dal pilota nella via di fuga, l’elicottero che atterra per portare il brasiliano all’ospedale di Bologna. Quei lunghi momenti di gelo furono accompagnati dalla speranza del miracolo, che però non avvenne: Ayrton Senna si spense all’ospedale alle 18.40 del 1° maggio 1994 senza aver mai ripreso conoscenza.

    Tutto il mondo si unì al dolore del Brasile che con solenni funerali, pianse la perdita del suo campione.

    Vorrei concludere questo ricordo citando ancora Lucio Dalla che nella sua canzone ci dice:

    E ho deciso una notte di maggio
    in una terra di sognatori
    ho deciso che toccava forse a me
    e ho capito che Dio mi aveva dato
    il potere di far tornare indietro il mondo
    rimbalzando nella curva insieme a me
    mi ha detto “chiudi gli occhi e riposa”
    e io ho chiuso gli occhi.

     

  • Imola 1994: prima di Senna si pianse per Ratzenberger

    Imola 1994: prima di Senna si pianse per Ratzenberger

    Il Gran Premio di San Marino disputatosi ad Imola nel weekend dal 29 Aprile al 1 Maggio 1994 sarà ricordato come il più tragico nella storia della Formula Uno moderna. Domani ricorreranno infatti i 20 anni dalla scomparsa del grande campione brasiliano Ayrton Senna che al 5° giro della gara perse la vita dopo uno schianto avvenuto con la propria Williams nel muro della curva del Tamburello. Prima della gara però erano già state versate lacrime di dolore per la scomparsa, del certamente meno noto pilota austriaco Roland Ratzenberger avvenuta il giorno precedente durante le prove ufficiali.

    Ratzenberger, nato a Salisburgo il 4 luglio 1960, aveva iniziato a correre sin da giovane, disputando campionati minori in Germania ed in Gran Bretagna prima del passaggio con ottimi risultati in F3 inglese dove però, nonostante tutto non riuscì a convincere i team del Circus della Formula Uno.

    La sua grinta e la sua passione però non lo abbandonarono e dopo due anni di campionati in Giappone e diverse partecipazioni alle 24 ore di Le Mans, nel 1993 tornò in Formula 3 dove corse per 2 anni prima della tanto agognata chiamata della F1, Roland ce l’aveva fatta, nel campionato 1994 avrebbe corso con la neonata scuderia Simtek.

    Roland Ratzenberger
    Roland Ratzenberger

    La scuderia non era certo un top team, infatti nella prima gara della stagione, il Gran Premio d’Interlagos in Brasile, Ratzenberger si piazzò al 27° posto nelle prove, proprio alle spalle del compagno di squadra Brabham, non riuscendo a qualificarsi. Molto meglio andò nella gara successiva, il Gran Premio del Pacifico disputatosi sulla pista di Aida in Giappone. Ratzenberger ottenne il suo primo, e purtroppo ultimo, piazzamento in gara in F1, l’austriaco della Simtek concluse la gara con 5 giri di distacco dal vincitore ottenendo un onorevole 11° posto, una buona giornata in attesa di provare a ripetersi 2 settimane dopo nel Gran Premio di San Marino.

    Il 29 aprile 1994 si accesero i motori nell’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola e lo spaventoso incidente capitato a Rubens Barrichello, fortunatamente uscitone senza gravi conseguenze, nelle prove del venerdì fece calare la paura sul mondo della F1.

    Sabato 30 aprile era in programma la seconda sessione di prove ufficiali, Ratzenberger aveva il 26° ed ultimo tempo valevole per la qualificazione alla gara ma avrebbe potuto non bastare, così Roland decise di rientrare in pista per limare qualche decimo di secondo sul tempo. Erano circa le 13.15, nel giro di lancio probabilmente l’austriaco passo troppo violentemente su un cordolo alle “Acque Minerali” e la sua ala anteriore subì un danno senza che il pilota potesse accorgersene. Ratzenberger infatti proseguì e partì per il suo giro cronometrato, passata la veloce curva Tamburello, Roland nella successiva curva Villenueve filò via dritto, dalle immagini della Rai si vede un pezzo di ala staccarsi negli attimi precedenti alla curva, andando ad impattare intorno ai 315 Km/h contro il muro e rimbalzando in pista con le immagini incancellabili di quel che rimane, la cellula di sopravvivenza resistette bene, della Simtek che pian piano va a fermarsi nel centro della pista alla curva della Tosa con il casco biancorosso del pilota che ciondola prima di fermarsi immobile, lasciando a tutti l’impressione di essere dinanzi al compiersi di una tragedia.

    Ratzenberger fu prontamente soccorso con tutte le procedure di emergenza possibili, ma la frattura alla base cranica non aveva lasciato speranza. L’annuncio della morte di Roland arriverà dall’ospedale poco dopo le 14.15 del 30 aprile 1994.

    Roland, il ragazzo di 33 anni, che con tanta passione, grinta, amore per lo sport e forza di volontà aveva inseguito e coronato il sogno di correre in Formula Uno, vide il destino portarglielo via troppo presto.

  • Il duello Vettel – Alonso è a 600 Km dal verdetto

    Il duello Vettel – Alonso è a 600 Km dal verdetto

    Siamo al rush finale: si decide tutto negli ultimi due Gran Premi della stagione che avranno luogo negli Stati Uniti nel nuovissimo circuito di Austin, in Texas, questo week end, e la settimana successiva ad Interlagos in Brasile. I contendenti sono sempre loro due, Sebastian Vettel e Fernando Alonso, distaccati soltanto 10 punti che in chiave campionato significano che i giochi sono tutt’altro che chiusi, sebbene ogni minimo errore commesso da uno dei due può far pendere l’ago della bilancia a favore dell’altro.

    Psicologicamente il più avvantaggiato è il pilota della Red Bull leader della classifica, che dispone di una macchina super competitiva nonostante le noie avute nell’ultimo Gp di Abu Dhabi, che ha costretto lo stesso Vettel a partire in fondo al gruppo dopo una qualifica travagliata nella quale aveva comunque ottenuto il terzo tempo dietro a Lewis Hamilton, pole-man della gara in Medio Oriente, e al compagno di scuderia Mark Webber. La rimonta effettuata dal pilota Campione del Mondo in carica ha mostrato come la Red Bull sia nettamente superiore a qualsiasi macchina, e questo potrebbe significare molto in gara, sebbene l’incognita di un circuito sconosciuto ai piloti, in quanto nuovo, potrebbe mischiare le carte in tavola. Il divario tra le due monoposto potrebbe essere così annullato da questo fattore, cosa che ha spinto Red Bull e Ferrari a lavorare molto sugli aggiornamenti sulle monoposto, nella speranza di trovare il giusto setup per concludere al meglio il finale di stagione.

    Vettel e Alonso
    Vettel e Alonso per un posto da Campione | © PRAKASH SINGH/AFP/Getty Images

    In casa Ferrari si è lavorato molto sull’aerodinamica ad Idiada, in Spagna, grazie ai test effettuati dal collaudatore Jules Bianchi, ma a quanto pare i risultati di questo ultimo test in vista del Gran Premio delle Americhe non sono stati soddisfacenti, cosa che mette un po’ in apprensione Alonso e i fan della Rossa. Nonostante ciò il pilota spagnolo sembra molto sicuro di poter battagliare fino all’ultimo respiro con il rivale tedesco, forte della sua costanza nell’arco della stagione che lo ha relegato come vero avversario di Vettel e del team anglo-austriaco. In tutti i Gp finora disputati Alonso ha sempre dato il meglio di sé, facendo ricredere chi non aveva riposto molte speranze nella Rossa ad inizio stagione; questo grazie ad un’impressionante tenacia mostrata dal pilota di Oviedo, sempre al top della forma e protagonista di prestazioni esaltanti nonostante abbia avuto una macchina tutto sommato inferiore rispetto alla Red Bull e alla McLaren per gran parte della stagione, ma anche ad un pizzico di fortuna che lo ha aiutato in diverse situazioni permettendogli di rosicchiare punti importanti ai piloti rivali. Se è vero che gli episodi alla fine dell’anno si bilanciano, ecco che Nando, sempre a punti nella prima parte della stagione, nella fase cruciale del campionato si è visto per ben due volte concludere la gara con uno zero nella casella dei punti dovuto a due collisioni, la prima alla partenza del Gran Premio del Belgio, durante il quale è stato tamponato da Romain Grosjean che ne ha messo a rischio l’incolumità, e la seconda, sempre alla partenza, nel Gran Premio del Giappone, dove un contatto di gara con l’altra Lotus di Kimi Raikkonen lo ha mandato in testacoda a causa della foratura della gomma posteriore. Due Gp a bocca asciutta che potrebbero risultare fatali al pilota due volte Campione del Mondo con la Renault nel 2005 e nel 2006, che tanto ha costruito nel corso della stagione, partito con gli sfavori del pronostico e arrivato lì a giocarsela con il campione in carica.

    E’ vicino a sfiorare l’impresa, cosa che non gli è riuscita 2 anni fa ad Abu Dhabi quando venne beffato in classifica iridata dallo stesso Vettel all’ultima gara, e magari il sogno di Alonso di diventare Campione con la Ferrari potrebbe trasformarsi in realtà, prendendosi così una bella rivincita nei confronti del tedesco dimenticando una volta per tutte quell’amara serata in cui si è visto soffiare il titolo iridato già in tasca. Austin e Interlagos saranno due importanti bivii per i destini dei due piloti quotati a trionfare nel Mondiale.

  • Scontri in Bahrain, un morto. Ecclestone non ferma la F1

    Scontri in Bahrain, un morto. Ecclestone non ferma la F1

    Sempre più teso il clima attorno al Gran Premio di Formula Uno in programma domani in Bahrain, in considerazione delle violente manifestazioni che da giorni si svolgono nel Paese del Golfo Persico e che hanno condotto a diversi episodi di certo non rassicuranti per chi dovrà scendere in pista. Dopo la molotov esplosa al passaggio di un van del team Force India, ed il pericolo incendio anche per il minibus della Sauber, si registra la notizia di un morto tra i manifestanti, durante gli scontri fra sciiti e polizia.

    L’uomo aveva circa 30 anni ed è stato rinvenuto cadavere questa mattina, sul tetto di un edificio nei pressi del villaggio di Shukhura, a pochi chilometri di distanza della capitale Manama, Neche è stato uno dei principali teatri dei violenti scontri fra manifestanti e forze dell’ordine che hanno cercato di reprimere le proteste dei gruppi anti-regime, che lottano per i loro diritti, per l’uguaglianza e la libertà, di cui, finoad oggi, hanno conosciuto solo le parole.

    Nella notte, inoltre, numerosi focolai di protesta si sono accesi anche nei pressi di Sakhir, non lontano dalla località in cui si trova il circuito di Formula Uno, che dovrebbe essere (salvo cambiamenti dell’ultima ora, ndr) teatro del Gran Premio di domani e delle qualificazioni di oggi pomeriggio. Il condizionale è d’obbligo data la situazione che si sta vivendo, anche se i vertici della Formula Uno sembrano intenzionati a non chinare la testa agli eventi, ed a voler proseguire per la loro strada, rimanendo fedeli al motto “show must go on”.

    Manifestanti in Bahrain | © AFP/Getty Images

    In tal senso, si registrano le dichiarazioni di Bernie Ecclestone, che continua a ribadire come non ci siano i presupposti per poter cancellare la gara: “Siamo qui, abbiamo un accordo per essere qui. Solo l’autorità sportiva del Bahrain può chiedere di cancellare la gara”. Inoltre, Ecclestone pare essere molto contrariato nei confronti della stampa che, a suo dire, avrebbe “calcato la mano” nel descrivere e raccontare il clima di tensione in Bahrain, proprio in concomitanza con lo svolgimento del Gran Premio, perchè i giornalisti “hanno bisogno di un terremoto o di qualcosa del genere, di una buona storia di cui scrivere e, se non c’è, tendono ad inventarla, gonfiando le cose”, sottolineando, inoltre, che – probabilmente – la molotov esplosa nei pressi del van della Force India potrebbe essere un episodio non collegato con la situazione delle proteste in Bahrain ma, bensì, il team in questione “potrebbe essere nel mirino di qualcuno per altri motivi”.

    In realtà, però, la violenza degli scontri, la presenza di un morto e numerosi feriti, la volontà dichiarata di “accrescere le proteste in concomitanza dello svolgimento della gara di Formula Uno” per incrementare la visibilità internazionale delle manifestazioni, lasciano tutt’altro che tranquilli, mostrando le dichiarazioni del boss della Formula Uno in un’ottica assolutamente poco prudente. Dare la colpa ai media è, dunque, soltanto un modo “miope” di voler dribblare la difficoltà del momento, cercando di alleviare le proprie responsabilità e l’inevitabile pressione che si sta vivendo in questi delicati giorni, con la consapevolezza del fatto che una decisione non correttamente ponderata, in questi casi, può avere effetti realmente devastanti.

  • L’incidente a Kubica dalla camera car degli inseguitori

    L’incidente a Kubica dalla camera car degli inseguitori

    Dall’ospedale di Pietra Ligure arrivano notizie positive sulle condizioni di salute di Robert Kubica dopo il pauro incidente di qualche giorno fa. Il pilota di formula uno ha mosso le dite della mano schiacciata nell’incidente facendo sperare in una totale guarigione e la consegunte ripresa delle attività agonistiche.

    L’incidente ha però ancora lati oscuri e sotto inchiesta è finito il guard rail che ha difettato delle sue funzioni principali perforando l’abitacolo invece di proteggerlo. Di seguito vi proponiamo il video del circuito dalla camera car degli inseguitori Moreno e Bonato, primi a prestare soccorso.

    [jwplayer mediaid=”106689″]