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  • MAX VERSTAPPEN è campione del mondo 2021

    MAX VERSTAPPEN è campione del mondo 2021

    Se avete deciso di uscire prima della bandiera a scacchi del Gran Premio di Abu Dhabi forse non crederete al nostro titolo, se lo avete fatto vi siete persi un incredibile finale che ha visto Max Verstappen conquistare il titolo di Campione del Mondo di F1 2021.

    I due contendenti Hamilton e Verstappen erano arrivati a pari punti a quest’ultimo Gran Premio della stagione, in sostanza il vincitore di questa gara si sarebbe portato a casa il titolo.

    Le qualifiche avevano visto un super giro della Red Bull di Verstappen con l’olandese che si era conquistato una Pole Position forse anche a scapito della prestazione in gara.

    Si temeva forse un contatto in partenza, con Verstappen che con entrambi fuori avrebbe ottenuto il titolo per maggior numero di vittorie stagionali, riportando alla mente le sfide di Suzuka 1989 e 1990 tra Ayrton Senna ed Alain Prost.

    In realtà così non è stato, Verstappen è partito male ed è subito stato infilato da Lewis Hamilton, a curva 6 del primo giro Max ha tentato un attacco, Lewis è uscito nella via di fuga ed ha tirato dritto riproponendosi nuovamente al primo posto senza alcun intervento dei commissari di gara.

    La Mercedes con le gomme medie ha mostrato un passo migliore ed ha allungato su Verstappen che dopo il Pit Stop, grazie ad un gran lavoro da scudiero di Perez, ha riportato il suo distacco intorno ad un secondo su Hamilton.

    Lewis però ha dimostrato un passo migliore ed ha allungato nuovamente costringendo la Red Bull ad un nuovo cambio gomme, durante Virtual Safety Car, per permettere una disperata rimonta a Max grazie agli pneumatici più freschi.

    La mossa non è stata vincente, Verstappen ha ridotto il suo distacco sino a 11 secondi ma al termine della gara mancavano solo 5 giri.

    A questo punto è arrivato il colpo di scena, Latifi in lotta con Mick Schumacher ha perso il controllo della macchina ed è finito contro le barriere, costringendo la direzione gara a far entrare la Safety Car.

    Hamilton non si è fermato ed è rimasto con le gomme dure messe nel suo unico pit stop, Verstappen ha montato un set di soft ed è rientrato in pista.

    La confusione ha regnato sovrana, è stato concesso ad alcuni doppiati di sorpassare la Safety Car e Max si è così accodato a Lewis.

    La Safety Car si è spostata con un solo giro da disputare, con le gomme più prestazionali Max Verstappen ha portato l’attacco a curva 5, Hamilton non si è potuto difendere, ha cercato una replica a curva 9 ma il sorpasso non è riuscito e così l’olandese si è presentato per primo sul traguardo, davanti al rivale e Carlos Sainz, ed ha conquistato il suo primo titolo mondiale di F1.

    Grande gioia nel paddock per gli uomini Red Bull e per la Honda, che saluta la F1.

    Poco dopo la cerimonia del podio però si è avuto notizia di un ricorso da parte della Mercedes, relativamente ad alcune infrazioni che avrebbe commesso Verstappen e sulla modalità di ripartenza dopo la Safety Car.

    In serata è arrivata la notizia che i commissari hanno deciso di respingere i ricordi della Mercedes: Max Verstappen è il Campione del Mondo della F1 nel 2021.

    Max Verstappen e Christian Horner festeggiano sul podio | © FORMULA 1

    CLASSIFICA FINALE PILOTI MONDIALE F1 2021 (prime 10 posizioni)

    1° MAX VERSTAPPEN (Red Bull Honda) 395.5 punti

    2° LEWIS HAMILTON (Mercedes) 387.5

    3° VALTTERI BOTTAS (Mercedes) 226

    4° SERGIO PEREZ (Red Bull Honda) 190

    5° CARLOS SAINZ (Ferrari) 164.5

    6° LANDO NORRIS (McLaren Mercedes) 160

    7° CHARLES LECLERC (Ferrari) 159

    8° DANIEL RICCIARDO (McLaren Mercedes) 115

    9° PIERRE GASLY (AlphaTauri Honda) 110

    10° FERNANDO ALONSO (Alpine Renault) 81

    CLASSIFICA FINALE COSTRUTTORI F1 2021

    1° MERCEDES 613.5 punti

    2° RED BULL HONDA 585.5

    3° FERRARI 323.5

    4° MCLAREN MERCEDES 275

    5° ALPINE RENAULT 155

    6° ALPHATAURI HONDA 142

    7° ASTON MARTIN MERCEDES 77

    8° WILLIAMS MERCEDES 23

    9° ALFA ROMEO FERRARI 13

    10° HAAS FERRARI 0

  • Juju Noda, la stella giapponese che sogna la F1

    Juju Noda, la stella giapponese che sogna la F1

    Una stella sempre più brillante è nata nel Sol Levante ed è pronta a splendere sui circuiti della Formula Uno, a vederla potrebbe sembrare una normale ragazza giapponese che magari va al club scolastico dopo la scuola, che parla con le amiche, che ama i suoi animali e gestisce i suoi social quando però mette il casco e chiude la visiera diventa una vero e proprio asso tutta grinta e velocità, pronta a tirare staccate al limite e realizzare sorpassi straordinari, stiamo parlando di Juju Noda.

    Juju Noda | © Photo by Endo

    Un vero e proprio giovanissimo asso che è cresciuta in mezzo ai motori e che già da piccolissima ha mostrato enormi qualità nella guida.

    Nata a Tokyo il 2 febbraio 2006 e trasferitasi poi nella prefettura di Okayama, figlia d’arte, il padre Hideki ha corso in varie categorie giungendo anche a disputare 3 gare in Formula Uno nel 1994 con la Larrousse, Juju Noda ha iniziato a mostrare il suo talento già da bambina.

    Juju Noda ed il padre Hideki Noda | © Photo by Endo

    Dopo aver vinto innumerevoli titoli con i Kart, all’età di nove anni Juju ha iniziato a correre con le monoposto ed ha subito stabilito un record della categoria F4 sul Circuito Internazionale di Okayama, battendo il precedente primato di quasi un secondo.

    A 12 anni Juju Noda ha conquistato tutte le gare della F3 nella categoria dedicata agli U17.

    Nel 2020 è finalmente arrivato il momento di venire a correre in Europa, Juju si è iscritta al campionato F4 danese, molto ridotto a causa della pandemia, nei tre eventi di gara ha sempre conquistato la Pole Position ed ha anche conquistato la vittoria nella sua gara d’esordio.

    Il 2021 ha visto ancora Juju correre nella F4 danese, non sono arrivati successi anche a causa di sfortunati eventi, velocità e sorpassi però non sono mancati e siamo certi che nel futuro la vedremo spesso festeggiare sul gradino più alto del podio.

    Conosciamo meglio Juju Noda, cercando di capire come mai ama il Motorsport, quali sono i suoi sogni e le sue ambizioni future.

    Juju Noda | © Photo by Endo

    Ciao Juju, piacere di conoscerti, presentati ai nostri lettori, ti va di raccontarci come ti sei avvicinata al mondo delle corse?

    Sono una ragazza giapponese di 15 anni.
    Ho iniziato a correre quando avevo 3 anni, perché mio padre era un ex pilota di F1. Mi piace correre e guido veloce.
    Sono venuta in Europa e ho corso in F4 in Danimarca. A causa della mia età non mi era permesso correre in altri paesi. E’ logico venire a correre in Europa se pensi di essere competitivo e cerchi di diventare un pilota di F1.

    Come ti prepari per il weekend di gara? Quanto è importante l’allenamento fisico prima di una gara?

    Non è niente di speciale. Le corse fanno parte della mia vita, quindi mi diverto come al solito.
    Devi farlo anche come parte della tua vita. Sento che è meglio rilassarsi prima della gara piuttosto che lavorare sull’allenamento fisico.

    Come riesci a conciliare gli impegni scolastici con la vita da pilota?

    Non è possibile combinarli. Se credi in te stesso dovresti concentrarti su tutto ciò in cui credi.

    Hai dimostrato di essere un pilota con grande velocità e talento, quali pensi siano i tuoi punti di forza, dove pensi di dover migliorare?

    Faccio del mio meglio e non mi arrendo mai finché non lo raggiungo.
    Ho bisogno di migliorare la conoscenza della lingua e la mia conoscenza in ciò che riguarda l’ingegneria.

    Qual è il tuo sogno? Quali sono le tue ambizioni future?

    Sarebbe bello vedermi in F1. E costruire un rifugio per animali.

    Hai un idolo tra i piloti attuali o addirittura del passato?

    No, semplicemente mi piace correre e guidare veloce.

    C’è un circuito su cui ti piacerebbe correre?

    Uno dei circuiti molto veloci della F1.

    Juju Noda | © Photo by Endo

    Veniamo all’attualità, la stagione in Danimarca si è appena conclusa e non è stata molto fortunata per te, anche se in molte gare hai dimostrato le tue ottime qualità di guida, qual è la tua opinione sul tuo 2021 nella F4 danese?

    È stata una stagione davvero dura.
    Abbiamo perso molte gare e vittorie per i problemi che abbiamo dovuto affrontare.
    Non dovrebbe succedere così, ma a volte purtroppo accade.
    Questa è la vita reale. Avevo velocità ma avrei avuto bisogno di un po’ più di fortuna.

    In Formula Uno ci sono state pochissime donne, cosa diresti ad una ragazza che, come te, ama la guida e la velocità ma che forse si sente scoraggiata da questa situazione?

    Così è. Se non ci provi non cambierai mai niente. Sta a te creare la tua vita. Credi in te stessa e non mollare mai.

    Vogliamo ringraziarti per la tua gentilezza in questa intervista, vuoi salutare i nostri lettori e tutti gli appassionati del Motorsport italiano?

    Sarebbe bello un giorno venire in Italia per correre o anche guidare per una squadra italiana, se mai accadrà, mi piacerebbe incontrare i fan italiani.
    Grazie per aver letto questa intervista fino alla fine.

  • Hamilton Campione, la settima meraviglia di Lewis

    Hamilton Campione, la settima meraviglia di Lewis

    Obiettivo centrato, con la vittoria nel Gran Premio di Turchia, Lewis Hamilton si aggiudica matematicamente il mondiale di Formula Uno 2020 ed arriva a quota sette titoli eguagliando così il record di Michael Schumacher.

    Un successo arrivato in una stagione senza dubbio particolare, messa in discussione e stravolta dal Covid19, ma certamente dominata dal campione britannico.

    E’ stata un’annata che ha visto Hamilton prima eguagliare e poi battere il record di vittorie (91) del campione tedesco e poi andare ad issarsi in vetta, con lo stesso numero di mondiali vinti (7).

    Una macchina praticamente perfetta, unita alla classe sopraffina del pilota numero 44, ha reso la strada di Hamilton subito in discesa.

    Gli avversari non sono quasi mai riusciti ad impensierire le Frecce d’Argento, la Red Bull con Verstappen ha cercato in alcune gare di insidiare la squadra anglotedesca mentre la Ferrari ha disputato un’annata a dir poco pessima.

    Sebastian Vettel si complimenta con Lewis Hamilton | © F1

    A dire il vero la prima gara del campionato, il Gran Premio d’Austria, aveva visto il trionfo dell’altra Mercedes, quella di Valtteri Bottas, con Hamilton penalizzato e solo 4° al traguardo.

    Hamilton ha risposto vincendo il Gp di Stiria ma non ha potuto prendere la vetta del Mondiale che è rimasta in mano a Bottas fino al successivo Gp di Ungheria dove Lewis ha vinto ed il compagno è giunto solo 3°.

    Un ultimo giro su sole tre ruote, a causa del cedimento dell’anteriore sinistra avvenuto poco prima anche per Bottas, ha reso ancor più leggendaria la vittoria di Hamilton nella prima delle due gare di Silverstone.

    Nella seconda gara in terra britannica Lewis deve accontentarsi del secondo posto alle spalle di Verstappen che diventa così il primo inseguitore di Hamilton, con però 30 punti da recuperare.

    In una bollente Barcellona post ferragosto è sempre Hamilton a salire sul gradino più alto del podio e lo fa davanti ad un indomito Verstappen e a Bottas.

    Sulla mitica pista di Spa in Belgio non cambiano i protagonisti sul podio, Hamilton sempre primo, sono Verstappen e Bottas che s’invertono i ruoli. Il distacco nel mondiale tra Lewis e Max sale a 47 punti.

    A Monza arriva la peggior gara stagionale del campione britannico che in regime di Safety Car e con la Pit Lane chiusa, entra comunque ai Box e riceve una penalità che lo porta sul fondo dello schieramento, la rimonta gli permetterà di arrivare sino al 7° posto (nella gara vinta da Gasly su Alpha Tauri) perdendo pochi punti su Bottas 5° e guadagnandone sul ritirato Verstappen.

    La prima volta sul circuito del Mugello coincide con la vittoria numero 90 di Lewis che si mette alle spalle Bottas ed Albon. Il vantaggio nel mondiale diventa di 55 punti sul compagno di squadra ed 80 su Verstappen.

    In Russia a Sochi 10 secondi di penalità per prove di partenza fuori dalla zona prestabilita costano cari ad Hamilton che deve accontentarsi del 3° posto dietro a Bottas e Verstappen.

    Nel Gp del Eifel, sul circuito del Nurburgring, Lewis vince ed aggancia a 91 vittorie Michael Schumacher, al termine della gara Mick, il figlio del campione tedesco, consegna una copia del casco del padre ad Hamilton.

    A Portimao, altro circuito all’esordio nel mondiale di F1, il campione britannico, dopo un brutto primo giro anche a causa di una pioggerellina, perde qualche posizione ma non certo la calma, la sua rimonta è inesorabile ed anche stavolta Bottas è costretto ad accontentarsi del 2° posto davanti a Verstappen.

    Ad Imola, pista dove perse la vita Ayrton Senna pilota ammiratissimo da Lewis Hamilton, cambia un po’ lo spartito, il numero 44 parte male dalla seconda piazzola e viene scavalcato da Verstappen, poi però dopo i pit stop di Bottas e dell’olandese della RedBull, Lewis infila una serie di giri spaventosi che sommati ad un pizzico di fortuna con la Virtual Safety Car, gli permettono di mantenere agevolmente il primo posto.

    Veniamo ad oggi, dopo un sabato pazzo con pista allagata e tante sorprese, pole di Stroll ed Hamilton solo sesto, il Gran Premio di Turchia si è dimostrato avvincente e con mille emozioni. A spuntarla è stato sempre lui, Lewis Hamilton che decidendo di non sostituire le gomme intermedie, montate dopo la partenza con le full wet, ha saputo tenere il primo posto così conquistato e portarlo sino al traguardo salendo sul podio insieme a Perez e a Sebastian Vettel.

    Dopo il titolo del 2008 con la McLaren, Lewis Hamilton ne aggiunge così altri sei con la Mercedes negli ultimi sette anni, soltanto Nico Rosberg, sempre su Mercedes, nel 2016 è stato in grado di sedersi sul trono di campione.

  • Addio Niki Lauda, la F1 piange uno dei più grandi di sempre

    Addio Niki Lauda, la F1 piange uno dei più grandi di sempre

    Un pezzo della storia della Formula Uno ci ha lasciato: Niki Lauda è infatti morto ieri, ma lo si è saputo solo questa mattina, all’età di 70 anni.

    A dare la notizia è stata proprio la famiglia dell’ex pilota austriaco con un comunicato pubblicato dal giornale inglese “The Sun”.

    Con profondo dolore annunciamo che il nostro amato Niki è morto pacificamente circondato dalla sua famiglia lunedì. I suoi successi unici come sportivo e imprenditore sono e rimarranno indimenticabili così come il suo instancabile entusiasmo per l’azione, la sua schiettezza e il suo coraggio.

    Poche parole per l’annunciare la scomparsa di quello che è stato uno dei più grandi piloti della storia della Formula Uno, tre volte campione del mondo e che era riuscito già una volta a vincere il destino.

    Niki Lauda era stato operato per un trapianto di polmoni nella scorsa estate e da qualche giorno, a causa di alcuni problemi ai reni, era stato ricoverato in un centro per la dialisi.

    Nato a Vienna il 22 febbraio 1949, Niki Lauda aveva iniziato a correre nelle categorie minori prima di passare in Formula Uno, al volante di una March, nella stagione 1972. Dopo un anno con la BMR, Lauda passò alla Ferrari nel 1974 e conquistò il titolo mondiale con la rossa di Maranello nel 1975.

    Il 1976 sembrava l’anno giusto per il bis ma il 1° agosto 1976 durante il secondo giro del Gran Premio di Germania sul circuito del Nurburgring, Lauda perse il controllo della macchina che dopo aver sbattuto nel guardrail tornò in mezzo alla pista incendiandosi e venendo centrata da altre auto. Il pronto intervento dei piloti coinvolti nell’incidente, oltre ad Arturo Merzario fermatosi volontariamente per dare soccorso, permise a Niki Lauda di venir estratto dalla vettura e di salvarsi nonostante alcuni giorni di lotta tra la vita e la morte.

    Dopo solo 42 giorni il Computer, questo era il soprannome che era stato dato a Lauda, tornò in pista nonostante le ustioni e le ferite su varie parti del corpo, volto compreso. Il mondiale si giocò punto a punto con James Hunt con Lauda che si arrese nell’ultima gara, ritirandosi sotto il diluvio del Fuji.

    L’anno successivo sempre con la Ferrari, l’austriaco dominò il campionato vincendolo con due gare di anticipo prima di rompere definitivamente i rapporti con il team italiano.

    Il passaggio alla Brabham non portò grandi risultati tant’è che Lauda decise di ritirarsi al termine del 1979. Tornato alle corse nel 1982 con la McLaren, dovette attendere sino al 1984 per tornare a vincere il Mondiale prima di ritirarsi definitivamente al termine della stagione 1985.

    Lasciate le corse decise prima di dedicarsi alla sua compagnia aerea e poi di tornare nel Circus della Formula Uno, prima come consulente per alcuni team e poi come presidente onorario della Mercedes, scuderia nella quale ha contribuito all’arrivo del fenomeno Lewis Hamilton.

    Il mondo della Formula Uno, ma anche quello dello sport in generale, perde così un pezzo di storia, Niki Lauda è stato un pilota capace di vincere le gare, sfidare la morte, sconfiggerla e tornare poi a vincere sulle piste.

  • Lewis Hamilton in Messico diventa pentacampione del mondo

    Lewis Hamilton in Messico diventa pentacampione del mondo

    Mancava la matematica e, come accaduto anche lo scorso anno, è stato il Gran premio del Messico a consegnare a Lewis Hamilton il titolo di Campione del Mondo della Formula uno, il quinto per il fuoriclasse britannico.

    Proprio come la scorsa stagione anche in questo caso Hamilton non ha potuto festeggiare il titolo salendo sul podio, una Mercedes con evidenti problemi di gomme ha infatti costretto il numero 44 ad accontentarsi del 4° posto alle spalle del vincitore Max Verstappen e dal duo Ferrari Vettel-Raikkonen.

    Hamilton raggiunge così quota 5, agganciando il mito Juan Manuel Fangio e mettendosi alle spalle del super campione Michael Schumacher, 7 titoli mondiali per il tedesco.

    Un successo che non è stato poi così semplice, Vettel e la Ferrari hanno tenuto testa per lunghi tratti al binomio Hamilton Mercedes.

    La partenza era stata migliore per la Ferrari con Vettel capace di fare doppietta nei primi due appuntamenti, Hamilton però non si è dato per sconfitto e dopo un Gp di Cina interlocutorio per entrambi, grazie alle due vittorie in successione del britannico, a Baku e in Spagna, ha provato un primo allungo.

    Monaco, Canada, Francia, hanno mantenuto la Mercedes avanti poi in Austria Hamilton ha incassato il primo zero, ritiro per problemi tecnici, permettendo a Vettel di effettuare il sorpasso per un solo punto. A Silverstone poi la vittoria ottenuta dal ferrarista, con l’inglese secondo, ha permesso a Vettel di portarsi avanti di 8 punti con una rossa che sembrava decisamente più veloce della Mercedes.

    Il Gran Premio di Germania è stato il primo momento decisivo che ha svoltato il mondiale verso Hamilton, eppure dalle prove, Vettel in pole ed Hamilton 14°, sembrava esser il momento giusto per il tedesco di fuggire in classifica ed invece al giro 51 la Ferrari numero 5 ha perso il controllo ed è andata a sbattere, Hamilton ha saputo guidare sul velluto, sulla pista umida, ed ha portato a casa un successo pesantissimo.

    In Ungheria, pista solitamente favorevole alle rosse, la Ferrari non è riuscita a far bene in qualifica e anche qualche errore in gara ha permesso ad Hamilton di vincere, proprio davanti a Vettel e Raikkonen.

    Il successo di Vettel nel Gp del Belgio e una prima fila tutta rossa a Monza sembravano poter riportare il Mondiale in equilibrio ed invece sono iniziati gli errori del tedesco: contatto con il rivale inglese nel primo giro, con testacoda, nel Gp d’Italia, strategia non vincente a Singapore, contatto a Suzuka con Verstappen e ad Austin con Ricciardo (in entrambi i casi con il tedesco sempre a girarsi).

    In questo periodo nero di Vettel è arrivato il Poker di vittorie di Lewis Hamilton, con un terzo posto negli Stati Uniti, che ha sostanzialmente chiuso il campionato.

    Oggi poi sul circuito “Hermanos Rodriguez” Hamilton, praticamente mai in corsa per la vittoria, ha saputo gestirsi, evitare rischi ed alla fine ha potuto gioire per la vittoria del Mondiale di F1 2018.

     

    L’abbraccio a fine gara tra Hamilton e Vettel | Foto Twitter

    CLASSIFICA MONDIALE PILOTI F1 2018 (prime 10 posizioni, a due gare dal termine)

    1- Lewis Hamilton (Mercedes) 358 pt CAMPIONE DEL MONDO

    2- Sebastian Vettel (Ferrari) 294 pt

    3- Kimi Raikkonen (Ferrari) 236 pt

    4- Valtteri Bottas (Mercedes) 227 pt

    5- Max Verstappen (RedBull) 216 pt

    6- Daniel Ricciardo (RedBull) 146 pt

    7- Nico Hulkenberg (Renault) 69 pt

    8- Sergio Perez (Force India) 57 pt

    9- Kevin Magnussen (Haas) 53 pt

    10- Fernando Alonso (McLaren) 50 pt

  • Festa Hamilton, il Gp del Messico incorona Re Lewis IV

    Festa Hamilton, il Gp del Messico incorona Re Lewis IV

    Il Gran Premio del Messico ha proclamato il re della stagione 2017: Lewis Hamilton si è matematicamente laureato campione del mondo con 2 gare d’anticipo.

    Un successo arrivato dopo una gara consumata nelle retrovie, a causa della super partenza di Verstappen che ha infilato Vettel in staccata alla prima curva e che ha visto il ferrarista rovinare la propria ala anteriore tamponando Hamilton che è stato di conseguenza costretto alla sosta per la foratura della ruota posteriore destra.

    Al pilota della Mercedes quindi, a causa della mancata rimonta di Vettel fermatasi al 4° posto, è bastata così la nona posizione sotto la bandiera a scacchi per mantenere 56 punti di vantaggio sul pilota della rossa di Maranello e, con soli 50 punti disponibili nelle prossime due gare, portarsi a casa il 4° titolo mondiale.

    Lewis Hamilton raggiunge così a quota 4 il francese Alain Prost e proprio il suo attuale rivale Sebastian Vettel. Davanti a lui nell’albo d’oro rimangono solo due miti della Formula Uno del calibro di Juan Manuel Fangio (5 mondiali vinti) ed il 7 volte campione del mondo Michael Schumacher.

    La Mercedes conquista per la 4° volta di fila il campionato piloti, oltre a quello costruttori già festeggiato ad Austin, ma quest’anno per il pilota britannico e per le frecce d’argento è stato sicuramente il mondiale più complesso e combattuto.

    Se dal ritorno del Turbo, a partire dal 2014, la Mercedes aveva sempre dominato ed il titolo se lo erano giocato i due piloti della scuderia tedesca, Hamilton e Rosberg, quest’anno c’è stato un rivale piuttosto insidioso che ha provato a contendere il titolo fino alla fine: Sebastian Vettel su Ferrari.

    Un rivale, il tedesco sulla rossa, che ha saputo tener dietro Hamilton sino al Gp d’Italia a Monza dove il britannico e la sua Mercedes, con una grandissima gara, hanno effettuato il sorpasso in classifica.

    Il disastro Ferrari a Singapore, l’affidabilità mancata dal team italiano nelle altre due gare asiatiche, sommato ad una compattezza Mercedes e alla classe alla guida di Hamilton hanno lanciato Lewis verso il titolo che è poi arrivato sull’Autodromo Hermanos Rodriguez di Città del Messico.

    Lewis Hamilton si è trasformato così in Lewis IV diventando il pilota britannico con il maggior numero di titoli mondiali di Formula Uno vinti.

    La prossima stagione si preannuncia ancora più interessante e combattuta con altri due aspiranti al trono pronti a spodestare il re: nel 2018 sarà Lewis V? Sebastian V? Oppure Max I?

  • Nico Rosberg si ritira, l’annuncio su Facebook

    Nico Rosberg si ritira, l’annuncio su Facebook

    Una notizia incredibile nel mondo della Formula Uno, una di quelle che di solito ci si aspetta il 1° di aprile, una di quelle news che si possono proprio definire come il classico fulmine a ciel sereno: Nico Rosberg si ritira dalla Formula Uno.

    L’annuncio è arrivato tramite la pagina Facebook del pilota tedesco ed è stata poco dopo confermata durante la conferenza stampa per il Galà della FIA a Vienna.

    Rosberg, divenuto campione del mondo di Formula Uno domenica scorsa al termine del gran premio di Abu Dhabi, dopo due secondi posti consecutivi dietro al compagno di scuderia in Mercedes Lewis Hamilton, ha motivato con il post sul famoso social la propria decisione.

    “Da 25 anni, da quando sono entrato nel mondo delle corse” inizia Rosberg nel suo post “Il mio sogno è sempre stato quello di diventare Campione del Mondo di Formula Uno”.

    C’è voluto duro lavoro, sacrifici e dolori, ma ce l’ho fatta, ho scalato la mia montagna ed ora sono in vetta e mi sento bene. Adesso sento di provare profonda gratitudine verso tutti coloro che mi hanno supportato nella realizzazione di questo mio sogno”.

    Nico Rosberg ha poi proseguito spiegando che ha iniziato a pensare ad un eventuale ritiro subito dopo aver vinto il Gran Premio del Giappone a Suzuka che aveva messo il destino del titolo era andato totalmente nelle sue mani, aumentando così la pressione sul pilota tedesco.

    “La mattina del Gran Premio di Abu Dhabi” prosegue ancora Rosberg “sapevo che quella poteva essere la mia ultima gara e quindi ho deciso di godermi al massimo ogni singolo momento, sono stati i 55 giri più intensi della mia vita”.

    La decisione vera e propria Rosberg comunica di averla presa lunedì sera, dopo un giorno di riflessione, andandolo a comunicare al manager della Mercedes Toto Wolff.

    Il post si chiude poi con Rosberg che comunica che nelle prossime settimane avrà il tempo di godersi l’anno appena concluso e anche di pensare alla prossima esperienza di vita che lo attenderà.

    Toto Wolff in prima persona ha commentato questa decisione, spiegando che la chiarezza e le parole di Rosberg lo hanno portato ad accettare serenamente e senza batter ciglio o replicare alla scelta del campione del mondo.

    La Mercedes ora si trova in una difficoltà inaspettata, chi siederà nella macchina al fianco di Hamilton nella prossima stagione? Wolff non si sbilancia ma parla di situazione inaspettata ma eccitante e che sarà preso tutto il tempo per scegliere il giusto pilota.

    Nico Rosberg si ritira quindi dal mondo della Formula Uno con un mondiale vinto, dopo 10 stagioni con Williams e Mercedes con 206 gran premi disputati ed un bottino di 23 vittorie, 57 podi e 30 pole position.

     

     

     

  • Ciao Jules, il mondo della F1 piange la morte di Bianchi

    Ciao Jules, il mondo della F1 piange la morte di Bianchi

    La notizia che tutti non volevamo leggere o sentire, da quella maledetta domenica 5 ottobre 2014, è arrivata nella mattinata italiana: il 25enne, avrebbe compiuto 26 anni il 3 agosto, pilota francese Jules Bianchi non ce l’ha fatta e si è spento dopo il lungo coma in seguito all’incidente nel Gran Premio del Giappone a Suzuka.

    L’annuncio della morte è arrivato tramite un comunicato, a nome della famiglia, apparso sulla pagina Facebook Jules Bianchi Official. Nelle poche parole del post, i familiari del pilota hanno comunicato con grande dolore che “Jules ha combattuto fino all’ultimo, come ha sempre fatto, ma oggi la sua battaglia è giunta al termine”. Nello stesso comunicato, la famiglia ha voluto ringraziare i medici dell’ospedale di Nizza, nel quale Bianchi era stato trasportato a metà novembre scorso, ma anche i medici del centro medico della prefettura di Mie, in Giappone, che avevano effettuato le prime cure, subito dopo l’incidente avuto in pista. Il messaggio si conclude con i ringraziamenti della famiglia a tutti i fans ed i colleghi che sono stati vicini a Jules in questi lunghi mesi, ma anche con la richiesta di rispettare il loro dolore in questo momento difficile.

    Jules Bianchi | Foto Twitter
    Jules Bianchi | Foto Twitter

    La notizia ha sconvolto il mondo della Formula Uno e del Motorsport e su Twitter sono arrivati subito messaggi di cordoglio di colleghi, da Button a Vettel, da Grosjean a Ricciardo, rivali in pista ma oggi tutti uniti nel dolore e nel ricordo di un 25enne morto, in un modo così tragico e beffardo, per portare avanti la propria passione e il proprio amore per le corse.

    Questa morte deve però far riflettere una Formula Uno che torna a piangere dopo la scomparsa di Ayrton Senna del 1994. Quello che è accaduto quel giorno a Suzuka, anche se la commissione ha dato principalmente la colpa al pilota, deve far assolutamente ripensare a tutti i criteri sulla sicurezza.

    Ma cosa accadde quel giorno in Giappone? Ricordiamolo anche per chi non ha visto quella tragica gara.

    Suzuka è colpita da un tifone violento, la partenza viene ritardata, poi il via avviene dietro la Safety Car. La corsa procede sempre sotto la pioggia con la visibilità che si fa sempre più scarsa e complicata, poi al giro 42 Sutil esce in testacoda alla curva Dunlop e si appoggia alle barriere. I commissari intervengono subito, sembra un classico e semplice intervento di rimozione con l’aiuto di una gru. Si vedono subito le doppie bandiere gialle ma poco dopo si nota una strana tensione sul luogo dei soccorsi ma non intorno alla macchina di Sutil. Cosa sia accaduto non è chiaro, la gara viene fermata con bandiera rossa, si capisce che è successo qualcosa di grave, si pensa possa trattarsi di un qualche problema ad un commissario ed invece la immagini che giungono poco dopo danno una drammatica versione dei fatti: Jules Bianchi con la sua Marussia, perde il controllo della propria auto e va, ad altissima velocità, ad infilarsi sotto la gru andando ad impattare violentemente con il casco contro il mezzo di soccorso.

    Il momento dell'impatto, tratto da un video di un tifoso, della Marussia di Bianchi contro la gru
    Il momento dell’impatto, tratto da un video di un tifoso, della Marussia di Bianchi contro la gru

    Da quel momento Jules entrerà in coma e non si riprenderà più sino alla scomparsa di questa notte.

    Prima di concludere però vogliamo ricordare chi era Jules Bianchi.

    Nato nel 1989 a Nizza Bianchi si mette subito in luce con buoni risultati prima sui Kart e poi nelle categorie inferiori, tanto da entrare nella Ferrari Driver Academy e divenire pilota di riserva del Cavallino Rampante. L’esordio in Formula Uno arriva nel marzo del 2013 con la Marussia. Il vero e proprio capolavoro lo compie nel Gran Premio di Monaco del 2014 quando conquista i primi storici punti per la Marussia giungendo nono, in realtà sarebbe arrivato ottavo ma una penalità da 5 secondi lo farà scalare al 9° posto.

    La tragedia di Suzuka ci ha così privato, non solo di un giovane ragazzo pieno di voglia di vivere, ma anche di un grandissimo pilota che molto probabilmente nel suo futuro avrebbe potuto salire nell’olimpo dei campioni di questo sport.

  • La Ferrari svela la nuova vettura, la SF15-T

    La Ferrari svela la nuova vettura, la SF15-T

    Il momento atteso dai tifosi della Ferrari e da tutti gli appassionati di Formula Uno è arrivato, oggi sul sito ufficiale della scuderia di Maranello è stata presentata la monoposto che parteciperà al mondiale di F1 del 2015.

    La prima vettura dopo la vera e propria rivoluzione (si capisce anche dal hashtag #RedRev2015 scelto per questa presentazione) che ha visto Montezemolo, Domenicali e Fernando Alonso lasciare la Rossa, venendo sostituiti da Marchionne, Arrivabene e Sebastian Vettel, ha un compito non certo impossibile: riuscire a migliorare la disastrosa stagione 2014 che ha visto la Ferrari chiudere l’anno senza alcun successo.

    La Ferrari SF15-T | Foto Twitter
    La Ferrari SF15-T | Foto Twitter

    La SF15-T, nome che ha nel proprio nome la lettera S che sta a significare Scuderia e la lettera T che simboleggia il turbo, denota a prima vista la differenza sostanziale del muso che non punta più verso il basso, non è “bucato” e non ha più quell’antiestetica forma di “formichiere” ma è invece più affusolato e ricorda una lingua. Le restanti forme della macchina non differiscono molto da quella del 2014.

    Una forma che ha entusiasmato il team principal Maurizio Arrivabene che nel video di presentazione ha citato il grande Enzo Ferrari.

    Come diceva Enzo Ferrari, la macchina bella è quella che vince. Guardiamo a quella dell’anno scorso, era brutta e perdeva pure. Quella di quest’anno è veramente bella, è una Ferrari veramente sexy.

    Anche i piloti sono parsi piuttosto entusiasti, a partire del nuovo arrivato Sebastian Vettel.

    E’ una nuova esperienza, la vettura sembra bellissima. Ogni anno quando c’è una nuova monoposto vedi i primi pezzi e poi la vettura completamente assemblata. Penso sia sempre un momento speciale e non vedo l’ora di scendere in pista per vedere come si comporta. Ovviamente ci sono sempre molte cose nuove da imparare ma con i test invernali cercheremo di trovare la giusta confidenza con la vettura. Guidare la Ferrari è un esperienza speciale e sarà certamente particolare a Melbourne nella prima gara con la Ferrari. Attendo impaziente quel momento.

    Anche Kimi Raikkonen ha espresso la sua opinione sulla nuova vettura ed è fiducioso di poter far bene avendo fatto tesoro degli errori della scorsa stagione.

    Passando al lato squisitamente tecnico ha parlato anche il direttore tecnico della Ferrari James Allison.

    Abbiamo cercato di dare più potenza alla nuova macchina, non solo come potenza massima ma anche attraverso un erogazione più facilmente gestibile dal pilota. Abbiamo cercato di realizzare un pacchetto aerodinamico adattabile a tutte le condizioni. Il retrotreno è più compatto e più snello con i radiatori più efficaci ed in grado di garantire un miglior raffreddamento.

    Il punto di forza dello scorso anno della Mercedes è stata sicuramente la Power Unit, proprio per questo la Ferrari ha cercato di migliorare in quel particolare e come emerge dalle parole del responsabile delle Power Unit della Rossa Mattia Binotto, il motore è stato migliorato per cercare di raggiungere entro fine anno le prestazioni delle frecce d’argento.

    Raggiungere il livello della Mercedes già dall’Australia è praticamente impossibile, visto il loro vantaggio. La squadra però a Maranello ha lavorato e sta lavorando bene, l’obiettivo è raggiungerli entro la fine del 2015.

     

     

  • Brabham, progetto Crowdfunding  per tornare in F1

    Brabham, progetto Crowdfunding per tornare in F1

    Un team che ha fatto la storia della Formula Uno per circa trent’anni dal 1962 al 1992 con oltre 400 gran premi disputati, 35 vinti,  2 titoli costruttori conquistati nel 1966 e nel 1967, e quattro mondiali piloti nel 1966 con Jack Brabham, nel 1967 con Danny Hulme e due volte con Nelson Piquet nel 1981 e nel 1983, insomma una grande squadra che tutti gli appassionati del motorsport non possono non ricordare, potrebbe tornare sui circuiti del mondiale di F1.

    Il “Project Brabham” è un progetto decisamente ambizioso basato sull’idea del Crowdfunding, ovvero il finanziamento collettivo, ed è stato presentato da David Brabham ex pilota nonché figlio di Jack Brabham fondatore dell’omonima scuderia nel 1962 e scomparso all’età di 88 anni lo scorso maggio.

    Ho sempre sognato di vedere il team Brabham di nuovo in pista, tornando a vincere e a correre ad alto livello prendendo l’eredità di mio padre stabilita quando ha creato la squadra negli anni Sessanta.

    Brabham

    In cosa consiste in sostanza il Progetto Brabham? In pratica  tutti coloro che vorranno aderire potranno versare un contributo con il primo obiettivo da raggiungere di 250mila dollari entro il primo novembre e necessari per porre le basi del team.

    Gli steps successivi prevedono raggiungimenti di obiettivi sempre più alti, ai quali ovviamente dovranno contribuire gli sponsor sino al raggiungimento della cifra di 8 milioni di dollari che è quella necessaria per poter iscrivere la squadra al Mondiale Endurance e partecipare alla 24 ore di Le Mans. Sarebbe il primo passo per poi continuare a sognare il ritorno in Formula Uno.

    David Brabham ha poi proseguito nella spiegazione del progetto, dei vantaggi dei contribuenti e della trasparenza, punto fondamentale in questo progetto:

    Guardando il normale modello delle corse, non lo ritenevo eccitante o abbastanza sostenibile per me per cercare di ricostruire la squadra da zero. Dopo un attento esame e ricerche, abbiamo trovato un modello di corsa che porterà i fans più vicini all’azione, ispirando piloti ed ingegneri di tutto il mondo offrendo la rara possibilità di far parte di questo nuovo ma storico team.

    Come già anticipato, sarà fondamentale il concetto di trasparenza e di possibilità di esser parte attiva del progetto e della costruzione del team:

    I membri della Brabham-Fan potranno interagire e contribuire a decisioni collaborative in un modo in cui nessuna squadra corse ha tentato prima, a sua volta attingendo al potere del pensiero collettivo. Brabham condividerà tutto, dalla sua ricerca di investitori al processo di selezione dei piloti, alla costruzione dei suoi locali, sino alla prima costruzione della macchina, compreso di test e corsa. Nei fine settimana di gara il Brabham-Fan avrà la porta d’ingresso per la telemetria in diretta, i dietro le quinte, le comunicazioni radio e persino la strategia di gara.

    Sogno realizzabile? David Brabham ci crede e manda un messaggio diretto a chi come lui voglia credere in questo progetto:

    Il Progetto Brabham darà alle persone la possibilità di essere parte del team fin dall’inizio. Una volta che avremo costruito una grande comunità inizieremo a vedere la potenza di una forza collettiva in grado di attrarre i fondi e partner per rendere questo viaggio un successo. Vieni e unisciti a noi e creare un altro pezzo di storia.