La Juve chiama, la Roma risponde. Buona la prima di Manolas. Da rivedere invece Cole, troppo timido. La Fiorentina sbaglia l’approccio iniziale e non riesce a rimediare nel secondo tempo, nonostante abbia avuto due-tre palle gol. Nella media Iturbe, che non è stato decisivo. In mezzo al campo Nainggolan e De Rossi pressano alto, mentre sugli esterni spinge Torosidis. Fiorentina non in grandissima condizione: Borja Valero non riesce ad entrare in partita e Brillante è totalmente spaesato, tanto che esce già dopo 35 minuti per far posto a Ilicic, che ha preso anche una traversa su punizione nel secondo tempo.
L’esultanza della Roma dopo il gol di Nainggolan, foto da Facebook / Il Pallonaro
Il gol arriva al 28’ quando Nainggolan riconquista una palla vagante a centrocampo, assist in area per Gervinho che controlla bene ma si fa respingere il tiro da Neto. Sulla ribattuta, però, arriva il belga, gran destro e rete. In avvio di ripresa Fiorentina più concentrata e attenta, aggressiva in mezzo al campo e pericolosa in attacco. Al 17′ della ripresa, dopo la traversa di Ilicic, De Sanctis compie un grandissimo intervento parando un tiro ravvicinato di Babacar. Poi i cambi. Dentro Joaquin e Aquilani per i viola, mentre Garcia inserisce Keita e Florenzi. Spazio anche per l’ex Ljajic, che non si mette in gran luce. In contropiede, al 93′, la firma finale la mette Gervinho.
Ammoniti: Cole, Astori, Torosidis, Totti (R), Rodriguez, Savic, M. Alonso (F)
Nel post gara ha parlato De Rossi:
“Era da tanto tempo che non giocavamo all’Olimpico ed è stato giusto salutare i tifosi a fine gara. Un pizzico di calo alla fine penso sia normale perché sono le prime partite. La Fiorentina, poi, è una delle squadre più propositive e nessuno riuscirà a non concedere nulla a loro. Morgan è stato bravissimo. Siamo all’inizio, noi partiamo per dare fastidio ala Juve. Ma occhio anche a Milan, Napoli, Inter, Lazio e Fiorentina, che se la giocheranno fino in fondo. Sono rimasto molto colpito dall’incontro che abbiamo avuto e sono entusiasta del nuovo corso. Bisogna lavorare come abbiamo sempre fatto, mettendosi a disposizione”.
La critichiamo sempre, ma alla fine quando riparte siamo tutti contenti: la Serie A ricomincia oggi, ore 18, con Chievo-Juventus. Il Chievo è cambiato moltissimo in questo calciomercato: ben 12 acquisti, a cui si aggiungono tutti i rientri dai prestiti. La Juve, invece, ha puntato di più sul rafforzamento della rosa, senza grandissimi acquisti paragonabili all’affare Tevez dell’anno scorso. Intanto, però, in casa bianconera è cambiato l’allenatore, che ancora deve mostrare cosa sa fare la sua squadra in una partita contro un avversario vero.
La locandina di Chievo-Juventus direttamente dalla pagina ufficiale bianconera / Il Pallonaro
A mettersi contro Allegri c’è anche la sfortuna, o meglio, un virus che ha infestato Vinovo: Llorente e Giovinco hanno l’influenza (ma sono convocati) e proprio Allegri è appena guarito. In più Pirlo ha preso una botta e sarà fuori un mese, Morata è infortunato, Barzagli si è operato dopo il Mondiale e Chiellini è squalificato. La formazione va a questo punto adattata secondo i giocatori che ti sono rimasti, vediamo allora come dovrebbero giocare le due squadre in campo oggi nella prima di Serie A:
La seconda partita della nuova stagione sarà il primo big match: Roma-Fiorentina. La squadra di Garcia era forte e ora lo è ancora di più. Partirà probabilmente titolare il nuovo arrivato Kostas Manolas, ma se così non dovesse essere, De Rossi slitterebbe in difesa e farebbe posto a Keita a centrocampo.
La Roma al lavoro prima della sfida, foto da Facebook
Out Maicon e Castan. Montella invece non potrà puntare su Cuadrado non perché è stato venduto, bensì perché è squalificato. Insieme a lui, out Rossi, Fernandez e Marin. Recupera dall’infortunio al polpaccio Pizarro, che comunque partirà dalla panchina.
Roma (4-3-3): De Sanctis; Torosidis, Astori, Manolas, Cole; Nainggolan, De Rossi, Pjanic; Iturbe, Totti, Gervinho (a disp.: Skorupski, Lobont, Emanuelson, Keita, Ucan, Paredes, Florenzi, Sanabria, Ljajic, Borriello, Destro)
Fiorentina (4-3-1-2): Neto; Tomovic, G. Rodriguez, Savic, M. Alonso; Aquilani, Borja Valero, Vargas; Ilicic; Babacar, Gomez (a disp.: Tatarusanu, Lupatelli, Hegazy, Basanta, Pasqual, Pizarro, Lazzari, Brillante, Joaquin, Bernardeschi)
Ad aprire la domenica saranno due sfide in contemporanea: Atalanta-Verona e Milan-Lazio. Nell’Atalanta non ci sarà Consigli, che andrà al Sassuolo, mentre sarà a disposizione Bonaventura, su cui c’è l’interessamento di molti club.
Le maglie dei due nuovi arrivati, foto da Facebook
Dall’altra parte, la squadra di Mandorlini presenta molti volti nuovi, uno su tutti il messicano Marquez, che farà coppia con Moras, tornato disponibile dopo il trapianto del midollo per salvare il fratello malato. Obbadi sostituirà Sala, alle prese con una contusione alla caviglia destra.
Il Milan ha ufficializzato il colpo Fernando Torres, che ovviamente non potrà essere utilizzato nella prima giornata. Allora Inzaghi come punta potrebbe adattare Menez, che andrebbe a fare il “falso nueve”. Al posto di Montolivo, ancora infortunato, ci dovrebbe essere Muntari, ma è percorribile anche la pista Cristante. Gli ospiti non potranno puntare su Marchetti, fermato da un problema muscolare, stesso problema che ha Onazi, che sarà però convocato.
La locandina di Milan-Lazio dalla pagina ufficiale del Milan
Ballottaggio Cana-Gentiletti per completare la coppia difensiva con De Vrij. Il tridente sarà Keita-Klose-Candreva, con Djordjevic pronto a subentrare.
Milan (4-3-3): Diego Lopez; Abate, Alex, Bonera, Armero; Poli, De Jong, Muntari; Honda, Menez, El Shaarawy (a disp.: Abbiati, Agazzi, Zaccardo, Rami, Zapata, Albertazzi, Cristante, Essien, Saponara, Mastour, Niang, Pazzini)
Lazio (4-3-3): Berisha; Basta; Cana, De Vrij, Radu; Parolo, Ledesma, Lulic; Candreva, Klose, Keita (a disp.: Strakosha, Novaretti, Gentiletti, Ciani, Braafheid, Konko, Onazi, Biglia, Felipe Anderson, Ederson, Mauri, Djordjevic)
Squalificati: Mexes, De Sciglio (M), Pereirinha (L)
Ci siamo, saranno le ultime due settimane di mercato quelle decisive per tirare un bilancio preventivo della prossima Serie A. I soldi non sono tutto nello sport, ma possono spostare equilibri importanti e far sì che la rotta di una squadra possa inevitabilmente cambiare. Esattamente al pari degli infortuni che si susseguono in stagione.
Ci sono i “nomi caldi” della nostra Serie A che sono nei taccuini di tante società europee e cifre, trattative più o meno velate che dall’inizio di questa finestra di mercato si sono succedute riportando presunte partenze pesanti dalla nostra massima serie.
Intanto abbiamo visto le nostre big fare incetta del meglio proposto da campionato scorso, Iturbe e Astori alla Roma, Romulo e Pereyra alla Juventus, Basta e Parolo alla Lazio con l’inserimento di “usati sicuri” come Evra alla Juve, Djordjevic alla Lazio, Ashley Cole alla Roma, Menez e Alex al Milan, Koulibaly al Napoli, M’Vila, Osvaldo e Vidic all’Inter, Marin e Basanta alla Fiorentina. Tutto questo condito dall’arrivo di tanti giovani di grandi prospettive come Morata, Ucan, Coman e De Vrij. Insomma, non partendo, per ora, nessuno dei pezzi pregiati già presenti in Serie A nella scorsa stagione (Gilardino, Diamanti e Immobile a parte che erano già ceduti o in fase di cessione) si può dire che il livello tecnico del nostro campionato si è alzato.
Tuttavia la nostra Serie A, da anni ormai, dall’essere l’ “El Dorado” per i campioni esteri è passata ad essere terreno di caccia per le società estere e queste due settimane che rimangono saranno decisive, al punto tale che potrebbero, con l’avvicinarsi della scadenza del mercato, diventaredeleterie per qualcuno.
Vidal nell’azione del gol
In generale le società più attrezzate come Juventus, Fiorentina e Roma hanno già in tasca le loro contromisure. In ballo ci sono rispettivamente Vidal, Cuadrado e Benatia, la Juve ha una lista di giocatori su cui investire i probabili introiti ed intanto li tratta ugualmente in alcuni casi come Luisao e Lavezzi. La Fiorentina ha trovato in casa con Bernardeschi e Babacar forze fresche ed i recuperi di Gomez e Rossi fanno presagire grandi cose. La Roma è stata la più attiva sul mercato e ad oggi ha tre giocatori per reparto, con Astori ha già il sostituto naturale di Benatia. Tuttavia immaginando una delle tre senza uno di questi campioni è facile rimanere nell’incertezza e in ogni caso si perde per tutte qualcosa di esplosivo e di imprevedibile.
Cerci, Candreva, Balotelli, Destro e Icardi sono gli altri nomi gettonati e sondati dalle squadre estere o trattati da qualche italiana e anche questi in un modo o nell’altro possono modificare convinzioni e prospettive delle rispettive squadre. Il Torino su tutte avrebbe le maggiori perdite in avanti, dopo la cessione di Immobile, se anche Cerci andasse via e non sarebbe una cosa positiva avendo per le mani la stagione del grande ritorno in Europa. Il Milan perderebbe in tecnica, ma potrebbe finalmente sbloccare il suo stantio mercato. Roma e Lazio sono attrezzate per sopperire alle eventuali perdite, ma inevitabilmente si vedrebbero togliere alternative importanti, tra le due conoscendo il modo di andare sul mercato di Sabatini sappiamo che la Roma in 48 ore sarebeb capace di rimpiazzare degnamente il giocatore mentre la Lazio è più titubante e con l’avvicinarsi della scadenza di mercato potrebbe essere attanagliata dalla fretta. L’Inter è quella, paradossalmente, messa meglio. Primo perché Icardi dopo le avvisaglie di inizio calciomercato è stato lasciato perdere, secondo perché in questo calciomercato ha speso pochissimo ed ha alzato di parecchio comunque il livello della squadra.
Saranno due settimane intense e che vedranno, se ci saranno, dei movimenti importanti alla fine. Proprio perché il mercato è anche uno strumento per mettere in dfficoltà, poi sul campo, avversarie che vengono ritenute temibili, Juventus e Roma su tutte. Pensate se Manchester United e Bayern Monaco o altre società facessero le famose offerte “indecenti” a fine agosto mettendo Juventus, Roma, Fiorentina o altri a non poter dire di no ma avere anche troppo poco tempo per definire trattative in entrata per rimpazzare giocatori come Vidal, Benatia, Cuadrado o Cerci.
Cambierebbe tutto e le prospettive potrebbero essere abbassate notevolmente per qualcuno. Staremo a vedere, per ora l’unica certezza è che la Serie A 2014/15 ad oggi ha alzato il baricentro e questo, sempre ad oggi è un bel segnale.
Nella selva dei giovani mandati in prestito per maturare esperienza nella scorsa stagione è emerso come un punto fermo della Fiorentina del domani. Non è un caso che Vincenzo Montella si sia dichiarato favorevolmente colpito da Federico Bernardeschi, rientrante da una stagione al Crotone chiusa positivamente, e abbia deciso di puntarci sopra per la prossima stagione.
Bernardeschi nasce a Carrara il 16 febbraio 1994 e sebbene già giovanissimo sia entrato in una delle tante scuole calcio dell’Empoli è la Fiorentina ad accaparrarselo per prima facendogli fare tutta la trafila nei settori giovanili. A nove anni, infatti, la società viola lo tessera per i pulcini.
La scorsa stagione la svolta. La Fiorentina lo cede in comproprietà al Crotone, per farlo maturare e finalmente farlo confrontare con il calcio professionistico. L’impatto è stato buono, 39 presenze condite da 12 reti ed un buonissimo numero di assist, la Fiorentina crede tanto in lui che nel mercato estivo lo perde temporaneamente per il riscatto da parte del Crotone, ma i viola lo controriscattano e lo riportano a casa.
Federico Bernardeschi | Foto Twitter / Il Pallonaro
Nella Copa Euroamericana ha dato un solo assaggio delle sue potenzialità, ma dolcissimo! Nel match d’esordio della Fiorentina della competizione prende palla a centrocampo e manda in rete, con un passaggio “al bacio“, Mario Gomez.
Cesare Prandelli nello stage di marzo a Coverciano lo ha chiamato con i big per fare le scelte definitive verso Brasil 2014 dopo che Federico Bernardeschi dalla Nazionale Under 18 è sempre stato nei pensieri del clan azzurro.
Federico Bernardeschi è un’attaccante esterno, un’ala destra capace sia di saltare l’uomo che di offrire assist importanti per i compagni, così ha preso il posto da titolare nel Crotone e così cercherà di fare in Serie A, anche se la concorrenza in quel ruolo è agguerrita. Come tutti gli esterni alti moderni è in grado di ricoprire il medesimo ruolo dalla parte opposta del campo. Abile sui calci di punizione, per le caratteristiche fisiche che ha dosa velocità e potenza, che deve ancora esplodere in pieno per la sua giovane età, oltre naturalmente ad una tecnica già molto affinata. Altra cosa che non guasta è la sua freddezza sotto porta che risalta quando dall’esterno si fa trovare smarcato in area stringendo verso il centro per sfruttare gli assist dei compagni.
Nonostante le voci di mercato che lo riguardano possano far pensare ad un’altra stagione in prestito o ad una cessione è difficile pensare che Vincenzo Montella e la Fiorentina decidano di lasciarlo andare non sfruttando l’occasione per valorizzarlo e plasmarlo al meglio per il progetto viola.
A soli 20 anni, Federico Bernardeschi, può rivelarsi una delle sorprese più interessanti della stagione 2014/15 con un bel risvolto a tinte azzurre perché si tratta di un giocatore sui quali puntare per il rilancio futuro della Nazionale.
Ad un passo dal mondiale e con le vacanze estive in corso le squadre di Serie A non stanno a dormire ed il calciomercato propone nuovi volti, in questo caso parliamo di un nuovo acquisto del Torino, l’attaccante venezuelano Josef Martinez e quello della Fiorentina, il portiere rumeno Ciprian Tatarusanu.
Ciprian Tatarusanu e Josef Martinez
Dallo Young Boys al Torino è stato il tragitto fatto dal giovane centravanti venezuelano Josef Martinez. Classe 93, rapido nelle ripartenze con grande sprint, Martinez è una seconda punta dal fisico compatto e con grande abilità nel tiro sia su azione che da fermo ed è capacissimo di mettere in mostra giocate di gran classe che potrebbe far felici i tifosi granata.
Oggi è stato presentato alla stampa e si è descritto raccontando tutte le impressioni dal suo arrivo in Italia e precisando di non essere il sostituto di Ciro Immobile partito in direzione Dortmund:
Josef Martinez
E’ per me un vero piacere essere qui, sono molto emozionato. Non vedo l’ora di dare il mio contributo alla squadra. Sono un attaccante che può giocare in tutte le posizioni dell’attacco, ma se devo dirla tutta preferisco giocare da seconda punta. In ogni caso, deciderà il mister, con cui a breve mi confronterò. Ho visto molte partite del Toro di quest’anno. E’ una squadra che mi piace molto, soprattutto quando gioca in casa, davanti al suo grande pubblico. Ho visto molti video con le giocate di Cerci, la coppia con Immobile era veramente fantastica. In ogni caso io non sono il sostituto di Immobile ma solo Josef Martinez. Con Alessio vorrei trovarmi bene e arrivare a grandi traguardi insieme. Sono piccolo di statura? Una piccola statura ha degli svantaggi ma anche dei vantaggi. Tanti grandi giocatori hanno un fisico simile al mio, come ad esempio Miccoli. Non temo il calcio italiano, anche se so che la fisicità conta molto”.
Se a Torino sponda granata si è pensato a rinforzare l’attacco, a Firenze dalla Steaua Bucarest è arrivato un nuovo portiere, che già da tempo la società di Della Valle stava cercando, Ciprian Tatarusanu.
Questo l’annuncio con cui la società viola, tramite il proprio sito ufficiale, ha comunicato l’arrivo di Tatarusanu:
ACF Fiorentina comunica di aver tesserato il calciatore Ciprian Tătărușanu. Tătărușanu è nato a Bucarest (Romania) il 9 Febbraio 1986. Nelle ultime 5 stagioni ha giocato con la maglia dello Steaua Bucarest vincendo 2 Campionati rumeni, 1 Coppa di Romania e 2 Supercoppa di Romania. Il nuovo portiere viola ha inoltre indossato 23 volte la maglia della sua nazionale.
Ciprian Tatarusanu
Tatarusanu, 1.94 per circa 90 kg, oltre a 133 presenze con la Steaua Bucarest vanta anche 24 presenze con la maglia della sua nazionale e si giocherà il posto da titolare con l’attuale portiere violaNeto.
Queste le prime parole di Tatarusanu relativamente a questa nuova avventura che si appresta ad affrontare:
Non vedo l’ora di iniziare la mia nuova esperienza professionale. Ho sempre voluto la Fiorentina per i programmi ambiziosi della società. Una squadra che gioca per divertire, tifosi passionali che sono tutt’uno con squadra e città, una delle più belle e culla dell’arte italiana.
La Coppa Italia 2013/2014 finisce nella bacheca del Napoli che con un 3-1 sconfigge la Fiorentina e mette in bacheca il trofeo, la partita però è stata preceduta da episodi che purtroppo ancora una volta hanno visto il calcio italiano uscirne pesantemente sconfitto.
Tutto ha avuto inizio nel tardo pomeriggio quando alcuni tifosi del Napoli sono finiti all’Ospedale, uno dei quali in codice rosso, per alcuni colpi di pistola. Quando si avvicinavano le 21, ora nella quale era previsto il calcio d’inizio della gara, l’atmosfera all’Olimpico, a causa delle notizie che arrivavano dei feriti, si è fatta pesante e ci sono voluti diversi conciliaboli prima di prendere una decisione. Addirittura quando il capitano azzurro Hamsik si è avvicinato sotto la curva per parlare con i propri tifosi è partita una pioggia di petardi, uno dei quali ha stordito un Vigile del Fuoco. Si gioca, non si gioca, si deve giocare, non si deve giocare? Alla fine dopo l’ultimo dialogo tra dirigenti delle Forze dell’Ordine e la curva dei tifosi del Napoli è arrivata la conferma: fischio d’inizio alle 21.45, con tre quarti d’ora di ritardo sul programma.
Proviamo quindi a parlare di calcio, dopo i fischi all’inno nazionale arriva il fischio più atteso, quello di Orsato che dà il via alla gara.
Montella mette in campo i suoi con un 4-3-1-2 con il recuperato Neto tra i pali, Tomovic, Gonzalo Rodriguez, Savic e Pasqual in difesa, Pizarro, Aquilani e Vargas a centrocampo con Borja Valero alle spalle di Ilicic e Joaquin.
Benitez recupera Higuain e lo schiera al centro dell’attacco con Insigne, Hamsik e Callejon sulla trequarti, Jorginho ed Inler a metà campo, Reina tra i pali con Henrique, Fernandez, Albiol e Ghoulam in difesa.
Si parte in un clima particolare con i tifosi del Napoli che non espongono bandiere e striscioni, ed i campo le due squadre che ad inizio gara tendono a studiarsi, anche se il Napoli ha due potenziali chance nei primissimi minuti, al 11° prima svolta del match ripartenza veloce del Napoli con Insigne che giunto in area piazza un tiro a giro che supera Neto, bacia il palo ed entra in rete. Pochi minuti, 6 per la precisione e da un errore di Vargas riparte veloce Higuain che mette il cross rasoterra che tutti bucano tranne Insigne che sul lato opposto calcia, il suo tiro è deviato da Tomovic che così spiazza Neto. La Fiorentina sembra un pugile al limite del K.O. ma ecco che al 28° Ilicic pennella per Vargas che al limite con il sinistro non lascia scampo a Reina. A questo punto la viola cresce e sul finire del tempo troverebbe anche il pareggio ma il guardalinee alza la bandierina ed il gol di Aquilani viene annullato, si va al riposo sul 2-1 per gli uomini i Benitez.
Nella ripresa è ancora la Fiorentina a fare la gara, iniziano le girandole dei cambi con Mati Fernandez che sostituisce Pasqual, Benitez cambia Hamsik ed Higuain con Mertens e Pandev, nella Fiorentina al 72° si rivede in campo dopo 5 mesi PepitoRossi. Al 79° Inler rimedia il secondo giallo e lascia i suoi in 10. Entra anche Matri che ha subito il merito al 83° di mettere Ilicic solo davanti a Reina ma il colpo sotto di sinistro dello sloveno non centra la porta. La Fiorentina avrebbe il recupero per provare a trovare il pari in 11 contro 10 ma al 92° Mertens è bravo e fortunato a sfruttare un rimpallo e a battere senza problemi Neto per il 3-1 che chiude la pratica.
I festeggiamenti del Napoli
Inizia così la festa del Napoli con un’invasione di campo di alcuni tifosi partenopei, è però una festa a metà, perchè sul campo il Napoli ha vinto e sollevato al cielo di Roma il trofeo ma fuori dal terreno di gioco a perdere è stato il calcio.
Ennesima pagina nera per il calcio e ennesima conferma che i mancati risultati in campo europeo sono il frutto di un intero sistema, di una lunga serie di assurdi compromessi, di un forte disagio di istituzioni calcistiche e non di gestire e dettare regole al sistema calcio. Il pre partita di Fiorentina-Napoli, finale di una bistrattata Coppa Italia, è da ascrivere senza dubbio alle pagine più nere del nostro calcio:scontri tra le due tifoserie e addirittura agguato armato ai tre tifosi del Napoli (gesto miserabile non ascrivibile ai tifosi viola ma secondo le cronache a quello della Roma). Il disagio delle istituzioni è stato subito evidente e tra l’incredulita’ dei calciatori il via libera alle ostilità viene dato da Genny ‘a Carogna, capo ultrà legato alla camorra e con un daspo scontato alle spalle.
Chi è Genny ‘a Carogna?
Gennaro De Tommaso, in arte Genny ‘a Carogna, uno dei capi ultras più noto nel mondo partenopeo e figlio di un affiliato alla camorra decide di conquistare la notorietà e dimostrare la sua influenza chiedendo prima un confronto con Hamsik e poi dopo rassicurazioni sulla matrice dell’agguato decide di far disputare la partita a patto che gli spalti stiano in religioso silenzio. Come se non bastasse, Genny indossava una maglietta con su scritto Speziale Libero. Magliettache offende ulteriormente lo stato italiano e porta in giro per il mondo il disagio sociale e di valori che vive il nostro paese.
I fischi all’inno e la vittoria del Napoli
Come se non bastasse, per dimostrare la coerenza di questi pseudotifosi quando Genny ‘a Carogna ha contribuito a ristabilire la tranquillità, l’inno Nazionale è stato disturbato da numerosi fischi come se gli spalti fossero gremiti per un evento casuale e non per la Coppa Italia. Coppa che vince ilNapoli grazie alla maggiore esperienza della squadra e a un tecjico navigato, laFiorentina esce comunque a testa alta e con la consapevolezza di poter recitare un ruolo da protagonista nelle prossime stagioni.
Non solo Juventus, Napoli e Intersi stanno muovendo in ottica futura di rafforzamenti per il prossimo anno. Anche il Milan sta avviando le prime trattative per il calciomercato, o quanto meno, sta gettando le basi per una rifondazione, per farlo bisogna dare priorità alle vendite: in pole position Abate e Montolivo (domenica era stato contestato addirittura il fatto che fosse titolare), ma anche Rami e Taarabt, che dovranno essere riscattati. Seedorf vuole dare la priorità al riscatto di Rami, ma entrambi sono fissati a 7 milioni e i rossoneri hanno bisogno di uno sconto.Farà sicuramente rientro a Milanello a fine campionato Matri che non avrebbe convinto i dirigenti Viola. Il ritorno in rossonero dell’attaccante sarebbe solo momentaneo visto che il Milan avrebbe intenzione di cederlo in via definitiva. Sembra invece tramontata definitivamente la possibilità di vedere a Milano il prossimo anno Alex, il difensore infatti è vicino a rinnovare con il PSG. Occhi degli osservatori rossoneri puntati invece sul giovane portoghese Guedes che in Italia abbiamo avuto modo di ammirare in occasione del Torneo di Viareggio.
La diretta avversaria della Juve per la corsa allo scudetto, seppur lodevole per l’annata fantastica che sta disputando cerca nuovi rinforzi Roma trovandosi a duellare con molte squadre. Innanzitutto i giallorossi cercano Calhanoglu, turco classe ’95 dell’Amburgo sul quale il Chelsea sembra essere in netto vantaggio. Per un altro classe ’95, Rabiot del PSG, si è parlato di Roma e di Juve, ma i francesi difficilmente si faranno sfuggire un talento del genere. Per Iturbe invece i giallorossi sono vicini ma la notizia di un accordo col Verona è del tutto infondata, anche perché c’è la concorrenza del Real Madrid. Blancos che fanno concorrenza anche per il 19enne del San Paolo Lucas Evangelista.
Hakan Calhanoglu
La Fiorentina non dovrebbe riuscire a riscattare il cartellino di Romulo: il Verona pagherà per il diritto di riscatto (circa 2,5 milioni), si assicurerà il 100% del cartellino e lo cederà probabilmente a una big. Triangolo per Cuadrado: il cartellino è a metà tra Fiorentina e Udinese e i viola lo vogliono riscattare interamente, ma in mezzo ci si è messa la Juve. Doppio duello col Napoli per due obiettivi difensivi: Fazio e Heurtaux.
Per il Parma molto dipende da una qualificazione europea o no: in caso positivo si cercherà di tenere almeno uno tra Biabiany e Paletta. Il primo obiettivo per l’attacco è Barrientos, che con la retrocessione del Catania partirà probabilmente, ma un’altra chanche è Quagliarella, che potrebbe arrivare per mezzo di uno scambio con Paletta. Schelotto e Saponara, a metà con Inter e Milan, diventeranno 100% Parma.
Verdetti non ufficiali ma ormai molto probabili in questa 32° giornata di Serie A: la Juve vince con il Livorno nel monday night e torna a +8 dalla Roma; adesso ai bianconeri bastano 4 vittorie (contro Udinese, Bologna, Sassuolo e Atalanta) per conquistare aritmeticamente il terzo scudetto consecutivo. Dall’altra parte della classifica, in fondo, la sconfitta col Torino, oltre a condannare all’esonero Maran (secondo stagionale per lui), porta il Catania a una retrocessione ormai quasi certa: sette punti dalla zona salvezza occupata dal Bologna che nell’anticipo ha conquistato un punto importante a San Siro contro l’Inter. In generale, in alto alla classifica, sembrano già fatte le posizioni finali: tricolore alla Juventus, Roma seconda, Napoli terzo.
Fernando Llorente
Sono troppi ormai i 12 punti che i partenopei hanno in meno dei giallorossi. Come sono tanti i 14 punti tra Napoli e Fiorentina che ormai manderanno per il secondo anno consecutivo la viola in Europa League. Si fa invece molto più interessante e combattuta la lotta per quinto e sesto posto: in ballo Inter (5°), Parma (6°), Lazio (7°), Atalanta (8°), Verona (9°), Torino (10°) e, se si è davvero svegliato del tutto, anche il Milan (11°): tutti e 7 sono nell’arco di 5 punti. Si fa interessante anche la lotta per la salvezza: leviamo il Catania che ormai sembra occupare perennemente il 20° posto e rimangono nell’arco di tre punti 4 squadre: Chievo (16°), Bologna (17°), Livorno (18°) e Sassuolo (19°). Situazione stabile nel mezzo della classifica per Genoa, Udinese e Cagliari, ormai sicuri della salvezza.
I risultati della 32° giornata di Serie A:
Chievo-Verona 0-1 (Toni)
Inter-Bologna 2-2 (Icardi [I], Pazienza [B], Icardi [I], Kone [B])
Fiorentina-Milan significa sfida tra cadute d’Europa. Infatti, dopo l’amaro epilogo degli ottavi di finale, con conseguente uscita dalle rispettive coppe europee, i due club si affronteranno con stati d’animo completamente opposti. I “viola“ infatti, cercheranno di ottenere il massimo risultato per tenere ancora aperta la lotta al terzo posto, occupato al momento dal Napoli di Benitez, che però se la vedrà con il Catania, al Massimino, in un sfida sulla carta, a basso coefficiente di difficoltà. L’ambiente in casa viola, grazie all’eccezionale vittoria del San Paolo, è nuovamente positivo, e i giocatori, sulla scia delle recenti ottimistiche dichiarazioni di Montella sull’eventuale aggancio al Napoli, sono determinati a recuperare il distacco sui partenopei ridotto ormai a 7 punti.
Clarence Seedorf | Foto Twitter / Il Pallonaro
Di fronte, però, la Fiorentina troverà un Milan che, nonostante palesi evidenti difficoltà di gioco e di risultati, proverà a strappare un risultato positivo, per evitare un’altra settimana difficile, che potrebbe inguaiare ulteriormente la panchina di Clarence Seedorf. Infatti, gli ultimi rumours non sono proprio positivi per il tecnico olandese, in quanto si vocifera un cambio della guida tecnica in caso di ulteriori risultati negativi . I rossoneri, d’altronde, non riescono a vincere da più di un mese: l’ultima vittoria infatti risale alla trasferta di Genova dove i rossoneri si imposero per 2 reti a 0 sui padroni di casa della Sampdoria con gol di Taarabt e Rami. Per strappare un risultato utile, il Milan dovrà dimostrare una maggiore solidità difensiva rispetto alla partita col Parma e dovrà pungere con i suoi giocatori più rappresentativi: Kakà, Honda, ma sopratutto Balotelli dovranno dimostrare di essere all’altezza e di digerire le critiche e i fischi di San Siro. Seedorf dovrà quindi dimostrare,di essere in grado, di dare la giusta motivazione a tutto lo spogliatoio, cercando di capovolgere la situazione negativa dell’ambiente sviluppatasi dopo i recenti risultati.
Statistiche alla mano, le partite al Franchi sono in sostanziale equilibrio: 29 le vittorie dei “viola“, 23 quelle dei rossoneri e 21 pareggi totali. La Fiorentina non vince in casa contro il Milan dalla stagione 2005/06 ,quando s’impose sui rossoneri per 3-1 con doppietta di Toni. Invece, segno del destino, l’ultima vittoria del Milan fu nella stagione 2010/11: il match terminò 2-1 e ad aprire le marcature fu proprio l’attuale tecnico Clarence Seedorf.