Ieri tutti i grandi ammiratori, compreso chi vi scrive, di Gabriel Omar Batistuta erano caduti nello sconforto più totale apprendendo la notizia della difficoltà dell’ex capitano della Fiorentina a camminare per più di mezz’ora causa il progressivo deterioramento dei tendini delle caviglie sottoposte, nella lunga carriera dell’Argentino, a continue infiltrazioni. Riguardo ai problemi di salute del bomber argentino, sotto accusa sono proprio le infiltrazioni a cui si è sottoposto in carriera per alleviare dolori e abbreviare i tempi di recupero dagli infortuni. Il più grave il 7 febbraio ’99, quando l’attaccante che festeggiava i gol col gesto della mitraglia si fece male in Fiorentina-Milan: stette fuori per oltre un mese, la squadra del Trap si smarrì e perse la testa della classifica. Batistuta ha smesso di giocare nel marzo 2005, dopo tre partite nella sua seconda stagione in Qatar con l’Al Arabi, proprio dopo un infortunio a una caviglia. Fortunatamente, nel pomeriggio di ieri, l’allarme si è ridimensionato grazie ai chiarimenti dell’ultimo medico che ha curato Bati-gol, operato alle caviglie un anno e mezzo fa: un intervento il cui esito all’inizio aveva suscitato qualche dubbio sulle possibilità di guarigione. Dubbi in seguito dissolti: ora come ora, Batistuta giramondo (tra Europa, Sudafrica, Argentina e Australia) gioca a tennis senza aver rinunciato al polo. Notizie quindi tranquillizzanti per chi ama ed ha amato questo fantastico giocatore, soprattutto a Firenze dove, non più tardi di metà luglio, in piena coppa America, Batistuta aveva ribadito il legame speciale con la città e i tifosi viola: “Quando sento il bisogno di un bagno d’affetto vado a Firenze”. E pochissimi giorni fa il neo ct della nazionale argentina, Sabella, ha annunciato che avrebbe contattato come collaboratori proprio il bomber argentino e l’ex difensore del Milan, Ayala.
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Dramma Batistuta, il Re Leone non riesce a stare in piedi
E’ senza ombra di dubbio uno dei migliori attaccanti di sempre, uno che con il gol ha sempre avuto un feeling particolare Omar Gabriel Batistuta, bomber e capitano della Fiorentina prima e della Roma e dell’Inter poi vive nel dramma a soli 42 anni per sempre più seri problemi ai tendini delle ginocchia ed ha difficoltà a camminare non riuscendo a star in piedi più di mezzora. La dichiarazione shock è di Luca Calamai giornalista della Gazzetta dello SPort e amico di Batigol. Il giorlista, in una intervista concessa a Calciomercato.com, spiega le condizioni fisiche dell’argentino “Ho avuto la fortuna di diventare amico di Gabriel Omar Batistuta ai tempi della sua avventura viola; all’inizio si sentiva osteggiato dalla coppia Branca-Borgonovo, che gli fecero la guerra. E ho vissuto quel periodo insieme con lui. Poi, quando Batistuta segnò il gol alla Juve mi inventai dl’iniziatva: spedite un sms a Batigol. E il fax della redazione di Firenze della Gazzetta andò in tilt! In due giorni, 3.000 messaggi. Poi, da lì decollò tutto. Ora purtroppo Batistuta fatica a camminare e gira il mondo cercando il sole. Non può stare in piedi più di mezz’ora per problemi alle ginocchia. Le infiltrazioni che ha subito gli hanno sbriciolato i tendini”. [jwplayer config=”240s” mediaid=”91796″]
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Prandelli: “Contro la Spagna per trovare l’identità”
“Voglio vedere in campo un squadra con personalità, la Spagna come sempre avrà un possesso palla straordinario, noi dovremo essere bravi ad avere una buona organizzazione nel recupero palla altrimenti la situazione diventerà complicata”. Queste le parole del commissario tecnico azzurro Cesare Prandelli direttamente da Coverciano in merito alla prossima amichevole in programma mercoledì contro la Spagna. I Campioni d’Europa e del Mondo in carica saranno un avversario davvero ostico per una Nazionale Italiana che dopo la disfatta nell’ultimo Mondiale è sulla piena fase di ricostruzione. Prandelli non cerca alibi ma sa che le Furie Rosse sono avversari più forti degli azzurri: “In campo ci saranno molti giocatori non al meglio della condizione fisica sia tra di noi che tra di loro. Ma la Spagna avrà il vantaggio di essere come sempre più squadra. Ancora siamo molto distanti da loro e stiamo cercando la nostra identità. Anche se amichevoli, sono queste le partite che ci possono dare delle risposte”. BALOTELLI CASSANO E ROSSI- Prandelli chiuso il discorso collettivo scende nel dettaglio parlando dei singoli, spiegando alcune situazioni particolari come quelle di Balotelli, e Cassano. Per il Bad Boy di Manchester, il c.t. azzurro ha commentato il gesto del tacco a tu per tu con il portiere che mandò su tutte le furie Roberto Mancini nell’amichevole estiva contro i Galaxy: “Il gesto di Balotelli? Credo che sia stato istintivo, a mio avviso non e’ stata una mancanza di rispetto verso nessuno. Sono sempre alla ricerca di giocatori che trovino spazio nei loro club – ha aggiunto Prandelli parlando anche di Cassano – il discorso quindi e’ rivolto a Cassano ma anche a tutti gli altri. Antonio saprà scegliere da solo cosa fare. Si tratta di scelte personali. A lui non mi sento di dare nessun consiglio. Rispetto a un anno fa Giuseppe Rossi ha confermato di valere un posto da titolare. In questo momento parte avvantaggiato. Non solo verso Cassano, ma verso tutti”. CONTRATTO COLLETTIVO – In merito al paventato sciopero proposto sul difficile accordo relativo al contratto collettivo il commissario tecnico azzurro Prandelli si è detto fiducioso: “La situazione e’ delicata, ma alla fine lo sciopero penso che non ci sarà, perché penso che tutte le parti vorranno trovare un accordo”. CALCIOPOLI- Andando avanti non poteva mancare l’argomento Calciopoli nella lunga conferenza stampa del c.t, dove Prandelli decide di schierarsi dalla parte di Andrea Della Valle, considerando l’ipotesi di un tavolo conciliatorio molto produttiva: “Oltre al buon senso ci vuole la volontà di tutti per chiudere un capitolo doloroso del calcio. C’e’ un clima che non mi piace si avverte violenza psicologica, trovo quindi la proposta di Andrea Della Valle molto interessante”. FIORENTINA- Prandelli ha anche chiarito l’incontro avuto in serata con i tifosi del 7bello (un settore della Curva Fiesole) nella portineria del centro federale di Coverciano: “Dai tifosi della Fiorentina mi arrivano spesso omaggi. Ieri sera mi hanno chiamato in camera, perché c’erano alcuni tifosi che volevano consegnarmi un omaggio. Erano dei tifosi della Curva Fiesole che già in precedenza mi avevano omaggiato una targa. Ieri, invece, non hanno fatto altro che regalarmi un “tapiro”, visto che ho perso una partita di golf”. Si continua a parlare di Fiorentina, in merito alla reazione di Della Valle alla contestazione dei tifosi, dove Prandelli cerca di buttare acqua sul fuoco stemperando gli animi e considerando gli striscioni e le proteste come una ‘bischerata’: “Sono d’accordo, però, con Della Valle – continua il c.t. azzurro – quando dice che non dobbiamo accettare nessun tipo di violenza. La violenza si unisce al calcio e’ assolutamente da condannare al cento per cento”. Parole sante. Dichiarazioni tratte da ITALPRESS
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Della Valle prova l’addio, Corvino compra Kharja
La Fiorentina è forse nel momento più caldo della florida gestione Della Valle, un pò come avviene alla Lazio con i tifosi in perenne lotta con Lotito, i proprietari viola vengono contestati dai tifosi e accusati di un manifesto disinteresse dalle sorti societarie. Obiettivamente la Fiorentina sin dall’arrivo della famiglia Della Valle è stato un escalation di successi fino alle ultime stagioni vissute caracollando a metà classifica senza obiettivi specifici. E’ umano pensare ad un ridimensionamento dei piani societari in conseguenza al mancato accordo per la Cittadella viola quello che serve è però chiarezza ed un nuovo progetto, chiaro per tifosi e giocatori. Il rapporto con i giocatori cardine nello spogliatoio non è più idilliaco e a questo punto sarebbe opportuno rifondare partendo proprio dalle cessioni di Gilardino, Montolivo e Vargas. L’ossatura della squadra può esser smantellata a patto che Corvino possa attingere dai ricavi e aver carta bianca sulla scelta degli elementi su cui dovrà partire la rifondazione. Ad esempio prende sempre più quota l’ipotesi di scambio con il Milan tra Montolivo e Cassano, Gilardino potrebbe andare al Grifone, Vargas invece è l’obiettivo primario della Juventus per la fascia sinistra. L’ipotesi è quella di uno scambio tra il peruviano ed Amauri i viola in questo modo avrebbero un attacco atomico e sopratutto in cerca di riscatto con Jovetic e Cassano a suggerire l’italo brasiliano. Intanto manca soltanto l’annuncio per il passaggio a titolo definitivo di Kharja dal Genoa alla Fiorentina. Corvino ha praticamente trovato l’accordo con Preziosi sulla base di tre milioni di euro regalando un giocatore eclettico e di qualità capace di giocare in qualsiasi posizione del centrocampo. Altri colpi importanti potrebbero arrivare dal Palermo, La Fiorentina infatti è interessata al centrocampista Bacinovic poco utilizzato da Pioli e in cerca di una sistemazione che gli consenta di giocare con continuità e nelle ultime ore a Cesare Bovo.
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Fabio Quagliarella, da attaccante principe a merce di scambio
La Juventus è all’ennesima campagna acquisti cruciale degli ultimi anni, e dopo aver comprato molti giocatori, con ogni probabilità se ne priverà di uno che nella passata stagione non ha sicuramente demeritato. La carriera di Fabio Quagliarella è ad un bivio, l’attaccante di Castellamare di Stabia ritorna dal bruttissimo infortunio subito lo scorso 6 gennaio contro il Parma e che gli procurò la rottura dei legamenti crociati ed il forzato stop proprio nel momento più importante della stagione e dove si era, con merito, ritagliato il ruolo di bomber principe della Vecchia Signora. Bomber che solamente nella magica stagione alla Sampdoria ha saputo superare di molto la doppia cifra, Quagliarella non è riuscito a raggiungere il rango di giocatore incedibile dopo l’esperienza a Genova. L’Udinese che lo rilevò a titolo definitivo dalla Sampdoria, lo cedette l’anno dopo al Napoli dove il buon Fabio doveva definitivamente esplodere nella sua squadra del cuore. Ed invece, ecco una nuova cessione alla Juventus, compagine dal blasone ancora importante in Italia, ma non all’altezza di Milan ed Inter per la lotta allo scudetto. Sicuramente lo fortuna non è stata dalla sua parte l’anno scorso, ma quando proprio la Juventus inizia l’ennesimo nuovo ciclo ecco che Quagliarella forse non ne farà parte essendo una pedina molto importante per raggiungere quell’esterno sinistro che manca ancora nella rosa bianconera e che risponde al nome di Juan Manuel Vargas della Fiorentina. Con la cessione di Gilardino al Genoa la viola necessita di un attaccante anche se, non siamo del tutto sicuri, che Quagliarella sia la scelta giusta, giocatore dai colpi fantastici e dai gol splendidi ma sempre con la valigia in mano.
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Antonio Cassano e la mentalità tutta italiana
L’approdo al Milan di Antonio Cassano lo scorso gennaio, dopo la tempesta scoppiata alla Sampdoria, rappresentava per il talento di Bari vecchia, il raggiungimento di un sogno e cioè di poter giocare con il club più titolato al mondo e da protagonista. “Sono nel club più importante al mondo, e se fallisco qui allora ho fallito tutto nella mia carriera”, queste le parole di Cassano nella sua prima presentazione in rossonero. Ma neanche sei mesi dopo e siamo di nuovo qui a parlare della nuova destinazione di fantantonio, eh si perché Cassano necessita di un posto di assoluto titolare la prossima stagione se non vuole perdere la possibilità di giocare i prossimi Europei con la maglia azzurra. Prandelli è stato chiaro, “verranno in nazionale chi giocherà con continuità la prossima stagione”, continuità che il buon Adriano Galliani nel Milan, non può certo assicurare a Cassano. Ed ecco quindi che in Cassano, riaffiora quella mentalità del posto fisso e del suo raggiungimento che rappresenta il sogno per qualsiasi italiano medio. Una questione tipicamente italiana dove si sa, la cultura del sacrificio e del lavoro ma soprattutto della meritocrazia, non è prerogativa e segno distintivo del nostro bel paese. Ed allora cosa succede? Succede che uno dei talenti più puri degli ultimi 20 anni del calcio italiano invece che cercare di guadagnarsi il posto in una squadra piena zeppa di campioni, lo pretenda di diritto con la naturale conseguenza di mettere fine con ogni probabilità, alla carriera nei grandi club per proseguire in una realtà più ridimensionata (Genoa? Fiorentina?) e forse, considerate tutte le sue bravate e la sua carriera, una realtà più adatta al suo reale valore.
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Fiorentina, inizia la contestazione. Mihajlovic insultato dai tifosi
Dalla Champions League disputata due stagioni fa e con ottimi risultati (tutti ricordano lo scippo subito dal Bayern Monaco), ad un ridimensionamento di base che è secondo solo a quello effettuato dalla Juventus con Alessio Secco prima e Beppe Marotta poi. Questa è la Fiorentina stagione 2011/2012 con la proprietà, rappresentata dai fratelli Della Valle, non disposta più ad effettuare investimenti ingenti ma più attenta alla ristrutturazione del Colosseo che alla rinascita della gloriosa compagine viola. Volato via Mutu, giocatore che ha creato problemi all’interno dello spogliatoio ma dalle indubbie qualità tecniche; Montolivo spogliato dalla fascia di capitano e sicuro partente in questa stagione a meno che non lo si voglia perdere a parametro zero dal 1 febbraio 2012; Gilardino allettato dalle avanche di Enrico Preziosi; Santana fuggito a parametro zero alla corte di Mazzarri al Napoli e per ultimo, Sebastien Frey che con signorilità ha salutato tutti ma che potrà causare forti rimpianti. Tutte queste operazioni fanno sì che la Fiorentina rischi seriamente il prossimo anno di dover lottare per le zone medio basse della classifica. Ed ecco quindi la protesta dei tifosi, scoppiata nella parte finale dell’allenamento pomeridiano di ieri che ha costretto ad un duro faccia a faccia proprio il tecnico Sinisa Mihajlovic. Dopo aver affisso alcuni striscioni, aver distribuito volantini con l’effige di Antognoni e la scritta:”Il mio presidente”, ed aver intonato cori come:”Solo per la maglia, cantiamo solo per la maglia”, dopo un’ora circa di lavoro sul campo, il tecnico gigliato Sinisa Mihajlovic si è avvicinato ad un centinaio di supporters gigliati, posti in una tribunetta del centro sportivo di San Piero a Sieve, invitandoli ad evitare delle contestazioni a priori. Tale intervento non ha destato i frutti sperati per il buon Sinisa che di tutta risposta, ha ricevuti cori ed insulti pesanti ed alcuni rivolti proprio alla sua persona. Sicuramente non un buon viatico verso l’inizio del campionato.
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Juve, oggi Vucinic, domani Vargas e Aquilani. È fatta per Lugano
Con il passare dei giorni prende sempre più corpo la fisionomia della squadra di Corso Galileo Ferraris, con Antonio Conte che ha ottenuto dei risultati grazie al suo sfogo della scorsa settimana sull’acquisto dei giocatori giusti al posto giusto. Ecco quello che in fondo era mancato alla Juventus del dopo Ranieri, un allenatore che sappia imporre le proprie idee nei confronti di una dirigenza che se lasciata a ruota libera dimostra di essere alquanto impreparata. Il povero Ferrara prima e Delneri poi hanno acconsentito a campagna acquisti indecorose, senza un minimo di parvenza logico – tattica e come al solito, a farne le spese, sono stati loro anche se, nel caso di Gigi Delneri, il buon tecnico di Aquileia ha dato sicuramente una forte mano al suo esonero. Servivano i terzini ed i terzini sono arrivati (Ziegler e Lichsteiner) anche se il cartellino di 10 milioni dell’ex Lazio è sembrato alquanto eccessivo; Occorreva un epurazione a centrocampo, quindi via Melo e Sissoko e dentro Pirlo e Vidal; serviva maggiore esperienza in difesa ed ecco l’arrivo Diego Lugano, fresco vincitore della Coppa America con il suo Uruguay. Ma è in attacco che il buon Marotta ha denotato tutta la sua poca attitudine a dirigere un mercato di una grande squadra: obiettivi conosciuti dalla concorrenza da tempo (vedi Tevez, Aguero e Giuseppe Rossi) e porte chiuse in faccia a go go come se a trattare ci fosse una provinciale qualsiasi. Tuttavia, grazie anche all’intervento di Antonio Conte, Marotta si è dato una svegliata capendo forse finalmente, che è meglio ascoltare l’allenatore in merito ai giocatori da acquistare. Per completare lo scacchiere bianconero manca il famoso esterno sinistro e tutto fa pensare all’arrivo del peruviano Vargas dalla Fiorentina. La Juventus ha proposto una scambio con Fabio Quagliarella ma i rapporti tra le due società non sembrano essere più quelli di un mese fa a causa dello sgarbo che Marotta sta facendo a Corvino sull’affare Aquilani con il romano pronto ad approdare, questa volta in maniera definitiva, a Torino per una cifra vicina ad 8 milioni di euro.
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Calciopoli, Ulivieri “il chiarimento costerebbe la Champions all’Inter”
Spesso leggendo le notizie riportarte dagli organi di stampa riportanti le dichiarazioni dei protagonisti rimango esterefatto, possibile che non si rendano conto della propria superficialità? Abete, Ulivieri, Beretta personaggi di spicco del mondo del calcio italiano che adesso auspicano un confronto fra le società dopo che loro stessi hanno impiegato ben 14 mesi per non decidere e addirittura al giorno tanto atteso e pubblicizzato da mesi (il 18 luglio) il presidente della Lega di A era assente. Della Valle, anche lui con colpevole ritardo, provocatoriamente o per distrarre un pò gli scontenti tifosi spara, per il momento a salve contro Massimo Moratti, “bene la prescrizione ti tutela, ma tu spiegaci” in sostanza la richiesta del patron della Fiorentina. Il presidente dell’Inter ovviamente stizzito e conscio che una parola fuori posto potrebbe stravolgere le carte in tavola rimbalza la proposta. Chi però si dice d’accordo con Della Valle sono le istituzioni, Abete scrive a Beretta auspicando un confronto e quest’ultimo si dice possibilista (impegni permettendo). Lo stesso Ulivieri intervenuto a Radio Blu ritenendo il chiarimento difficile ma auspicabile per il clima del campionato “Credo sia difficile un chirimento tra Della Valle e Moratti perché le prese di posizione sono nette. Credo che comunque abbia ragione Della Valle quando dice di sedersi ad un tavolo per uscire da Calciopoli. E’ un atteggiamento serio e chiaro, anche se questo potrebbe costare la Champions all’Inter, quindi la scelta di Moratti è capibile. Ci vorrebbe un atto di responsabilità da parte di tutti i presidenti di Serie A. Credo che l’invito della Fiorentina andrebbe colto da tutti.”. L’impressione è che tutti pensano di poter prender in giro qualcuno sottovalutando il problema e non considerando la possibilità d’implosione dell’intero sistema ma questa volta non per giochi di palazzo ma per il massiccio allontamento dei tifosi.
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Jovetic per Lavezzi, De Laurentiis scatenato
E’ un fiume in piena il presidente De Laurentiis e ogni giorno le sue parole infiammano il mercato. Questa sera il monologo del patron del Napoli scuote non solo i tifosi partenopei ma anche la già scontenta tifoseria viola. Il presidente per commentare i rumors odierni di possibile cessione di Lavezzi ha tirato in ballo come possibile sostituto Jovetic . “Come tutti i giocatori è nelle mani del suo procuratore. Bisogna vedere quanto sia capace il suo agente e spero che possa consigliarlo per il suo bene. Noi siamo riconoscenti a lui come lui è riconoscente a noi che lo abbiamo valorizzato. Spero faccia la scelta giusta. Io ho la clausola rescissoria e non posso fare nulla. Mi dispiacerebbe se dovesse andare via, gli faremmo anche una festa al San Paolo per i suoi fan che devono capire che c’è un inizio e anche una fine. Chi vogliamo al suo posto? Forse Jovetic“ La situazione di stallo in casa viola e le continue polemiche con i giocatori più rappresentativo apre a possibili illazioni anche se allo stato attuale una cessione appare impossibile. Il Pocho comunque è cercato dal City come possibile alternativa ad Aguero e dal Malaga ma per lasciare Napoli dovrà esser pagata la clausola rescissoria di 31 milioni di euro. De Laurentiis ha usato lo spazio per lanciare una stoccata anche al comune di Napoli per i lavori di ristrutturazione allo stadio “Sui lavori dello stadio la situazione è molto semplice. Se la ristrutturazione non comincierà per tempo o i lavori non saranno soddisfacenti abbiamo pronta l’alternativa. Ho parlato con Petrucci e ho chiesto la disponibilità dello Stadio Olimpico di Roma per la Champions. Trovando un accordo con le ferrovie dello stato si potrebbero trasportare i tifosi azzurri nella capitale in modo da avere 80.000 tifosi invece che 60.000. Dico questo perché sono un provocatore e non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno. Se il Comune dice no, dice no a voi tifosi, se non sono con noi sono contro di noi. E questo lo sapete benissimo”