L’urna di Nyon ha deciso, sarà Juve-Monaco nei quarti di finale di Champions League. Sorteggio più che positivo per la squadra di Allegri: andata il 14 aprile allo Juventus Stadium e ritorno il 22 a Monaco. La squadra francese attualmente si trova al quarto posto nel proprio campionato dietro Lione, Marsiglia e Psg; in Champions la squadra allenata da Jardim ha vinto il proprio girone che comprendeva Benfica, Bayer Leverkusen e Zenit; le individualità più significative sono rappresentate da Berbatov e Moutinho più dei giovani talenti molto interessanti come Carrasco, Bernardo Silva, Kondogbia e Martial.
Il modulo di gioco a cui si è affidato il tecnico Jardim è il 4-2-3-1: Berbatov è il punto di riferimento offensivo, giocatore che nonostante l’età non più freschissima,34 anni, ha dalla sua una notevole esperienza a livello europeo; in mezzo al campo Toulalan e Fabinho: il primo, capitano della squadra, è un centrocampista molto difensivo, un’incontrista; il secondo abbina tanta corsa e qualità, può essere impiegato sia come esterno che come centrale e riesce a inserirsi con ottimi tempismi in fase offensiva. Il diciannovenne Martial in patria è considerato l’astro nascente del calcio francese. In mezzo alla difesa qualche problema la Juventus può crearlo al Monaco: Carvalho è un giocatore molto logoro anche se navigato e conoscitore delle gare da dentro fuori.
In Europa League non ci sarà il derby tra le uniche due squadre rimaste in lizza, ovvero Napoli e Fiorentina; leggermente peggio è andata al Napoli che dovrà vedersela con il Wolfsburg, secondo nella Bundesliga e qualificato ai quarti dove aver eliminato l’Inter; il tecnico Hackett può contare su una rosa di tutto rispetto, il modulo impiegato è il 4-3-1-2 e sulla qualità dei suoi gioielli: De Bruyne, già autore di 14 reti tra Campionato e Coppe,con Schurrle e Dost a completare il reparto offensivo; in porta Benaglio è un portiere di grande affidamento; in difesa Naldo ha nella velocità il suo punto debole quindi sarà questa una carta che Benitez dovrà tenere bene il conto.
La Dinamo Kiev è un’avversaria da non sottovalutare ma la Fiorentina potrà giocarsi tutte le sue carte nel mazzo avendo anche il ritorno a Firenze; in casa gli ucraini sono imbattuti e hanno eliminato il Guingamp nei sedicesimi e l’Everton agli ottavi; la squadra che in campo si schiera con il 4-1-4-1 è allenata da Rebrov il quale ha giocato al fianco di Shevchenko; a difendere la porta c’è Shovkovskiy, classe 1975; a centrocampo Miguel Veloso rappresenta un punto fisso; i pericoli maggiori per la Fiorentina possono arrivare dalla trequarti in su, soprattutto sugli esterni dove giocano Yarmolenko e Gusev, in attacco Teodorczyk non ha ancora maturato una grande esperienza internazionale.
Un match attesissimo, che metteva a confronto due squadre italiane in un duello fratricida. All’andata l’1-1 mette più in difficoltà la Fiorentina che deve fare la partita ed è più in forma della Roma, che al contrario sebbene non sia costruita per giocare un calcio d’attesa, potrebbe aspettare l’avversario e colpirlo di rimessa.
La partita è il contrario di quanto ci si poteva aspettare, la Roma parte subito per chiudere il discorso, convinta di poter dominare l’avversario senza fare i conti con la maggiore verve della Fiorentina che nell’ultimo periodo ha trovato una linfa nuova ed è decisamente più pericolosa dei giallorossi. La Fiorentina aveva un’idea tattica precisa e l’ha portata fino in fondo mettendo subito le cose in chiaro anche in questa difficile trasferta, e lo si vede subito.
7° minuto follia di Holebas che in area aggancia da dietro Fernandez e provoca un rigore per i viola. Gonzalo Rodríguez a primo tentativo spiazza Skorupski e segna ma l’arbitro fa ripetere per i troppi uomini presenti in area al momento della battuta e nella seconda battuta cambia l’angolo ma non l’esito. Un inizio da incubo per i giallorossi.
La reazione della Roma è immediata perché da un cross dalla destra di Florenzi Pjanic calcia al volo verso la porta in modo splendido ma la sfera esce di poco a lato. Al 17° su un angolo battuto dalla destra è Torosidis a staccare sopra tutti i difensori viola ma anche a mettere il pallone a lato rispetto alla porta difesa da Neto.
Il 2-0 per i viola arriva su un altro regalo, Marcos Alonso pressa la manovra giallorossa sulla propria sinistra e avviene un retropassaggio verso Skorupski che il portiere fatica a tenere in campo e nel farlo lo regala allo stesso Alonso che resiste al ritorno dell’estremo difensore della Roma e deposita la sfera in rete. Doppio vantaggio della squadra di Montella e Olimpico gelato.
Non è tutto perché al 22° la Fiorentina fa tris, angolo da destra di Fernandez e Basanta salta solissimo e altissimo battendo ancora il portiere dei padroni di casa per uno 0-3 che dai mugugni fa passare definitivamente lo stadio in fase di contestazione.
La Roma è evidentemente stordita e incapace di rialzare la testa, Garcia toglie Torosidis e inserisce Iturbe nel tentativo disperato di aumentare la pericolosità della squadra. Al 28° Ljajic avrebbe un’ottima occasione per accorciare le distanze ma il suo tiro viene fermato da un attento Neto e la Fiorentina in contropiede mette sempre in apprensione la retroguardia giallorossa. Sul finire del primo tempo Pjanic colpisce di testa da un calcio d’angolo battuto da Florenzi, Neto sembra battuto ma sulla linea di porta è Borja Valero che respinge il tiro.
La ripresa è una fotocopia del primo tempo, la Roma cerca di tenere palla e costruire il gioco, la Fiorentina aspetta e riparte improvvisamente, nella corsa delle due squadre si nota tutta a differenza di morale e di motivazione, quando partono i viola sembrano imprendibili. Al 48° tutti in piedi per Salah, discesa fenomenale dalla sinistra e quando sembra chiuso con una finta di corpo lascia fermi due difensori giallorossi in area trovandosi davanti a Skorupski da solo, peccato che il suo tiro morbido però baci la parte superiore della traversa perché sarebbe stato un gol meraviglioso.
Al 55° Babacar, sempre su un’azione in velocità di rimessa, dopo aver stoppato il pallone e saltato un uomo in area calcia in porta, ma Skorupski para il fendente nell’angolino basso, è l’ultima vera emozione di una partita finita troppo presto e la Fiorentina non offende più fino alla fine una Roma che probabilmente cala in modo triste il sipario su una stagione che doveva vederla protagonista ed invece già a marzo la vede out da ogni competizione. E finita la partita i tifosi della Curva Sud hanno fermato i giocatori contestandoli.
La Dynamo Kyev distrugge, in casa propria, con un incredibile 5-2 l’Everton mettendo fuori dalle competizioni europee tutte le squadre inglesi e certificando il sempre più probabile sorpasso nel ranking UEFAdelle squadre tedesche su quelle britanniche.
Una doppietta di Felipe Anderson, il primo dei quali un vero gioiello, permette alla Lazio di Pioli di espugnare l’Olimpico di Torino e conquistare tre punti preziosi che fanno salire i biancocelesti al 3° posto solitario a -1 dalla Roma, impegnata nell’ultimo posticipo serale con la Sampdoria.
Nell’altra gara Mattia Destro illude il Milan trovando il vantaggio ad inizio ripresa. I rossoneri sembrano però incapaci di gestire il risultato e una volta subito il pareggio della Fiorentina con Gonzalo Rodriguez al 83°, si dimostrano fragilissimi permettendo a Joaquin, autore dell’assist del 1-1, di impattare di testa per il definitivo 2-1 che fa felice Firenze e rende sempre più traballante la panchina di Inzaghi.
Veniamo al racconto delle due gare partendo da Fiorentina-Milan.
Montella opta per un po’ di turnover dando fiducia a Gilardino in attacco supportato da Rosi ed Ilicic.
Inzaghi risponde con un 4-3-1-2 con Honda trequartista e la coppia Destro-Menez in avanti.
La partita inizia sotto una pioggia battente e dopo una partenza di possesso palla viola, esce fuori il Milan che ha un paio di chance con Honda e Destro. 30°, occasione enorme per Basanta che stacca di testa su cross da punizione ma centra la traversa. La Fiorentina cresce e su ogni calcio piazzato spaventa un Milan che dal canto suo spreca con Menez un paio di ripartenze. La prima frazione si chiude sullo 0-0.
Nella ripresa Montella effettua un doppio cambio e sono i viola a partire meglio chiudendo i rossoneri nella propria metà campo. Come spesso accade nel calcio nel momento migliore della Fiorentina, segna il Milan con Destro abile a toccare, spiazzando Neto, una conclusione di Bonaventura. La squadra di Montella si getta in avanti, cercando il pari ed esponendosi al contropiede rossonero. Il Milan sembra in controllo, ma al 83° su un bel cross di Joaquin arriva Gonzalo Rodriguez che di testa pareggia. Al 85° s’infortuna l’arbitro Russo, al suo posto l’addizionale Valeri. La Fiorentina ha più grinta, vuole vincere e al 89° viene premiata dal colpo di testa di Joaquin che ribalta il risultato. Inzaghi inserisce anche Pazzini ma non bastano nemmeno 6 minuti di recupero, vincono i viola e per Superpippo la situazione si fa sempre più critica.
Milan (4-3-1-2): Diego Lopez; Abate (85° Bonera), Paletta, Mexes, Antonelli; Van Ginkel, Essien (90° Pazzini), Bonaventura; Honda (80° Cerci); Destro, Menez.
Allenatore: Inzaghi.
Arbitro: Russo.
Ammoniti: Menez (M), Van Ginkel (M), Mexes (M), Pasqual (F), Rodriguez (F), Diego Lopez (M), Ilicic (F)
Veniamo al racconto dell’altra gara delle 19, Torino-Lazio.
Ampio turnover per Ventura che da fiducia alla coppia d’attacco Amauri-Martinez.
Pioli risponde con la migliore Lazio, con il consueto terzetto di centrocampo e il classico tridente offensivo Mauri-Klose-Felipe Anderson.
Nei primi minuti meglio la Lazio che quando si accende Felipe Anderson spaventa la difesa granata. Bravo Padelli al 18° su una bella conclusione di Parolo. La prima occasione del Torino ce l’ha Amauri al 28° ma Marchetti è bravo a respingere il colpo di testa. Il primo tempo si chiude sullo 0-0.
Ad inizio ripresa Pioli si gioca un doppio cambio per cercare di dare la sveglia ai suoi. Al 63° occasione enorme in contropiede per gli ospiti ma Keita non riesce a concretizzare. Al 71° gioiello di Felipe Anderson che si esibisce in uno slalom prima di piazzare la palla dove Padelli non può arrivare. La reazione granata si vede in una bella conclusione di Darmian deviata in corner da Marchetti. Felipe Anderson però è scatenato e al 77° riceve da Klose e da posizione angolata calcia battendo nuovamente Padelli. I padroni di casa provano a reagire ma la Lazio abbassa i ritmi cercando di addormentare il gioco. Impresa compiuta, i biancocelesti si portano al 3° posto a -1 dalla Roma.
TORINO – LAZIO 0-2 (71°, 77° Felipe Anderson)
Torino (3-5-2): Padelli; Maksimovic, Jansson, Bovo; Bruno Peres, El Kaddouri, Basha (78° Farnerud), Benassi, Silva (63° Darmian); Martinez (62° Maxi Lopez), Amauri.
Allenatore: Ventura.
Lazio (4-3-3): Marchetti; Basta, De Vrij, Mauricio, Radu; Cataldi (57° Onazi), Biglia, Parolo; Mauri (57° Keita), Klose, Felipe Anderson (79° Ederson).
Allenatore: Pioli.
Arbitro: Orsato.
Ammoniti: Maksimovic (T), Amauri (T), Radu (L), El Kaddouri (T), Basta (L)
La serata di Europa League non è stata certo brillante e positiva come ci si aspettava per le compagini italiane.
Nel tardo pomeriggio sono arrivati i K.o. di Torino a San Pietroburgo in casa dello Zenit e dell’Inter a Wolfsburg. Due sconfitte che rischiano seriamente di compromettere la qualificazione ai quarti delle due squadre.
In serata, oltre al Derby tra Fiorentina e Roma conclusosi in parità sul 1-1, risultato che sulla carta sorride ai giallorossi, si è avuto l’unico successo delle italiane, quello del Napoli che in un vero e proprio Higuain Show ha sconfitto, in rimonta, per 3-1 la Dinamo Mosca provando a mettere un bel tassello per il proseguimento del proprio cammino in Europa.
Veniamo al racconto delle gare.
ZENIT – TORINO
Il cammino in Europa League del Torino si fa decisamente in salita. La gara di andata degli ottavi di finale a San Pietroburgo ha visto i padroni di casa dello Zenit imporsi per 2-0. Una vittoria netta che è stata anche agevolata dall’espulsione di Benassi arrivata al 28°. Sino a quel punto il match era stato equilibrato e senza grosse emozioni. Ottenuta la superiorità numerica lo Zenit ha anche trovato il vantaggio al 38° con Witsel bravo a mettere in gol una respinta poco sicura di Padelli. Nelle ripresa dopo una bella azione tra Danny e Hulk, arriva il raddoppio di Criscito che spinge in porta una conclusione dello stesso Hulk respinta dal palo. In sostanza la gara si chiude qua, lo Zenit non spinge, il Torino non riesce a creare niente. All’Olimpico servirà tutto il cuore Toro per cercare l’impresa.
Torino (3-5-2): Padelli; Maksimovic, Glik, Moretti; Darmian, Benassi, Gazzi, El Kaddouri, Molinaro; Josef Martinez (33° Vives (51° Farnerud)), Quagliarella (74° Maxi Lopez).
Allenatore: Ventura.
Arbitro: Da Sousa.
Espulso Benassi (T) al 28°.
WOLFSBURG – INTER
L’Inter riesce a complicarsi la vita ed in sostanza regala il successo al Wolfsburg. I Nerazzurri non riescono a sfruttare l’immediato vantaggio realizzato da Palacio, ben assistito da Icardi, dopo soli 5 minuti. L’Inter non riesce a trovare il raddoppio con Hernanes al 21°, tiro deviato in corner, ed al 28° subisce il pareggio con Naldo bravo a saltare più in alto di tutti e a colpire di testa alle spalle di Carrizo, si va al riposo sul 1-1. Nella ripresa i tedeschi provano a spingere ma è Palacio ad avere e a fallire una clamorosa palla gol al 57°. Al 63° arriva il primo pasticcio di Carrizo che serve involontariamente i calciatori avversari, palla a De Bruyne che a porta sostanzialmente vuota non perdona. Al 75° il portiere dell’Inter completa la frittata facendosi infilare da una punizione di De Bruyne non certo irresistibile. Negli ultimi minuti Icardi fallisce il gol del 2-3 che renderebbe più semplice un ritorno che invece adesso sembra difficilissimo.
WOLFSBURG – INTER 3-1 (5° Palacio (I), 28° Naldo (W), 63°, 75° De Bruyne (W))
Wolfsburg (4-2-3-1): Benaglio; Vieirinha (88° Perisic), Naldo, Knoche, Rodriguez; Gustavo, Guilavogui; Caligiuri, De Bruyne, Schürrle (46° Trasch); Dost (70° Bendtner).
Allenatore: Hecking.
Inter (4-3-1-2): Carrizo; Santon, Ranocchia, Juan Jesus, D’Ambrosio (82° Kuzmanovic); Guarin, Medel, Hernanes (58° Vidic); Shaqiri (82° Kovacic); Palacio, Icardi
Allenatore: Mancini.
Arbitro: Marciniak.
FIORENTINA – ROMA
Il derby italiano d’Europa League finisce in parità. Partono meglio i viola che sfruttando una grave incertezza di De Rossi, riescono a trovare il vantaggio con Ilicic al 17°. Il primo tempo sembra decisamente di marca casalinga con Garcia costretto a due cambi per infortunio, De Rossi e Manolas, nella prima mezz’ora. Nel finale di frazione si vedono anche i giallorossi ma Ljajic spreca calciando alto da due passi. Nella ripresa la Roma pare avere un altra grinta ed al 60° Ljajic ha una chance enorme, ma si fa parare un calcio di rigore che Neto aveva causato in uscita su Iturbe. I viola però sembrano stanchi e la Roma ne approfitta con Keita che al 76° si trova solo, su azione di corner, e di testa schiaccia in gol. Non accade altro, per i giallorossi arriva un altro pareggio ma questo sembra decisamente più prezioso.
FIORENTINA – ROMA 1-1 (17° Ilicic (F), 76° Keita (R))
La Dinamo Mosca spaventa il Napoli ma poi ci pensa Higuain a trascinare i suoi ad un successo importantissimo. Ospiti subito in vantaggio dopo poco più di un minuto con il colpo di testa di Kuranyi su azione di corner. Il Napoli si spaventa rischia lo 0-2 con un’azione fotocopia ma poi si accende Higuain che con un bel colpo di testa pareggia al 25° e poi trasforma un calcio di rigore, procuratosi da Mertens, al 31°. Ad inizio ripresa Dinamo subito in 10 per il rosso a Zobnin ed il Napoli ne approfitta quasi subito con Higuain che trova la tripletta con una bella conclusione dopo lo stop di petto. Nei restanti minuti la squadra di Mosca non riesce a pungere mentre i partenopei cercano il quarto gol che però non arriva. Finisce 3-1, niente è deciso ma il Napoli parte certamente da una buona base di partenza.
Una Lazio praticamente perfetta, a tratti incontenibile ha mandato al tappeto una Fiorentina insicura, con poche idee e che ha limitato il passivo solo grazie ad uno straordinario Neto.
Gli uomini di Pioli hanno approcciato la gara nel modo giusto, hanno avuto solo il difetto di essere poco concreti nel primo tempo per poi però dilagare nel secondo tempo.
La Fiorentina invece non ha praticamente creato mai niente, non ha saputo reagire alle sberle prese ed ha mostrato una stanchezza, magari più psicologica che fisica, per le gare intense disputate nell’ultimo periodo.
Veniamo al racconto della gara.
Pioli recupera Marchetti e Mauri e schiera i suoi con il 4-2-3-1, con appunto Mauri, Candreva e Felipe Anderson alle spalle di Klose.
Montella risponde con il 4-3-1-2 con Ilicic e Salah di punta, supportati da Diamanti dietro di loro.
Partenza sprint della Lazio che al 5° trova già il vantaggio con una gran conclusione di Biglia che colpisce al volo dal limite, dopo una respinta della difesa viola, e batte Neto. nei minuti successivi i biancocelesti costruiscono altre tre ghiottissime palle gol che non vengono però sfruttate da Klose, Felipe Anderson e Mauri. La Fiorentina dopo lo shock iniziale prova a crescere cercando di spingersi con le accelerazioni di Salah. Al 25° viola vicino al pari con la punizione di Mati Fernandez che esce di poco. Alla mezz’ora si ripete la sfida Felipe Anderson-Neto e la vince ancora il portiere viola. Passano 3 minuti e Biglia cerca il replay del gol ma Neto sfodera una prodezza e devia il pallone sul palo. La Fiorentina non riesce a costruire ma anzi continua a soffrire le verticalizzazioni dei padroni di casa. Il primo tempo si chiude sul 1-0, risultato che va ampiamente stretto alla Lazio.
Si riparte con Montella che effettua un cambio, dentro Pizarro e fuori Diamanti. In campo si rivede un altra viola, più convinta, più aggressiva ma nonostante questo Marchetti rimane inoperoso, l’unico tiro insidioso arriva al 56° con Badelj che però non trova la porta. Neto torna protagonista al minuto 61° quando blocca una conclusione piuttosto forte ed insidiosa di Novaretti su azione da corner. Al 64° la Lazio raddoppia con Candreva che trasforma un calcio di rigore concesso per fallo di Tomovic su Felipe Anderson. La Fiorentina prova a premere ma la Lazio prima sfiora il gol con Klose, anticipato da Neto in uscita, e poi trova la rete al 75° con lo stesso tedesco che in tuffo spinge in gol un pallone respinto da Neto dopo un tiro di Candreva. Al 84° i biancocelesti calano il Poker, rapido contropiede di Keita che davanti a Neto calcia, il brasiliano salva, arriva Klose, altro salvataggio del portiere, la palla però torna al tedesco che da due passi sigla la doppietta. La gara finisce qua, la Lazio aggancia il Napoli al 3° posto mentre per i viola arriva uno stop dopo una serie positiva che durava dal 6 gennaio.
Adesso c’è la conferma, la Fiorentina ha pescato un grande campione: Mohamed Salah.
L’attaccante egiziano è stato super protagonista nella semifinale d’andata giocata contro i bianconeri di Torino allo Juventus Stadium. Una doppietta per lui che ha permesso alla squadra viola di conquistare un 2-1 pesantissimo che vale una bella fetta di qualificazione alla finale.
La Juventus ha fatto molto bene i primi minuti, non ha concretizzato un paio di chance, ha rimontato il primo vantaggio della Fiorentina con Llorente, ma nella ripresa ha commesso altri errori difensivi, uno dei quali costato il gol del 1-2. Allegri probabilmente dovrà riflettere su alcuni errori che non dovranno ripetersi a Dortmund.
Veniamo al racconto della gara.
Allegri decide di puntare ad un 4-3-3 con l’inserimento di Storari in porta, Ogbonna al posto di Chiellini, ed un tridente avanzato formato da Pepe-Llorente- Coman.
Montella, che deve fare a meno di Tomovic, Savic, Borja Valero e Pizarro, recupera in extremis Basanta, che va a far coppia con Rodriguez, ed inserisce Mati Fernandez, Badelj e Kurtic nel trio a centrocampo. Davanti spazio a Mario Gomez supportato da Joaquin e dall’uomo del momento Salah.
Parte subito forte la Juventus, protagonista Vidal che al 1° calcia al volo mandando alto, subito dopo riesce ad inserirsi ma il suo diagonale esce sul fondo. Al 7° si fa vedere anche la Fiorentina con una conclusione al volo di Kurtic, da buona posizione, che però esce larga. La Juve sembra in controllo del gioco ma al 11°, da un calcio d’angolo per i bianconeri, Salah riparte dalla sua trequarti, si lancia in velocità, entra in area e batte Storari. Un minuto dopo l’azione viola sembra ripetersi ma Vidal chiude su Salah. La Juventus prova una reazione e riesce a concretizzarla al 24° quando Llorente, su perfetto cross di Pepe, colpisce di testa mandando la palla alle spalle di Neto. Gli ospiti provano a prendere in mano la gara per abbassare i ritmi, al 31° sul bel tiro di Mati Fernandez, Storari mette in corner. Al 36° Coman è costretto a lasciare il campo, entra Tevez che prova subito a spaventare la retroguardia viola. Il primo tempo si chiude sul 1-1.
Nella ripresa prova a partire aggressiva la Juventus ma è Richards ad avere una ghiotta occasione al 49°, la difesa bianconera si salva in corner. La chance carica la Fiorentina che prova a spingere e mette in crisi il reparto difensivo di Allegri. Al 55° il gol degli ospiti arriva, errore di Marchisio in uscita, ne approfitta Salah che fa doppietta. Al 62° Neto si esibisce in una gran parata su conclusione bassa di Tevez. Il portiere brasiliano due minuti dopo per deviare un pericoloso tiro cross di Pogba, sbatte contro il palo, niente di grave. Ilicic, entrato al posto di Mario Gomez, calcia bene al 71° ma palla esce di poco. La Juventus, magari in maniera molto confusionaria e poco lucida, si getta in avanti alla ricerca del pareggio. Arriva il fischio finale, la Fiorentina con un super Salah, espugna lo Juventus Stadium e fa un gran bel balzo verso la finale.
Strepitosa “Manita” delle squadre italiane in Europa League. Cinque squadre su cinque qualificate agli ottavi d’Europa League e per un calcio che ha dovuto soffrire parecchio in Europa negli ultimi anni, quella di stasera ha l’aria di una grande rivincita.
Cinque qualificazioni tutte diverse tra loro. La Fiorentina partiva con ottimismo ma il Tottenham faceva comunque paura, i viola hanno saputo soffrire e alla fine vincere quasi in scioltezza. Ha sofferto più del previsto l’Inter che ha potuto tirare il sospiro di sollievo solo al 87°. Il Napoli ha fatto poco più di una passerella, visto il netto successo dell’andata. Impresa vera e propria quella del Torino che ha espugnato il San Mames in un’altalena di emozioni. Successo teso ma meritato quello della Roma che in una gara, sospesa nella ripresa per le intemperanze dei tifosi di casa, ha saputo portar a casa un successo pesante a Rotterdam nella tana del Feyenoord.
Domani con i sorteggi scopriremo il destino delle nostre compagini, intanto però godiamoci a pieno una notte di rinascita del calcio nostrano.
Veniamo al racconto delle gare di oggi.
FIORENTINA – TOTTENHAM
In settimana, prima della gara, i dirigenti viola si erano raccomandati con i tifosi di non fischiarlo e lui, Neto, si è reso super protagonista e se la Fiorentina ha compiuto l’impresa dell’eliminare il Tottenham il portiere brasiliano ha tanto merito. Nel primo tempo infatti si assiste ad una viola troppo brutta che viene salvata dal proprio portiere che al 29° disinnesca un contropiede di Soldado andando ad arpionare il passaggio dell’attaccante ad un solissimo Eriksen. Nella ripresa però è tutta un altra Fiorentina, i ragazzi di Montella passano in vantaggio al 54° con Gomez che ben servito da Badelj, batte Lloris. Gli Spurs accusano il colpo e Salah al 71° piazza la rete che chiude il match. La viola non corre più rischi e il Franchi, pieno di gioia, festeggia il passaggio del turno.
L’Inter fatica più del previsto ma alla fine vince e porta a casa la qualificazione. Subito brivido in partenza con Carrizo costretto al salvataggio su Mackay-Steven. L’Inter pian piano cresce e al 36° si trova in superiorità numerica per l’espulsione di van Dijk. Il vantaggio di un uomo sembrerebbe spianare la strada per una goleada, così non è perchè il portiere Gordon si dimostra in grande serata. Il Celtic si compatta e cerca il contropiede, i nerazzurri spingono e trovano il gol che fa tirare un sospiro di sollievo ai tifosi solo al 87° quando Guarin s’inventa una gran conclusione, un missile imparabile per Gordon che vale successo e qualificazione agli ottavi.
INTER – CELTIC 1-0 (87° Guarin)
Inter (4-3-1-2): Carrizo; D’Ambrosio (80° Campagnaro), Ranocchia, Juan Jesus, Santon; Guarin, Medel, Hernanes (79° Kovacic); Shaqiri; Icardi, Palacio (88° Puscas)
Impresa granata al San Mames, in una serata ricca di emozioni, a gioire è il Torino che espugna lo stadio dei baschi e porta a casa la qualificazione agli ottavi. La gara si mette subito bene per il Toro che al 16° trova il vantaggio con un rigore, per fallo di Gurpegi su Vives, trasformato da Quagliarella. L’Athletic si butta in avanti e al 44° Iraola è abile a trovare la rete del pari. Gioia che dura poco perchè nel primo minuto di recupero Maxi Lopez trova il colpo di testa vincente per il nuovo vantaggio ospite. Nella ripresa Maxi fallisce il match point ed il destino sembra punirlo quando De Marcos al 61° riporta la gara in parità. Il cuore granata però è enorme e al 67° Darmian s’inventa un gran gol per il 2-3 che è come un colpo da ko per l’Athletic che non riesce sostanzialmente a far più paura al Torino che può così gioire.
ATHLETIC BILBAO – TORINO 2-3 (16° rig.Quagliarella (T) 44° Iraola (A), 45°+2 Maxi Lopez (T), 61° De Marcos (A), 67° Darmian (T))
Athletic Bilbao (3-5-2): Iago Herrerìn; Etxeita, Gurpegi (42° Inaki Williams), Laporte; Iraola, Beñat (70° Susaeta), San Josè, Rico (78° Unai Lopez), De Marcos; Muniain, Aduriz.
Allenatore: Valverde.
Torino (3-5-2): Padelli; Maksimovic, Glik, Moretti; Darmian, Gazzi, Vives, El Kaddouri (84° Farnerud), Molinaro; Maxi Lopez (73° Martinez), Quagliarella.
Allenatore: Ventura.
Arbitro: Liany.
FEYENOORD – ROMA
Partita tesissima alla vigilia e tesa anche in campo tant’è che già nel primo tempo l’arbitro ha dovuto sospendere il match per qualche minuto per il lancio di una banana gonfiabile. Nella ripresa poi lunga sospensione per lancio d’oggetti, uno dei quali avrebbe colpito il direttore di gara, dopo l’espulsione di te Vrede. Veniamo al racconto della gara partono meglio gli olandesi ma è Totti a sfiorare due volte il gol, con un cucchiaio fuori di poco ed una punizione che colpisce il palo esterno. Sul finire del tempo arriva il vantaggio della Roma con Ljajic bravo a girare in rete un cross di De Rossi. Nella ripresa il fattaccio, al 54° l’arbitro mostra il rosso diretto a te Vrede e parte il lancio d’oggetti che porta alla sospensione. Si riparte e il Feyenoord in 10 contro 11 pareggia con il neo entrato Manu che s’infila nella difesa giallorossa. La Roma reagisce quasi subito e al 60° Gervinho, servito da Torosidis, realizza sottoporta il 2-1. Gli olandesi ci provano con tutto l’orgoglio ma non riescono a riaprire la qualificazione che viene ottenuta dagli uomini di Garcia.
FEYENOORD – ROMA 1-2 (45°+1 Ljajic (R), 57° Manu (F), 60° Gervinho (R))
Feyenoord (4-3-3): Vermeer; Boulahrouz (55° Manu), Van Beek, Kongolo, Nelom; Clasie, Toornstra, El Ahmadi; Karsdorp, Kazim-Richards (30° te Vrede),Vilhena (84°Achahbar) .
Tutto facile per il Napoli che partiva dalla vittoria per 4-0 ottenuta in Turchia 7 giorni fa. I partenopei hanno fatto la partita anche al San Paolo e oltre al gol siglato da De Guzman al 19°, gli uomini di Benitez hanno avuto altre occasioni per render il passivo ancora più pesante. Praticamente inesistente il Trabzonspor.
NAPOLI – TRABZONSPOR 1-0 (19° De Guzman)
Napoli (4-2-3-1): Rafael; Mesto, Henrique, Britos, Ghoulam; Inler, Jorginho; Callejon (75° Hamsik), De Guzman (69° Gabbiadini), Mertens; Higuain (63° Zapata).
Salah e Vives con le loro reti hanno fatto si che la gara Fiorentina-Torino, valevole per la 24esima giornata del campionato di Serie A, è terminata con il punteggio di 1-1. In campo, e soprattutto nelle gambe dei giocatori, sono presenti le scorie, i residui, la stanchezza dell’impegno di giovedì in Europa League; i viola le occasione per portare a casa i tre punti le hanno avute e alcune le hanno anche sbagliate, soprattutto nell’occasione del rigore fallito da Babacar e neutralizzato da Padelli.
Quando molti pensavano allo 0-0 è stato Salah bravo ad aprire le marcature ma dopo soltanto un minuto c’è stato un contropiede del Torino con Molinaro il quale ha servito la palla in mezzo all’area per l’accorrente Maxi Lopez, svarione difensivo della formazione di Montella, e gol siglato da Vives.
Dopo soli due minuti di gioco episodio dubbio in area del Torino con un braccio di Moretti, la palla è stata calciata da Vives, ma per il direttore di gara Guida è tutto regolare; al 9′ arriva il rigore per la viola causato da Benassi ai danni di Badelj, bravo a cercare l’impatto ma Babacar conclude su Padelli. Al 25′ occasione del Torino con Maxi Lopez, servito di tacco da Quagliarella, impegnando Tatarasanu che la sventa di piede.
Nella ripresa la Fiorentina continua la pressione ma il Torino è ben coperto nella propria metà campo; al 66′ l’occasione più ghiotta capita agli ospiti con Martinez, subentrato a Quagliarella, che evita il portiere in uscita con un pallonetto e sbilanciato calcia a rete ma trova Gonzalo sulla linea a evitare la rete, poi il finale con due gol nel giro di due minuti che fissano il punteggio sul definitivo 1-1. Granata che allungano la striscia positiva a 11 risultati utili consecutivi mentre i viola arrivano a sette risultati utili consecutivi.
E’ una serata che ha un gusto dolce e amaro quello che rimane dopo le gare di Europa League delle 5 compagini italiane.
Una solo vittoria, pesantissima e con buona parte di qualificazione in tasca per il Napoli, e 4 pareggi. Se Inter e Fiorentina sorridono, perchè il 3-3 dei nerazzurri in casa del Celtic e l’uno a uno dei viola a Londra nella tana del Tottenham sono risultati decisamente positivi in vista del ritorno, non possono certo esser contenti del risultato di parità Roma e Torino. I giallorossi non riescono più a vincere all’Olimpico e impattano per 1-1 contro il Feyenoord, i granata vanno sotto, rimontano, sorpassano e si fanno agganciare sul 2-2 dall’Athletic Bilbao.
Veniamo al racconto delle gare delle italiane di questa giornata.
TRABZONSPOR – NAPOLI
Tutto facile per il Napoli che sbriga la pratica turca in meno di mezz’ora. Apre le marcature Henrique con un colpo di testa dopo soli 6 minuti. Al 20° Gabbiadini si trasforma in assistman e serve ad Higuain la palla del facile 2-0. Passano 6 minuti e Gabbiadini entra nel tabellino marcatori firmando il 3-0. Il Tranbzonspor non esiste e nel finale il Napoli fallisce un rigore con Mertens ma cala il Poker con Zapata nel recupero.
Napoli (4-2-3-1): Andujar; Henrique, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Inler, Gargano (46° Lopez); Gabbiadini, De Guzman (70° Callejon), Mertens; Higuain (80° Zapata)
ROMA – FEYENOORD
La Roma non ha ancora trovato la cura alla pareggite. Contro il Feyenoord i giallorossi non riescono a gestire il vantaggio trovato al 22° con un bel colpo di tacco da Gervinho e si vedono agganciare ad inizio ripresa da un gol di Kazim-Richards, partito in posizione di fuorigioco. Adesso per la Roma si fa dura, anche se un successo a Rotterdam non è un’impresa impossibile per gli uomini di Garcia, servirà però la vera Roma.
ROMA – FEYENOORD 1-1 (22° Gervinho (R), 55° Kazim-Richards (F))
Roma (4-3-3): Skorupski; Torosidis, Manolas, Yanga-Mbiwa, Holebas; Nainggolan, De Rossi (65° Keita), Pjanic; Gervinho, Totti (65° Doumbia), Verde (75° Florenzi).
Altalena d’emozioni a Torino con i granata che vanno praticamente subito sotto contro i baschi del Bilbao per la rete di Williams ma grazie al cuore e all’orgoglio gli uomini di Ventura riescono a ribaltarla già nel primo tempo grazie ad un super Maxi Lopez che trova la doppietta. Nella ripresa però l’Athletic Bilbao riesce a trovare il 2-2, pesantissimo in vista del ritorno, con Gurpegi.
TORINO – ATHLETIC BILBAO 2-2 (9° Williams (A), 18°, 42° Maxi Lopez (T), 73° Gurpegi (A))
Athletic Bilbao (4-2-3-1): Herrerin; De Marcos, Etxeita, Laporte, Aurtenetxe (57° Iraola); San Jose, Etxebarria; Viguera (57° Gurpegi), Rico, Muniain; Williams (72° Sola).
CELTIC – INTER
E’ proprio il caso di chiamarla Pazza Inter. I nerazzurri nel primo quarto d’ora fanno quello che vogliono al Celtic Park di Glasgow e si portano addirittura sul 2-0 con Shaqiri al 4° e Palacio al 13°. L’Inter però bellissima in attacco è bruttissima in difesa e nel giro di un minuto tra il 24° ed il 25° riesce a riagganciarla con la doppietta di Armstrong. Gli errori però non sono solo di marca interista, al 45° infatti il portiere Gordon combina un pasticcio enorme e lascia la palla a Palacio che a porta vuota segna il 2-3. Nella ripresa l’Inter ha il difetto di non chiuderla ed arretrare troppo ed al 93° arriva il pareggio beffa di Guidetti. Il 3-3 in trasferta non è da buttare ma al ritorno serve una difesa più solida.
Inter (4-3-3): Carrizo; Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus, Santon; Guarin, Medel, Kuzmanovic (79° Dodò); Shaqiri, Palacio, Icardi (74° Kovacic).
TOTTENHAM – FIORENTINA
Grandissima prova della Fiorentina che riesce a strappare un pari importantissimo a Londra. La gara si mette subito male perchè il Tottenham trova il vantaggio immediato con Soldado. Gli Spurs non mollano la presa ma hanno il difetto di non raddoppiare e al 36° Basanta trova la parità. Nella ripresa Montella cambia il modulo e la viola cresce, concede poco e anzi avrebbe anche la palla per vincere. Finisce 1-1 risultato molto positivo in vista del ritorno tra 7 giorni al Franchi.
TOTTENHAM – FIORENTINA 1-1 (9° Soldado (T), 36° Basanta (F))
La Roma non riesce più a vincere, dopo i 4 pareggi consecutivi in campionato, intervallati dal successo solo ai supplementari contro l’Empoli negli ottavi di Tim Cup, arriva una sconfitta casalinga contro la Fiorentina che costa l’eliminazione proprio nella coppa nazionale.
Quella contro i viola è stata una partita che ha mostrato ancora una volta una Roma con poche idee, che ha costruito poco in avanti e che ha concesso due reti simili e fin troppo facili alla Fiorentina. Adesso Garcia avrà sicuramente da lavorare per riportare la sua squadra a quei livelli di gioco visti nella scorsa stagione e nella prima parte di questa.
Montella invece può essere decisamente soddisfatto dei suoi. I viola hanno giocato adattandosi ai ritmi bassi nel primo tempo, poi nella ripresa sono cresciuti e, con la coppia Pasqual-Gomez, hanno confezionato i due gol che sono valsi il successo. Adesso per la Fiorentina nella semifinale di Tim Cup ci sarà la Juventus.
Veniamo al racconto della gara.
Rudi Garcia schiera la Roma con il consueto 4-3-3, tra i pali va il portiere di coppa Skorupski. Chance per Cole in difesa e Paredes a centrocampo, in avanti tridente Ljajic-Totti-Florenzi.
Montella manda in campo i suoi con un 3-5-2, con l’assenza di Gonzalo Rodriguez in difesa vanno Basanta, Savic e Tomovic. In attacco la coppia è formata da Diamanti e Mario Gomez.
Si parte ed il match viaggia sull’equilibrio, nei primi dieci minuti si segnala solo un inserimento di Florenzi con conclusione alta. I ritmi si mantengono bassi, una svirgolata di Skorupski potrebbe favorire Gomez che però non ne approfitta e poco dopo è Ljajic a venire ben imbeccato da Totti ma il tiro del serbo viene deviato in corner. Alla mezz’ora, con la gara che stenta a decollare, Tatarusanu è bravo a neutralizzare un tiro da fuori di Nainggolan deviato da Cole. Un primo tempo non certo indimenticabile si chiude sullo 0-0.
Le due squadre tornano in campo senza sostituzioni e dopo pochi minuti un tiro da fuori di Diamanti spaventa Sk0rupski. Nel primo quarto d’ora si nota un leggero aumento di ritmo, la Roma tiene e fa girare palla ma non riesce mai a rendersi pericolosa dinanzi a Tatarusanu mentre la Fiorentina cresce, rispetto alla prima frazione, provando ad innescare un paio di volte Gomez. Al 65° la gara si sblocca, lancio lungo e preciso di Badelj per Pasqual che controlla e mette in mezzo una palla sulla quale si avventa Mario Gomez che con un tocco beffa Skorupski. Ci si aspetta una reazione furiosa della Roma che però non arriva. Garcia al 73°si gioca la carta Ibarbo, il colombiano, all’esordio con la maglia giallorossa, prova subito a vivacizzare l’attacco della Roma. I padroni di casa si buttano in avanti più con orgoglio che con idee, la Fiorentina tiene, anzi i viola trovano il raddoppio, ancora una volta Pasqual crossa in mezzo, Mario Gomez controlla e batte a rete superando Skorupski.