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  • Jovetic addio alla Fiorentina? Inter e Napoli in agguato

    Jovetic addio alla Fiorentina? Inter e Napoli in agguato

    Stevan Jovetic sta maturando l’idea di dire addio alla Fiorentina. E’ questa l’indiscrezione che campeggia sulla prima pagina del Corriere dello Sport in edicola oggi. Dopo quattro stagioni in viola (di cui una senza giocare per un grave infortunio) il talento montenegrino è pronto a fare il salto di qualità doveroso per chi possiede le sue qualità. Mezza Europa e mezza Italia è sulle sue tracce da tempo e adesso se davvero la sua volontà fosse quella di cambiare aria possiamo già intuire l’asta che si scatenerà per il 22enne viola. La valutazione del suo cartellino si aggira sui 30 milioni di euro, cifra difficilmente spendibile dai club italiani in questo momento ed è proprio per questo che non bisogna escludere per il nostro campionato una possibile perdita di un altro campione (dopo Lavezzi oramai con un piede e mezzo già a Parigi). Il Chelsea lo ha sempre seguito ma considerando l’acquisto di Hazard difficilmente il club londinese spenderà altri soldi sovraffollando il reparto offensivo. Stesso dicasi per il Manchester City di Roberto Mancini, che stima molto il talento montenegrino ma ha virato già da tempo su altre opzioni vedi Robin Van Persie.

    Ecco che allora incredibilmente i 30 milioni richiesti dalla Fiorentina potrebbero arrivare proprio dall’Italia. Da chi? In pole position c’è il Napoli di Aurelio De Laurentiis, che proprio dalla cessione di Ezequiel Lavezzi ricaverà circa 28 milioni e potrebbe facilmente investirli tutti per sostituire il Pocho con Jo-Jo. D’altronde non dimentichiamo che già un anno fa quando al presidente napoletano veniva chiesto il nome di un possibile sostituto di Lavezzi, egli stesso dichiarò di guardare con molta attenzione a Stevan Jovetic. Adesso che metà dell’opera si è materializzata, è facile immaginare l’attuazione dell’altra metà.

    Stevan Jovetic © Valerio Pennicino/Getty Images

    Non solo il Napoli, perchè una delle società che potrebbe tentare l’assalto al montenegrino è l’Inter di Massimo Moratti. I nerazzurri dopo aver alzato bandiera bianca nell’affare Lavezzi, sia per l’impossibilità a pagare in soli contanti la clausola rescissoria sia per la volontà del giocatore di non tradire i tifosi napoletani vestendo un’altra maglia in Italia, sono pronti a fiondarsi su di un altro campione da affiancare a Diego Milito e Rodrigo Palacio (primo acquisto del mercato 2012 interista). Ma bisogna constatare che anche nel probabile assalto a Jovetic, l’Inter avrà il solito handicap ossia non essere disposti a pagare in contanti tutto il cartellino del giocatore. L’offerta nerazzurra alla Fiorentina  ricorda come struttura l’offerta fatta al Napoli per Lavezzi. La società di Corso Vittorio Emanuele è disposta a mettere sul piatto dei Della Valle un conguaglio economico che non supera i 15 milioni più eventuali contropartite tecniche come Emiliano Viviano (grande tifoso della Fiorentina) e Marco Davide Faraoni.

    Se si dovesse delineare un duello tra Inter e Napoli potrebbe essere decisiva la volontà del giocatore ma anche l’eventuale ingaggio offerto al montenegrino. E qui in vantaggio c’è l’Inter che a Lavezzi aveva offerto 3,8 milioni annui e potrebbe offrirli ugualmente a Jovetic mentre il Napoli come tutti sappiamo ha un tetto ingaggi che non supera i 2.2 milioni annui percepiti solo da Edinson Cavani. L’assalto a Jovetic è appena iniziato e chissà non si inserisca anche la Juventus di Andrea Agnelli che è sempre alla ricerca del famoso top player su cui puntare nella prossima stagione. Ne vedremo delle belle.

  • Borsino allenatori Serie A, Zeman Roma. Petkovic Lazio

    Borsino allenatori Serie A, Zeman Roma. Petkovic Lazio

    Nonostante tutta l’attenzione, in questi giorni, sia rivolta al ciclone scommessopoli e alla Nazionale azzurra che si sta preparando per gli Europei di Polonia ed Ucraina, le società continuano a lavorare sia per quanto riguarda il calciomercato, al fine di rafforzare gli organici da mettere a disposizione degli allenatori sin dall’inizio della preparazione estiva. Ed a proposito di allenatori, cercheremo adesso di far un borsino allenatori serie A provando ad intuire i movimenti sulle ancora tante panchine vuote o le cui società non hanno sciolto le riserve. Ma partiamo dalle certezze. E qui vi rientrano le prime tre classificate dell’ultima stagione.

    La Juventus, nonostante l’avviso di garanzia della Procura di Cremona, ha difeso ma spada tratta e confermato Antonio Conte, l’uomo che ha riportato i bianconeri sul tetto d’Italia dopo diversi anni. Resterà sulla panchina del Milan Massimiliano Allegri, nei cui confronti sembrava mancare la fiducia della società rossonera che invece ha deciso di dare un’altra chance all’allenatore toscano nonostante la non brillante annata appena trascorsa. Sembra aver smaltito la stanchezza che si era palesata dopo l’ultimo turno di campionato Francesco Guidolin, il quale guiderà l’Udinese sin dai preliminari di Champions League.

    In zona Europa League al momento l’unica panchina certa è quella dell’Inter, affidata ad Andrea Stramaccioni che ha avuto il compito di guidare i neroazzurri nel’ultima parte dell’annata appena trascorsa. Discorso diverso invece per Napoli e Lazio. De Laurentiis come al solito non ha sciolto le riserve con Mazzarri, il quale pretende alcune garanzie tecniche ben precise. Al momento c’è circa il 70% delle possibilità che resti, mentre il restante 30% è da dividere tra Reja (20%) e Montella (10%), tecnici gli ultimi due molto graditi dal patron dei campani. La Lazio sembra aver sciolto ogni dubbio: sarà il serbo Vladimir Petkovic il nuovo tecnico.

    Zdenek Zeman © Giusepep Bellini/Getty Images

    Tecnico straniero anche per la Roma, ormai vicinissima a Zdenek Zeman. Il boemo (90%) sembra aver battuto la concorrenza sia di Vincenzo Montella (5%) che di Andrè Villas Boas (5%). E a proposito di Montella (60%), sembra essere lui il prescelto di Pradè per guidare la Fiorentina, ma ancora il discorso è tutt’altro che concluso. La società infatti sta valutando anche altre soluzioni, come quella che porta a Claudio Ranieri (30%) e Fulvio Pea (10%), mentre per Zeman ormai c’è poco da fare. Se l’aeroplanino risolverà il rapporto con il Catania, allora l’affare potrebbe concludersi in fretta. Ed a proposito degli etnei, il patron Pulvirenti sembra orientato su Marino (70%), il quale dovrebbe battere la concorrenza di Maran (20%) e Ficcadenti (10%). Quest’ultimo infatti sembra orientato alla riconferma in quel di Cagliari.

    Tanto per cambiare nuovo allenatore a Palermo: si tratta di Giuseppe Sannino, reduce da un’ottima stagione in quel di Siena. I toscani, per la sua successione, stanno seriamente pensando all’attuale tecnico del Sassuolo Pea (60%), ma molto dipenderà anche dall’eventuale promozione degli emiliani in Serie A e dal futuro dei bianconeri implicati nella vicenda scommessopoli. L’alternativa sembra essere rappresentata da Davide Dionigi (30%) del Taranto, mentre sembra da escludere l’ipotesi Devis Mangia (10%). Non cambieranno nulla Atalanta, Bologna, Chievo e Parma, le quali proseguiranno rispettivamente con Colantuono, Pioli, Di Carlo e Donadoni, autori di ottime stagioni.

    Preziosi ha deciso di dare fiducia a Gigi De Canio, il quale ha guidato il Genoa alla salvezza nelle ultime giornate del campionato appena trascorso. Capitolo neo promosse: Giampiero Ventura non si muoverà da Torino, mentre il Pescara cambierà, con Zeman destinato alla Roma. In pole sembra esserci Delio Rossi (40%), ma la concorrenza è davvero tanta. Da non escludere però un ritorno di Eusebio Di Francesco (30%) o la scommessa Giacomo Modica (30%), pupillo di Zeman.

  • Ljajic non canta inno, Mihajlovic lo esclude dalla Nazionale

    Ljajic non canta inno, Mihajlovic lo esclude dalla Nazionale

    Dopo l’ormai celebre episodio del litigio in panchina, che lo ha coinvolto insieme all’ex tecnico della Fiorentina e che di fatto condusse all’esonero di Delio Rossi, giungono nuovi guai per il centrocampista Viola Adem Ljajic.

    Questa volta, però, le problematiche non sono connesse alla società gigliata – che con il neo direttore sportivo Daniele Pradè dovrà definire la posizione del calciatore per la prossima stagione – bensì alla Nazionale Serba, guidata dall’ ex difensore di Sampdoria, Lazio ed Inter, oltre che ex tecnico di Catania, Bologna e Fiorentina Sinisa Mihajlovic, impegnata sabato scorso nell’amichevole contro la Spagna, prossima avversaria degli Azzurri di Cesare Prandelli nella gara di apertura del girone eliminatorio europeo.

    All’inizio della gara in questione – poi persa dalla Serbia per 2 a 0 – nel consueto rituale dell’esecuzione degli inni nazionali, Adem Ljajic si sarebbe rifiutato di cantare l’inno serbo: uno sgarbo ritenuto imperdonabile dal neo cittì Sinisa Mihajilovic che, appena insidiatosi sulla panchina della sua nazionale, ha stilato un codice comportamentale poi sottoposto alla firma ai suoi calciatori. In tale “vademecum”, infatti, uno dei punti principali era costituito proprio dall’obbligo di cantare l’inno nazionale prima di ogni gara e lo stesso Ljajic, con la sua firma, aveva accettato di farlo. In campo, però, ciò non è accaduto e tale episodio ha causato l’immediato allontanamento dal ritiro della nazionale, dopo un breve confronto con il commissario tecnico Mihajilovic avvenuto nella giornata di domenica.

    Adem Ljajic | © ALEXANDER KLEIN/AFP/GettyImages

    Durante tale incontro, infatti, il calciatore della Fiorentina avrebbe spiegato di non voler cantare l’inno “per ragioni personali”, con tutta probabilità connesse alle sue origini: Adem Ljajic, infatti, è nato nel Sangiaccato, ai confini con il Kosovo, una regione a maggioranza musulmana – anche Ljajic lo è – storicamente in opposizione con il centralismo della capitale Belgrado, anche alla luce delle decise spinte autonomiste della regione, che richiede una maggiore indipendenza rispetto alla capitale serba.

    Le ragioni personali di Ljajic, dunque, sarebbero ben fondate e, dunque, totalmente avulse da un “colpo di testa” o da un semplice atteggiamento di ribellione: la decisione di Mihajlovic, di contro, appare come la volontà di imporre ai suoi l’obbligo di cantare l’inno, prescindendo dalle ideologie personali che, in un Paese come la Serbia, hanno un peso specifico rilevante, alla luce dei tristi eventi storici accaduti, dalla violenta repressione di Milosevic alla sanguinosa guerra degli anni immediatamente successivi.

    D’altrocanto, però, è pur vero che se si decide di indossare la maglia della Nazionale si abbraccia in toto ciò che ne consegue e bisogna calarsi in pieno nell’ottica di rappresentarla. In bilico fra due fuochi, dunque, la Federazione serba (FSS) ha tentato di adottare una posizione diplomatica, finalizzata a ricucire lo strappo ed a non chiudere completamente le porte a Ljajic, considerato un elemento tecnicamente molto valido. In tal senso, dunque, la Federazione ha rimarcato che l’esclusione di Adem non deve essere considerata in maniera definitiva precisando in un comunicato ufficiale che “le porte della Nazionale non sono chiuse per sempre, ma il giocatore deve informare il tecnico di aver cambiato posizione: se dimostrerà di essere in forma potrà essere convocato nuovamente”.

  • Montella scaricato anche dal Catania. Ora resta l’opzione Fiorentina

    Montella scaricato anche dal Catania. Ora resta l’opzione Fiorentina

    Da settimane ormai sembrava ad un passo dal ritorno sulla panchina della Roma, dopo l’ottima stagione di Catania. Ma dopo che la società giallorossa ha deciso di puntare decisa su Zdenek Zeman, per lui le possibilità di allenare Totti e compagni la prossima stagione sono crollate. E Vincenzo Montella ha deciso di virare su altre realtà. Lazio, Napoli e Fiorentina sarebbero interessate a lui, ma proprio la soluzione viola sembra la più fattibile. Una cosa che ha indispettito e non poco però il Catania rimasto in silenzio nel corso delle ultime settimane ma che si è fatto sentire nelle ultime ore proprio attraverso il presidente Antonino Pulvirenti, il quale sembra aver chiuso definitivamente le porte in faccia all’aeroplanino.

    «Al Catania non c’è spazio per gente che non sia straordinariamente motivata e orgogliosa di lavorare per questa società, in questa città e per i nostri tifosi». Queste le parole con cui il presidente degli etnei, dalle colonne de La Sicilia, ha liquidato il trainer che tante soddisfazioni ha regalato nel corso della stagione appena trascorsa ai propri tifosi. I margini per recuperare il rapporto sembrano davvero minimi, anche se nel calcio i colpi di scena clamorosi non sono mai mancati, vedi ad esempio l’anno scorso con la querelle tra Mazzari e De Laurentiis a Napoli.

    Vincenzo Montella e Antonino Pulvirenti © Maurizio Lagana/Getty Images

    Le avances della Roma avevano fatto maturare in Montella l’idea di lasciare il Catania, con il tacito accordo di Pulvirenti che non si era opposto ad una scelta di cuore dell’ex bomber giallorosso. «A fine stagione – ha dichiarato il presidente del Catania – mi ha detto che era felice di restare e che l’unica tentazione che poteva fargli fare una scelta diversa era la sua debolezza: la Roma». Adesso che la Roma è saltata su Montella ci sarebbero altre squadre, e ciò ha fatto andare su tutte le furie il numero uno del Catania. E proprio su tale questione verte tutto il disappunto di Pulvirenti.

    «Una volta che l’opzione Roma è saltata davo per scontato che Montella restasse sulla panchina del Catania non soltanto per il contratto che lo lega ancora per un anno ai rossoazzurri – afferma –. Se fosse davvero così, ovvero se Montella sia attratto da altre società all’infuori di Catania e Roma, sarei profondamente deluso, perché dovrei dedurre che la questione della famiglia, della sfera degli affetti, delle esigenze personali, oltre che della piazza, cioè Roma, non erano effettivamente le motivazioni per avere il nulla osta e andarsene a dispetto dell’accordo esistente. Sarebbe un peccato – per il rapporto che avevamo creduto di avere instaurato con il tecnico e che lui aveva stabilito con una città che lo ha rispettato come allenatore».

    Parole quelle di Pulvirenti che di fatto sembrano indirizzare Montella verso altri lidi, ma la pista più calda come detto sembra quella relativa alla Fiorentina, squadra che arriva da un’annata da dimenticare ed è vogliosa di riscattarsi. Un po’ come la Roma, con un’evidente differenza di budget a disposizione e soprattutto di ambizioni. Per il Catania invece tutto da rifare, a partire da un nuovo allenatore: chissà che non si punti ancora una volta su un giovane così come accaduto con Montella.

  • Calciomercato Napoli, Jovetic il dopo Lavezzi

    Calciomercato Napoli, Jovetic il dopo Lavezzi

    Per il Napoli del presidente Aurelio De Laurentiis prima ancora di definire la posizione del tecnico Mazzarri per la prossima stagione e di dare l’addio ufficiale a Ezequiel Lavezzi, nel mirino del Paris Saint Germain di Leonardo e Carlo Ancelotti, è già tempo di pensare ad un adeguato sostituto per il Pocho, per muoversi in anticipo al fine di battere la concorrenza proprio sul fattore timing.

    L’argentino, infatti, è sempre più prossimo ad approdare all’ombra della Tour Eiffel – a fronte di un ingaggio stagionale di 4,5 milioni di euro per quattro stagioni ed una cospicua offerta al Napoli di 26 milioni di euro, anche se inferiore rispetto alla clausola rescissoria di 31 milioni di euro – al punto che Lavezzi avrebbe già preparato un messaggio di saluto alla città ed ai tifosi da pubblicare in concomitanza con l’ufficializzazione del suo trasferimento.

    La necessità di individuare un erede che possa essere all’altezza del suo predecessore è, dunque, un imperativo prioritario ed, in tal senso, l’obiettivo identificato sembra essere Stevan Jovetic della Fiorentina, talentuoso fantasista montenegrino classe 1989, da sempre un pallino del presidente Aurelio De Laurentiis: a margine della sua presentazione, il neo direttore sportivo Viola Daniele Pradè aveva dichiarato la volontà della società gigliata di trattenere Jo-Jo, per ripartire proprio da lui, ritenuto un uomo fondamentale per la ricostruzione ed un punto fermo del nuovo corso, “cercando di far tutto il possibile per trattenerlo”ma, di fronte ad un’offerta adeguata, la resistenza della Fiorentina probabilmente potrebbe vacillare.

    Stevan Jovetic | © Valerio Pennicino/Getty Images

    In particolare, se Ezequiel Lavezzi, dopo cinque stagioni in maglia partenopea, venisse ceduto al club parigino per la cifra di 26 milioni di euro, il Napoli avrebbe la giusta disponibilità per offrire ai Viola una cifra importante ed assicurarsi, così, il montenegrino, facendo leva – per arricchire il piatto – anche sull’inserimento nella trattativa di Lorenzo Insigne, miglior giovane della scorsa serie B con il Pescara di Zdenek Zeman.

    Jovetic, così, potrebbe divenire il partner d’attacco di Edinson Cavani, che appena ieri ha dichiarato ad un quotidiano uruguaiano la sua volontà di restare al Napoli per la prossima stagione, andando, così, a costituire insieme allo stesso Cavani ed allo slovacco Marek Hamsik il nuovo trio di tenori azzurri.

    La dinamica della trattativa sarebbe, dunque, una sorta di effetto domino, considerando il fatto che l’operazione Jovetic dipende direttamente dagli sviluppi dell’affare Lavezzi e, indirettamente, dalle offerte della concorrenza nei confronti della Fiorentina: oltre alle grandi d’Europa, infatti, sembra esserci il forte interessamento anche della Juventus per il montenegrino, ritenuto un partner ideale per il connazionale Mirko Vucinic, oltre che un importante rinforzo per il reparto offensivo bianconero e, dunque, bisognerà capire fino a che punto potrebbero alzarsi le richieste del club Viola che, di fronte ad una concorrenza agguerrita, potrebbe approfittarne per alzare le richieste a far cassa.

    Soltanto nel caso in cui dovesse esserci un clamoroso colpo di scena, che allo stato dei fatti appare assai poco probabile, e l’Inter riuscisse a battere la concorrenza dei parigini per assicurarsi Lavezzi, il Napoli abbandonerebbe la pista Jovetic, poichè potrebbe ottenere come parziale contropartita due rinforzi offensivi, ossia la cessione di Giampaolo Pazzini ed il completo riscatto di Goran Pandev.

  • Fiorentina, Pradè nuovo direttore area tecnica

    Fiorentina, Pradè nuovo direttore area tecnica

    Inizia a prendere forma la nuova Fiorentina. Manca solo l’ufficialità per Daniele Pradè come nuovo direttore dell’area tecnica della Fiorentina. Il 45enne dirigente italiano torna in pista e rappresenta il primo tassello della ricostruzione viola. L’ex direttore dell’area tecnica dell’As Roma è fermo da più di un anno dopo la fine della sua lunga avventura nella dirigenza della squadra della capitale.

    Infatti nel Maggio 2011 con l’avvento di Thomas Di Benedetto a nuovo presidente della Roma, Pradè fu sollevato dall’incarico di direttore sportivo (al suo posto Walter Sabatini) e rimase all’interno della società fino al Luglio 2011 quando rassegnò alla nuova società le sue dimissioni.

    Nella sua esperienza a Roma iniziata nei primi anni 2000 Daniele Pradè ha rivestito numerose cariche e a conferma della bontà del suo lavoro vi sono i risultati conseguiti dalla squadra giallorossa con Pradè all’interno del managment societario: 1 scudetto, 2 Coppa Italia, 2 Supercoppa Italiana e ben 6 secondi posti in Serie A. Adesso per Pradè inizia una nuova avventura  in una piazza importante che vuole ritornare ai fasti di un tempo.

    Montali e Pradè © Paolo Bruno/Getty Images

    Il prossimo tassello da aggiungere per la ricostruzione viola è il nome del nuovo allenatore. Sono tanti i nomi che circolano intorno alla panchina toscana e la nomina dell’ex dirigente giallorosso potrebbe portare a Claudio Ranieri, ex tecnico di Inter e Juventus non molto gradito dalla piazza fiorentina. In seconda battuta c’è la candidatura di Giampiero Gasperini, anche lui ex tecnico dell’Inter e a spasso da quasi un anno. Nelle ultime ore sta salendo la candidatura di Vincenzo Montella, sempre più distante dalla Roma che si sta orientando verso Zeman. Ma attenzione a Luciano Spalletti, attuale allenatore dello Zenit, che approdò alla Roma grazie all’intuizione di Pradè e con cui la Roma aprì un bel ciclo di vittorie che durò fino al 2009. Ipotesi molto suggestiva e romantica ma non da escludere a priori.

    Non appena verrà ufficializzato il nome del nuovo allenatore viola, la società potrà concentrarsi sulla ricostruzione della rosa. Il tassello più importante della squadra fiorentina è il gioiellino Stevan Jovetic, 23 anni il prossimo novembre. Il montenegrino è da 4 stagioni alla Fiorentina (101 presenze 27 reti) ed è ambito da grandissimi club italiani ed europei. La Juventus potrebbe farci un pensierino per affidargli l’eredità di Del Piero mentre Aurelio De Laurentiis non ha mai nascosto di apprezzare molto il talento viola e di volerlo portare a Napoli come erede di Lavezzi. Non sarà facile trattenere un top player del calibro di Jojo ma i Della Valle se vogliono ricostruire una viola vincente non posso prescindere dal talento montenegrino. E a Firenze non prenderebbero bene un’eventuale cessione del giocatore simbolo della Fiorentina dopo l’addio di Montolivo, accasatosi al Milan di Massimiliano Allegri.

    Mounir El Hamdaoui © ROBERT VOS/AFP/Getty Images

    Il primo colpo della Fiorentina dovrebbe essere Mounir El Hamdaoui, attaccante marocchino dell’Ajax, ad un passo dalla maglia viola già nel mese di gennaio quando l’affare sfumò allo scadere del mercato invernale. La Fiorentina scottata dalla non riuscita dell’affare ha continuato a seguire il giocatore ed è pronta a portarlo a Firenze con sei mesi di ritardo. El Hamdaoui è all’Ajax da 2 anni ma la sua miglior stagione l’ha vissuta nel 2008/2009 quando nelle fila dell’AZ Alkmaar vinse il campionato e la classifica di capocannoniere dell’Eredivisie (23 reti). A Firenze lo aspettano e sperano possa ripetere i numeri mostrati in Olanda.

  • Zeman da eretico a re del mercato

    Zeman da eretico a re del mercato

    Il suo ritorno in serie A con il Pescara, il record di gol segnati nel campionato cadetto, ed il calcio spettacolo nuovamente espresso sembrano aver risvegliato l’attenzione su uno dei personaggi più “sui generis” del campionato italiano, Zdenek Zeman. Il tecnico boemo, impassibile come una sfinge, sembra essere, infatti, l’oggetto del desiderio di quei club che sono alla ricerca di una guida tecnica per la prossima stagione, che sia in grado di plasmare la squadra, regalandole principi tattici, filosofia di gioco spregiudicato e spettacolo in campo, in risposta all’ormai noto dogma zemaniano del “basta segnare un gol in più degli avversari per vincere la partita”.

    Su tutte, in particolare due grandi “decadute” come Lazio e Fiorentina sembrano seguire da vicino il tecnico, considerando che, per ragioni diverse, entrambe hanno la necessità di trovare una guida per la prossima stagione: la Lazio perchè “orfana” di Edi Reja, dopo il tira e molla sulla sua permanenza che si è poi concluso con la decisione del tecnico goriziano di andar via; la Fiorentina per il post-Delio Rossi, alla luce del burrascoso addio del tecnico a seguito dello scontro fisico con Ljaljc.

    Nei giorni immediatamente seguenti alla vittoria del Pescara contro la Sampdoria, che ha sancito la matematica promozione in Serie A, pareva certa la riconferma di Zeman sulla panchina abruzzese, per “esportare” il progetto biancoazzurro anche nella massima serie, per dimostrare che le sue idee di gioco, nonostante il passare degli anni, sono ancora molto valide: negli ultimi giorni, però, il tecnico boemo non è stato presente alle diverse riunioni tecniche svoltesi con il presidente Sebastiani ed il direttore sportivo Delli Carri, finalizzate alla programmazione della prossima stagione e, quindi, anche delle questioni di mercato, oltre a disertare, nel pomeriggio di ieri, la visita della squadra al Pescara store, per salutare i tanti tifosi che attendevano, sotto la pioggia, i loro beniamini.

    Zeman eroe di Pescara | ©Getty Images
    Probabilmente, il mister aveva solo bisogno di riposare e di allontanarsi da tutto dopo una stagione così intensa ma i malpensanti associano tale situazione a segnali inequivocabili di un improvviso raffreddamento dei rapporti con il Pescara, cui potrebbe far seguito l’eventualità di un suo trasferimento altrove. In tal senso, pare ci sia già stato un primo contatto telefonico fra la Fiorentina e Zeman, con il club Viola che sarebbe fortemente interessato ad assicurarselo per la prossima stagione, al punto da proporgli di portar con sè i suoi gioiellini più preziosi, ossia i giovani Insigne e Verratti che, però, piacciono anche ad altri club.

    Oltre ai Viola, come detto, anche la Lazio sarebbe disposta a tutto pur di assicurarselo, al punto che il ds Igli Tare avrebbe seguito dallo stadio alcune delle ultime gare del Pescara, tentando un pressing ravvicinato nel tentativo di riportarlo nella Capitale che lo ha tanto amato: data l’accesa concorrenza, però, se l’operazione Zeman sfumasse, il presidente Claudio Lotito potrebbe decidere di “ripiegare” su Luigi Del Neri, ex tecnico di Chievo, Atalanta, della Roma, della Sampdoria e della Juventus, che porterebbe con sè il suo modulo 4-4-2 e la sua impostazione di gioco, focalizzata soprattutto sul gioco degli esterni di fascia.

    In ogni caso, comunque, a prescindere dalla sua prossima destinazione, il personaggio-Zeman calamiterà ancora a lungo l’attenzione su di sè.

  • Milan, Montolivo fa le visite mediche. Domani la firma

    Milan, Montolivo fa le visite mediche. Domani la firma

    Dopo la triste giornata per gli addi dei senatori Pippo Inzaghi, Gennaro Gattuso, Alessandro Nesta, Gianluca Zambrotta e, forse, anche Clarence Seedorf, per il Milan è tempo di guardare avanti verso la stagione che verrà dopo aver concluso questa a zeru tituli. Le esigenze di bilancio impongono un mercato all’insegna del low cost, cercando di individuare in Italia e in giro per l’Europa elementi validi il cui costo del cartellino è contenuto o ancor meglio senza effettuare alcun tipo di esborso economico.

    Il primo dei parametri zero a sbarcare a Milanello è Riccardo Montolivo, regista della Fiorentina che ha rifiutato tutte le proposte di rinnovo presentategli dal club viola facendo uno sgarbo alla società per il quale ha militato per 7 anni di cui ne era il capitano pur di approdare al Milan. Il centrocampista della Nazionale ha sostenuto oggi, e continuerà domani, le visite mediche prima di apporre la firma sul nuovo contratto legandosi con i rossoneri per 4 anni fino al 30 giugno del 2016 e andando a percepire all’incirca 2 milioni di euro netti a stagione.

    Riccardo Montolivo © Gabriele Maltinti/Getty Images

    Montolivo quindi sarà il primo rinforzo e andrà a rimpolpare un centrocampo che di recente ha perso Gattuso e Van Bommel con l’incognita Seedorf che sta valutando varie offerte provenienti sia dall’Europa sia dal Brasile, in particolare il Botafogo. Il regista ormai ex Fiorentina andrà a raccogliere quella pesante eredità lasciata da Pirlo in mezzo al campo in una annata in cui per l’undici rossonero è emersa più volte nell’arco della stagione e in particolari momenti di gara la necessità di avere un “cervello” nella zona nevralgica del campo e non solo i muscoli come ha preferito il tecnico Allegri rinunciando al play basso più forte al mondo, di fatto scaricandolo e lasciandolo andare alla Juventus poi laureatasi campione d’Italia anche e soprattutto grazie alle sue giocate, sbagliando non una bensì due volte.

    Con Montolivo il Milan spera di essersi assicurato il regista del futuro considerato che ha ancora davanti a sè ancora tanti anni ad alti livelli essendo un classe ’85. Il giocatore dopo la firma raggiungerà il ritiro di Coverciano mettendosi a disposizione del ct della nazionale Cesare Prandelli per preparare gli Europei di Polonia e Ucraina in programma tra meno di un mese.

  • Milan, Gattuso saluta. Allegri annuncia Montolivo

    Milan, Gattuso saluta. Allegri annuncia Montolivo

    E’ il tempo degli addii a Milanello, forse troppi addii che generano grande tristezza nell’ambiente rossonero impreparato a dover salutare contemporaneamente tanti giocatori simbolo dell’ultimo decennio milanista. Domani nell’ultima partita stagionale che il Milan giocherà contro il Novara, si prevede il tripudio di San Siro per un pezzo di Milan che se ne va.

    Dopo l’annuncio di Alessandro Nesta nella conferenza stampa tenutasi giovedì scorso, ieri è arrivata un pò a sorpresa la notizia dell’addio di Gennaro Gattuso , il quale dopo un incontro con Adriano Galliani ha deciso di porre fino alla sua avventura rossonera durata ben 13 anni. Ma non finisce qua, perchè sempre nella giornata di ieri, sul sito ufficiale del Milan è apparsa una lettera di addio da parte di Filippo Inzaghi. Il 38enne ex Juventus lascia il Milan dopo 125 goal in rossonero e  dopo aver vissuto una stagione da separato in casa per via dei suoi rapporti non idilliaci con il tecnico Allegri. A completare il quadro degli addii ci hanno pensato Clarence Seedorf, Gianluca Zambrotta e Mark Van Bommel.

    Gennaro Gattuso © Giuseppe Bellini/Getty Images

    PARLA GATTUSO – Dopo aver annunciato la decisione di lasciare il Milan, Gennaro Gattuso ha tenuto oggi una conferenza stampa nella quale ha voluto ringraziare tutto il mondo rossonero. Ecco alcune sue dichiarazioni: “E’ stato un sogno indossare la maglia che sogni fin da bambino. Speriamo che per prima cosa non mi si abbassi più l’occhio: ho ancora voglia di battagliare e far vedere che non sono morto calcisticamente. Dentro di me sentivo il bisogno di lasciare, così come ha fatto lo zoccolo duro della squadra. Non mi voglio sentire un peso, la società non mi ha fatto sentire tale” . E a chi gli chiede dove andrà ecco la risposta di  “ringhio” – “Non andrei mai alla Juventus e all’Inter: per l’amore che ho per questa società e per questi colori. Non mi vogliono loro e non ci andrei io”. Poi un’ultima domanda sul futuro“Il mio sogno è indossare la maglia dei Glasgow: ora però c’è una brutta situazione. Non è una questione di soldi. Sono andato via a 19 anni dalla Salernitana. Mi son fatto conoscere grazie al Glasgow: ci son diversi casini là a livello economico. Penso sarebbe una scelta di cuore e bella. Voglio partire da dove sono partito”.

    VAN BOMMEL TORNA AL PSV – Non sarà un addio paragonabile a quelli di Gattuso, Nesta e gli altri ma comunque è una perdita poco gradita per la squadra di Allegri. Mark Van Bommel lascia dopo 2 stagioni il Milan per tornare in Olanda. L’olandese commenta così: “Lascio anch’io, dopo un anno e mezzo. Anche se non è come Pippo o Sandro che lasciano dopo 10 anni, non è facile lasciare questo grande gruppo. Voglio fare i complimenti a Galliani per avermi portato qui, ho fatto tutto per questa squadra. Abbiamo vinto lo scudetto lo scorso anno, purtroppo questa stagione è andata male. Non potevo dire di no a questa grande squadra. Ora torno in Olanda con la mia famiglia: vado al PSV e poi voglio fare l’allenatore. Comunque questo è un arrivederci, magari tornerò qui come allenatore”

    Intanto oggi è arrivata una notizia lieta (era nell’aria da tempo) per i milanisti, Riccardo Montolivo giocherà l’anno prossimo nel Milan dopo aver rifiutato nei mesi scorsi il rinnovo proposto dai Della Valle. E’ stato proprio Massimiliano Allegri ad annunciarlo durante la conferenza stampa: “L’anno prossimo arriverà Montolivo che è un giocatore molto bravo, con molta tecnica. Comunque il Milan resterà competitivo anche l’anno prossimo, dobbiamo continuare il lavoro iniziato l’anno scorso. Bisognerà ripartire con grande entusiasmo”

  • “Delio Rossi mente” Behrami difende Ljajic

    “Delio Rossi mente” Behrami difende Ljajic

    L’episodio del raptus in panchina di Delio Rossi, nella gara fra Fiorentina e Novara dello scorso 2 Maggio, in cui il tecnico Viola si è scagliato contro il suo giocatore Adem Ljajic, colpevole di aver adoperato un atteggiamento irrispettoso al momento della sostituzione, continua a portar dietro di sè pesanti strascichi polemici.

    Subito dopo l’increscioso episodio, il tecnico Delio Rossi, infatti, ha giustificato il suo comportamento violento sostenendo che il calciatore avrebbe “offeso la sua famiglia” ed in particolare la madre morta o un figlio handicappato, mentre lo stesso Ljajic ha smentito seccamente tali accuse, invocando la prova televisiva per leggere il suo labiale, a conferma del fatto che le uniche parole da lui adoperate sono state ironiche ed in riferimento alla sostituzione appena effettuata dal mister, dicendogli testualmente: “Bravo, sei proprio bravo” ed applaudendo a mò di scherno.

    Ljajic, inoltre, per dar maggior peso alla sua “difesa” precisa di “esser pronto a lasciare il calcio qualora le immagini tv mostrassero pesanti offese nei confronti della famiglia di Delio Rossi“. Parole decise quelle del calciatore, finalizzate a smentire l’immagine di ragazzo viziato, e sottolineando, di contro, l’umiltà delle sue origini, e la sua infanzia vissuta ai confini con il Kosovo, laddove cadevano le bombe della guerra Balcanica. La violenza del tecnico, dunque, non sarebbe una reazione ad una pesante provocazione del calciatore, ma uno scatto di nervosismo spropositato, nei confronti del calciatore serbo che, comunque, ha mostrato freddezza nel non reagire fisicamente, restando fermo in panchina. In tal senso, dunque, Ljajic precisa di esser “orgoglioso di non aver reagito all’attacco, dimostrando che i miei genitori mi hanno insegnato l’educazione”, confermando di non aver alcuna intenzione di perdonare il tecnico che, mentre lo colpiva, gli avrebbe urlato contro: “Sei uno stronzo, ti ammazzo!”

    A supporto della versione dei fatti dichiarata da Ljajic giungono, poi, anche le parole del compagno di squadra Valon Behrami, in un’intervista rilasciata a Radio Blu. Le parole del calciatore Viola, infatti, hanno rivelato che molti dei compagni di squadra presenti in panchina hanno confermato la versione di Ljajic, smentendo, così, le dichiarazioni di Delio Rossi.

    Delio Rossi | ©Dino Panato/Getty Images

    Per tal ragione, dunque, Behrami si dichiara deluso dall’atteggiamento dell’ormai ex tecnico Viola, che “da questo errore poteva uscire da grande persona se si fosse scusato il giorno dopo l’accaduto, invece non l’ha fatto ed, anzi, ha aggiunto altro parlando degli insulti ricevuti da Ljajic: insulti che Adem ha giurato di non aver mai pronunciato”.

    Tuttavia, secondo le dichiarazioni di Behrami, il nervosismo di mister Rossi non sarebbe relativo soltanto all’episodio della partita contro il Novara, ma affonderebbe le sue radici in un malessere complessivo del tecnico sulla panchina Viola, considerando che – rispetto ai tempi della Lazio in cui Behrami ebbe modo di conoscerlo e di apprezzarlo a livello umano – il tecnico si sarebbe mostrato molto distaccato e chiuso in sè stesso, vivendo poco la città e pensando solo al campo ed al lavoro, probabilmente anche a causa del rendimento negativo della squadra, che lo ha innervosito ed esasperato, portandolo ad agire in questo modo.

    Pertanto, secondo Behrami, quando le acque si calmeranno, per la Fiorentina sarà assolutamente prioritario analizzare attentamente i molteplici errori effettuati nel corso di questa stagione disastrosa, “in cui le cose sono state fatte al contrario” per provare a ripartire con il piede giusto nella prossimo campionato.