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  • Manchester Utd – Barcellona, ultime e probabili formazioni

    Manchester Utd – Barcellona, ultime e probabili formazioni

    La finalissima di questa sera alle 20.45 nel tempio di Wembley sarà decisiva per conoscere la squadra che salirà sul tetto d’Europa.
    Che sia il Barcellona di Guardiola o il Manchester Utd di Ferguson, di sicuro è importante capire chi scenderà in campo per dar vita a questa finalissima, quali saranno i protagonisti da ricordare per l’assegnazione della diciannovesima Champions League.
    I tecnici, nelle conferenze stampa di presentazione della gara, sembravano avere le idee più che chiare, ostentando sicurezza sulle formazioni da schierare in campo.

    Pep Guardiola schiererà il suo modulo prediletto, il 4-3-3 con la formazione ideale: Valdes in porta, Dani Alves, Mascherano, Piquè, Puyol; Xavi, Busquets, Iniesta; Pedro, Messi, Villa. In panchina, a disposizione, siederanno:  Pinto, Milito, Abidal, Adriano Correia, Keita, Afellay, Bojan, Maxwell.
    Per Sir Alex Ferguson, invece, un 4-4-2 con la buona notizia del recupero di Carrick che dovrebbe partire dal primo minuto in cabina di regia: Van der Sar in porta, Fabio, Vidic, Ferdinand, Evra; Valencia, Carrick, Giggs, Park; Rooney, Hernandez. A disposizione vi saranno: Kuszczak, Smalling, Rafael, Nani, Scholes, Owen, Berbatov.

    A Wembley, il direttore di gara sarà l’ungherese Viktor Kassai, coadiuvato dagli assistenti di linea Gabor Eroes e Gyoergy Ring, e dal quarto uomo Istvan Vad.

  • Verso la finale di Champions United – Barça: numeri e curiosità

    Verso la finale di Champions United – Barça: numeri e curiosità

    Nelle finalissime nulla conta di più del presente, il passato ed i precedenti sono un corollario molto marginale all’economia della gara. Le curiosità e le statistiche, però, pur non avendo peso sui risvolti della gara, costituiscono un bagaglio importante ed un condimento che rende più saporito il “piatto forte”, ossia il match, la finale del decennio com’è già stata definita alla vigilia.
    Manchester Utd – Barcellona
    , in tal senso, offre molti spunti: sarà la 19esima finale della Champions League, e vedrà di fronte due squadre con all’attivo tre coppe conquistate. La vincente di Wembley, dunque, arriverà a quota quattro, agguantando l’Ajax ed il Bayern Monaco. Nel bilancio della sfida per Nazioni, invece, la Spagna è a quota 12 trofei, al pari dell’Italia, mentre l’Inghilterra è a quota 11 Champions.

    Emblematico, poi, oltre che assolutamente rappresentativo della netta contrapposizione fra le filosofie di gioco dei due club, è il dato che rivela come quello di stasera sarà lo scontro fra la miglior difesa del torneo (quella del Manchester Utd, con appena 4 gol subiti in 12 gare) ed il miglior attacco di questa edizione della Champions League (del Barca con 27 gol segnati in 12 gare).
    Inoltre, a conferma dell’assoluto equilibrio delle forze in campo, parla il bilancio dei 10 precedenti scontri: 3 vinti dal Barcellona (l’ultimo in ordine cronologico quello di Roma nella finale di Champions del 2009), 3 dal Manchester Utd, 4 pareggi. La media dei gol realizzati nei precedenti incontri, 3,1, inoltre, prelude ad una gara emozionante e ricca di gol anche questa sera, nonostante le due squadre siano le formazioni che, nella presente edizione della Champions, abbiano avuto il maggior possesso palla: 62% per il Barcellona contro il 58% per i Red Devils.

    Il curriculum delle due finaliste, nella presente edizione, com’è ovvio che sia, è di tutto rispetto: il Manchester Utd giunge alla finale imbattuto nel torneo con 9 vittorie e 3 pareggi, il Barcellona, invece, con 8 vittorie 3 pareggi ed un’unica sconfitta, contro l’Arsenal nella gara di andata degli ottavi di finale.
    Un dato curioso riguarda, poi, la possibilità – in ambo le squadre – in caso di vittoria della Coppa, di raggiungere un record: se dovesse vincere il Barcellona, infatti, Puyol diverrebbe, insieme a Franz Beckenbauer con il Bayern Monaco, l’unico capitano ad alzare la Coppa per ben tre volte; se dovesse vincere il Manchester Utd, invece, Sir Alex Ferguson eguaglierebbe il record di Bob Paisley, il tecnico del Liverpool anni ’70, che vinse tre Champions con lo stesso club.

    Nella patria dei bookmakers, poi, è più che doveroso offrire una panoramica delle quote della gara, che vedono favorito il Barcellona, con segno 1 quotato 1,95, mentre il pareggio assume quota 3,30, e la vittoria del Manchester Utd, nonostante il fattore campo favorevole, assume quota 3,80.
    Fra tanti numeri e statistiche, concludiamo con un dato “materiale”, ma non per questo secondario: la vincente della Champions League 2011 incasserà un premio di 34 milioni di euro, che – se sommato al ritorno in termini di visibilità, crescita della forza del marchio e diritti tv – secondo uno studio commissionato da Master Card, permetterà di raggiungere un introito di circa 126 milioni di euro. Un motivo in più per conquistare la Coppa dalle grandi orecchie.

  • Manchester Utd – Barcellona: La sfida

    Manchester Utd – Barcellona: La sfida

    Com’è naturale ed ovvio che sia, ogni torneo di Champions League ha ogni anno, nel mese di Maggio, una sua finale. Quest’anno, però, è d’obbligo parlare non di “una finale”, ma “della” finale. Lo scontro fra le due squadre più forti d’Europa, e quindi del Mondo, fra due impostazioni di gioco differenti che si traducono, però, nel medesimo risultato: la vittoria, la mentalità vincente, il prestigio ed il fascino della maglia, il blasone.

    Manchester United – Barcellona è questo, ma anche di più, non è secondario, infatti, considerare lo scenario in cui la sfda titanica andrà in scena: il tempio di Wembley, la culla dove nacque il calcio, anche se il vecchio impianto è stato demolito nel 2003 per lasciar spazio a questo moderno ed avvenieristico, con 90.000 posti a sedere, il secondo d’Europa dopo il Nou Camp.

    La cornice è importante, ma il contenuto lo è ancor di più: la sfida, dunque, si colora di sfumature interne, di sfide nella sfida, fra mentalità diverse, fra due concezioni differenti del calcio, fra la cultura del palleggio e del gioco orizzontale del Barca ed il lancio lungo ed il gioco sulle fasce all’Inglese. E’ la sfida fra le regine di due dei campionati più affascinanti d’Europa (insieme alla serie A, concediamocelo), fra due Nazioni storicamente contrapposte, già dai tempi del colonialismo d’Oltreoceano che per secoli hanno conquistato il Mondo come in una partita a Risiko.

    Più banalmente, è la sfida fra due grandi allenatori, il decano Sir Alex Ferguson, vero e proprio totem del mondo Red Devils, ed il giovane ma ormai plurititolato Pep Guardiola; la prima sfida fra i due, allo Stadio Olimpico di Roma nel 2009, portò alla vittoria della Champions da parte del Barcellona: questa sera è attesa la rivincita, il secondo round.

    La sfida nella sfida dei campioni in campo, poi, comprende una lunga lista di “duelli” più che mai suggestivi. In testa, però, com’è ovvio che sia, lo scontro fra Messi e Rooney. Il Pallone d’Oro, il più forte dei nostri tempi, ed il geniale attaccante, il bambino prodigio che incanta già da anni la Nazionale di sua Maestà Elisabetta. Due modi diversi di vivere il proprio status divino: placido, sorridente e tranquillo Lionel, spesso provocatorio ed irascibile Wayne, nel rispetto della tradizione dei grandi calciatori inglesi, tutti genio e sregolatezza.

    Si commuove Lionel di fronte alle difficoltà che nella sua vita ha dovuto affrontare per crescere, nel vero senso della parola, dati i problemi di statura; le difficoltà affrontate nella vita, invece, hanno contribuito a formare la “scorza dura e lentigginosa” di Wayne, cresciuto nei sobborghi portuali di Liverpool. Un’adolescenza durata poco per entrambi però, predestinati dal Dio Pallone ad emergere in giovanissima età: Rooney è stato il più giovane calciatore a segnare in Premier League, a soli 16 anni e 360 giorni, mentre Messi a 23 anni può vantare già la conquista di due Palloni d’Oro.

    Chi dei due deciderà la sfida, avrà ottime chanche per aggiudicarsi il prestigioso titolo individuale per la prossima stagione ma, comunque vada, resta la certezza che nel loro potenziale c’è la capacità di risolvere in qualsiasi momento la gara, con giocate spettacolari, da cineteca: basti pensare alla rovesciata di Rooney il 12 Febbraio contro il Manchester City, oppure al gol (ed all’azione soprattutto) di Messi nella semifinale contro il Real, dopo aver scartato, con estrema naturalezza, mezza difesa merengues.

    Manchester United – Barcellona è tutto questo, ma può essere anche di più: sarà Carrick e Giggs contro Xavi ed Iniesta, sarà Vidic e Rio Ferdinand contro Puyol e Piquè, sarà Valdes contro Van der Saar se dovesse finire ai rigori.
    Questa sera, alle 20.45 i riflettori di Wembley inizieranno ad illuminare i loro volti ed i loro cuori: 90 minuti dopo (supplementari e rigori permettendo) conosceremo la regina d’Europa.

     

  • Kassai dirigerà la finale di Champions

    Kassai dirigerà la finale di Champions

    La finale di Champions League di Wembley, in programma sabato 28 Maggio, una delle più suggestive degli ultimi anni, non avrà nessun elemento italiano: non le squadre in campo, ma neppure l’arbitro. E’ stato designato oggi, infatti, il direttore di gara ungherese Viktor Kassai, deludendo le aspettative di Nicola Rizzoli, l’unico italiano papabile per la designazione.

    Sarà, invece, l’ungherese trentaseienne, internazionale già dal 2003, ad avere l’onore e l’onere di dirigere Manchester Utd – Barcellona, e sarà la sua prima finale in assoluto. Nelle fasi finali della Champions di quest’anno, l’arbitro magiaro aveva diretto la gara d’andata fra Inter e Bayern Monaco, negli ottavi, oltre che agli scorsi Mondiali Sud Africani quattro gare, fra cui la semifinale fra Germania e Spagna.

  • Barça-Real, tutto secondo copione e torna anche Abidal

    Barça-Real, tutto secondo copione e torna anche Abidal

    Barça-Real
    Finale doveva essere e finale è stata, nonostante l’impegno maggiore rispetto alla gara d’andata mostrata dagli uomini di Mourinho, il Barcellona come da copione ha raggiunto l’obiettivo e il 28 maggio volerà a Wembley probabilmente a sfidare il Manchester, per conquistare la quarta Champions della sua gloriosa storia. Venendo alla partita, la prima mezz’ora trascorre senza grosse occasioni da ambo le parti, i padroni di casa si limitano a mantenere il controllo della palla con la solita fitta serie di passaggi (oltre 400 dopo 30 minuti), ma dal 32° al 36° è solo grazie a Casillas se i blaugrana non passano in vantaggio, gli uomini di Guardiola, infatti, collezionano 3 importanti palle gol, la prima non poteva che portare la firma del fenomeno Messi, che sfruttando una corta respinta della difesa merengues, mette a sedere con una finta due avversari e calcia di poco a lato col suo sinistro magico. Un minuto dopo è Villa a rendersi pericoloso, El Guaje sfruttando un assist del solito Messi, calcia a botta sicura sul secondo palo, ma sulla sua strada trova un ottimo Casillas pronto a respingere il pericolo e a tenere a galla i suoi. Il numero uno madrileno si ripeterà due minuti dopo ancora su Messi, stavolta l’attaccante argentino prova a batterlo di destro dopo una splendida azione targata Villa-Pedro, con il primo a suggerire e il secondo a far da sponda per l’accorrente numero 10. Al 39° prova ad affacciarsi dalle parti di Victor Valdez anche il Madrid, con Cristiano Ronaldo pronto a scattare sulla fascia e a suggerire in mezzo per Di Maria anticipato di poco in un’uscita dall’estremo difensore catalano. Si va al riposo sul pareggio, ma adesso la partita appare più viva, la prova è l’inizio scoppiettante di ripresa, il Real prova ad intimorire gli avversari con un’azione personale di Ronaldo, che viene ostacolato da Pique e frana addosso a Mascherano liberando al tiro Higuita, che insacca, ma il gol a giudizio dell’arbitro non è regolare e il direttore di gara concede, anzi, una punizione a favore dei padroni di casa. Al 54° passa il Barça, azione che si sviluppa sulla destra con Dani Alves che vede e serve solo in mezzo al campo Iniesta, il centrocampista della nazionale spagnola alza la testa e vede Pedro pronto a scattare sul filo del fuorigioco, assist al bacio e da lì il giovane attaccante non può sbagliare controllo di destro e sinistro sul primo palo a battere l’incolpevole Casillas. Passano 10 minuti e l’undici di Mourinho si riportano in parità, Di Maria sfrutta un errore in uscita del centrocampo azulgrana, supera elegantemente Mascherano e calcia a botta sicura in porta colpendo però il palo, dopo la ribattuta la palla torna fra i suoi piedi ma stavolta il fantasista argentino decide di servire a centro area il liberissimo Marcelo che insacca senza problemi. Di fatto la partita si chiude qui, anche perchè il Barcellona continua a fare melina e ad amministrare il proprio vantaggio con il solito possesso palla, mentre il Real appare spossato e senza forza per cercare di siglare altre due reti necessarie a compiere El Miracle. Da segnalare il rientro in campo, accolto da un boato del pubblico, di Eric Abidal, il difensore transalpino è ritornato a giocare qualche minuto in gare ufficiali dopo solo 6 settimane dalla diagnosi del tumore al fegato, che tanto sconvolse tutto il mondo del calcio.

  • Tennis Montecarlo. Nadal – Ferrer è la finale, ma bravo Murray

    Tennis Montecarlo. Nadal – Ferrer è la finale, ma bravo Murray

    Finale tutta spagnola al masters di Montecarlo, domani si giocheranno il titolo il dominatore sul rosso e numero 1 mondiale, Rafa Nadal ed il connazionale David Ferrer altro specialista della terra.

    La semifinale tra Nadal e Murray è bellissima, almeno nei primi due set dove il livello di gioco è stato altissimo e con lo scozzese degno avversario del maiorchino. Il primo set è pirotecnico con ben  4 break e con un Andy Murray sorprendente che riesce a tenere anche da fondo campo. Sul 4-3 Nadal però, lo scozzese inizia a sentire la pressione dello spagnolo ma riesce comunque a tenere il servizio dopo un game molto combattuto che duro più di 12 minuti, ma la pressione del maiorchino è in continuo aumento e Murray deve arrendersi sul successivo turno di battuta concedendo il primo parziale allo spagnolo per 6-4. Nel secondo set si potrebbe pensare ad una flessione dello scozzese, ma invece è Nadal che cede per primo il servizio e nel quarto game Murray riesce a confermare il break tenendo la battuta dopo un’ altro game lunghissimo che sfiora i 20 minuti. Mantenere il servizio per i due giocatori nei game successivi è un optional con Murray che sorprende da un punto di vista nervoso tenendo testa a Nadal e conquistando il secondo set per 6-2. Ma qui Murray finisce la benzina mentre Nadal, se ce ne fosse bisogno, sale di livello nel suo gioco ed il risultato è un eloquente 6-1.

    Nell’ altra semifinale pronostico rispettato con la vittoria di David Ferrer in due set, 6-3 6-2 sull’ austriaco Jurgen Melzer. Lo spagnolo parte male e va sotto subito nel primo set per 3-1, ma si riprende ed alla grande infilando 5 game consecutivi e conquistando il primo set. Nel secondo l’ austriaco non parte come nel primo parziale e Ferrer controlla agevolmente il set chiudendo alla fine per 6-2.

  • Tennis, Djokovic concede il bis, batte Nadal e fa sua Miami

    Tennis, Djokovic concede il bis, batte Nadal e fa sua Miami

    Fantastica finale a Key Biscayne con Novak Djokovic che supera Rafael Nadal in tre set 4-6, 6-3, 7-6 ripetendo il successo in rimonta conquistato a Indian Wells due settimane fa e mantenendo l’ imbattibilità, infatti Nole non conosce sconfitta in questo 2011, frutto delle vittorie agli Australian Open, a Dubai, Indian Wells ed infine Miami.

    La partenza di Nadal nel primo set è la fotocopia di quella effettuata ad Indian Wells, il serbo non riesce ad opporre grande resistenza ed il maiorchino si porta subito sul 4-1. Djokovic non attende il secondo set per reagire come successe due settimane fa in California e riesce a recuperare un break dei due concessi allo spagnolo. Tuttavia la rimonta non si completa e Nadal chiude la prima frazione sul 6-4.

    Il serbo ha comunque dimostrato di esserci nel finale della prima frazione, ed infatti nel secondo set cambia la musica con il serbo che si porta subito avanti nel punteggio. L’ andamento del punteggio è uguale alla al primo set ma a ruoli invertiti, Nadal tenta un riaggancio vanificato dalla solidità in battuta di Djokovic.

    Nel terzo set regna l’ equilibrio con i due giocatori che rischiano di strapparsi il servizio a vicenda, scambi molto prolungati e colpi vincenti al cardiopalma fanno alzare di molto, se ce ne fosse ancora bisogno, la qualità del match che diventa bellissimo. Non ci sono break e si arriva al tie break, dove i primi 4 punti sono dei mini break, ma è Djokovic che riesce per primo a tenere i due punti del proprio servizio per poi portarsi sul 6-2. Qui Nadal riesce ad annullare due match point consecutivi ma Djokovic con uno splendido dritto buca Nadal facendo suo il torneo e mantenendo una fantastica imbattibilità frutto di 26 vittorie su altrettanti incontri.

  • Masters Series, Miami. Federer vs Nadal in semifinale

    Masters Series, Miami. Federer vs Nadal in semifinale

    Quando capita è manna dal cielo per gli organizzatori ed a Miami era da 5 lunghi anni che attendevano il match dei match e cioè, quello tra Rafael Nadal e Roger Federer. La sfida classica tra i due avviene di solito in finale ma l’ avvento di Djokovic ha fatto sì che Federer, n. 3 mondiale incontri Nadal solo in semifinale.

    Turno di riposo per lo svizzero che praticamente non gioca contro il francese Gilles Simon costretto quest’ ultimo al ritiro dopo appena tre giochi per un risentimento alla spalla sinistra che gli bloccava i movimenti soprattutto al servizio. Ben più combattuta è invece l’ altra semifinale, dove Nadal ha dovuto impegnarsi più del dovuto per battere il talentuoso ma discontinuo ceco Thomas Berdick.

    Lo spagnolo parte a razzo portandosi subito sul 4-0 e gestendo la chiusura del primo set sul 6-2, ma nel secondo il ceco alza notevolmente il suo livello di gioco non consentendo a Nadal di imporre il suo solito ritmo da fondo campo con il risultato di un naturale approdo al terzo set dopo il parziale di 6-3 per Berdick nel secondo. La partita gira nel turno di battuta del maiorchino quando, sotto 0-40, riesce ad annullare le palle break consecutive smontando qualsiasi velleità ceca di un approdo in finale e chiudendo alla fine per 6-3.

    La finale femminile invece se la giocheranno Maria Sharapova e Victoria Azarenka. La siberiana ha conquistato l’accesso alla finale battendo per 3-6 6-0 6-2 la tedesca Andrea Petkovic mentre, nella seconda semifinale Victoria Azarenka, campionessa qui nel 2009, ha battuto una spenta Vera Zvonareva per 6-0 6-3 in un match senza storia durato appena 76 minuti. I precedenti tra le due finaliste sono in perfetta parità: la Azarenka ha vinto la prima sfida a Mosca nel 2007 e l’ultima a Stanford nel 2010 sempre in due set, la Sharapova invece si è imposta a Los Angeles e Pechino 2009 sempre in tre set.

    Oggi alle 19 italiane la prima semifinale uomini tra Mardy Fish e Novak Djokovic, mentre all’ una di notte toccherà a Roger Federer e Rafael Nadal.

  • Volley, Trento sempre presente. La finale Champions è servita

    Volley, Trento sempre presente. La finale Champions è servita

    Ancora una volta una finale Champions per Trento, alle Final Four di Bolzano la squadra italiana, campione d’ Europa in carica, supera con un netto 3-0 i polacchi dello Jastrzebski Wegiel  (25-16, 27-25, 25-22 i parziali) e si prepara a giocare la terza finale continentale di fila in programma domenica alle 18 contro i russi dello Zenit Kazan, vincitori 3-0 nel derby con la Dinamo Mosca.

    La squadra guidata magistralmente in attacco dal Raphael è risultata tuttavia imprecisa in alcune zone del campo e soprattutto in ricezione dove nel primo e nel secondo set è risultata il vero punto debole dei campioni in carica. Ma l’ attacco è invece quello delle grandi occasioni con ottime prestazioni sfornate sia dall’ immarcabile Juantorena (miglior realizzatore con 16 punti e 58 per cento in attacco), che dall’opposto Stokr (13 punti) con sempre puntali, quando chiamati in causa, i centrali Birarelli e Riad. I volenterosi polacchi guidati da Lorenzo Bernardi provano in ogni modo a restare aggrappati al match con Divis, Gasparini e Hardy ma alla fine devono arrendersi.

    JASTRZEBSKI WEGIEL – TRENTINO BETCLIC 0-3
    (16-25, 25-27, 22-25)
    JASTRZEBSKI WEGIEL: Pajak, Yudin 2, Rusek (L), Przybyla, Polanski 6, Pawlinski, Lomacz, Hardy 8, Gawryszewski 6, Gasparini 7, Divis 11. Non entrati Wika.
    TRENTINO BETCLIC: Kaziyski 11, Vieira De Oliveira, Stokr 13, Sokolov 2, Sala, Juantorena Portuondo 16, Garcia Pires Ribeiro 7, Della Lunga, Birarelli 7, Bari (L). Non entrati Zygadlo, Colaci. All. Stoytchev.
    ARBITRI: Vaz De Castro – Deregnaucourt.
    NOTE – Spettatori 6500, durata set: 24′, 32′, 30′; tot: 86′.
    JASTRZEBSKI Wegiel: Battute errate 9, Ace 6.
    TRENTINO BetClic: Battute errate 15, Ace 4.

  • Solo Nadal può fermare Djokovic. Finale da sogno ad Indian Wells

    Solo Nadal può fermare Djokovic. Finale da sogno ad Indian Wells

    La finale del primo Masters 1000 della stagione ad Indian Wells in California vedrà opposti il numero 1 mondiale, lo spagnolo Rafael Nadal ed il nuovo numero 2, il serbo Novak Djokovic.

    Infatti con la vittoria in semifinale contro Federer, Nole conquista il secondo posto del ranking Atp proprio a scapito dello svizzero. Anche se la semifinale è arrivata al terzo, Djokovic ha dato dimostrazione di comandare l’ incontro con Federer che solo a tratti ha saputo giocare il suo solito tennis. L’ inizio del primo set è equilibrato ma sul 2 pari, Djokovic piazza il break decisivo per la conquista del set chiuso sul punteggio di 6-3, ma nel secondo Federer riesce ad uscire un po’ dal guscio impegnando negli scambi il serbo e conquistando la seconda frazione per 6-3. Il terzo set si preannunciava quindi una battaglia all’ ultimo quindici, ma come nel primo set sul 2 pari Federer spegne completamente la luce consentendo a Djokovic di chiudere il match sul 6-2 e di batterlo per la terza volta consecutiva.

    Nell’ altra semifinale la vittoria è andata, come da pronostico, a Nadal ma il maiorchino specialmente nel primo set, ha dovuto impegnarsi tanto per battere Del Potro che portatosi sul 4-1 ha sicuramente risentito fisicamente della settimana pesante, facendosi recuperare un set praticamente vinto e chiuso da Nadal sul 6-4 per poi abdicare definitivamente nel secondo con il medesimo punteggio. Impressionante la tenuta mentale dello spagnolo che dimostra di poter essere solo lui a battere un Djokovic stellare che vanta un 2011 perfetto con 17 vittorie su 17 incontri.

    Per Nadal si tratta della terza finale a Indian Wells dopo le vittorie del 2007 e 2009: la prima su Djokovic (6-2 7-5), la seconda su Murray (6-1 6-2), mentre Djokovic ha già vinto Indian Wells nel 2008 quando superò in finale Mardy Fish per 6-2 5-7 6-3.