Tag: finale

  • Quinta gioia per Serena Williams, Radwanska ko

    Quinta gioia per Serena Williams, Radwanska ko

    Serena Williams conquista per la quinta volta in carriera il torneo di Wimbledon vincendo in tre set, 6-1 5-7 6-2, sulla polacca Agnieszka Radwanska.

    Fantastica l’americana che vince il suo 14esimo titolo dello slam in 17 finali e con la quinta vittoria sull’erba raggiunge la sorella Venus nell’albo d’oro dei Championship londinesi.

    Finale che sembrava assolutamente pendente dalla parte dell’ex numero uno del mondo, Serena era infatti alla settima finale a Wimbledon mentre la polacca era alla sua prima finale di uno slam. Ed infatti il primo set è a senso unico anche se il punteggio con cui Serena lo vince, 6-1, è alquanto bugiardo visto che sei sui sette game del primo set finiscono ai vantaggi. Arriva la classica e tradizionale interruzione per pioggia ad inizio secondo set, otto minuti di break, che consentono alla polacca di riordinare le idee e di fare partita pari con l’americana nel secondo set. Serenava avanti di un break ma Agnieszka riesce a tenere molto bene lo scambio vincendo in maniera autoritaria il secondo set con il punteggio di 7-5.

    Serena Williams ©GLYN KIRK/AFP/GettyImages

    C’e’ una partita sul centrale ma Serena non è assolutamente d’accordo piazzando una serie impressionante di vincenti ed ace (17 in finale e 104 in tutto il torneo), che le consentono di chiudere il set ed il match con un eloquente 6-2. Quinto sigillo sull’erba per Serenona dopo i trionfi del 2000, 2002, 2008 e 2009 e con i suoi 30 anni e 285 giorni è la quarta più anziana vincitrice di Wimbledon dell’era Open dopo Martina Navratilova (33 anni nel 1990), Virginia Wade (31 anni nel 1975) e Billie Jean King (31 anni nel 1975). La più anziana vincitrice di sempre rimane Charlotte Sterry che vinse nel 1908 a 37 anni e 282 giorni.

    Con questa vittoria Serena Williams sarà da lunedì la numero 4 del mondo mentre la polacca Radwanska, si consolerà della delusione con la seconda posizione dietro alla nuova numero Victoria Azarenka che spodesta la russa Maria Sharapova, che dal primo, viene retrocessa in terza posizione.

  • Murray storica finale, sublime Federer. Djokovic e Tsonga ko

    Murray storica finale, sublime Federer. Djokovic e Tsonga ko

    La finale dell’edizione 2012 di Wimbledon sarà tra lo svizzero Roger Federer ed il britannico Andy Murray che hanno avuto la meglio rispettivamente del numero uno del mondo Novak Djokovic e del francese Jo Wilfried Tsonga.

    Perfetto l’elvetico contro il numero uno del mondo ed immensa gioia anche per tutta la Gran Bretagna che potrà godersi Andy Murray, per la prima volta in carriera, disputare una finale a Wimbledon.

    Grandissimo match dello svizzero che dimostra di potersela ancora giocare alla grande contro un Djokovic comunque sotto tono e non all’altezza di una semifinale a Wimbledon. Però bisogna assolutamente dare merito al fuoriclasse elvetico, autore di una semifinale al limite della perfezione e giocando a tratti un tenni sublime (6-3 3-6 6-4 6-3, in due ore e 20′ di gioco). Il primo set va via velocissimo, i game in battuta di Federer sono dei lampi di gioco ed il break decisivo viene piazzato dallo svizzero nel corso del settimo game con Djokovic inaspettatamente impotente in risposta. Comunque il serbo ha una reazione da numero uno andando subito avanti di un break nel secondo set e dominando il parziale non lasciando respirare Roger da fondo campo. Il match gira definitivamente dalla parte di Federer nel corso del nono gioco del terzo quando lo svizzero, dopo non aver sfruttato tante palle break, ne deve concedere al serbo che però non può nulla sul servizio perfetto di Federer. Perso il terzo Noleabbandona di testa la partita andando subito sotto 3-0 nel quarto e lasciando via libera all’ottava finale nelle ultime 10 partecipazioni a Wimbledon da parte di Federer.

    Roger Federer ©Clive Rose/Getty Images

    Stupendo anche il match disputato da Murray che si è lasciato per una volta l’immensa pressione psicologica alle spalle battendo un buon Tsonga in quattro set (6-3 6-4 3-6 7-5 lo score). Lo scozzese è praticamente ingiocabile nei primi due set, Tsonga tenta di limitare i danni ma non può assolutamente nulla contro un tennis senza lacune da parte dell’idolo di casa. Fisiologicamente Murray si prende un attimo di pausa nel terzo dove Tsonga mette subito la testa avanti chiudendo un parziale che lascia delle speranze al francese. Il quarto set è bellissimo con i due giocatori a scambiarsi colpi su colpi ma con Murray che riesce a piazzare l’allungo decisivo e proprio nel dodicesimo game in cui Tsonga sente tantissimo la pressione di servire per rimanere nel match con Murray che realizza il primo dei due match point con un dritto confermato in maniera dolcissima, per tutta la Gran Bretagna, dall’occhio di falco.

    Sarà una finale bellissima domenica e piena di significati con Murray che tenterà di entrare finalmente nella storia della Gran Bretagna vincendo il suo primo Wimbledon e Federer che tenterà di eguagliare Pete Sampras firmando il suo settimo sigillo sull’erba londinese e di conquistare di nuovo la prima posizione mondiale a scapito di Djokovic.

  • Nadal nella storia, settima gioia al Roland Garros

    Nadal nella storia, settima gioia al Roland Garros

    Lo spagnolo Rafa Nadal vince per la settima volta in carriera il torneo del Roland Garros dimostrandosi, se ce ne fosse ancora bisogno, il giocatore più forte di tutti i tempi sulla terra battuta battendo il numero uno del mondo, Novak Djokovic in quattro set (6-4 6-3 2-6 7-5 lo score), in poco più di tre ore di gioco divise in due giorni.

    Infatti la finale del Roland Garros 2012 è stata molto disturbata dalla pioggia che ha costretto i due giocatori a due interruzioni nella giornata di ieri ed una oggi, seppur minima, in cui il più penalizzato è sembrato essere il serbo.

    Molto spettacolare ed altalenante nel rendimento dei due giocatori il primo set che dura quasi un ora in cui Djokovic parte malissimo andando sotto 3-0, poi è bravissimo a recuperare Nadal fino al 3 pari con lo spagnolo che a sua volta reagisce alla grande ribrekkando il serbo nel corso dell’ottavo game e chiudendo il parziale con il punteggio di 6-4 grazie soprattutto ad una nuova tattica di Nadal, che usa molto di più e con risultati ottimi il dritto in lungo linea colpo che il serbo ha sofferto per tutto il primo set.

    Anche nel secondo set il serbo parte male, Nadal va avanti 2-0 con Djokovic che riesce ancora una volta a recuperare il gap iniziale grazie anche ad una leggera pioggerellina che rende la palla più pesante penalizzando il gioco del mancino di Manacord. Ma il serbo è troppo falloso al servizio ed un ennesimo doppio fallo consente di nuovo a Nadal di comandare il secondo set sul 5-3 fino all’interruzione per pioggia che costringe i giocatori a rientrare negli spogliatoi. Al rientro è ancora notte fonda per il serbo che cede di nuovo il servizio ed anche il secondo set.

    Rafael Nadal ©PATRICK KOVARIK/AFP/GettyImages

    Come contro Seppi e Tsonga, Novak Djokovic riesce a tirare il meglio di sé quando è sul’orlo del baratro e nel terzo set, complice anche un calo nel gioco di Nadal, riesce a mettere per la prima volta nel match il naso davanti dominando di fatto il terzo set vinto con il punteggio di 6-2. Le condizioni del tempo sono molto instabili, i giocatori scivolano molto ma la nuova interruzione per pioggia arriva sul 2-1 e servizio Djokovic con lo spagnolo su tutte le furie perché voleva interrompere il match, alla fine del terzo set.

    Si riprende nella giornata di oggi con il serbo che dimostra la sua enorme difficoltà ad entrare subito nel match, Nadal riconquista subito il break perduto e non concede assolutamente nulla al servizio con Djokovic molto in difficoltà a trovare il ritmo partita. A condannare il serbo, come nei set precedenti, è stato il servizio e soprattutto i doppi falli con l’ultimo che ha regalato di fatto il torneo a Nadal.

    Con questa vittoria Nadal diventa il giocatore più vincente nella storia del Roland Garros con i suoi sette titoli (2005,2006,2007,2008,2010,2011 e 2012) mentre per Djokovic è rimandato all’anno prossimo il tentativo di vincere l’unico torneo che manca nel suo ricco palmares, ovviamente Nadal permettendo.

  • Atletico Madrid e Athletic Bilbao in finale di Europa League

    Atletico Madrid e Athletic Bilbao in finale di Europa League

    Dopo i fallimenti in Champions di Real Madrid e Barcellona, che hanno steccato la qualificazione alla finale della Coppa dalle Grandi orecchie, a tenere alto il nome della Spagna nelle competizioni europee resteranno le squadre di Europa League, la sorella minore di Madrid, l’Atletico, e l’Athletic Bilbao. In particolare, nel caso del Bilbao appare come un paradosso se si pensa al sentimento anti-nazionalista che pervade il territorio basco e il profondo senso di ribellione allo Stato centralista, eppure, lo stadio di Bilbao ieri sera ha festeggiato in perfetto stile spagnolo, dopo la qualificazione dell’Athletic alla finale di Europa League, ben trentacinque anni dopo l’ultima ed unica, disputata contro la Juventus, nell’allora Coppa Uefa.

    Nella prima semifinale, al cardioopalma, l‘Athletic Bilbao, infatti, ha avuto la meglio sullo Sporting Lisbona, conducendo una “remontada” perfetta, battendo i portoghesi con il risultato di 3 a 1, dopo la sconfitta rimediata all’andata per 2 a 1. Lo stadio San Mames ha sostenuto i suoi calciatori in maniera intensissima, dal primo all’ultimo minuto, esplodendo di gioia al triplice fischio del direttore di gara: gli uomini di Bielsa hanno mostrato grande cuore e determinazione, riuscendo a condurre in porto una gara molto ostica, con l’uomo in più Llorente in grande spolvero, autore di una rete e di un assist. Le reti dell’incontro sono state firmate da Susaeta al 17′ (per il vantaggio iniziale dell’Athletic), da Van Wolfswinkel al 44′, per il provvisorio pari dei portoghesi, da Ibai Gomez che prima del riposo riporta in vantaggio i padroni di casa, ed, infine, il gol qualificazione firmato all’88’ da Llorente, al suo ventinovesimo centro stagionale, il settimo in Europa League.

    Nell’altra gara di semifinale, invece, tra Valencia ed Atletico Madrid, le emozioni sono state molto meno intense, considerando che il risultato dell’andata già pendeva nettamente a favore dell‘Atletico Madrid, che aveva vinto per 4 a 2 in casa al Vicente Calderon.

    Atletico Madrid © Angel Martinez/Getty Images

    Agli uomini di Diego Simeone, dunque, nonostante gli assalti iniziali del Valencia che cercava il gol in apertura, è bastato un solo gol realizzato al Mestalla, con Adrian Lopez su assit di Diego, per portare a casa la qualificazione, anche se nel finale sono state feroci le proteste del Valencia contro il direttore di gara che prima aveva concesso e poi revocato un rigore a suo favore, per un fallo di mano dell’ex juventino Tiago: la palla, però, era stata toccata da Tino Costa e ciò ha indotto l’arbitro a cambiare la sua decisione, anche se – nel clima di tensione generale – Tiago perde il controllo e si fa espellere per uno schiaffo ed un calcetto contro un avversario. Il punteggio, però, non cambierà più, ed i colchoneros staccano il biglietto per la finale di Bucarest prevista per il prossimo 9 Maggio.

    Una finale che sarà, dunque, interamente spagnola e vedrà di fronte Atletico ed Athletic, Marcelo Bielsa contro Diego Simeone, dimostrando che, qualche volta, le sorelle minori riescono a rubare la scena alle sorelle maggiori: la sostanza, però, non cambia, considerando che il calcio spagnolo riesce sempre a mettersi in luce, con o senza le stelle di Real Madrid e Barcellona.

  • Montecarlo Djokovic ko, Nadal otto volte Principe

    Montecarlo Djokovic ko, Nadal otto volte Principe

    La finale regale che tutti ambivano di vedere sulla terra rossa del Principato, si rivela purtroppo una delusione agonistica con lo spagnolo Rafael Nadal che strapazza il numero uno del mondo Novak Djokovic in due set, (6-3 6-1).

    Ottavo sigillo sul principato di Montecarlo per Rafa Nadal che per la seconda volta, dopo la finale del 2009, batte il serbo nel primo Masters sulla terra rossa della stagione.

    Vittoria in due set in un ora e diciotto minuto di gioco per Rafael Nadal che riesce a sfatare il tabù Djokovic con il serbo che aveva vinto le ultime sette finali disputate. L’equilibrio di gioco dura solamente per pochi game, Djokovic è molto falloso nei suoi turni di servizio mentre Nadal è perfetto soprattutto con la prima palla non consentendo mai a Djokovic di poter entrare con efficacia nel campo. Con l’80% di prime in campo, Nadal si prende il primo set strappando di nuovo il servizio al nono gioco, quello del 6-3: per Nolezero palle break e 14 errori gratuiti.

    Rafael Nadal ©SEBASTIEN NOGIER/AFP/Getty Images

    Nel secondo set tutti si attendono la rimonta del serbo, rimonta che in questo torneo era riuscita nei precedenti turni con l’ucraino Alexsandr Dolgopolov, ma dall’altra parte c’e’ un Nadal voglioso di rialzare le braccia al cielo dopo l’ultima vittoria datata Roland Garros 2011. Lo spagnolo fa il break al secondo game e al sesto, Nole tenta un timido rientro riuscendo a strappare il servizio a Rafa, ma la resa è vicina con Nadal che chiude  tutte le porte al serbo che non può che arrendersi al dominio monegasco del mancino di Manacord.

    Vittoria ampiamente cercata e desiderata da Nadal che inizia nel migliore dei modi la stagione sulla terra rossa, settimana sicuramente non facile per Djokovic con la perdita dell’amato nonno Vladimir che ne ha certamente condizionato tutta la settimana da un punto di vista nervoso ed arrivando scarico, nel momento più importante. Adesso per Nadal ci sarà l’appuntamento a Barcellona mentre per Nole, settimana di riposo prima di andare a giocare, nel torneo di sua proprietà, nell’amata Belgrado.

  • Favola Zambia, sul trono d’Africa 19 anni dopo la tragedia

    Favola Zambia, sul trono d’Africa 19 anni dopo la tragedia

    Libreville ha tolto e Libreville ha reso, dopo 19 anni il cerchio si chiude e lo Zambia chiude un cerchio apertosi con il dolore del 1993, ma che adesso può festeggiare un grande traguardo, il primo della sua storia. Al terzo tentativo i Chipolopolo guidati da mister Renard riescono a conquistare la vittoria, sconfiggendo in finale la Costa d’Avorio guidati da sua maestà Didier Drogba.

    Proprio l’attaccante del Chelsea, che avrebbe dovuto regalare alla sua generazione di giovani campioni un successo importante, lui che ha guidato in finale i suoi compagni, che anche senza strafare erano riusciti a raggiungere il traguardo minimo asfaltando gli avversari, proprio il capitano ha tradito nel momento cruciale della gara, fallendo al 70° un rigore che avrebbe potuto cambiare le sorti della partita.
    Ed ecco che allora cominci a pensare al destino, quel destino beffardo che in quel maledetto volo del ’93 sterminò la nazionale in volo verso il Senegal, ma quello stesso destino che sul campo ha reso possibile la realizzazione di un sogno, il coronamento di una favola che meritava un lieto fine. I Chipolopolo (proiettili di rame) hanno abbattuto una squadra nettamente superiore nel tasso tecnico, ma che forse ha sottovalutato l’avversario e nel calcio si sa certi errori si pagano.

    Dopo una serie infinita di rigori, giunti al termine di una gara, che se si eccettua il penalty fallito da Drogba ed un palo di Katongo, non è stato di certo entusiasmante, decisivi gli errori dal dischetto di Kolo Toure e Gervinho, quest’ultimo autore di una splendida rete che in semifinale aveva regalato l’accesso al match di Libreville agli elefanti ivoriani, ma che nel momento decisivo ha subito probabilmente il peso di quella sfera e ha calciato alto.

    Ed eccola la gioia infinita che pervade ogni giocatore in campo e tifoso in tribuna, il piccolo Zambia è sul tetto d’Africa, ha conquistato la cima della montagna, esprimendo non un calcio spettacolare, ma fatto di volontà e rabbia agonistica, e ne è cosciente anche il navigato Renard, tecnico dei Chipolopolo:
    Non siamo i migliori, l’ho sempre detto – spiega il ct – ma avevamo una spinta in più, una motivazione fortissima. Ed è stato questo a fare la differenza. Penso che per vincere la Coppa d’Africa ci sia bisogno di un mix di bravura e motivazione. Tutto è andato per il meglio“.

    Festeggiare si ma con il ricordo vivo nella mente, con le lacrime di gioia miste a quelle del dolore, sono passati tanti anni da quel maledetto giorno e adesso è il momento di ricominciare, di godere del momento, di rinascere a Libreville, lì dove tutto era finito. Congratulazioni Zambia, adesso l’Africa ha una nuova regina.

    IL VIDEO DEL TRIONFO DELLO ZAMBIA

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  • Masters 1000 Parigi, ostacolo Tsonga per un Federer da record

    Masters 1000 Parigi, ostacolo Tsonga per un Federer da record

    Roger Federer e Jo Wilfried Tsonga disputeranno la finale del Masters 1000 di Parigi, prima volta per lo svizzero mentre Tsonga cercherà di ripetere la vittoria del 2008.

    Con la finale raggiunta a Parigi lo svizzero raggiunge un altro record, diventando l’unico tennista a conquistare almeno la finale in tutti i Masters 1000 del circuito professionistico.

    Roger Federer ©MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images

    Quello sceso in campo contro Tomas Berdick è un Federer d’altri tempi, magia pura esce dalla sua racchetta con il ceco che è costretto a remare continuamente in difesa da fondo campo senza mai poter sfoderare il dritto che gli ha consentito di battere Murray nei quarti. Due break ad inizio del primo e del secondo set, indirizzano definitivamente la partita verso l’asso di Basilea che al servizio è assolutamente inavvicinabile chiudendo alla fine, per 6-4 6-3 in poco più di un ora di gioco. Per Federer ė la trentesima finale nei Master 1000: 3 a Indian Wells, 3 a Miami, 3 a Monte Carlo, 2 a Roma, 7 nel terzo Masters 1000 sulla terra (5 ad Amburgo e 2 a Madrid), 4 all’Open del Canada, 4 a Cincinnati, 3 nel primo Masters 1000 autunnale indoor (una a Shanghai e 2 a Madrid) e ora una a Parigi-Bercy.

    Dopo essersi vendicato di Berdick che lo eliminò dalla sua amata erba londinese di Wimbledon, Federer in finale cercherà una nuova rivincita verso quel Tsonga che proprio quest’anno fù capace di rimonatare due set a Federer, sempre a Wimbledon facendogli patire una delle delusioni più grandi della sua immensa carriera. Il francese conquista la sua seconda finale a Parigi a spese dell’americano Isner (3-6 7-6 7-6),nella prevedibile battaglia a suon di Ace in una semifinale durata poco meno di tre ore.

    Finale non semplice per Federer che è in vantaggio nei precedenti contro Tsonga per 5 vittorie a 3 con Tsonga che ha vinto però le ultime due sfide, a Wimbledon e a Montreal ad inizio agosto.

  • I palloni Adidas per Champions ed Europa League 2011-2012

    I palloni Adidas per Champions ed Europa League 2011-2012

    Il Finale 11, così battezzato da adidas,  prosegue la tradizione del noto “starball” UEFA. Con una struttura a diamante conferisce un ottimo grip per un controllo migliore rispetto a quello dell’anno precedente, invece, la saldatura termica crea una superficie senza cuciture. Le stelle riprodotte sono caratterizzate da un’ampia gamma di  colori che simboleggiano le squadre, i tifosi e gli stadi partecipanti al torneo.

    Questo pallone è un’evoluzione di quello utilizzato nella scorsa edizione dell’Europa League. Caratterizzato da un grip ottimale e creato per sopportare qualsiasi condizione climatica, non presenta cuciture grazie alla saldatura termica. Il suo design richiama il logo e il marchio della competizione.

    Pallone ufficiale UEFA SUPER CUP 2011/12

    Adidas ha creato appositamente questo pallone per la finale del 26 agosto 2012 a Monaco. Ispirato ai colori del logo della UEFA Super Cup è caratterizzato anche dai colori delle due squadre che si affronteranno nella finale a partita unica tra Barcellona e Porto.

  • Coppa America, stasera la finale Uruguay – Paraguay. Probabili formazioni

    Coppa America, stasera la finale Uruguay – Paraguay. Probabili formazioni

    Ultimo atto di questa 43ma edizione della Coppa America. Stanotte, infatti, alle 21 ore italiane, avrà luogo l’attesissima finale della competizione fra Uruguay e Paraguay. Le due squadre arrivano all’ultima partita con un cammino totalmente diverso l’uno dall’altra: la celeste ha eliminato, seppur ai rigori, avversari del calibro dell’Argentina padrona di casa e affidandosi spesso all’ottima verve del proprio cannoniere Suarez, mentre per quanto riguarda i guaranì curioso il loro approdo al match del Monumental, la squadra guidata dal Tata Martino si è qualificata con 5 pareggi senza vincere una sola partita, entro il tempo regolamentare.  

    dal web
    I precedenti danno per favorita l’Uruguay, che con 28 vittorie sui 68 incontri contro l’Albiroja, parte con i favori del pronostico anche grazie ad un maggiore tasso tecnico all’interno del proprio organico, ma questa edizione della Copa ci ha dimostrato come molto spesso essere favoriti possa essere considerato quasi un handicap. Il Paraguay è una squadra che pur non avendo un gran gioco, fa della difesa rocciosa e del contropiede la propria arma e punto di forza, arriva molto poco in zona gol, ma allo stesso tempo subisce poche reti, il compito degli uomini di Tabarez sarà molto arduo, e se l’undici uruguayano vorrà superare nella classifica iridata l’Argentina (14 successi per entrambe), dovrà dimostrare molto di più di quello fatto fin’ora.   Tabarez ha un unico dubbio chi schierare tra Arevalo e Gargano al fianco di Perez, rientrerà Caceres ed in difesa al fianco di Lugano confermato Coates visto che Scotti è ancora infortunato, ha recuperato invece Cavani che andrà in panchina in caso di necessità il Matador sarà chiamato in causa. L’undici titolare dovrebbe essere formato dallo strepitoso Muslera in porta, linea difensiva a quattro con Caceres appunto e Maxi Pereira sugli esterni, con Lugano e Coates a completare il reparto. In mediana spazio ad Alvaro Pereira e Gonzales sulle linee dell’out e gli “italiani” Gargano e Perez in mezzo, con il partenopeo leggermente più avanzato a sostegno della manovra e del tandem d’attacco composto da Forlan e dall’ispiratissimo Luis Suarez. Uruguay (4-4-2): Fernando Muslera; M. Pereira, Lugano, Coates, Caceres; Alvaro Pereira, Gargano, Perez, Gonzales; Diego Forlan, Luis Suarez. Nel Paraguay squalificato Martino ed il suo vice in panchina siederà l’allenatore delle giovanili, squalificato anche Santana ed indisponibile per infortunio Santa Cruz, in campo andranno Ortigoza, incredibilmente non squalificato dopo la rissa con il Venezuela, e Valdez che farà coppia in attacco con una delle delusioni della Copa America Lucas Barrios, si rivedrà nella squadra titolare anche Estigarribia, che era stato incredibilmente accantonato nei match precedenti nonostante avesse fornito delle prestazioni notevoli. Modulo speculare a quello della celeste per el Tata, con Villar in porta e linea difensiva a quattro composta da Alcazar e Da Silva al centro e Veron e Piris sulle fasce. A centrocampo come detto Ortigoza ed Estigarribia ad agire sulle linee laterali e in mezzo Riveros e Caceres. Davanti come detto la coppia Valdez-Barrios. Paraguay (4-4-2): Villar; Verón, Da Silva, Alcaraz, Piris; Ortigoza, Riveros, Caceres, Estigarribia; Valdez, Barrios. SPECIALE COPPA AMERICA 2011

  • Wimbledon, Djokovic doma Nadal, il serbo è re di Wimbledon

    Wimbledon, Djokovic doma Nadal, il serbo è re di Wimbledon

    Novak Djokovic dimostra di essere il vero numero uno mondiale conquistando il terzo slam della carriera battendo lo spagnolo Rafael Nadal in quattro set 6-4 6-1 1-6 6-3 ed aggiungendo al suo fantastico 2011 il Championship di Wimbledon per la prima volta in carriera. Il primo set è molto equilibrato con i servizi dei due giocatori impeccabili e che non lasciano spazio a nessuna occasione di palle break. Tuttavia Nadal si aggrappa molto alla prima servizio ed ecco che, quando sul 5-4 Djokovic, lo spagnolo steccando molte prime consente al serbo di recuperare dal 30-0 infilando quattro punti consecutivi che gli consentono di incamerare il primo parziale con il punteggio di 6-4.

    Novak Djokovic prima vittoria a Wimbledon | ©Julian Finney/Getty Images
      Secondo set che inizia in salita per lo spagnolo che concede per la seconda volta consecutiva il servizio consentendo a Djokovic di salire in un amen sul 3-0. Djokovic è stellare nel secondo set, scherza Nadal in tutte le zone del campo con lo spagnolo in completa balia del serbo e con il nervosismo ai massimi storici. Djokovic doma il dritto di Nadal, lo spagnolo non riesce ad essere più incisivo con il servizio ed risultato è un 6-1 che porta il serbo in vantaggio di due set a zero. Nel terzo set Djokovic tira un po’ il fiato e Nadal mette subito il naso avanti, strappa il servizio al serbo portandosi sul 4-1. L’andamento del terzo set è praticamente uguale al secondo, ma a parti invertite con Djokovic sceso dai livelli fantastici dei primi due set e con lo spagnolo che rientra così in partita. Nel primo game del quarto set Nole deve affrontare una pericolosa palla break, ma il serbo riesce ad annullarla con autorità mandando un segnale forte a Nadal che sente per la prima volta la pressione cedendo il servizio ma Nole non azzanna il match per la giugulare perdendo a sua volta il servizio anche grazie ad un po’ di fortuna di Nadal che sulla palla break colpisce un nastro super fortunato che manda la palla poco al di là sul campo serbo. L’equilibrio regna sovrano, ma come nel primo set Nadal sente la pressione e sul 4-3 Djokovic concede il servizio al serbo che chiude nel game successivo dimostrando che quest’anno nessuno può batterlo.