Tag: finale

  • Benfica prosegue la maledizione di Bela Guttmann, l’Europa League va al Siviglia

    Benfica prosegue la maledizione di Bela Guttmann, l’Europa League va al Siviglia

    Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d’Europa ed il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni.

    Questa la “maledizione” lanciata nel 1962 dall’allora tecnico ungherese del Benfica Béla Guttmann e che anche questa sera, per l’ottava finale consecutiva, ha colpito il Benfica.

    Quest’anno sembrava l’annata buona per infrangere l’anatema, così non è stato e se l’anno scorso la beffa con il Chelsea arrivò nei minuti di recupero, quest’anno contro il Siviglia la sconfitta è arrivata ai calci di rigore.

    I calciatori del Siviglia dopo l'ultimo rigore calciato
    I calciatori del Siviglia dopo l’ultimo rigore calciato

    Se per il Benfica è l’ottava finale consecutiva persa, per il Siviglia, che non ci sarebbe nemmeno dovuto essere, fu ripescato per i problemi economici di Rayo Vallecano e Malaga che gli erano giunte davanti in campionato, arriva un incredibile filotto: terza finale di Europa League vinta, dopo quelle del 2005/2006 e 2006/2007 anche se ancora si chiamava Coppa Uefa, su tre giocate.

    Per quanto riguarda le formazioni Unai Emery schiera il suo Siviglia con il 4-2-3-1 con Beto tra i pali, Coke, Pareja, Fazio, Moreno sulla linea difensiva, MbiaCarriço in mediana con Bacca di punta supportato dal trio di trequartisti Reyes-Rakitic-Vitolo.

    Jorge Jesus deve rinunciare agli squalificati Perez e Markovic, sceglie un 4-3-3 con Oblak in porta, Maxi Pereira, Luisao, Garay e Siqueira in difesa, Amorim, Gomes e  Gaitan a centrocampo con Sulejmani, Lima e Rodrigo nel tridente offensivo.

    Il primo tempo non è certo indimenticabile, tanti errori, molta confusione ed occasioni da gol davvero rare, da segnalare una bella parata di Beto su Maxi Pereira. Nella ripresa cresce il Benfica che ha diverse buone occasioni con Lima, Rodrigo e Garay che sfiorano il vantaggio. Il risultato non si sblocca e si va così ai tempi supplementari dove nel primo tempo il Siviglia ha una chance enorme con Bacca che si presenta solo davanti a Oblak ma allarga troppo il diagonale che si spegne sul fondo. Nel secondo tempo supplementare, paura di perdere e stanchezza la fanno da padrona, la gara non si sblocca e si va ai calci di rigore. Dal dischetto per il Benfica Cardozo e Rodrigo vedono le proprie conclusioni respinte da Beto, i calciatori del Siviglia sono praticamente perfetti ed è il capitano Rakitic che alza al cielo di Torino l’Europa League 2013/2014.

    Rakitic solleva l'Europa League
    Rakitic solleva l’Europa League

    SIVIGLIA – BENFICA 4-2 d.c.r. (0-0 dopo i tempi supplementari)

    Siviglia (4-2-3-1): Beto; Coke, Pareja, Fazio, Moreno; Mbia, Carriço; Reyes (78° Marin) (104° Gameiro), Rakitic, Vitolo (110° Figueiras); Bacca.

    Allenatore: Unai Emery

    Benfica (4-3-3): Oblak; Maxi Pereira, Luisao, Garay, Siqueira (99° Cardozo); Amorim, A. Gomes, Gaitan (119° Cavaleiro); Sulejmani (25° Almeida), Lima, Rodrigo.

    Allenatore: Jorge Jesus.

    Arbitro: Brych (Germania)

     

    Ammoniti: Fazio (S), Moreno (S), Coke (S), Siqueira (B), Almeida (B)

  • Lisicki bloccata, gioia Bartoli a Wimbledon

    Lisicki bloccata, gioia Bartoli a Wimbledon

    La francese Marion Bartoli vince il torneo di Wimbledon per la prima, e molto probabilmente, ultima volta in carriera grazie alla vittoria in una finale senza storia contro la tedesca Sabine Lisicki (6-1 6-4 lo score) in un match velocissimo e molto deludente che ha visto una sola giocatrice in campo con la tedesca sopraffatta dal panico e dell’emozione della prima finale in carriera in una prova dello slam. Dopo la delusione del 2007 contro l’americana Venus Williams grande soddisfazione per la francese che corona una carriera fatta di alti ma soprattutto di bassi anche a causa della presenza sempre ingombrante del papà allenatore. Grande delusione invece per la tedesca che aveva disputato un torneo fantastico con la vittoria su Serena Williams ma che si è fermata sul più bello.

    Marion Bartoli, regina di Wimbledon ©CARL COURT/AFP/Getty Images
    Marion Bartoli, regina di Wimbledon ©CARL COURT/AFP/Getty Images

    La partita inizia con la Bartoli a concedere il servizio nel primo game con tre doppi falli ed è l’unico game vinto dalla tedesca che non riesce a servire come aveva fatto in tutto il torneo con sempre ad iniziare lo scambio con la seconda palla esponendosi agli attacchi continui della francese che rispondeva sempre con i piedi dentro al campo. La prima frazione si chiude con un eloquente 6-1 con la Lisicki a correre subito dentro gli spogliatoi a farsi un bel pianto.

    Ma lo sfogo non funziona e la Bartoli allunga anche nel secondo set portandosi in meno di 20′ sul punteggio di 5-1. Qui la francese trema un pò fallendo tre match point sul servizio della tedesca e concedendo anche una piccola rimonta d’orgoglio con la Lisicki che allunga la partita sul 5-4. Ma nel proprio turno di servizio la francese non crolla portandosi subito 40-0 e chiudendo la partita ed il torneo con un ace.

    Queste le parole della Lisicki dopo la finale: “Sono stata sopraffatta dall’emozione e dalla tensione e non sono riuscita ad esprimere il mio tennis e sono molto triste, non mi arrenderò e spero di avere un’altra possibilità di giocare una finale in questo fantastico campo“. Molto belle anche le dichiarazione della vincitrice Marion Bartoli: “Sono al settimo cielo, vorrei ringraziare mio padre che è qui e questo è molto importante per me, capisco come ti senti (Lisicki ndr) ma sono sicura che giocherai un’altra finale perchè il tuo tennis è perfetto su qeusta superficie“.

  • Wimbledon, Gianluigi Quinzi in finale junior

    Wimbledon, Gianluigi Quinzi in finale junior

    Ventisei anni dopo Diego Nargiso il campioncino in erba, ed è tutto dire, del tennis italiano Gianluigi Quinzi conquista la finale del torneo junior di Wimbledon grazie alla splendida vittoria in semifinale sul britannico padrone di casa Kyle Edmond. Il marchigiano, sesta teste di serie del torneo ha disputato un match da vero fuoriclasse e vincendo con un duplice 6-4 una partita tosta e difficile che gli darà tanta esperienza per il futuro. Gianluigi Quinzi affronterà in finale il coreano Hyeon Chung che ha sconfitto il tedesco Maximilan Marterer per 6-7 6-1 6-3.

    Gianluigi Quinzi conquista la finale junior a Wimbledon © Julian Finney/Getty Images
    Gianluigi Quinzi conquista la finale junior a Wimbledon © Julian Finney/Getty Images

    Stupenda vittoria per Quinzi che aveva davanti un avversario tosto che aveva ben figurato nel torneo di Eastbourne, sempre sull’erba, perdendo da Gilles Simon 7-6 7-6, futuro vincitore del torneo e che aveva disputato anche il torneo senior venendo eliminato dal polacco Jerzy Janowicz. Ma l’azzurro è stato magistrale in campo sfruttando al massimo le palle break conquistate ed annullando con autorità quelle concesse all’avversario che ha decisamente giocato male i punti più importanti del match. I due break decisivi sono arrivati tutti e due nel corso del settimo game dei rispettivi set consentendo all’italiano di conquistare una vittoria in due set con un duplice 6-4 per Quinzi emulando, 26 anni dopo, il grande Diego Nargiso che nel 1987 riuscì a conquistare la finale  e vincendo anche il titolo.

    Adesso Quinzi, allievo di Mosè Navarra, deve assolutamente godersi il momento e non pensare a nulla dovendo avere la consapevolezza che questa è solamente una tappa verso la definitiva consacrazione nel tennis mondiale che si spera possa avvenire considerata la grande passione di tennis che c’e’ in Italia con le vittorie, nel settore maschile, che mancano da tanto tempo. La strada è quella buona con l’azzurro seguito passo passo dai genitori che gli vietano categoricamente di leggere quello che si scrive su di lui, soprattutto su internet, lasciandolo fuori da qualsiasi pressione esterna.

  • Roland Garros: Djokovic ko, Nadal vola in finale

    Roland Garros: Djokovic ko, Nadal vola in finale

    Grandissima semifinale fra Rafa Nadal e Novak Djokovic che realizzano l’ennesimo spettacolo sul centrale parigino del Roland Garros grazie a  due magnifici interpreti del tennis mondiale che hanno disputato l’ennesima battaglia fatta di colpi di continui colpi di scena ed emozioni non adatti ai deboli di cuore. Rafa Nadal conquista la finale superando in cinque set il numero uno del Mondo Novak Djokovic in un match stupendo ed infinito che ha visto prevalere il cuore, la grinta e soprattutto il fisico del mancino di Manacord. Nadal attenderà in finale il vincente della seconda semifinale, una sfida inaspettata a questo punto del torneo fra lo spagnolo David Ferrer ed il francese Jo Wilfried Tsonga sfida che, se sarà equilibrata come la prima semifinale, potrebbe anche non concludersi nella giornata odierna.

    Rafa Nadal conquista l'ennesima finale a Parigi ©MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images
    Rafa Nadal conquista l’ennesima finale a Parigi ©MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images

    La partita fra i due mostri sacri del tennis mondiale inizia sotto il segno dell’equilibrio con il serbo più vicino a realizzare il break, ma invece è lo spagnolo a rompere la sequela di game vinti al servizio con il break durante il fatidico settimo game, complice anche qualche scivolata di troppo del serbo che ne preclude la stabilità e di conseguenza il gioco. Nel secondo set è ancora Nadal a brekkare per primo ma questa volta c’e’ la reazione del serbo che conquista quattro game di fila rimontando da 2-3 e chiudendo il set sul 6-3. La partita sembra girata verso la via serbo ma un inspiegabile terzo set giocato da Nole rimette Nadal in gioco con lo spagnolo che per poco non realizza un sonoro cappotto conquistando la terza frazione con il punteggio di 6-1.

    Nel quarto set Djokovic si trasforma di nuovo riuscendo prima a recuperare l’ennesimo break messo a segno da Nadal e poi ad allungare la partita al quinto grazie alla vittoria del tie break con il punteggio di 7-3. I due sono stremati nel corso della quinta frazione di gioco che non prevede tie break e che quindi diventa una lotta all’ultima goccia d’energia con Nole che non sfrutta un break di vantaggio facendosi rimontare da Nadal che chiude con il punteggio di 9-7. Con questa vittoria lo spagnolo raggiunge Vilas e Federer per numero di vittorie a Parigi (58) e domenica può diventare il primo tennista della storia a vincere per otto volte un titolo del Grande Slam.

    Grande prova anche della coppia d’oro del tennis italiano, Sara Errani e Roberta Vinci conquistano la finale del torneo di doppio grazie alla vittoria in tre set (6-3 5-7 6-3 lo score) contro la coppia formata da Nadia Petrova e Katarina Srebotnik. Le “chicki” italiane affronteranno in finale la coppia russa Makarova/Vesnina.

     

  • Roland Garros, Sara Errani dominata dalla Williams

    Roland Garros, Sara Errani dominata dalla Williams

    Tutto come da pronostico, purtroppo, per la piccola grande Sara Errani che viene letteralmente massacrata sul centrale parigino del Roland Garros dall’uomo in gonnela chiamato Serena Williams. Decisamente troppo in tutto Serena per la povera romagnola che viene mangiata in un sol boccone dall’americana che ha letteralmente fatto i buchi sul campo della terra rossa di Parigi e che ha sfruttato alla grande il piccolo campanello d’allarme del set perso durante il quarto di finale vinto contro la russa Svetlana Kuznetsova . Sconfitta netta per la Errani che abdica con un eloquente 6-0 6-1 in 46′ di gioco consentendo alla Williams di disputare la finale a Parigi 11 anni dopo contro la russa Maria Sharapova che a sua volta ha avuto la meglio, nell’altra semifinale, sulla bielorussa Viktoria Azarenka.

    Serena Williams ©KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images
    Serena Williams ©KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images

    Niente da fare quindi per la romagnola che ha anche servito meglio del solito per tutta la poca durata del match con una buona percentuale di prime palle che però non sono servite a nulla contro la fame e la ferocia della numero uno del Mondo. Serena non ha lasciato praticamente nulla all’azzurra attaccandola in ogni parte del campo vincendo quasi tutti i game. al servizio ed in risposta, a zero senza dare mai la possibilità alla piccola Sara di almeno sperare di conquistare un game.

    Molto più bella e combattuta invece l’altra semifinale che ha visto prevalere la russa Maria Sharapova sulla bielorussa Viktoria Azarenka in un match dove la pressione e la tensione nervosa hanno avuto la meglio nei confronti del bel gioco. Infatti, a differenza del match contro la Jankovic, Maria scende in campo concentrata sin dall’inizio attaccando la bielorussa che può solo fare da  spettatrice allo show della bella siberiana che vince il primo parziale con un sonoro 6-1. Ma nel secondo set cambia decisamente la musica per la bella Maria che soccombe per 6-2 grazie anche a qualche errore di troppo che viene sfruttato al meglio da parte dell’Azarenka per allungare la semifinale al terzo set. Nel set decisivo però Maria riesce a riprendere le redini del match in mano conquistando subito il break e chiudendo il match con il punteggio di 6-4 in una partita dove il servizio è stato decisamente un optional per le due giocatrici in campo.

  • Australian Open, terzo sigillo di fila per Novak Djokovic

    Australian Open, terzo sigillo di fila per Novak Djokovic

    Il numero uno del Mondo Novak Djokovic conquista per la quarta volta e terza consecutiva in carriera gli Australian Open, primo slam stagionale, superando in quattro set lo scozzese Andy Murray con il punteggio di 6-7 7-6 6-3 6-2. Dimostrazione di forza assoluta del serbo che schianta alla distanza Murray che perde la sua terza finale consecutiva a Melbourne e sempre da Djokovic. Veramente una bestia nera il serbo per lo scozzese in terra australiana ma siamo assolutamente sicuri che non sarà sicuramente l’ultima finale di uno slam giocata contro dai due giocatori. Infatti la carta d’identità di mister Roger Federer ed il ginocchio sempre traballante di Rafa Nadal, fanno pensare che i due gemelli del tennis mondiale saranno i protagonisti assoluti per il futuro creando una nuova ed avvincente rivalità sportiva ricca di suspence e spettacolo.

    Il serbo Novak Djokovic ©GREG WOOD/AFP/Getty Images
    Il serbo Novak Djokovic ©GREG WOOD/AFP/Getty Images

    I primi due set della finale sono assolutamente all’insegna dell’equilibrio con i due giocatori a tenere saldamente i propri turni di battuta venendo decisi ai tie break dove nel primo set a spuntarla è Murray mentre nel secondo è il numero uno del Mondo a rimettere la situazione in parità grazie a due splendidi rovesci in lungo linea che spaccano in due il tie break. L’equilibrio fra i due giocatori dura sino all’ottavo game del terzo set con Murray a cedere il servizio dopo un game in cui perde uno scambio lunghissimo (36 colpi) e subisce due rovesci da Djokovic con il serbo a chiudere nel game successivo con il punteggio di 6-3. Stranamente il break subito dallo scozzese e la sconfitta del terzo set hanno un effetto devastante nella medaglia d’oro olimpica e vincitore dell’ultimo Us Open che praticamente alza bandiera bianca nel quarto set vinto dal serbo per 6-2.

    Con questa vittoria Novak Djokovic conquista la sua sesta prova di un grande slam e diventa il primo giocatore dell’era Open a vincere per tre volte consecutive lo slam Australiano superando nell’albo d’oro Roger Federer ed Andrè Agassi con quest’ultimo che ha dichiarato, di considerare il serbo il giocatore più forte di tutti i tempi.

  • Australian Open, trionfo Azarenka. Dramma e sfortuna Na Li

    Australian Open, trionfo Azarenka. Dramma e sfortuna Na Li

    La bielorussa Viktoria Azarenka vince per la seconda volta consecutiva il torneo degli Australian Open grazie alla vittoria in finale sulla cinese Na Li. Tre set molto combattuti che si sono chiusi con il punteggio di 4-6 6-4 6-3 in un match dai contenuti a tratti veramente drammatici e con la cinese Na Li, infortunatasi alla caviglia sinistra, a combattere sino alla fine contro il dolore. Vittoria doppia in tutti i sensi per la numero uno del Mondo che, grazie al secondo sigillo consecutivo a Melbourne, riesce a mantenere la prima posizione mondiale a scapito di Serena Williams uscita da questi Australian Open decisamente malconcia con problemi alla schiena e ad una caviglia che potrebbero influenzarle il prosieguo di stagione.

    La numero uno del Mondo Viktoria Azarenka ©Quinn Rooney/Getty Images
    La numero uno del Mondo Viktoria Azarenka ©Quinn Rooney/Getty Images

    La cinese parte male nel match concedendo subito il break alla bielorussa con tre errori gratuiti consecutivi, ma la Azarenka non approfitta del vantaggio regalatole perdendo a sua volta tre game di fila che consentono alla Li di indirizzare sin da subito la prima frazione di gioco. Il primo set è un festival di break e contro break,la numero uno del Mondo non riesce ad essere incisiva con l’uno-due servizio e dritto andando spesso fuori giri con la conseguenze che il primo set è di marca cinese con il punteggio di 6-4. Il secondo set si apre con Viktoria fermamente decisa a recuperare lo svantaggio e ci riesce conquistando subito il break e portandosi 3-0, la cinese non demorde ma la sfortuna per la vincitrice del Roland Garros 2011 è purtroppo dietro l’angolo: la cinese cade su un contropiede della bielorussa procurandosi una forte distorsione alla caviglia. Dopo un lungo stop si riprende a giocare con la Li consapevole di non potersi più permettere scambi prolungati a causa della menomazione alla caviglia sinistra, la bielorussa non riesce ad allungare nel set che però conquista grazie al break del nono game chiudendo il secondo set con il punteggio di 6-4.

    Il terzo e decisivo parziale si apre ancora con break e contro break delle due giocatrici , ma dopo l’interruzione per la celebrazione dell’Australian Day, nuova caduta della Li sulla caviglia malconcia con la cinese che per giunta sbatte la testa sul cemento. La finale è ormai una lotta di nervi con la cinese ad arrancare stoicamente da fondo campo e la bielorussa un po’ bloccata psicologicamente dall’infortunio patito dalla sua avversaria. Sul 4-3 Azarenka la cinese non sfrutta una palla per il possibile 4 pari consegnando di fatto lo slam tra mille lacrime e rammarico alla bielorussa che comunque ha meritato in toto la prima grande gioia del 2013.

  • Roger Federer sfida Novak Djokovic nella finale del Masters

    Roger Federer sfida Novak Djokovic nella finale del Masters

    Si sono divisi la poltrona di numero uno al Mondo per tutto il 2012 ed infatti, la finale del Masters 2012 a Londra non poteva che essere fra Roger Federer e Novak Djokovic che in semifinale hanno avuto la meglio rispettivamente di Andy Murray e Juan Martin Del Potro.

    Una finale davvero speciale degna di chiudere questo 2012 che ha regalato a tutti gli appassionati di tennis, delle partite davvero emozionanti ed al limite del cardiopalma.

    Roger Federer ha battuto, e forse anche a sorpresa, un Andy Murray desideroso di ben figurare davanti al proprio pubblico dopo le delizie che lo scozzese aveva regalato nel torneo olimpico. Ed invece la vittoria è andata ad un Federer che nel corso del match non ha mai attraversato un minimo passaggio a vuoto che poteva consentire allo scozzese di nutrire qualche speranze di vittoria. Si è giocato praticamente solo nel primo set dove lo svizzero è riuscito a vincere i punti importanti nel corso di un tie break bellissimo e di altissimo livello. Murray, perso il primo parziale, non ha avuto la solita reazione d’orgoglio finendo per consegnarsi allo svizzero con un 6-2 che regala a Federer l’ottava finale del Masters, ultimo torneo della stagione.

    Roger Federer
    Roger Federer ©BEN STANSALL/AFP/Getty Images

    Stupenda anche la semifinale vinta dal serbo numero uno del Mondo, Djokovic trova un grandissimo Del Potro nel primo set dove l’argentino è ingiocabile con il servizio e dove anche il suo fantastico dritto ha funzionato alla perfezione. Ma Djokovic quando è alle strette tira il meglio di sé sfiancando l’argentino con un pressing da fondo campo che consente al serbo di ribaltare una partita che si  è chiusa con il punteggio di 4-6 6-3 6-2.

    Questa sera alle 21, ora italiana, la finale nella splendida cornice della “O2 arena” di Londra, per Federer, come detto, è l’ottava volta mentre per Nole è la seconda finale del Masters dopo quella vinta su Davidenko nel 2008 a Shanghai.

  • Djokovic e Murray volano in finale a Shanghai

    Djokovic e Murray volano in finale a Shanghai

    Sarà tra Novak Djokovic ed Andy Murray la finale al Masters 1000 di Shanghai, il serbo e lo scozzese raggiungono l’ultimo atto del Masters cinese a scapito rispettivamente di Tomas Berdych e Roger Federer.

    Con la finale raggiunta in Cina, Djokovic conquista tutte le finali dei Masters 1000 presenti nel calendario internazionale mentre Murray conferma l’ottimo momento di forma dopo la vittoria agli Us Open.

    Sublime semifinale giocata dal serbo che lascia poche possibilità al ceco di vincere la partita. Nole parte a razzo e con un tennis sontuoso si porta in un amen sul 5-1, qui un attimo di distrazione del numero due che si fa recuperare un break prima di chiudere con il punteggio di 6-3 il primo set. Nel secondo set Nole mette la freccia nel terzo game dove brekka Berdychinnervosito da alcune chiamate dell’arbitro a suo modo di vivere alquanto errate. Nole non si lascia sfuggire l’occasione e non concede più nulla chiudendo la pratica con il punteggio di sei giochi a quattro.

    Novak Djokovic
    Il serbo Novak Djokovic ©Lintao Zhang/Getty Images

    La seconda semifinale vedeva di fronte il numero uno ed il numero tre del Mondo ed inizia con un festival di break e contro break e con un tennis al limite della perfezione. Infatti la perfezione non viene raggiunta perché sia il servizio di Federer che quello di Murray non rende al meglio ma mentre Murray lo ritrova nel finire del set, Federer è disastroso chiudendo il parziale con il 27% con la seconda e cinque doppi falli di cui tre in un game che concedono il set a Murray con il punteggio di 6-4. Federer è in difficoltà ancora con il servizio anche nel secondo set e nemmeno un interruzione per la pioggia di venti minuti consente all’elvetico di ritrovare il ritmo in uno dei suoi fondamentali migliori. Murray invece dimostra di aver fatto il definito salto di qualità riuscendo a spuntarla ancora con il punteggio di 6-4.

    Domani sarà la sfida numero 16 fra Novak Djokovic ed Andy Murray con il serbo che conduce al momento 8-7 ma l’ultima sfida è stata vinta dallo scozzese in cinque set nella finale di Flushing Meadows a settembre.

  • Roger Federer come Sampras, sette volte re di Wimblebon

    Roger Federer come Sampras, sette volte re di Wimblebon

    Roger Federer vince per la settima volta in carriera il torneo di Wimbledon e raggiunge Pete Sampras e William Renshaw nella storia dei Championship londinesi.

    Spettacolo d’altri tempi sul centrale di Wimbledon con Federer che ha deliziato il pubblico, quasi tutto per l’idolo di casa Andy Murray, che esce sconfitto con onore con il punteggio di 4-6 7-5 6-3 6-4.

    Il primo set è molto equilibrato, Federer sembra molto più centrato sulla palla dando l’impressione di poter brekkare Murray in qualsiasi momento. Infatti lo scozzese deve annullare due pericolosissime palle break con Federer insolitamente impreciso in risposta consentendo a Murray di portarsi sul 4 pari. Si vede sin da subito che è un Murray diverso quello in campo sul centrale oggi, lo scozzese non sbaglia nei momenti importanti e si va a cercare con insistenza i punti importanti che gli permettono di realizzare il break decisivo per la vittoria del primo set con il punteggio di 6-4. Analogo andamento di gioco nel secondo set ma questa volta è Murray che va più vicino a brekkare lo svizzero nel corso del parziale, con sudore e fatica Federer riesce a trascinare il set sino al 5 pari e solamente lo svizzero può vincere un set giocato sempre in affanno con due “stop volley” sontuose che mettono in ginocchio Murray e che consentono allo svizzero di riequilibrare il match con la vittoria del secondo set per 7-5.

    Roger Federer ©GLYN KIRK/AFP/GettyImages

    Il terzo set si apre con due game in equilibrio ma sul 40-0 Federer arriva l’interruzione per la pioggia. Il tempo di una mezz’oretta per chiudere il tetto del centrale e si riparte ancora all’insegna dell’incertezza con i due giocatori a tenere i propri turni di battuta. Il primo allungo lo produce però lo svizzero che strappa il servizio a Murray nel corso del sesto game in cui lo scozzese spreca un vantaggio di 40-0, dopo il break si gioca sui servizi dell’elvetico che non si lascia sfuggire l’occasione di chiudere il set con il punteggio di 6-3 con un ace che sigilla 25 minuti di tennis entusiasmante. La sconfitta del terzo set è deleteria per Murray che non riesce più a servire in sicurezza concedendo il break già al terzo game, Federer è invece implacabile concedendo poco sul proprio turno di battuta e chiudendo nel secondo dei due match point conquistati.

    Come Serena Williams ieri, altro trentenne di lusso sul trono di Wimbledon con lo svizzero che riscrive la storia oltre che dei Championship, anche quella personale diventando di nuovo numero uno del mondo e pareggiando il record di settimane consecutive al vertice (286) detenuto ancora una volta dall’indimenticabile Sampras.