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  • Le pagelle di Barcellona – Manchester United 3-1

    Le pagelle di Barcellona – Manchester United 3-1

    Le pagelle ai protagonisti di BARCELLONA – MANCHESTER UNITED 3-1

    BARCELLONA

    Valdes 5.5: inoperoso per tutti i 90 minuti di gioco, viene trafitto dal bolide di Rooney.

    Dani Alves 6.5: vince il duello, sia in fase offensiva che in quella difensiva, con l’avversario di turno Evra; le sue incursioni fanno sempre male. (Puyol sv: Guardiola gli concede la gloria degli ultimi due minuti visto che andrà sotto i ferri per la pulitura del ginocchio; il capitano è alla sua terza Champions League).

    Piquè 6.5: insieme al compagno di reparto Mascherano rendono piacevole la serata a Valdes

    Mascherano 7: questa sera è lui ad eregere il muro davanti alla porta difesa da Valdes; gioca una gara ad altissima intensità in un ruolo che non è il suo, chiamato a sostituire il capitano Puyol non al meglio della condizione.

    Abidal 7: è stata anche la sua partita, sempre impeccabile: dopo la grande paura di soli due mesi fa al sogno Champions. Sogno che si realizza anche grazie ai compagni che gli lasciano l’onore di alzarla al cielo per primo.

    Xavi 8: faro del centrocampo blaugrana, le azioni partono sempre dai suoi piedi; disegna delle traiettorie fantastiche e con il pallone fa quello che vuole. Bellissimo l’assist per il gol di Pedro.

    Busquets 7: Xavi pensa a pennellare qua e la ma se non ci fosse lui a fare il gioco sporco a centrocampo e a proteggerlo…

    Iniesta 7: meno effervescente del previsto, gioca una partita “normale” in confronto alle prestazione a cui ci aveva abituato; cerca spesso il tiro da fuori senza fortuna.

    Pedro 8: è lui a sbloccare il risultato e a mettere la partita sui binari giusti; il prodotto della Cantera sta maturando velocemente al punto che è divenuto un punto di riferimento tanto importante quanto Messi. (Afellay sv: gioca solo una manciata di minuti nei quali riesce ad impegnare per una volta Van der Sar).

    Messi 10: al di là della prestazione maiuscola e del gol del 2-1 che riporta la coppa in direzione Barcellona, il dieci è anche frutto della stagione da urlo per la Pulce argentina che centra anche il titolo di capocannoniere di questa edizione della Champions League con 11 gol. E’ inevitabile dopo che segni in una sola stagione 53 gol in 55 partite, è un giocatore dalla classe immensa, è il calciatore più forte al mondo. Qualcuno ha dubbi?

    Villa 7.5: il gol che chiude il match è d’antologia, stop e piatto a giro dove Van der Sar non può arrivare; è costantemente una spina nel fianco dei difensori dello United. (Keita sv: pochi minuti per lui, concede la standing ovation a Villa).

    Guardiola 10: è l’artefice di questo miracolo, una squadra composta per la maggior parte di giocatori provenienti dal vivaio blaugrana da lui stesso allenati nella Cantera e che gioca al calcio in modo divino che non puoi non innamorartene. Il modello Barcellona è inarrivabile, Pep esprimere alla squadra l’essenza vera del calcio, possesso palla, tocchi di prima, passaggi precisi e colpire letalmente al momento opportuno. Decimo titolo in 3 anni: nonostante questo è capace di trasmettere ai giocatori nuovi stimoli per nuovi traguardi in una squadra che ha vinto tutto quello che c’era da vincere. The best.

    MANCHESTER UNITED

    Van der Sar 6: gli piovono palloni da tutte le parti, se non ci fosse stato lui i Red Devils avrebbero potuto perdere con uno scarto maggiore anche se l’errore sul gol di Messi è evidente; per lui questa era l’ultima partita da calciatore, sognava il ritiro con la conquista della Champions purtroppo per lui ha trovato sulla sua strada la squadra più forte del mondo.

    Fabio 5.5: viene costretto sulla difensiva e non ha la capacità di proporsi in attacco; esce per infortunio a 20 minuti dal termine. (Nani 5.5: entra in campo a conti già fatti).

    Ferdinand 5: serata difficile per il centrale dello United che perde in più di un’occasione gli attaccanti blaugrana.

    Vidic 5: Villa, Messi e Pedro sono un incubo per il capitano dei Red Devils; il reparto difensivo meno perforato d’Europa stasera scoppia.

    Evra 5: Dani Alves lo sovrasta in ogni parte del campo, non riesce a contenere il brasiliano quando questo si propone in avanti, non arriva mai sul fondo per un cross.

    Valencia 4: completamente fuori dalla partita; non si capisce perchè Ferguson lo abbia tenuto in campo e non lo abbia levato via a fine primo tempo quando, era evidente, era in netta difficoltà.

    Carrick 5: tutta la partita sembrava un “torello” con Carrick in mezzo a cercare di prendere la palla e Xavi, Busquets e Iniesta a non fargliela mai vedere. (Scholes sv: entra quando ormai è troppo tardi).

    Giggs 6: l’impegno è lodevole per un “vecchietto” di quasi 38 anni, ma stasera trova degli scogli invalicabili che non gli permettono di giocare come vorrebbe, con la solita classe che lo contraddistingue.

    Park 5: interpreta bene la gara nel primo quarto d’ora, aggressivo e deciso, ma si perde con il passare dei minuti.

    Rooney 6.5: il solito lottatore, segn ail gol del momentaneo pareggio ma non basta. Da solo non poteva fare di più contro il Barcellona stellare.

    Hernandez 4.5: scompare in mezzo a Piquè e Mascherano, non entra mai in gara.

    Ferguson 5: qualche scelta sbagliata forse gli si può imputare (Berbatov in tribuna), avrebbe potuto vincere la sua terza Champions alla guida del Manchester ma il Barcellona glielo nega per la seconda volta in due anni. Conoscendo Sir Alex siamo sicuri che starà già pensando a rifarsi nella prossima edizione.

    BARCELLONA (4-3-3): Valdes 5.5; Dani Alves 6.5 (88′ Puyol sv), Piquè 6.5, Mascherano 7, Abidal 7; Xavi 8, Busquets 7, Iniesta 7; Pedro 8 (92′ Afellay), Messi 10, Villa 7.5 (86′ Keita sv).
    Allenatore: Guardiola 10
    MANCHESTER UNITED (4-4-2): Van der Sar 6; Fabio 5.5 (69′ Nani), Ferdinand 5, Vidic 5, Evra 5; Valencia 4, Carrick 5 (77′ Scholes sv), Giggs 6, Park 5; Rooney 6.5, Hernandez 4.5.
    Allenatore: Ferguson 5

  • Il capolavoro del Barcellona, Manchester United travolto 3-1

    Il capolavoro del Barcellona, Manchester United travolto 3-1

    Si rimane stregati, ammaliati di fronte a tanta bellezza, vieni catturato e proiettato in un’altra dimensione quando ammiri quegli 11 giocatori che corrono su un prato verde e indossano una maglia blaugrana. Stasera, domani, quando si vuole, possiamo affermare con convinzione e fermezza che questo Barcellona è il calcio. Non esistono più aggettivi per definire questo collettivo straordinariamente meraviglioso e, allo stesso tempo, ad oggi non esiste avversario capace di resistere ai Guardiola boys, neanche il Manchester United del leggendario maestro Sir Alex Ferguson che aveva un conto aperto con il Barça e una voglia matta di vendicare quella sconfitta patita nella finale del 2009 giocata a Roma quando furono ancora una volta i blaugrana a soffiargli la terza Champions della sua straordinaria carriera. Nella magnifica e suggestiva cornice di Wembley, il tempio del calcio, il Barcellona compie l’ennesimo capolavoro della sua storia, un altro ai danni dei Red Devils, alzando al cielo di Londra e mostrando al mondo intero la Champions League laureandosi per la quarta volta campione d’Europa.

    E’ il trionfo di Guardiola, alla sua seconda Champions vinta da allenatore, è il trionfo di Lionel Messi, capocannoniere di questa edizione con 11 reti messe a segno in 12 match disputati e che si appresta ad andare a vincere il suo terzo Pallone d’Oro in carriera, è il trionfo della Cantera catalana, ben 10 elementi provengono dal vivaio del club (Xavi, Puyol, Piquè, Busquets, Pedro, Victor Valdes, Bojan, Iniesta, Jeffren e lo stesso Messi), è il trionfo di una città intera, è il trionfo di una mentalità vincente che proietta questo glorioso club nella leggenda del calcio al pari del grande Real Madrid, l’eterno rivale.

    Festeggia il Barcellona quindi che batte il Manchester United per 3-1 al termine di 90 minuti intensi in cui si affrontavano le due squadre più forti d’Europa e del mondo. Va a segno tutto il reparto avanzato blaugrana: è Pedro infatti ad aprire le marcature quasi alla mezz’ora, dopo un dominio assoluto e di possesso palla, che batte sul primo palo Van der Sar imbeccato da una magia di Xavi prima che il Manchester pareggi qualche minuto più tardi con il solito ruggito di Wayne Rooney che con un perfetto destro al volo da dentro l’area buca Valdes sull’angolo più lontano prolungando l’illusione dell’impresa inglese solo fino al 10 minuto della ripresa quando Lionel Messi con una rasoiata da fuori area fa secco Van der Sar, non esente da colpe, per la seconda volta; il tris lo cala l’altra punta di diamante catalana, quel David Villa che aveva trascinato a suon di gol la scorsa estate la Spagna alla conquista del Mondiale e che al 70′ mette la sua personale firma alla finale con un tiro a giro dal limite dell’area piazzandola lì dove il 40enne portiere olandese, alla sua ultima partita in carriera, non può arrivare. Il resto è solo accademia e passerella azulgrana anche se Rooney e compagni sono duri a morire e cercano con insistenza, ma senza fortuna e senza pungere più di tanto, la rete che avrebbe riaperto la partita e che avrebbe rimesso in discussione la finale. Ma la superiorità del Barcellona è schiacciante e a poco servono le proteste di Giggs che reclama un calcio di rigore per un tocco di mano in area di Villa. Onore all’avversario che avrebbe portato a casa sicuramente il trofeo se di fronte non avesse trovato questa squadra di extraterrestri al loro decimo titolo (2 Champions League, 3 Liga, 1 Coppa del Re, 2 Supercoppe di Spagna, 1 Supercoppa Europea e 1 Mondiale per Club) in poco meno di 3 anni. Roba mai vista prima.

    I festeggiamenti finali ci regalano una scena commovente: la squadra lascia ad Abidal, operato solo due mesi fa per un brutto tumore al fegato e che ha giocato splendidamente tutta la gara, l’onore di alzare per primo il trofeo con la fascia di capitano al braccio, sotto lo sguardo di milioni di persone e sulle note di “Campeones, Campeones” dei tifosi spagnoli giunti in Inghilterra a sostenere i propri beniamini, e ciò la dice lunga su quanto sia meraviglioso questo gruppo composto da uomini prima che da calciatori. Il Barcellona è campione d’Europa!

  • Manchester Utd – Barcellona, ultime e probabili formazioni

    Manchester Utd – Barcellona, ultime e probabili formazioni

    La finalissima di questa sera alle 20.45 nel tempio di Wembley sarà decisiva per conoscere la squadra che salirà sul tetto d’Europa.
    Che sia il Barcellona di Guardiola o il Manchester Utd di Ferguson, di sicuro è importante capire chi scenderà in campo per dar vita a questa finalissima, quali saranno i protagonisti da ricordare per l’assegnazione della diciannovesima Champions League.
    I tecnici, nelle conferenze stampa di presentazione della gara, sembravano avere le idee più che chiare, ostentando sicurezza sulle formazioni da schierare in campo.

    Pep Guardiola schiererà il suo modulo prediletto, il 4-3-3 con la formazione ideale: Valdes in porta, Dani Alves, Mascherano, Piquè, Puyol; Xavi, Busquets, Iniesta; Pedro, Messi, Villa. In panchina, a disposizione, siederanno:  Pinto, Milito, Abidal, Adriano Correia, Keita, Afellay, Bojan, Maxwell.
    Per Sir Alex Ferguson, invece, un 4-4-2 con la buona notizia del recupero di Carrick che dovrebbe partire dal primo minuto in cabina di regia: Van der Sar in porta, Fabio, Vidic, Ferdinand, Evra; Valencia, Carrick, Giggs, Park; Rooney, Hernandez. A disposizione vi saranno: Kuszczak, Smalling, Rafael, Nani, Scholes, Owen, Berbatov.

    A Wembley, il direttore di gara sarà l’ungherese Viktor Kassai, coadiuvato dagli assistenti di linea Gabor Eroes e Gyoergy Ring, e dal quarto uomo Istvan Vad.

  • Verso la finale di Champions United – Barça: numeri e curiosità

    Verso la finale di Champions United – Barça: numeri e curiosità

    Nelle finalissime nulla conta di più del presente, il passato ed i precedenti sono un corollario molto marginale all’economia della gara. Le curiosità e le statistiche, però, pur non avendo peso sui risvolti della gara, costituiscono un bagaglio importante ed un condimento che rende più saporito il “piatto forte”, ossia il match, la finale del decennio com’è già stata definita alla vigilia.
    Manchester Utd – Barcellona
    , in tal senso, offre molti spunti: sarà la 19esima finale della Champions League, e vedrà di fronte due squadre con all’attivo tre coppe conquistate. La vincente di Wembley, dunque, arriverà a quota quattro, agguantando l’Ajax ed il Bayern Monaco. Nel bilancio della sfida per Nazioni, invece, la Spagna è a quota 12 trofei, al pari dell’Italia, mentre l’Inghilterra è a quota 11 Champions.

    Emblematico, poi, oltre che assolutamente rappresentativo della netta contrapposizione fra le filosofie di gioco dei due club, è il dato che rivela come quello di stasera sarà lo scontro fra la miglior difesa del torneo (quella del Manchester Utd, con appena 4 gol subiti in 12 gare) ed il miglior attacco di questa edizione della Champions League (del Barca con 27 gol segnati in 12 gare).
    Inoltre, a conferma dell’assoluto equilibrio delle forze in campo, parla il bilancio dei 10 precedenti scontri: 3 vinti dal Barcellona (l’ultimo in ordine cronologico quello di Roma nella finale di Champions del 2009), 3 dal Manchester Utd, 4 pareggi. La media dei gol realizzati nei precedenti incontri, 3,1, inoltre, prelude ad una gara emozionante e ricca di gol anche questa sera, nonostante le due squadre siano le formazioni che, nella presente edizione della Champions, abbiano avuto il maggior possesso palla: 62% per il Barcellona contro il 58% per i Red Devils.

    Il curriculum delle due finaliste, nella presente edizione, com’è ovvio che sia, è di tutto rispetto: il Manchester Utd giunge alla finale imbattuto nel torneo con 9 vittorie e 3 pareggi, il Barcellona, invece, con 8 vittorie 3 pareggi ed un’unica sconfitta, contro l’Arsenal nella gara di andata degli ottavi di finale.
    Un dato curioso riguarda, poi, la possibilità – in ambo le squadre – in caso di vittoria della Coppa, di raggiungere un record: se dovesse vincere il Barcellona, infatti, Puyol diverrebbe, insieme a Franz Beckenbauer con il Bayern Monaco, l’unico capitano ad alzare la Coppa per ben tre volte; se dovesse vincere il Manchester Utd, invece, Sir Alex Ferguson eguaglierebbe il record di Bob Paisley, il tecnico del Liverpool anni ’70, che vinse tre Champions con lo stesso club.

    Nella patria dei bookmakers, poi, è più che doveroso offrire una panoramica delle quote della gara, che vedono favorito il Barcellona, con segno 1 quotato 1,95, mentre il pareggio assume quota 3,30, e la vittoria del Manchester Utd, nonostante il fattore campo favorevole, assume quota 3,80.
    Fra tanti numeri e statistiche, concludiamo con un dato “materiale”, ma non per questo secondario: la vincente della Champions League 2011 incasserà un premio di 34 milioni di euro, che – se sommato al ritorno in termini di visibilità, crescita della forza del marchio e diritti tv – secondo uno studio commissionato da Master Card, permetterà di raggiungere un introito di circa 126 milioni di euro. Un motivo in più per conquistare la Coppa dalle grandi orecchie.

  • Manchester Utd – Barcellona: La sfida

    Manchester Utd – Barcellona: La sfida

    Com’è naturale ed ovvio che sia, ogni torneo di Champions League ha ogni anno, nel mese di Maggio, una sua finale. Quest’anno, però, è d’obbligo parlare non di “una finale”, ma “della” finale. Lo scontro fra le due squadre più forti d’Europa, e quindi del Mondo, fra due impostazioni di gioco differenti che si traducono, però, nel medesimo risultato: la vittoria, la mentalità vincente, il prestigio ed il fascino della maglia, il blasone.

    Manchester United – Barcellona è questo, ma anche di più, non è secondario, infatti, considerare lo scenario in cui la sfda titanica andrà in scena: il tempio di Wembley, la culla dove nacque il calcio, anche se il vecchio impianto è stato demolito nel 2003 per lasciar spazio a questo moderno ed avvenieristico, con 90.000 posti a sedere, il secondo d’Europa dopo il Nou Camp.

    La cornice è importante, ma il contenuto lo è ancor di più: la sfida, dunque, si colora di sfumature interne, di sfide nella sfida, fra mentalità diverse, fra due concezioni differenti del calcio, fra la cultura del palleggio e del gioco orizzontale del Barca ed il lancio lungo ed il gioco sulle fasce all’Inglese. E’ la sfida fra le regine di due dei campionati più affascinanti d’Europa (insieme alla serie A, concediamocelo), fra due Nazioni storicamente contrapposte, già dai tempi del colonialismo d’Oltreoceano che per secoli hanno conquistato il Mondo come in una partita a Risiko.

    Più banalmente, è la sfida fra due grandi allenatori, il decano Sir Alex Ferguson, vero e proprio totem del mondo Red Devils, ed il giovane ma ormai plurititolato Pep Guardiola; la prima sfida fra i due, allo Stadio Olimpico di Roma nel 2009, portò alla vittoria della Champions da parte del Barcellona: questa sera è attesa la rivincita, il secondo round.

    La sfida nella sfida dei campioni in campo, poi, comprende una lunga lista di “duelli” più che mai suggestivi. In testa, però, com’è ovvio che sia, lo scontro fra Messi e Rooney. Il Pallone d’Oro, il più forte dei nostri tempi, ed il geniale attaccante, il bambino prodigio che incanta già da anni la Nazionale di sua Maestà Elisabetta. Due modi diversi di vivere il proprio status divino: placido, sorridente e tranquillo Lionel, spesso provocatorio ed irascibile Wayne, nel rispetto della tradizione dei grandi calciatori inglesi, tutti genio e sregolatezza.

    Si commuove Lionel di fronte alle difficoltà che nella sua vita ha dovuto affrontare per crescere, nel vero senso della parola, dati i problemi di statura; le difficoltà affrontate nella vita, invece, hanno contribuito a formare la “scorza dura e lentigginosa” di Wayne, cresciuto nei sobborghi portuali di Liverpool. Un’adolescenza durata poco per entrambi però, predestinati dal Dio Pallone ad emergere in giovanissima età: Rooney è stato il più giovane calciatore a segnare in Premier League, a soli 16 anni e 360 giorni, mentre Messi a 23 anni può vantare già la conquista di due Palloni d’Oro.

    Chi dei due deciderà la sfida, avrà ottime chanche per aggiudicarsi il prestigioso titolo individuale per la prossima stagione ma, comunque vada, resta la certezza che nel loro potenziale c’è la capacità di risolvere in qualsiasi momento la gara, con giocate spettacolari, da cineteca: basti pensare alla rovesciata di Rooney il 12 Febbraio contro il Manchester City, oppure al gol (ed all’azione soprattutto) di Messi nella semifinale contro il Real, dopo aver scartato, con estrema naturalezza, mezza difesa merengues.

    Manchester United – Barcellona è tutto questo, ma può essere anche di più: sarà Carrick e Giggs contro Xavi ed Iniesta, sarà Vidic e Rio Ferdinand contro Puyol e Piquè, sarà Valdes contro Van der Saar se dovesse finire ai rigori.
    Questa sera, alle 20.45 i riflettori di Wembley inizieranno ad illuminare i loro volti ed i loro cuori: 90 minuti dopo (supplementari e rigori permettendo) conosceremo la regina d’Europa.