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  • L’Inter cade ad un passo dalla fine, Europa League al Siviglia

    L’Inter cade ad un passo dalla fine, Europa League al Siviglia

    Niente da fare, l’Inter si ferma proprio ad un passo dal traguardo e con uno sfortunato autogol di Lukaku esce sconfitta per 3-2 da un Siviglia che si conferma regina di Europa League.

    La partita si era anche messa bene con l’immediato vantaggio grazie al rigore trasformato da Lukaku.

    L’uno-due di De Jong tra il 12° ed il 32° è stato subito annullato dal pareggio di Godin.

    Ci si aspettava un’altra Inter nella ripresa, magari come quella vista contro lo Shakhtar, la squadra invece ha girato su ritmi bassi ed il protagonista sfortunato è stato Lukaku che prima ha fallito la palla del 3-2 e poi ha deviato nella propria porta una rovesciata di Diego Carlos per il 2-3 che poi è stato il risultato finale.

    L’ingresso, forse tardivo, di Eriksen e Sanchez non è bastato a ritrovare la parità. Il cammino dell’Inter in Europa League si è interrotto proprio ad un passo dal sogno.

    Veniamo al racconto della finale di Europa League di Colonia tra Inter e Siviglia.

    Partenza subito brillante per l’Inter che con Lukaku si procura un calcio di rigore, il belga trasforma.

    La reazione del Siviglia è fatta con il possesso poi al 12° Young lascia spazio a Navas che crossa, De Jong di testa batte Handanovic. I nerazzurri si rivedono al 18° con l’inserimento di D’Ambrosio che scoordinato calcia alto.

    La gara è piuttosto nervosa, Conte viene ammonito per una lite con Banega. Al 32° punizione pennellata da Banega per De Jong che sbuca dietro a Gagliardini e di testa insacca. Replica immediata, punizione di Brozovic ed è Godin di testa a trovare il pari.

    Sullo scadere del primo tempo colpo di testa di Ocampos, Handanovic alza in corner ma non c’è tempo per batterlo, si va al riposo sul 2-2.

    La ripresa inizia senza cambi nelle due squadre. Le due compagini paiono più attente, nei primi minuti si segnala solo un tiro da fuori di Gagliardini respinto dalla difesa. La risposta andalusa è con il tiro di Reguilon che finisce sull’esterno della rete. Al 65° grande occasione per Lukaku che si presenta solo davanti a Bono che però non si fa battere.

    Al 74° su azione da corner arriva la rovesciata di Diego Carlos, Lukaku si trova in traiettoria e la spinge nella sua porta.

    Grande occasione per Koundé al 80° che su una punizione di Banega colpisce di testa ma manda alto. Passa un minuto e Koundè salva sulla linea un tocco morbido di Sanchez, dopo una ghiotta occasione non sfruttata da Moses.

    L’appena entrato Candreva si fa trovare pronto al minuto 91 ma colpisce male e Bono mette in corner.

    Non bastano i sei minuti, il pareggio non arriva, l’Europa League (sesta se si contano anche le Coppa Uefa) va al Siviglia.

    SIVIGLIA – INTER 3-2 (4° rig.Lukaku (I), 12°, 32° De Jong (S), 36° Godin (I) 74° aut. Lukaku (I))

    Siviglia (4-3-3): Bono; Jesus Navas, Koundé, Diego Carlos (86° Gudelj), Reguilon; Jordan, Fernando, Banega; Ocampos (70° Munir), De Jong (86° En Nesyri), Suso (78° Vazquez).

    Allenatore: Lopetegui.

    Inter (3-5-2): Handanovic; Godin (90° Candreva), De Vrij, Bastoni; D’Ambrosio (78° Moses), Barella, Brozovic, Gagliardini (78° Eriksen), Young; Lukaku, Lautaro Martinez (78° Sanchez).

    Allenatore: Conte.

    Arbitro: Makkelie.

    Ammoniti: Diego Carlos (S), Barella (I), Banega (S), Bastoni (I), Gagliardini (I).

  • Russia 2018: la Francia è Campione del Mondo

    Russia 2018: la Francia è Campione del Mondo

    Non sarà stata bellissima da vedere, non avrà offerto un calcio champagne in questa finale, in queste partite però il risultato viene al di sopra di tutto, questo serviva e questo hanno ottenuto i ragazzi di Deschamps: la FRANCIA è Campione del Mondo.

    Un risultato, 4-2 alla fine, probabilmente troppo largo e troppo penalizzante per una Croazia che, specialmente nel primo tempo, ha fatto la partita ma è stata punita da un pizzico di sfortuna (autogol di Mandzukic) e da 5 minuti di blackout nella ripresa, nei quali la Francia ha trovato due gol, che hanno totalmente indirizzato la gara, con i tanto attesi Pogba e Mbappé.

    Un successo comunque meritato visto il cammino fatto dai francesi a Russia 2018: 6 vittorie ed un solo pareggio, ininfluente nella terza gara del girone, 14 gol fatti e solo 6 subiti, in svantaggio solo 9 minuti in tutto il torneo.

     

    Veniamo al racconto dell’ultimo atto, la Finale del Mondiale di Russia 2018, Francia-Croazia.

    La partenza è tesa, ovviamente equilibrata ma con una Croazia decisamente aggressiva, la Francia invece mantiene un atteggiamento molto attendista. Al 18° però, alla prima vera occasione la Francia passa in vantaggio, punizione velenosa di Griezmann, tocco involontario e sfortunato di Mandzukic e palla in rete. La Croazia reagisce e comincia a spingere, al 28° punizione dolce verso l’esterno, arriva una sponda per Mandzukic, il 17 a sua volta fa sponda, la palla arriva a Vida che l’appoggia a Perisic, quest’ultimo lascia partire una conclusione imprendibile per Lloris. Al 34° Matuidi svetta su corner, la palla sbatte sul braccio di Perisic e finisce sul fondo, Pitana lascia correre poi però viene richiamato al VAR e decide di assegnare il calcio di rigore. La squadra di Dalic però non molla e si ripropone all’attacco alla ricerca del pari. Pareggio che però non arriva, si va al riposo sul 2-1 per la Francia.

    Si riparte senza cambi nelle due squadre. Passano solo 2 minuti e Rebic, con un gran tiro da dentro l’area, costringe Lloris al salvataggio in corner. E’ una Croazia vogliosa, aggressiva, lucida, di fronte la Francia non sembra aver modificato il proprio atteggiamento. I Bleus però hanno Mbappè che al 52° si accende, supera Vida, che però lo ostacola, poi conclude con Subasic bravo a chiudere lo specchio. Al 59° Pogba inventa per Mbappé, il numero 10 va via in profondità mette la palla in mezzo con Griezmann che appoggia a Pogba, il centrocampista lascia partire il destro violento che viene ribattuto, il pallone però torna sul suo sinistro e stavolta non lascia scampo a Subasic. La Croazia accusa il colpo e al 65° Hernandez va via sulla sinistra, serve Mbappè al centro, l’attaccante controlla, prende la mira e col rasoterra batte Subasic. La Francia si rilassa e al 68° Lloris anziché rilanciare si distrae e si fa beffare da Mandzukic. I croati ritrovano un po’ di coraggio e si lanciano alla ricerca del gol che potrebbe render infuocato il finale. Il gol però non arriva, la squadra di Deschamps regge senza problemi e alla fine può esultare: la FRANCIA è Campione del Mondo.

     

    FRANCIA – CROAZIA 4-2 (18° aut. Mandzukic (C), 28° Perisic (C), 38° rig. Griezmann (F), 59° Pogba (F), 65° Mbappé (F), 68° Mandzukic (C))

    Francia (4-2-3-1): Lloris; Pavard, Varane, Umtiti, Hernandez; Kante (54° N’Zonzi), Pogba; Mbappé, Griezmann, Matuidi (73° Tolisso); Giroud (81° Fekir).

    Allenatore: Deschamps.

    Croazia (4-2-3-1): Subasic; Vrsaljko, Lovren, Vida, Strinic (81° Pjaca); Rakitic, Brozovic; Rebic (71° Kramaric), Modric, Perisic; Mandzukic.

    Allenatore: Dalic.

    Arbitro: Pitana.

    Ammoniti: Kante (F), Hernandez (F), Vrsaljko (C).

     

    LA ROSA DELLA FRANCIA CAMPIONE DEL MONDO 2018

    Portieri: Lloris, Mandanda, Areola

    Difensori: Pavard, Kimpembe, Varane, Umtiti, Rami, Sidibé, Hernandez, Mendy

    Centrocampisti: Pogba, Lemar, Tolisso, Kantè, Matuidi, N’Zonzi,

    Attaccanti: Griezmann, Giroud, Mbappé, Dembelé, Fekir, Thauvin.

     

     

  • Karius distrugge i sogni del Liverpool. Il Real mette la terza

    Karius distrugge i sogni del Liverpool. Il Real mette la terza

    Il Real Madrid e Zinedine Zidane entrano ancora di più nella storia della Champions League, i blancos conquistano la terza coppa consecutiva, nessuno nell’era Champions ne aveva mai vinte due di fila figuriamoci tre, mentre l’allenatore francese è il primo ad alzare il massimo trofeo europeo per club per tre stagioni consecutive. Un successo per 3-1 agevolato anche dall’infortunio di Salah al 30° e a due papere del portiere Karius che ha praticamente regalato i gol che hanno aperto (Benzema) e chiuso la gara (Bale). In mezzo il momentaneo pareggio di un ottimo Mané ed un gioiello in rovesciata confezionato da Gareth Bale. 

    La rovesciata capolavoro di Bale | © UEFA

    Tantissimi complimenti al Real Madrid ma anche qualche rimpianto per gli uomini di Klopp che fino a quando Salah è rimasto in campo, ha saputo tenere testa e mettere in difficoltà la squadra di Zidane che nei primi minuti ha giocato sulla difensiva.

    Uscito l’egiziano i Blancos hanno provato a prendere in mano il pallino del gioco, hanno sbloccato la gara con Benzema, con la complicità di Karius, hanno incassato il colpo del pareggio rispondendo con il capolavoro di Bale, hanno tirato un sospiro di sollievo quando il palo ha negato il 2-2 a Mané e poi l’hanno chiusa ancora con Bale, nuovamente con l’aiuto di una papera del portiere dei Reds.

    Loris Karius si scusa con i tifosi del Liverpool | Foto Twitter

    Veniamo al racconto della finale di Champions League.

    Partono meglio i Reds che provano a costruire trame in velocità e ad esercitare una pressione alta. Il Liverpool mantiene un atteggiamento aggressivo che non permette al Real di giocare. I blancos si fanno vedere al 10° con un tiro da fuori di Marcelo che però non impensierisce Karius. Il Liverpool cresce, spaventa la difesa avversaria con un paio di flipper all’interno dell’area ma rischia al 15° quando una palla persa da Firmino permette a Carvajal di innescare Ronaldo, la conclusione di CR7 però finisce alta. Al 23° doppia chance per il Liverpool, Robertson mette una gran palla in mezzo, Firmino si gira su se stesso e calcia, la palla respinta giunge ad Alexander-Arnold che tira di prima, bravo Navas a bloccare. Intorno alla mezz’ora svolta clamorosa della gara, Ramos trascina a terra Salah, l’egiziano nel cadere si procura un infortunio alla spalla che dopo pochi minuti lo costringe al cambio. Al 36° problema muscolare per Carvajal, anche lui deve lasciare il campo. Al 43° gran colpo di testa di Ronaldo, respinge Karius, arriva Benzema che deposita in rete ma si alza la bandierina, gol annullato. Nel secondo minuti di recupero gran conclusione di Benzema, fuori non di molto. Si va al riposo sullo 0-0.

    Si riparte con gli stessi che aveano concluso la prima frazione ed al 47° pasticcio di Lallana che serve involontariamente Isco, lo spagnolo calcia ma centra la traversa. Al 51° errore clamoroso di Karius che nel cercare di far ripartire l’azione, con il rinvio di mano centra Benzema che di rimpallo deposita la palla in rete. La reazione Reds è immediata e al 55° su azione di corner Mané si fionda sulla sponda di Lovren e batte Navas per il pareggio. Al 63° il Real Madrid si riporta in vantaggio con una rovesciata strepitosa di Bale che non lascia scampo a Karius. La reazione del Liverpool è nuovamente nei piedi di Manè, il senegalese lascia partire un gran tiro che centra il palo. Il Real cerca di chiudere la gara ma per due volte Ronaldo non riesce a far partire il colpo del k.o. Al 81° Bale serve un assist perfetto per Benzema che colpisce al volo, Karius respinge la conclusione. Al 83° altra papera di Karius che si fa sfuggire di mano una conclusione, non certo impossibile, di Bale. E’ la pietra tombale per le speranza degli uomini di Klopp, finisce così, per il terzo anno di fila è il Real Madrid a conquistare la Champions League.

     

    REAL MADRID – LIVERPOOL 3-1 (51° Benzema (R), 55° Manè (L), 63°, 83° Bale (R))

    Real Madrid (4-3-1-2): Navas; Carvajal (36° Nacho), Sergio Ramos, Varane, Marcelo; Kroos, Modric, Casemiro; Isco (61° Bale); Benzema (88° Asensio), Ronaldo

    Allenatore: Zidane.

    Liverpool (4-3-3): Karius; Alexander-Arnold, Lovren, Van Dijk, Robertson; Henderson, Milner (83° Emre Can), Wijnaldum; Salah (30° Lallana), Manè, Firmino.

    Allenatore: Klopp.

    Arbitro: Mazic.

    Ammoniti: Mané (L)

  • Ronaldo: dal dolore al trionfo, è lui il re d’Europa

    Ronaldo: dal dolore al trionfo, è lui il re d’Europa

    La stagione calcistica ha avuto il suo apice, e la sua conclusione, con la finale di Euro 2016 ed il re incontrastato in Europa è uno solo: Cristiano Ronaldo. 

    Cr7, dopo aver conquistato la Champions League, segnando l’ultimo rigore, ha avuto anche l’onore di alzare al cielo di Saint Denis la coppa dell’Europeo, davanti ad un pubblico francese disperato.

    Ronaldo ieri sera, dopo aver permesso al Portogallo di eliminare il Galles in semifinale con un gol ed un assist, non è stato protagonista sul campo a causa di un infortunio subito per un brutto intervento di Payet dopo pochissimi minuti dal fischio d’inizio e che lo ha costretto ad uscire dal campo, oggi si parla di lesione di I° grado al collaterale del ginocchio che lo terrà almeno un mese fermo.

    Ronaldo incita i compagni dalla panchina | Foto Twitter
    Ronaldo incita i compagni dalla panchina | Foto Twitter

    Eppure, da vero leader, da vero capitano, da vero uomo squadra, Cristiano Ronaldo non ha voluto far mancare il suo appoggio ai compagni e, al fischio finale del 90° minuto che ha decretato i supplementari, si è ripresentato in panchina con una vistosa fasciatura per incitare i portoghesi nell’impresa, che poi è diventate realtà grazie al gol di Eder siglato al minuto 109.

    In questo Europeo Cristiano Ronaldo si era già mostrato leader anche fuori dal campo, la dimostrazione si è avuta nella sfida conclusasi ai rigori contro la Polonia nei quarti di finale nella quale Cr7 ha convinto ed incitato Joao Moutinho, che aveva fallito un rigore nella sfida di semifinale contro la Spagna ad Euro 2012 che insieme all’errore di Bruno Alves aveva causato l’eliminazione dei lusitani, a presentarsi dal dischetto senza paura.

    Un Ronaldo incredibile che ha mostrato tutta la sua leadership anche fuori dal rettangolo verde andando così a cancellare con un colpo di spugna la doppia amarezza, quella più vecchia per il ko subito dalla sorprendente Grecia nella finale dell’europeo casalingo del 2004 e sopratutto quella più fresca che ha visto la sfortuna farla da protagonista e che non ha voluto vederlo in campo nella notte di Saint Denis. 

    Insomma Euro 2016 ha incoronato il suo Re e sostanzialmente ha impresso il nome di Cr7 sul Pallone d’Oro che verrà assegnato nel gennaio 2017.

     

  • Serie A Basket: Finale Scudetto tra Milano e Reggio

    Serie A Basket: Finale Scudetto tra Milano e Reggio

    Tutto come previsto, a giocarsi la Finale Scudetto della Serie A Basket 2015/16 saranno le prime due classificate della stagione regolare ovvero la Ea7 Milano e la Grissinbon Reggio Emilia.

    Il percorso per giungere all’ultimo atto di questa Serie A Basket, non è stato così agevole per le due finaliste: Milano ha rischiato, perdendo la prima sfida casalinga, ma poi è riuscita ad avere la meglio su una coriacea Venezia in 6 sfide, più complicata invece la semifinale per Reggio Emilia che ha avuto bisogno di gara 7, in una serie che non ha mai visto perdere il fattore campo, per eliminare una Sidigas Avellino che è uscita a testa altissima.

    La Finale Scudetto quindi vedrà scendere sul parquet le due favorite nel precampionato, le stesse due che hanno chiuso ai primi due posti, Milano prima con 22 vittorie ed 8 sconfitte, Reggio Emilia seconda con un record di 21 successi e 9 gare perse.

    Nella corsa Playoff sino ad ora la Grissinbon ha ottenuto 7 vittorie e 3 sconfitte, mantenendo imbattuto il PalaBigi. La Ea7 Milano ha vinto 7 sfide perdendone solo 2, i milanesi però hanno anche ceduto il passo per una volta tra le mura amiche, rimediando poi con il doppio successo a Venezia.

    La Finale Scudetto sarà anche l’ago della bilancia per decidere chi potrà vantare più successi stagionali, chi la conquisterà metterà in bacheca 2 coppe rispetto all’avversario che invece ne avrà solo una: Reggio Emilia ha infatti vinto la Supercoppa in finale proprio contro Milano mentre la Ea7 ha conquistato la Coppa Italia sconfiggendo Avellino in finale.

    Milano avrà dalla sua il fattore campo, si partirà con le prime due sfide al Forum per poi spostare la Finale Scudetto per gara 3 e gara 4 al PalaBigi. Se ce ne sarà bisogno si tornerà a Milano, poi eventuale gara 6 a Reggio ed eventuale gara 7 ancora a Milano.

    Per quanto riguarda gli scontri diretti in stagione Reggio Emilia è in vantaggio 2-1: oltre al già citato successo in Supercoppa gli emiliani hanno vinto la sfida casalinga, andando poi a perdere in casa della Ea7.

    Il gruppo degli italiani, Della Valle, Polonara, Aradori e De Nicolao, insieme ad un eterno e in formissima Kaukenas proveranno a regalare alla Grissinbon una conclusione di stagione decisamente più dolce rispetto alla Finale Scudetto dello scorso anno persa contro Sassari. Dal canto suo Milano risponderà con la fisicità di Batista e Sanders ma anche con il tiro pesante di Simon e se in finale si tornerà a vedere il vero Alessandro Gentile allora la bilancia potrebbe pendere verso gli uomini di Repesa.

    L’unica certezza è che questa Finale Scudetto si presenta decisamente interessante, divertente e spettacolare. C’è solo da attendere la prima palla a due venerdì 3 giugno al Forum.

     

    RISULTATI SEMIFINALI SERIE A BASKET

    EA7 MILANO – UMANA VENEZIA 4-2 (77-84; 78-65; 62-73; 88-80; 78-67; 68-60)

    GRISSINBON REGGIO EMILIA – SIDIGAS AVELLINO 4-3 (83-69; 86-78; 75-89; 54-97; 82-72; 74-83; 85-80)

     

     

  • Euro U21: trionfo Svezia dagli undici metri

    Euro U21: trionfo Svezia dagli undici metri

    Il vincitore di Euro U21 è stato deciso dagli undici metri.

    Sono serviti infatti i calci di rigore per designare la squadra capace di alzare al cielo di Praga il trofeo di Euro U21. A fare festa è la Svezia che grazie al suo portiere Carlgren, autore della parata decisiva sul tiro di Carvalho, ha conquistato per la prima volta nella sua storia il titolo europeo di categoria.

    Una vittoria che gli svedesi hanno saputo costruire con un ottima difesa nel primo tempo contro il possesso palla del Portogallo ma anche con una maggiore freschezza dimostrata nel finale di gara e nei supplementari quando sono stati proprio gli scandinavi ad avere le migliori occasioni per vincere prima dei calci di rigore.

    Dal dischetto poi, come accade spesso, conta principalmente la freddezza e la bravura dei portieri. Gli svedesi sono parsi piuttosto sereni ed hanno avuto un ottimo Carlgren decisivo per scrivere l’epilogo di festa per i ragazzi di Ericson. 

    L'esultanza della Svezia | Foto Twitter
    L’esultanza della Svezia | Foto Twitter

    Veniamo al racconto della finale.

    Le due squadre, già sfidatesi nel girone, si ritrovano contro in finale ed i due tecnici, Rui Jorge ed Ericson schierano il miglior undici possibile. La partenza è decisamente positiva per il Portogallo, i lusitani premono e al 6° vanno vicinissimi al vantaggio con un calcio di punizione di Sergio Oliveira che centra la traversa. La Svezia si limita ad un atteggiamento attendistico di fronte al buon possesso palla del Portogallo. Gli scandinavi provano a farsi vedere al 25° con una conclusione di Tibbling, troppo centrale però per impensierire José Sa. La prima frazione prosegue con il controllo del gioco del Portogallo ma senza grandissimi sussulti, si va al riposo sullo 0-0.

    Il secondo tempo inizia in maniera decisamente frizzante, prima la Svezia, con uno schema da punizione prova ad impensierire la difesa avversaria. Il Portogallo risponde con una ripartenza rapidissima, non concretizzata ad un passo dalla porta. I gialloblu replicano con una bella acrobazia di Guidetti, con il pallone che esce alto di poco. I lusitani non ci stanno e vanno al tiro in maniere insidiosa con Sergio Oliveira, conclusione che però non centra lo specchio della porta. l Portogallo, esauritasi la spinta iniziale della Svezia, riprende in mano il controllo della gara e al 64° va vicinissimo al gol con un tiro a giro di Medeiros, fuori di un soffio. La sfida prosegue sullo stesso copione ma al 85° Josè Sa è costretto al grande intervento per salvare sul tocco di Guidetti. Poco dopo anche Kiese Thelin ha una buona occasione ma il portiere portoghese è pronto. Non accade molto altro, dopo due minuti di recupero l’arbitro fischia la fine sullo 0-0. Si va ai supplementari.

    Si parte e l’organizzazione portoghese sembra calare mentre la Svezia pare più fresca, tant’è che al 94° una bella conclusione di Khalili esce di un niente. Sono gli scandinavi a rendersi più pericolosi in un primo tempo supplementare che però finisce ancora sullo 0-0.

    Nel secondo tempo supplementare vince la stanchezza anche se le squadre hanno un paio di potenziali occasioni che però non riescono a sbloccare la gara, il titolo si deciderà ai calci di rigore.

    Dal dischetto partono bene le due squadre con due trasformazioni per parte, poi la Svezia segna con Augustinsson mentre il portoghese Esgaio si fa parare il tiro da Carlgren. Il vantaggio svedese dura poco perchè José Sa respinge il tiro di Khalili mentre Joao Mario trasforma. Si va all’ultima serie, Lindelof è freddo e non fallisce mentre Carvalho si fa ipnotizzare da Carlgren che diventa eroe nazionale consegnando il primo titolo europeo Under 21 alla Svezia.

     

    PORTOGALLO – SVEZIA 3-4 d.c.r. (0-0 d.t.s)

    Portogallo (4-1-3-2): José Sa; Esgaio, Paulo Oliveira, Tiago Ilori, Guerreiro; William Carvalho; Joao Mario, Bernardo Silva, Sergio Oliveira (54° Toze); Ricardo (70° Paçiença), Cavaleiro (61° Medeiros).

    Allenatore: Rui Jorge.

    Svezia (4-4-2): Carlgren; Lindelof, Milosevic, Helander (46° Baffo), Augustinsson; Khalili, Hiljemark, Lewicki, Tibbling (66° Quaison); Kiese Thelin, Guidetti.

    Allenatore: Ericson.

    Arbitro: Marciniak.

    Ammoniti: Baffo (S), Lindelof (S)

    Sequenza rigori: Guidetti (S) gol, Paçiença (P) gol, Kiese Thelin (S) gol, Toze (P) gol, Augustinsson (S) gol, Esgaio (P) parato, Khalili (S) parato, Lindelof (S) gol, Carvalho (P) parato.

  • Basket: sarà Reggio Emilia-Sassari la finale Scudetto

    Basket: sarà Reggio Emilia-Sassari la finale Scudetto

    Le emozioni e le sorprese, in questi playoff Scudetto, non finiscono mai. Le prime due della Regular Season, la Ea7 Milano e l’Umana Reyer Venezia, mancano l’accesso alla finale. La sfida che varrà il titolo della Serie A Beko di Basket 2014/15 sarà Reggio Emilia-Sassari.

    Il Banco di Sardegna, con un finale thrilling è riuscita ad imporsi sul campo di Milano mentre la Grissinbon è stata capace di prendersi la vittoria decisiva in casa di Venezia.

    Veniamo al racconto delle due gare partendo da quella del Forum.

    EA7 MILANO – BANCO DI SARDEGNA SASSARI 81-86 d.t.s (25-14; 35-37; 59-55; 75-75)

    Rakim Sanders | Foto Twitter
    Rakim Sanders | Foto Twitter

    Una partita di straordinaria intensità e dalle mille emozioni. Alla fine a spuntarla è Sassari che sbanca il Forum e si conquista la possibilità di giocarsi la finale scudetto. La partenza vede Milano proseguire nella scia dei due successi consecutivi ottenuti nelle due sfide precedenti. Il Banco sembra capirci poco ed un super Ragland ed un ottimo Samuels trascinano la Ea7 a chiudere il primo parziale sul +11. Nel secondo quarto Sassari reagisce e con il quintetto piccolo riesce a recuperare e addirittura ad andare in vantaggio sul +2 all’intervallo lungo. Il terzo quarto, che nelle scorse gare era stato fatale per Sassari, sembra essere totalmente all’opposto con il Banco che riesce anche ad allungare sul +8 con la schiacciata di Sanders. La Ea7, spinta dal proprio pubblico, guidata dai soliti Ragland e Sanders, riesce a ribaltare la situazione e portare il vantaggio dalla propria parte. Lawal continua a tirar giù rimbalzi ma Sassari è imprecisa e soffre la difesa avversaria, Milano chiude così avanti sul +4. L’ultima frazione vede la nuova reazione del Banco che con Dyson e Sanders ritornano avanti ma dall’altra parte c’è Samuels che non perdona. Si prosegue con tanta tensione sino agli ultimi secondi quando Cerella si guadagna e trasforma i due liberi del +3 a 9 secondi dalla fine. Sassari va alla rimessa, Melli fa subito fallo su Dyson, l’americano del Banco va in lunetta, segna il primo, sbaglia il secondo, si va a prendere il rimbalzo, tira, sbaglia ma c’è Sanders che proprio sullo scadere appoggia nella retina il canestro che vale il supplementare. Negli ultimi 5 minuti decide di accendersi Logan che realizza ben 7 punti, Milano non riesce a segnare dal campo ma con i liberi riesce a portarsi sul -3 a pochi secondi dal termine, Gentile ha la tripla del pari ma la fallisce. Sacchetti subisce il fallo e trasforma i due liberi che valgono il successo e la conquista di una storica finale. TOP SCORER: Samuels (Ea7 Milano) 25 pt.

    UMANA REYER VENEZIA – GRISSINBON REGGIO EMILIA 63-70 (14-16; 34-29-46-48)

    Reggio Emilia va a vincere in casa di Venezia e si conquista così l’accesso alla finale Scudetto dove troverà Sassari. Il primo quarto è decisamente equilibrato con un botta e risposta che vede alla fine la Grissinbon prevalere per soli 2 punti. La seconda frazione è decisamente avara di canestri, si resta a lungo senza segnare. Peric e Goss hanno il pregio di tenere Venezia vicina a Reggio prima che si accenda Stone che con liberi e tripla manda l’Umana sul +5 all’intervallo lungo. La ripartenza del terzo quarto vede Venezia trovare un allungo che potrebbe esser decisivo. Così non è perchè la Grissinbon trova canestri da Della Valle, Kaukenas e Cinciarini, e riesce a chiudere sul +2 la frazione. L’ultimo quarto nei primi minuti vede permanere l’equilibrio con un botta e risposta sino alla tripla di Polonara. A questo punto Reggio si carica e continua a segnare, Venezia non riesce a reagire, Peric commette passi mentre Cinciarini dall’altro lato non perdona. La Reyer prova a ricorrere al fallo sistematico e al tiro da 3 immediato, ma i frutti non si vedono, vince la Grissinbon. TOP SCORER: Cinciarini (Grissinbon Reggio Emilia) 18 pt.

     

    RISULTATI GARA 7 SEMIFINALI PLAYOFF

    EA7 MILANO – BANCO DI SARDEGNA SASSARI 81-86 d.t.s. (Sassari vince la serie per 4-3)

    UMANA REYER VENEZIA – GRISSINBON REGGIO EMILIA 63-70 (Reggio Emilia vince la serie per 4-3)

     

    FINALE PLAYOFF SCUDETTO

    GRISSINBON REGGIO EMILIA – BANCO DI SARDEGNA SASSARI

  • Juve sogno Triplete finito, a Berlino trionfa il Barça

    Juve sogno Triplete finito, a Berlino trionfa il Barça

    L’analisi è piuttosto semplice, hanno vinto i più forti.

    Non è bastata una Juve con tanto cuore e tanto orgoglio a fermare quella che si può definire la squadra più forte del mondo.

    Il Barcellona ha giocato la solita grande partita offensiva, ha trovato subito il vantaggio ma dopo il pari di Morata ad inizio ripresa è sembrata una squadra in difficoltà, poi però dopo un contatto in area non fischiato a Pogba è partita una ripartenza che ha permesso a Suarez di trovare il gol del 1-2.

    C’è da fare comunque i complimenti a Massimiliano Allegri che ha mandato in campo una squadra orgogliosa che ha cercato di tenere in bilico la sfida e lo ha fatto sino al 96° quando poi Neymar l’ha chiusa.

    Fa festa il Barcellona che completa il suo secondo storico Triplete, la Juventus ci riproverà l’anno prossimo.

    La gioia del Barcellona | Foto Twitter
    La gioia del Barcellona | Foto Twitter

    Veniamo al racconto di questa finale.

    Tutto confermato nelle due formazioni, Allegri schiera regolarmente Barzagli al fianco di Bonucci al centro della difesa, centrocampo titolare e coppia d’attacco formata da Tevez e Morata.

    Come detto formazione titolare anche per Luis Enrique che recupera Iniesta e lo schiera a centrocampo con Rakitic e Busquets. Davanti il trio delle meraviglie MSN: Messi-Suarez-Neymar.

    La Juventus prova a partire forte e mette pressione al Barcellona, i blaugrana però non si scompongono e al 4° con una bella azione Iniesta appoggia il pallone a Rakitic che da due passi segna. La Juve sul primo momento incassa il colpo poi pian piano, grazie ad un volenteroso Morata, cerca di creare pericoli, Vidal, servito dall’ex Real, calcia alto. Replica Neymar che però calcia oltre la traversa. Al 13° brutta palla persa in uscita dalla Juventus e Buffon compie un miracolo sul tiro a botta sicura di Dani Alves. Il Barcellona comanda il gioco la Juve prova qualche ripartenza ma senza creare grossi pericoli. I Bianconeri provano a crescere riaumentando la pressione ma a parte qualche svarione nell’inizio della manovra, il Barça non rischia. Nel finale di tempo doppia occasione per Suarez, primo tiro fuori, secondo respinto da Buffon in corner. Il primo tempo si chiude con il Barcellona avanti per 1-0.

    Si riparte e dopo un corner della Juventus, il Barcellona riparte veloce, Suarez calcia a botta sicura ma Buffon dice no. Il Barça continua a giocare alla grande e sfiora in un paio di occasioni il gol. Al 55° il pareggio bianconero, ter Stegen è super su Tevez ma arriva Morata che da due passi pareggia. Il gol sembra spaventare i blaugrana e dare fiducia alla Juve. Al 67° Pogba chiede un calcio di rigore, Cakir non concede e sulla ripartenza Messi lascia partire un tiro che Buffon non trattiene, arriva Suarez e riporta avanti i suoi. Al 71° Neymar troverebbe anche il gol del 3-1 ma devia il pallone con la mano, gol annullato. Allegri prova le carte Llorente e Pereyra per cercare il pareggio. Non bastano nemmeno i minuti di recupero, anzi al 97° Neymar in contropiede segna il terzo gol. Vince il Barcellona spegnendo i sogni della Juventus.

     

    JUVENTUS – BARCELLONA 1-3 (4° Rakitic (B), 55° Morata (J), 68° Suarez (B), 97° Neymar (B))

    Juventus (4-3-1-2): Buffon; Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Evra (89° Coman); Marchisio, Pirlo, Pogba; Vidal (79° Pereyra); Tevez, Morata (85° Llorente).

    Allenatore: Allegri.

    Barcellona (4-3-3): ter Stegen; Dani Alves, Mascherano, Pique; Jordi Alba; Rakitic (91° Mathieu), Busquets, Iniesta (78° Xavi); Messi, Suarez (94° Pedro), Neymar.

    Allenatore: Luis Enrique.

    Arbitro: Cakir

    Ammoniti: Vidal (J), Pogba (J), Suarez (B)

  • Gioia Real, Ancelotti porta la “Decima” a Madrid

    Gioia Real, Ancelotti porta la “Decima” a Madrid

    Ancelotti ce l’ha fatta, l’ossessione della “Decima” è stato cancellata, la Champions League è del Real Madrid.

    Per chi non avesse visto la gara e leggesse solo il risultato sembrerebbe stata una passeggiata, un successo comodo e largo, così non è stato, perché le Merengues sono state a mano di due minuti dalla sconfitta, ad un passo dal baratro.

    Discorso inverso per i Colchoneros di Simeone che dopo il vantaggio nel primo tempo di Godin sono stati con una mano sulla coppa sino a quando nel recupero del secondo tempo Sergio Ramos ha svegliato l’Atletico dal sogno con quel colpo di testa che ha impattato il risultato.

    Iker Casillas alza al cielo la Champions League
    Iker Casillas alza al cielo la Champions League

    Per quanto riguarda le formazioni, Ancelotti recupera Benzema e manda in campo il suo Real con il classico 4-3-3 con Varane al posto di Pepe in difesa e Khedira per lo squalificato Xabi Alonso a centrocampo.

    Simeone dal canto suo recupera  Diego Costa e lo lancia in campo dal primo minuto nel suo consueto 4-4-2 ma deve fare a meno di Arda Turan che non va nemmeno in panchina.

    Si parte con grande intensità e con ritmi alti ma le due squadre non riescono a rendersi mai pericolose. La prima emozione arriva al 9° quando Diego Costa non ce la fa ed è costretto a chiedere il cambio, a ragion veduta forse era meglio non inserirlo negli 11, al suo posto dentro Adrian Lopez. Le emozioni continuano a latitare sino al 31° quando un errore di Tiago in uscita difensiva regala un’occasione al Real ma Bale solo davanti a Courtois clamorosamente fallisce il gol del vantaggio. Al 36° arriva il vantaggio dei Colchoneros, dopo un’azione da corner la palla viene rimessa in area, Casillas abbozza l’uscita ma rimane a metà strada e viene beffato dal colpo di testa di Godin. Il Real tenta una reazione ma il primo tempo si chiude sullo 0-1.

    Ad inizio ripresa subito chance per il Real, dopo uno slalom Di Maria viene abbattuto è punizione, calcia Cr7 ma Courtois salva in corner. La gara prosegue con l’Atletico che non soffre quasi mai nonostante gli ingressi di Marcelo ed Isco al 58° diano una marcia in più al Real. Al 73° Bale fallisce un’altra grande occasione poi nell’ultimo quarto d’ora inizia la spinta del Real con i Colchoneros che paiono stanchi. Una spinta che pare inutile sino al 93° quando da un calcio d’angolo svetta Sergio Ramos che di testa ha superato Courtois per l’insperato pareggio che porta il match ai supplementari.

    Il gol di Ramos taglia le gambe ai Colchoneros che nel primo tempo supplementare riescono a chiudersi soffrendo gli attacchi del Real. Nel secondo invece crollano e al 110° dopo una gran giocata di Di Maria, con miracolo di Courtois, Bale trova il tap-in per il vantaggio delle Merengues. Di qui in poi non c’è più storia, al 117° Marcelo con una conclusione dal limite trova il 3-1 e a tempo praticamente scaduto Ronaldo dal dischetto realizza il gol del definitivo 4-1.

    A questo punto la festa è solo per il Real, Ancelotti è riuscito nell’impresa di cancellare l’ossessione chiamata “Decima” e a Madrid sarà una notte Blanca.

     

    Real Madrid – Atletico Madrid 3-1 d.t.s (1-1al termine dei tempi regolamentari) (36° Godin (A), 93° Sergio Ramos (R), 110° Bale (R), 117° Marcelo (R), 120° rig. Ronaldo (R)).

    Real Madrid (4-3-3): Casillas; Carvajal, Varane, Sergio Ramos, Coentrão (58° Marcelo); Khedira (58° Isco), Modric, Di Maria; Bale, Benzema (78° Morata), Cristiano Ronaldo.

    Allenatore: Carlo Ancelotti.

    Atletico Madrid (4-4-2): Courtois; Juanfran, Godin, Miranda, Filipe Luis (83° Alderweireld); Gabi, Tiago, Koke, Raul Garcia (65° Sosa); Villa, Diego Costa (9° Adrian Lopez).

    Allenatore: Diego Simeone.

    Arbitro: Bjorn Kuipers.

    Ammoniti: Raul Garcia (A), Sergio Ramos (R), Khedira (R), Miranda (A), Villa (A), Juanfran (A), Koke (A), Gabi (A), Marcelo (R), Godin (A), Ronaldo (R), Varane (R).

  • Finale Champions: Ancelotti o Simeone, per chi brillerà la notte di Lisbona?

    Finale Champions: Ancelotti o Simeone, per chi brillerà la notte di Lisbona?

    Mancano poche ore e poi al “Da Luz” di Lisbona sarà dato il fischio d’inizio del derby di Madrid che deciderà chi tra Real o Atletico alzerà nel cielo portoghese la coppa dalle grandi orecchie.

    Carlo Ancelotti sa  già che per certo dovrà fare a meno di Xabi Alonso squalificato e di Pepe che nonostante lo sforzo fatto per rientrare in campo dopo due settimane di stop ma ha dovuto abbandonare in anticipo l’ultima seduta d’allenamento, niente finale quindi per lui. Una mezza buona notizia per le Merengues c’è, Benzema ha lavorato senza problemi con i compagni nell’allenamento e quindi è recuperato. Ancelotti deciderà sino all’ultimo sul da farsi, molto probabile però che il francese rimanga inizialmente in panchina con il Real che scenderà in campo con un 4-4-2 con Bale e Ronaldo di punta, Isco sull’esterno, Khedira che si piazzerà a metà campo al posto di Xabi Alonso e Varane a fianco di Sergio Ramos nella coppia di centrali difensivi.

    Diego Simeone e Carlo Ancelotti
    Diego Simeone e Carlo Ancelotti

    Diego Simeone ha avuto notizie decisamente più positive dall’infermeria dell’Atletico, Arda Turan potrebbe anche farcela, il turco si è allenato regolarmente anche se pare ancora in vantaggio Mario Suarez per un posto da titolare, Diego Costa invece pare pienamente recuperato e si posizionerà al centro dell’attacco dei Colchoneros con El Guaje David Villa che inizialmente dovrebbe agirgli alle spalle, per il resto El Cholo manderà in campo la squadra titolare.

    Questa sera quindi ci saranno quasi tutti i protagonisti in campo, una gara attesa, probabilmente molto sentita in cui speriamo però che il talento, la classe e la voglia di vincere possano sconfiggere la tensione ed il tatticismo permettendo agli occhi di tutto il mondo calcistico di assistere ad un evento indimenticabile. Alla fine scopriremo chi trionferà, Il Real di Carletto Ancelotti che finalmente potrà metter in bacheca la tanto desiderata “Decima” o l’Atletico del Cholo Simeone per uno strepitoso e sinceramente impronosticabile ad inizio stagione, Doblete Liga + Champions.

     

    REAL MADRID – ATLETICO MADRID le probabili formazioni

    Real Madrid (4-4-2): Casillas; Carvajal, Sergio Ramos, Varane, Coentrao; Di Maria, Modric, Khedira, Isco; Ronaldo, Bale.

    Allenatore: Carlo Ancelotti.

    Atletico (4-4-1-1): Courtois; Juanfran, Muranda, Godin, Filipe Luis; Suarez, Gabi, Tiago, Koke; Villa; Costa.

    Allenatore: Diego Simeone.

    Arbitro: Bjorn Kuipers.