Tag: filippo inzaghi

  • Pippo fa 70 ma non basta. Milan – Real Madrid 2-2

    Pippo fa 70 ma non basta. Milan – Real Madrid 2-2

    Partita vibrante e ricca di emozioni quella che Milan e Real Madrid mettono in un San Siro stracolmo in ogni ordine di posto. Allegri recupera Thiago Silva e Zambrotta spedendoli subito in difesa al posto di Papastathopulos e Antonini mentre in avanti con Pato e Ibra questa volta c’è Dinho.

    L’avvio è però sempre di marca madrilena con Cristiano Ronaldo in versione extraterrestre pronto a iniziare il pressing su ogni portatore di palla rossonero. Pirlo si immola per ben due volte togliendo ad Abbiati battuto il pallone dalla rete e nella seconda metà del primo tempo il Milan riesce ad uscire dal guscio sprecando due occasioni ghiottissime con Ibrahimovic. Il Real comunque si lascia preferire per manovra e organizzazione di gioco mentre i rossoneri pagano la partita no di Ronaldinho e Pato. Allo scadere arriva il vantaggio ospite, Sergio Ramos anticipa per l’ennesima volta Ronaldinho dando il via al contropiede orchestrato da Di Maria e finalizzato dal pipita Higuain.

    Nella ripresa si aspetta la reazione rossonera ma è Cristiano Ronaldo prima e poi Di Maria a impegnare severamente Abbiati. Allegri si gioca la carta Inzaghi e SuperPippo diventa subito il grimaldello rossonero, l’attaccante si dimostra famelico su uno svarione di Casillas regalando il pari ai rossoneri e dopo pochi minuti si materializza davanti al portierone spagnolo per l’insperato vantaggio su lancio di Gattuso. San Siro esplode ma dover di cronaca l’azione sarebbe da annullare per un furiogioco di Pippo.

    Il gol cambia l’inerzia della gara con il Real scosso e il Milan apparentemente in grado di portare a casa un successo importantissimo. Ma la beffa è dietro l’angolo e si materializza nei piedi di Pedro Leon al 94′ spedendo in rete con la complicità di Abbiati il pallone del pari.

    Il Real porta a casa un punto importante e meritato che lo lancia al secondo turno il Milan mantiene la seconda posizione grazie alla sconfitta dell’Ajax sul campo dell’Auxerre.

    LA SITUAZIONE DEL GIRONE ROSSONERO DOPO LA 4° GIORNATA DELLA FASE A GIRONI

  • Raul supera Inzaghi, lo spagnolo il miglior bomber di tutti i tempi

    Raul supera Inzaghi, lo spagnolo il miglior bomber di tutti i tempi

    Conoscendo l’ossessione di Inzaghi per i gol e sopratutto per la classifica di miglior goleador d’Europa la doppietta segnata ieri sera da Raul non l’ha proprio digerita. Lo spagnolo, ha lasciato il Real proprio per rincorrere l’obiettivo e a questo punto pare che la scelta sia proprio azzeccata.

    Raul raggiunge quota 69 gol nelle competizioni europee staccando proprio Pippo Inzaghi, fermo a 68 confermando la fama di cecchino d’area di rigore. L’italiano adesso sarà ancora più agguerrito ma battere la concorrenza di Ibra e Pato e sopratutto la diffidenza di Allegri sarà difficile.

    La top ten ufficiale dei goleador europei più prolifici:

    1. Raul Gonzalez Blanco, (Real Madrid, Schalke 04) 69 gol;
    2. Filippo Inzaghi (Parma, Juventus, Milan) 68 gol;
    3. Gerd Muller (Bayern Monaco) 66 gol;
    4. Andrei Shevchenko (Dynamo Kiev, Milan, Chelsea) 62 gol;
    5. Ruud van Nistelrooy (Eindhoven, Manchester United, Real Madrid, Amburgo) 62 gol;
    6. Thierry Henry (Monaco, Juventus, Arsenal, Barcellona) 59 gol;
    7. Henrik Larsson (Feyenoord, Celtic, Barcellona, Manchester) 59 gol;
    8. Eusebio (Benfica) 54 gol;
    9. Alessandro Del Piero (Juventus) 52 gol;
    10. Alfredo di Stefano (Real Madrid) 50 gol.
  • Mou va contro corrente: “mi preoccupo solo se gioca Inzaghi”

    Mou va contro corrente: “mi preoccupo solo se gioca Inzaghi”

    In Italia molti sono nostalgici per le sue conferenze stampa mentre in Spagna, a parte qualche caso sporadico, i toni di Josè Mourinho sono stati sempre cordiali e più orientati al dialogo che allo scontro. Il portoghese però non manca di sorprendere i giornalisti e chi pensava che potesse temere una possibile rivincita di Ibra o le giocate di Ronaldinho o ancor più gli scatti di Pato resterà ancora deluso. Lo spauracchio del Real Madrid secondo lo Special One è l’immenso Pippo Inzaghi.

    “Per me Allegri può anche giocare con 10 attaccanti, l’importante è che non entri Inzaghi. Se gioca lui, allora mi preoccupo”. Mou comunque rispetta Ibra “giochiamo contro una squadra, non contro un giocatore, anche se con Ibrahimovic è diverso. L’ho conosciuto in Italia, io ho visto il vero Ibra, la Spagna no”.

    Non può mancare un riferimento a Kaka, spesso accostato al Milan nelle scorse settimane “Qui tutti si dimenticano che ci manca Kakà, quando tornerà farà la differenza. Sono convinto che sarà fondamentale per noi. Spero proprio di averlo a disposizione per gli ottavi”

    Da Madrid fa la sua conferenza stampa anche Massimilano Allegri “È una partita con un grande tasso tecnico. E, alla fine, al di là dei numeri, è l’interpretazione quella che conta veramente. Ronaldinho ha fatto molto bene da trequartista perché si è mosso molto e non ha dato punti di riferimento agli avversari. Serve la voglia di sacrificarsi e i miei giocatori lo stanno facendo bene”.

  • Ajax – Milan, le probabili formazioni

    Ajax – Milan, le probabili formazioni

    Questa sera, alle 20:45, il Milan affronterà all’Amsterdam Arena l’Ajax di Martin Jol per la seconda giornata della fase a gironi di Champions League. Vincere permetterebbe ai rossoneri di metter una serie ipoteca sul passaggio del turno ma i lancieri sono da sempre un osso duro per qualsiasi avversario oltretutto adesso che hanno recupera la stella Luis Alberto Suarez.

    Allegri dovrebbe concedere un turno di riposo a Ronaldinho e Robinho schierano il famelico Inzaghi al fianco dell’intoccabile Ibrahimovic in attacco. Boateng e Seedorf si alterneranno nel ruolo di trequartista.

    Gli olandesi praticano un calcio veloce e totale impergnato sul possesso palla. Come detto l’elemento da tenere d’occhio è Suarez ma merita un occhio particolare Van der Wiel, il Maicon olandese con le sue accelerazioni può cambiare il corso della partita.

    PROBABILI FORMAZIONI
    MILAN (4-3-1-2):
    Abbiati; Zambrotta, Nesta, Thiago Silva, Antonini; Gattuso, Pirlo, Boateng; Seedorf; Inzaghi (Robinho), Ibrahimovic. In panchina: Amelia, Bonera, Papastathopoulos, Abate, Flamini, Ronaldinho, Robinho (Inzaghi). Allenatore: Allegri.

    AJAX (4-3-3):
    Steckelenburg; Van Der Wiel, Alderweireld, Vertoghen, Anita; Enoh, De Jong, De Zeeuw; Suarez, El Hamdaoui, Emanuelson. In panchina: Verhoeven, Oleger, Ojier, Lindgren, Tainio, Eriksen, Sulajmani. Allenatore: Jol.

    ARBITRO: Brych (Ger).

  • Allegri mette Dinho a riposo. Contro l’Ajax spazio al talismano Inzaghi

    Allegri mette Dinho a riposo. Contro l’Ajax spazio al talismano Inzaghi

    Da inizio stagione non aveva mai tirato il fiato se non negli ultimi minuti della partita di sabato pomeriggio contro il Genoa, per Ronaldinho domani sera contro l’Ajax potrebbe arrivare la prima panchina stagionale con Allegri pronto a cambiare modulo per un più compatto 4-4-2.

    A giovare del cambio tattico potrebbe esser SuperPippo Inzaghi sempre decisivo in Champions League e alla continua ricerca di gol per rimpinguare il suo lauto bottino stagionale. Contro i lancieri dovrebbero ritrovare un posto in squadra Seedorf e Zambrotta, confermatissimo invece capitan Gattuso dato in ottima forma.

    E’ lo stesso Allegri in conferenza stampa a preannunciare il possibile riposo di Ronaldinho “Se Ronaldinho dovesse andare in panchina sono pronto a cambiare modulo. Deciderò dopo l’ultimo allenamento, sarà una partita importante, ottenere un risultato positivo significherebbe mettere una seria ipoteca sul passaggio del turno”.

    Con Allegri davanti ai giornalisti c’è Clarence Seedorf, nato calcisticamente nel settore giovanile nel glorioso Ajax “Noi dell”Ajax non abbiamo paura, ma lo rispettiamo. I nostri obiettivi? Ad ogni inizio di stagione è giusto pensare, porsi come obiettivo, quello di vincere ogni competizione. Poi, però, bisogna metterlo in pratica. Quello di quest’anno è un ottimo Milan con le sue caratteristiche, diverso da quello di anni precedenti. Abbiamo tanti nuovi giocatori, stiamo cercando di costruire qualcosa di importante, l’obiettivo è vincere. La Champions League è un torneo per grandi squadre, sia il Milan che l’Ajax lo sono. Domani scenderemo in campo, sia noi che loro, per vincere la partita. Ho visto la partita dell’Ajax a Madrid, ha perso ma attenzione: loro sono più forti rispetto a quanto abbiamo visto in quella gara nella quale, peraltro, mancava Suarez.

  • Milan salvato da Inzaghi. Con il Catania è solo 1-1

    Milan salvato da Inzaghi. Con il Catania è solo 1-1

    La vittoria conquistata in Champions League mercoledì sera contro l’Auxerre doveva essere un nuovo punto di partenza dopo l’umiliante sconfitta di Cesena. E invece il Milan stecca di nuovo in campionato, fermato da un ottimo Catania che ha messo in difficoltà le “prime donne” rossonere passando addirittura in vantaggio con il gol da antologia di Capuano; a rimettere le cose a posto ci ha pensato poi l’eterno Pippo Inzaghi con il gol numero 156 in Serie A.

    Il Catania di Giampaolo parte forte e chiude le fonti di gioco rossonere con il pressing asfissiante di Biagianti e Carboni in mezzo al campo. Ma è Inzaghi ad avere tra i piedi una palla gol clamorosa, sprecata malamente a due passi da Andujar. Dopo una buonissima prima mezz’ora gli etnei vanno in vantaggio con il missile di Capuano da quasi 40 metri. Esecuzione perfetta quella del terzino rossoazzurro che conclude al volo una palla difficilissima da calciare trovando l’angolo giusto per battere Abbiati. Una rete da raccontare ai nipoti.
    Senza Pato, le chiavi dell’attacco rossonero sono affidate al duo stellare Ronaldinho e Ibrahimovic, molto in ombra stasera. Lo svedese è fuori dal gioco ma non viene neanche assistito bene dai compagni che spesso preferiscono le sortite offensive personali. Il Milan si sbilancia troppo e rischia il tracollo, il Catania non approfitta delle praterie e della superiorità numerica nei contropiedi concesse dalla retroguardia rossonera gettando alle ortiche la possibilità di raddoppiare.
    E come spesso accade nel calcio, gol mangiato – gol subìto: a vestire i panni dell’eroe stasera però non è Ibra ma Inzaghi che dalla sua posizione preferita, sul filo del fuorigioco, mette la zampata vincente allo scadere del primo tempo tramutando in oro un perfetto assist di Ronaldinho.

    Nella ripresa il Catania abbassa di molto il suo baricentro pensando soltanto a difendere, con le unghie e con i denti, l’ottimo risultato fin li maturato mentre il Milan si getta in avanti alla ricerca del gol della vittoria. Inutilmente perchè i difensori etnei sono perfetti e non lasciano respirare il gigante svedese mentre Ronaldinho trova traffico dalle sue parti. L’ultimo ad arrendersi è il motorino di centrocampo Boateng che sta entrando sempre più nel cuore dei tifosi rossoneri. Piedi buoni e una grinta da far paura, un centrocampista di un dinamismo impressionante.

    Finisce così, 1-1. Una vittoria, un pareggio e una sconfitta: questo il bottino di inizio stagione delle stelle rossonere di Allegri. Troppo poco se si considera che sono maturati con Lecce, Cesena e Catania. Anche qui, come in tante altre piazze, sarebbe opportuno mettere il cartello “Lavori in corso”.

    Il tabellino
    MILAN – CATANIA 1-1
    27′ Capuano (C), 45′ Inzaghi (M)
    MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Bonera, Nesta, Thiago Silva, Antonini; Boateng, Pirlo, Seedorf (90′ Gattuso); Inzaghi (85′ Oduamadi), Ibrahimovic, Ronaldinho.
    A disposizione: Amelia, Zambrotta, Yepes, Abate, Papasthatopoulos.
    Allenatore: Allegri
    CATANIA (4-3-1-2): Andujar; Potenza (83′ Alvarez), Silvestre, Spolli, Capuano; Biagianti, Izco, Carboni (75′ Delvecchio); Ricchiuti (60′ Ledesma); Lopez, Mascara.
    A disposizione: Campagnolo, Terlizzi, Gomez, Antenucci.
    Allenatore: Giampaolo
    Arbitro: Morganti
    Ammoniti: Boateng, Pirlo (M), Biagianti, Capuano (C)

  • Milan a forza 4 con il Lecce. Nel giorno di Ibra brilla la stella di Pato

    Milan a forza 4 con il Lecce. Nel giorno di Ibra brilla la stella di Pato

    Cronaca: Chi ha assistito alla partita e tifava Milan si è senza dubbio divertito. Dinanzi all’ineffabile classe dei rossoneri il Lecce non si è dimostrato altro che una vittima sacrificale sul altare di Ibrahimovic, sceso in campo nell’intervallo tra primo e secondo tempo per ricevere un caloroso benvenuto (e non bentornato, per la sottile differenza che passa tra venire e tornare). Prima di cedere il palcoscenico a Ibra il Milan spiega calcio: con un break a centrocampo i rossoneri recuperono palla, Pato in un fazzoletto di campo stoppa, tira fuori la squadretta e disegna un diagonale imprendibile. Il Milan passa in vantaggio. Pochi giri di lancette d’orologio e i rossoneri raddoppiano con Thiago Silva sugli sviluppi di un’azione da corner a dir poco convulsa. Il Lecce patisce soprattutto il fatto che i blasonati avversari non diano punti di riferimento grazie all’impianto di movimento istallato da Max Allegri al proprio team. La fattispecie della tesi appena avanzata è il tre a zero milanista: Ronaldinho apre col no-look-pass, Pato si infila, circumnaviga l’estremo difensore pugliese e appoggia in rete. Il secondo tempo ostenta un Milan ingordo nonostante i tre gol di vantaggio. E’ Inzaghi, subentrato ad un opaco Borriello, a marcare il definitivo quattro a zero.

    Considerazioni: “Quest’anno vinciamo noi”: ecco a voi le parole di Ibra ai 50.000 di San Siro. Vero è che il buon Zlatan si ritrova un naso alla Pinocchio, ma negli ultimi sette anni chi ha potuto fregiarsi della sua presenza in rosa ha poi puntualmente vinto il campionato. A suffragio del vaticinio di Ibra si sposa perfettamente la performance di un Milan in grande spolvero. Oltre alla super prestazione del golden boy Pato, chiamato quest’anno alla consacrazione definitiva, i rossoneri hanno potuto contare su un Ronaldinho stratosferico: rabone, no-look pass, elastici e chi più ne ha più ne metta. Funambolismi a parte, il numero ottanta rossonero ha impressionato soprattutto per la partecipazione alla fase di ripiego, addirittura abbiamo ammirato uno dai rari tackle che si sia mai concesso in carriera. Ad ottimizzare il rendimento dei due assi brasiliani hanno influito non poco le disposizione del neo tecnico Allegri, oggi al debutto in gara ufficiale: Ronaldinho non viene confinato sul esterno e libero gioca dove più gli conviene, così da mettere a frutto la propria vena fantasiosa sorprendendo sempre l’avversario. Lo stesso Pato appare tirato a lucido dalla guida Allegri, che valorizza i suoi tagli in profondità, vedi tre a zero. Le mezz’ale, alle quali Allegri dedica grande attenzione avendo giocato prorio in quel ruolo, alimentano l’azione rendendosi utili anche in fase offensiva. Per completezza di cronaca c’è da dire che il Lecce si è dimostrato davvero poca cosa. In difesa hanno giocato un ’90 e un ’92, contingenza che certifica lo stato di precarietà in cui versavano i pugliesi. Questo però, non vuole essere un ridimensionamento delle ambizioni scudetto perpetrate dai rossoneri. Anzi proprio l’innesto di Ibra potrebbe risultare determinante in tal senso, giacché Marco Borriello è stato l’unico rossonero a rendersi autore di una prestazione anonima, non solo questa sera ma anche in occasione dei matchs più importanti della scorsa annata: mi riferisco ai due derby, andata e ritorno, e agli ottavi di Champions contro il Manchester. Se il rendimento di Ibra dello scorso anno (29 presenze e 16 gol) è stato reputato scadente, figuriamoci quello di Borriello (37 presenze e 15 gol). La dissertazione è limpida, e la conclusione altrettanto: Borriello non è da Milan (titolare s’intende), Ibra sì. Certamente lo svedese soffre di “mal di Champions”, ma ha scelto la migliore clinica per curarsi: il Milan sette volte campione d’Europa. A supportarlo in questo volo pindarico dalle grandi orecchie potrebbe essere Robinho, indiziato colpo dell’ultima ora prospettato nientemeno che dal presidente Silvio Berlusconi che quest’anno ha deciso di appendere il Milan come manifesto elettorale (vi rimando a un mio vecchio articolo che ipotizza i motivi del cambio di rotta dirigenziale occorso alla società di via Turati). Ora più che mai c’è solo da temere al cospetto dei rossoneri, come scrisse Herbert Kilping, co-fondatore e primo capitano del Milan: “Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari!”. Cominciate a tremare, il Diavolo è tornato dall’inferno…

    Il tabellino:
    Milan (4-3-3): Abbiati 6; Bonera 6, Nesta 6.5, Thiago Silva 7, Antonini 6.5; Ambrosini 6.5 (26’st Gattuso sv), Pirlo 7.5, Seedorf 6; Pato 8.5 (31’st Boateng), Borriello 5.5 (15’st Inzaghi 7), Ronaldinho 8. A disposizione: Amelia, Papastathopoulos, Abate, Oduamadi. All.: Allegri.
    Lecce (4-3-2-1): Rosati 6; Donati 5.5, Sini 6, Ferrario 5.5, Giuliatto 4 (32′ Chevanton 5.5 (44’st Brivio sv)); Munari 5 (8’st Piatti 5), Giacomazzi 5, Großmuller 5.5; Mesbah 5; Corvia 5. A disposizione: Benassi, Reginiussen, Gustavo, Bergougnox, Bertolacci. All.: De Canio.
    Arbitro: Peruzzo di Schio
    Marcatori: 16′ e 28′ Pato, 22′ Thiago Silva, 45’st Inzaghi
    Ammoniti: Großmuller (L)
    Espulsi: nessuno
  • Barcellona – Milan: i blaugrana conquistano il trofeo Gamper ai rigori

    Barcellona – Milan: i blaugrana conquistano il trofeo Gamper ai rigori

    Si è appena concluso allo stadio Camp Nou il Trofeo Gamper che ha visto ancora una volta l’una contro l’altra  il Barcellona e Milan, le due società che in questi giorni si trovano a disputare un’altra partita che vale il colpo di mercato dell’estate 2010, la cessione da parte dei catalani di Zlatan Ibrahimovic alla società rossonera. La partita si è conclusa al 90′ con il punteggio di 1-1 con Villa che porta per prima in vantaggio la squadra di casa e Super Pippo Inzaghi che pareggia con un gran sinistro al volo che gli vale un lungo applauso da tutto lo stadio.
    Occhi puntati su Ibrahimovic che al 27′ raccoglie un cross dalla destra e batte Amelia con una sforbiciata volante, l’arbitro però annulla per fuorigioco. Spettacolare comunque la giocata dell’attaccante blaugrana.

    Fondamentale è stato Flavio Roma che in più occasioni è riuscita a salvare il risultato, mentre emozionante è stato il ritorno, nel suo ex stadio,  di Ronaldinho accolto con grande entusiasmo dal pubblico che per 5 anni l’ha amato, e che al 77′ non si è risparmiato dal regalargli una standing ovation quando Allegri decide di richiamare in panchina il brasiliano per fare posto al giovane Merkel.
    Il trofeo è stato conquistato dai blaugrana al termine dei calci di rigore 4-2 (fondamentali gli errori dal dischetto di Sergio (B), Pirlo (M) e Jankulowsky (M)).

    IL TABELLINO
    BARCELLONA – MILAN 4-2 dcr (1-1)
    Barcellona (4-3-3): Pinto, Adriano, Milito (18’st Fontas), Puyol (18’st Pique), Abidal (1’st Dani Alves); Maxwell (1’st Thiago), Jeffren (18’st Pedro), Jonathan (18’st Busquets); Iniesta (18’st Keita), Ibrahimovic (1’st Bojan), Villa (18’st Messi). A disposizione: Valdes, Xavi. All.: Guardiola.
    Milan (4-3-3): Amelia (15’st Roma); Bonera (1’st Abate), Nesta (1’st Papastathopoulos), Thiago Silva (15’st Yepes), Antonini (1’st Jankulovski); Ambrosini (1’st Seedorf), Pirlo, Boateng (37’st Strasser); Huntelaar (10’st Oduamadi), Borriello (10’st Inzaghi), Ronaldinho (31’st Merkel). All.: Allegri.
    Marcatori: 2’st Villa (B), 22’st Inzaghi (M)
    Arbitro: Borbalan (Spa)
    Ammoniti: Milito (B)
    Espulsi: nessuno

  • Intervista esclusiva: Daniele Grandi, il nuovo Inzaghi

    Intervista esclusiva: Daniele Grandi, il nuovo Inzaghi

    “Oh mio Dio, hanno clonato Inzaghi!”. Questo è quello che penserete vedendolo giocare la prima volta. Sia chiaro che in quanto ad ereditarietà non mi riferisco, come il buon Mendel, esclusivamente ai tratti somatici: la rapidità, i movimenti, il senso della posizione, l’abilità nel gioco aereo, persino gli stessi occhi da tigre del bengala. E frattanto che l’illustre collega conquisti la sua prima Champions League, Daniele Grandi, enfant prodige classe ’93, comincia a sbucciare le ginocchia nell’oratorio Albino Calcio, in quel di Bergamo. Il promettente attaccante mancino non sfuggì all’onniscienza degli osservatori atalantini, che alla tenera età di 10 anni lo condussero alla corte della “Dea”. Nel medesimo vivaio che ha svezzato due tra i più fulgidi talenti nostrani coevi: Pazzini e Montolivo. L’ultima stagione, trascorsa tra le fila degli Allievi Nazionali, è stata pressocché eccezionale nonché ornata da media gol stratosferica. Pensate: 0,88 gol a partita. Un dato che testimonia le tangibili potenzialità del giovane bergamasco e lo consacra capocannoniere dello scorso torneo. Insomma, un bomber di razza. Uno degli eletti investito del prezioso dono che gli invidiosi chiamano fortuna mentre i fatalisti, al fine di denominarlo, scomodano addirittura il destino. Parlo dell’innata capacità di essere sempre al posto giusto nel momento giusto. Una qualità letale: con le donne in amore, e per i difensori sul campo da gioco. E’ per tal motivo che, come in passato fece il grande Gianni Brera con Riva e Rivera, qui soprannomino Daniele Grandi. “Carpe diem”. “Cogli l’attimo” per gli sprezzanti del latino. Spero solo di avere il benestare del futuro, e soprattutto di Orazio… (si dispensa da eventuali accuse di plagio da parte di autori latini dell’età augustea).

    Il calcio. Citando Ligabue, cosa ti ha portato a pensare: “Questa è la mia vita”?
    Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 5 anni nell’oratorio del mio paese, ma i primi calci al pallone li davo già da qualche anno nel cortile di casa. Si può dire che “sono nato con il pallone”. Dopo la scuola calcio ho disputato 2 campionati sempre con la squadra dell’oratorio Albino calcio giocando con i più grandi. All’età di 10 anni sono stato notato dagli osservatori dell’Atalanta e dopo una serie di provini sono stato scelto. E’ l’ottavo anno che trascorro in questa società, all’inizio non riuscivo a vedere il calcio come professione anche se è stato sempre il mio sogno; negli ultimi tempi, invece, a fronte delle ottime stagioni disputate ho iniziato a capire che questo può essere il mio futuro, il mio lavoro. C’è ancora molta strada da fare e tanto da migliorare, pertanto coltivo il mio sogno giorno per giorno.

    Di solito a un giovane calciatore si è soliti domandare l’identità della “Musa”, ovvero a chi si ispira. Tu perpetri, secondo gli addetti ai lavori, il mito “inzaghiano”. Cosa ne pensi dell’illustre accostamento?

    Per me è un onore essere paragonato ad un grande campione come Inzaghi e penso sia il sogno di tutti gli attaccanti intraprendere una carriera come la sua. Per caratteristiche posso assomigliare a questo tipo di giocatore, abile soprattutto in area di rigore. Inzaghi è un giocatore unico e insieme a lui l’altro grande giocatore a cui mi ispiro è Milito. Sono consapevole di dover migliorare tantissimo e per questo devo lavorare ogni giorno sul campo dando sempre il massimo. Tuttavia, il lavoro e i sacrifici non mi fanno paura; li faccio volentieri perché l’obiettivo da raggiungere è molto importante per me. La realizzazione di un sogno vale tutti i sacrifici fatti.

    Continuando il discorso precedente: preferiresti essere un piccolo Filippo Inzaghi o un grande Daniele Grandi?
    Come ho detto prima Inzaghi è un giocatore unico, cerco di apprendere tutti i suoi segreti guardandolo in televisione. In futuro mi piacerebbe essere un grande Daniele Grandi, anche se adesso non mi dispiace essere etichettato come un piccolo Filippo Inzaghi.

    Non credi che l’Atalanta possa riuscire nel tentativo di “evadere”dalla serie cadetta al primo tentativo? D’altronde, lì in avanti sono messi bene con Tiribocchi e Ardemagni. Due soggetti che fossi in te studierei a fondo, non trovi?
    L’ anno scorso l’Atalanta è stata sfortunata e purtroppo è retrocessa, ma in questo mercato la nuova dirigenza ha portato grandi giocatori che sicuramente saranno fondamentali per la risalita in serie A. Ardemagni, ad esempio, che insieme a Tiribocchi forma uno degli attacchi più forti del campionato, a mio avviso; sono due bomber e sicuramente quest’anno avrò la fortuna di vederli allenare a Zingonia. Entrambi mi incuriosiscono molto, e dunque li osserverò per cercare di “rubare” loro qualche segreto. Sono fiducioso per quest’Atalanta. Sta andando tutto benissimo, faranno un gran campionato.

    Domani: una paura, una speranza e un sogno.
    Le paure sono tante. Il domani ha sempre un punto di domanda e le risposte le trovi vivendo giorno per giorno. Chissà se tutto andrà come deve andare? Se avrò la salute, la fortuna, l’occasione giusta e se saprò cogliere l’attimo? Le speranze sono che tutte queste mie “paure” si risolvano positivamente, per arrivare a raggiungere e a realizzare il sogno che ho nel cassetto da sempre (ormai avete capito qual è).

    Uno spezzone di erba spelacchiata e un pallone. Questo lo so fare solo io…:
    Bella domanda. Non sono un giocatore che fa “i numeri” alla Cristiano Ronaldo o Messi. Se penso ad una cosa che mi riesce bene è sicuramente la scelta del tempo nel colpo di testa. Mi piace segnare in questo modo, quest’anno ho fatto 9 gol così. Essendo mancino ho segnato la maggior parte dei gol di sinistro in area di rigore, oppure tirando da fuori. Comunque per un attaccante l’importante è fare gol, il come è relativo.

    Da giovani si gioca a calcio per mero divertimento. Testa leggera, portafogli pure, e tantissimi sogni. Perché cambiare?
    Esatto. Nei settori giovanili si gioca per il puro divertimento, per la passione e per la voglia di arrivare. So benissimo che si parla di certe cifre nel mondo del calcio, forse non sono la persona più indicata per dire se sono giuste o sbagliate, ormai tutto si è ingrandito. Ora si sta cominciando a remunerare anche qualche giocatore del settore giovanile, in genere quelli più bravi perché le società si vogliono tutelare da eventuali “scippi” da parte di qualche concorrente; secondo me a volte si esagera rischiando di rovinare qualche talento montandogli la testa. Si vedono già ragazzi di 16 anni a cui vengono fatti contratti da professionisti e si rischia di illuderli. Magari sentendosi già arrivati “mollano” e non migliorano, facendo passare l’obiettivo di esordire in prima squadra in secondo piano. Questa è la mia vera meta. La trafila è stata lunga, ma ormai manca poco e voglio salire questo gradino il prima possibile.

    Daniele Grandi e la sua generazione possono arginare l’inesorabile colata a picco che vede protagonista il calcio nostrano, permettendo agli appassionati di abbandonarsi ad allettanti “voli pindarici”?
    Il calcio italiano andrà sempre peggio finché non si deciderà di puntare forte sui giovani talenti italiani dei settori giovanili; bisogna cominciare a lanciare i giovani dandogli fiducia e mettendoli in condizione di non “perdersi” o di emigrare dove sono più richiesti e hanno maggiori possibilità per mettersi in mostra (come ad esempio in Spagna ed Inghilterra). In questa mia generazione ci sono dei giocatori che possono essere il futuro della serie A e anche della nazionale italiana. Tuttavia, spesso e volentieri le società non reputano i giovani emergenti maturi , di conseguenza li spediscono nelle serie minori per crescere rimpinzando di stranieri le rose della prima squadra. In questo modo alcuni giocatori di talento si perdono. Un giorno vorrei che io e la mia generazione rappresentassimo il calcio italiano come simbolo di bel gioco e qualità, come eravamo abituati prima di questi ultimi anni.

    Porgendo la domanda come fosse un di gioco di parole: quand’è che vedremo Daniele Grandi debuttare tra i “grandi”? “Are you ready”, come direbbero gli inglesi?
    C’è sempre da migliorare e da lavorare, ma penso che oggi la voglia, la grinta e l’ambizione siano tali da farmi sentire pronto al grande salto. E’ giunto il momento di vivere il mio sogno.
    Video
    “Un saluto a tutti, ringrazio il pallonaro.com per l’intervista”
  • Milan: la rivoluzione del 2011 è una chimera. Rinnovano tutti…

    Milan: la rivoluzione del 2011 è una chimera. Rinnovano tutti…

    Dietro l’immobilismo rossonero di questa stagione si era palesato all’orizzonte un preciso piano di rivoluzione fissato per la prossima stagione quando gli innumerevoli over 30 in rosa andavano in scadenza di contratto ma dalle notizie che arrivano da via Turati, anche questo stratagemma sembra però l’ennesima illusione per i tifosi.

    Dei giocatori in scadenza di contratto Abbiati, Oddo e oggi Zambrotta hanno già rinnovato. Il presidente Berlusconi ha praticamente annunciato il rinnovo di Ronaldinho e i rinnovi di Pirlo, Nesta e Ambrosini non sembrano in discussione. Allo stato attuale a lasciare il Milan sarebbero solo Kaladze, Jankulovsky e Inzaghi (forse).

    E’ chiaro che i rinnovi saranno al ribasso e la società rossonera risparmierà nel tetto ingaggi annuale ma allo stesso tempo i giocatori occuperanno per almeno un altra stagione gli armadietti di Milanello e di questo passo la rivoluzione sarà ancora una volta rimandata.