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  • Inzaghi:Mourinho sbaglia io no!

    Pippo, contro il Werder il Milan ancora una volta ha bisogno dei suoi gol… «Eccomi, ci sono. Sono pronto anche se non ero più abituato a giocare due-tre partite di fila. Ma stringerò i denti, non voglio certo mancare una sfida come quella contro il Werder Brema. E sono pronto a un grande finale di stagione».

    Ma i tedeschi fanno così tanta paura? «Per noi è come si trattasse di una partita di Champions League. I nostri prossimi avversari hanno conquistato quattro punti contro l’Inter nel recente girone di qualificazione. Ma penso che ancora una volta dimostreremo che non sbagliamo mai appuntamenti così importanti».

    Dentro o fuori. Anche per Ancelotti? «Il mister ha la fiducia della società e di tutti noi. Nessuno ha messo in evidenza che quando ho segnato il gol del vantaggio a Brema sono andato ad abbracciare subito e per primo Ancelotti. Il nostro rapporto è eccezionale».

    Eppure il 25 maggio 2005 a Istanbul contro il Liverpool Inzaghi finì a malincuore in tribuna… «Aveva ragione Ancelotti: non ero pronto, non stavo bene. Mi sono rifatto con il Liverpool ad Atene. Adesso desidero sfatare anche il tabù di Istanbul, arrivando in finale e vincendo la Coppa Uefa».

    C’è solo Mourinho che vorrebbe fermare, addirittura per tre giornate di fila, Pippo Inzaghi! «L’allenatore dell’Inter ha fatto una considerazione sbagliata. Io non ho fatto altro che divincolarmi dalla marcatura di Lopez. Sono caduto a terra e mi sono tirato su d’istinto senza voler colpire il mio avversario».

    Nulla a che vedere, quindi, con quello che ha fatto Adriano su Gastaldello in Inter-Samp? «Mi limito a consi­derare il fatto che nel mio caso non è stata chiesta la prova televisiva. Mi sembra un dettaglio da non sottovalutare. Non basta?».

    Fonte:goal.com

  • Inzaghi:il ragazzo d’Europa

    Con il gol del Weser Stadion sorpassa Raul (66 contro 65) e si lancia alla caccia di Gerd Muller

    Il “Ragazzo dell’Europa” che cantava Gianna Nannini ha la faccia stracciata di Pippo Inzaghi. E’ lui, come al solito, che “prende a calci la notte” rossonera e regala a Carlo Ancelotti un po’ di serenità dopo la tragica sconfitta del derby. E’ lui, a differenza dell’uomo raccontato dalla cantante senese, che “pianta bandiera” a Brema e mette la firma, preziosa, sull’1-1 del Weser Stadion.

    Già, lui, sempre lui. Quello che nelle partite che contano non fallisce mai un colpo, che ha graffiato gli ultimi trionfi rossoneri – dalla Champions al Mondiale per club, roba che si sta un po’ perdendo nella memoria -, che, a 36 anni, è ancora capace di inseguire il gol come fosse l’ultimo e, per ultimo, si è messo alle spalle Raul (66 eurogol contro 65) per poter continuare senza rivali la sua privatissima caccia a Gerd Muller (69 reti in Europa), ultimo avamposto di un mito che Superpippo vuole con tutte le sue forze.

    Il fatto è che i suoi gol non fanno nemmeno più notizia. Perché Superpippo timbra il cartellino con una regolarità che non impressiona più come non più fa scalpore che nella classifica dei cannonieri europei, Inzaghi si sia messo alle spalle gente come Eusebio o Di Stefano, per citare solo i più grandi. Non stupisce – perché ormai fa parte del nostro calcio – il suo modo sgangherato di avventarsi sul pallone per scaraventarlo alle spalle del portiere. Non sembra strano che sia sempre il primo ad arrivare su una palla perso, che il suo guizzo sia il più rapido, che il suo tocco sia risolutore. Non è una novità, e quindi, appunto, non fa notizia, che Inzaghi sia Inzaghi, il migliore nel suo genere.

    Ora, pare ovvio, si aprirà il solito dibattito teso a capire se Ancelotti possa ancora fare a meno di lui in campionato. E sulla questione, onestamente, non abbiamo neppure risposte. L’unica certezza è che gli anni pesano e troppe partite logorano. Inzaghi ha ormai da qualche tempo scelto questo ruolo di uomo della notte, di “Ragazzo dell’Europa” per dirla come la direbbe la Nannini. Perché per lui entrare nel mito facendo le scarpe a Gerd Muller è un’ossessione, una piccola debolezza. Una debolezza cui non sa resistere e che, forse, il calcio sarà capace di “perdonargli”.

    fonte:sportmediaset