Tag: Filippo carobbio

  • Gegic collabora, il calcio italiano torna a tremare

    Gegic collabora, il calcio italiano torna a tremare

    Prepariamoci ad un nuovo scandalo calcistico italiano. Almin Gegic, dopo essersi consegnato alla polizia ha deciso di collaborare pienamente con la procura e potrebbero uscire fuori nuove partite comprate e soprattutto nuovi personaggi. Il capo del gruppo degli scommettitori degli “Zingari” è entrato nel palazzo della procura di Cremona ieri (giovedì 29 novembre ndr) intorno alle quattro e ha iniziato la sua collaborazione con il gip Guido Salvini. Il serbo è parso sereno e pronto a pagare per le sue colpe, pronto però a mettere in mezzo tutte le persone coinvolte nella triste vicenda sportiva. Dal primo interrogatorio, Gegic ha voluto subito chiarire la situazione di Antonio Conte e Filippo Carobbio. Oggi proseguiranno gli interrogatori. La Serie A torna a tremare.

    Io non conosco Conte“, queste sono le prime parole di Gegic, che di recente ha dichiarato di aver rifiutato ben 5 mila per parlare (o meglio sparlare) dell’allenatore bianconero. La frase del serbo non è passata di certo inosservata ai tifosi juventini, che a questo punto chiedono giustizia vera e si domandano per quale motivo in tutti questi mesi sia stato creduto solo Carrobbio e nessun altro.

    Antonio Conte
    Gegic dichiara di non conoscere Conte © Gabriele Maltinti/Getty Images

    L’interrogatorio di Almin Gegic prosegue con un’accusa pesante nei confronti dei giocatori senesi “Carobbio mi disse che al Siena scommettevano tutti“. Se fosse vero, sarebbe una strage per i giocatori del Siena che rischierebbero di terminare anticipatamente la propria carriera. Il serbo continua il suo interrogatorio ammettendo la facilità con la quale si poteva combinare le partite nel campionato italiano, confermando la presenza di altri personaggi importanti pronti a scommettere. Insomma, non c’è solo il gruppo degli “Zingari“.

    L’avvocato del serbo, Roberto Brunelli, ammette che siano state prese in esame le partite contestate, anche in Serie A e presto potrebbe scatenarsi un vero caos in tutto l’ambiente calcistico italiano. Dalla massima divisione fino alle serie inferiori.

    Gegic è arrivato! E’ tempo di verità, il mondo del calcio in Italia ha bisogno di trasparenza. Oggi nuovo interrogatorio per il serbo e potrebbero aprirsi nuovi interessanti scenari.

  • Squalifica Conte, motivazioni Tnas: probabilmente colpevole

    Squalifica Conte, motivazioni Tnas: probabilmente colpevole

    Le motivazioni della riduzione di squalifica ad Antonio Conte da dieci a quattro mesi per omessa denuncia nell’ambito dell’inchiesta Scommessopoli, è stata sintetizzata in un documento di dodici pagine in cui il Tnas, collegio arbitrale della Cassazione dello Sport, esprime le sue ragioni in merito alla decisione.

    Il tutto si riconduce al principio cardine del “non poteva non sapere” dell’illecito di Albinoleffe-Siena del 29 Maggio 2011, che si riferisce direttamente all’autoaccusa del suo vice, dunque il suo più fidato collaboratore, Cristian Stellini. Il ragionamento seguito, che assume le forme di una sorta di sillogismo aristotelico, è il seguente: Cristian Stellini sapeva dell’illecito, Cristian Stellini è il vice di Conte, Conte sapeva dell’illecito o, meglio, “non poteva non sapere”, nonostante lo stesso Stellini aveva specificato che Conte era all’oscuro delle combine.

    In termini prettamente giuridici, il Tnas definisce l’applicazione di tale principio come “assenza di necessità di raggiungere la certezza al di là di ogni ragionevole dubbio“, proprio alla luce del fatto che tra le due ipotesi – Conte sapeva o Conte non sapeva – “l’una appare più probabile e plausibile dell’altra”. Da qui discende la squalifica, strettamente connessa alla confessione di Stellini, che ha avvalorato e “tolto ogni dubbio” alle parole di Pippo Carobbio e, dunque, emerge come la confessione del vice di Conte sia stata interpretata in maniera difforme: ritenuta credibile nel confermare le parole del “grande accusatore” Carobbio, ritenuta non credibile nella parte in cui esclude ogni coinvolgimento di Conte.

    Ma l’aspetto più rilevante è che, se anche la “deduzione” fosse corretta dal punto di vista formale, manca la prova provata della colpevolezza di Antonio Conte perchè si fa sempre riferimento al coinvolgimento di Stellini – che ebbe un ruolo diretto nell’illecito di quella gara – estendendo in automatico le sue responsabilità a quelle di Conte presumendo che se il suo vice sapeva delle irregolarità anche l’allora tecnico del Siena doveva esserne a conoscenza dato lo stretto rapporto tra i due.

    Antonio Conte, le motivazioni del Tnas alla sua squalifica | © Filippo Alfero/AFP/GettyImages

    In tal senso, però, viene ad essere corretto il tiro rispetto al primo grado, quando i giudici della Commissione Disciplinare attribuirono a tutti la regola della “certezza” in merito all’illecito di quella gara, prima della condanna a dieci mesi inflitta a Conte da parte della Corte Federale della Figc nel processo d’appello in cui si fece riferimento al medesimo principio richiamato dal Tnas, ossia a quello della “non necessità di raggiungere la certezza al di là di ogni ragionevole dubbio“.

    In tutto ciò, per semplificare al massimo, la posizione di Antonio Conte è quella di essere “probabilmente colpevole” e questo pare essere sufficiente per la giustizia sportiva che, come noto, può attenersi ad un differente standard probatorio rispetto alla giustizia ordinaria. In tal senso, infatti, lo stesso documento del Tnas afferma che sotto il profilo probatorio per affermare la colpevolezza di un incolpato “non occorre la certezza assoluta della commissione dell’illecito né il superamento di ogni ragionevole dubbio come nel diritto penale”; per la giustizia sportiva, invece, “risulta sufficiente un grado inferiore di certezza, ottenuta sulla base di indizi gravi, precisi e concordanti”.

    Alla luce di tale motivazione, parafrasando l’ormai celebre conferenza stampa dello stesso Conte riproposta dal comico Maurizio Crozza, lo stesso mister bianconero avrà nuovamente lo spunto per ritenere la sua squalifica “agghiacciante” perchè nell’ambito delle non certezze e della probabilità, la sua lontananza dalla panchina dal 10 Agosto al prossimo 9 Dicembre è, e rimarrà, una certezza.

  • Antonio Conte e l’ingiustizia chiamata Filippo “Pippo” Carobbio

    Antonio Conte e l’ingiustizia chiamata Filippo “Pippo” Carobbio

    Che gli organi di giustizia sportiva abbiano in questi anni fornito delle “prestazioni” giuridiche alquanto discutibili è oramai evidente a tutti, ma quello che sta succedendo in merito alla ben nota vicenda del calcio scommesse in cui si vede come protagonista principale ed accusatore l’ex giocatore del Siena Filippo Carobbio, è veramente incredibile.

    I più importanti media nazionali hanno dato ovviamente risalto alla ben nota sentenza del Tnas con cui veniva ribadita la “colpevolezza” di Antonio Conte in merito alla presunta combine di Albinoleffe – Siena dove il tecnico della Juventus, allora allenatore dei senesi, non avrebbe denunciato la presunta combine.

    Sappiamo anche tutti come nessuno dei giocatori del Siena sia stato perseguito in questi mesi per omessa denuncia mentre uno solo, il pentito più famoso del calcio italiano, Filippo per la procura federale confidenzialmente “Pippo” Carobbio, abbia collaborato con l’accusa che ha sempre ritenuto le sue dichiarazioni altamente vicine alla realtà rasentando una credibilità che nemmeno il Tommaso Buscetta dei bei tempi era riuscito a tanto.

    Antonio Conte
    Antonio Conte © Filippo Alfero/Getty Images

    Ebbene, giorno dopo giorno sembra che questa credibilità del pentito Filippo “Pippo” Carobbio venga notevolmente ridimensionata anche a seguito della recente pronuncia del Tnas che ha scagionato l’ex giocatore del Novara Mavino Gheller dall’accusa di combine della partita Novara – Siena. Ma la nostra attenzione si pone ultima frase della sentenza  del Tnas su Gheller: “Secondo consolidata giurisprudenza della stessa Corte federale, quando non emerge un quadro sufficientemente definito di riscontro in ordine alle dichiarazioni di incolpazione, il prevenuto va prosciolto (così – e proprio in riferimento alla partita Novara-Siena dell’1 maggio 2011 – è, ad esempio, il c.u. n. 029/CGF del 20 agosto 2012, che contiene sia la decisione relativa al ricorso Conte, sia la decisione relativa al ricorso Alessio)”.

    Ed allora ci chiediamo, come mai la stessa condotta interpretativa che ha portato all’assoluzione di Gheller non ha funzionato con Antonio Conte? Come mai tutti hanno parlato della condanna di Conte e nessuno, se non in pochi, ha parlato dell’assoluzione di Gheller? E soprattutto, è possibile che la credibilità di un pentito in merito a dichiarazioni analoghe possa valere in alcune situazioni ed in altre no?

    Ovviamente avremo poche risposte a queste domande che chiedono semplicemente se su Antonio Conte sia stata fatta giustizia o meno, noi abbiamo una nostra opinione e voi cari lettori, fatevene una vostra.

  • Mavillo Gheller, la carriera di un onesto difensore

    Mavillo Gheller, la carriera di un onesto difensore

    Non si chiama ne Conte, ne Pepe e ne Bonucci, non è un nome ad effetto, ma anche lui è stato messo in mezzo dal pentito Carobbio nello scandalo scommesse, tanto da venire squalificato per 6 mesi per omessa denuncia. Ieri (5 novembre n.d.r.) il tnas ha accolto il ricorso di Mavillo Gheller che l’ha prosciolto da ogni accusa e potrà tornare a giocare regolarmente. Una grande gioia per il 37enne difensore ex Pavia, che a causa di questa squalifica ha dovuto rinunciare ad un biennale con la squadra lombarda, non poca roba per un giocatore ormai giunto a fine carriera e che non può certamente vivere di rendita come tanti altri calciatori presenti in Serie A.

    LA CARRIERA – Sei squadre in vent’anni, una carriera tra Serie B e Lega Pro, sempre al Nord, tra Varese, Monza, Pavia, Novara, Treviso e Pistoia. Nato a Busto Arsizio il 3 agosto 1975, la sua carriera è caratterizzata dai ritorni nelle ex squadra. Infatti, Gheller, dopo aver esordito prima nei dilettanti e poi tra i professionisti con il Varese, torna a distanza di qualche anno per ben due volte nella squadra lombarda. Simile sorte con le maglie di Novara e Pavia, dove ritorna in entrambe le squadre in una seconda fase della sua carriera. Esordisce tra i grandi nella stagione 2003-2004 a Varese in Serie D, conquista la promozione e l’anno successivo si ritrova protagonista tra i professionisti, concludendo la stagione a centro classifica. Nel campionato 2005-2006 passa al Monza ma nonostante le 25 presenze e l’ottima campionato con i lombardi, deve lasciare la squadra e tornare in quel di Varese, dove disputa due sole gare prima di trasferirsi a Novara. Qui vive una stagione sfortuna, terminata con la retrocessione nell’ex C2 della squadra. Nuovo cambio di maglia in vista per Mavillo Gheller che torna per l’ennesima volta a Varese, ma stavolta si ferma per qualche anno, disputando 4 campionati di Serie C1 e collezionando oltre 100 presenze, sfiorando più volte il salto di categoria.

    Mavillo Gheller
    Gheller può tornare in campo dopo le accuse di Carobbio © Aic Photo/Afp/Getty Images

    Nel 2001 inizia una nuova fase della carriera di Gheller che torna a Pavia dove gioca dal 2001 al 2004, stazionando in Serie C2, prima del grande salto in serie cadetta nel campionato 2004-2005 con la maglia del Treviso (disputando una buona stagione), che finisce con la promozione in Serie A del trevigiani (a causa dell’illecito sportivo del Genoa e dei fallimenti di Torino e Perugia, arrivati davanti al Treviso in classifica). Ma, nella massima serie non c’è spazio per il buon Gheller che ripartirà da Pistoia in Serie C1 e dopo due buone stagioni in Toscana si ritorna a Novara (squadra con la quale ha subito l’unica retrocessione della carriera). In Piemonte dal 2007 al 2011 conquista un triplo salto dall’ex Serie C2 alla Serie A, ma anche stavolta, non riesce ad esordire nella massima serie italiana, conquistata per la seconda volta sul campo e si ritrova svincolato. A questo punto per Mavillo Gheller si prospetta il ritorno a Pavia dove disputa un dignitoso campionato di Lega Pro prima di rescindere il contratto con la società a causa della squalifica per sei mesi, rinunciando così ad un biennale.

    L’ACCUSA – Maledetto fu quel Novara-Siena del 3 aprile 2011. Carobbio, il pentito da cui partono tutte le accuse dello scandalo scommesse ha fatto il nome di Gheller e di Bertani come giocatori contattati per “sistemare” la partita. L’ex difensore del Pavia, appena due mesi fa, non si capacitava di come la Procura abbia creduto esclusivamente all’ex senese, dichiarando a tutta la stampa la propria innocenza, tanto da andare in tribunale senza avvocato. Niente da fare, solo 5 minuti per poter difendersi e nessuna prova certa contro di lui, ma la parola di Carobbio vale molto per i giudici che squalificarono Mavillo Gheller per sei mesi per omessa denuncia. Il difensore “ringrazia” il fatto di essere finito in tribuna in quella partita, altrimenti da omessa denuncia, si sarebbe passati ad illecito sportivo con la squalifica da tre anni e mezzo.

    Nonostante i 37 anni Mavillo Gheller è pronto a tornare in campo. Non si è mai arreso davanti a questa squalifica, pronto a lottare per difendere la sua innocenza. Il 13 settembre parlava così “Dal primo febbraio torno a giocare, perché sarò solo io a decidere quando smettere, non altri…” I tempi si sono accorciati, buona fortuna Gheller.

  • Da 10 a 4 mesi Antonio Conte torna in panchina a dicembre

    Da 10 a 4 mesi Antonio Conte torna in panchina a dicembre

    Sconto doveva esserci e sconto è stato. Tranquilli, non è lo slogan per il supermercato di zona ma parliamo della riduzione sulla squalifica inflitta all’attuale tecnico bianconero Antonio Conte, per l’omessa denuncia della ormai famosissima partita Albinoleffe-Siena di fine stagione 2010-2011 che avrebbe portato poi la promozione aritmetica dei senesi che in quel periodo erano allenati proprio dall’ex capitano juventino. Il Tnas (Tribunale Nazionale di Arbitrato dello Sport) ha deciso quindi di abbassare la pena da 10 a 4 mesi permettendo all’allenatore della Juventus di tornare a sedersi in panchina per la sedicesima giornata nella trasferta siciliana contro il Palermo il 9 dicembre. Bicchiere mezzo vuoto per la società e per lo stesso Conte, che speravano in una cancellazione totale della squalifica ritenendosi estraneo a qualsiasi fatto.

    GLI AVVOCATI – I legali del tecnico Antonio Conte, il trio Giulia Bongiorno, Antonio De Rensis e Luigi Chiappero, dichiarano unanime “Sappiamo di aver difeso un uomo innocente e di non essere riusciti a far proclamare la sua estraneità ai fatti contestati: non c’è quindi in noi alcuna soddisfazione” e chiaramente non sono soddisfatti della sola riduzione di sei mesi della squalifica del loro assistito.

    Conte, tornerà in panchina a Palermo il 9 dicembre © Filippo Alfero/Getty Images

    LA SOCIETA’ – Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, subito dopo la sentenza del Tnas ha dichiarato tramite un comunicato stampa di essere ancora dalla parte del proprio mister, convinto dell’estraneità dello stesso sull’omessa denuncia e lancia una piccola frecciatina al mondo del pallone “la conferma della squalifica è una sconfitta ingiusta, che deve far riflettere tutto il sistema calcistico”. Il patron bianconero e tutta la società attende la fine della squalifica, prevista per il prossimo 8 dicembre in modo tale da rivedere il tecnico nuovamente in panchina, nel ruolo a lui più congeniale.

    Si attendono a breve le motivazioni che hanno spinto il Tnas a ridurre la squalifica da 10 a 4 mesi. I tifosi bianconeri si dividono tra chi si accontenta e chi vorrebbe giustizia definitiva, visto che sembra una sentenza a metà tra l’omessa denuncia (10 mesi) e l’estraneità dei fatti (nessuna squalifica). Resta da capire perché si sia voluto ascoltare come testimone il solo Carobbio (colui che ha denunciato Conte) e nessun altro (vedi Mastronunzio). Da oggi inizia il countdown, mancano poco più di due mesi e il tecnico bianconero potrà tornare a dare la carica da bordo campo ai suoi ragazzi e smetterà di soffrire dalle tribune di tutta Italia.

  • Fabrizio Corona: “Carobbio e moglie da me per vendersi scoop su Conte”

    Fabrizio Corona: “Carobbio e moglie da me per vendersi scoop su Conte”

    La storia tra Antonio Conte e Filippo Carobbio non finirà mai. Questa volta a mettere benzina sul fuoco è stato Fabrizio Corona, personaggio noto per i suoi eccessi e per lo scandalo vallettopoli, che possiede ancora parecchi contatti con il mondo del giornalismo. L’ex marito della modella Nina Moric, durante un’intervista a La Zanzara, programma radiofonico di Radio 24, ha dichiarato di aver ricevuto una proposta dall’ex giocatore del Siena e da sua moglie per rilasciare un’intervista in cambio di soldi che secondo Corona poteva valere dai 15 ai 20 mila euro. L’obiettivo della famiglia Carobbio era quello di ripulire un po l’immagine del giocatore, che in questo periodo è stato descritto come il cattivo della situazione con le accuse al suo ex allenatore che sono costate poi la squalifica per il mister bianconero.

    I due conduttori del programma, David ParenzoGiuseppe Cruciani, hanno pressato (per usare un termine calcistico) Fabrizio Corona che ha risposto molto schiettamente (come è solito fare) e senza peli sulla lingua alle domande. Alla fine, la moglie di Carobbio riuscì ad ottenere l’intervista per il settimanale “Oggi” dove cercò di dare un immagine migliore del marito parlando di umiltà e semplicità nel carattere dell’ex senese aggiungendo poi che “le sue cavolate le ha fatte per ingenuità, perché è stato influenzato da gente con la personalità più forte. Non per soldi…”. Questa frase diciamo, stona un po, visto che proprio Carobbio e consorte cercarono di guadagnare anche da quest’intervista, soldi che alla fine andarono nelle tasche di Corona come mediatore della trattativa. E si parla di circa 5 mila euro compresa la cessione delle foto al settimanale. D’altronde, lo stesso ex paparazzo dichiara che “ormai tutti hanno capito che su tutte queste storie ci si possono fare soldi” aggiungendo che un personaggio come Schettino ha guadagnato parecchi soldi per le sue ospitate. Questa è l’Italia.

    Corona, mette benzina sul fuoco allo scontro Conte-Carobbio © Damien Meyer/Getty Images

    Gli avvocati del calciatore precisano che “Carobbio non ha mai concesso interviste a pagamento nonostante le molteplici proposte ricevute e che ha sempre rifiutato“. Ma rimane un dubbio. Perché i Carobbio si sono messi in contatto con Corona per un’intervista, secondo i legali e gli interessati, gratuita e al solo scopo di dire la propria verità (o ripulire l’immagine), se come detto dai avvocati del giocatore, le proposte non mancavano? Poteva semplicemente rinunciare al pagamento e rilasciare comunque l’intervista senza contattare l’ex re dei paparazzi. O no?

  • Albinoleffe-Siena, Carobbio e Salvatore Mastronunzio

    Albinoleffe-Siena, Carobbio e Salvatore Mastronunzio

    Le motivazioni della sentenza sullo scandalo scommesse della Corte Federale d’Appello in merito alla squalifica di Antonio Conte ha riportato in auge l’ultima partita del campionato 2010/2011 Albinoleffe-Siena vinta dai bergamaschi allora allenati da Emiliano Mondonico e per gli inquirenti combinata con l’intento di favorire i padroni di casa. Mossi dalla curiosità e con la voglia di farci una nostra idea abbiamo iniziato il nostro cammino a ritroso cercando di ricostruire la vicenda iniziando con le immagini della partita (che vi proporremo a fine articolo), contestualizzandola poi nel campionato e aggiungendoci poi le motivazioni della sentenza, le confessioni di Filippo Carobbio, di Salvatore Mastronunzio e infine valutando la posizione di Antonio Conte.

    Cosa c’è scritto nella sentenza della Corte Federale d’Appello?

    Leggendo e rileggendo le tredici pagine della sentenza di appello la prima cosa che salta all’occhio è l’unicità dell’argomento: Antonio Conte. Una Corte Federale non può seguire la volontà popolare ma deve esser più completa possibile per sostenere la propria indipendenza e imparzialità. Nella sentenza invece si parla solo e soltanto del caso Conte omettendo ad esempio le motivazioni che hanno portato a rigettare il ricorso di Palazzi all’assoluzione di Pepe, Bonucci e Di Vaio. Andando avanti comunque cerchiamo di capire il perché dei 10 mesi di squalifica al tecnico della Juventus nonostante l’assoluzione per la partita Novara-Siena. Secondo i giudici Carobbio non è credibile per la partita Novara-Siena ma lo è per Albinoleffe-Siena e ad inchiodare Antonio Conte (“che non poteva non sapere”) ci sarebbero le posizioni di Stellini (suo collaboratore) e di Salvatore Mastronunzio.

    Filippo Carobbio: Si legge sulla sentenza “La teoria, elaborata dalla difesa del Conte, secondo la quale Carobbio sarebbe un soggetto che avrebbe, in modo quasi scientifico e peraltro a freddo, costruito un vero e proprio castello di menzogne al fine di causare un gravissimo pregiudizio alla società del Siena e al sig. Conte, non convince affatto. Non si vede per quale ragione la versione dei fatti, fornita da Carobbio e fatta propria dalla Disciplinare, sarebbe inattendibile, in quanto il predetto soggetto non avrebbe parlato di Conte quando si trovava in carcere o agli arresti domiciliari ma, più tardi, quando era stato rimesso in libertà. Di solito si sospetta della veridicità delle versioni, fornite da un soggetto quando si trovi in stato di restrizione della libertà personale in quanto si pensa che, al fine di ottenere la rimessione in libertà, un individuo sarebbe disposto a tutto, anche a mentire per compiacere, per così dire, la pubblica accusa”.

    Salvatore Mastronunzio per i giudici si rifiutò di combinare Albinoleffe-Siena | ©Gabriele Maltinti/Getty Images
    Stellini più di Carobbio La posizione di Stellini oltre ad avvalorare la tesi di Carobbio dimostra, sempre secondo i giudici, che Conte “non poteva non sapere”. Stellini in quanto collaboratore e uomo di fiducia di Antonio Conte confessò di aver mandato proprio Carobbio e Terzi al termine della gara di andata a parlare con Bombardini e Garlini per tener buoni i rapporti in vista della gara di ritorno.

    La “vipera” Mastronunzio Ultimo cardine è la posizione di Salvatore Mastronunzio messo a detta dei giudici fuori rosa per essersi rifiutato di combinare la partita contro l’Albinoleffe per non aver ottenuto lo stesso trattamento per la partita contro l’Ascoli (nonostante la lunga militanza nell’Ancona) squadra sfavorita dalla vittoria dei bergamaschi.

    Video Albinoleffe-Siena 1-0 28 maggio 2011

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”151499″]

  • L’ira funesta di Conte “Carobbio aggiustatore di presunta giustizia”

    L’ira funesta di Conte “Carobbio aggiustatore di presunta giustizia”

    E’ un fiume in piena Antonio Conte nella conferenza stampa che ha seguito la conferma in appello dei dieci mesi di squalifica decretati dalla commissione disciplinare. Decisione questa che come prevedibile ha mandato su tutte le furie il tecnico della Juventus, il quale è subito passato all’attacco nei confronti del suo grande accusatore, quel Filippo Carobbio che grazie alle sue dichiarazioni, ma senza alcuna prova tangibile, ha di fatto portato alla condanna il trainer bianconero.

    Io, più che un collaboratore di giustizia, lo considero un aggiustatore di presunta giustizia – ha affermato Conte –. Mi sono sempre comportato in maniera corretta, nonostante il dolore e la consapevolezza di aver subito grandissime ingiustizie e di aver subito accuse infamanti per fare di me lo spot di uno scandalo calcioscommesse. Ma io non ho mai scommesso in vita mia. E sono più credibile di chi come Carobbio si vendeva le partite, se stesso e la sua famiglia da tre anni. E’ una vergogna“. Parole durissime dunque quelle di Conte nei confronti del centrocampista, il quale negli ultimi giorni oltre che dell’ex allenatore del Siena è finito nel mirino anche di qualche suo collega, come ad esempio Pesoli, condannato a tre anni.

    Antonio Conte © ANDREAS SOLARO/AFP/GettyImages

    Proprio quest’ultimo, come Conte, ricorreranno al Tnas, ultima strada per ottenere l’assoluzione. E proprio a proposito di quest’ultima si è espresso anche Conte, ritornando cosi al famoso patteggiamento, definendolo una vergogna, un ricatto. Ha voluto esternare tutta la sua rabbia Conte, sottolineando di non aver mai scommesso, e facendolo soprattutto verso quei tifosi juventini che tanto lo stanno sostenendo in questi giorni. Poi un monito ai colleghi, ai quali l’allenatore bianconero dice di stare attenti perché un domani, all’improvviso, potrebbero essere coinvolti in situazioni simili alla sua. Infine un attacco diretto ad un componente della commissione giudicante.

    Sono rimasto allibito – spiega Conte – dall’intervento di un componente della commissione che mi ha giudicato, qualcosa di grave e mai visto. Reputo questo comportamento improprio e fuori dalle regole. Dovrebbe far rispettare le regole, invece fa dichiarazioni quantomeno inopportune. Non so se parla da tifoso. Sono dichiarazioni inopportune che mi fanno pensare che forse c’è qualcosa di personale nei miei confronti“.

    Video conferenza stampa Antonio Conte
    [jwplayer config=”240s” mediaid=”151493″]

  • Antonio Conte “contraddittorio” nella sentenza della Disciplinare

    Antonio Conte “contraddittorio” nella sentenza della Disciplinare

    Nonostante l’assoluzione di Bonucci e Pepe sono letteralmente infuriati i tifosi della Juventus per via dei dieci mesi di squalifica inflitti dalla Disciplinare ad Antonio Conte. In molti si sono chiesti il perché di tale pena, dovuta lo ricordiamo ad una doppia omessa denuncia ai tempi del Siena. E a chiarire il tutto ci sono le motivazioni della sentenza. Motivazioni che parlando di un Conte a tratti contraddittorio con se stesso, specie quando si parla di Carobbio.

    E quest’ultimo invece considerato attendibile. Forse proprio a causa di ciò la Commissione Disciplinare ha respinto il patteggiamento di tre mesi con annessa multa di 200mila euro proposto diversi giorni fa. Alla fine è arrivato solo uno sconto su quanto richiesto da Stefano Palazzi, ovvero quindici mesi, ed ora toccherà ai legali del tecnico e della Juventus, con la new entry Giulia Bongiorno in testa, provare ad ottenere quantomeno una riduzione davanti alla Corte di Giustizia Federale prima e al Tnas poi.

    Per ciò che riguarda quanto riportato nelle motivazioni, Carobbio come detto viene considerato attendibile, non avendo, secondo quanto scritto nella sentenza, “un qualunque motivo di risentimento o convenienza che possa averlo spinto a coinvolgere altri soggetti”. Il silenzio degli altri tesserati del Siena all’epoca dei fatti viene invece considerato come frutto del timore di essere coinvolti nell’inchiesta per omessa denuncia, con il Sestu che avrebbe parlato con riferimento al match con il Novara. Secondo la Commissione disciplinare peraltro, non esisterebbero motivi di rancore da parte di Carobbio nei confronti di Conte.

    Quest’ultimo, nella sua tesi difensiva, aveva accusato il giocatore di averlo tirato in ballo solo per un permesso negato per assistere la moglie incinta. Ma per la Commissione disciplinare tale circostanza sarebbe “assolutamente incoerente”, causa anche la dichiarazione di Ficagna il quale aveva negato dissapori da parte di Carobbio con gli altri tesserati del Siena. La partita su cui si è concentrata più di tutte l’attenzione della Commissione disciplinare è quella tra Albinoleffe e Siena dove ci sarebbero stati degli accordi che avrebbero coinvolto i componenti dello staff tecnico delle squadre oltre ad alcuni giocatori.

    Antonio Conte| © GABRIEL BOUYS/AFP/GettyImages

    Tra i nomi citati nelle motivazioni della sentenza quelli di Garlini, Terzi, Bombardini, Poloni, Sala, Passoni, Coppola, Vitiello e Stellini, quest’ultimo assistente di Conte e pochi giorni fa dimessosi dalla Juventus, che avrebbe confermato di aver avvicinato Carobbio al termine della gara di andata riferendo ai giocatori bergamaschi che “se avessero raggiunto i loro obiettivi stagionali avrebbero potuto lasciargli i punti e viceversa ottenerli da loro se ne avessimo avuto necessità“.

    Per Stellini si era trattato di un’iniziativa presa dallo stesso, ma la Commissione la pensa diversamente tanto da considerare Conte come punto cardine della società senese all’epoca e in grado dunque di conoscere tutta la circostanza venutasi a creare. Altra accusa per Conte quella relativa alla contraddizione sul caso Mastronunzio, giocatore messo fuori rosa sul finire della stagione. Dapprima il tecnico bianconero avrebbe dichiarato che la decisione era stata frutto di un infortunio, poi di scarso spirito di gruppo. Motivazione considerata poco credibile dalla Commissione. L’immagine di Conte che ne viene fuori, dunque, è quella di un soggetto non attendibile. Cosa che, ovviamente, la difesa del tecnico juventino cercherà di smentire.

  • Ufficiale: 10 mesi per Antonio Conte. Assolti Pepe e Bonucci

    Ufficiale: 10 mesi per Antonio Conte. Assolti Pepe e Bonucci

    Le indiscrezioni della vigilia riportate da tutti i quotidiani nazionali sono state ampiamente confermate dalla Commissione Disciplinare della Federcalcio che ha inflitto all’allenatore della Juventus Antonio Conte, 10 mesi di squalifica. Confermate anche le assoluzioni per Leonardo Bonucci e Simone Pepe.

    Viene data una parziale giustificazione al lavoro delle Procure di Cremona e Bari in questi ultimi mesi mentre ad uscire sconfitto, considerate le richieste di condanna, è il Procuratore Federale Stefano Palazzi.

    Riconosciuta quindi l’attendibilità del pentito Filippo Carobbio e squalifica per l’allenatore bianconero che già dalla finale della supercoppa italiana, in programma domani a Pechino, dovrà accomodarsi in tribuna. Squalifica anche per il vice di Antonio Conte, Angelo Alessio (8 mesi) e per il collaboratore tecnico Cristian Stellini, che ha già lasciato il club dopo il patteggiamento di due anni e mezzo. Ad uscire vincitori sono i due giocatori juventini Simone Pepe e soprattutto Leonardo Bonucci,l’ex giocatore del Bari era stato anche sul punto di lasciare il ritiro della nazionale prima degli Europei di giugno colpito in pieno dall’attacco mediatico che ha colpito la Juventusin questi mesi.

    Antonio Conte ©Paolo Bruno/Getty Images

    La stessa società bianconera, in un comunicato ufficiale, si è espressa in maniera favorevole sul giudizio di assoluzione per Pepe e Bonucci ed ha ribadito, nonostante le voci dei giorni scorsi, la totale vicinanza ad Antonio Conte scongiurando un suo possibile allontanamento in futuro.

    Per quanto riguarda le altre sentenze, assoluzione per l’Udinese e Salvatore Masiello, Daniele Padelli, Giuseppe Vives e Nicola Belmonte (limitatamente ai fatti di Udinese – Bari, squalifica di 6 mesi invece in relazione alla gara Cesena – Bari), assolto anche Marco Di vaio ed il Bologna che non subirà nessun punto di penalizzazione nel prossimo campionato. Condannate invece Lecce e Grosseto, retrocesse in Lega Pro mentre vengono attribuiti due punti di penalizzazione al Novara.

    Ricordiamo che l’appello sarà lunedì 20 agosto, le difese avranno tempo cinque giorni (due per le memorie, due per le repliche, uno per le controdeduzioni) per prepararsi. Poi il 17 la Corte di giustizia federale a sezioni unite (presidente Gerardo Mastrandrea) esaminerà le carte e da lunedì 20 si tornerà in aula per gli appelli con le sentenze che dovrebbero arrivare il 23 agosto.