Tag: Figc

  • Macalli: “Irregolarità amministrative”. Abete: “Niente di grave”.

    Macalli: “Irregolarità amministrative”. Abete: “Niente di grave”.

    Potrebbe trattarsi dell’ennesima bolla o del solito procedimento federale che come spesso accade si perde nelle stanze del palazzo, ma a quanto pare la Covisoc nella giornata di ieri ha segnalato alla Procura Federale, per l’apertura di un procedimento disciplinare, 36 società professionistiche per non avere utilizzato – come previsto dalle norme federali approvate quest’anno – conti bancari dedicati per il pagamento di stipendi e tasse dei calciatori. Il codice di giustizia prevede per le irregolarità più gravi, ovvero i pagamenti fittizzi o effettuati non con bonifici traccibili o assegni circolari – la penalizzazione in classifica di un punto per ogni violazione. L’indagine della procura potrebbe portare a deferimenti che coinvolgono – in Serie A – club di alta classifica e di zona retrocessione, lo stesso dicasi per la Serie B. 24 su 36 i club segnalati nei campionati di Lega Pro.

    A dare la notizia è stato il presidente della Lega Pro Mario Macalli che al termine del consiglio federale svoltosi in FIGC ha confermato che: «Sono 36 le squadre, –12 in Prima e 12 in Seconda le società segnalate in Lega Pro – poi ce ne sono altre sei di Serie A e altrettante di serie B.
    Deferimenti ed eventuali penalizzazioni? Non faccio il giudice, saranno i pm della Procura Federale a dover decidere. Fosse per me, alcune di queste segnalazioni non le avrei mai fatte, perché non sono inadempienze nei pagamenti».

    Alle parole di Macalli sono immediatamente seguite quelle del presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete: «I campionati non saranno in alcun modo sconvolti. Non c’è questo rischio e me ne assumo le responsabilità, c‘è stata un’esplosione sulla stampa -ha aggiunto – assolutamente sproporzionata rispetto alla valenza dei problemi. Se pensiamo che vengano sconvolti i campionati per qualche migliaio d’euro pagato dalle società, anche se con modalità diversa, allora immettiamo nel sistema una roba incredibile che finisce per distruggere il prodotto che non merita questo trattamento».

    Stando sempre alle parole di Abete la notizia dovrebbe risalire al 23 febbraio,«anche se la notizia è stata venduta da Macalli». Che è stato inoltre ripreso dal presidente della Federcalcio: «serve rispetto per l’autonomia della giustizia, e i soggetti politici devono stare lontano dagli organi della stessa giustizia. Non esiste che qualcuno possa fare il giustiziere della notte. Ognuno deve stare al suo posto. Così si è rappresentata una federazione che sembrava volesse nascondere delle informazioni».

    Per quanto riguarda eventuali sanzioni nei confronti dei club, Abete ha tenuto a precisare che: «La valutazione sarà rimessa agli organi preposti, ma le norme federali prevedono delle penalizzazioni solo in caso di inadempienze: si punisce, cioè, solo il mancato pagamento, e non il pagamento effettuato in altri modi ».


  • Figc, creata una norma per radiare Moggi

    Figc, creata una norma per radiare Moggi

    Processo di Napoli, giustizia sportiva, Calciopoli e l’immagine del calcio giocato viene totalmente sostituita da quelle delle numerose inchieste e dalle continue udienze nei tribunali della giustizia sportiva.

    Dopo la scoperta di Calciopoli, che ha praticamente sconquassato il nostro campionato e distrutto l’immagine della Juventus, portando i bianconeri per una stagione nella serie B, penalizzando Milan Lazio e Fiorentina, adesso dal processo di Napoli vengono riesaminate nuove intercettazioni . Le nuove prove presentate dai legali difensori di Luciano Moggi, cercano di trascinare nel vortice dell’ illegalità anche la squadra di Massimo Moratti, uscita illesa dallo scandalo calcistico sopra citato. In attesa del processo che si terrà prima dell’estate per decidere principalmente se sia stato giusto assegnare lo scudetto a tavolino alla società nerazzurra, oggi la notizia dell’ultima ora è la scelta da parte del Consiglio federale della Figc di creare una norma ad hoc per regolamentare la richiesta di radiazione nei confronti di Luciano Moggi e altri 42 tesserati, tra i quali anche l’ex amministratore delegato Antonio Giraudo. Quindi il caso Moggi  e degli altri imputati torna nelle mani della giustizia sportiva, con il doppio grado di giudizio  e l’eventualità del terzo e ultimo grado con l’Alta Corte di Giustizia del Coni.

    “I gradi di giudizio – ha voluto precisare Giancarlo Abete, presidente della Figc – saranno due, la Commissione Disciplinare e la Corte di Giustizia, che valuteranno circa la sanzione accessoria della preclusione. Eventualmente ci sarà, come ultimo grado, l’Alta Corte di Giustizia presso il Coni”.

    L’avvocato della Federcalcio, Giancarlo Gentile, scendendo nei dettagli del caso specifico Luciano Moggi ha voluto spiegate come: “La sanzione nei confronti di Moggi dei cinque anni c’è già stata. Bisogna  invece valutare se quei fatti sono talmente gravi da comportare oggi la preclusione. E’ questa l’unica valutazione che deve essere rimessa agli organi di giustizia . I cinque anni sono un fatto ormai storico, ma nessuno ha ancora valutato se sono stati fatti talmente gravi da meritare la radiazione“.

    Quindi la valutazione della colpevolezza è già stata presa, l’unica cosa da decidere è se le colpe siano talmente gravi da comportare la radiazione escludendo in questo modo ogni possibile ritorno di Luciano Moggi sul palcoscenico del calcio italiano.

    Ancora una volta Moggi torna ad essere protagonista, più nel bene che nel male, nonostante la curva juventina pochi giorni fa dopo la sconfitta contro il Bologna e contro il Lecce inneggiava il suo nome, in onore dei bei tempi e delle vittorie bianconere.

  • L’Inter deferita per il caso Pandev. Ma allora è un vizio…

    L’Inter deferita per il caso Pandev. Ma allora è un vizio…

    Poco più in un anno fa la querelle tra il presidente della Lazio Claudio Lotito e Goran Pandev riempiva le pagine dei giornali, faceva insorgere l’assocalciatori e imponeva l’intervento del Tribunale Sportivo per derimere la controversia.

    Come finì lo sappiamo tutti, ma a distanza di un anno scopriamo che Lotito non era un visionario e dietro l’ostracismo al rinnovo del macedone c’era un accordo preso con i nerazzurri oltre il tempo consentito. A dire il vero questa strategia in via Durini è da tempo passi consolidata, basta andare a rivedere i casi Stankovic e Suazo per rinfrescarsi la memoria o ascoltare le dichiarazione di Stam sui tentativi dell’allora laziale Mancini di portarlo con se in nerazzurro.

    Ma torniamo ai giorni nostri. Ci teniamo a precisare che sarà l’ennesima bolla di sapone di un sistema che fa acqua da tutte le parti e si chiuderà con una irrisoria pena per la società e la squalifica del giocatore e dei dirigenti da scontare magari in estate. Il fatto sta che le accuse di Lotito trovano conferme e le parole del tecnico macedone che annunciò il passaggio di Goran all’Inter non è frutto di un visionario ma di una strategia messa in atto per prevalicare le regole.

    Ghelfi e Branca sono stati deferiti per “essersi consapevolmente avvalsi, nella trattativa finalizzata alla stipula di un contratto professionistico con il calciatore Goran Pandev, dell’agente Pallavicino, senza avergli conferito alcun mandato”. L’Inter per responsabilità oggettiva e lo stesso Pallavicino “aver svolto attività di mediazione in favore di soggetti che non gli avevano conferito alcun mandato”

  • Radiazione Moggi: l’Alta Corte se ne lava le mani

    Radiazione Moggi: l’Alta Corte se ne lava le mani

    Arriva un’altra spallata per il presidente Abete e sopratutto per il modo di gestire da parte della Figc l’ormai incresciosa vicenda Calciopoli. Il Processo di Napoli ha tolto il coperchio su una giustizia sommaria e piena di angoli bui. Il presidente Abete per scongiurare il ritorno nel calcio di Moggi lo scorso 19 gennaio inviò una richiesta di parere all’Alta Corte del Coni sulla possibilità di radiazione di Big Luciano e di altri 41 tesserati.

    L’Alta Corte ha respinto al mittente la richiesta bollandola come “inammissibile” e spiegando di non poter intervenire “su una controversia in atto per la quale sia stata avviata una procedura avanti a organi della giustizia sportiva o in ordine alla quale vi sia la possibilità di proporre ricorso all’Alta Corte”.

    La patata bollente adesso torna nelle mani del presidente Abete e c’è curiosità nel mondo pallonaro per capire quale altra decisione possa prendere.

  • Da Cassano a Marchetti, la differenza sta nel cognome

    Da Cassano a Marchetti, la differenza sta nel cognome

    Lo scorso anno i casi Pandev e Ledesma avevano indispettito l’Aic e costretto i giocatori a vivere mesi da separati in casa alla Lazio, poi tutto trovò compimento e il macedone contribuì alle fortune dell’Inter di Mourinho e il centrocampista fu gradualmente recuperato da Reja.

    Quest’anno i casi spinosi sono stati quelli di Cassano e Marchetti, il primo in rotta con il presidente Garrone ha avuto una sentenza velocissima e non troppo penalizzante tanto da aver trovato subito una nuova maglia ed esser quindi a disposizione dal match dell’Epifania.

    Il caso Marchetti invece è sempre più misterioso. Da vice Buffon il portiere del Cagliari per qualche incomprensione di troppo con Cellino è stato costretto al riposo forzato prima e il ricorso al Collegio Arbitrale poi, la procedura è d’urgenza come quella di Cassano ma i tempi sono decisamente più lunghi tanto che il giocatore si dice pronto a far ricorso alla giustizia ordinaria.

    Quel che ci auguriamo è un cambio di rotta della Lega Calcio e l’obbligo di una decisione entro metà mese in modo tale che il calciatore abbia la possibilità di scegliersi una nuova destinazione.

  • Ora è ufficiale, domenica si gioca. I calciatori revocano lo sciopero.

    Ora è ufficiale, domenica si gioca. I calciatori revocano lo sciopero.

    Dopo le trattative ad oltranza dei giorni scorsi e le dichiarazioni fiduciose dei diretti interessati, finalmente è arrivata la tanto attesa ufficialità della revoca dello sciopero, indetto dall’Associazione Italiana Calciatori e previsto per il prossimo weekend (11 e 12 dicembre) che avrebbe bloccato la 16esima giornata del campionato di Serie A, per il contratto collettivo scaduto lo scorso 30 giugno e la riformulazione di alcuni punti in esso contenuti.
    E’ stato raggiunto infatti l’accordo tra le parti interessate (AIC e Lega Calcio) su 6 degli 8 punti alla base dello scontento dei calciatori, mentre rimane fuori quello più spinoso dei “fuori rosa” per il quale si comincerà a lavorare per inserirlo nel nuovo sotto la supervisione del presidente della FIGC Giancarlo Abete. L’ottavo, quello dei “trasferimenti coatti” non è stato preso in considerazione venendo definitivamente stralciato. Il nuovo contratto colletivo avrà una validità di tre anni. Questo il comunicato dell’AIC:

    • L’Associazione Italiana Calciatori, preso atto del buon andamento dei lavori per la stesura del nuovo testo dell’Accordo Collettivo, con la mediazione del Presidente della FIGC Abete, e sentiti i rappresentanti delle squadre, comunica che rientra l’azione di protesta in attesa della definitiva sottoscrizione e che i calciatori di Serie A scenderanno in campo alla 16a giornata di campionato fissata l’11 e il 12 dicembre prossimi“.

    Pienamente soddisfatto anche il presidente del CONI Gianni Petrucci che ha commentato così la revoca dello sciopero:

    • Fortunatamente, grazie a Campana, Beretta e Abete, che ha condotto molto bene la trattativa, non ci sara’ nessuna astensione che sarebbe stata un brutto spot per il calcio e i calciatori. Ci sono formule diverse per esprimere il proprio dissenso“.
  • Bologna deferito, il patron Porcedda denuncia la banca

    Bologna deferito, il patron Porcedda denuncia la banca

    La FIGC, su segnalazione della Co.vi.soc., la Commissione di vigilanze e controllo sui bilanci delle società, ha deferito Sergio Porcedda e Silvino Marras, rispettivamente presidente e amministratore delegato del Bologna, per non non aver provveduto a corrispondere gli stipendi ai tesserati felsinei oltre a non aver pagato l’Irpef per il bimestre maggio giugno 2010.

    Il Bologna ora rischia, quasi certamente, una penalizzazione di 3 punti in classifica che andranno a compromettere il campionato dei rossoblu. Porcedda, subito dopo aver appreso la notizia del deferimento, si è recato dai carabinieri per denunciare la banca presso la quale aveva autorizzato il pagamento degli emolumenti tramite una fidejussione ritenuta dall’istituto di credito non valida.
    Domani il presidente, che nei giorni scorsi aveva rassicurato tutto l’ambiente e i giocatori, parlerà in conferenza stampa per spiegare tutta la situazione venutasi a creare.

    In Serie B deferito l’Ascoli con il suo presidente Benigni per la mancata attestazione del pagamento delle ritenute Irpef e dei contributi Enpals relativi agli stipendi del trimestre aprile, maggio e giugno 2010 mentre in Lega Pro sono tante le società a tremare.

  • La Serbia annuncia: “Chiederemo all’Uefa di rigiocare”

    La Serbia annuncia: “Chiederemo all’Uefa di rigiocare”

    Dopo l’intervento del segretario generale della Federazione serba anche il presidente del massimo organismo calcistico del paese balcanico Tomislav Karadzic accusa la FIGC e fa sapere che chiederà espressamente all’Uefa di poter rigiocare Italia – Serbia, partita valida per le qualificazioni ai prossimi Europei e interrotta dopo 7 minuti di gioco per i disordini scoppiati nel settore riservato ai tifosi serbi.

    • I padroni di casa sono responsabili per l’organizzazione. Secondo il protocollo dell’Uefa, chi ospita un evento deve fare il possibile per prevenire incidenti. Noi abbiamo fatto ciò che dovevamo, abbiamo sollecitato l’attenzione dell’Italia sul rischio che poteva esserci.
      Non hanno fatto nulla per prevenire gli incidenti nonostante i nostri avvertimenti. Non hanno fatto nulla dopo aver assistito ai disordini nell’immediata vigilia della partita. Per questo chiederemo all’Uefa la ripetizione della partita
      “.

    Richiesta che verrà formulata ufficialmente il 18 ottobre quando Karadzic incontrerà il presidente del massimo organismo europeo Michel Platini. Poi il 25 a Nyon una delegazione di entrambe le federazioni (italiana e serba) terranno un colloquio per far valere le proprie ragioni e da li la decisione qualche giorno più tardi dell’Uefa sul da farsi, se assegnare la vittoria a tavolino all’Italia o far ridisputare il match.
    Insomma la Serbia insiste nel dire che le responsabilità di quanto accaduto sono da attribuire all’organizzazione italiana. Spetterà all’Uefa stabilire se ci sono questi presupposti oppure archiviare il caso attribuendo piena responsabilità all’esagitata tifoseria serba e di conseguenza alla Federazione della Serbia.

  • Italia – Serbia potrebbe rigiocarsi. La Federazione serba attacca la FIGC

    Italia – Serbia potrebbe rigiocarsi. La Federazione serba attacca la FIGC

    Esiste un’ipotesi concreta che la partita Italia – Serbia, interrotta dal direttore di gara Thomson al 7′ per quanto stava accadendo nel settore dello stadio riservato ai tifosi serbi, possa rigiocarsi a porte chiuse. Secondo quanto stabilisce il regolamento, la Uefa dovrebbe assegnare il 3-0 a tavolino all’Italia considerando che la responsabilità della sospensione della gara è da attribuire ai sostenitori ospiti. E invece la Federazione serba, tramite il segretario generale Zoran Lakovic, starebbe tentando di convincere il massimo organismo europeo per far si che la partita venga disputata regolarmente facendo leva sulle responsabilità della FIGC. Lakovic infatti accusa la Federazione italiana di non aver saputo organizzare l’evento, definito catastrofico, con le dovute norme di sicurezza tant’è che avrebbero tentato di informare la stessa FIGC del pericolo che stava arrivando in Italia dal loro paese, vanamente, avvertendo per tempo il primo uomo Uefa per la sicurezza:

    • La Federcalcio italiana avrà molti problemi a spiegare l’organizzazione catastrofica della partita, perché noi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare secondo le regole Uefa, e loro no. In un incontro tecnico-organizzativo abbiamo informato la Federcalcio italiana e il delegato della partita sulla possibilità che accadesse quello che poi è effettivamente successo. Non avendo avuto alcuna risposta, abbiamo ribadito nuovamente dell’esistenza di un grande pericolo, anche perché gli hooligan erano già in città. Neanche a questo avviso è stata data risposta, abbiamo così fatto un ultimo ammonimento telefonando al primo uomo Uefa per la sicurezza. Lo abbiamo trovato alle Isole Far Oer e abbiamo detto tutto a lui“.

    In attesa di conoscere la decisione della Commissione disciplinare in merito al risultato e alle sanzioni da applicare ai responsabili, che arriverà probabilmente il 28 ottobre, anche la Bulgaria, che nel frattempo ha cancellato l’amichevole con la Serbia in programma il prossimo 17 novembre, secondo quanto riporta Sportmediaset, sarebbe convinta che la partita venga rigiocata perchè avvertita dall’Uefa della possibilità: “È difficile che accada ma la possibilità c’è e per questo annulleremo l’amichevole con la Serbia“.

  • Dopo il danno la beffa arriva dall’Uefa: “Anche l’Italia è responsabile”

    Dopo il danno la beffa arriva dall’Uefa: “Anche l’Italia è responsabile”

    Come se non bastasse quanto accaduto ieri sera a Marassi con i tifosi (per modo di dire) serbi che si sono resi protagonisti di scene di guerriglia prima, durante e dopo la partita Italia – Serbia, gara che è stata interrotta dall’arbitro Thomson dopo 7 minuti di gioco (ha ritenuto che non sussistessero le condizioni di sicurezza in campo per l’incolumità dei giocatori), la Uefa oggi punta il dito non solo contro quei teppisti serbi ma anche verso l’Italia e, attraverso il portavoce Rob Faulkner, “avverte” che il regolamento prevede oltre alla responsabilità di chi provoca incidenti, anche quella della Federazione organizzatrice dell’evento e che deve garantire la sicurezza nello stadio e il regolare svolgimento dell’incontro.

    La Uefa ha aperto oggi ufficialmente un’inchiesta e promette punizioni esemplari verso chi e cosa verranno ritenuti responsabili. La FIGC, d’altro canto, si difende e tramite il direttore generale della Federazione italiana Antonello Valentini risponde agli “attacchi” del massimo organismo europeo:

    • Non c’era nessun tipo di allarme non si poteva prevedere questa escalation di violenza. Non abbiamo sbagliato a scegliere la città di Genova e lo stadio Marassi per la partita contro la Serbia. Certo quello che e’ successo ci fa riflettere, ma l’impianto di Genova è a norma e ospita regolarmente partite di Serie A e anche di Champions League.
      Se temiamo sanzioni dall’Uefa? L’istituto della responsabilità oggettiva è uno dei capisaldi della giustizia sportiva internazionale. La dichiarazione del portavoce su eventuali rischi di sanzione anche per l’Italia è dunque di una banalità assoluta
      “.

    Nel frattempo l’Uefa ha chiesto alla FIGC l’acquisizione di immagini e filmati da integrare con la relazione del delegato presente a Marassi e del rapporto dell’arbitro Thomson. Il 28 ottobre potrebbe già arrivare il responso dalla Commissione Disciplinare.