Tag: Figc

  • Palazzi ironizza su Conte, i tifosi si infuriano. La Figc smentisce

    Palazzi ironizza su Conte, i tifosi si infuriano. La Figc smentisce

    Un brutto episodio avrebbe caratterizzato le vacanze estive di Stefano Palazzi, procuratore federale della FIGC, il quale avrebbe subito una sorta di aggressione da parte di un gruppo di tifosi juventini. I fatti sarebbero accaduti a Maiori, in Costiera Amalfitana, dove Palazzi starebbe trascorrendo delle mini vacanze in compagnia della famiglia in attesa che riprenda il processo sportivo legato allo scandalo del Calcioscommesse.

    Secondo una ricostruzione fornita da un giornale locale il Procuratore federale si intratteneva comodamente in un bar con amici quando la conversazione sarebbe finita sul polverone calcioscommesse. Alla domanda sulla situazione di Conte nel processo e i rischi a cui andava incontro l’allenatore della Juventus, Palazzi avrebbe risposto ironicamente ai suoi amici che il tecnico avrebbe preso almeno sei mesi di squalifica. Il comportamento poco professionale e i toni spiritosi e ironici tenuti da Palazzi avrebbero fatto esplodere la rabbia di alcuni tifosi bianconeri che erano presenti e hanno assistito alla scena, accusando pesantemente il Procuratore di accanirsi “in nome e per conto di terzi” verso la Juve colpendo l’allenatore della rinascita bianconera, sulla base delle contraddittorie dichiarazioni del pentito Filippo Carobbio.

    Stefano Palazzi © Valerio Pennicino/Getty Images

    Le contestazioni, secondo i racconti, sarebbero quasi sfociati in vera e propria rissa tanto che è dovuta intervenire la Polizia scortando Palazzi fino alla sua residenza privata, e a questo punto i contestatori si sarebbero radunati e spostati per continuare a lanciare insulti all’indirizzo del malcapitato sotto la sua abitazione, la contestazione è proseguita per un paio di ore prima che gli animi si calmassero.

    Tuttavia, dopo che la notizia si era largamente diffusa sul web, la Figc ha precisato l’infondetezza dei fatti riportati. Così come è del tutto non vero il riferimento all’intervento di forze dell’ordine chiamate per scortare il Procuratore, così come smentito ufficialmente da parte del comando dei Carabinieri di Maiori.

  • Il presidente Figc Giancarlo Abete attacca la Lega

    Il presidente Figc Giancarlo Abete attacca la Lega

    Si è chiusa l’avventura degli azzurri al Campionato Europeo 2012 e, prima di tornare in Italia, Cesare Prandelli e Giancarlo Abete si sono concessi ai giornalisti per l’ultima conferenza stampa che si è rivelata essere sotto certi aspetti scherzosa ma dove i due si sono tolti parecchi sassolini, per non dire delle grosse pietre, dalle scarpe.

    Dopo un grande applauso che ha accolto i due, Prandelli ha spiegato di essere soddisfatto di questo Europeo soprattutto per come è stato vissuto dai giocatori ma anche dai tifosi e dalla stampa anche se non nasconde la delusione per la partita finale contro la Spagna. Nonostante tutto il ct sottolinea che questa è una Nazionale nuova che purtroppo è inserita in un paese vecchio come l’Italia di oggi. Una chiaccherata che è molto di più che un semplice “tirare le somme” per il confermato allenatore azzurro ma soprattutto per Giancarlo Abete che lancia molte frecciatine tirando in ballo sia i club italiani che la Lega.

    Giancarlo Abete © Claudio Villa / Getty Images

    Il presidente della Federcalcio si espone senza paura e spiega che ad oggi la Lega ha avuto un ruolo insignificante come non mai e che questo è un problema per tutti. Sottolinea inoltre il fatto che in palio non è mai stato messo nulla e che non c’è un progetto ma solamente interessi individuali e che mancano le proposte e soprattutto il dialogo, cosa fondamentale.

    Altro problema è quello alzato da Prandelli e confermato dal vertice della Federcalcio: secondo il ct la Nazionale non interessa ai vari club e la prova è il fatto che gli azzurri giocheranno un’amichevole con l’Inghilterra il 15 agosto ma pochi giorni prima a Pechino si disputerà la Supercoppa italiana.

    Per questo il presidente ha voluto rassicurare Prandelli con un progetto per il prossimo anno: la Federazione vuole infatti rendere maggiore il rapporto del ct con l’Under 21 e con le varie rappresentative giovanili e soprattutto di migliorare l’aspetto del progetto-calcio mettendo le mani sulla scuola allenatori e sul settore tecnico.

  • Futuro di Prandelli: addio alla Nazionale? Ecco i motivi

    Futuro di Prandelli: addio alla Nazionale? Ecco i motivi

    Questa sera Cesare Prandelli vivrà il suo appuntamento con la Storia, nello stadio di Kiev, affrontando la Nazionale campione d’Europa e del Mondo in carica, dopo aver condotto gli Azzurri laddove nessuno, alla vigilia di questo Europeo, aveva pronosticato, neppure nel migliore degli auspici. Eppure, la sua gestione complessiva di questo biennio era stata positiva, con una qualificazione raggiunta in scioltezza e qualche buon risultato nelle amichevoli di primo piano, come la vittoria contro la stessa Spagna nel match di Bari, e di qualche momento buio, come la sconfitta in amichevole contro l’Irlanda del Trap, e contro la Russia pochi giorni prima del via della competizione continentale. Per gli Azzurri, però, le amichevoli da sempre non sono un “indicatore reale” che consenta di testarne la reale forza e, dunque, la valutazione del “corso Prandelliano” dev’essere effettuata alla luce delle partite ufficiali, dove il bilancio è nettamente in positivo.

    Ha saputo valorizzare due giocatori dal potenziale immenso ma dalle difficoltà caratteriali, Balotelli e Cassano, superando gli ostacoli che il suo predecessore Marcello Lippi aveva deciso di non affrontare, ha saputo compattare un gruppo in fase di ricambio generazionale, puntando sulle certezze regalate dal campionato – il gruppo Juventus – ed inserendo qualche elemento di spicco con le giuste motivazioni di chi gioca per la prima volta una competizione tanto importante. Ha avuto il coraggio di scommettere sul suo pupillo Viola, Riccardo Montolivo, nonostante fosse reduce da una stagione tribolata, ed è stato ripagato con buone prestazioni, ha affidato il polso dello spogliatoio ad un leader naturale come Gigi Buffon, ed ha trovato una guida sicura e determinata, ha cementificato gli umori di un gruppo turbato dalle vicende scommessopoli scavando nell’orgoglio personale di ognuno, ma sempre con equilibrio, pacatezza, eleganza, un rivoluzionario in giacca e cravatta, con la forza delle idee, della non retorica.

    Cesare Prandelli è un signore e, per questo, non si scompone di fronte a nulla, mostrandosi sempre impeccabile, coerente con il suo “codice etico“, portatore di valori positivi, di idee di calcio propositive, lasciando i veleni in secondo piano. Eppure, qualche malumore lo ha vissuto anche lui, per le accuse “gratuite” ricevute in fase di preparazione di questo Europeo, così come per le polemiche che hanno anticipato la partenza per gli Europei: segnali di screzi, nuvole scure all’orizzonte che potrebbero incrinare il suo futuro in Azzurro, da questa sera in poi.

    In conferenza stampa il ct ha usato parole moderate in tal senso, com’è nel suo stile: “Io non ho parlato di divorzio, ma faccio le mie riflessioni sulla qualità della vita”. Qualità della vita che significa tanto, perchè porta con sè la serenità necessaria per lavorare al meglio, senza inutili tensioni, come quelle legate alle “accuse di nepotismo” nei confronti del ct, legate alla sua scelta di coinvolgere nell’entourage Azzurro suo figlio Nicolò: “sassolini che tengo nelle scarpe, ma mi ha fatto male leggere certe cose”.

    Polemiche cui si aggiunse la sua frase provocatoria, di evitare la partecipazione dell’Italia agli Europei per “evitare di dar fastidio”: un’esternazione che fu una semplice provocazione, legata al blitz della Polizia a Coverciano, ed alle frasi del premier Monti circa la necessità di chiudere il calcio, ma che diede fastidio a molti, probabilmente anche ai piani alti del nostro sistema calcio. I rapporti con le istituzioni calcistiche sono, poi, un altro “punto caldo” per Cesare Prandelli, alla luce della difficoltà della Nazionale a ritagliarsi un proprio spazio nel corso della stagione, in un calendario fitto di impegni dei club che hanno sempre la priorità, fagocitando ogni spazio, lasciando solo le briciole.

    Cesare Prandelli | © Handout/UEFA via Getty Images

    Per ora, dunque, il futuro di Prandelli è all’insegna dell’incertezza, lasciando ogni valutazione al “dopo”, a mente fredda: “Non pongo alcuna condizione, il rapporto con la Figc è ottimo. Nessuno vuole andare via, ma la qualità della vita degli ultimi due mesi mi porta qualche riflessione. Che cosa mi ha dato più fastidio? Parliamone con sincerità tra qualche giorno, quando sarà finito l’Europeo”.

    Parole che lasciano puntini sospensivi su quello che sarà, da domani in poi il futuro di Prandelli: restare o andar via? Accettare la sfida di continuare la sua rivoluzione, in campo e fuori, rispettando il suo contratto fino al Mondiale 2014, o abbandonare la nave, magari con una soddisfazione in tasca, come fece Marcello Lippi nel 2006?

    Qualche indiscrezione di mercato annuncia che, sulla sua decisione, potrebbe pesare la corte di un grande club, che potrebbe far leva proprio sulla sua voglia di lavoro quotidiano sul campo: dall’Inter, in caso di fallimento di Stramaccioni, alla “sua” Juventus, in caso di allontanamento di Conte nell’ipotesi di processo sportivo.

    Per ora, però, ogni energia del tecnico di Orzinuovi è sulla finalissima di Kiev: l’appuntamento con la Storia non può attendere.

  • Terremoto in Emilia, Italia – Lussemburgo annullata

    Terremoto in Emilia, Italia – Lussemburgo annullata

    Il terremoto, quello vero, che da qualche giorno sta colpendo l’Emilia Romagna (paura anche al Sud dove lo sciame sismico del  Pollino in atto da diversi mesi ormai sta facendo tremare la Calabria settentrionale e la Basilicata meridionale) non da tregua e continua ad incutere terrore. Dopo le forti scosse del 20 maggio e di ieri, anche questa mattina gli emiliani sono stati svegliati da una violenta scossa (magnitudo 5.8 della scala Richter con epicentro nel modenese) facendo salire a 10 il numero delle vittime accertate in pochi giorni, provocando diversi feriti. Allerta anche tutto il nord Italia.

    A causa del sisma, la Figc ha deciso di annullare Italia – Lussemburgo, la prima delle due gare amichevoli pre Europeo prima di partite alla volta della Polonia (l’1 giugno match contro la Russia a Zurigo), che gli azzurri avrebbero dovuto giocare a Parma questa sera, per permettere al servizio d’ordine di prestare soccorso e rimanere al servizio della popolazione emiliana altrimenti impegnato in parte allo stadio Tardini. La decisione è stata presa al termine di una riunione in accordo con il Comune, il Prefetto della città ducale e la Provincia di Parma. Il terremoto è stato avvertito dai giocatori della nazionale che nel pomeriggio farà rientro a Coverciano.

    Pullman Italia © Claudio Villa/Getty Images

    Il ct Cesare Prandelli, qualche minuto dopo il sima, ha parlato ai microfoni dei giornalisti «Queste sono situazioni che ti fanno riflettere, ti fanno rendere conto che c’è di peggio rispetto a quello che stiamo passando nel mondo del calcio in questi giorni» riferendosi allo scandalo calcioscommesse che ha colpito il nostro calcio e che ieri ha portato all’arresto di calciatori illustri (Stefano Mauri e Omar Milanetto su tutti) oltre a finire sotto indagine elementi di spicco come Mimmo Criscito (escluso dall lista dei 23 convocati di Prandelli), e Antonio Conte. Una scelta saggia per rispetto delle vittime che ha causato il terremoto nella regione, sarebbe stato del tutto inopportuno far disputare una gara della nazionale nelle zone colpite dal sisma con delle famiglie che ancora piangono i loro cari.

  • Padova – Torino 1-0, annullato lo 0-3 a tavolino

    Padova – Torino 1-0, annullato lo 0-3 a tavolino

    Anche il campionato di Serie B viaggia a ritmi frenetici e a suon di polemiche. Si attendeva il verdetto della Figc sulla partita Padova Torino (match sospeso lo scorso dicembre, causa luci spente e vinta teoricamente per 3-0 dagli ospiti). La sentenza è arrivata proprio ieri sera. Il ricorso del Padova è andato a buon fine dunque. Dallo 0-3 in favore dei granata si è passati all’ 1-0 in favore dei biancosudati, risultato maturato sul rettangolo di gioco.

    I veneti esultano. A dir la verità c’erano pochi dubbi sull’ esito positivo del ricorso del Padova. Nonostante questo la società veneta si sente ferita e defraudata ugualmente. Come dare torto ai dirigenti veneti. E’ impensabile che una squadra, in lotta per un posto nei play-off, giochi con il peso di una sentenza, sia essa positiva o negativa, per l’intero girone di ritorno, venendo a conoscenza del verdetto solo poche giornate prima della fine del campionato. Ed ecco avanzare le ennesime accuse verso la Figc.

    Padova © Maurizio Lagana/Getty Images

    A nessuno forse interessava emettere una sentenza nel minor tempo possibile, in modo da salvaguardare le due società coinvolte nella “ridicola” vicenda. Padova Torino quindi termina 1-0, ma sarà ricordata come la partita “in tribunale” e non sul campo. E’ chiaro anche il disappunto della società granata vista l’attuale posizione in classifica. Cairo ha comunicato che la sua società rielaborerà un controricorso. Non finisce qui dunque!

    Cosa cambia in classifica? Il Padova riottiene tre punti e sale quindi a quota 59 , lasciando il Varese fermo a quota 56. Il Toro, ad un passo dalla Serie A, vede dunque rallentata la potenziale fuga verso il successo finale. Come già detto il Torino preparerà il controricorso a prescindere dall’ esito finale del campionato. Per intenderci, Cairo presenterà il ricorso anche se i granata dovessero accedere alla massima serie in maniera diretta. Che sia un modo per farla pagare agli attuali nemici del Padova? Non dimentichiamoci inoltre l’ epilogo e le sentenze sul calcioscommesse, le quali potrebbero alterare ancora di più l’esito finale del campionato cadetto. Chi vivrà vedrà…

  • Il calcio italiano in lutto per Morosini, la Figc ferma tutti i campionati

    Il calcio italiano in lutto per Morosini, la Figc ferma tutti i campionati

    Giusto fermarsi di fronte a tragedie del genere; giusto fermarsi in un pomeriggio di shock e sgomento, che ha colpito all’improvviso il calcio italiano.

    La notizia della decisione da parte della Federcalcio di sospendere tutti i campionati nazionali (professionistici e dilettantistici) dopo aver appreso la tragica notizia della morte di Piermario Morosini, centrocampista del Livorno deceduto dopo essersi accasciato sul terreno di gioco durante la sfida tra i labronici e il Pescara, è arrivata tempestiva, e ci sembra giustissima per il rispetto nei confornti di uno sfortunato ragazzo di 25 anni che se n’è andato così all’improvviso mentre faceva ciò che più gli piaceva nella vita.

    In un primo momento si pensava di far rispettare un minuto di silenzio in tutti i campi, compreso quello di Milano dove le squadre di Milan e Genoa erano già sul terreno di gioco per il riscaldamento. Successivamente la Figc ha deciso per la sospensione dell’ intero turno di Serie A  e di tutti i campionati inferiori.

  • Juventus richiesta danni, atto dovuto? Abete al contrattacco

    Juventus richiesta danni, atto dovuto? Abete al contrattacco

    La sentenza arrivata dalle stanze del Tribunale di Napoli per il primo grado del processo a Calciopoli ha generato una nuova ondata di polemiche e alzato i toni dello scontro tra la Juventus, l’Inter e la Federazione. Se per tutti dal dispositivo letto dal giudice Casoria lo sconfitto è stato Luciano Moggi non riesco a capire chi è stato il vincitore. Forse quando potremo leggere le motivazioni che hanno indotto i giudici ad emetter quel tipo di sentenza riusciremo a capirlo ma allo stato attuale obiettivamente non capiamo la soddisfazione della Juventus, assolta si dal processo civile ma società di cui Moggi, insieme a Giraudo, comandavano le fila. Non riusciamo a capire la soddisfazione dell’Inter uscita claudicante del dibattimento di Napoli e additata di spionaggio al Processo Telecom. E’ ancora meno comprensibile quelle della Federazione cosi come è incomprensibile l’assoluzione di Carraro.

    Giancarlo Abete | ©Claudio Villa/Getty Images

    In attesa di capire qualcosa in più è chiaro però che i protagonisti o sono veggenti o sanno qualcosa in più di noi comuni mortali. E’ sintomatico il comunicato stampa apparso sul sito della Juventus appena dopo la lettura della sentenza, cosi come è sintomatico il rigetto dell’Uefa al ricorso dello scudetto del 2006.

    La Juventus ieri ha annunciato un ricorso al Tar del Lazio e quest’oggi addirittura sembra iniziare a circolare la voce di una richiesta al prefetto per commissionare la Federazione. La Vecchia Signora presenta il conto, ben 444 milioni di euro per i danni di immagine e patrimoniali subiti dalla disparità di trattamento subita nel 2006. La risposta di Moratti non si è fatta attendere tacciando come “ridicolo” il ricorso bianconero. Di tutt’altro tenore la risposta di Abete che pur ammettendo la legittimità della Juventus nel continuare la sua battaglia tiene oggi a precisare che ad esser danneggiata da Calciopoli è stata proprio la Federazione. Queste le parole del presidente ai microfoni di Sky Sport

    Sono stupito dalla tempistica. Non dalla richiesta del risarcimento, che era già stata preannunciata. Noi però siamo sereni, perchè abbiamo svolto tutto ciò che dovevamo con attenzione. La Figc post-calciopoli è stata la prima ad essere danneggiata. Come hanno dimostrato le sentenze sportive, e quelle penali di primo grado, le responsabilità sono di altri non certo della Federcalcio”.

    “Esistono ordinamenti diversi. Quello sportivo ha le sue specificità e noi, nel corso del Consiglio Federale di Vicenza, avevamo già detto che qualunque fosse stato l’esito, non ci sarebbe stato un intervento sull’ordinamento sportivo su fatti che all’epoca furono oggetto di verifica e di valutazioni degli organi di giustizia federali e del Coni. Inoltre molte società, tra le quali la Juve, non hanno dato seguito a interventi presso i tribunali amministrativi”.

    “Per quanto mi riguarda ho la coscienza a posto. Le critiche sono legittime per la politica sportiva, ma tutti sanno che io sono un uomo di regole. Pertanto sono tranquilli, rimane l’amarezza per quanto sta accadendo ma con questa bisogna conviverci”.

  • Calciopoli Juve, ricorso al Tar Lazio contro Inter e Figc

    Calciopoli Juve, ricorso al Tar Lazio contro Inter e Figc

    Dopo le sentenze di primo grado da parte del Tribunale di Napoli sul processo penale di Calciopoli. Juventus torna a farsi sentire ribadendo la propria estraneità.

    Infatti nella giornata di oggi, la società guidata da Andrea Agnelli, ha depositato  ricorso al TAR del Lazio contro la FIGC e nei confronti dell’Inter chiedendo un risarcimento dei danni subiti dal 2006 in poi, per “mancanza di parità di trattamento”

    In sostanza,  la retrocessione in serie B e lo smantellamento di mezza squadra ha prodotto una perdita economica rilevante, danno ritenuto ingiusto dalla società bianconera per disparità di trattamento nei confronti delle altre squadre coinvolte nel processo Calciopoli dal 2006 in poi.

    Andrea Agnelli | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    La richiesta è alla FIGC ritenuta responsabile dopo Calciopoli dinon aver applicato una parità di trattamento anche in considerazione delle nuove intercettazzioni emerse ai danni dell’Inter.

    Ecco il testo pubblicato stamane nel sito della Juventus inviato come ricorso al TAR  del Lazio:

    JUVENTUS FOOTBALL CLUB S.p.A. ha depositato in data odierna presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ricorso ai sensi dell’art. 30 del codice del processo amministrativo contro la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e nei confronti della F.C. INTERNAZIONALE s.p.a. chiedendo la condanna al risarcimento del danno ingiusto subito dall’illegittimo esercizio dell’attività amministrativa e dal mancato esercizio di quella obbligatoria in relazione ai provvedimenti adottati dalla FIGC nell’estate del 2006 e del 2011. Con tale atto JUVENTUS intende far accertare la mancanza di parità di trattamento e le illecite condotte che l’hanno generata ottenendo il risarcimento agli ingenti danni che sono prudenzialmente stimati in diverse centinaia di milioni di euro per minori introiti, svalutazione del marchio, perdita di chances e di opportunità, costi e spese. Il ricorso dà seguito alla pronuncia del Presidente Tribunale Nazionale di Arbitrato dello Sport (TNAS) del 9 settembre 2011 che ha rimesso la Società innanzi al TAR limitatamente ai danni e rientra nella più ampia strategia di tutela della Juventus in ogni sede, già preannunciata nella conferenza stampa del 10 agosto 2011.

    Non tardano ad arrivare i commenti dei principali esponenti chiamati in causa Giancarlo Abete(Presidente FIGC) e Massimo Moratti (Presidente FC INTER)

    Al termine della cerimonia “il bello del calcio” istituita dalla “gazzetta dello sport” a cui hanno partecipato diverse società di calcio ma non quella della Juventus, Abete risponde in riguardo al ricorso fatto dalla società bianconera dicendo:

    Ovviamente è un diritto della Juventus portare avanti nei modi e nei tempi che ritiene opportuno la battaglia che tutti conosciamo,ma sarebbe stato opportuno che ciò avvenisse in un’altra giornata.

    Resta un diritto della società ma la Federazione è molto seria e ha lo stile di non commentare le sentenze di Calciopoli.

    Con poche parole invece il Presidente dell’Inter Massimo Moratti commenta:

    I  nostri legali capiranno di più questo desiderio della Juve di attaccare. Non credo che il cattivo gusto arrivi fino a questo punto.

    A spiegare l’iniziativa della Juve è stato in serata il presidente Andrea Agnelli giunto a Parma per ritirare un premio “Sport e Lavoro”

    “Non è altro che una delle sette azioni che avevamo annunciato nella conferenza stampa del 10 agosto. Evidentemente in questo Paese non tutti mantengono quello che dicono. “Noi ricerchiamo parità di trattamento nella Figc che ha giudicato nel 2006 e nel 2011: o si è sbagliato allora o si è sbagliato adesso. Sentiamo la necessità di fare chiarezza. L’Inter è un danno collaterale”.

  • Lotito sospeso da presidente Lazio e consigliere Figc

    Lotito sospeso da presidente Lazio e consigliere Figc

    La notizia è ufficiale: Claudio Lotito, presidente della Lazio, condannato a margine del processo Calciopoli di Napoli – al pari dell’ex presidente della Fiorentina Diego Della Valle e di altri dirigenti sportivi – ha ricevuto, nel tardo pomeriggio di ieri, ufficialmente la comunicazione della sospensione dalla carica di presidente come “atto dovuto” a seguito della condanna in primo grado, sulla scia della “linea dura” attuata dalla Federcalcio.

    Claudio Lotito | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Il provvedimento di sospensione potrà essere interrotto esclusivamente in occasione di un’assoluzione in secondo grado ed inibirà, inoltre, le partecipazioni di Claudio Lotito alle riunioni di Lega e della Federcalcio, poichè la sospensione comporta anche la decadenza dal ruolo di consigliere federale in rappresentanza della Lega Calcio.
    A sostituirlo, in veste di consigliere della Figc, sarà il suo fidato collaboratore Marco Moschini, membro del Consiglio di Gestione della società biancoceleste, che aveva già ricoperto tale ruolo proprio nel 2006, ossia nell’anno nero in cui scoppiò lo scandalo Calciopoli, quando Claudio Lotito fu sospeso per la prima volta per il reato di frode sportiva.

    Proprio su quest’ultimo aspetto punterà la difesa del patron della Lazio per tentare di rimediare alla sospensione, ritenuta “ingiusta” da Lotito e dal suo entourage, sottolineando come non sia possibile ottenere una condanna duplice per la stessa motivazione, ossia – appunto – la frode sportiva.
    Con la grande determinazione e la proverbiale “vis polemica”, che lo hanno reso celebre in questi anni da presidente biancoceleste, inoltre, Claudio Lotito ha già annunciato di essere intenzionato di lottare fino in fondo per evitare tale provvedimento di sospensione, presentando ricorso in tutte le sedi ritenute opportune, dal Tar all’Alta corte di Giustizia Europea.

  • Scudetto 2006, la Uefa chiede chiarimenti alla Figc

    Scudetto 2006, la Uefa chiede chiarimenti alla Figc

    Michel Platini in una intervista concessa alla Gazzetta dello Sport qualche settimana fa aveva in qualche modo criticato la scelta della Juventus di inviare un esposto all’Uefa per chieder una supervisione sull’operato della Figc in merito all’assegnazione dello scudetto 2006. L’Uefa però, quest’oggi, per tutelarsi e tutelare la credibilità della Champions League e di tutte le squadre partecipanti ha scritto alla Figc per chieder chiarimenti in merito alle sollecitazioni della Juventus dando come tempo massimo il 18 ottobre.

    Michel Platini ©Getty Images
    Il documento firmato da Pierre Cornu, consigliere capo degli affari legali ribattezzato da Tuttosport come il Narducci di Svizzera, tiene a precisare che allo stato attuale non può dubitare del comportamento tenuto dalla Figc ma in modo da dirimere ogni dubbio sarebbe opportuno che lo stesso organo di garanzia italiano sia a rispondere. La lettera, pur al momento non cambiando le carte in tavola è raccolta con soddisfazione dalla Juventus mettendo ancora a disagio i vertici della Federazione che dopo essersi lavati le mani “con la decisione di non decidere” si trova a riaprire il caso. di seguito vi riportiamo il testo della missiva firmata da Cornu tratta dalla Gazzetta dello Sport

    “Signor presidente e signori della Federazione italiana giuoco calcio, trovate allegato alla presente una copia della corrispondenza che ci ha spedito il 2 settembre 2011 il presidente della Juventus. Come potete constatare, la Juventus si duole che il titolo di campione d’Italia per la stagione 2005-2006 le sia stato tolto, ritiene che l’Internazionale di Milano abbia commesso dei fatti dello stesso genere durante la stessa stagione, protesta perché quest’ultimo club non è stato sanzionato e domanda all’Uefa 1) di pronunciarsi sulle modalità con cui la Figc ha svolto l’inchiesta sui fatti che riguardano la Juventus e – soprattutto – l’Internazionale di Milano; 2) di sanzionare l’Internazionale Milano dichiarando che il club non ha il diritto di partecipare all’Uefa Champions League 2011.12; 3) di informare la Juventus sulle misure che prenderà contro l’Internazionale Milano e la Figc; La Juventus domanda in sostanza all’Uefa di verificare che la Figc abbia svolto bene il suo lavoro. A priori, noi non abbiamo alcuna ragione di dubitarlo. Comunque, sarebbe probabilmente utile che voi ci facciate parte della vostra posizione su quanto la Juventus ha dichiarato, in maniera di dissipare tutti gli eventuali malintesi. Avremo bisogno di conoscere la vostra risposta entro il 19 ottobre. Poi vedremo cosa è opportuno fare. Vi ringraziamo in anticipo e restiamo a disposizione per qualsiasi ulteriore ragguaglio. I nostri migliori saluti sportivi, Pierre Cornu, consigliere capo degli Affari legali”.