A pochi giorni dalla gara di Interlagos, ultimo appuntamento del Mondiale che chiuderà la stagione di Formula 1 con il consueto Gran Premio del Brasile, l’attenzione di tutti gli appassionati è focalizzata soprattutto sul duello che sta infiammando il campionato, quello tra Sebastian Vettel e Fernando Alonso, in lotta per la corona iridata e separati da 13 punti.
Alla luce degli ultimi risultati e delle prestazioni in pista il pilota spagnolo parrebbe non avere alcuna chance per lottare per il titolo, con una vettura molto lontana e di molto inferiore alla stratosferica Red Bull, che in ogni GP pare viaggiare sui binari. Di contro la F2012 dopo un periodo in estate in cui sembrava essere balzata davanti alla concorrenza, si è fermata e anzi sembra peggiorare di volta in volta nonostante gli aggiornamenti apportati da Maranello.
Ma la realtà dei fatti ci dice che Alonso avrebbe più di un motivo per sperare di poter agguantare il terzo titolo iridato della carriera, e la conferma arriva proprio da Milton Keynes dove a parlare è stato proprio il padre della fantastica RB8, il genio Adrian Newey. Il progettista si è soffermato a discutere sull’alternatore della lattina volante, vero e unico punto debole di una vettura pressochè perfetta ma che in più di un’occasione quest’anno e non solo è stata costretta a fermarsi per dei problemi meccanici, non ultimo il ritiro di Mark Webber nel GP degli Stati Uniti sul circuito di Austin: “L’alternatore della Red Bull di Vettel è una vera e propria bomba ad orologeria, nessuno sa quando smetterà di funzionare”. Queste le parole che fanno sperare ancora Alonso e i ferraristi, che ricordano come appunto la Red Bull abbia avuto tali problemi nei GP di Valencia e Monza con i ritiri di Vettel e Webber, optando per la sostituzione del meccanismo in questione: “E’ la terza volta che ci succede quest’anno, non sappiamo quando capiterà la prossima”.
Pretattica, realtà o pura scaramanzia? Sta di fatto che in Red Bull, dopo il problema occorso a Webber in Texas che di fatto ha creato un nuovo allarme all’interno del team, si stanno affrettando per portare in Brasile una versione aggiornata dell’alternatore per evitare spiacevoli sorprese che nell’ultima gara diventerebbero determinanti.
In realtà questa evoluzione, che aveva già superato tutte le verifiche del caso venendo giudicata sicura, era stata già provata in Texas da tutte le vetture motorizzate Renault ad eccezione della sola Red Bull che vista la situazione nel mondiale ha preferito non rischiare e andare avanti con la vecchia soluzione. Il ritiro di Webber dovuto a tali cause ha invece ora fatto cambiare i piani al team anglo-austriaco che punterà forte sulla nuova soluzione per permettere ai due piloti di portare a termine il bis mondiale per il terzo anno consecutivo.
Proprio come nel 2010, il Mondiale piloti di F1si deciderà all’ultimo Gran Premio in programma domenica prossima in Brasile. La vittoria ottenuta da Lewis Hamilton negli Stati Uniti tiene ancora aperti i giochi tra Sebastian Vettel e Fernando Alonso, arrivati subito dietro al pilota della McLaren durante il Gp di Austin.
Se in passato abbiamo assistito ad accessissimi duelli tra il pilota inglese e lo spagnolo della Ferrari, oltretutto compagni di squadra in McLaren nella travagliata stagione che portò Raikkonen a trionfare con la Rossa approfittando delle scaramucce tra i due, ieri Nando ha trovato in Lewis il miglior alleato per tenere vivo il discorso Mondiale, cosa che sarebbe stata ben difficile se il tedesco della Red Bull avesse conquistato l’intera posta in palio allungando in classifica e portandosi a 20 punti di vantaggio alla vigilia dell’ultima gara della stagione.
Alonso ha così il 25% di possibilità di scavalcare Vettel in classifica proprio all’ultima gara come fece Seb nel 2010 ad Abu Dhabi approfittando della terribile strategia adottata dalla Ferrari, intenti a fare la gara su Webber (in testa al Mondiale), snobbando di fatto Vettel che si laureò Campione del Mondo. Allo spagnolo servirà vincere e sperare che Vettel arrivi non oltre il sesto posto, ma in caso di clamorosa uscita di scena dal Gp del pilota della Red Bull potrebbe addirittura bastare il terzo posto per trionfare nel Mondiale. Un’ulteriore chance di vittoria per Fernando Alonso sarebbe quella di arrivare in seconda posizione e sperare che Vettel arrivi almeno ottavo; se si verificasse almeno una di queste probabilità, sarebbe la vittoria più bella in carriera perchè insperata per il pilota asturiano che è arrivato a giocarsi ancora una volta il Mondiale all’ultimo Gran Premio sebbene ad inizio stagione questo potesse considerarsi una vera e propria utopia.
In casa Ferrari tutti credono nel ribaltone finale, a partire dal Presidente Montezemolo che si mostra fiducioso per un possibile esito a favore di Alonso, per finire proprio con lo stesso pilota spagnolo, che in cuor suo sente di aver più del 25% di possibilità che la matematica attualmente gli offre: determinante saranno le posizioni in griglia sul circuito brasiliano, che da sempre è un tracciato favorevole alla scuderia di Maranello, in più Alonso può contare sull’apporto del ritrovato Felipe Massa (autore di un’ottima prestazione ieri in Texas) che ad Interlagos ha sempre offerto le migliori prestazioni e che può giocare un ruolo determinante nella lotta al titolo del suo compagno di squadra. Fondamentali saranno anche le previsioni meteo che potrebbero rivelarsi una variabile impazzita proprio nell’ultimo weekend della stagione. La superiorità della Red Bull potrebbe così essere vanificata da una possibile gara sul bagnato che potrebbe favorire la Ferrari e stravolgere le carte in tavola; proprio Alonso spera nella pioggia come ulteriore alleato nella conquista del Mondiale, ma almeno fino a venerdì le previsioni saranno un grosso punto interrogativo. Un altro fattore che potrebbe risultare decisivo in chiave campionato è l’affidabilità delle “lattine volanti” non proprio ottimale nelle ultime uscite: ne sa qualcosa Webber che è stato costretto al ritiro durante la gara di ieri, ma anche lo stesso Vettel ha “testato” le noie che da qualche Gp affliggono le monoposto della scuderia Campione del Mondo, ritrovatosi in fondo alla griglia nella gara di Abu Dhabi dopo il problema accusato nelle qualifiche.
Indipendentemente dal risultato che otterrà Fernando Alonso, a Vettel basterà un quarto posto per laurearsi per la terza volta consecutiva Campione del Mondo di F1. Invece allo spagnolo servirà un’impresa e tanta fortuna, ma i colpi di scena in questo sport sono sempre dietro l’angolo.
Riepilogando, Fernando Alonso vince se:
– Vince e Vettel arriva quinto o peggio
– Arriva secondo e Vettel chiude ottavo o peggio
– Arriva terzo e Vettel chiude decimo o peggio
Le pagelle del GP degli Stati Uniti svoltosi sul nuovissimo circuito di Austin in Texas, sul quale quest’anno si correva per la prima volta. Il vincitore è stato Lewis Hamilton, migliore interprete del tracciato, che ha preceduto SebastianVettel e Fernando Alonso, il trio delle meraviglie della Formula 1 moderna che stranamente, fino a ieri, non era mai salito insieme sul podio. L’anglo caraibico con la quarta vittoria stagionale ha tenuto ancora vivo il Mondiale e le speranze dell’asturiano che in questa gara ha perso altri tre punti dal tedesco leader del mondiale. Gli sevirà perciò un’impresa nell’ultimo appuntamento in Brasile tra una settimana, ma il mondiale è pronto a riservare altri colpi di scena.
Hamilton 10 : in Texas si è visto il vero talento del campione del mondo 2008, ritrovatosi dopo un periodo di sbandamento coinciso con l’addio alla McLaren, team che lo ha cresciuto sportivamente sin da piccolo. Non ha mai mollato di un centimetro Vettel guidando al limite come solo lui sa fare e ha sfruttato l’unico errore del tedesco in un doppiaggio per sverniciarlo a velocità supersonica sul rettilineo principale. Con le quattro vittorie in stagione è secondo soltanto al campione del mondo ma è ormai fuori dalla lotta al titolo perchè pesano tantissimo i 5 “zero”in classifica in quella che per l’anglo-caraibico resterà la stagione dei rimpianti.
Vettel 8 : non può nulla per tenere a bada quel diavolo di Hamilton che gli è rimasto incollato per 40 giri nei tubi di scarico per poi superarlo nel finale con un gran sorpasso all’esterno. Il giro più veloce all’ultima tornata del Gran Premio è servito a poco in una domenica in cui Seb ha dimostrato di non essere perfetto come al solito, ma si sa, le gare riservano sempre incognite impreviste. Poteva chiudere già in Texas i conti mondiali e invece avrà ancora da soffrire per i 68 giri di Interlagos, tenuto in apprensione da una Red Bull in crisi di affidabilità e da un motore che ha già tanti chilometri sulle spalle.
Alonso 8 : parte alla sua maniera scavalcando tre avversari e portandosi alle spalle di Webber e tutto lascia presagire ad un’altra gara da fenomeno. E invece la sua verve finisce lì perdendo contatto con il terzetto di testa con una Ferrari al di sotto delle aspettative. Anche lui forse non era nella migliore giornata e i 40 secondi di ritardo accusati dalla vetta ne sono una dimostrazione ma chiedergli dei miracoli ogni domenica con un mezzo nettamente inferiore sarebbe davvero troppo. Servirà un mezzo miracolo per poter agguantare un mondiale che è con un piede e mezzo già nel box Red Bull ma intanto arriverà a Interlagos con la consapevolezza di potersela giocare.
Massa 9 : da gran signore il gesto di farsi da parte come richiesto dal team per far sopravanzare in griglia il compagno di squadra Alonso e farlo partire dal lato pulito della pista. Lui ci rimette cinque posizioni ma mette in mostra una gara da fenomeno come poche volte abbiamo ammirato dal brasiliano in questi ultimi anni. Sarà stata la mente libera o la voglia di dimostrare il suo valore sta di fatto che Felipe già in qualifica si è dimostrato più veloce del suo capo squadra e visti i tempi sul giro avrebbe avuto la possibilità anche di arrivargli davanti in gara.
Button 8 : come Massa, bella anche la gara dell’inglese che per un problema all’acceleratore è stato costretto a partire dall 12esima piazza. Alla partenza con le gomme dure non ancora entrate bene in temperatura scivola in 16esima posizione ma ha la forza di riprendersi e di rimontare fino al quinto posto con una grande serie di sorpassi. Da manuale ancora una volta la gestione delle gomme, ma ancora una volta sembra mancargli quel pizzico di cattiveria in più nei sorpassi che invece non manca affatto al compagno di squdra. Di fatti ne esce ancora una volta sconfitto nel confronto diretto in famiglia.
Red Bull 9,5 : terzo titolo mondiale dei costruttori conquistato in otto anni di Formula 1, la consapevolezza di essere ancora una volta, per il terzo anno consecutivo, la miglior macchina del lotto e quella con la capacità di meglio interpretare un regolamento dove le regole hanno molto margine di interpretazione. Gli togliamo soltanto mezzo punto per la scarsa affidabilità mostrata fino a questo momento, se vogliamo vero unico punto debole del missile di Milton Keynes che tiene ancora aperto il Mondiale fino all’ultima curva di Interlagos.
Webber sv : il passo dei primi due era davvero irraggiungibile anche per lui che siede sulla vettura più forte del campionato ma di sicurio il terzo posto l’avrebbe colto a occhi chiusi vista la scarsa vena di giornata di Alonso. Ma il solito problema all’alternatore lo ha appiedato nei primi giri di gara regalando una posizione allo spagnolo che ha ancora una speranza di poter riagguantare questo mondiale. Sfortunato, capitano davvero tutte a lui.
Schumacher 5 : chiudere in 16esima non era proprio il massimo delle aspettative alla vigilia, dopo aver conquistato un grande quinto posto nelle qualifiche. Di fatto la domenica del kaiser termina lì, con una Mercedes (voto 2) mai competitiva e in difficoltà nel portare a temperatura le gomme. Gli resta la soddisfazione di aver aggiunto un altro record al suo già grandioso e ricchissimo palmares, quello del pilota con più chilometri percorsi in carriera.
Ferrari 4 : partiamo dalla scelta non eticamente corretta di far arretrare sulla griglia Massa che in qualifica si era dimostrato più veloce di Alonso, per far partire lo spagnolo dalla parte pulita della pista e fargli guadagnare una posizione. In Ferrari, più che a queste tattiche, farebbero meglio a concentrarsi a migliorare la vettura che invece ad ogni GP sembra fare un passo indietro nonostante gli aggiornamenti che evidentemente non funzionano. Finiamo nel dire che proprio per questo se Alonso vincerà il mondiale non sarà di certo per merito della F2012, ma per molto merito del pilota e una gran dose di fortuna che ad Interlagos per forza di cose non dovrà assolutamente mancare. Resta da difendere il secondo posto in costruttori da una arrembante McLaren, al momento più forte della Rossa soprattutto nelle mani di Hamilton.
Texas 10 : finalmente il progettista Hermann Tilke sembra averne imbroccato una giusta. Il tracciato di Austin, seppur simile nel disegno a tanti altri creati dallo stesso progettista, sembra essere davvero adatto alle vetture di Formula 1 e ha regalato ieri alla sua prima edizione una gara ricca di emozioni e tanti sorpassi. Speriamo di rivederne una altrettanto bella il prossimo anno.
Lewis Hamilton ha vinto la prima edizione del Gran Premio degli Stati Uniti sul nuovissimo circuito di Austin, dove si è corsa la 19esima e penultima gara della stagione di Formula 1. Il pilota della McLaren, oggi alla sua penultima apparizione con il team inglese in quanto prossimo al passaggio in Mercedes a fine stagione, è stato il migliore interprete del nuovo tracciato che ha regalato tantissime emozioni e una delle gare più belle degli ultimi tempi, grazie ai tanti sorpassi effettuati dai piloti nei 56 giri totali. Quello di Lewis è arrivato al giro numero 41, sfruttando un incertezza del leader Sebastian Vettel in un doppiaggio dopo averlo braccato per tutta la gara attendendo per lungo tempo un errore che gli avrebbe permesso di avvicinarsi agli scarichi del tedesco per prenderne la scia sul rettilineo principale con l’aiuto del DRS, errore che ha permesso all’anglo-caraibico di sfruttare la maggiore velocità in rettilineo della McLaren rispetto a quella della Red Bull sverniciandolo a velocità supersonica e andando ad amministrare con tranquillità gli ultimi 15 giri di gara culminati con la 21esima vittoria in carriera.
Questa volta nulla ha potuto Sebastian Vettel contro la voglia di Hamilton di prendersi questa vittoria, se non la magra consolazione di togliergli il giro più veloce della gara proprio all’ultima tornata, quando comunque ormai i giochi erano già fatti, chiudendo a soli sei decimi dalla McLaren numero 4. La vittoria di Hamilton tiene ancora aperto il campionato e rimanda alla prossima gara in Brasile, ultimo appuntamento dell’anno, i giochi per il Mondiale, che vede ancora in testa Vettel che ha guadagnato altri tre punticini sul diretto inseguitore Fernando Alonso, terzo al termine della gara.
Lo spagnolo nonostante abbia effettuato come al suo solito una grande partenza recuperando 3 posizioni non ha mai dato l’impressione di poter tenere il passo dei primi due, davvero inarrivabile per una Ferrari che più va avanti è più sembra peggiorare. I 40 secondi di ritardo dalla vetta ne sono una chiara dimostrazione e il pilota asturiano deve ringraziare una serie di circostanze positive che gli hanno permesso di limitare i danni. In primis il ritiro di Mark Webber, dovuto ai soliti problemi all’alternatore , che gli ha permesso di guadagnare una posizione, senza contare il fatto di aver ricevuto l’aiuto del team che ha deciso strategicamente prima della gara di rompere i sigilli del cambio sulla vettura del compagno di squadra Felipe Massa per permettergli di guadagnare una posizione in griglia e partire dal lato pulito della pista. Tattica che comunque non ha nascosto i problemi e le difficoltà della F2012, troppo distante dalle prestazioni attuali di McLaren e Red Bull, che oggi nonostante il ritiro di Webber ha conquistato il terzo mondiale costruttori della sua storia.
Alle spalle di Alonso un gladiatorio Massa che nonostante l’imposizione forzata del suo team di retrocederlo in griglia è stato autore davvero di una bella gara e di una grande rimonta dall’11esima alla quarta posizione, segno che il pilota di San Paolo in quest’ultima parte di stagione sembra essere ritrovato, il che è molto importante per il team di Maranello che tra sette giorni ad Interlagos dovrà contare, oltre ad una buona dose di fortuna, anche sul suo aiuto. Bella rimonta anche per Jenson Button che dopo una partenza disastrosa che lo aveva relegato dalla 12esima alla 16esima posizione ha recuperato fino alle spalle del brasiliano anche grazie ad una strategia diversa rispetto agli altri piloti: il pilota inglese infatti, uscito nelle qualifiche già nella Q2 per un problema all’acceleratore della Mp4-27, ha scelto di montare alla partenza le gomme dure sacrificando la prima parte di gara per poi montare le morbide nel finale e recuperare fino alla quinta posizione scavalcando le due Lotus di Kimi Raikkonen e Romain Grosjean, efficaci nel misto ma insolitamente troppo lente in rettilineo.
Alle spalle dei due alfieri di Enstone si è confermata la Force India di Nico Hulkenberg che ha chiuso in zona punti davanti alle due Williams di Pastor Maldonado e Bruno Senna che hanno chiuso la top-ten e che nel finale hanno dimenticato di essere compagni di squadra arrivando più volte al contatto. Disastrosa ancora una volta la gara delle Mercedes, con Nico Rosberg in 13esima posizione e Michael Schumacher che dopo essere partito in quinta posizione ha chiuso con un deludente 16esimo posto.
L’appuntamento è tra sette giorni in Brasile, GP che chiuderà la stagione della Formula 1. Tutto è ancora possibile, con Alonso che dovrà rimontare 13 punti su Vettel, impresa non impossibile ma non facilissima viste le prestazioni attuali della Ferrari. Il volto di Alonso a fine gara era tutto un programma, servirà, oltre al talento dello spagnolo che fino ad ora ha dato il 120%, anche tanta fortuna e sperare in qualche errore da parte degli uomini Red Bull che oltre ad aver conquistato il mondiale costruttori hanno in pugno anche quello piloti. Soltanto loro a questo punto della stagione possono perdere il titolo, ma i colpi di scena sono dietro l’angolo e potrebbero riservare altre sorprese fino alla bandiera a scacchi di questo combattutissimo campionato del mondo.
Sebastian Vettel in pole nel Gran Premio degli Stati Uniti, penultimo appuntamento della stagione di Formula 1. Il campione del mondo dopo aver ottenuto i migliori tempi in tutte e tre le sessioni di prove libere si è ripetuto in qualifica facendo sua la sesta pole position stagionale, 36esima della carriera dando così un chiaro segnale al campionato e alla lotta al titolo Mondiale. Che intende mantenere all’interno del box Red Bull.
Il tedesco ha ottenuto la migliore prestazione grazie al tempo di 1:35.657, tempo inavvicinabile per tutti tranne che per Lewis Hamilton, con il quale ha dato vita ad un duello emozionante sul filo dei millesimi. L’inglese inaspettatamente ha tenuto alla grande il passo di Vettel ed è stato l’unico assieme al tedesco a scendere sotto il muro del minuto e 35, ma ha ha dovuto rinunciare alla pole per soli 109 millesimi di secondo accontentandosi di piazzare la sua McLaren tra le due Red Bull.
Mark Webber infatti è stato relegato in terza posizione ma non ha mai dato l’impressione di poter impensierire i primi due che oggi hanno praticamente fatto un altro sport. Così l’australiano si è dovuto accontentare della terza posizione e sarà affiancato in seconda fila da Kimi Raikkonen che comunque in qualifica ha ottenuto il quinto tempo. Il finlandese beneficerà dell’arretramento del compagno di squadra Romain Grosjean che dalla quarta posizione sarà arretrato di cinque posizioni per la sostituzione del cambio. Grande la prestazione delle due Lotus che anche qui ad Austin hanno dimostrato di essere competitive.
Così come grande è stata la prestazione di Michael Schumacher che con un guizzo è riuscito ad agguantare la sesta posizione, galavanizzato forse dalla possibilità domani di poter raggiungere un altro record, quello del pilota con il maggior numero di chilometri percorsi in carriera che attualmente spetta a Rubens Barrichello, e per farlo gli basterà compiere soltanto due giri. La prestazione del kaiser ottiene maggiore risalto considerando il fatto di aver tenuto dietro le due Ferrari, che hanno effettuato una qualifica davvero disastrosa.
Felipe Massa, che per la prima volta in stagione ha battuto il compagno di squadra Fernando Alonso, ha chiuso in settima posizione mentre lo spagnolo partirà in nona posizione, soltanto grazie alla penalità che dovrà scontare Grosjean che partirà alle sue spalle. Pesanti i distacchi dalla vetta, un secondo e quattro il brasiliano, un secondo e nove l’asturiano, ma soprattutto sono tantissimi i problemi sulla F2012, a partire dagli aggiornamenti portati per questo GP che non sembrano migliorare le prestazioni della Rossa, e a finire con il solito problema nel portare a temperatura gli pneumatici, problema che da tanti anni la Ferrari si porta dietro. Nell’ultima qualifica, per sopperire a questo problema, sulle vetture di Maranello sono state montate delle gomme medie già utilizzate nel tentativo di portare gli pneumatici prima in temperatura, mossa che però non ha pagato e che anzi ha relegato ancora più indietro la Ferrari rispetto alle ultime uscite.
Tra le due Rosse si è piazzata la Force India di Nico Hulkenberg mentre in decima posizione troviamo Pastor Maldonando che ha chiuso la top-ten con oltre due secondi di distacco. Delusione per Jenson Button che non è riuscito ad entrare nell’ultima qualifica per un problema all’acceleratore. Partirà alle spalle della seconda Williams di Bruno Senna. Soltanto 17esimo Nico Rosberg.
Sebastian Vettel ha dominato le due sessioni di prove libere del venerdì sul Circuito delle Americhe in programma ad Austin: il pilota della Red Bull è stato formidabile alla guida della sua monoposto segnando il tempo di 1:37:718, distaccando i rivali di quasi un secondo. Già nelle prime libere Vettel aveva fatto capire di voler fare sul serio liquidando i colleghi in poco più di un’ora rifilando a Lewis Hamilton, che aveva ottenuto temporaneamente il secondo tempo, ben un secondo e mezzo, un divario impressionante se si pensa che si sta girando su un circiuto totalmente nuovo e sconosciuto ai piloti.
Subito dietro Vettel troviamo Mark Webber, compagno di box del tedesco, con oltre sette decimi di ritardo, che precede per soli otto millesimi l’altro contendente al titolo iridato Fernando Alonso, che sin dalle prime libere ha accusato un netto ritardo nei confronti del pilota campione del mondo in carica. Ad un secondo di distacco troviamo le due McLaren di Hamilton e Jenson Button, rispetttivamente in quarta e quinta posizione, nonostante il pilota caraibico sia stato per buona parte della sessione al comando con il miglior tempo, stracciato in seguito da un Vettel in stato di grazia al quale è bastato un giro ad alta prestazione per sbalordire le scuderie avversarie, in particolare la Ferrari che sperava in una situazione più favorevole su un tracciato che sembrava si potesse adattare bene alle caratteristiche della F2012.
Sesto tempo per l’altra Rossa di Felipe Massa il quale non è riuscito a scendere sotto il muro del 1:39 accusando cosi un ritardo di un secondo e tre decimi, precedendo Nico Rosberg su Mercedes, un ottimo Bruno Senna con la Williams, la Sauber di Kamui Kobayashi e l’altra Mercedes di Michael Schumacher, distaccato di quasi due secondi e mezzo dal leader della classifica. Più indietro le Lotus di Kimi Raikkonen e Romain Grosjean, che hanno ottenuto l’undicesimo e il tredicesimo tempo di giornata, male le Force India di Di Resta e Nico Hulkenberg, attardate rispetto al gruppo delle posizioni di testa, piazzatisi rispettivamente in diciassettesima e diciottesima posizione.
Siamo al rush finale: si decide tutto negli ultimi due Gran Premi della stagione che avranno luogo negli Stati Uniti nel nuovissimo circuito di Austin, in Texas, questo week end, e la settimana successiva ad Interlagos in Brasile. I contendenti sono sempre loro due, Sebastian Vettel e Fernando Alonso, distaccati soltanto 10 punti che in chiave campionato significano che i giochi sono tutt’altro che chiusi, sebbene ogni minimo errore commesso da uno dei due può far pendere l’ago della bilancia a favore dell’altro.
Psicologicamente il più avvantaggiato è il pilota della Red Bull leader della classifica, che dispone di una macchina super competitiva nonostante le noie avute nell’ultimo Gp di Abu Dhabi, che ha costretto lo stesso Vettel a partire in fondo al gruppo dopo una qualifica travagliata nella quale aveva comunque ottenuto il terzo tempo dietro a Lewis Hamilton, pole-man della gara in Medio Oriente, e al compagno di scuderia Mark Webber. La rimonta effettuata dal pilota Campione del Mondo in carica ha mostrato come la Red Bull sia nettamente superiore a qualsiasi macchina, e questo potrebbe significare molto in gara, sebbene l’incognita di un circuito sconosciuto ai piloti, in quanto nuovo, potrebbe mischiare le carte in tavola. Il divario tra le due monoposto potrebbe essere così annullato da questo fattore, cosa che ha spinto Red Bull e Ferrari a lavorare molto sugli aggiornamenti sulle monoposto, nella speranza di trovare il giusto setup per concludere al meglio il finale di stagione.
In casa Ferrari si è lavorato molto sull’aerodinamica ad Idiada, in Spagna, grazie ai test effettuati dal collaudatore Jules Bianchi, ma a quanto pare i risultati di questo ultimo test in vista del Gran Premio delle Americhe non sono stati soddisfacenti, cosa che mette un po’ in apprensione Alonso e i fan della Rossa. Nonostante ciò il pilota spagnolo sembra molto sicuro di poter battagliare fino all’ultimo respiro con il rivale tedesco, forte della sua costanza nell’arco della stagione che lo ha relegato come vero avversario di Vettel e del team anglo-austriaco. In tutti i Gp finora disputati Alonso ha sempre dato il meglio di sé, facendo ricredere chi non aveva riposto molte speranze nella Rossa ad inizio stagione; questo grazie ad un’impressionante tenacia mostrata dal pilota di Oviedo, sempre al top della forma e protagonista di prestazioni esaltanti nonostante abbia avuto una macchina tutto sommato inferiore rispetto alla Red Bull e alla McLaren per gran parte della stagione, ma anche ad un pizzico di fortuna che lo ha aiutato in diverse situazioni permettendogli di rosicchiare punti importanti ai piloti rivali. Se è vero che gli episodi alla fine dell’anno si bilanciano, ecco che Nando, sempre a punti nella prima parte della stagione, nella fase cruciale del campionato si è visto per ben due volte concludere la gara con uno zero nella casella dei punti dovuto a due collisioni, la prima alla partenza del Gran Premio del Belgio, durante il quale è stato tamponato da Romain Grosjean che ne ha messo a rischio l’incolumità, e la seconda, sempre alla partenza, nel Gran Premio del Giappone, dove un contatto di gara con l’altra Lotus di Kimi Raikkonen lo ha mandato in testacoda a causa della foratura della gomma posteriore. Due Gp a bocca asciutta che potrebbero risultare fatali al pilota due volte Campione del Mondo con la Renault nel 2005 e nel 2006, che tanto ha costruito nel corso della stagione, partito con gli sfavori del pronostico e arrivato lì a giocarsela con il campione in carica.
E’ vicino a sfiorare l’impresa, cosa che non gli è riuscita 2 anni fa ad Abu Dhabi quando venne beffato in classifica iridata dallo stesso Vettel all’ultima gara, e magari il sogno di Alonso di diventare Campione con la Ferrari potrebbe trasformarsi in realtà, prendendosi così una bella rivincita nei confronti del tedesco dimenticando una volta per tutte quell’amara serata in cui si è visto soffiare il titolo iridato già in tasca. Austin e Interlagos saranno due importanti bivii per i destini dei due piloti quotati a trionfare nel Mondiale.
Il Mondiale di F1 volge al termine e a 2 gare dalla fine vede Sebastien Vettel saldamente al comando della classifica con 10 punti di vantaggio su Fernando Alonso. 10 punti non sono tanti, ma rappresentano un grosso handicap per la Ferrari, che in questo finale di stagione si è migliorata ma ha dovuto subire il ritorno al dominio della Red Bull. Ad Abu Dhabi Vettel ha dimostrato di essere un grandissimo pilota limitando i danni di una partenza dall’ultima posizione. Il buon Alonso, arrivato secondo, sperava di guadagnare qualche punto in più sul rivale tedesco ma poi se l’è ritrovato lì con lui sul podio. Davvero frustante è l’aver recuperato solo 3 punti ad un avversario partito ultimo, ma tutto ciò conferma che per vincere il titolo la Ferrari ed Alonso dovranno assistere ad un autentico miracolo sportivo. Quel miracolo sportivo che nel 2007 si materializzò in Brasile, e permise a Kimi Raikkonen di vincere un titolo insperato al primo anno in Ferrari. Coincidenza vuole che quello sia stato l’ultimo titolo iridato conquistato da un pilota Ferrari. La scuderia di Maranello crede, spera in Alonso, capace con la sua classe di tener botta ad una macchina, la Red Bull, tornata ad essere la più performante.
Alonso vs Vettel – Duello si, ma fino all’ultima curva? Non ne siamo certi perchè la penultima gara, che si svolgerà negli Usa il prossimo 18 novembre, è un’incognita per tutto il circus. Si correrà per la prima volta sul circuito di Austin ed è per questo che appare difficile capire chi tra Ferrari e Red Bull riuscirà ad esprimersi al meglio sul circuito americano. Alonso non vuole lasciare nulla di intentato e dopo l’India è tornato a casa, non per riposare ma per salire sul suo simulatore, in modo da prender confidenza col nuovissimo circuito americano.
Il pilota asturiano c’è, anche se lui stesso è consapevole che per vincere il titolo oltre ad avere testa dovrà avere una macchina super veloce e una buona dose di fortuna. Il Mondiale potrebbe chiudersi già negli Stati Uniti, la matematica lascia aperta questa soluzione così come le statistiche fanno intuire alla Ferrari che ad Austin bisognerà provare a far saltare il banco in qualche modo. Questo perchè l’ultima gara si correrà come da tradizione in Brasile, pista che nella tradizione recente si è rivelata più congeniale alle caratteristiche della Red Bull.
E’ successo di tutto nei 55 giri del Gran Premio di Abu Dhabi, 18esimo e terzultimo appuntamento della stagione e uno dei più belli degli ultimi anni. Sul circuito di Yas Marina ha trionfato Kimi Raikkonen che è ritornato sul gradino più alto del podio dopo quasi tre anni dalla sua ultima vittoria datata Gran Premio del Belgio 2009 al volante della Ferrari. Il pilota della Lotus, a cui quest’anno mancava soltanto la vittoria per coronare un campionato molto più che positivo, ha vinto meritatamente la prima gara dopo il suo rientro in Formula 1, correndo una gara accorta ed intelligente dopo aver guadagnato la seconda posizione ai danni di Webber alla partenza, centrando il suo 19esimo successo della carriera sfruttando al meglio il ritiro di Lewis Hamilton che al 20esimo giro è stato costretto al ritiro mentre era saldamente in testa alla gara per un problema tecnico sulla sua Mp4-27, che nella stessa situazione di Singapore ha peccato ancora una volta di affidabilità.
Il successo del finlandese però è dolce-amaro visto che nonostante la vittoria e i 25 punti conquistati è uscito matematicamente dalla lotta al titolo Mondiale che ora riguarda soltanto Fernando Alonso e Sebastian Vettel. Nell’ordine perché lo spagnolo ha chiuso in seconda posizione mentre il tedesco, partito dalla pit-lane per la penalità inflittagli dai commissari per essere rimasto senza benzina alla fine delle qualifiche, ha compiuto una grande rimonta che lo ha portato al terzo posto finale, limitando i danni in un week-end che dopo i problemi del sabato sembrava non poter portare a nulla di buono. Invece il campione del mondo in carica ha saputo rispondere in pista da vero fuoriclasse, aiutato senza dubbio anche dalla doppia entrata in pista della safety-car, limitando a solo 3 i punti guadagnati dal ferrarista nei suoi confronti quando al termine della stagione mancano solo 2 gare e 50 punti a disposizione. E visto i 10 punti di vantaggio potrebbe chiudere i conti Mondiali già in Texas, gara in programma tra 2 settimane.
Doveva essere la grande occasione per Alonso che invece ha dovuto accontentarsi di recuperare tre soli miseri punti al rivale nella lotta al titolo, pochi ripensando a come era iniziata la gara ma non per questo potrebbero rivelarsi meno importanti. Già perché in gara lo spagnolo ha mostrato il solito incoraggiante passo seppur soltanto nel finale dopo l’entrata della seconda sefety-car, dopo aver gestito al meglio, grazie ad un’ottima velocità di punta nei due rettilinei, gli attacchi della McLaren di Jenson Button, arrivato a fine corsa con gli pneumatici alla frutta. L’inglese, dopo aver cullato l’idea di conquistare la seconda posizione ai danni dell’asturiano, ha dovuto subire anche il sorpasso di Vettel che grazie alla strategia di gara adottata e un pizzico di fortuna si è ritrovato negli ultimi giri con gomme più nuove e performanti, le morbide, trovandosi relegato in quarta posizione ai piedi del podio con l’unica McLaren superstite. Il ritiro di Hamilton infatti ha messo in serio pericolo la possibilità di aggancio alla seconda posizione nel campionato costruttori, occupata momentaneamente dalla Ferrari, e si vede ora insidiata dalla Lotus per la terza.
Discorso simile per la Red Bull, che avrebbe potuto chiudere già qui ad Abu Dhabi i giochi per il Mondiale e invece il ritiro di Mark Webber ha complicato i piani del team di Milton Keynes, che pur tenendo saldamente la testa della classifica ha dovuto rimandare i festeggiamenti. All’australiano infatti ne sono capitate di tutti i colori, prima il solito sorpasso subito da Alonso, poi un testacoda per un contatto con Maldonado nel tentativo di rimonta e alla fine l’ incidente con Romain Grosjean che lo ha messo definitivamente k.o., nella carambola causata da Sergio Perez, poi penalizzato, e che ha coinvolto anche la Force India di Paul Di Resta, che comunque è riuscito a terminare la sua gara in nona posizione e a portare 2 punti preziosi al team.
Tornando alla classifica finale quindi alle spalle di Button ha chiuso Pastor Maldonado che come al suo solito ha lottato e ha fatto a sportellate per difendere la sua posizione. Il giusto premio per la sua tenacia è stato il quinto posto finale che nonostante la quarta posizione iniziale resta un gran risultato. Alle spalle della sua Williams troviamo la Sauber di Kamui Kobayashi, anche lui autore di una grande gara, entrambi hanno chiuso davanti alla Ferrari di Felipe Massa che non è andato oltre la settima posizione in una gara priva di acuti degni di nota.
Ottavo Bruno Senna che ha portato anche la seconda Williams a punti davanti a Di Resta e a Daniel Ricciardo con la Toro Rosso che ha chiuso la top-ten. Ancora anonima la gara della Mercedes se non fosse per lo spaventoso incidente che ha coinvolto Nico Rosberg e Narain Karthikeyan nelle prime battute di gara. La W03 del tedesco è decollata sopra la vettura dell’indiano che aveva subito un rallentamento anomalo proprio all’ultima curva del circuito causando la prima safety-car della gara e il doppio ritiro dei due piloti. Il compagno di squadra Michael Schumacher è invece riuscito a terminare la gara ma in 11esima posizione al di fuori della zona punti.
Lewis Hamilton ha conquistato la pole position del Gran Premio di Abu Dhabi, 18esima gara del Mondiale di Formula 1. Sul circuito di Yas Marina il pilota inglese della McLaren, dopo aver prenotato la pole position ottenendo il miglior tempo nelle terze libere, ha dominato le qualifiche completando il giro migliore in Q3 che gli è valso la pole in 1:40.630 regalando al team di Woking la 154esima pole della storia.
A Hamilton è bastato un unico tentativo in Q3 per portare a casa la 25esima pole della carriera e interrompere lo strapotere in qualifica della Red Bull che durava da 4 gare, dimostrando di avere un altro passo rispetto alla concorrenza ottenendo i tempi migliori in tutte e tre le sessioni di qualifica grazie ad una serie di giri veloci inarrivabili per gli avversari, e questa volta neanche la Red Bull ha potuto nulla contro lo strapotere dell’anglo-caraibico. Anche per questo i due alfieri delle lattine volanti hanno commesso moltissimi errori che alla fine del turno sono riusciti parzialmente a rimediare ottenendo il secondo e il terzo posto ma a posizioni inverite visto che Mark Webber, unico insieme a Hamilton a scendere sotto il muro dell’1:41, partirà davanti a Sebastian Vettel sulla griglia di partenza.
Il tedesco è sembrato molto nervoso e ha rischiato di uscire dalle qualifiche già al primo turno a causa di un contatto con il muretto alla curva 19 nella parte finale del circuito a dimostrazione del fatto che la vettura anglo-austriaca non è imbattibile su questo tracciato. In più il campione del mondo in carica ha completato la sua giornata nera parcheggiando a fine turno la sua Red Bull a bordo pista per un presunto problema tecnico. Non proprio il massimo per stare tranquilli visto che la RB8 continua a soffrire di affidabilità dopo che in mattinata, nelle terze libere, sempre Vettel era stato condizionato da un problema ai freni. Ma anche senza problemi tecnici sarebbe stato molto difficile battere un Hamilton che ancora una volta su questo circuito si è dimostrato pilota da battere e i distacchi pesanti, 3 decimi per l’australiano, 4 per il tedesco, lo dimostrano.
Ancora più indietro la Ferrari che nonostante gli aggiornamenti apportati sulla vettura sembra essere peggiorata sul giro secco in qualifica dove ha perso altre due posizioni rispetto al GP d’India della scorsa settimana. La F2012 infatti ha sofferto dannatamente e non è riuscita ad andare oltre al settimo tempo di Fernando Alonso che ha chiuso con un ritardo di quasi un secondo da Hamilton. Ancora peggio Felipe Massa, relegato alla fine del turno in nona posizione anche se il distacco dal compagno di squadra è di un solo decimo, segno che il livello della Rossa in qualifica non è superiore a quello mostrato.
Ma soprattutto in previsione gara preoccupano i tanti piloti posizionati davanti ai due di Maranello, perchè nonostante i due lunghi rettilinei non sarà facile effettuare sorpassi su un circuito con queste caratteristiche. Anche perchè davanti allo spagnolo troviamo la Williams di Pastor Maldonado, bravissimo a conquistare la quarta posizione ai danni di Kimi Raikkonen e da un deludente Jenson Button, sesto, ma capace nel finale di trovare il guizzo giusto per piazzarsi davanti alla Rossa numero 5.
In mezzo alle due Ferrari troviamo la Mercedes che ha trovato uno spiraglio di luce grazie alla prestazione di Nico Rosberg, ottavo. Romain Grosjean con il decimo tempo ha invece chiuso la top-ten. Delusione invece nell’altra parte del box Mercedes con Michael Schumacher che come nelle libere ha confermato che oltre la 14esima posizione proprio non riesce ad andare. Davanti a lui le due Force India di Nico Hulkenberg, 11esimo e Paul Di Resta, 13esimo, con la Sauber di Sergio Perez che le divide in 12esima posizione.