Dopo l’Udinese adesso tocca al Milan iniziare a far i conti con la nuova stagione dovendo superare il primo esame di riparazione per guadagnarsi l’accesso all’edizione della Champions League 2013/2014. (altro…)
Con una prova di grande carattere il Chelsea si prenota per la finale di Europa League di Amsterdam, imponendosi per 2-1 sul campo del Basilea, (altro…)
Mentre le semifinali di Champions League come logico calamitano le maggiori attenzioni dei media e dei tifosi, un’altra Europa si gioca comunque una fetta importante della propria stagione. Anche l’Europa League, infatti, è approdata all’altezza delle semifinali e giovedì mette in campo due sfide di indubbio interesse e di assoluto equilibrio. Il Benfica, infatti, rende visita al Fenerbahce nel catino del Sukru Saracoglu di Istanbul, mentre il Chelsea Campione d’Europa in carica va a sfidare la rivelazione Basilea al Saint Jakob. Due sfide che si presentano sulla carta equilibrate, anche se i valori tecnici ed il blasone dovrebbero far propendere i pronostici in questo caso per lusitani e londinesi.
Il doppio confronto tra Fenerbahce e Benfica non rappresenta un inedito per le coppe europee. Turchi e portoghesi, infatti, vantano un precedente nella Coppa dei Campioni del 1975/76, non proprio da ricordare per il club di Istanbul. Il Fenerbahce allenato dal brasiliano due volte Campione del Mondo Didì venne battuto al Da Luz per 7-0, nella sconfitta più larga della sua storia europea. Nenè e Jordao siglarono entrambi una tripletta, mentre un’altra rete fu ad opera di Sheu. Era la prima stagione dei benfichisti orfani del grande Eusebio. Nel ritorno di Smirne i turchi conquistarono un platonico successo con la rete di Engin. Giovedì i turchi dovranno rendere la vita difficile a Cardozo e compagni soprattutto tra le mura amiche, prima di trovare un ambiente difficile a Lisbona.
L’altra rivelazione della competizione è rappresentata dal Basilea, che riceve il Chelsea. Fondato nel 1893, il Basilea non si è mai spinto così lontano in una coppa europea. Il miglior risultato, infatti, era stato un quarto di finale nel 1974 in Coppa dei Campioni. I rossoblu uscirono per mano del Celtic soltanto dopo i tempi supplementari. Oltretutto il Basilea ha vinto anche 3 Coppe delle Alpi, che effettivamente fanno però poco effetto in un curriculum internazionale. Nel 2012 il Basilea ha battuto per 2-1 il Manchester United e nei quarti di Europa League ha estromesso l’ambizioso Tottenham. Un biglietto da visita importante da mostrare al Chelsea.
Tra gli svizzeri, comunque, è da tenere d’occhio il veloce Mohamed Salah, trequartista egiziano classe ’92, prelevato dall’Al Mokawloon Al Arab. Ha fatto impazzire gli spurs e vuol ripetersi con i blues. Ma non sarà l’unico protagonista. Anche le semifinali di Europa League promettono scintille per uno spettacolo assicurato.
L’Europa League è giunta quasi al termine. Prima di sapere quali saranno le due squadre che si giocheranno la finale del torneo all’Amsterdam Arena, le pretendenti devono superare l’ultimo ostacolo: le semifinali. Questa fase ha rivelato almeno due sorprese di cui una in positivo e una in negativo. Nel primo caso ci riferiamo al Basilea, club che non si sognava minimamente di arrivare fin qui, mentre nel secondo parliamo del Chelsea: la squadra di Benitez, a dire il vero, avrebbe preferito trovarsi altrove, magari in semifinale sì ma di Champions League. Uscita in malo modo dalla competizione europea maggiore, il club inglese punterà tutto sull’Europa League che, se dovesse arrivare, sarebbe sempre un trofeo in più per arricchire la bacheca ma che non bilancerebbe le spese e gli investimenti fatti dalla società londinese. Le altre due semifinaliste sono il Benfica, formazione molto razionale e completa dal punto di vista dei giocatori, e il Fenerbahce, squadra che ha eliminato la Lazio ai quarti. Analizziamo nel dettaglio le situazioni delle protagoniste rimaste.
CHELSEA – Gli inglesi, giunti a questo punto, sono i favoriti per la vittoria finale dal momento che, sulla carta, sono nettamente superiori agli avversari. Dopo una stagione piuttosto deludente in patria, o comunque inferiore alle aspettative attese, l’Europa League è l’unica valvola di sfogo per il club londinese che l’anno scorso vinse la Champions League. Di necessità si fa virtù e se il Chelsea vuol terminare l’anno con almeno un trofeo dovrà dare il massimo in questa competizione da sempre snobbata dai top club. I Blues hanno fin qui eliminato squadre molto modeste quali lo Sparta Praga, Steaua Bucarest, e Rubin Kazan: niente di esaltante. Gli uomini chiave di Benitez, oltre a quelli della “vecchia guardia” sono Hazard, Oscar e Fernando Torres, che in ambito internazionale può risultare utile per via della sua esperienza nel settore.
BASILEA – Da cenerentola a sorpresa dell’Europa League: spesso e volentieri il confine tra due estremi è molto flebile e qui ne abbiamo una dimostrazione. Gli svizzeri hanno eliminato poi squadre di tutto rispetto. Un esempio? Il blasonato Zenit di Spalletti agli ottavi e il Tottenham di Bale ai quarti. Il sistema di gioco del Basilea è il 4-2-3-1 con Marco Streller nelle veci di unica punta ovvero di bomber della squadra. Altri giocatori importanti sono Valentin Stocker, esterno classe ’89 e il portiere Yan Sommer già finito nel mirino di alcuni grandi club europei. Comunque vada a finire, per il Basilea sarà festa in ogni caso.
BENFICA – Ecco la squadra forse più equilibrata fra le quattro semifinaliste. I portoghesi hanno sì ceduto due pezzi da novanta come Witsel e Javi Garcia ma hanno saputo anche far a meno di loro e inventare nuovi schemi di gioco. Il modulo è molto offensivo all’apparenza, un 4-3-3 che a dire il vero convince anche in fase difensiva. Nel reparto arretrato da sottolineare l’esperienza di Luisao assieme alla rapidità di Maxi Pereira e Garay, ex difensore mai esploso nel Real Madrid. Il giocatore in più è però Oscar Cardozo, attaccante da cui i tifosi e tutto l’ambiente si aspettano molto. Il percorso dagli ottavi in poi è stato quasi ottimo e ne sanno qualcosa Bayer Leverkusen, Bordeaux e Newcastle. Le carte in tavola per far bene ci sono eccome.
FENERBAHCE – “Mamma li turchi” diceva un vecchio detto popolare tornato improvvisamente in voga. Il Fenerbahce è riuscita a convincere e ad approdare alle semifinali di Europa League. L’ultima vittima degli uomini di Kocaman è stata la Lazio costretta a salutare la competizione dopo un 2-0 in Turchia e un 1-1 all’Olimpico. In un modulo che sa attaccare meglio che difendere (4-2-3-1) spiccano alcuni giocatori d’esperienza come Dirk Kuijt, Mehmet Topal ma anche alcune vecchie conoscenze nostrane tipo l’ex juventino Milos Krasic e Reto Ziegler. I giocatori chiave? Senza dubbio Raul Meireles senza dimenticare i vari Moussa Sow, Pierre Webò e Alex.
Nel silenzio irreale dell’Olimpico, la Lazio di Petkovic ha concluso all’altezza dei quarti di finale la propria comunque entusiasmante campagna europea. Anzi molti rimpianti accompagnano la squadra romana insieme a questa eliminazione. Il Fenerbahce non è apparso un ostacolo insormontabile, ma il passivo racimolato all’andata ad Istanbul e l’assenza di pubblico sugli spalti dell’impianto capitolino hanno indirizzato una qualificazione senza dubbio più agevole verso la compagine turca. Tra le altre cose il Fenerbahce per la prima volta nella sua storia con questo risultato raggiunge le semifinali di una competizione europea.
I biancocelesti hanno provato a sgretolare lo svantaggio in cui erano incappati dopo la partita di andata nell’inferno del Sukru Saracoglu, ma gli uomini di Petkovic non hanno goduto delle migliori fortune, neanche nello sfruttare al meglio le incertezze dell’estremo difensore avversario Volkan. Il gol di Lulic ha ridato fiato a concrete speranze per la Lazio, vicina poi successivamente anche al raddoppio, ma la squadra di Istanbul ha praticamente impattato alla prima vera occasione da gol imbastita, grazie ad un tiro imparabile di Caner Erkin. Il gol turco ha ovviamente spento le effimere speranze di una Lazio in ogni caso volenterosa.
Petkovic ha, ad ogni modo, dimostrato che si può competere su uno o più fronti nel corso della stagione. Il tecnico serbo ha rivelato coraggio ed idee. In questo ultimo scorcio di stagione gli rimane, comunque, la possibilità di inseguire un buon piazzamento in campionato e soprattutto di provare a vincere la Coppa Italia nella finale di Roma. L’Europa League è una competizione che non va snobbata. Anche perché il Fenerbahce non è sembrato un avversario irresistibile, che in semifinale troverà la compagnia prestigiosa del Chelsea e del Benfica e quella della rivelazione Basilea, squadra che gioca un calcio di grande ritmo.
Le italiane, dunque, sono già fuori da entrambe le competizioni europee. Un dato che fa riflettere ancora di più sul delicato momento del calcio italiano, di cui peraltro già si sapeva. Questa debacle non è niente altro che una conferma del momento negativo italiano nelle manifestazioni per club.
La Lazio ha visto interrompere bruscamente la sua imbattibilità stagionale in Europa League nella trasferta di Istanbul, tramortita dal Fenerbahce e dal tifo incessante nel catino del Sukru Saracoglu. In verità la squadra di Petkovic ha pagato in termini di risultato oltre i suoi reali demeriti, perdendo il controllo della partita dopo l’ingenua, ma probabilmente giusta espulsione del nigeriano Onazi, reo di un doppio fallo di ammonizione effettivamente evitabile. I turchi hanno poi approfittato della superiorità numerica per infliggere nel finale un brusco doppio colpo alla formazione capitolina. Il passivo di 2-0 rischia in qualche modo di risultare pesante in vista del retour-match dell’Olimpico, che peraltro si disputerà a porte chiuse per la nota squalifica comminata alla UEFA alla società romana per cori razzisti.
Oltretutto la Lazio ha anche da recriminare sul modo in cui sono giunti i due gol dei turchi. Il primo arrivato su un calcio di rigore decretato dallo scozzese Collum per un fallo di mano apparso ai più involontario di Radu, con relativa trasformazione impeccabile del camerunense Webò. Mentre il raddoppio è giunto allo scadere ad opera dell’olandese Kuyt, abile a ribadire in rete una difettosa e corta respinta di Marchetti su punizione di Caner. Il Fenerbahce ha risolto la contesa, approfittando come era logico che fosse della superiorità numerica, anche se prima del vantaggio sia Sow che Raul Meireles avevano colpito i legni della porta dei romani.
Petkovic rimane, comunque, fiducioso per la gara di ritorno a Roma. Il punteggio in effetti condanna la Lazio oltre quelli che sono i reali valori espressi in campo. Il pubblico del Sukru Saracoglu con il suo tifo incessante ed assordante ha fatto lievitare senza dubbio lo stesso valore della squadra di Aykut Kocaman, peraltro e comunque rinforzatasi con calciatori di indubbio spessore. Anche se nel suo ruolino di marcia europeo il Fenerbahce riesce a registrare anche in trasferta un rendimento di assoluta importanza. La gara dell’Olimpico senza l’apporto del pubblico rimane in ogni caso un’incognita.
Del resto in tutte le gare dell’andata dei quarti di finale si è registrato un netto predominio del fattore campo. Il Chelsea ed il Benfica hanno battuto con il medesimo punteggio di 3-1 rispettivamente il Rubin Kazan ed il Newcastle, mentre il Tottenham Hotspur ha faticato enormemente per rincorrere e pareggiare a domicilio per 2-2 contro il Basilea.
Non sono stati molti in verità i confronti tra le squadre italiane ed il Fenerbahce, compagine turca fondata nel 1907 nella zona asiatica di Istanbul e pertanto acerrima rivale del Galatasaray, squadra invece nata nel 1905 nella parte europea. Del resto il Fenerbahce nella sua militanza europea non ha goduto proprio di molte fortune. Il suo unico successo peraltro si registrò nel 1967 nella defunta Coppa dei Balcani.
I turchi incrociarono le ambizioni europee di una squadra italiana per la prima volta nella Coppa Uefa del 1984/85 e la Fiorentina del doutor Socrates estromise il Fener nel primo turno della competizione. I gigliati vinsero ad Istanbul con gol di Pecci e quindi replicarono a Firenze con i gol di Passarella e Paolino Pulici. Sulla panchina della squadra del Bosforo c’era il santone jugoslavo Veselinovic. Un nuovo doppio confronto si registrò poi ancora in Coppa UEFA nel 1990/91. Questa volta fu l’Atalanta di Pierluigi Frosio a sbarrare la strada ai turchi all’altezza del secondo turno. Il Fenerbahce schierava il tedesco Harald Schumacher tra i pali e beneficiava dell’apporto di Guus Hiddink in panchina. Ma la qualificazione orobica non fu mai messa a repentaglio. Vittoria atalantina ad Istanbul propiziata da Bonacina e quindi perentorio 4-1 a Bergamo, grazie ai gol di Evair, Perrone, Nicolini e Bonacina, a cui replicò il solo Ismail. Schumacher aveva perso lo smalto dei tempi migliori, smarrito peraltro nel suo libro autobiografico in cui denunciava il doping ed altro nel calcio tedesco e per questo esiliato al di là dei confini germanici.
Nel 1996/97, invece, il Fenerbahce affidato alle cure del brasiliano Sebastiao Lazaroni provò ad impensierire la fortissima Juventus di Lippi in Champions League. Ma i turchi persero in casa, gol di Boksic, e a Torino, reti di Padovano ed Amoruso. Il Fenerbahce poi ottenne finalmente un successo contro una squadra italiana il 17 settembre del 2007 ed in Champions League. Al Sukru Saracoglu, infatti, il Fener, passato sotto la guida tecnica di Zico, si impose per 1-0 al cospetto dell’Inter, grazie ad un bellissimo gol del carioca Deivid in mezza rovesciata. Del resto i gialloblu beneficiavano anche dell’apporto dell’ex con il dente avvelenato Roberto Carlos. L’Inter poi vinse a Milano per 3-0, ma entrambe passarono al turno successivo.
Non sono mancati i colpi di scena e le sorprese, così come era ampiamente preventivabile, nel sorteggio per gli abbinamenti dei quarti di finale delle coppe europee. L’urna di Nyon ha stabilito gli accoppiamenti per il prosieguo dei tornei sia di Champions League che di Europa League e consegnando alle due squadre italiane superstiti le rispettive euroavversarie. Il bilancio delle italiane in tal caso è soddisfacente soltanto a metà. Infatti, la Juventus ha incrociato le ambizioni riconosciute del Bayern Monaco, squadra che sta dominando la Bundesliga e sconfitta lo scorso anno in finale, mentre la Lazio ha pescato i turchi del Fenerbahce, non tra le grandissime del calcio europeo, ma formazione senza dubbio di tutto rispetto.
In Europa League, come detto, la Lazio incrocia il Fenerbahce. Anche nei quarti di Coppa UEFA del 2002/2003 i romani eliminarono una turca, in quel caso il Besiktas di Istanbul. Il Chelsea, invece, dovrà domare l’ostico Rubin Kazan, formazione russa scorbutica che in Europa riesce a compiere spesso e volentieri l’impresa. Qualche anno fa in Champions espugnò addirittura il Camp Nou. Il Tottenham Hotspur, ridimensionato dalla grande paura patita a San Siro, prova a frenare la corsa del sorprendente Basilea. Anche qui il pronostico è in favore dei londinesi, ma gli elvetici in Europa hanno palesato tanti e convincenti progressi. Il Benfica in versione brillante e spumeggiante, invece, deve contenere gli ardori di un’altra inglese, il Newcastle, che stenta molto in campionato ma che rivendica importanti ambizioni europee. I bianconeri nel lontano ’69 vinsero la Coppa delle Fiere.
Il dopo Sneijder è già cominciato in casa Inter. I nerazzurri infatti sono ad un passo del trequartista marocchino Younes Belhanda, 22enne in forza ai francesi del Montepellier. A darne notizia è proprio il presidente dei transalpini Louis Nicollin il quale al giornale turco AmkSpor ha dichiarato di aver accetto un offerta di 14 milioni da parte dei milanesi, respingendo quella del Fenerbahce che era stata inferiore di sei milioni. Una trattativa chiusa in meno di una settimana, considerando che l’Inter si è fatta avanti appena giovedi scorso per assicurarsi uno dei migliori talenti in circolazione nel campionato francese che sino ad ora ha messo a segno 6 gol in 17 gare disputate. Il giovane calciatore del Montpellier ricopre il ruolo di centrocampista offensivo, in pratica quello che prediligeva Sneijder, ma può giocare tranquillamente anche come ala.
Il suo è stato un cammino fatto di un progressivo avanzamento nel rettangolo di gioco, considerando che originariamente giocava davanti alla difesa avendo un’ampia visione di gioco e una tecnica sopra la media. Piano piano però è stato avanzato, tanto che nel corso degli anni è stato considerato in Francia come il nuovo Pires. Anche se non potrà mai vestire la maglia dei Galletti avendo rinunciato alla nazionalità francese, nonostante due presenze con la Nazionale Under 20 transalpina, conservando quella marocchina con la quale ha anche debuttato nel 2010 contro l’Irlanda del Nord.
Belhanda sinora ha vestito una sola maglia, quella del Montpellier, e per lui sarebbe quella interista un’esperienza tutta nuova. Dopo la trafila delle giovanili, il giocatore marocchino dal 2007 al 2009 finisce nella squadra satellite, il Montpellier 2, nella quale colleziona 22 presenze corredate da un gol. Passa cosi in prima squadra dove gioca dalla seconda parte del 2009 sino ad oggi collezionando 114 presenze e 22 gol ottenendo diversi riconoscimenti tra cui, nella passata stagione, quello di calciatore dell’anno in Francia. Per l’Inter un rinforzo di qualità che potrebbe significare anche la cessione di Coutinho in modo da far cassa e coprire cosi l’esborso per l’arrivo del marocchino.
E’ ancora l’Olimpia Milano a tenere alti i colori italiani in Eurolega: la squadra di coach Sergio Scariolo infatti centra la seconda vittoria in 2 partite andando ad espugnare il parquet dei croati del Cedevita Zagabria (punteggio finale di 83-71) e con questa vittoria si mantiene in testa la proprio girone, a pari punti con lo Zalgiris Kaunas.
Dopo i 2 KO di Siena e Cantù, ancora a secco di successi nella manifestazione dopo 2 giornate disputate, è solo l’Emporio Armani che fa sorridere il nostro basket. Match non eccelso a livello di qualità per i biancorossi ma giocato con tanta grinta e determinazione, cosa che era mancata nella “scoppola” ad Avellino nel terzo turno del campionato italiano. Bourousis e Fotsis guidano il primo allungo in avvio (12-4), poi però l’Olimpia si spegne e permette a Gelabale e Wright di riportare sotto i padroni di casa che al 13esimo firmano il sorpasso sul 24-22. Milano non ci sta, si riprende grazie ad un parziale di 8-0 e chiude in testa il primo tempo (40-37).
Nel secondo tempo i mattatori per la squadra italiana sono Cook ma soprattutto Langford che respingono sistematicamente ogni tentativo avversario di riavvicinamento. Niente da fare per i croati che cedono per 83-71, puniti dai 17 punti di un super Langford e dai 15 di un ottimo Cook, non bastano ai padroni di casa i 20 punti di Gelabale ed i 14 di Wright.
Per quanto riguarda gli altri risultati continua a sorprendere lo Zalgiris Kaunas, in testa al gruppo assieme a Milano, che batte a Vitoria il Caja Laboral. Inaspettato KO del Real Madrid sul campo del Khimki (86-85) mentre l’Anadolu Efes (sconfitto da Milano alla prima giornata) surclassa i campioni in carica dell’Olympiacos per 98-72. Bene anche il Fenerbahce di coach Simone Pianiginai che batte a domicilio l’Olimpia Lubiana (nonostante i guai con il passaporto di Romain Sato) con il risultato di 81-75.
BC Khimki vs Real Madrid 86-85
Cedevita Zagreb vs EA7 Emporio Armani 71-83
Anadolu Efes vs Olympiacos 98-72
Caja Laboral vs Zalgiris Kaunas 71-77
Union Olimpija vs Fenerbahce Ulker 75-81
Lietuvos Rytas vs Barcelona Regal 49-67
Brose Baskets vs Besiktas 71-86
Alba Berlin vs Elan Chalon 74-71
Partizan vs CSKA Moscow 71-76 (overtime)
Panathinaikos vs Mapooro Cantù 78-76
Maccabi Electra vs Montepaschi Siena 70-68
Asseco Prokom vs Unicaja Malaga 75-77
LE CLASSIFICHE
GROUP A
Fenerbahce Ulker Istanbul 4
Union Olimpija 2
Real Madrid 2
Panathinaikos Athens 2
BC Khimki Moscow 2
Mapooro Cantu 0
GROUP B
Alba Berlin 4
Maccabi Electra Tel Aviv 4
Elan Chalon-Sur-Saone 2
Unicaja Malaga 2
Montepaschi Siena 0
Asseco Prokom Gdynia 0
GROUP C
Zalgiris Kaunas 4
EA7 Emporio Armani Milano 4
Olympiacos Piraeus 2
Anadolu Efes Istanbul 2
Caja Laboral Vitoria 0
Cedevita Zagreb 0
GROUP D
CSKA Moscow 4
FC Barcelona Regal 4
Besiktas JK Istanbul 4
Brose Baskets Bamberg 0
Partizan Belgrade 0
Lietuvos Rytas Vilnius 0