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  • Juve e Roma non si fanno male. Totti risponde a Iaquinta

    Juve e Roma non si fanno male. Totti risponde a Iaquinta

    Finisce 1-1 all’Olimpico l’anticipo serale tra Juventus e Roma in uno dei tre big match che offre in questo weekend la scoppiettante 12esima giornata di Serie A. Bianconeri e giallorossi, che domani assisteranno comodamente in poltrona al derby della Madonnina tra Inter e Milan, si dividono la posta in palio rimandando al prossimo impegno l’appuntamento con la vittoria. Forse non era questa la serata adatta per pensare ad un’eventuale aggancio al vertice della classifica, considerato che entrambe le squadre godono di una buona salute, ma ci si aspettava, sia da una parte che dall’altra, un pizzico di incisività in più per tentare il colpaccio. Le reti, tutte nel primo tempo, portano le firme di Iaquinta e Totti.

    Era la partita dei due ex Del Neri e Ranieri, quest’ultimo più avvelenato nei confronti della Vecchia Signora per l’esonero subito a sole due giornate dalla fine del campionato stagione 2008-2009. Ma era soprattutto la partita che vedeva lo scontro tra le due bandiere, nonchè capitani, dei rispettivi club, Totti e Del Piero. Confronto mancato perchè Del Neri preferisce Iaquinta a Pinturicchio che parte inizialmente dalla panchina mentre il Pupone va ad affiancare regolarmente in attacco Menez e Vucinic.
    La Juve, alle prese con l’infermeria piena ma che piano piano va svuotandosi (recuperati Amauri e Traorè), si presenta nuovamente con Grosso sulla corsia sinistra di difesa e con Sorensen nel’inedita posizione di terzino destro, buona nonostante tutto la prova del giovane centrale difensivo.

    La Juve parte forte e già dopo una manciata di minuti ha l’occasione per passare in vantaggio: Quagliarella lancia Iaquinta che a tu per tu con Julio Sergio si allarga troppo sparando addosso al portiere giallorosso. La Roma si riorganizza e risponde con una conclusione a giro di Menez che Storari manda in angolo. La squadra di Ranieri conduce la gara e palleggia bene a centrocampo mentre la Juve assume lo stesso atteggiamento attendista sfoggiato contro il Milan lasciando l’iniziativa all’avversario per poi colpirlo in contropiede, sistema con il quale Del Neri stese all’Olimpico i giallorossi per 2-1 nella passata stagione quando guidava la Samp e che in quella occasione costò lo scudetto alla Roma.
    Al 24′ altra occasione gol per i bianconeri: su un cross di Aquilani, romano doc che stasera affrontava i suoi ex compagni, prima Quagliarella non riesce a dare il giusto impatto con la sfera e poi Iaquinta manca incredibilmente l’appuntamento con il gol da due passi con la palla che gli sfila davanti. La Juve riparte velocissima in contropiede e alla mezz’ora su un altro traversone, questa volta di Pepe, è Julio Sergio a togliere letteralmente la sfera dalla testa di Iaquinta che altrimenti sarebbe andato a colpo sicuro. E’ il preludio al gol che arriva 5 minuti più tardi con una deliziosa giocata di Aquilani, sempre più indispensabile per il centrocampo juventino, che prima beffa con tunnel Greco e poi con un cross ben calibrato pesca alla perfezione Iaquinta che in girata volante trafigge Julio Sergio.
    La Roma però non subisce il colpo e continua a spingere soprattutto con Menez, il migliore dei suoi stasera. Il pari giunge nell’unico minuto di recupero del primo tempo decretato da Rizzoli per un fallo di mani di Pepe in area di rigore su una punizione calciata da Totti; è lo stesso capitano poi che va a trasformare il penalty procurato tra le proteste, inutili, dei bianconeri. Pochi secondi prima la Roma aveva reclamato un altro rigore per atterramento di Chiellini ai danni di Mexes, rigore che sembra starci.

    Nel secondo tempo, che vede l’esordio di Traorè subentrato all’acciaccato Grosso, i capitolini mostrano una maggiore grinta agonistica e aumentano la loro aggressività nell’aggredire il portare di palla bianconero, risultato che produce l’effetto sperato, quello di continuare a non far giocare la Juve così Del Neri corre ai ripari inserendo Del Piero a 35 minuti dal termine al posto di Iaquinta. La sfida a distanza con Totti dura però poco più di un quarto d’ora perchè Ranieri decide di richiamare il capitano giallorosso in panchina per giocarsi la carta Borriello aumentando il peso offensivo in un attacco che stasera è stato poco incisivo negli ultimi 20 metri.
    Le occasioni più ghiotte però capitano ancora alla Juve prima con Aquilani che, ben servito dal “rimorchio” di Felipe Melo, vede Burdisso immolarsi sulla traiettoria altrimenti piazzata nell’angolino basso e poi con Quagliarella che sforna una delle sue pregevoli conclusioni balistiche dalla lunga distanza ma che trova pronto Julio Sergio. Non succede più nulla, gli ospiti tengono saldamente in mano il pallino del gioco ma non producono pericoli verso la porta difesa da Storari.

    In classifica la Juve agguanta l’Inter a quota 20 mentre la Roma segue ad una sola lunghezza ma domani il derby di Milano e la sfida importante tra Lazio e Napoli può rimescolare le carte.

    Il tabellino
    JUVENTUS – ROMA 1-1
    35′ Iaquinta (J), 49′ pt rig Totti (R)
    JUVENTUS (4-4-2): Storari; Sorensen, Bonucci, Chiellini, Grosso (46′ Traoré); Pepe, Felipe Melo, Aquilani, Marchisio (76′ Amauri); Quagliarella, Iaquinta (54′ Del Piero).
    Panchina: Costantino, Salihamidzic, Sissoko, Lanzafame.
    Allenatore: Del Neri.
    ROMA (4-4-2): Julio Sergio; Cassetti (46′ Rosi), Méxes, N. Burdisso, Riise; Greco (75′ Brighi), De Rossi, Simplicio, Menez; Totti (68′ Borriello), Vucinic.
    A disposizione: Lobont, Perrotta, Baptista, Adriano.
    Allenatore: Ranieri.
    Arbitro: Rizzoli
    Ammoniti: Menez (R), Pepe (J), Greco (R), Burdisso (R)

    LE PAGELLE

  • Quagliarella, il bomber fatto in casa

    Quagliarella, il bomber fatto in casa

    Quagliarella è il re dei gol impossibili“, “Quagliarella non è un bomber“. “Quagliarella non fa al caso della Juventus“. Questi erano i commenti che abbiamo tutti potuto apprezzare, nei giorni successivi l’acquisto dell’attaccante di Castellamare.

    Fabio Quagliarella non è stata sicuramente una prima scelta per la Juventus, che precedentemente aveva dovuto ricevere “NO!” secchi da parte di altri due attaccanti, prima di virare decisa sull’ex napoletano. In principio fu Totò Di Natale e successivamente Marco Borriello, ad aver rifiutato di trasferirsi alla corte di Madama, forse non credendo a pieno nel progetto di Marotta-Del Neri.

    Ma non appena è stato interpellato, Fabio ha risposto presente, affermando: “Questi treni passano una volta sola nella vita“. I fatti gli danno ragione. La Juventus sta disputando un ottimo campionato e Fabio ha iniziato a segnare con una regolarità disarmante, mettendo dentro anche gol “brutti” ma preziosi.

    Ha fatto meglio anche di Di Natale (2 soli gol) e di Borriello (5). Del Neri si coccola il suo nuovo bomber, fatto di 6 gol ma non solo; anche la manovra, grazie a Fabio ed ai suoi movimenti, ne ha tratto giovamento. E i suoi ripiegamenti in difesa hanno reso essenziale il suo apporto nella Juve. Vai Quaglia, continua a segnare… Magari anche gol impossibili, che noi non ci stancheremo di ammirare.

  • Juve rimandata a Brescia, 1-1. Eurogol di Diamanti

    Juve rimandata a Brescia, 1-1. Eurogol di Diamanti

    A Brescia era importante non perdere ulteriore terreno in classifica dalle prime della classe tenendo conto anche della sfida impegnativa di sabato sera con la Roma. E invece la Juventus continua con la sua altalena di risultati strappando un punto alle Rondinelle che in fin dei conti si può ritenere guadagnato per la truppa di Del Neri perchè l’1-1, per quanto fatto vedere in campo, sta stretto alla squadra di Iachini. Succede tutto nella ripresa: al gol di Quagliarella risponde con un magnifico sinistro Diamanti che festeggia nel migliore dei modi il suo secondo centro in campionato.

    La Juve che è sempre alle prese con un’infermeria piena (ben 11 gli indisponibili) sembra una squadra formata da reduci di guerra: la stanchezza, vuoi o non vuoi, giocando quasi sempre gli stessi giocatori, si fa sentire. Il Brescia invece è in crescita e con il morale alto dopo il pari, ampiamente meritato, di San Siro conquistato contro i campioni d’Italia dell’Inter.
    Le Rondinelle, sulle ali dell’entusiasmo, fanno la partita e, in particolar modo con Diamanti, fanno sudare più del dovuto mediani e centrali bianconeri. Storari si vede bersagliato da missili dalla distanza da tutte le parti: ci prova Diamanti per ben due volte, in apertura di gara e sul finire del primo tempo ma prima trova la ripsosta dell’estremo difensore juventino, la seconda conclusione fa la barba al palo. In mezzo il bolide di Eder, conclusione stilisticamente bellissima, coordinazione perfetta ma a dire no al brasiliano ci pensa la traversa. Per vedere la Juve ci vuole la mezz’ora del primo tempo che si fa viva con Quagliarella di testa per il primo vero pericolo verso la porta difesa da Arcari che evita il gol con un colpo di reni alzando la sfera sopra la traversa.

    Nella ripresa la musica non cambia, Juve e Brescia suonano lo stesso disco del primo tempo: Motta è spaesato in marcatura, gli avversari gli sgusciano da tutte le parti e non riesce mai a spingere sulla sua corsia di competenza; addirittura la Juve si trova a spingere meglio con Grosso, alla sua seconda partita in campionato dopo il reintegro in rosa deciso da Del Neri per sopperire agli infortuni; Sissoko sbglia una miriade di passaggi, Aquilani manca di smalto e Del Piero, che ieri ha spento 36 candeline, non entra mai in partita. Ecco perchè Del Neri opta per l’avvidendamento del capitano con Iaquinta con l’intenzione di dare più profondità alla manovra bianconera. Infatti l’attaccante neo entrato riesce a tenere alta la squadra e al minuto 70 serve a Quagliarella un assist al bacio al centro dell’area, la sua conclusione però colpisce il palo. Insiste la Juve in questo frangente e fa bene perchè 120 secondi più tardi su un cross rasoterra di Grosso è sempre l’attaccante ex Napoli, in linea con la sfera, a mettere dentro di rapina. Ma non c’è neanche il tempo di mettere a fuoco che Diamanti con una magia pareggia: l’ex West Ham lascia partire una conclusione tesa di esterno mancino esattamente dal vertice sinistro dell’area di rigore bianconera che sfiora le gambe di Sissoko, la testa di Chiellini e si va ad insaccare nell’angolino più lontano, imparabile per Storari per lo stupore e l’incredulità di Del Neri in panchina.
    Ma è la Juve nel finale a rischiare il colpo: cross del solito Grosso e girata di prima intenzione di Quagliarella la cui conclusione sorvola di poco la traversa. Finisce 1-1, la Juve si mantiene ad un punto sotto di distanza dall’Inter ma vede il Milan allontanarsi, il campionato del Brescia invece, dopo le 5 sconfitte consecutive, deve ripartire dalle ottime partite di San Siro e di stasera.

    Il tabellino
    BRESCIA – JUVENTUS 1-1
    71′ Quagliarella (J), 73′ Diamanti (B)
    BRESCIA (4-3-2-1): Arcari; Berardi, Zebina, Martinez, Daprela; Hetemaj, Cordova, Baiocco (76′ Vass); Diamanti (86′ Possanzini), Eder (63′ Kone); Caracciolo.
    Panchina: Leali, Bega, Budel, Zambelli.
    Allenatore: Iachini
    JUVENTUS (4-4-2): Storari; Motta, Bonucci, Chiellini, Grosso; Pepe (79′ Salihamidzic), Sissoko, Aquilani (76′ Lanzafame), Marchisio; Quagliarella, Del Piero (58′ Iaquinta).
    Panchina: Costantino, Sorensen, Camilleri, Giandonato.
    Allenatore: Del Neri
    Arbitro: Damato
    Ammoniti: Pepe (J), Motta (J), Grosso (J), Caracciolo (B), Berardi (B)

  • La Juve suda e vince contro un ottimo Cesena

    La Juve suda e vince contro un ottimo Cesena

    Partita dal risultato bugiardo quella tra Juventus e Cesena, con i romagnoli che partono benissimo e dopo solo 10 minuti di gara passano in vantaggio con Jimenez, dopo un’ottima azione corale iniziata con un assist al bacio di Giaccherini sulla testa di Schelotto,  che colpisce male ma riesce comunque a servire il cileno per l’ 1-0.

    La Juventus soffre molto le rapide incursioni dei trequartisti romagnoli, ma un Del Piero in grandissimo spolvero tiene bene palla, con dribbling sontuosi e aiuta la squadra a rimanere alta. Al 20′ ci prova Aquilani, con una sventola da fuori che impegna severamente Antonioli. Al minuto 29 la svolta del match: su un cross di Del Piero, Pellegrino trattiene in area Bonucci e l’arbitro Romeo non esita un secondo a comminare la prima ammonizione al difensore del Cesena e a decretare il calcio di rigore che lo stesso Del Piero realizza. 180 gol in serie A e gara riaperta. Al 40′ Pellegrino si fa stupidamente ammonire una seconda volta per un evitabile intervento su Pepe: rosso e Cesena in dieci.

    Due minuti dopo la Juventus passa in vantaggio: cross telecomandato di Marchisio che con il mancino innesca Quagliarella che si tuffa a volo d’angelo e trafigge un incolpevole Antonioli. Sul finire del primo tempo, un accenno di rissa tra Sissoko e Bogdani, con Romeo che estrae il cartellino giallo per entrambi.

    Nella ripresa il ritmo partita cala nettamente: Del Neri prova a dare nuova vivacità alla manovra bianconera, mandando in campo Iaquinta e Felipe Melo al posto di Del Piero e Sissoko. Solita standing ovation per il capitano bianconero. Ficcadenti tenta il tutto per tutto inserendo Ceccarelli e lo spagnolo Rodriguez. Il Cesena con Giaccherini, prova alcune incursioni che i difensori juventini sventano sempre con qualche difficoltà di troppo. Buona la prova del giovanissimo Sorensen e del reintegrato Grosso.

    Pochi minuti dopo il suo ingresso, si infortuna Felipe Melo, che lascia il posto all’altro reintegrato Salihamidzic, il quale trova pure il tempo per inventarsi un assist perfetto per Vincenzo Iaquinta che l’attaccante Calabrese incrocia bene e con un morbido tocco manda la palla alle spalle di Antonioli. 3-1 e partita chiusa.

    La Juventus si rifà sotto in classifica, approfittando della sconfitta della Lazio che ora è a -4. Il Cesena di Ficcadenti, gioca bene ma non fa punti. Ultimo in classifica a soli 8 punti.

    IL TABELLINO
    Juventus-Cesena 3-1
    Juventus (4-4-2): Storari 6; Motta 5, Bonucci 6, Sorensen 6, Grosso 6,5; Pepe 6,5, Sissoko 6 (12′ st Melo s.v, 31′ st Salihamidzic 6,5), Aquilani 7, Marchisio 5,5; Quagliarella 7, Del Piero 7,5 (12′ st Iaquinta 7). A disposizione: Costantino, Camilleri, Liviero, Lanzafame. All.: Delneri
    Cesena (4-3-3): Antonioli 6; Lauro 6 (32′ st Ceccarelli 6), Pellegrino 4, Von Bergen 6, Nagatomo 6,5; Appiah 5, Parolo 6,5, Schelotto 6,5 (44′ Benalouane 5,5); Jimenez 6, Giaccherini 7; Bogdani 5 (32′ st Rodriguez 5). A disposizione: Cavalieri, Fatic, Piangerelli, Gorobsov. All.: Ficcadenti
    Arbitro: Romeo
    Marcatori: 11′ Jimenez (C), 31′ rig. Del Piero, 43′ Quagliarella, 42′ st Iaquinta (J)
    Ammoniti: Motta, Sissoko (J), Appiah, Bogdani (C)
    Espulsi: Pellegrino (C) per somma di ammonizioni
  • Colpo grosso Juve a San Siro. Quagliarella e Del Piero stendono il Milan

    Colpo grosso Juve a San Siro. Quagliarella e Del Piero stendono il Milan

    A San Siro, nell’anticipo serale e big match della nona giornata di Serie A, una Juve operaia e falcidiata dagli infortuni spegne le stelle rossonere del Milan infliggendo alla squadra di Allegri una sconfitta a domicilio che pesa e non poco. L’aveva detto Del Piero alla vigilia che la Juventus sarebbe uscita a testa alta dallo scontro, e così è stato: i bianconeri, autori di una prova difensiva maiuscola e con un centrocampo perfetto, si impongono sul Diavolo con le reti, una per tempo, di Quagliarella e proprio del capitano juventino; inutile e valida solo per gli amanti delle statistiche, la rete nel finale di Ibrahimovic, autore della sua prima rete alla sua ex squadra sfatando un tabù che durava da tempo (l’attaccante svedese non aveva mai segnato alla Juve prima d’ora).

    La serata comincia male per la squadra di Del Neri che perde Chiellini per un problema muscolare nel riscaldamento pre-partita; il tecnico bianconero è costretto così a schierare gli unici quattro difensori a disposizione (Motta, Bonucci, Legrottaglie e De Ceglie) per tamponare l’attacco micidiale rossonero. Tante le assenze, sia da una parte che dall’altra: alla Juve manca il “turbo”, Krasic, fermo per la squalifica mentre il Milan deve fare a meno della fantasia di Ronaldinho e la sicurezza difensiva di Thiago Silva. Tanto per citarne alcuni.

    Il Milan parte in quinta e schiaccia una Juve che pare stordita e sorpresa dal ritmo forsennato iniziale della squadra di Allegri. Il primo quarto d’ora è di marca rossonera con Ibrahimovic che va ben due volte vicinissimo al gol: la prima è una pennellata di prima intenzione a giro da fuori area che, però, si stampa all’incrocio dei pali, la seconda arriva solo un minuto più tardi ma Storari risponde presente al destro dello svedese mettendo in angolo. Piano piano la Juve esce dal suo guscio e conquista metri importanti con un grandioso Felipe Melo, forse la sua migliore partita da quando indossa la maglia bianconera, e con un indispensabile Aquilani in cabina di regia. Del Piero spreca malamente un buona occasione da posizione defilata sulla sinistra su una palla persa di Ibra a centrocampo e alla prima vera occasione la Juve passa in vantaggio al 24′ con un colpo di testa di Quagliarella, in perfetta torsione, servito da un cross al bacio di De Ceglie.
    Il Milan è colpito e barcolla clamorosamente, il capitano bianconero non riesce a dare il colpo di grazia su contropiede, bravo Abbiati a distendersi e a rifugiarsi in calcio d’angolo.
    Il problema infortuni per entrambi gli allenatori non finisce certo qui perchè De Ceglie e Bonera vanno ko dopo uno scontro ginocchio contro ginocchio (ad avere la peggio è il milanista uscito dal campo in barella) costringendo Del Neri a fare di necessità virtù inserendo Pepe nel ruolo di terzino sinistro mentre Allegri si affida alla velocità di Abate. Ibrahimovic ha ancora una buona opportunità ma questa volta il suo 47 di piede non lo aiuta alzando più del dovuto la mira. Si va al riposo sull’1-0.

    Nella ripresa ci si aspetta la reazione veemente del Milan che parte spedita alla ricerca del pareggio. Felipe Melo continua a giganteggiare in mezzo al campo e al 50′ salva su un bolide di Ibrahimovic altrimenti indirizzato in porta ma la maledizione infortuni continua a tartassare Del Neri che vede anche un ottimo Martinez, il sotituto designato di Krasic, gettare la spugna costringendo il tecnico a ridisegnare la sua Juve mandando in campo Sissoko.
    Il pallino del gioco rimane in mano ai padroni di casa, la Juve tiene bene il campo e riparte velenosamenente in contropiede. E proprio su uno di questi che la Madama raddoppia: Quagliarella scodella una palla al limite dell’area, Antonini sbaglia l’intervento favorendo l’inserimento di Sissoko che da solo davanti ad Abbiati svirgola la palla e scivola, si rialza, si gira e serve Del Piero che con un tiro millimetrico beffa il portiere rossonero. Per il capitano della Juve questo potrebbe essere stato l’ultimo gol realizzato a San Siro visto che le trattative per il rinnovo con la Juve è ancora in alto mare.
    E con ancora 25 minuti da giocare il Milan si getta con tutte le sue forze in attacco: Pato è evanescente e Allegri decide di giocarsi la carta Inzaghi. I rossoneri sfondano a sinistra dove Motta è praticamente in balia della velocità di Robinho e proprio da un suo cross Ibra a 7 minuti dal termine mette la sua firma insaccando con una zuccata. Prima rete alla Juventus per il gigante svedese. Ma il risultato non cambia più e dopo 5 minuti di recupero la Juve può alzare le braccia al cielo ed esultare per una vittoria portata a casa giocando con il coltello tra i denti rilanciandosi in classifica a 2 punti dai rossoneri, 3 dall’Inter e a 4 dalla Lazio capolista che però ha una gara in meno. Il Milan invece deve metabolizzare subito la sconfitta perchè mercoledì a San Siro arriva il Real Madrid di Mourinho. Ed lì è assolutamente vietato sbagliare.

    Il tabellino
    MILAN – JUVENTUS 1-2
    24′ Quagliarella (J), 65′ Del Piero (J), 83′ Ibrahimovic (M)
    MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Bonera (34′ Abate), Nesta, Papastathopoulos, Antonini; Gattuso, Pirlo, Boateng (70′ Seedorf); Robinho; Pato (75′ Inzaghi), Ibrahimovic.
    Panchina: Amelia, Yepes, Montelongo, Flamini.
    Allenatore: Allegri
    JUVENTUS (4-4-2): Storari; Motta, Bonucci, Legrottaglie, De Ceglie (40′ Pepe); Martinez (56′ Sissoko), Felipe Melo, Aquilani, Marchisio; Quagliarella, Del Piero (85′ Amauri).
    Panchina: Costantino, Giandonato, Sorensen, Giannetti.
    Allenatore: Del Neri
    Arbitro: Rocchi
    Ammoniti: Felipe Melo (J), Pepe (J), Boateng (M), Pirlo (M)

  • Le rivincite di Marotta: Krasic, Aquilani e Quagliarella sono da Juve

    Le rivincite di Marotta: Krasic, Aquilani e Quagliarella sono da Juve

    Esperti di mercato e tifosi avevano criticato aspramente le scelte di mercato della nuova Juventus mettendo in dubbio le capacità di Marotta di gestire un gruppo importante dove l’imperativo non è stupire ma vincere. L’ex tuttofare doriano non si è mai curato delle critiche andando dritto per la sua strada rimanendo convinto delle scelte estive ma sopratutto della bontà del nuovo progetto Juve del fido Del Neri.

    La Vecchia Signora dopo un avvio stentato di partita in partita sta crescendo di condizione mettendo in luce una buona intensità di gioco ma anche uno spirito di sacrificio e coesione della squadra che mancava da fin troppo tempo.

    E’ indubbio che il pezzo pregiato della campagna acquisti è Milos Krasic, l’esterno per la chioma bionda e per la corsa ricorda Nedved anche se in campo sta sostituendo sulla fascia destra quel Camoranesi che per tante stagioni è stato l’ago della bilancia dei successi bianconeri.

    Chi inizia a girare e far girare la squadra è Alberto Aquilani, ennesima scommessa vinta da Marotta, dato da molti per bollito l’ex giallorosso dimostra di aver le carte in regola per prender in mano le redini del centrocampo bianconero e magari riconquistare la Nazionale.

    Ottime notizie anche da Quagliarella a segno con una discreta regolarità e autore di un lavoro oscuro fungendo spesso da collante tra centrocampo e attacco. Le prove del nove in casa bianconera non sono ancora finite, ma i recuperi di Felipe Melo, l’affidabilità di Storari le conferme di Chiellini e con un Alex Del Piero ancora in vena di magie tutto diventa possibile.

  • E’ Juve show, travolto il Lecce 4-0. Del Piero come Boniperti

    E’ Juve show, travolto il Lecce 4-0. Del Piero come Boniperti

    La Juve vince e convince. Nella settima giornata di Serie A la squadra di Del Neri sfodera una grandissima prestazione al cospetto di un Lecce mai in partita e che ha lasciato completamente le redini della partita ai bianconeri mostrandosi in continua crescita confermando quanto di buono fatto vedere nel derby d’Italia di due settimane fa contro l’Inter. Reti della vittoria di Aquilani, Felipe Melo, Quagliarella e Del Piero. La classifica ora comincia a sorridere: i bianconeri risalgono al quarto posto a quota 11 punti a sole tre lunghezze dalla coppia di testa formata da Milan e Inter.

    La partita si decide già nel primo tempo: la Juventus va al riposo sul 3-0 per effetto delle reti di Aquilani al 12′ su una rasoiata dal limite dell’area, il raddoppio porta la firma di Felipe Melo su calcio di rigore al 33′ per fallo in area su Krasic e di Quagliarella a due minuti dal termine della prima frazione di gioco su assist di uno straripante Krasic, imprendibile sia quando giostra sulla fascia di sua competenza, quella destra, sia su quella opposta. In mezzo alle reti bianconere l’occasionissima, e unica durante tutta la gara, per il Lecce con Corvia che a due passi dalla porta costringe Storari ad un prodigioso intervento. Juventus padrona del campo con Aquilani che sta trovando la sua giusta dimensione in mediana producendo gioco per le ali e per gli attaccanti.

    Nella ripresa la Juventus mira a mantenere il triplo vantaggio e cristallizza la partita abbassando notevolmente i ritmi di gioco, escluso Krasic che continua a mettere a ferro e fuoco la difesa giallorossa con le sua accelerazioni e le sue sgroppate sulle fasce.
    Del Neri vuole regalare gloria anche a Del Piero che viene gettato nella mischia ad un quarto d’ora dal termine. Il capitano bianconero fa calare il sipario sulla gara siglando il 4-0 con una bella conclusione potente e tesa di sinistro. Gol importantissimo perchè è il numero 178 con la maglia della Juventus in Serie A, le stesse reti di Boniperti con la Vecchia Signora. Per Del Piero è l’ennesimo record raggiunto.

    Il tabellino
    JUVENTUS – LECCE 4-0
    12′ Aquilani (J), 33′ rig Felipe Melo (J), 43′ Quagliarella (J), 84′ Del Piero (J)
    JUVENTUS (4-4-2): Storari; Grygera, Bonucci, Chiellini, De Ceglie; Krasic, Felipe Melo (73′ Sissoko), Aquilani (75′ Pepe), Marchisio; Amauri, Quagliarella (76′ Del Piero).
    Panchina: Manninger, Motta, Martinez, Legrottaglie.
    Allenatore: Del Neri
    LECCE (4-1-4-1): Rosati; Rispoli, Fabiano, Ferrario, Mesbah; Giacomazzi; Grossmuller, Piatti (54′ Munari), Olivera (46′ Vives), Jeda (46′ Ofere); Corvia.
    Panchina: Benassi, Gustavo, Brivio, Di Michele.
    Allenatore: De Canio
    Arbitro: Gava
    Ammoniti: Mesbah, Olivera, Fabiano, Ferrario, Grossmuller (L)

  • La Juve ritrova la vittoria e il sorriso. Poker all’Udinese

    La Juve ritrova la vittoria e il sorriso. Poker all’Udinese

    C’è voluta la terza giornata e l’aria di casa per bagnare la prima vittoria di Luigi Del Neri in Serie A sulla panchina della Juventus. Il tecnico bianconero infatti è di Aquileia, cittadina friulana che dista una quarantina di chilometri da Udine dove oggi la sua Juventus ha vinto e convinto rifilando un poker di reti ad un’Udinese in netta difficoltà ancora ultima in classifica e unica squadra ad non aver conquistato nessun punto. I gol della “rinascita” juventina sono stati messi a segno da Quagliarella, Marchisio e Iaquinta mentre aveva aperto le danze un autogol di Coda.

    In una sfida che contava tanti ex (Belardi, Motta, Pepe, Iaquinta, Quagliarella e Manninger) con Del Neri che, come scrivevamo, è nato a due passi da Udine, ci si attendeva una Juve stanca reduce dalle “fatiche” di coppa e un’Udinese più tonica e più preparata sotto il piano dell’aspetto atletico anche considerando l’ottima prestazione che la squadra di Guidolin ha fornito sette giorni fa a San Siro contro l’Inter. E invece è la Vecchia Signora a condurre il gioco e, spinta da un ottimo Krasic, indemoniato sulla fascia destra, chiude la pratica già nel primo tempo: al 18′ Coda manda la sfera nella propria porta cercando di evitare la conclusione facile a Bonucci e Chiellini ancora una volta appostati, come da veri bomber, in area di rigore e pronti a lasciare il segno.
    Pochi minuti di lancette più tardi e Krasic manda in gol Quagliarella che sorprende Handonovic con un pregevole tacco per il gol del 2-0. Il tris invece è opera di Marchisio che si esibisce in una splendida conclusione al volo di sinistro su un cross al bacio ancora del “biondo” serbo che ricorda tanto Nedved. Partita finita.

    Nella ripresa la truppa di Del Neri bada solo a controllare il risultato: arriva però il poker targato Iaquinta che fa esplodere tutta la sua rabbia nell’esultanza verso il pubblico di Udine che lo aveva fischiato dal momento del suo ingresso in campo al posto di Del Piero. Fischi un pò ingenerosi verso l’attaccante calabrese che tanto ha dato all’Udinese durante la sua militanza in Friuli, la cui reazione dopo il gol appare un pò esagerata. Partita in ghiacciaia e primi 3 punti della gestione Del Neri messi in tasca. La risalita della Juve può davvero partire da Udine ma bisogna dare, prima di tutto, una continuità di gioco che permetta una costanza di risultati.

    Il tabellino
    UDINESE – JUVENTUS 0-4
    18′ aut Coda (U), 24′ Quagliarella (J), 43′ Marchisio (J), 77′ Iaquinta (J)
    UDINESE (3-4-2-1): Handanovic; Zapata, Coda, Domizzi; Isla (46′ Pinzi), Asamoah, Inler, Pasquale (46′ Armero); Sanchez (70′ Abdi), Floro Flores, Di Natale.
    A disposizione: Belardi, Cuadrado, Benatia, Corradi.
    Allenatore: Guidolin.
    JUVENTUS (4-4-2): Storari; Motta (76′ Legrottaglie), Bonucci, Chiellini, Grygera; Krasic, Felipe Melo (71′ Sissoko), Marchisio, Pepe; Del Piero (52′ Iaquinta), Quagliarella.
    A disposizione: Manninger, Ferrero, Aquilani, Amauri.
    Allenatore: Del Neri
    Arbitro: Bergonzi
    Ammoniti: Pepe, Marchisio, Melo, Iaquinta (J)

  • Napoli, Lucarelli fuori 6 mesi. Ora tocca a Dumitru?

    Oltre la beffa, il danno. Il Napoli delude fortemente nella prima uscita della fase a gironi di Europa League, facendosi imporre lo 0-0 dagli olandesi dell’Utrecht e rischiando seriamente di perdere la partita contro avversari nettamente più in forma.

    Il San Paolo fischia, Mazzarri parla di serata storta, Cannavaro ed Hamsik annunciano un pronto riscatto già domenica sera contro la Sampdoria, ma intanto, dall’infermeria, arriva la prima pesante tegola della stagione. E’ più serio del previsto, infatti, l’infortunio patito da Cristiano Lucarelli, entrato nel finale a dare maggior peso all’attacco azzurro. Per il bomber livornese, tanto voluto da Mazzarri, la diagnosi della risonanza magnetica effettuata a Roma presso Villa Stuart, è a dir poco impietosa: rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro e 6 mesi di stop. Lucarelli sarà operato lunedì mattina. Praticamente per lui stagione (quasi) finita.

    Appresa la notizia, molti tifosi hanno ricominciato a discutere polemicamente della cessione di Quagliarella, che proprio oggi ha gettato un po’ di sale sulla ferita napoletana ancora aperta, dichiarando di essere più che soddisfatto del suo approdo in bianconero e di trovarsi molto bene a Torino e con i nuovi compagni. Certo, Quagliarella adesso avrebbe fatto molto comodo ad un reparto che già appare troppo dipendente da Cavani, visto il momento di appannamento del Pocho Lavezzi e un Dumitru ancora tutto da scoprire. Sicuramente, il giovanissimo attaccante di colore potrà avere maggior spazio (lui stesso ha dichiarato di essere molto dispiaciuto per l’infortunio di Lucarelli, ma di sentirsi pronto all’esordio), ma la piazza, pur potendo nutrire fiducia in un ragazzo di belle speranze, non nasconde i dubbi e le perplessità per un’annata certamente non cominciata nel migliore dei modi.

    Già si vocifera, tra l’altro, di un possibile interessamento del Napoli per Julio Cruz, attualmente svincolato, mentre l’ex portiere azzurro Pino Taglialatela richiama l’attenzione su un Bucchi lasciato ai margini dalla società. Staremo a vedere.

  • La Juve stecca ancora. Pari pirotecnico con la Samp

    La Juve stecca ancora. Pari pirotecnico con la Samp

    Rimane ancora a secco di vittorie la Juventus di Del Neri che coglie il primo punto stagionale impattando all’Olimpico di Torino 3-3 contro la Sampdoria in una gara che ha riservato tante emozioni nella ripresa nella giornata celebrativa di capitan Del Piero che festeggiava i 17 anni di militanza in bianconero: vanno a segno Pozzi, doppietta per lui, Cassano, Marchisio, Pepe e Quagliarella, al suo primo gol in bianconero.
    Blucerchiati meglio nel primo tempo con Cassano, orfano della sua spalla Pazzini, che mette a ferro e fuoco la difesa juventina che continua a non convincere e mostrare lacune evidenti. Le note positive giungono dai due esterni Pepe e Krasic, soprattutto, che qualcuno, specialmente nella ripresa, ha rivisto in lui il guerriero Pavel Nedved (i tifosi ci perdonino questo confronto), presente in tribuna e in procinto di entrare nella dirigenza al fianco di Agnelli e Marotta.

    Nel primo tempo la Samp crea pericoli e trascinata da un ottimo Cassano passa in vantaggio al 35′: l’azione del gol parte proprio dai piedi del fantasista barese che serve con un tocco preciso al limite dell’area Pozzi; l’attccante, completamente solo, con un rasoterra beffa Storari per l’1-0. La reazione della Juve non tarda ad arrivare e Marchisio sette minuti più tardi riporta il risultato in parità con una conclusione violenta in area di rigore.

    Nella ripresa si assiste allo show del gol: i bianconeri completano la rimonta con Pepe dopo un’azione convulsa su un perfetto cross di uno straordinario Krasic, a tratti imprendibile. Da ravvisare però il fuorigioco dell’esterno della Juventus. Passano 14 minuti e Cassano estrare dal cilindro la sua magia: su invenzione di Palombo, l’attaccante doriano infila alle spalle di Storari con uno stupendo piatto al volo indirizzato verso l’angolino più lontano. Nuova situazione di parità.

    Solo tre minuti e Quagliarella mette il suo zampino alla partita siglando il suo primo gol con la maglia della Juventus appoggiando in rete la sfera respinta dal palo su una bella conclusione di Pepe. Pochi minuti dopo è di nuovo Pozzi a rimettere il risultato in perfetto equilibrio con un’incornata di testa che non lascia scampo all’estremo difensore bianconero. Ma nell’azione pesa come un macigno l’errore in marcatura di Bonucci che lascia l’ariete doriano libero di staccare a due passi da Storari.

    Finisce 3-3: Del Neri raccoglie così il suo primo punto contro la sua ex squadra, portata nella scorsa stagione alla qualificazione ai preliminari di Champions League. Per il tecnico friulano il lavoro è appena all’inizio. Sorride inceve Di Carlo che ritorna a Genova con un punto importante in tasca per il prosieguo del campionato.

    Il tabellino
    JUVENTUS – SAMPDORIA 3-3
    35′ Pozzi (S), 42′ Marchisio (J), 49′ Pepe (J), 63′ Cassano (S), 66′ Quagliarella (J), 73′ Pozzi (S)
    JUVENTUS (4-4-2): Storari; Motta (75′ Grygera), Bonucci, Chiellini, De Ceglie; Krasic (78′ Aquilani), Felipe Melo, Marchisio, Pepe (78′ Iaquinta); Quagliarella, Del Piero. Allenatore: Del Neri
    SAMPDORIA (4-3-1-2): Curci; Zauri, Gastaldello, Lucchini (84′ Volta), Ziegler; Semioli (67′ Marilungo), Palombo, Dessena; Koman (57′ Pedro); Cassano, Pozzi. Allenatore: Di Carlo
    Arbitro: Mazzoleni
    Ammoniti: Felipe Melo