Si è chiusa l’avventura degli azzurri al Campionato Europeo 2012 e, prima di tornare in Italia, Cesare Prandelli e Giancarlo Abete si sono concessi ai giornalisti per l’ultima conferenza stampa che si è rivelata essere sotto certi aspetti scherzosa ma dove i due si sono tolti parecchi sassolini, per non dire delle grosse pietre, dalle scarpe.
Dopo un grande applauso che ha accolto i due, Prandelli ha spiegato di essere soddisfatto di questo Europeo soprattutto per come è stato vissuto dai giocatori ma anche dai tifosi e dalla stampa anche se non nasconde la delusione per la partita finale contro la Spagna. Nonostante tutto il ct sottolinea che questa è una Nazionale nuova che purtroppo è inserita in un paese vecchio come l’Italia di oggi. Una chiaccherata che è molto di più che un semplice “tirare le somme” per il confermato allenatore azzurro ma soprattutto per Giancarlo Abete che lancia molte frecciatine tirando in ballo sia i club italiani che la Lega.
Il presidente della Federcalcio si espone senza paura e spiega che ad oggi la Lega ha avuto un ruolo insignificante come non mai e che questo è un problema per tutti. Sottolinea inoltre il fatto che in palio non è mai stato messo nulla e che non c’è un progetto ma solamente interessi individuali e che mancano le proposte e soprattutto il dialogo, cosa fondamentale.
Altro problema è quello alzato da Prandelli e confermato dal vertice della Federcalcio: secondo il ct la Nazionale non interessa ai vari club e la prova è il fatto che gli azzurri giocheranno un’amichevole con l’Inghilterra il 15 agosto ma pochi giorni prima a Pechino si disputerà la Supercoppa italiana.
Per questo il presidente ha voluto rassicurare Prandelli con un progetto per il prossimo anno: la Federazione vuole infatti rendere maggiore il rapporto del ct con l’Under 21 e con le varie rappresentative giovanili e soprattutto di migliorare l’aspetto del progetto-calcio mettendo le mani sulla scuola allenatori e sul settore tecnico.
Con la vittoria sull’Italia al Campionato Europeo 2012, la Spagna conquista un fantastico e storico “triplete” che fino ad ora nessuna Nazionale era mai riuscita a conquistare. Le furie rosse di Del Bosque hanno infatti dato ragione al detto “non c’è due senza tre” e, nel giro di quattro anni, hanno portato a casa ben tre titoli internazionali: a quello Europeo di ieri sera infatti si aggiungono quello dei Mondiali di Sudafrica del 2010 e quello degli Europei del 2008.
Un’emozione unica per i giocatori spagnoli, aiutati sicuramente dal fatto che sono solamente due i maggiori club da cui provengono i calciatori; ma a godersi tutte e tre le coppe sono stati solo nove di loro. Dopo la conquista dell’Europeo 2008 grazie alla rete di Fernando Torres, arriva, due anni dopo, la conquista del Mondiale in Sudafrica.
A guidare la Spagna è Del Bosque, il successore di Aragones, il quale ha disputato come ct con le furie rosse 62 partite vincendone 51 e perdendone solamente due. Il nuovo allenatore inserisce alla precedente rosa Piquè, Busquets, Pedro, Jesus Navas e Llorente e si dirige in Sudafrica con grandi obiettivi; fin dall’inizio ci pensano come sempre il gran possesso palla e una fantastica difesa a portare avanti la Roja che approda in un batter d’occhio in finale contro l’Olanda dove a risolvere ogni cosa è il bravissimo Iniesta.
Due anni dopo, nonostante la mancata presenza di Villa e Puyol, la Spagna si ripete. Del Bosque inserisce nella formazione Jordi Alba, piccolo difensore di grande talento per sostituire l’infortunato Puyol e spesso decide di giocare senza punta usando Fabregas come centravanti relegando in panchina El Nino. Senza grandi problemi la Spagna supera rispettivamente Irlanda, Croazia, Francia, Portogallo e arriva in finale contro l’Italia. Qui le furie rosse sono in grado di sfoderare un gioco pazzesco e gonfiano la rete non una, non due, non tre, ma ben quattro volte asfaltando gli azzurri che appaiono stanchi e fuori forma, entrando così di diritto nella storia per un fantastico “triplete” spagnolo.
LE ROSE DEI TRE CAMPIONATI:
Negli Europei 2008 di Austra e Svizzera il ct Luis Aragones decide di convocare: Iker Casillas, Raul Albiol, Fernando Navarro, Carlos Marchena, Carles Puyol, Andres Iniesta, David Villa, Xavi Hernandez, Fernando Torres, Cesc Fabregas, Joan Capdevila, Santi Cazorla, Andres Palop, Xabi Alonso, Sergio Ramos, Sergio Garcàa, Daniel Guiza, Alvaro Arbeloa, Marcos Senna, Juanito Gutierrez, David Silva, Ruben De la Red e Pepe Reina.
In Sudafrica ai Mondiali del 2010, dopo l’arrivo a comando della Spagna di Del Bosque, i convocati sono: dal Real Madrid Iker Casillas, Raúl Albiol, Alvaro Arbeloa, Xabi Alonso e Sergio Ramos; dal Barcellona ha prelevato invece Victor Valdès Arribas, Gerard Pique, Carles Puyol, Sergio Busquets Burgos, Andres Iniesta, Xavi Hernandez e Pedro Rogriduez. Quattro sono stati i giocatori convocati del Valencia: Carlos Marchena, David Silva, Juan Mata Garcia e David Sanchez. Gli altri componenti della rosa furono José Reina e Fernando Torres del Liverpool, Joan Capdevila Méndez del Villarreal, Cesc Fabregas dell’Arsenal, Javier Martínez Aguinaga e Fernando Llorente dell’Athletic Club e Jesús Navas González del Siviglia.
E a questo Campionato Europeo 2012, Del Bosque ha confermato gran parte della squadra: Iker Casillas, Josè Reina, Victor Valdes, Alvaro Arbeloa, Gerard Piquè, Jordi Alba, Raul Albiol, Sergio Ramos, Andres Iniesta, Cesc Fabregas, David Silva, Javi Martinez, Jesus Navas, Juan Juanfran, Santiago Cazorla, Sergi Busquets, Xabi Alonso, Xavier Xavi, Alvaro Negredo, Fernando Llorente, Fernando Torres, Juan Mata, Pedro Rodriguez.
Ora il tecnico della Spagna guarda avanti: tra due anni la formazione giallorossa dovrà farsi valere ai Mondiali 2014 dove tutti cercheranno di strapparle di mano la nomina di miglior squadra al mondo mentre le furie rosse cercheranno di centrare il poker.
Una squadra formata dai migliori giocatori è quella che è stata diramata poche ore fa dalla UEFA. Conclusasi anche quest’esperienza al Campionato Europeo 2012 i calciatori che sono scesi in campo sono stati tanti ma solamente i migliori sono entrati a far parte della “Top 23 Euro 2012”.
Secondo la UEFA sono ben dieci i giocatori della Spagna che meritano un posto in questa lista dei migliori; per l’Italia invece solamente quattro i posti riservati.
Per quanto riguarda i portieri posto da titolare per Iker Casillas, superato in questo Europeo solamente una volta, quella in cui Antonio Di Natale ha regalato il pareggio contro la squadra di Del Bosque ancora nella fase a gironi. Al secondo posto si piazza Gianluigi Buffon che, nonostante i quattro goal di ieri sera, si merita di essere in lista visto le prodezze regalateci nei vari i match e soprattutto in quello contro la Germania. L’ultimo posto valido per i portieri è occupato da Manuel Neuer, il giovane tedesco che saprà rendersi protagonista in altre occasioni
Tre i posti occupati dagli spagnoli anche nella fase difensiva dove a farla da padrone sono il difensore delle furie rosse Gerard Piquè, il sempre presente Sergio Ramos, il nuovo giocatore del Barcellona Jordi Alba, la coppia portoghese Pepe e Fabio Coentrao e in ultimo il capitano della Germania Philipp Lahm.
Immancabili nella Top 23 per il centrocampo i giocatori che si sono resi protagonisti di ottime giocate e fantastici assist: per l’Italia spazio a Daniele De Rossi e Andrea Pirlo; per la Spagna sono ben quattro i posti occupati rispettivamente da Xavi Hernandez, Sergio Busquets, Xabi Alonso e Andres Iniesta, nominato da tutti come il miglior giocatore del Campionato Europeo 2012. Si guadagnano un posto in questa lista anche gli amareggiati Steven Gerrard per l’Inghilterra e Sami khedira e Mesut Oezil per l’asfaltata Germania, che potranno così ricordarsi di questo Europeo non solamente per l’eliminazione ad opera dell’Italia.
Doppietta anche negli attaccanti per la squadra di Del Bosque capace di conquistare due Europei ed un Mondiale nel giro di quattro anni: Cesc Fabregas e David Silva è infatti la coppia perfetta per un attacco preciso e intelligente. Ma a questi valori la UEFA ha voluto aggiungere il talento del portoghese Cristiano Ronaldo, la freddezza dello svedese Zlatan Ibrahimovic ed infine la pazzia del pluri criticato azzurro Mario Balotelli che ha saputo prendersi le sue soddisfazioni risultando il giocatore più seguito e sfiorando la conquista del premio la “Scarpa d’Oro”, conquistata invece da Fernando Torres per aver messo a segno 3 reti e fatto più assist di tutti.
Nella serata di ieri si è conclusa la 14esima edizione dei campionati europei di calcio giocatasi in Polonia e Ucraina. A vincere il titolo è stata la Spagna che entra nella leggenda per aver vinto consecutivamente due europei e un mondiale. Nessuna nazionale prima d’ora era riuscita in tale impresa, conseguita da una squadra che fino a 6 anni fa era considerata bella e perdente. Onore anche all’Italia che ha saputo spingersi fino alla finale di Kiev, dove la maggiore tecnica e la maggior freschezza fisica degli spagnoli hanno fatto la differenza.
Adesso però entriamo nel dettaglio del discorso per analizzare il gol più bello visto sui campi di Euro 2012. Nelle 3 settimane della massima manifestazione continentale si sono disputate 31 partite e 76 sono stati i gol segnati. Tra questi 76 ne abbiamo selezionati 3. Adesso sta a voi scegliere il gol più bello di Euro 2012 e potrete farlo commentando l’articolo ed esprimendo la vostra preferenza. Di seguito troverete i video grazie ai quali potrete rivedere i 3 gol selezionati ed esprimere al meglio la vostra preferenza.
Vota il gol più bello di Euro 2012
Danny Welbeck in Svezia-Inghilterra 2-3 – Il primo gol che poniamo alla vostra attenzione vede protagonista Danny Welbeck, attaccante classe 1990 della nazionale inglese e del Manchester United. In Svezia-Inghilterra 2-3 il gol decisivo scaturisce dal colpo di tacco dell’attaccante di origini ghanesi servito magnificamente da Theo Walcott. Rivediamo insieme la magia di Welbeck.
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Mario Balotelli in Italia-Irlanda 2-0 – Super Mario zittisce tutti con il gol del 2-0 in Italia-Irlanda. L’ex attaccante dell’Inter segna di destro con una mezza rovesciata che non lascia scampo al portiere irlandese Given. Il gol dell’attaccante del Manchester City arriva al 90esimo minuto e dà all’Italia la sicurezza di approdare ai quarti di finale di Euro 2012. Rivediamolo insieme nel video che segue.
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Zlatan Ibrahimovic in Svezia-Francia 2-0 – Il terzo ed ultimo gol che vi proponiamo vede protagonista Ibrahimovic, che nella partita dove ha detto addio ad Euro 2012 lascia comunque il segno con una prodezza balistica degna del suo nome. Rivediamo insieme il gol dell’attaccante svedese.
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Vota il gol più bello di Euro 2012
Mario Balotelli in Italia-Irlanda 2-0 (48%, 19 Voti)
Zlatan Ibrahimovic in Svezia-Francia 2-0 (33%, 13 Voti)
Danny Welbeck in Svezia-Inghilterra 2-3 (15%, 6 Voti)
Una finale persa in maniera tanto pesante, con un passivo di quattro gol e l’impressione di non avere le giuste energie per lottare in campo, lascia il segno, fa male, soprattutto a caldo, dopo un Europeo giocato con grande cuore e grinta, dopo aver mandato a casa Inghilterra e Germania, dopo averci creduto e sperato davvero. E’ stata una Nazionale sorprendente, con il cuore oltre l’ostacolo, con idee propositive, che ha saputo unire l’Italia per quasi un mese, facendole riscoprire la bellezza e l’unicità di momenti vissuti intensamente, ritrovando l’amore per la maglia Azzurra, aldilà delle rivalità di club, come si evince anche dalle interviste degli Azzurri nel post partita.
Il merito principale è sicuramente del portatore di valori positivi, colui che è unito questo gruppo, il Ct Cesare Prandelli, che ha analizzato la sconfitta, ma ha focalizzato la sua attenzione anche sul futuro, sulle prospettive, sulle speranze: nonostante il passivo pesante e la sensazione di palese inferiorità rispetto alla Roja, Prandelli sottolinea il gap fisico fra Italia e Spagna, complimentandosi con i suoi per la generosità mostrata durante tutto il torneo, evidenziando, però, gli scarsi tempi di recupero in fase di preparazione della finale, che probabilmente ha condizionato gran parte della gara, anche alla luce degli infortuni muscolari – di diversa entità – di Chiellini, Thiago Motta, Balzaretti ed Abate. Non è un alibi, tutt’altro: è uno spunto di riflessione rivolto a tutto il sistema calcio-italiano, affinchè in futuro si possa garantire una maggiore attenzione in fase di preparazione di tornei tanto importanti, senza dover elemosinare un po’ di spazio in più ai club. Le parole del ct, comunque, sono l’espressione della sua volontà di continuare questo progetto, in cui crede fortemente, continuando a far crescere questo gruppo che, nonostante la finale persa, con questo torneo di Polonia ed Ucraina, ha avuto modo di unirsi e cementarsi ancor di più: una base solida, un progetto su cui lavorare ancora, per crescere ancora in vista dell’appuntamento Mondiale 2014 in Brasile, con il punto fermo di Prandelli in panchina, come lui stesso ha confermato, precisando che “il mio stato d’animo era quello che era, ma non ci sono mai stati problemi con la Federazione”.
Oltre al mister, nel post partita ha parlato anche il capitano e simbolo di questa Italia, con la delusione naturale di chi vede quattro gol infilarsi dentro la propria porta senza poter far nulla per evitarlo, ma con la giusta lucidità dell’esperienza che porta sulle spalle, che gli rende meno amaro digerire una sconfitta tanto netta piuttosto che una partita persa all’ultimo minuto, oppure ai calci di rigore: per tal ragione, Gigi Buffon riconosce il merito degli avversari, complimentandosi con loro, per il loro valore “inestimabile”, non dimenticando di ringraziare i tifosi che sono stati vicini alla squadra, sostenendola sempre, e ricordando loro che “per noi è un orgoglio regalargli emozioni, abbiamo dato tutto quello che avevamo”.
Anche Daniele De Rossi, uno dei guerrieri di questo centrocampo Azzurro, è visibilmente deluso per la sconfitta ma riconosce la netta superiorità degli avversari iberici, con l’aggravante dell’uomo in meno per gli Azzurri, dopo l’infortunio di Thiago Motta: una circostanza che ha reso inevitabile la sconfitta, ed anche il passivo tanto pesante, mostrando che la Spagna è riuscita ad arrivare “più pronta all’appuntamento con la finale”. Tuttavia, per Daniele De Rossi esiste la convinzione che questa Italia può crescere ancora, perchè anche contro la stessa Spagna, nella prima partita del girone – a Danzica – “se avesse vinto non avrebbe rubato nulla”.
Grande amarezza per Leonardo Bonucci, uno dei più affranti dopo il triplice fischio finale, non riuscendo a trattenere le lacrime nonostante tutti i compagni provassero a consolarlo: “E’ una batosta, perdere una finale ci sta, ma così fa male” anche se, nonostante la tristezza, anche il difensore vede uno spiraglio di luce per il futuro, “dobbiamo lavorare per arrivare ai loro livelli, ma siamo sulla strada giusta, ci siamo scrollati di dosso l’etichetta di catenacciari”.
Analisi lucida, poi, anche da parte di Giorgio Chiellini ed Andrea Barzagli, gli altri due componenti della difesa Azzurra: per Chiellini, grande amarezza per l’infortunio muscolare (il terzo in un mese, ndr) che, anche se in un punto diverso rispetto a quello subito nella gara con l’Irlanda, evidenzia la difficoltà del fisico a recuperare, considerando i ritmi forsennati e la stanchezza accumulata. Per Giorgio, però, c’è la consapevolezza che “bisogna essere orgogliosi di questo Europeo e vederlo come un punto di partenza”. Sulla stessa linea d’onda anche Barzagli, che guarda già al domani, sottolineando che “l’Italia ha giocatori giovani ed una buona mentalità, non incontreremo sempre la Spagna”.
Infine, le parole del presidente Federale Abete, che assumono importanza proprio per confermare la centralità del progetto Prandelli, e per dar solidità al suo rapporto con la Nazionale in prospettiva futura, limando quei motivi di dissapore che sono stati presenti in passato, e cercando di lavora all’unisono per rafforzare il movimento Azzurro, partendo dalla base e culminando, poi, nella Nazionale maggiore.
La Federazione, per voce del suo presidente, ha confermato il percorso intrapreso con Prandelli, mostrando l’ intenzione di “metterlo nelle migliori condizioni affinchè il suo lavoro sia positivo”. Lo spazio della Nazionale, dunque, sarà un aspetto assolutamente essenziale da considerare, anche durante la stagione, perchè solo così il movimento Azzurro potrà crescere ancora, ritagliandosi un proprio spazio vitale, perchè merita di farlo, in quanto patrimonio di tutti.
Triplete Roja. Spagna-Italia termina con il trionfo della Nazionale iberica, che spazza via gli azzurri con un eloquente 4-0. Prestazione da incorniciare per i ragazzi di Vicente Del Bosque, che in finale danno il meglio di sé e mostrano chiaramente a tutti di essere ancora la squadra più forte al mondo. Dall’altra parte un’Italia troppo brutta per essere vera. Mai in partita, nessuna azione pericolosa (eccetto quella capitata sui piedi di Di Natale), cambi sfortunati (e incomprensibili), come quello di Thiago Motta per Montolivo rivelatosi qualche minuto più tardi una sciagura incredibile, con un liet motiv che ha accompagnato gli azzurri per 90′ minuti: stanchezza. Sfumano i sogni d’oro di Andrea Pirlo e Mario Balotelli, così come quelli di tutti i tifosi italiani. Grazie lo stesso ragazzi!
Spagna-Italia 4-0, pagelle
SPAGNA Casillas 6,5: gli attaccanti azzurri gli fanno il solletico. Decisivo soltanto in occasione della parata sul tiro di Antonio Di Natale ad inizio ripresa. Il portiere del Real Madrid è imbattuto nelle partite ad eliminazione diretta da 900′ minuti. L’ultimo a segnargli un gol fu un certo Zidane. Arbeloa 6,5: svolge il suo compito in maniera egregia. Magari non spinge come un terzino moderno, però con un Jordi Alba così diventa tutto più semplice. Sergio Ramos 7: partita perfetta per il Blancos. Vince alla grande il duello con Mario Balotelli. Nel secondo tempo sfiora addirittura il gol con un gran colpo di tacco. Roba da stropicciarsi gli occhi. Piquè 6,5: incarna il ruolo del difensore centrale moderno: forte fisicamente e abile con i piedi. Serata semplice per lui. Avrebbe preferito uscire prima dal campo per festeggiare con qualche minuto d’anticipo la vittoria insieme a Shakira. Jordi Alba 8: tra i migliori in campo ieri sera. Spettacolare sulla fascia sinistra, impressionante in occasione del 2-0, quando percorre più di 50 metri in un amen. Forse Bale resta ancora un gradino sopra, di certo però il Barcellona non potrà lamentarsi l’anno prossimo. Xavi 8: è il maestro di una sinfonia perfetta. Rende tutte le cose più semplici. Due assist (per Jordi Alba e Torres) nella finale dell’Europeo. Una fetta di Pallone d’Oro ieri se l’è conquistata. Iniesta 8: favoloso come sempre. Il centrocampista blaugrana è forse tra i giocatori del Barcellona quello che ha avuto meno riconoscimenti da parte delle grandi platee (Fifa). Sarà una sfida tutta in famiglia quella per il Pallone d’Oro? (87′ Mata 7: entra e dopo 60 secondi trova il gol del 4-0 in una finale dei Campionati Europei. Se non è record poco ci manca). Xabi Alonso 7: dopo aver regalato l’accesso alle semifinali nella sfida contro la Francia, il calciatore del Real Madrid festeggia la vittoria nella finalissima. Il meno appariscente nel centrocampo delle Furie Rosse. Busquets 7: se la Spagna riesce a pressare gli avversari fin dalla loro trequarti il merito è anche suo. Non avrà i piedi di Xavi o Iniesta, è in ogni caso fondamentale nel giocattolo perfetto confezionato da Vicente Del Bosque. David Silva 7,5: segna il gol che sblocca la finale. Fa ammattire la difesa azzurra con i suoi movimenti su tutto il fronte dell’attacco. (60′ Pedro 6,5: prima dell’ingresso di Torres è lui il giocatore più offensivo dell’undici blaugrana. Sfiora la rete in due occasioni). Fabregas 8: il falso nueve recita un nuovo capitolo del suo incredibile Europeo. E’ lui l’attaccante della Spagna, una filosofia di gioco che esalta i movimenti e la capacità di attaccare gli spazi che l’ex Gunners ha nel dna (75′ Torres 7,5: segna il 3-0 e consegna l’assist a Mata per il 4-0. Se avesse tirato lui sarebbe oggi il capocannoniere dell’Europeo).
ITALIA
Buffon 6: incolpevole sui 4 gol subiti. Spiace per il capitano della spedizione azzurra, privato nel giorno più importante della gioia più grande. Veggente quando giovedì notte uscì dal campo di Varsavia furibondo mentre i propri compagni di squadra festeggiavano. Abate 5: è davvero troppo per il terzino del Milan trovarsi di fronte prima Iniesta e poi Jordi Alba. E’ comunque grazie a una delle sue rare discese che Di Natale potrebbe segnare la rete del 2-1, ma il bianconero non inquadra lo specchio della porta. Barzagli 6: conferma di essere il miglior difensore azzurro della spedizione anche nella notte più difficile. Da solo però non può nulla contro l’onnipotenza della Roja. Bonucci 5: vive una serata da incubo. Il difensore della Juventus ha nella marcatura il suo pregio migliore, ma contro l’imprevedibilità delle tre “punte” schierate da Del Bosque ci capisce poco o nulla. Chiellini 4,5: suo l’errore che consente a Fabregas di pennellare il cross sulla fronte di David Silva per l’1-0. Esce dopo 20′ minuti per il riacutizzarsi del problema muscolare che l’aveva costretto al forfait due settimane fa. (21′ Balzaretti 5,5: senza infamia e senza lode). Pirlo 5: chiuso nella morsa del pressing spagnolo, anche Andrea Pirlo non può davvero inventarsi niente per risollevare le sorti della squadra. A Kiev dice addio al Pallone d’Oro. De Rossi 5: sbaglia tanto, è uno degli uomini più stanchi dell’Italia. In ogni caso il calciatore della Roma si è reso protagonista di un Europeo da vero leader. Marchisio 5: lo juventino non si vede quasi mai. Anche lui ha finito la benzina nell’ultimo match contro la Germania. Il suo più grande rimpianto sarà quello di non aver segnato nemmeno un gol in questo Europeo. Montolivo 5: doveva essere il collante fra centrocampo e attacco, ma il nuovo acquisto del Milan viene letteralmente schiacciato dal reparto spagnolo (56′ Thiago Motta s.v.) Cassano 5,5: Prandelli lo sostituisce all’intervallo per mettere dentro Di Natale (4,5). Alla luce di quanto visto nella prima frazione di gioco il cambio resta francamente poco comprensibile (salvo la condizione fisica del barese). Balotelli 4: stecca la finale nel peggiore dei modi. Nei primi 45′ minuti passa più tempo a insultare Ramos piuttosto che giocare con i propri compagni di squadra. Quando ha il pallone tra i piedi o sbaglia il passaggio oppure cerca la giocata personale spesso e volentieri inutile.
Game Over. Spagna-Italia termina 4-0 in favore degli iberici. La Roja con il successo di Kiev conquista un favoloso triplete (Europeo, Mondiale e di nuovo Europeo), impresa mai riuscita ad ogni altra Nazionale prima d’oggi. La vittoria porta la firma di David Silva (suo il gol al 14′ minuto che sblocca l’incontro), Jordi Alba, Torres e Mata. Vincendo oggi Del Bosque diventa il primo allenatore nella storia ad avere in bacheca Europeo, Coppa del Mondo, Champions League e Mondiale per club. Inoltre il 4-0 agli azzurri è il dodicesimo risultato utile consecutivo per la Spagna ai Campionati Europei (non perde dalla sfida contro il Portogallo ai quarti di Euro 2004). Numeri che testimoniano la forza spaventosa di questa squadra, che resta imbattibile per tutte le altre.
PRIMO TEMPO – Da subito si è capito che non ci sarebbe stata partita. Troppa la differenza tra le due formazioni, con l’Italia apparsa fin dai primi minuti di gioco sulle gambe. Gli spagnoli giocano in scioltezza, pressano alto fin dalla trequarti italiana, senza lasciare un cm alle geometrie di Andrea Pirlo. Gli uomini di Prandelli sono in bambola. Dopo l’avvertimento di Xavi arriva il vantaggio delle Furie Rosse con David Silva. Il centrocampista del City è bravo a spizzare di testa il passaggio il passaggio del falso nueve Fabregas. L’1-0 spagnolo suscita la reazione dell’Italia. A parte su palle inattive e tiri da lontano però, gli azzurri faticano a creare pericoli alla retroguardia avversaria. Al 41′ arriva così il raddoppio di Jordi Alba, a legittimare la superiorità della Nazionale iberica. Quando l’arbitro Proenca fischia la fine del primo tempo, l’Italia è sotto di due reti. Recuperare ad una Spagna così sembra pura fantascienza.
SECONDO TEMPO – Al rientro dagli spogliatoi Prandelli decide di sostituire Cassano con Di Natale, lasciando in campo un abulico Balotelli. Il cambio non da gli effetti desiderati, ed è proprio l’attaccante dell’Udinese a fallire una clamorosa chance per riaprire la partita. Al 56′ ultimo cambio per gli azzurri: dentro Thiago Motta, fuori Montolivo. Scelta che col senno di più poi si rivelerà fallimentare. Infatti l’ex nerazzurro si infortuna dopo nemmeno cinque minuti dal suo ingresso (sospetto stiramento del bicipite fermorale gamba destra), lasciando i propri compagni di squadra in 10 uomini. Da lì in poi è monologo spagnolo. La squadra di Del Bosque fa ciò che vuole con il pallone, rallentando e aumentando improvvisamente a proprio piacimento. Nell’Italia è evidente la stanchezza accumulata nelle sfide contro Inghilterra e Germania. Assenza di forma che si fa sentire negli ultimi minuti di gara, quando la Spagna dilaga 4-0, andando a segno con Torres prima e Mata poi (i due giocatori del Chelsea appena entrati da poco sul terreno di gioco). Giù il capello alla Roja, troppo forte per qualsiasi altra Nazionale al giorno d’oggi.
CHAPEAU – Giù il cappello di fronte a questa Nazionale e al commissario tecnico Del Bosque, che da oggi potrà guardare tutti gli allenatori da una postazione privilegiata. Onore però anche all’Italia di Cesare Prandelli. Gli azzurri non avranno vinto la finale, ma hanno comunque disputato un mese di gare ad altissimo livello, regalando grandi emozioni a tutti i tifosi presenti in Italia. Le partite contro Inghilterra e Germania resteranno come il più bel ricordo di questi Europei.
Il 1 luglio è arrivato. Spagna-Italia ci dirà quale Nazionale salirà sul trono d’Europa. La Roja, che arriva da 4 anni di successi (Euro 2008, Sudafrica 2010), ha la storica occasione di conquistare un fantastico triplete. La squadra di Cesare Prandelli si presenta a Kiev senza pressione, consapevole di essere l’autentica sorpresa di questi Europei. Non dovrebbero esserci sorprese di formazione nelle due squadre, con Del Bosque intenzionato a schierare Fabregas come falso nueve, lasciando ancora in panchina El Nino Torres. Il ct italiano invece conferma il 4-3-1-2 utilizzato nei quarti e in semifinale. Nell’undici titolare torna Abate, con Balzaretti retrocesso in panchina. In attacco Prandelli si affiderà ancora alla coppia Cassano-Balotelli.
Spagna-Italia, centrocampo stellare
La finale di Euro 2012 vivrà sulla sfida a centrocampo di autentici maestri dal pallone: Pirlo, Xavi, De Rossi, Xabi Alonso per citarne alcuni. Chi riuscirà a conquistare il pallino del gioco avrà grandi chances di vincere la Coppa. Il match d’esordio non fa più testo ormai. L’Italia ha definitivamente abbandonato il 3-5-2 con cui aveva giocato i primi due incontri del girone, utile più a difendersi che a creare gioco. Tornando al 4-3-1-2 Cesare Prandelli ha voluto mostrare al mondo intero come gli azzurri non siano solo catenaccio. Perché quando in squadra si hanno giocatori come Pirlo, Marchisio, Cassano e Balotelli, è impensabile un atteggiamento stile anni ’30.
Spagna-Italia, capocannoniere
Tutti gli occhi saranno puntati su di lui, Mario Balotelli. L’attaccante del Manchester City, con la doppietta rifilata alla Germania in semifinale, occupa il primo posto nella classifica marcatori al pari di Dzagoev, Cristiano Ronaldo, Gomez e Mandzukic. Qualora dovesse segnare un gol anche alla Roja, Supermario andrebbe a issarsi sul trono dei capocannonieri di Euro 2012 (terzo italiano dopo Rossi a Madrid ’82 e Schillacci a Italia ’90). Pique e Ramos sono avvisati. Partono più indietro invece gli spagnoli Xabi Alonso, Fabregas e Torres, tutti e tre fermi a quota 2 reti, con El Nino che partirà come nelle ultime due partite dalla panchina.
Spagna-Italia, sfida tra invincibili
In finale sono approdate le due Nazionali meno perforate di questi Campionati Europei. Da una parte ci sono le Furie Rosse, perforate una sola volta, all’esordio, proprio contro l’Italia di Prandelli (in gol Totò Di Natale ndr). Dall’altra gli azzurri di Prandelli, due gol incassati nelle prime due partite del girone (Spagna, Croazia), entrambe quando in campo c’era schiera la difesa a 3. C’è poi la storia di Buffon: il portiere bianconero non perde da un anno. E ci fermiamo qua.
Spagna-Italia, pericolo rigori
Misurando la temperatura dei tanti forum di calcio presenti in rete, si fa largo il pronostico di una finale che verrà decisa soltanto ai penalty. Italia e Spagna hanno già affrontato la lotteria dei rigori nei turni precedenti. Gli azzurri contro l’Inghilterra ai quarti, la Roja nella semifinale contro il Portogallo di Ronaldo. A questo proposito segnaliamo a Prandelli (forse lo saprà già) questa curiosità: c’è un azzurro che non ha mai sbagliato un calcio di rigore tra i professionisti. Chi è? Ancora lui, Mario Balotelli (2 per l’Inter, 7 per il City, 1 per l’Italia).
Spagna-Italia, sulle orme di Zoff
Buffon, Pirlo, De Rossi, Barzagli. Cosa hanno in comune i quattro calciatori italiani? Semplice, tutti e quattro possono eguagliare Dino Zoff, l’unico italiano di sempre ad aver vinto sia il Campionato Europeo (’68) e la Coppa del Mondo (’82). Emozionante vero?
Spagna-Italia, storico Del Bosque
Il leggendario ct spagnolo, qualora riuscisse a trionfare sotto il cielo di Kiev, diventerebbe l’unico allenatore nella storia del calcio ad aver vinto i seguenti trofei: Campionato Europeo, Coppa del Mondo, Champions League, Mondiale per Club. Come si dice, la classe non è acqua. Ovviamente tutti i tifosi azzurri si augurano che il vecchio Vicente non raggiunga proprio oggi questo storico traguardo (redazione del Pallonaro compreso, of course).
Spagna-Italia, precedenti
Spagna e Italia si sono affrontate in 30 occasioni. Il bilancio è a favore degli azzurri: 10 vittorie, 12 pareggi e 8 sconfitte. La musica non cambia se si prendono in considerazione solamente le competizioni ufficiali. Anche qui l’Italia è in vantaggio: 8 vittorie, 2 pareggi e una sola sconfitta. Volendo restringere ancora di più il campo, nelle fasi finali di un Europeo gli azzurri sono imbattuti: 1 vittoria e tre pareggi.
Spagna-Italia, le quote
Come accennato all’inizio, i bookmakers si fidano maggiormente della Spagna. L’1 degli iberici è dato leggermente sopra la pari (2.20). Match comunque combattuto, dal momento che il 2 dell’Italia è quotato 3.20. Medesima quota per il segno x (3.25). A chi crede nella vittoria della Nazionale azzurra, consigliamo la giocata del primo marcatore: il gol di Mario Balotelli è dato a 7.00. Altissima la quota dell’over (oltre 2,5 gol nell’arco dei 90′ minuti), quotato a 2,6.
Spagna-Italia, probabili formazioni
Spagna (4-3-3): Casillas, Arbeloa, Pique, Ramos, Jordi Alba, Xabi Alonso, Xavi, Busquets, Iniesta, Silva, Fabregas.
A disposizione: Valdes, Reina, Albiol, Javi Martinez, Juanfran, Cazorla, Jesus Navas, Pedro, Torres, Negredo, Mata. Allenatore: Del Bosque. Italia (4-3-1-2): Buffon, Abate, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Pirlo, De Rossi, Marchisio, Montolivo, Cassano, Balotelli.
A disposizione: De Sanctis, Sirigu, Ogbonna, Maggio, Balzaretti, Thiago Motta, Nocerino, Giaccherini, Diamanti, Giovinco, Di Natale, Borini.
Questa sera Cesare Prandelli vivrà il suo appuntamento con la Storia, nello stadio di Kiev, affrontando la Nazionale campione d’Europa e del Mondo in carica, dopo aver condotto gli Azzurri laddove nessuno, alla vigilia di questo Europeo, aveva pronosticato, neppure nel migliore degli auspici. Eppure, la sua gestione complessiva di questo biennio era stata positiva, con una qualificazione raggiunta in scioltezza e qualche buon risultato nelle amichevoli di primo piano, come la vittoria contro la stessa Spagna nel match di Bari, e di qualche momento buio, come la sconfitta in amichevole contro l’Irlanda del Trap, e contro la Russia pochi giorni prima del via della competizione continentale. Per gli Azzurri, però, le amichevoli da sempre non sono un “indicatore reale” che consenta di testarne la reale forza e, dunque, la valutazione del “corso Prandelliano” dev’essere effettuata alla luce delle partite ufficiali, dove il bilancio è nettamente in positivo.
Ha saputo valorizzare due giocatori dal potenziale immenso ma dalle difficoltà caratteriali, Balotelli e Cassano, superando gli ostacoli che il suo predecessore Marcello Lippi aveva deciso di non affrontare, ha saputo compattare un gruppo in fase di ricambio generazionale, puntando sulle certezze regalate dal campionato – il gruppo Juventus – ed inserendo qualche elemento di spicco con le giuste motivazioni di chi gioca per la prima volta una competizione tanto importante. Ha avuto il coraggio di scommettere sul suo pupillo Viola, Riccardo Montolivo, nonostante fosse reduce da una stagione tribolata, ed è stato ripagato con buone prestazioni, ha affidato il polso dello spogliatoio ad un leader naturale come Gigi Buffon, ed ha trovato una guida sicura e determinata, ha cementificato gli umori di un gruppo turbato dalle vicende scommessopoli scavando nell’orgoglio personale di ognuno, ma sempre con equilibrio, pacatezza, eleganza, un rivoluzionario in giacca e cravatta, con la forza delle idee, della non retorica.
Cesare Prandelli è un signore e, per questo, non si scompone di fronte a nulla, mostrandosi sempre impeccabile, coerente con il suo “codice etico“, portatore di valori positivi, di idee di calcio propositive, lasciando i veleni in secondo piano. Eppure, qualche malumore lo ha vissuto anche lui, per le accuse “gratuite” ricevute in fase di preparazione di questo Europeo, così come per le polemiche che hanno anticipato la partenza per gli Europei: segnali di screzi, nuvole scure all’orizzonte che potrebbero incrinare il suo futuro in Azzurro, da questa sera in poi.
In conferenza stampa il ct ha usato parole moderate in tal senso, com’è nel suo stile: “Io non ho parlato di divorzio, ma faccio le mie riflessioni sulla qualità della vita”. Qualità della vita che significa tanto, perchè porta con sè la serenità necessaria per lavorare al meglio, senza inutili tensioni, come quelle legate alle “accuse di nepotismo” nei confronti del ct, legate alla sua scelta di coinvolgere nell’entourage Azzurro suo figlio Nicolò: “sassolini che tengo nelle scarpe, ma mi ha fatto male leggere certe cose”.
Polemiche cui si aggiunse la sua frase provocatoria, di evitare la partecipazione dell’Italia agli Europei per “evitare di dar fastidio”: un’esternazione che fu una semplice provocazione, legata al blitz della Polizia a Coverciano, ed alle frasi del premier Monti circa la necessità di chiudere il calcio, ma che diede fastidio a molti, probabilmente anche ai piani alti del nostro sistema calcio. I rapporti con le istituzioni calcistiche sono, poi, un altro “punto caldo” per Cesare Prandelli, alla luce della difficoltà della Nazionale a ritagliarsi un proprio spazio nel corso della stagione, in un calendario fitto di impegni dei club che hanno sempre la priorità, fagocitando ogni spazio, lasciando solo le briciole.
Per ora, dunque, il futuro di Prandelli è all’insegna dell’incertezza, lasciando ogni valutazione al “dopo”, a mente fredda: “Non pongo alcuna condizione, il rapporto con la Figc è ottimo. Nessuno vuole andare via, ma la qualità della vita degli ultimi due mesi mi porta qualche riflessione. Che cosa mi ha dato più fastidio? Parliamone con sincerità tra qualche giorno, quando sarà finito l’Europeo”.
Parole che lasciano puntini sospensivi su quello che sarà, da domani in poi il futuro di Prandelli: restare o andar via? Accettare la sfida di continuare la sua rivoluzione, in campo e fuori, rispettando il suo contratto fino al Mondiale 2014, o abbandonare la nave, magari con una soddisfazione in tasca, come fece Marcello Lippi nel 2006?
Qualche indiscrezione di mercato annuncia che, sulla sua decisione, potrebbe pesare la corte di un grande club, che potrebbe far leva proprio sulla sua voglia di lavoro quotidiano sul campo: dall’Inter, in caso di fallimento di Stramaccioni, alla “sua” Juventus, in caso di allontanamento di Conte nell’ipotesi di processo sportivo.
Per ora, però, ogni energia del tecnico di Orzinuovi è sulla finalissima di Kiev: l’appuntamento con la Storia non può attendere.
Ritorno al passato per l’intera nazione italiana che stasera tornerà a vestirsi completamente d’azzurro per seguire e supportare anche a distanza gli azzurri di Cesare Prandelli in questa finale del Campionato Europeo 2012. Italia-Spagna è il match finale che assegnerà la coppa. Gli italiani hanno ancora ben impressa in mente quella sera del 9 Luglio 2006 quando la formazione di Lippi ci regalò un momento indimenticabile vincendo la finale dei Mondiali contro la Francia. E chissà se anche stasera l’Italia potrà festeggiare fino a notte inoltrata.
Stasera i protagonisti saranno leggermente diversi ma i preparativi sono sempre gli stessi anzi, l’Italia si sta preparando con maxischermi per riunirsi nelle principali città e seguire assieme i propri beniamini che, passo dopo passo, sono riusciti a conquistare questa finale, ripagando la delusione dei Mondiali in SudAfrica del 2010. Un gran lavoro di Prandelli e compagni che meritano in tutto e per tutto di esserci, quasi sei anni dopo dalla vittoria in Germania, per conquistare un nuovo risultato importante.
E mentre gli azzurri si preparano al meglio per scendere in campo, tra gli italiani sale la febbre pre gara: ci sarà chi per scaramanzia andrà a seguire la partita nello stesso posto di sempre ma ci sarà anche chi si recherà nelle grandi città per seguire sia la partita che il post, sperando di poter festeggiare nuovamente fino all’indomani.
Molte sono infatti le città che hanno allestito un gran maxischermo: a Roma i preparativi sono iniziati al Circo Massimo dove, ben mille persone sono state impiegate per organizzare l’evento e dove sono stati messi in piedi ben quattro maxischermi per accogliere tutti i romani e non solo che vorranno seguire il match. Inoltre per evitare qualsiasi inconveniente per l’altissima temperatura attesa oggi, sono pronti 200 volontari e più di 300mila bottigliette d’acqua.
Anche a Milano sono previste tantissime persone: davanti al maxischermo di Piazza Duomo sono infatti attese più di 50 mila persone dato che nella semifinale sono stati ben 30 mila i tifosi che si sono goduti la vittoria all’aperto davanti al Duomo. Visto il grande afflusso di italiani il comune di Milano ha quindi deciso di ingrandire ancor di più il maxischermo: i tifosi azzurri che accorreranno nella piazza milanese potranno infatti contare su uno schermo di 10 metri per 5.
Non mancheranno i maxischermi anche nelle città di Verona, Firenze, Genova, Savona, Palermo, Catania, Perugia, Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. Particolarmente caldo sarà il clima in terra umbra dato l’elevato numero di giovani spagnoli che la città ospita per l’università mentre dovranno fare a meno di seguire gli azzurri tutti gli abitanti di Siena, impegnati nella cena annuale che precede la corsa del Palio che è da sempre cosa sacra per i toscani.
Insomma, finalmente l’Italia sarà unita in un solo paese senza nessun tipo di distinzione e rabbia, uniti tutti nel tifo in questa importante partita che gli azzurri dovranno affrontare alle 20.45 di questa sera, sperando di poter continuare a festeggiare dopo la fine del match come successe nella notte del 9 luglio 2006, la quale fu proprio una “Notte magica”.