Tag: Esteban Cambiasso

  • Premier: altro tonfo United, Lampard ferma il Chelsea

    Premier: altro tonfo United, Lampard ferma il Chelsea

    La 5° giornata di Premier League ha visto il primo rallentamento del Chelsea. Nel big match contro il Manchester City i Blues sono stati fermati sul pareggio, a segnare per i Citizens è stato il grande ex Frankie Lampard.

    Altra clamorosa sconfitta per il Manchester United di Van Gaal che subisce la clamorosa rimonta della neopromossa Leicester. Prosegue l’ottima partenza del Southampton che adesso si trova al secondo posto a meno 3 dalla banda Mourinho.

    Veniamo al racconto delle gare di questo turno.

    Botta e risposta nell’anticipo del sabato tra Qpr e Stoke, con gli ospiti due volte in vantaggio e sempre rimontati con il definitivo 2-2 di Kranjcar giunto al minuto 89°.

    Con un secco tre a zero in trasferta, i Gunners spazzano via l’Aston Villa e tutte le polemiche che erano piovute dopo il Ko in Champions con il Borussia Dortmund.

    Burnley e Sunderland non riescono a superarsi e si spartiscono un punto a testa terminando la gara a reti bianche.

    L’Hull City spreca la chance di fare bottino pieno, avanti 2-0 sino ad un quarto d’ora dal termine in casa del Newcastle, si fa raggiungere dalla doppietta di Cissè che permette ai Magpies di incamerare un punto che fa morale.

    Successo importantissimo per il Southampton, ai Saints basta il gol di Graham a dieci minuti dal termine per espugnare il campo dello Swansea e portare a casa tre punti importantissimi per continuare a respirare aria di alta classifica.

    Brutto Ko per il Liverpool di Mario Balotelli che nel posticipo del sabato incassa nei primi 7 minuti due gol dal West Ham. I Reds abbozzano una reazione ed accorciano con Sterling al 26°. Nel finale però ci pensa Amalfitano a trovare il gol sicurezza per gli Hammers per il definitivo 3-1.

    La domenica si è aperta con due risultati a sorpresa, il primo è stato lo stop casalingo del Totthenam che a White Hart Lane subisce il gol di Morrison che consegna il successo al Wba.

    Ma è da Leicester che arriva quel che non ci si aspetta sopratutto calcolando che sino al 60° il Manchester United stava vincendo per 3-1. Poi l’imprevedibile, i padroni di casa nel giro di due minuti trovano la parità con Nugent al 62° e Cambiasso al 64° e poi vanno addirittura a vincerla segnando altri due gol e facendo sprofondare nel baratro Louis Van Gaal.

    Frankie Lampard
    Frankie Lampard

     

    Il Chelsea frena. Era prevedibile che in casa del Manchester City gli uomini di Mourinho avrebbero potuto arrestare la propria striscia di vittorie consecutive. Certo dopo il vantaggio siglato da Schurrle al 71° sembrava possibile l’impresa di portare a casa la 5 vittoria consecutiva ed invece al 85° è arrivata la beffa, non tanto per il pareggio ma più che altro per chi lo ha realizzato, il grande ex Frankie Lampard.

     

    Colpaccio del Crystal Palace che va a battere a domicilio l’Everton e prova pian piano a risalire la classifica.

     

    RISULTATI 5° GIORNATA

    QPR-Stoke City 2-2 (11° Diouf (S), 42° Caulker (Q), 52° Crouch (S), 89° Kranjcar (Q))

    Aston Villa-Arsenal 0-3 (32° Ozil, 34° Welbeck, 36° aut. Cissokho)

    Burnley-Sunderland 0-0

    Newcastle-Hull City 2-2 (48° Jelavic (H), 68° Diame (H), 74°, 87° Cisse (N))

    Swansea-Southampton 0-1 (80° Graham)

    West Ham-Liverpool 3-1 (2° Reid (W), 7° Sakho (W), 26° Sterling (L), 88° Amalfitano (W))

    Leicester City-Manchester United 5-3 (13° Van Persie (M), 16° Di Maria (M), 17°, 83° rig. Ulloa (L), 57° Herrera (M), 62° rig. Nugent (L), 64° Cambiasso (L), 79° Vardy (L))

    Tottenham-Wba 0-1 (74° Morrison)

    Everton-Crystal Palace 2-3 (9° Lukaku (E), 31° rig. Jedinak (C), 54° F. Campbell (C), 69° Bolasie (C), 83° rig. Baines (E))

    Manchester City-Chelsea 1-1 (71° Schurrle (C), 85° Lampard (M))

     

    CLASSIFICA

    Chelsea 13, Southampton e Aston Villa 10, Arsenal e Swansea 9, Manchester City e Leicester 8, West Ham e Tottenham 7, Hull City e Liverpool 6, Manchester United, Stoke, Everton, Crystal Palace e Wba 5, Sunderland e Qpr 4, Burnley e Newcastle 3

  • Cambiasso, un solo turno di stop per fallo su Giovinco

    Cambiasso, un solo turno di stop per fallo su Giovinco

    L’attesa per le decisioni del giudice sportivo era concentrata soprattutto sul provvedimento disciplinare riferito al centrocampista argentino dell’Inter Esteban Cambiasso, protagonista di un bruttissimo fallo durante Inter-Juventus di sabato scorso, ai danni di Sebastian Giovinco quando la gara era ormai praticamente terminata ed il punteggio era fissato sul risultato di 1-2 per la Juventus. Cambiasso era entrato da pochi minuti in campo e, preso dalla trance agonistica, ha effettuato tale entrataccia con piede a martello sulla caviglia del numero dodici juventino che gli è costata inevitabilmente il cartellino rosso diretto da parte dell’arbitro Rizzoli: un simile fallo, di certo, non rientra nel suo “stile” considerando che si tratta della prima espulsione rimediata nella sua lunga esperienza di nove stagioni in serie A. Come si suol dire, “gli sono saltati i nervi” anche a causa del nervosismo per la sconfitta che stava maturando e, data la precedente condotta irreprensibile, si è tentato di giustificarlo a fine gara, anche perchè lui stesso ha prontamente ammesso la sua responsabilità e si è subito recato nello spogliatoio della Juventus a scusarsi con Sebastian Giovinco e con tutta la squadra.

    Cambiasso solo un turno di stop | ©  Claudio Villa/ Getty Images
    Cambiasso solo un turno di stop | © Claudio Villa/
    Getty Images

    In tal senso, lo stesso Antonio Conte che si trovava nei pressi della linea di bordo campo dove è avvenuto il fallo, si è prontamente avvicinato a Cambiasso per sottrarlo alla furia dei suoi giocatori, ovviamente infastiditi e irritati dall’entrata tanto violenta su Giovinco e, fortunatamente – considerando il fatto che il piede d’appoggio colpito sia scivolato piuttosto che rimanere piantato sul terreno di gioco – non vi è stata nessuna grave conseguenza per la Formica Atomica che dopo qualche minuto di  comprensibile spavento si è prontamente rialzato e, probabilmente anche in virtù di questo, il giudice sportivo ha deciso di “graziare” Esteban Cambiasso comminandogli una sola giornata di squalifica tenendo conto del suo mea culpa a caldo, pur riconoscendo il “grave fallo di giuoco commesso” ma senza considerare l’aggravante della condotta violenta che, invece, avrebbe determinato almeno tre turni di stop.

    Sia nel referto del direttore di gara Nicola Rizzoli che nella decisione del giudice sportivo, si è dunque voluto premiare con una punizione così leggera – e contraria alle previsioni – il fair play e l’ammissione dell’errore con tanto di conseguenti pubbliche scuse ma, così facendo, si rischia di lasciare un pericoloso quanto insidioso precedente considerando che, un fallo di simile violenza, è stato punito con una sola giornata di squalifica al pari di chi viene squalificato perchè viene espulso con doppia ammonizione oppure per un’ammonizione ricevuta da diffidato come nel caso, in questa giornata, dei due difensori della Juventus Andrea Barzagli e Giorgio Chiellini (che salteranno il prossimo match con il Pescara), Stefano Lucchini e Andrea Consigli dell’Atalanta, ed Eder della Sampdoria.

    In casa Inter, inoltre, il giudice sportivo ha inferto una multa da 20 mila euro alla società a causa di un coro razzista rivolto dai tifosi ad un giocatore juventino attorno al minuto 45 del primo tempo, ed un’ammonizione con diffida e 5 mila euro di multa per  il team manager Ivan Ramiro Cordoba per aver contestato al 15′ del secondo tempo “platealmente l’operato dell’arbitro uscendo dall’area tecnica”. 

  • L’Inter frena con il Torino, Meggiorini incubo nerazzurro

    L’Inter frena con il Torino, Meggiorini incubo nerazzurro

    Termina 2 a 2 il posticipo serale tra Inter e Torino, dimostrando ancora una volta come i problemi di Stramaccioni e della sua squadra forse non saranno risolti nemmeno dagli innesti del mercato di gennaio. Ventura disegna un Torino spregiudicato che nonostante il gol dello svantaggio subito dopo cinque minuti, carica a testa bassa e mette in seria difficoltà la squadra di casa, trovando prima il pari, e poi il vantaggio nella ripresa. L’Inter si rialza con la determinazione e la voglia dei suoi giocatori, mentre il Toro si affida al gioco. Per questo motivo si può senza ombra di dubbio parlare di due punti persi per il Torino e un punto guadagnato dall’Inter. I fischi di San Siro al termine sono un segnale chiaro. Stramaccioni ha la sua bella gatta da pelare.

    LA PARTITA

    Stramaccioni sorprende un po’ le previsioni schierando Mudingay al posto di Pereira, con Zanetti e Nagatomo a scalare sugli esterni, mentre il centrocampista belga agirà in tandem con Gargano al centro. Davanti confermata la coppia Cassano Palacio. Ventura lascia in panchina Bianchi e lancia dal primo minuto Meggiorini affiancato da Barreto.

    Riccardo Meggiorini © Olivier Morin AFP
    Riccardo Meggiorini © Olivier Morin AFP
    Parte subito forte l’Inter, tanto che già al 5’ trova la rete del vantaggio sfruttando una perla su punizione di Chivu dai 22 metri che beffa Gillet, trovando l’angolo giusto e portando il risultato sull’1 a 0. La partita sembra già scritta, ma al contrario il Torino non subisce affatto il contraccolpo psicologico per la rete dello svantaggio, e inizia a macinare gioco sfruttando le corsie laterali. L’Inter soffre, e al 23’ da un erroraccio di Guarin in difesa, i granata trovano la rete del pari: il centrocampista colombiano prova un dribbling maldestro sul limite dell’area, regalando il pallone a Barretto, assist per Meggiorini che trova batte un incolpevole Handanovic. Il primo tempo mostra un’Inter che soffre in mediana la mancanza di un giocatore in grado di inventare e dettare i tempi di gioco, mentre il Torino creando buone trame riesce con facilità a mettere in difficolta la retroguardia nerazzurra.

    La ripresa parte con lo stesso piglio della prima frazione di gioco e al 7’ Cerci si beve Pereira e serve un cross basso su cui arriva nuovamente Meggiorini, timbrando la sua doppietta personale che porta l’Inter in svantaggio. L’Inter cerca di rialzarsi e sfiora il gol con Cambiasso, a seguito di una lunga azione palla a terra. Ed è proprio il centrocampista argentino entrato a sostituire Mudingay a trovare la rete del pari al minuto 22’: Zanetti entra in area saltando Rodriguez e servendo un tap in vincente a Cambiasso che da due metri non può sbagliare. La partita si infiamma e con squadre lunghissime, ed è il Torino a sfiorare la rete del 3 a 2, con Bianchi che si vede negare il gol da una prodezza di Handanovic e da un palo. Nei minuti finali il Toro cala sotto l’aspetto fisico ed è l’Inter a provarci con più intensità, senza però trovare mai il guizzo vincente, anzi è proprio Meggiorini nell’ultimo minuto a sfiorare il gol, negato solo dall’ennesimo miracolo di Handanovic . Partita che termina sul 2 a 2, con un risultato che sta più stretto al Toro che ai padroni di casa.

    PAGELLE INTER TORINO

    Handanovic 7 Nonostante le due reti subite, è l’uomo partita per i suoi, evitando un passivo che sarebbe stato sicuramente peggiore. Fortunato nell’azione del palo. Determinante sulla parata nel finale di Meggiorini.

    Pereira 4 Inguardabile. Si fa bucare da Cerci con una facilità estrema. In difesa non è evanescente, in attacco non mette dentro un cross buono. Quaresma bis?

    Zanetti 6,5 Il capitano parte a rilento, ma nella ripresa inizia a macinare km, regalando l’assist perfetto per Cambiasso

    Guarin 5 Regala un pallone a Meggiorini che di fatto si tramuta nella rete del 1 a 1. Errore imperdonabile. Ne risente per tutto il match provando a smacchiare una prestazione non sufficiente.

    Cerci 7 Scatenato. Sulla sua corsia brucia ogni difensore avversario. L’incubo di Pereira. Suo l’assist perfetto per Meggiorini sul gol del 2 a 1.

    Barreto 6,5 Perfetto per i movimenti e assolutamente geniale nell’assist che regala il pari al Torino firmato Meggiorini

    Meggiorini 7,5 Scatenato. Incontenibile. Man of the match. Doppietta contro la squadra che lo ha fatto esordire in serie A. Cosa vuoi di più della vita?

    VIDEO GOL E HIGHLIGHTS INTER TORINO
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  • Solo un pari tra Inter e Genoa. Adesso la Juve dista nove punti

    Solo un pari tra Inter e Genoa. Adesso la Juve dista nove punti

    Grandi emozioni e tantissime occasioni nel match dell’ora di pranzo della diciottesima giornata di Serie A. In campo Inter-Genoa in un San Siro piuttosto vuoto che non rende merito alla bella gara giocata dalle due squadre. Finisce 1-1 tra nerazzurri e rossoblu con le reti di Immobile e Cambiasso con un palo clamoroso di Livaja a pochi centimetri dalla porta. Con un solo punto conquistato, la formazione interista si allontana ulteriormente dalla testa della classifica e la Juve adesso dista ben 9 punti. I liguri invece rimangono in zona retrocessione ma i ragazzi di Del Neri mostrano ottimi segnali di cresciuta. L’Inter invece continua il suo non brillantissimo periodo e Stramaccioni a fine gara si complimenta con la squadra per il coraggio dimostrato in campo nonostante una condizione da rivedere.

    La partita – Gran bella gara quella vista a San Siro. Da una parte un’Inter in affanno dopo un recupero in classifica importante, dall’altra un Genoa a caccia di punti salvezza arrivato a Milano senza nulla da perdere. Buon ritmo fin dai primi minuti, con azioni importanti verso le porte difese da Handanovic e Frey.

    Immobile zittisce la sua curva © Claudio Villa/Getty Images
    Immobile zittisce la sua curva © Claudio Villa/Getty Images

    Un match che rimane inchiodato sullo 0-0 fino al 75′, grazie soprattutto alle giornate di grazie dei due estremi difensori. Ad un quarto d’ora dalla fine, con i nerazzurri a caccia del gol vittoria arriva la doccia fredda. Immobile parte in contropiede, supera in velocità Ranocchia e insacca con il mancino alle spalle di Handanovic. Il pareggio interista arriva dieci minuti più tardi con il l’argentino Cambiasso, abilissimo ad inserirsi senza palla in area su un cross dalla sinistra e segnare con un preciso colpo di testa. Gli ultimi minuti sono un forcing nerazzurro, con quattro attaccanti in campo. Nei minuti finali Livaja colpisce un clamoroso palo a pochi centimetri dalla porta tra la disperazione generale dei compagni e di Stramaccioni.

    L’esultanza – Ciro Immobile dopo aver realizzato il gol del vantaggio, zittisc i suoi tifosi portando il dito all’altezza della bocca e urlando “zitti, zitti”. Cessione in vista per l’attaccante napoletano? Chissà…

    Addio scudetto? – La distanza tra Inter e Juventus diventa pesante ad una giornata dalla chiusura del girone d’andata. Una nuova rimonta pare quasi impossibile, anche se gli impegni di Champions dei bianconeri potrebbero far perdere punti preziosi.

    Preziosi – Già acquistati Floro Flores e Matuzalem, in arrivo almeno un difensore e un centrocampista. Il mercato invernale potrebbe consegnare a Del Neri una rosa profondamente rinnovata per una salvezza ampiamente alla portata dei genoani.

    PAGELLE INTER-GENOA
    Immobile 7.5 – Immenso lavoro per la punta rossoblu. Da profondità, tiene palla, subisce falli e perde tempo. Realizza anche il gol del momentaneo vantaggio e si lamenta con i propri tifosi che hanno criticato troppe volte il napoletano.
    Kucka 7.5 – Straordinario. Davanti agli occhi di Moratti e Branca che avrebbero voluto portarlo a Milano, prende in mano la squadra e la trascina verso un risultato importante. Ritrovato.
    Zanetti 7 – Quasi 40 anni e non sentirli! Corre come un giovanotto, vince tutti i contrasti e rimane sempre in piedi nei duelli. Extraterrestre.
    Cassano 6 – Prestazione ben al di sotto delle sue capacità. Prova qualche giocata, ma non entra mai nel vivo della partita. L’Inter ha bisogno delle sue invenzioni.

    TABELLINO INTER-GENOA 1-1
    Inter (3-4-3): Handanovic 6.5; Ranocchia 6.5, Samuel 6.5, J. Jesus 6 (46′ Chivu 5.5); Zanetti 7, Gargano 7 (79′ Livaja 5), Cambiasso 7, Alvarez 5.5 (30′ Pereira 6.5); Palacio 6, Milito 6, Cassano 6.
    Genoa (4-5-1): Frey 6.5; Sampirisi 6, Canini 6, Granqvist 7, Antonelli 6; Rossi 6 (72′ Piscitella 6.5), Kucka 7.5, Toszer 5.5; Bertolacci 6 (69′ Anselmo 5, 91′ Kranjic sv), Vargas 6; Immobile 7.5.
    Marcatori: 75′ Immobile (G), 85′ Cambiasso (I)

  • Atalanta-Inter, Stramaccioni non rinuncia al tridente

    Atalanta-Inter, Stramaccioni non rinuncia al tridente

    La dodicesima giornata della Serie A 2012-2013 si chiude con il posticipo serale Atalanta-Inter. Allo stadio Atleti Azzurri d’Italia si sfidano le due compagini nerazzurre. I padroni di casa allenati da Stefano Colantuono, proveranno a centrare la terza vittoria consecutiva, la quarta tra le mura amiche contro la squadra più in forma del momento: l’Inter di Andrea Stramaccioni. I nerazzurri di Milano sono reduci dalla vittoriosa trasferta di Belgrado, che ha rappresentato la decima vittoria consecutiva tra campionato e coppa ma soprattutto la decima vittoria su 10 trasferte stagionali. In questa stagione l’Inter ha sempre vinto fuori casa, ed anche a Bergamo la banda di Stramaccioni arriva per ottenere l’intero posta in palio. 3 punti per restare in scia di una Juventus, che ieri ha dilagato a Pescara allungando il vantaggio sui nerazzurri a +4.

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    Stramaccioni conferma il tridente © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    In casa Inter c’è grande entusiasmo per una squadra ed un allenatore che lavorano uniti nella stessa direzione. La vittoria di Torino ha esaltato l’ambiente nerazzurro ma deve rappresentare un punto di partenza e non un punto d’arrivo. Parola di Andrea Stramaccioni, mai come ora condottiero del Rinascimento interista. Anche in Europa i nerazzurri hanno confermato lo straordinario momento che attraversa tutto il gruppo. Gruppo che a Bergamo arriva senza Samuel e Ranocchia, assenze pesanti che si aggiungono a quelle di lungo corso di Sneijder, Chivu, Mudingayi giusto per citarne alcuni. Per Stramaccioni questo però non deve essere un alibi ma una spinta per scendere in campo con la giusta concentrazione. Senza dimenticare le condizioni precarie di Cambiasso, uscito malconcio dalla partita di Belgrado. Il centrocampista argentino dovrebbe comunque essere della partita e potrebbe giocare sia come centrale della difesa a 3 con Silvestre e Juan Jesus oppure come interno del centrocampo a 4. Stramaccioni, che di recente ci ha abituato alle sorprese tattiche dell’ultimo minuto, non ha ancora deciso come affrontare l’Atalanta, 3-4-3 o 4-3-3? Modulo a parte a centrocampo non c’è tanta scelta per Stramaccioni, che dovrebbe schierare Gargano e Guarin, apparso in splendida forma nelle ultime uscite. Sulle fasce invece confermati Zanetti e Nagatomo. In attacco pochi dubbi in casa Inter con il tridente delle meraviglie composto da Milito-Cassano-Palacio chiamato a confermare i numeri impressionanti di questo inizio di stagione.

    L’Atalanta di Colantuono attende l’Inter forte di una tradizione recente abbastanza positiva. Negli ultimi 5 confronti di Serie A andati in scena a Bergamo, gli orobici hanno perso solo una volta (0-2 stagione 2007/2008) vincendo 3-1 nel 2008/2009 quando sulla panchina dell’Inter vi era Jose Mourinho. Il bilancio viene completato da 3 pareggi, sempre per 1-1. Per quanto concerne l’undici anti Inter ci sono pochi dubbi in casa della Dea. Confermatissimo il 4-4-1-1, Consigli in porta e in difesa Stendardo-Manfredini centrali e Peluso e Raimondi sulle fasce. A centrocampo la spinta dagli esterni verrà fornita da Schelotto e Bonaventura coadiuvati dalla regia di Cigarini, affiancato ancora una volta da Carmona, giustiziere del Napoli 10 giorni fa. In avanti spazio al tango argentino con Maxi Moralez ad innescare German Denis.

    Probabili formazioni Atalanta-Inter

    ATALANTA (4-4-1-1): Consigli; Raimondi, Stendardo, Manfredini, Peluso; Schelotto, Carmona, Cigarini, Bonaventura; Maxi Moralez; Denis.

    INTER (3-4-3): Handanovic; Silvestre, Juan Jesus, Cambiasso; Nagatomo, Guarin, Gargano, Zanetti; Palacio, Milito, Cassano.

  • Partizan-Inter Palacio, Silvestre e la difesa a 4

    Partizan-Inter Palacio, Silvestre e la difesa a 4

    Esaurito l’entusiasmo per il successo allo Juventus Stadium, Stramaccioni e l’Inter cercheranno di chiudere già stasera contro il Partizan di Belgrado la pratica qualificazione Europa League. Vincere stasera, garantirebbe ai nerazzurri un pensiero in meno per il giovedì sino a Febbraio, consentendo quindi al tecnico e alla sua rosa di gestire e indirizzare le forze sin da subito sul campionato. Nel mirino oltre alla qualificazione anticipata c’è anche la ‘statistica’, ovvero provare a centrare il decimo successo consecutivo in trasferta, che vorrebbe dire entrare di fatto con un record assoluto nella storia dei colori nerazzurri per un ‘neofita’ come Stramaccioni. Se sino a poco tempo fa i paragoni con un mostro sacro come Mourinho, potevano rasentare l’eresia, oggi l’accostamento tra i due tecnici, sembra meno utopico e fantascientifico. Lo stesso tecnico interista ha cercato di calmare i suoi e l’ambiente nerazzurro, sin troppo avanti con l’entusiasmo, spiegando come dopo la Juventus, l’unico bianconero a cui pensare sia quello del Partizan!

    Matias Silvestre © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    Le note dolenti arrivano da un’infermeria sempre più affollata. Infatti questa sera, l’attesa più grande, riguarda principalmente, su come Stramaccioni schiererà la sua Inter sempre più cameleontica. Indisponibili i due titolarissimi centrali difensivi Ranocchia e Samuel, con Chivu ancora fermo ai box, scatta l’ora X di Matias Silvestre, chiamato alla prova del riscatto dopo un inizio di stagione deludente e nell’anonimato totale. Oscurato dalla crescita esponenziale di Juan Jesus, l’argentino stasera dovrebbe scendere in campo proprio a fianco del giovane brasiliano, riproponendo una linea a quattro dietro, con Jonathan e Pereira sugli esterni. Oppure se il tecnico nerazzurro non concederà un turno di riposo a Cambiasso è molto probabile che il centrocampista argentino giochi centrale, con la classica linea a tre uomini, supportato da Juan Jesus e Silvestre. In mediana spazio a Guarin, Mudingayi, con Nagatomo e Zanetti esterni. Davanti ballottaggio tra Cassano e Palacio, con l’unica certezza di vedere dal primo minuto Marko Livajasempre presente nella competizione europea e con già due gol all’attivo. A riposo in panchina rimarranno il Principe Milito, Gargano e le nuove leve della Primavera nerazzurra.

    Dall’altro lato i padroni di casa, forti del pubblico caloroso presente allo stadio di Belgrado, cercheranno di interrompere il filotto di vittorie consecutive nerazzurre. Il tecnico Vermezovic è consapevole (soprattutto dopo il 3 a 1 rifilato dall’Inter in casa dei campioni d’Italia) della forza e del momento favorevole dei nerazzurri, ed è per questo motivo che sembra aver preparato un match con l’obiettivo di attaccare per tutti i 90 minuti la squadra di Stramaccioni. Nella scelta del modulo il Partizan dovrebbe scendere in campo con un 4-2-3-1, utilizzando una linea difensiva a quattro con Miljkovic, Ostojic, Ivanov e Volkov, e sfruttando la doppia copertura in mediana di Medo e Smiljanic. Più avanzati e sugli esterni agiranno Tomic e il giovane talento Markovic, sul quale in chiave mercato, l’Inter sembra aver messo gli occhi già da tempo. Concludono l’undici titolare Ilic subito dietro l’unica punta Scepovic.

    PROBABILI FORMAZIONI PARTIZAN-INTER :

    PARTIZAN (4-2-3-1): Petrovic; Miljkovic, Ostojic, Ivanov, Volkov; Medo, Smiljanic; Tomic, S. Ilic, L. Markovic; Mitrovic. A disp. Ilic, S. Scepovic, Sretenovic, Lazevski, S. Markovic, Jojic, M. Scepovic. All. Vermezovic

    INTER (4-4-2): Handanovic; Jonathan, Silvestre, Juan Jesus, Pereira, Obi, Mudingayi, Guarin, Nagatomo; Livaja, Palacio. A disp. Belec, Pasa, Zanetti, Benassi, Cassano, Gargano, Milito. All. Stramaccioni.

  • Inter coi cerotti, Stramaccioni senza centrali ‘ricicla’ Cambiasso

    Inter coi cerotti, Stramaccioni senza centrali ‘ricicla’ Cambiasso

    Dopo i complimenti, le lodi ricevute ( anche con un pizzico di polemica da parte juventina) e le gioie nei giorni che seguono la vittoria contro la Juventus, l’Inter di Stramaccioni si ritrova con un’infermeria da record storici. Samuel e Ranocchia, i perni della difesa nerazzurra, usciti malconci dalla sfida dello Juventus Stadium hanno effettuato gli esami diagnostici per verificare le entità degli infortuni. Il riscontro è stato un fulmine a ciel sereno: entrambi alle prese con degli stiramenti non saranno disponibili prima di un mese. Morale della favola? Dalle gioie ai dolori, con una difesa da ridisegnare nelle prossime sfide contro il Partizan, Atalanta, Cagliari e Rubin Kazan. Inoltre sembra che per Ranocchia servano tempi di recupero leggermente allungati, quindi è probabile il suo forfait anche nella sfida di campionato contro gli emiliani del Parma. I guai non derivano solo dalle assenze dei due centrali, poiché se fino a qualche mese fa in casa Inter si parlava di abbondanza al centro, ora l’unico disponibile è l’inamovibile Juan Jesus.

    Esteban Cambiasso © Claudio Villa Getty Images Sport

    SILVESTRE E DIFESA A 4? – Con Samuel, Ranocchia, Chivu, Silvestre, e Juan Jesus, si potrebbe tranquillamente parlare di sovrabbondanza di centrali. Perfetto, tolti i primi due, per gli infortuni su citati, con Chivu fermo ai box per risolvere il problema al piede (si parla di un suo rientro a Dicembre), e Silvestre che ha di fatto deluso in ogni sua uscita, Stramaccioni ha una bella gatta da pelare. Proprio sull’argentino ex Palermo adesso sono puntati i riflettori. Voluto fortemente dalla dirigenza nerazzurra in estate e finito in ombra dopo le deludenti prestazioni in Europa League e il disastroso 3 a 1 contro la Roma, Silvestre potrebbe riconquistarsi la fiducia del tecnico, e ritornare ai suoi livelli visti al Barbera nelle passate stagioni. Con il suo inserimento Stramaccioni potrebbe tornare a puntare sulla difesa a quattro, già vista nel match contro il Catania. In quel frangente era Obi a ‘mascherarsi’ da terzino per arginare le giocate di Gomez, ma stavolta essendo indisponibili il nigeriano e forse Jonathan, Stramaccioni dovrà tirar fuori il coniglio dal cilindro!

    CAMBIASSO JOLLY- L’alternativa valida per non rinunciare alla difesa a tre, potrebbe essere quella (tra l’altro già vista in Europa League) di arretrare al centro della retroguardia, il tutto fare Cambiasso. Il centrocampista argentino in questo modo tirerebbe un po’ il fiato, e giocherebbe in una posizione che comunque non gli è mai dispiaciuta, affiancato da Juan Jesus e appunto Silvestre più larghi. C’è da considerare come questa ipotesi non sia nemmeno così tanto remota, visto che è già stata utilizzata nel match contro il Neftchi, con discreti risultati. Ovviamente gli azeri sono un avversario di tutto altro conto rispetto alle squadre italiane, quindi il test del nove è atteso già giovedì contro il Partizan e poi in campionato contro l’Atalanta. Se dovesse scalare dietro Cambiasso, ci sarebbe inoltre da risolvere l’enorme vuoto lasciato dall’argentino in mediana, con il possibile inserimento di Guarin, in versione ‘responsabilizzato’, ovvero con la licenza di spingere ma con l’obbligo di garantire la copertura che Cambiasso non fa mancare mai.

  • Inter, Stramaccioni sulle orme di Mourinho aspettando la Juve

    Inter, Stramaccioni sulle orme di Mourinho aspettando la Juve

    E sono sette. L’Inter allunga la striscia sorprendente di successi ottenuti tra campionato e coppa, e comincia a riscrivere la lista degli obiettivi stagionali. Alzando il tiro, ovviamente, verso traguardi e avversari diversi rispetto a qualche settimana fa. Nel caso concreto, verso quella Juve, ad oggi imbattibile, che domina la serie A in lungo e in largo. E hai voglia a dire che Stramaccioni non somiglia per niente a Mourinho. Il percorso appare ormai tracciato. E l’ambiente è in fermento per un gruppo che  cresce costantemente sul piano della personalità e del gioco, dando un senso logico alle speranze di scudetto. Insomma, ancora qualche settimana da dedicare alle polemiche nostrane, tra gol annullati e soliti sospetti, una ostica gara casalinga contro la Samp – confronto mai banale – e poi sarà sfida alla capolista. Un match che dirà tantissimo sulle reali potenzialità del team nerazzurro. Ma da Milano arrivano voci che invitano alla calma. Un passo per volta, certo. Perché a guardare troppo lontano poi si perde il senso dell’orientamento. Lo dice chiaro il tecnico dell’Inter. «Noi sappiamo che affinché Juve-Inter abbia un valore d’alta classifica dobbiamo vincere contro la Sampdoria mercoledì».  dice Andrea Stramaccioni. Giusto. Ma la squadra continua a macinare punti e prestazioni da “grande”. Vale ancora la pena nascondersi? «Abbiamo tracciato un solco, e fare 8 vittorie di fila fuori casa è tanto. In questa squadra c’è grinta, fame, applicazione: sempre. Ringrazio i giocatori e cerco di dimostrare che Moratti non ha fatto una pazzia a prendermi…». E intanto, con 7 successi in fila, ha eguagliato la serie del ’61-62 di Helenio Herrera.

    Andrea Stramaccioni
    Il tecnico dell’Inter, Andrea Stramaccioni. La grinta in vista della Juve © Claudio Villa/Getty Images

    Stiamo crescendo, parola di Strama — Nella conferenza stampa del dopo partita di Bologna, Andrea Stramaccioni ha indicato la parola chiave per il futuro: crescita. «Siamo alla nona giornata – ha spiega il tecnico nerazzurro -, quindi non è intelligente parlare di obiettivi ma solo di crescita. Quella crescita che ha avuto la Juve lo scorso anno: all’inizio ha fatto fatica, poi ha trovato la quadratura ed è andata a vincere lo scudetto». Buone sensazioni, quindi. «Il nostro obiettivo è tornare in Champions – ha aggiunto l’allenatore – e l’importante è che io veda una squadra che migliora». In pratica: lo scudetto è un obiettivo concreto, ma occhio a sbilanciarsi. Perchè lì davanti i bianconeri sembrano inarrestabili. Guidati da un centrocampo da paura.

    Cuore Inter – L’spetto più bello messo in mostra dall’Inter delle ultime uscite è il cuore. L’attitudine al sacrificio. Al Dall’Ara Milito e Palacio hanno macinato chilometri. Giocando per la squadra. Senza paura di scendere nelle officine affollate del centrocampo e di sporcarsi gli scarpini. Segnali da un gruppo che, al di là delle frasi di circostanza, allo scudetto ci pensa eccome. E a ragione. La difesa è diventata un fortino alla “Josè”: gli interpreti variano, ma i gol presi sono sempre di meno. Premessa, questa, che rafforza l’autostima della squadra. Vedi, tanto per dire, Andrea Ranocchia. Uno che, passati gli incubi, ora entra e fa gol. E che in copertura non sbaglia quasi nulla. Risorto. Per il centrocampo Stramaccioni, del resto, ha l’imbarazzo della scelta. Con un Cambiasso ritrovato, stile “Bernabeu”, la quantità è ritornata di casa. Poi Guarin e Gargano: due che non perdonano. Là davanti il discorso si complica. Manca, probabilmente, un vice Milito. Questo gli uomini mercato di Massimo Moratti lo sanno bene. Ma il tridente Cassano, Palacio, Milito piace. E tanto. In attesa del ritorno di Wesley Sneijder: un top player che alzerà ancora l’asticella della qualità. E le chance dell’Inter di vincere lo scudetto. Insomma, nessun segreto. I nerazzurri ci sono per la lotta al vertice. L’importante è pensare davvero da grande.

  • L’Inter sbanca Bologna e si lancia all’inseguimento della Juve

    L’Inter sbanca Bologna e si lancia all’inseguimento della Juve

    Settebello Inter! Stramaccioni e i suoi uomini continuano la loro marcia trionfale, espugnando il Dall’Ara contro il Bologna di Pioli con un rotondo 3 a 1 che ammette poche repliche. Sette vittorie consecutive tra campionato ed Europa League, sono più che un segnale delle condizioni di salute di una squadra che sicuramente si lancia alla rincorsa della Juventus. Un super Palacio, in veste di assist man (2 oggi), un Milito che torna al gol dopo un lungo digiuno (nonostante i 24 gol nell’anno solare) e un Cambiasso straordinario, sono gli ingredienti vincenti scelti e mescolati da Stramaccioni. Ora l’Inter non deve più nascondersi. Dopo la sconfitta della Lazio, e in attesa del Napoli, i nerazzurri sono assolutamente gli antagonisti principali della Juventus nella corsa allo scudetto. In attesa del match del 3 novembre, gli errori arbitrali evidenziati oggi a Catania faranno salire i titoli sulle prime pagine dei giornali. Morale della favola? Il Derby d’Italia è già bello che infuocato!

    LA PARTITA

    Un po’ a sorpresa Stramaccioni rimescola le carte in tavola, abbandonando l’idea del tridente e lasciando Cassano in panchina. Niente chance per Alvarez con l’inserimento di Mudingay in mediana. Spazio quindi al 3-5-2 con il rientro Nagatomo e il tandem offensivo Palacio-Milito.

    Andrea Ranocchia © VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images

    È un Bologna che parte col turbo, pressando altissimo, sul primo portatore di palla, riuscendo a bloccare il gioco nerazzurro e rendendosi sempre pericoloso davanti con le invenzioni di Diamanti che sembra essere davvero ispirato. Match ball sprecato da Ranocchia sugli sviluppi di un calcio d’angolo al 23’, con un gran colpo di testa che sfiora il palo e termina di pochissimo a lato, per la gioia di Agliardi. Al secondo tentativo è proprio Ranocchiaa portare i suoi in vantaggio al 27’, sfruttando l’assist su calcio di punizione di Cambiasso e superando di testa con una parabola imprendibile il portiere emiliano. Primo tempo che si chiude con il meritato vantaggio nerazzurro.

    Nella ripresa è ancora il Bologna a partire forte, ma su un contropiede velocissimo lanciato da Handanovic è Palacio a servire l’assist perfetto per il 2 a 0 firmato Milito. L’Inter sembra padrona del campo, ma la partita è riaperta da Cherubin al 13’ che anticipa di testa un’uscita un po’ sciagurata di Handanovic e batte il portiere sloveno, portando il punteggio sul 2 a 1. Splendido l’assist di Diamanti per il compagno. Segni di nervosismo in campo dalle panchine dopo un episodio su Palacio, con Baresi e Pioli espulsi. Ne perde lo spettacolo e alla ripresa del gioco al 19’ è l’Inter ad approfittarne con una splendida azione targata Palacio, Cambiasso, con il centrocampista argentino che con un tocco sotto scavalca Agliardi e porta i suoi sul 3 a 1. Nel finale è l’Inter a sfiorare il 4 a 1 su una splendida percussione di Nagatomo, con una conclusione di Cambiasso di poco alta sopra la traversa. Cinque minuti di recupero e l’Inter continua la sua marcia trionfale inanellando la settima vittoria consecutiva.

    PAGELLE BOLOGNA-INTER

    Diamanti 6,5 Ci prova fino all’ultimo, lottando e perdendo ai punti la gara contro Mudingayi, francobollato al suo fianco. Serve uno splendido assist per Cherubin che insacca in rete. Tanta qualità.

    Cherubin 6 Mezzo voto in più per il gol, perché in fase difensiva non c’è niente di sufficiente.

    Taider 5 In mediana soffre le percussioni di tutto il reparto nerazzurro, senza riuscire mai ad arginare l’azione degli avversari.

    Handanovic 6,5 Fa ripartire lui il contropiede nerazzurro con lanci perfetti, e dopo una splendida parata, commette una brutta ingenuità uscendo sciaguratamente e facilitando il gol di Cherubin. Nel finale compie un’altra parata decisiva.

    Juan Jesus 7 Assolutamente devastante nel primo tempo. Chiude ogni spazio e si concede anche il lusso di qualche sgroppata davanti con licenza di tiro. Nella ripresa cala un po’ e prende un giallo ‘tattico’ che gli farà saltare la gara contro la Sampdoria.

    Cambiasso 7,5 Sembra avere il dono dell’ubiquità. È dappertutto. A centrocampo, davanti, in area. Stramaccioni gli cuce addosso questo nuovo ruolo e lui oltre all’assist per Ranocchia confeziona anche il gol del 3 a 1.

    Palacio 7 Dopo aver regalato due gol in due presenze, il Trenza si concede una partita a reti bianche, elargendo 2 assist perfetti a Milito e Cambiasso. Fondamentale.

    BOLOGNA: Agliardi 5,5; Garics 5, Antonsson 4,5, Cherubin 6, Morleo 5; Taider 5, Pazienza 5 (75’ Krhin), Guarente 6 (82’ Kone); Diamanti 6,5; Gabbiadini 6 (75’ Paponi), Gilardino 5,5.
    INTER: Handanovic 6,5; Samuel 6,5, Juan Jesus 7, Ranocchia 7,5; Gargano 6 (88′ Pereira s.v.), Cambiasso 7,5, Mudingayi 6, Nagatomo 6,5; Zanetti 6,5; Palacio 7 (80’Alvarez); Milito 6,5 (66′ Cassano 6).

    Video Gol e Highlights Bologna-Inter
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  • Buon Catania, Inter cinica. Cassano, Palacio e il terzo posto

    Buon Catania, Inter cinica. Cassano, Palacio e il terzo posto

    Inter-Catania termina 2-0, grazie ai gol di Cassano e Palacio i nerazzurri centrano la quarta vittoria consecutiva in campionato e agganciano la Lazio al terzo posto in classifica ad una sola lunghezza dal Napoli secondo. Il Catania ancora una volta quest’anno non brilla lontano dal Massimino. Per i ragazzi di Maran terza sconfitta esterna in 4 trasferte giocate, per una salvezza tranquilla gli etnei dovranno cercare di racimolare più punti in trasferta. Il tabù San Siro è un ricordo lontano per l’Inter di Stramaccioni che si è confermata vincente anche tra le mura amiche e adesso guarda alle prossime partite con piena fiducia. La mente già vola al match con la Juve del 3 novembre ma prima della sfida allo Juventus Stadium i nerazzurri dovranno fare i conti con la trasferta di Bologna e l’impegno casalingo con la Sampdoria di Ferrara.

    LA PARTITA – Grande sorpresa nell’Inter, Stramaccioni sfida il Catania con il tridente pesante composto da Milito, Cassano e Palacio, a centrocampo c’è Mudingayi e non Gargano con la presenza confermata di Obi. L’Inter parte meglio con Cassano e Palacio molto inspirati, tuttavia la prima palla gol è targata Catania con Almiron che davanti ad Handanovic spara alto. L’Inter schierata con un insolito 3-4-3 prova a smuovere la difesa dei siciliani ma deve attendere il 28′ per passare in vantaggio: Cambiasso con un lancio millimetrico pesca Cassano che di testa supera Andujar firmando l’1-0. Il gol del vantaggio mette tranquillità ai nerazzurri che tremano solo sul finire del primo tempo quando su un cross di Marchese arriva il colpo di testa di Izco che sibila di poco a lato.

    Palacio
    Palacio festeggia il suo primo gol nerazzurro in campionato © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    La ripresa inizia senza cambi anche se Stramaccioni decide di cambiare assetto tattico alla sua Inter passando dal 3-4-3 al 4-4-2 con Zanetti terzino e Palacio esterno di centrocampo. Proprio Palacio al 57′ non arriva per poco sul pallone del 2-0 servito perfettamente da un ottimo Cassano. Al 60′ inizia il valzer dei cambi, tra i nerazzurri entrano Gargano per Obi, Alvarez per Cassano e Guarin per Mudingayi, nel Catania invece Castro sostituisce Izco. La palla del raddoppio nerazzurro capita sui piedi di Ricky Alvarez, che non finalizza bene un contropiede micidiale mentre Ranocchia pochi minuti dopo di testa centra il palo su un cross di un mostruoso Cambiasso. Gli uomini di Maran col passare dei minuti perdono di convinzione risultando poco pericolosi in avanti, l’Inter allora ne approfitta a pochi minuti dal triplice fischio finale: Milito serve in profondità Rodrigo Palacio che si aggiusta la palla col petto prima di tirare un sinistro al volo che trafigge Andujar e firma il 2-0 finale. L’Inter centra la quarta vittoria consecutiva in campionato e si riporta al terzo posto con la Lazio, ad un punto dal Napoli secondo e a 4 lunghezze dalla Juve capolista.

    Pagelle e tabellino Inter-Catania 2-0

    Inter (3-4-3): Handanovic 6,5; Ranocchia 6,5, Samuel 6, J. Jesus 6; Obi 6(16′ st Gargano 6,5), Mudingayi 6 (24′ st Guarin 6), Cambiasso 7,5, Zanetti 6,5; Palacio 7, Milito 6,5, Cassano 7 (24′ st Alvarez R. 5,5). Panchina: Belec, Cincilla, Silvestre, Jonathan, Pereira, Mbaye, Duncan, Coutinho, Livaja. Allenatore: Andrea Stramaccioni

    Catania (4-3-3): Andujar 6; Alvarez 6, Legrottaglie 6, Spolli 6, Marchese 6,5; Izco 5,5 (19′ st Castro 6), Lodi 5,5, Almiron 6,5 (35′ st Ricchiuti s.v); Barrientos 6, Bergessio 6, Gomez 6. Panchina: Frison, Messina, Potenza, Rolin, Biagianti, Salifu, Capuano, Morimoto, Doukara. Allenatore: Rolando Maran

    Video gol Inter-Catania 2-0 (28′ Cassano, 85′ Palacio) 

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