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  • Genoa da sballo, ma non è una sorpresa

    Genoa da sballo, ma non è una sorpresa

    La quattordicesima giornata di Serie A si avvicina alla conclusione e determina alcuni fatti fondamentali che porteranno sconquassamenti nelle prossime settimane, protagonista del turno è senz’altro il Genoa di Gian Piero Gasperini. Inevitabile un discreto movimento del mercato di riparazione per alcune e di conseguenza una definizione della classifica che è destinata a variare soprattutto per chi lotta in quota salvezza. Abbiamo deciso di intitolare l’analisi della giornata odierna in questo modo per dare enfasi allo straordinario volo del Grifone ma anche alle nostre previsioni di inizio stagione, quando proprio al Genoa, davamo la possibilità di lottare per l’Europa nelle nostre pagelle del mercato estivo.

    C’erano delle scommesse da vincere e un salto di qualità da fare ed il Genoa ha fatto tutto questo, ora viene la parte più difficile, il mantenimento della zona e le carte sono tutte in regola per il team di Enrico Preziosi per questo noi diciamo con forza che non è una sorpresa, semmai le vere sorprese sono le altalenanti prestazioni di Lazio, Fiorentina e Napoli ma hanno dei perché e difficilmente possono essere risolte in poco tempo, per questo tutto è nelle mani, o meglio, nei possenti artigli del Grifone.

    La Gradinata Nord di Genova | Foto Twitter
    La Gradinata Nord di Genova | Foto Twitter

    Partendo dai presupposti oggettivi il Genoa ha un feeling storico e straordinario con la sua tifoseria e quando le cose vanno bene le due componenti si lustrano gli occhi a vicenda in un crescendo di entusiasmo che può diventare determinante. La stessa situazione non è vissuta dalle concorrenti per la posizione, Napoli e Lazio spesso subiscono contestazioni sindrome di una passione variabile ai risultati e che penalizza la squadra, stessa sorte per Milan e Inter che stanno vivendo una situazione di apatia da parte dell’ambiente.

    Il Genoa al momento ha una situazione di salute dei suoi giocatori importante, infatti Gasperini è stato bravissimo finora a far ruotare la rosa ed anzi allargandosela con per esempio innesti dalle giovanili come Mandragola. Fiorentina, Napoli e Lazio hanno avuto una partenza ad handicap in tal senso con soprattutto la viola a farne le spese maggiori, è chiaro che se parti con degli obbiettivi importanti e ti ritrovi dopo pochi turni senza prima Marin e Gomez e poi senza Rossi tutta la visione cambia e così anche gli stimoli.

    Gli stimoli del Genoa sono altissimi, sia come squadra che come singoli giocatori ed alla base c’è una grande voglia di riscatto. Matri, Perotti, Antonini, Roncaglia, Bertolacci e Pinilla sono solo alcuni giocatori sottovalutati o poco considerati o anche solo sfortunati fino a ieri che a Genova stanno trovando una grande piazza per rilanciarsi. Perin, Lestienne, Sturaro, Marchese e Mandragola sono solo alcuni giovani che hanno giù detto qualcosa e che ora vogliono arrivare. Milan, Inter e Napoli hanno poco costruito in tal senso ed anzi nei giocatori presi nel mercato estivo c’era quasi la sensazione di un recupero di giocatori ormai perduti. Per Lazio e Fiorentina il discorso è diverso perché la prima ha cambiato tecnico e molti giocatori la seconda invece ha perso anche gli stimoli giovanili di Bernardeschi che si è rotto pure lui strada facendo.

    Altro stimolo importante è la presenza nella stessa zona di classifica della Sampdoria. Infatti i cugini blucerchiati rappresentano quella spinta in più che le altre non hanno in quanto Milan e Inter si litigano a chi fa peggio, la Lazio vede la Roma inarrivabile, Napoli e Fiorentina non hanno rivali cittadine che possono far da leva. La Sampdoria è nella stessa situazione del Genoa, anche lei vive il dualismo cittadino mirando il sorpasso al Grifone e quindi facendo punti importanti, paradossalmente è lei la vera antagonista del Genoa e questa è una spinta per entrambe a correre più veloce, fatto che porta in questo momento il Genoa a sei punti dalla Roma e con domenica prossima lo scontro diretto con i giallorossi in casa. Se la Samp questa sera dovesse vincere a Verona andrebbe ad un solo punto dai rossoblù e domenica prossima se la dovrà vedere con la Juventus a Torino. In pratica potremmo assistere alle prime due della classe contro la terza e la quarta in classifica con tutti questi presupposti a fare da sgambetto sulle favorite.

    I presupposti tecnici in una Serie A dove serve solo un buon equilibrio tra i reparti e velocità nel Grifone ci sono tutti, così come nel tecnico che ha maturato un’esperienza ormai importante nella gestione del gruppo e nella lettura delle partite dall’inizio. Situazione da verificare ancora con Inzaghi al Milan e Pioli alla Lazio, mentre Montella ha poche scelte a disposizione Benitez ne ha molte di più ma si porta dietro malumori nel gruppo, tipo la gestione Insigne.

    Insomma il Genoa deve solo continuare crederci, rimanere con i piedi per terra e la strada difficilmente può cambiare, del resto l’Udinese per tre volte ai preliminari di Champions League, nelle stagioni precedenti, lo ha insegnato nulla è impossibile.

  • Quanto Genoa in Europa!

    Quanto Genoa in Europa!

    Guardando le rose presenti in Europa ecco spiccare quest’anno la presenza massiccia di ex giocatori del Genoa che, sparsi nel continente, denotano come il Grifone di Enrico Preziosi sia non solo attivissimo sul mercato, ma anche in grado di scovare in modo continuo calciatori che poi diventano di livello europeo. Non si tratta solo di due o tre intuizioni ma di una vera e propria squadra con tanto di riserve che impressiona e che fa mangiare le mani e inorgoglire i tifosi rossoblù.

    Partendo solo dalle italiane presenti nelle coppe europee sono già numerosi i calciatori che hanno calcato il campo di Marassi ed oggi sono in squadre di primissimo livello, come Ranocchia e Palacio nell’Inter, Destro e Borriello nella Roma, Bovo, Moretti e Nocerino nel TorinoMesto nel Napoli, Bonucci nella Juventus e Tomovic nella Fiorentina. Tutti calciatori usciti o passati dalla lunga veggenza rossoblù e come detto si tratta anche di altri fino a comporre una squadra intera più le riserve.

    Domenico Criscito | Foto Twitter
    Domenico Criscito | Foto Twitter

    Il Genoa “virtualmente europeo” che si può immaginare deve avere un angelo custode tra i pali, senza considerare che Perin è già un portiere di livello internazionale, e così si può trovare nella Dinamo Zagabria quel Eduardo che difese la porta rossoblù anche nella recente esperienza in Europa League del Grifone. In difesa, oltre a quelli già citati, non si può non fare riferimento a Domenico Criscito a San Pietroburgo in forza allo Zenit, o a Papastathopoulos e Granqvist rispettivamente nel Borussia Dortmund e nel Krasnodar.

    Il centrocampo sempre oltre ai riferimenti già fatti si devono menzionare sicuramente Thiago Motta del Paris Saint Germain e Rafinha del Bayern Monaco oltre a Miguel Veloso a Kiev nella Dinamo e Constant del Trabzonspor.

    In attacco l’esame si fa ancora più interessante perché già con Palacio, Destro e Borriello si parlerebbe di un tridente interessante, ma se si guarda agli ex giocatori del Genoa presenti nelle coppe europee si rimane sbalorditi. Facile ricordare l’esperienza, non proprio positiva, di Ciro Immobile tra le fila rossoblù, ma capocannoniere della Serie A scorsa ed oggi in forza al Borussia Dotmund e più intrigante e sconvolgente il passaggio di Ezequiel Lavezzi del Paris Saint Germain che dal 2004 al 2005 era un tesserato del Grifone pronto per fare la sua fortuna in Serie A ancora prima che a Napoli si pensasse a lui.

    Insomma come detto si tratta di una rosa abbastanza variegata anche come dato anagrafico che farebbe invidia a molte formazioni. Se voi foste i fanta allenatori di questo “Virtual Genoa” come lo schierereste in campo?

    Certamente la rosa allestita quest’anno dal Presidente Preziosi non è da meno e nell’ambiente c’è molta curiosità nel vedere, una volta rientrati tutte le componenti, dove può arrivare il Genoa quest’anno considerato da tanti addetti ai lavori come una delle possibili rivelazioni della stagione.

     

  • Elezioni FIGC, unica vincitrice l’ingovernabilità

    Elezioni FIGC, unica vincitrice l’ingovernabilità

    Finalmente siamo, almeno momentaneamente, usciti da una situazione alquanto ridicola. Non era possibile vivere ancora di polemiche stantie su frasi e “vecchie massime” del candidato principale alla presidenza federale. Era l’ora di fare o un salto oltre la barricata o tentare la via della condivisione attraverso un Presidente voluto da tutti che avesse una linea guida condivisibile da tutte le Leghe del calcio.

    Come spesso accade in questo paese, dalla politica ad una semplice riunione di condominio, non viene mai scelta la strada della soluzione, ma semplicemente la scelta del “minor male, ed ecco allora che subentrano gli interessi personali, l’attaccamento alle poltrone ed il poco senso del dovere partorendo una via talmente difficile da percorrere che ad oggi, dopo l’elezione in terza battuta di Carlo Tavecchio, appare impossibile.

    Non sono serviti nemmeno gli interventi del presidente del CONI Malagò e del vice UEFA Gianni Infantino per illuminare i membri elettivi e gli stessi candidati che a più riprese erano stati invitati a ritirarsi per trovare una via comune e condivisibile.

    L’ingovernabilità del calcio non è evidente  per colpa del suo nuovo Presidente Federale, ma è evidente per quanto uscito fuori in queste settimane. Abbiamo di fatto un Carlo Tavecchio che dopo la prima conferenza stampa e le successive dichiarazioni è invitato dai suoi stessi elettori a non esprimersi più se non per parlare del programma. Programma che si conosce solo a bozze, infatti è solo un minimo elenco di problematiche da risolvere e che nonostante lui stesso abbia ricoperto la carica di Presidente della Lega Nazionale Dilettanti nella sua stessa Lega tali problematiche esistono tuttora.

    Carlo Tavecchio a colloquio con il Presidente della commissione antidoping | Foto Twitter / Il Pallonare
    Carlo Tavecchio a colloquio con il Presidente della commissione antidoping | Foto Twitter / Il Pallonare

    Vince un candidato, come sarebbe stato il caso di Albertini, caldeggiato da un’asse di “grandi elettori” (Lotito-Galliani-Preziosi) che nessuno comprende quale possa essere il reale interesse da parte loro per la sua vittoria visto che tutti navigano in “cattive acque“, per motivi diversi, nelle rispettive piazze e dovrebbero prima risolvere i problemi dalle loro parti.

    Nel programma elettorale di Tavecchio, che non si conosce ma dalle sue parole si intuisce,  si parla di riportare il pubblico negli stadi e la Curva Nord della Lazio conta ad oggi 258 abbonati, si parla di giovani calciatori italiani e del  loro futuro quando il Genoa è una delle prime società a vendere i propri gioiellini per comprare tanti giocatori stranieri in una sorta di girandola di mercato annuale e si parla di gestione manageriale o governance quando l’Amministratore Delegato del Milan vive la sua carica da separato in casa e non riesce a fare calciomercato perché é “bloccato” dai contratti onerosi con i suoi giocatori che lui stesso ha sottoscritto anni prima, ma non solo loro la Lega Pro, che appoggia in pieno Carlo Tavecchio, negli ultimi anni si è vista assottigliare le proprie squadre iscritte quasi del 50% proprio per una gestione fallimentare delle società. Per non parlare poi degli scandali succeduti in sequenza negli ultimi dieci anni di calcio, dove a guidare il vapore c’erano sempre gli stessi personaggi tra cui Abete, Tavecchio, Macalli e C. a cui non si può attribuire alcuna colpa, tuttavia si deve considerare la loro scarsa vigilanza nei rispettivi ruoli.

    Se l’elezione doveva dare una manifestazione di forza democratica del nostro calcio non si può rimanere contenti di fronte al fatto che l’elezione di un Presidente di una Federazione Sportiva (qualunque essa sia) debba essere determinata da Presidenti che ci mettono e ci guadagnano un sacco di soldi sfruttando lo sport più amato. Insomma se la Lega deve rappresentare i poteri la Federazione dovrebbe rappresentare il sano sport. Ma da quello che si evince è che gli interessi hanno eletto un Presidente e quindi se si devono fare delle scelte impopolari per il bene dello sport, queste scelte non verranno fatte perché chi ha consegnato il potere a Carlo Tavecchio può avere in qualsiasi momento la tentazione di ricattare e battere cassa nei confronti del Presidente. E’ un po’ come se la Confindustria senza ascoltare il popolo eleggesse il Presidente del Consiglio e lo facesse alla “luce del sole” verrebbe ad ogni cittadino il dubbio che c’è un conflitto d’interessi e soprattutto che la democrazia possa essere finita.

    Inoltre da quest’elezione, che ha appassionato i tifosi, viene fuori in modo netto che la Lega di Serie A è spaccata in due tra vecchie e nuove generazioni, tra vecchi e nuovi modi di vedere il calcio. Con liti furbonde e continui strali tra le parti che proseguiranno ad ogni decisione che la FIGC farà, a cominciare dalla scelta del nuovo Commissario Tecnico della Nazionale.

    L’indomani delle elezioni FIGC appare molto nebuloso, forse più di quanto già si pensava dopo le celebri uscite su Optì Poba, sulle donne “handicappate” o sull’omicidio di Kennedy e rimane addirittura cupo dopo il discorso fatto da Carlo Tavecchio dopo la terza e trionfale votazione.

    La sfida che si pone dopo le elezioni FIGC è quella di preparare la “squadra di governo” e la nomina del C.T. della Nazionale i nomi caldi per tutti i tifosi sono quelli di Mancini o Conte ma bisogna già fare alcune considerazioni. Essendoci l’ombra lunga di Claudio Lotito viene difficile pensare a Roberto mancini, ex tecnico Lazio, che ha tenuto in piedi una causa civile per anni con il suo vecchio Presidente ed al tempo stesso non si può pensare ad Antonio Conte, che se non avrà carta bianca e libero coordinamento su tutte le Nazionali, difficilmente accetterà l’incarico vista la sua giovane età lavorativa e le prospettive di carriera che fare il C.T.  può sbarrargli per almeno quattro anni. Ci sono poi le soluzioni tecniche e più facilmente percorribili Guidolin, Zaccheroni e l’ultimo papabile Cabrini. Ma anche quì, il neo Presidente Federale scivola su una “buccia di banana“, perché dopo la sua nomina, nel discorso davanti all’assemblea dice di non aver avuto ancora alcun contatto con qualcuno per il futuro della Nazionale e dire che di tempo ne ha avuto e che tra tre settimane la Nazionale dovrebbe scendere in campo.

    Proprio quì, all’inizio del suo mandato Tavecchio si gioca il suo futuro e lo fa in partenza già su un campo minato vedremo se le scelte saranno per una rivoluzione vera o, come si presuppone, per il “minor male” con la compiacenza dei “soliti noti“.

  • Paolo De Ceglie a Genova per portare mentalità vincente

    Paolo De Ceglie a Genova per portare mentalità vincente

    “Genova è una città importante, i tifosi sono fantastici e lo stadio è molto caloroso. Sono felice della mia scelta e non vedo l’ora di disputare il mio primo derby, conosco l’importanza di questa sfida e voglio regalare una gioia a tutti i tifosi rossoblu”.

    Si presenta così Paolo De Ceglie, durante la conferenza di presentazione tenutasi oggi al Genoa Museum and Store.
    De Ceglie non era seguito soltanto dal Genoa, e proprio il giocatore ci spiega il perché della sua scelta:

    Gasperini è stato importante per la mia decisione e lo conosco dai tempi delle giovanili. Il mio gioco si sviluppa sulle fasce ed è bastato sulla corsa, il mister deciderà dove collocarmi nel suo scacchiere tattico, con lui  avevo disputato una parte di stagione nelle giovanili della Juventus e mi ha detto che ha intenzione di utilizzarmi in più ruoli”. 

     

    Paolo De Ceglie durante la sua presentazione | © Franco Avanzini
    Paolo De Ceglie durante la sua presentazione | © Franco Avanzini

    Il nuovo esterno rossoblu, è cresciuto calcisticamente nella Juventus, ed è la squadra con la quale ha sempre giocato, a parte una parentesi al Siena nella stagione 2007/2008, qualche dispiacere nell’ aver lasciato la “Vecchia Signora”?

    “Nessun dispiacere per aver lasciato la Juventus, stavo giocando poco e Genova è stata una scelta voluta per rimettermi in carreggiata”

    Il Genoa quindi potrebbe dare un rilancio alla sua carriera:

    “Più che di rilancio parlerei di continuazione per la mia carriera,  dopo le stagioni nella Juventus dove ho cominciato giocando parecchio, negli ultimi tempi non avevo più la certezza di scendere in campo con una certa continuità”

    Si parla di ambiente e di clima nello spogliatoio:

    “Ho trovato un ambiente molto positivo e unito, Portanova mi ha dato il benvenuto e mi ha raccontato l’atmosfera che regna all’interno della compagine rossoblu”.

    De Ceglie ha già esordito domenica a Marassi con la maglia rossoblu, per lui quasi 25 minuti di gioco:

    “Ho avuto sensazioni positive domenica quando sono sceso in campo, avere lo stadio a tuo favore e non contro come quando venivo a giocare da avversario è tutt’altra cosa, sapere poi dal presidente Preziosi, al termine della partita, che era da tanti anni che non si batteva l’Inter è stato ancora più bello”.

    E’ il momento di parlare di obiettivi:

    “La classifica è buona, il primo obiettivo è la salvezza tranquilla, occorre  pensare partita per partita  per arrivare a questo, ed in seguito, sono sicuro che ci leveremo molte soddisfazioni, dalla  mia esperienza bianconera porto la voglia di vincere e il Genoa deve sempre avere questo atteggiamento, ovviamente non faremo sempre risultato pieno ma la mentalità deve essere sempre quella: scendere in campo per vincere”

    Il numero 29 rossoblù ha poi concluso la conferenza, spiegando i motivi della scelta del numero, il 29 appunto:

    “E’ stato il mio primo numero scelto nella Juventus, mi ha sempre portato bene”

    Non solo De Ceglie, però, perché il mercato del Genoa, come da sempre il presidente Preziosi ha abituato i suoi tifosi, non è ancora finito.
    Proprio oggi infatti dalla Juventus è arrivato anche Marco Motta in prestito e dalla Roma, Nicolas Burdisso a titolo definitvo.
    In uscita invece, Biondini è già partito verso Sassuolo e Sampirisi, molto probabilmente si trasferirà in Portogallo, in prestito all’Olhanense.

    I rossoblù continuano poi le trattative che potrebbero portare in rossoblu Marquinho e Mudingayi e restano alla finestra, nonostante nei giorni scorsi abbiano dichiarato Gilardino incedibile, in attesa di conoscere il futuro di Borriello, che sarebbe il sostituito preferito nel caso in cui proprio Gilardino dovesse partire per Bologna.

  • Valter Birsa al Milan, accordo sull’asse Galliani-Preziosi

    Valter Birsa al Milan, accordo sull’asse Galliani-Preziosi

    Riuscirà Adriano Galliani a regalare un colpo ad effetto a Massimiliano Allegri e ai tifosi prima della chiusura della finestra estiva di calciomercato? Tra gli addetti ai lavori inizia ad esser un cauto ottimismo con i nomi di Honda e Ljajic accostati sempre più al Milan. In attesa delle fumate bianche il compito di Adriano Galliani in queste ore è quello di sfoltire la rosa privandosi degli elementi non più funzionali alla causa rossonera. L’ad rossonero deve riuscire a piazzare Zaccardo, Antonini e Nocerino entro il 2 settembre. Domani invece toccherà a Traoré svuotare l’armadietto a Milanello per trasferirsi sotto la Lanterna al Genoa, è di qualche minuto fa la notizia di un accordo tra Preziosi e Galliani per lo scambio di Traoré con Valter Birsa a titolo definitivo.

    Valter Birsa arrivato in Italia due stagione dopo aver entusiasmato con le maglie di Sochaux e Auxerre e della nazionale slovena non ha entusiasmato in Italia trovando poco spazio prima con la maglia del Grifone e poi con quella del Torino. Seconda punta o attaccante esterno Valter Birsa al momento più che un colpo utile ad Allegri sembra esser l’ennesima pedina di scambio sull’asse Milan-Genoa mirata a consolidare l’alleanza tra Preziosi e Galliani.

    Oltre allo scambio Birsa Traoré la cena tra gli amici Galliani e Preziosi è servita per ufficializzare un altro scambio, questa volta utile alla Primavera di Pippo Inzaghi. Arriva in rossonero infatti il giovane croato Stefan Simic duttile difensore classe ’95 considerato in patria una delle più grandi promesse. Stefan Simic arrivato in Italia come difensore centrale ha trovato fiducia e continuità tra i giovani grifoncini come esterno sinistro di difesa. All’occorrenza però può esser utilizzato anche come centrocampista difensivo. Al Genoa va invece il giovane Giacomo Lucarini, anche lui difensore classe ’95.

  • Il nuovo Genoa di Ballardini

    Il nuovo Genoa di Ballardini

    Le gradinate del Luigi Ferraris ed il suo popolo rossoblu continuano seriamente a stupirsi. Il Genoa delle ultime settimane ha praticamente cambiato pelle, trasformandosi da una squadra abulica ed agonizzante, ormai sull’orlo di una retrocessione annunciata, in una compagine che viaggia a velocità di crociera. I rossoblù anzi risalgono la china in classifica proprio nel momento in cui il calendario gli propone una serie di impegni quasi proibitivi. Non scontri diretti nella lotta per la salvezza, ma bensì squadre che giocano per l’alta classifica. Ma del resto chi consoce Davide Ballardini ha di conseguenza poco da stupirsi. Il meticoloso tecnico 49enne di Bertinoro è infatti abituato a subentrare a campionato in corso e a risolvere le situazioni più delicate di squadre spente nell’animo e con seri problemi di classifica.

    Ballardini | ©  Paolo Bruno/Getty Images
    Ballardini | © Paolo Bruno/Getty Images

    Il Presidente Preziosi nel corso della stagione aveva già dato il benservito a Gigi De Canio, diremo in maniera quasi inopportuna considerata la posizione di classifica, e a Gigi Del Neri, il cui approccio con la sponda rossoblu si è rivelato del tutto fallimentare, ma ha avuto il coraggio ancora una volta di cambiare il padrone della panchina della sua squadra, affidandosi, come aveva fatto già nel 2010/2011, a Davide Ballardini, che al momento ha dato una vitalità ed un gioco nuovo alla squadra genovese, addirittura in grado di recriminare a giusta ragione per una vittoria che non è arrivata nella delicata sfida di Palermo.

    Ballardini è un tecnico meticoloso, decisamente disciplinato e che conferisce un’anima allo stesso tempo elegante ed operaia alle proprie squadre. E’ cresciuto nella sua carriera di calciatore alle dipendenze di Arrigo Sacchi ed Osvaldo Bagnoli, ereditandone la mentalità organizzativa della squadra. Nel 2004/2005 ha portato ai margini della Serie B la gloriosa Sambenedettese, ma nel corso degli anni si è specializzato in salvezze a campionato in corso. Nel 2008 ha compiuto la sua prima impresa di rilievo sulla panchina del Cagliari, ereditato da Sonetti con appena 10 punti in classifica, nel 2009 invece ha ottenuto lo stesso risultato di prestigio alla guida del Palermo. Nel 2011 ha ripetuto la stessa salvezza questa volta in sella al Genoa. Tuttavia, le sue esperienze non sono invece da ricordare nel momento in cui gli è stata affidata una squadra dal principio del campionato, raccogliendo esoneri sulle stesse panchine di Cagliari e Palermo e poi successivamente della Lazio.

    Senza dubbio Ballardini è abituato e temprato a lavorare in tutte piazze estremamente difficili o quasi, in cui i Presidenti di turno hanno nel loro hobby preferito quello di licenziare e riassumere con la medesima facilità gli allenatori. Così come successo con Zamparini e Cellino ed in parte anche con Lotito. Preziosi in fatto di esoneri non è da meno rispetto agli altri suoi rappresentanti della categoria. Ma il suo Genoa con Ballardini alla guida ha persino ritrovato la solidità nel carattere ed un gioco di squadra anche apprezzabili. Per il momento il Presidente gli ha chiesto la salvezza, poi si vedrà. Il 4 giugno del 2011 lo stesso Preziosi lo silurò dopo un’ottima stagione, in cui il Genoa vinse anche i due derby contro la Samp, dettaglio da non trascurare, e con un anno di contratto ancora da onorare, ma Preziosi dichiarò a Radio Radio: “Non dico perché va via, meglio non parlare di certe cose”. Come dire, a volte ritornano anche se non si sa per quanto tempo.

  • Portanova al Genoa, addio al Bologna con sfogo-Twitter

    Portanova al Genoa, addio al Bologna con sfogo-Twitter

    Daniele Portanova lascia il Bologna e la sua fascia da capitano rossoblu per trasferirsi al Genoa, ma per lui non è stata una scelta accolta di buon grado, nè tantomeno una sua iniziativa personale connessa ad una propria volontà. Raramente, in queste operazioni di mercato, viene adoperata tanta schiettezza e sincerità nel rivelare i retroscena connessi ai trasferimenti ma, nell’epoca dei social network, la condivisione istantanea dei propri pensieri può essere uno stimolo in più per esprimere i propri pensieri e le proprie sensazioni, o anche semplicemente per sfogarsi. Così, nella giornata di ieri, Daniele Portanova ha affidato alla sua pagina Twitter i propri pensieri in libertà, raccontando il suo stato d’animo connesso all’addio alla città di Bologna ed alla squadra con cui sentiva un profondo legame: “Nonostante l’amore per la maglia devo andare via, te che quella maglia non l’hai mai amata sei ancora lì. Questa la cosa che mi fa più male, ma adesso vinca la verità. Bologna non ti merita”.

    Parole affilatissime, come lame di coltello, che si rivolgono con tutta probabilità a colui che ha dato il suo assenso alla cessione, o che comunque non ha fatto nulla per evitarla nonostante la volontà del trentacinquenne difensore Portanova fosse del tutto contraria e fosse stata espressa chiaramente nel corso di numerosi confronti: il presidente del Bologna Albano Guaraldi. Dopo questo sfogo “a caldo” senza dubbio la sua posizione agli occhi della tifoseria emiliana sarà ancora più negativa, considerando che il presidente Guaraldi già non gode della stima dei sostenitori della squadra, anche perchè la partenza di Portanova non era così scontata, nonostante le dichiarazioni del presidente del Genoa Enrico Preziosi facessero ipotizzare un forte interessamento del Grifone: “Portanova è un giocatore che mi piace molto, anche caratterialmente: è chiaro che abbiamo avviato una trattativa con lui dopo aver avuto il permesso del Bologna“.

    Portanova va al Genoa con sfogo Twitter | ©Gabriele Maltinti/Getty Images
    Portanova va al Genoa con sfogo Twitter | ©Gabriele Maltinti/Getty Images

    Infatti, nella giornata di ieri, Daniele Portanova non ha preso parte all’allenamento del Bologna nel centro sportivo di Casteldebole, ufficialmente a causa di un fastidio al tallone a seguito di una contusione, ma ufficiosamente per poter incontrare il presidente e convincerlo delle proprie ragioni. Al termine di quell’incontro, Daniele Portanova aveva rilasciato alcune dichiarazioni al programma radiofonico La Curva al Centro, in cui trapelava l’intento di “ricomporre” la frattura con il presidente Guaraldi ma anche la volontà del giocatore  restare al Bologna: “Io e Guaraldi ci confrontiamo con rispetto, da giocatore a presidente. Ci sono state delle incomprensioni, stiamo cercando un punto. Se è un punto per ricominciare saremo felici entrambi, altrimenti vedremo”.

    Allo stato dei fatti, invece, quel famoso “punto” da cui ricominciare non è stato individuato e, quindi, ecco che subito dopo è giunto lo sfogo accorato su Twitter del difensore ceduto che ha individuato nel presidente Guaraldi il principale responsabile della sua partenza per Genova. Il presidente e la dirigenza, però, non si sono lasciati condizionare e proseguono dritto per la propria strada e sembra abbiano già individuato l’alternativa per sostituire Portanova, ossia il ventiquattrenne brasiliano Naldo, ex del Gremio ed attualmente di proprietà dell’Udinese, che potrebbe giungere a Bologna con la formula del prestito.

  • Immobile si candida per la Juventus: “sono pronto”

    Immobile si candida per la Juventus: “sono pronto”

    L’esigenza della Juventus sul mercato di riparazione è, come noto, quella di riuscire a rinforzare il proprio attacco con una soluzione che possa conciliare l’esigenza di rispettare il budget limitato con la necessità di infoltire un reparto che, a causa dei problemi fisici di Mirko Vucinic, della vena non più ottimale di Fabio Quagliarella, del lungo stop a Niklas Bendtner, del rendimento a corrente alternata di Matri e Giovinco, sembra il principale “colpevole” della mini-crisi di inizio 2013, che ha portato agli uomini di Conte solo un punto in due partite di campionato. Per questo, nel post-partita del Tardini, dopo il pareggio contro il Parma, Antonio Conte non ha potuto sottrarsi alle domande sul mercato attaccanti ed ha usato toni schietti, ribadendo la necessità di acquisti low cost che ptrebbero portare, così, a Ciro Immobile, attuale attaccante del Genoa.

    Lo stesso Immobile non ha fatto mistero di esser pronto a correre a Torino qualora giungesse una chiamata della Juventus, un ambiente che conosce alla perfezione avendo fatto tutta la trafila nelle giovanili bianconere: ora, invece, il suo cartellino è a metà tra Genoa e Juventus, dopo l’operazione da 4 milioni di euro portata avanti nello scorso mercato estivo, e prima del nuovo interessamento della Juventus, per Immobile non c’erano altri pensieri fuorchè la squadra rossoblu, nella quale si è saputo mettere bene in luce in questo scorcio di stagione. Ma, dopo aver sentito “profumo di Juve” le cose sono cambiate, anche perchè per il giovane di origini campane sarebbe un sogno “lottare per lo scudetto ed avere un’occasione di svolta per la mia carriera: o bene o male male”. 

    Immobile si candida per la Juventus | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images
    Immobile si candida per la Juventus | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    La Juventus, dunque, potrebbe essere una sorta di trampolino di lancio definitivo per lui, finora considerato un giovane dal buon potenziale, ritrovando Antonio Conte in veste di allenatore dopo l’esperienza di Siena che sembra aver lasciato nel ventitreenne Immobile un ricordo molto positivo del tecnico salentino, al punto da sottolinearne le grandi doti di motivatore e la capacità di curare i dettagli e di restituire alla Juventus una mentalità vincente, aggiungendo di “essere orgoglioso per i complimenti dell’allenatore campione d’Italia non possono che fare piacere, sono uno stimolo per migliorarsi”.

    Se, quindi, dal canto suo Immobile sarebbe ben lieto di compiere il viaggio Genova-Torino, resta da capire quali siano le intenzioni dei due club: per la Juventus, l’affare potrebbe farsi considerando che il calciatore risponde alle caratteristiche richieste dal mister, ma resterebbe da comprendere su quali basi economico-tecniche poter discutere con il presidente del Genoa Preziosi. Infatti, l’entourage del numero uno rossoblu ha fatto trapelare che per la partenza dell’attaccante, il Genoa vuole in cambio una contropartita da scegliere fra Padoin e Marrone, due giocatori molto ben visti da Conte che, nonostante non li consideri due titolari, non ha mai negato loro il giusto spazio sia in campionato che in Coppa Italia, e che soprattutto in un periodo fitto di impegni come quello appena iniziato non vorrebbe lasciar partire.

    Probabilmente, per evitare di privarsi di uno tra i due calciatori, la Juventus dovrebbe alzare l’offerta economica per il cartellino fino a sei milioni di euro, una cifra ragionevole per concludere l’operazione in breve tempo anche considerando i buoni rapporti tra i due club.

  • Palermo su Ciro Immobile, Lo Monaco annuncia l’accordo

    Palermo su Ciro Immobile, Lo Monaco annuncia l’accordo

    Il gol segnato a San Siro contro l’Inter, potrebbe corrispondere all’ultima marcatura per Ciro Immobile con la maglia del Genoa. Il giovane attaccante aveva giá fatto capire di non essere piú in sintonia con la tifoseria gialloblu con la sua esultanza polemica. Dopo aver saltato Ranocchia e battuto Handanovic con tiro potente, Immobile ha voluto quasi azzittire la tifoseria genoana accorsa al Meazza. I tanti ultrá gialloblu non l’hanno affatto presa bene e hanno risposto per le righe all’ex attaccante del Pescara.

    STAGIONE NO – Il gesto dell’esultanza di San Siro e solo l’ultima goccia che fatto traboccare il vaso. Giá da un po’ di tempo il Genoa e Immobile erano arrivati ai ferri corti: la stagione del Grifone é stata fin quí molto travagliata. Tanti allenatori si sono succeduti sulla panchina gialloblu e per Immobile non é stato facile essere sempre al top.

    Ciro Immobile
    Ciro Immobile potrebbe lasciare il Genoa a gennaio | ©Getty Images
    Qualche gol, il giovane attaccante l’ha pure segnato, ma é nulla in confronto a quello che il giovane ci aveva fatto vedere ai tempi del Pescara di Zeman. La logica conseguenza delle cose é che il Genoa e Immobile non fanno piú l’uno per l’altro. Meglio per entrambi, la strada della separazione.

    LO MONACO – Certo, le qualitá di Ciro Immobile sono note a molti e non é difficile ipotizzare che la lista delle pretendenti per lui sia molto nutrita. La societá che peró sembra essere in vantaggio per l’acquisto di Immobile, sembra essere il Palermo. Le parole dell’Ad catanese Lo Monaco, dichiarate a Sky Sport, confermano quanto detto: “Alla luce dell’infortunio di Hernandez. Abbiamo un accordo sulla parola per Immobile con Preziosi, poi gli eventi mutano e stiamo alla finestra. Vogliamo una punta, questo è chiaro“.

    PALERMO SCATENATO – I rosanero intanto sono una delle societá piú attive sul mercato in entrata. Non solo Immobile in cima alla lista dei desideri ma anche tanti altri nomi. Fra gli affari conclusi ecco quello riguardante Aronica: l’ex difensore del Napoli é arrivato a Palermo perché voluto fortemente da Lo Monaco. Intanto sembra esserci anche l’intesa fra Dossena, altro giocatore del Napoli, e il Palermo: solo nei prossimi giorni vedremo se la situazione sará in grado di sbloccarsi del tutto. Per quanto riguarda l’attacco, qualora la strada per Immobile si complicasse, ecco un altro giocatore del Genoa: si tratta di Borriello.

  • Elezioni Lega calcio, fumata nera. Preziosi attacca Abodi

    Elezioni Lega calcio, fumata nera. Preziosi attacca Abodi

    Elezioni Lega calcio, arriva puntuale la prima fumata nera durante l’assemblea dei presidenti di Serie A svoltasi nel pomeriggio di ieri. Esito prevedibile, come pronosticato alla vigilia, con i club del campionato di massima serie incapaci di trovare l’accordo sulla scelta del nuovo presidente di Lega. A questo punto ogni discorso slitta al nuovo anno, quando verrà indetta una nuova assemblea (con ogni probabilità dopo la metà di gennaio), dove verrà effettuata nuovamente la votazione per eleggere la guida della Lega di Serie A. Ricordiamo che nei prossimi scrutini il quorum per essere eletti sarà di 14 preferenze, elemento che potrebbe facilitare il candidato Andrea Abodi, ex presidente di Lega della Serie B negli ultimi due anni, sebbene non siano da escludere altri ribaltoni.

    BYE BYE – Nel frattempo però una notizia c’è, ed è quella dell’abbandono definitivo di Maurizio Beretta, il presidente dimissionario della Lega di Serie A. Quest’ultimo era il nome caldo di Claudio Lotito e altri presidenti vicini all’ordine delle idee del numero uno biancoceleste, fra cui anche lo stesso Enrico Preziosi. L’addio di Maurizio Beretta restringe dunque il cerchio a soli due nomi, ovvero quello di Andrea Abodi, come già anticipato, e l’outsider Ezio Maria Simonelli, “protetto” dell’ad rossonero Adriano Galliani.

    Maurizio Beretta non sarà il prossimo presidente della Lega di Serie A | ©Paolo Bruno/Getty Images
    Maurizio Beretta non sarà il prossimo presidente della Lega di Serie A | ©Paolo Bruno/Getty Images

    PARLA PREZIOSI – Al termine dell’assemblea ha parlato il presidente del Genoa Enrico Preziosi, ribadendo la sua ferma intenzione di non dare il proprio voto all’ormai ex numero uno della Lega di Serie B. Scelta ribadita dal fatto che Andrea Abodi non si sia nemmeno presentato per esporre comunque il suo programma da presidente, lasciando così un vuoto pesante nel pomeriggio di ieri. Dall’altro canto è arrivata netta la posizione dello stesso Andrea Abodi, che in seguito alla prima votazione conclusasi con un nulla di fatto, ha confermato la propria candidatura a presidente di Lega.