Tag: edi reja

  • Il muro di Reja ferma la Roma

    Il muro di Reja ferma la Roma

    La Roma non approfitta del passo falso della Juve a Verona pareggiando nel derby con la Lazio 0-0. Partita gradevole con alcune occasioni e soprattutto con il gol annullato a Gervinho per fuorigioco. Altro evento da segnalare di questo derby è il ritorno del capitano della Lazio Stefano Mauri dopo la squalifica che lo aveva tenuto lontano dal campo nello scandalo di calcioscommesse di sei mesi.

    LAZIO-ROMA 0-0, le pagelle:

    LAZIO: Berisha 6; Konko 6, Dias 6, Biava 5,5, Radu 6; Ledesma 5,5, Gonzalez 5,5 (dal 79° Onazi SV), Lulic 5; Candreva 5,5, Klose 5, Keita 5 (dal 46° Mauri 5,5)

    ROMA: De Sanctis 6; Maicon 6,5, Castan 6,5, Benatia 6,5, Torosidis 5,5; Pjanic 6 (dal 79° Ljajic SV), De Rossi 6,5, Strootman 6; Florenzi 5,5, (dal 65° Bastos 6,5) Totti 6,5 (dall’ 82° Destro SV), Gervinho 6

    Coreografia  Lazio|Foto da Facebook
    Coreografia Lazio|Foto da Facebook

    Nel post-partita Edy Reja ha parlato:

    “Nel primo tempo siamo partiti molto bene, creando occasioni centralmente e sulla destra. Siamo mancati in qualche ripartenza nel secondo tempo, non abbiamo velocizzato l’azione ma la Roma ci ha schiacciato nella nostra metà campo. Azioni nitide però non ce ne sono state, faccio i miei complimenti ai ragazzi perché abbiamo fatto una grande partita. Mauri? Volevamo lasciare inizialmente De Rossi a costruire l’azione, ma lui e Totti ci hanno messo in difficoltà perché Totti giocava dietro la linea di Ledesma e dunque De Rossi era da solo. Allora Mauri ha fatto il riferimento. Polemica chiusa con Garcia? Mi dispiace quello che è successo, ho chiesto scusa pubblicamente e anche internamente a qualcuno della Roma facendo il mio dovere. Ho un curriculum fatto di numeri e comportamenti, e si è un po’ esagerato. Non era mia intenzione fare delle battute di quel genere”.

    Rudi Garcia è sembrato leggermente deluso dal pareggio di oggi:

    “Serviva più lucidità nell’ultimo passaggio. Siamo mancati anche di concretezza davanti. Abbiamo fatto di tutto per vincere. Bastos ha giocato con entusiasmo”

     

  • Coppa Italia: doppio Perea e la Lazio è ai quarti

    Coppa Italia: doppio Perea e la Lazio è ai quarti

    In vista dei prossimi impegni in campionato Reja sceglie, per questo match di Coppa Italia, una formazione con molte seconde linee. Restano fuori nella Lazio infatti ben otto titolari tra assenze forzate e scelte tecniche (Biava, Dias, Ledesma, Gonzalez, Candreva, Klose, Lulic ed Hernanes) rimpiazzati da altrettanti giocatori che fino ad oggi hanno avuto poco spazio per mettersi in luce (Ciani, Novaretti, Onazi, Biglia, Felipe Anderson, Keita, Ederson e Perea).

    Il Parma scende a Roma per giocarsi la partita a viso aperto, magari cercando di sfruttare il momento non felice della Lazio e prima che la mano dell’allenatore possa modellare la squadra. All’ Olimpico i gialloblù si presentano con un tridente offensivo formato da Sansone, Cassano e Biabiany, mentre Amauri si accomoda in panchina.

    Brayan Perea | © Paolo Bruno / Getty Images
    Brayan Perea | © Paolo Bruno / Getty Images

    La Lazio nei primi 20′ mette sotto i ducali, creando almeno tre nitide palle gol non sfruttate, mettendo a frutto una evidente supremazia a centrocampo. I biancocelesti sfiorano il vantaggio con Keita e due volte con Perea. E’ proprio il giovane attaccante colombiano che trova la rete del vantaggio sfruttando una respinta corta di Bajza su un sinistro potente di Felipe Anderson.

    Il Parma reagisce, prima con Parolo che costringe Berisha a superarsi, poi Biabiany pareggia i conti sfruttando un’ amnesia difensiva dei padroni di casa. Per la Lazio è tutto da rifare.

    Il secondo tempo della gara assume un tono più maschio e con ritmi elevati che fanno risaltare la stanchezza fisica degli uomini di Reya, infatti avendo allestito una formazione con molte riserve, gli stessi non hanno i ’90 minuti nelle gambe. Non è un caso che le uniche due occasioni da gol capitano sui piedi di Sansone, che alla prima, l’ attaccante del Parma non, riesce a dare forza alla sua conclusione che diventa un passaggio a Berisha, nella seconda Salsone si fa anticipare prima di concludere a rete da Ciani.

    Quando tutti sono ormai convinti che si dovrà andare ai supplementari ecco la svolta. Su un cross senza pretese di Candreva, la difesa parmense buca e il più lesto ad approfittarne è Perea che con un delicato pallonetto supera Bajza in uscita disperata. Una rete del tutto insperata che toglie le castagne dal fuoco a una squadra in manifesta apnea fisica e che rischiava anche di capitolare da un momento all’altro. Adesso i biancocelesti affronteranno, nei quarti di finale di Coppa Italia, la vincente della sfida Napoli-Atalanta

    LAZIO-PARMA (1-1) 2-1 (Perea 25°, 91°: Biabiany 43°)

    Lazio (4-2-3-1): Berisha 6; Konko 6, Ciani 6, Novaretti 5,5 (76° Dias 6), Radu 6 (57° Cavanda 6); Onazi 6,5, Biglia 6; Felipe Anderson 6,5, Ederson 5,5 (67° Candreva 6), Keita 6; Perea 7A disp. Strakosha, Guerrieri, Biava, Vinìcius, Ledesma, Gonzalez, Klose, Floccari.

    All.Reja 6.

    Parma (4-3-3): Bajza 5,5; Cassani 6, Paletta 6, Felipe 5,5, Gobbi 6; Gargano 5,5, Marchionni 6, Parolo 6; Sansone 5,5, Cassano 6, Biabiany 6,5 (67° Palladino 6). A disp.Mirante, Coric, Mesbah, Lucarelli, Rosi, Kone, Acquah, Galloppa, Munari, Mendes, Amauri.

    All.Donadoni 6.
    Arbitro: Gervasoni.
    Note: Ammoniti Biglia (L), Perea (L); Felipe (P).

  • La Lazio ha scelto Petkovic, oggi l’annuncio

    La Lazio ha scelto Petkovic, oggi l’annuncio

    In molti lo hanno definito il “perfetto sconosciuto” considerando che il suo nome non è mai stato, almeno finora, nella top list dei tecnici europei: la Lazio di Lotito, però, per il post-Edi Reja ha preferito compiere una scelta di rottura, come si suol dire in questi casi.

    L’uomo “nuovo” è, dunque, Vladimir Petkovic, soprannominato il Dottore, che è già approdato a Formello,  dove ha visitato il centro di allenamento, e con tutta probabilità firmerà a breve il contratto che lo legherà al club biancoceleste per due anni a seicento mila euro a stagione: una riduzione di stipendio di ben un milione di euro rispetto al suo precedente ingaggio con il club turco del Samsuspor ma, naturalmente, il prestigio del club capitolino è un’altra storia, anche perchè la parentesi turca si è rivelata molto negativa, con l’esonero a gennaio e la successiva retrocessione del club. Turchia a parte, finora il bosniaco ha avuto soltanto esperienze in Svizzera – la sua seconda patria – allenando con buoni risultati lo Young Boys, portandolo anche ai preliminari di Champions League nel 2010, e di recente il Sion, condotto alla salvezza.

    Molto aperto e disponibile Petkovic che, nonostante il clima tutt’altro che sereno di questi giorni per il caso-Mauri legato al calcioscommesse, ha saputo pazientare in attesa che il “suo giorno” arrivasse: non ha imposto condizioni al club, anche se pare aver richiesto la presenza di suoi uomini di fiducia nello staff con cui dovrà collaborare.

    Probabilmente, dunque, il suo staff sarà composto da tre persone, due italiani e uno svizzero: il suo vice non sarà Simone Inzaghi, che pare destinato a divenire il nuovo tecnico della Primavera laziale, bensì un uomo di maggiore esperienza come Arno Rossini,svizzero del Canton Ticino, che Petkovic conosce già molto bene, poichè è stato il suo allenatore quando militava nel Bellinzona. Anche il preparatore atletico sarà scelto da Petkovic e, con tutta probabilità, potrebbe essere Paolo Longoni, italiano con esperienze in Svizzera ed in Francia, mentre il terzo componente dello staff sarà addetto alla “tecnologia”, indirizzando il suo lavoro, in particolare, sullo studio delle statistiche e sulla preparazione di report ad hoc sugli avversari, affinchè diventino un supporto agli allenamenti.

    Vladimir Petkovic | ©SEBASTIAN DERUNGS/AFP/Getty Images

    Prima ancora dell’ufficialità che, come detto, sembra una pura formalità, Vladimir Petkovic ha deciso di giocare d’anticipo, definendo in linea di massima quella che sarà l’impostazione del suo lavoro, con grande meticolosità: anche in chiave tattica sembra aver già le idee chiare, incentrando il gioco sull’uomo di maggior qualità del centrocampo laziale, ossia il brasiliano Hernanes, puntando sul suo modulo prediletto, il 3-4-3di chiaro stampo offensivo, ma con la capacità di adattarsi ed evolversi, plasmando la squadra a seconda delle circostanze, delle necessità e dell’avversario.

    Il Dottore, dunque, ha già iniziato a studiare ed a calarsi nella parte, con grande motivazione e volontà di dimostrare che – nonostante la sua carriera di allenatore sia iniziata solo nel 2008 – la scelta della Lazio non sarà un azzardo ma, bensì, un’intuizione positiva.

    I tifosi biancocelesti se lo augurano, sperando che la parabola di Petkovic non somigli a quella compita da Luis Enrique nello scorso campionato alla Roma, mentre Petkovic – dal canto suo – si augura di non dover intraprendere la sua avventura italiana con una pesante penalizzazione in classifica.

  • Divorzio Lazio Reja “sono stanco, non cambio idea”

    Divorzio Lazio Reja “sono stanco, non cambio idea”

    Dopo il divorzio annunciato e poi ritirato nella stagione in corso, questa volta per Edi Reja è tempo di salutare definitivamente la Lazio, affermando a chiare lettere di “essere stanco” e di non aver alcuna intenzione di “cambiare idea”. Il tecnico goriziano, infatti, ha voluto far luce sui motivi della sua decisione, analizzando i fattori che lo hanno indotto a scrivere la parola fine sulla sua avventura in biancoceleste. Non gli screzi con il presidente Lotito o con la dirigenza – al contrario di quanto si poteva ipotizzare – bensì le pressioni eccessive provenienti dall’ambiente circostante, dalla piazza romana così esigente nonostante i risultati positivi della sua Lazio.

    Una piazza che, però, non è riuscita a valutare positivamente l’operato di Reja e dei suoi ragazzi, nonostante per due stagioni consecutive siano riusciti a centrare la qualificazione in Europa: risultati che sembrano non bastare all’ambiente laziale, “come se non avessimo fatto nulla, è triste pensare che un quarto posto non valga niente”. Le ragioni del suo addio, dunque, potrebbero essere sintetizzate con riferimento a due aspetti cruciali: la negatività dell’ambiente e le eccessive pressioni della piazza, che lo hanno ferito in alcune circostanze, come nel caso in cui – dopo le sue dimissioni prima della gara contro l’Atletico Madrid in Europa League (poi ritirate, ndr) – lo definirono“un vigliacco”.

    Edy Reja © Dino Panato/Getty Images

    La decisione di Reja, dunque, è stata comunicata informalmente al presidente Claudio Lotito, con il quale in questi giorni il tecnico è rimasto in continuo contatto telefonico, anche alla luce del fatto che, dopo l’incontro di martedì scorso a Formello, il presidente ha invitato Reja a “prendersi una settimana di riflessione” prima di qualsiasi decisione definitiva. La settimana in questione è quasi terminata e la decisione di Reja non pare assolutamente esser cambiata, come lui stesso ribadisce perentoriamente: “Non resto e non torno indietro”, declinando, così, anche la proposta del presidente di rinnovare il contratto per una stagione ancora, in prospettiva di una serie di rinforzi importanti nel mercato estivo per tentare concretamente la qualificazione alla Champions League nella prossima stagione.

    Chiuso il capitolo Reja, quindi, per Lotito e Igli Tare è tempo di guardare avanti, sondando il terreno per individuare il tecnico laziale della prossima stagione: i nomi sul taccuino sembrano essere principalmente quelli di Gianfranco Zola, Roberto Di Matteo ed anche Pierluigi Casiraghi. Sul nome di Zola, però, in queste ore è giunta una secca smentita da parte del suo agente, Fulvio Marrucco, che ha rivelato chiaramente che – dallo scorso mese di Febbraio – “non c’è stato più alcun contatto con Lotito”. Se la pista Zola dovesse essere abbandonata, dunque, potrebbe essere considerata primaria quella che conduce all’attuale tecnico del Chelsea, che domani disputerà la finalissima di Champions League contro il Bayern, anche alla luce del passato di Di Matteo alla Lazio, in cui militò per tre stagioni, proprio prima di prendere la strada di Londra. Infine, l’alternativa Casiraghi, ex biancoceleste, che ha avuto la sua principale esperienza in panchina alla guida della Nazionale Under 21: sul suo conto, dunque, i dubbi sarebbero legati proprio alla mancanza di esperienza in una squadra di club di alto livello, con le conseguenti pressioni provenienti dalla piazza laziale.

  • Lazio – Siena 1-1, i biancocelesti perdono il treno Champions

    Lazio – Siena 1-1, i biancocelesti perdono il treno Champions

    Era la partita della vita alla vigilia, ma la Lazio di Edi Reja, ormai, non riesce più a vincere: dopo la pesantissima sconfitta contro l’Udinese della scorsa settimana, giunge un pari contro il Siena, per 1 a 1, che va stretto alle ambizioni dei biancocelesti, che vedono allontanarsi il Napoli – vittorioso nell’anticipo di ieri – nella lotta per il terzo posto, e la stessa Udinese, vincente nella gara disputata oggi con il Cesena.

    Nella gara dell’Olimpico la Lazio mostra, così, tutte le fragilità evidenziate nelle ultime uscite, dalla scarsa determinazione alle disattenzioni difensive, che consentono il gol del vantaggio al Senese Mattia Destro, nonostante nella prima mezzora la squadra di Reja avesse provato a condurre la partita, con ben sette occasioni da gol, più o meno nitide, in particolare con Tommaso Rocchi, non precisissimo sotto porta anche a causa della gran giornata del portiere dei toscani Pegolo, che in alcune circostanze si mostra realmente insuperabile. La legge del calcio, dunque, è inesorabile: gol sbagliato (e nel caso della Lazio si dovrebbe parlare di gol parati, ndr) gol subito: contropiede del Siena innescato da D’Agostino per Rossi, che crossa alla perfezione per Mattia Destro che riesce a superare Biava e Diakite e realizza il gol dello 0 a 1, suo personale undicesimo centro in serie A.

    In avvio di ripresa, occasione immediata per il pareggio della Lazio, ma Kozak è impreciso e Pegolo lo ipnotizza ancora; nei primi venti minuti del secondo tempo ancora occasioni per la Lazio, ma Pegolo chiude sempre lo specchio della porta, finchè giunge il secondo episodio chiave del match: al minuto 21 Candreva si infila in area senese e rimedia un fallo da rigore. Dagli undici metri tira Ledesma che, con freddezza, riesce a battere Pegolo realizzando il definitivo pareggio per 1 a 1.

    Il finale è confuso e concitato, ma gli attacchi della Lazio sono sterili e improduttivi, a parte il brivido della traversa colpita da Kozak: la gara termina, così, con il pari che per il generoso Siena di Sannino significa aritmetica salvezza e per la grigia Lazio di Reja si traduce nella beffa del sorpasso subito da parte di Udinese e Napoli.

    Pagelle di Lazio Siena:

    Lazio:

    Bizzarri 5.5 Sostituisce lo squalificato Marchetti, non sembra perfetto in occasione del gol realizzato da Destro

    Scaloni 5 Spento, stanco e poco attento

    Diakite 5.5 Qualche responsabilità sul gol realizzato dal Siena, per il resto sbaglia poco

    Biava 5 Soffre la presenza di Destro e i suoi scatti

    Garrido 5 Dovrebbe spingere, ma non lo fa praticamente mai

    Konko 5 Generoso e volenteroso in fase di corsa, ma non è preciso

    Ledesma 6.5 Uno dei migliori dei suoi, per la precisione dei passaggi, e per la freddezza dagli undici metri che regala il pari

    Gonzalez 6 Si fa notare per qualche tiro da fuori che, però, non impensierisce Pegolo

    Mauri 5.5 E’ il simbolo del campionato della Lazio di quest’anno; quando lui girava e segnava gol eccezionali la Lazio volava: ora, invece, il centrocampista appare stanco, così come tutta la squadra

    Candreva 7 In crescita fisica e si vede: bei dribbling ed iniziative personali che gli consentono di procurarsi anche il rigore

    Rocchi 6 L’impegno e la volontà non gli fanno difetto, la precisione sotto porta oggi, invece, gli manca. Viene sostituito da Kozak a causa di un infortunio nel primo tempo

    Siena:

    Un intervento di Gianluca Pegolo, migliore in campo | © Getty Images

    Pegolo 8 In assoluto il migliore in campo: para di tutto e di più, tranne il rigore di Ledesma. “Eccezionale veramente”

    Belmonte 5 Distratto nel retropassaggio al portiere con Kozak in agguato, oltre che in altre occasioni in cui non è preciso

    Pesoli 6 Approssimativo sulla marcatura di Rocchi, ma poi cresce nella ripresa

    Contini 6.5 Attento in marcatura, neutralizza Kozak

    Rossi 6.5 Buona prova, di sostanza

    Mannini 6 Generoso corridore, buona prestazione

    Vergassola 6 Le sue giocate sono sempre preziose

    Bolzoni 5.5 Corre e lotta, gara all’insegna della generosità anche se a volte la precisione gli manca

    D’Agostino 6.5 Si mette in evidenza per le sue intuizioni preziose, come l’apertura dell’azione che porta al gol di Destro

    Brienza 5.5 Oggi avrebbe potuto fare di più

    Destro 7 Grande gara, da protagonista: segna il gol del vantaggio senese, si batte in area, procura falli e fa salire la squadra

  • Lazio – Lecce 1-1, Bojinov gela l’Olimpico

    Lazio – Lecce 1-1, Bojinov gela l’Olimpico

    Per la Lazio di Edi Reja era una partita decisiva, o almeno così era stata definita alla vigilia dal tecnico friulano: decisiva per la qualificazione in Champions, naturalmente, e per dare un segnale alle dirette concorrenti, il Napoli in particolar modo, che Reja considera la squadra più temibile e più attrezzata. La Lazio, per una decina di minuti, ossia dal minuto 82 al minuto 91, era riuscita nell’ardua impresa, compiendo un importante balzo in avanti, assaporando il dolce gusto del terzo posto in tranquillità: il gol di Matuzalem, al suo primo centro stagionale, di testa, poteva essere l’episodio decisivo del match dell’Olimpico, ma così non è stato perchè, nei minuti di recupero, il Lecce di Cosmi, mai domo, è riuscito nella zampata del pareggio finale, con Bojinov, giunta al termine di un’azione realmente rocambolesca, fra batti e ribatti in area biancoceleste.

    Un pareggio che ha fatto esplodere di gioia Serse Cosmi,imitando il celeberrimo aeroplanino dell’ex giallorosso Vincenzo Montella, traendo spunto dalla sua mai nascosta fede romanista, proprio nello stadio colorato di bianconeleste: un punto importantissimo per il suo Lecce in chiave salvezza, soprattutto considerando il pesante stop del Genoa, fermato dal Siena in casa. Grande amarazza e rammarico, invece, in casa Laziale, recriminando per la sfortunata traversa colpita da Candreva con un tiro cross al 23′, e soprattutto per l’occasione gol, fallita dallo stesso centrocampista, al 37′, quando Candreva ha mandato a lato la ghiotta occasione sugli sviluppi di una respinta di Benassi su Rocchi.

    L'esultanza di Valeri Bojinov | © MONTEFORTE/Getty Images

    Anche il Lecce, però, prima del pari in extremis aveva avuto l’occasione di passare in vantaggio con la traversa colpita da Cuadrado al 50′, oltre che alcune ripartenze pericolose. Il ribaltone di Bojinov, entrato da pochi minuti, è stata, però, una vera  e propria doccia gelata per gli uomini di Reja, sia perchè giunta al miunuto 91, sia per la modalità in cui è maturata, nella totale confusione: tiro di Corvia, respinta di Marchetti, tocco di Cuadrado e poi il decisivo tiro di Bojinov che fissa il risultato sul definitivo 1 a 1. Il cammino per la qualificazione in Champion, dunque, è ancora lungo per i biancocelesti, mentre per i salentini il quart’ultimo posto occupato dal Genoa dista, ora, solo un punto.

    Le pagelle di Lazio Lecce:

    Lazio:

    Marchetti 6 Attento quando viene chiamato in causa, ma viene trafitto dalla rete di Bojinov in un’autentica carambola nella sua area

    Scaloni 6.5 Prestazione positiva, con buona diligenza e determinazione: gioca d’esperienza contro Muriel e Di Michele

    Diakite 6.5 E’ prezioso nell’arginare la velocità di Muriel che, anche grazie al difensore Laziale, oggi rende meno del solito

    Biava 6 Attento e concentrato, non sbaglia nulla

    Garrido 6 Anche il suo compito appariva molto arduo, contro la velocità di Cuadrado: riesce a cavarsela

    Ledesma 6.5 Grintoso e determinato, buona sostanza

    Matuzalem 7 Prezioso in fase di corsa, prezioso in zona gol, con la rete del provvisorio vantaggio che aveva regalato alla Lazio l’illusione della vittoria

    Gonzles 6 Partita di grande dinamismo e duttilità

    Hernanes 5 Non è in perfette condizioni, e non incide mai sulla gara, costringendo Reja a sostituirlo, forse anche per un acciacco

    Candreva 6.5 Sta bene e si vede, anche se è sfortunato nel colpire la traversa e troppo “sciupone” nel mandare a lato una ghiottissima palla gol. Poi cala nella ripresa

    Rocchi 6 Gara di sacrificio, spende troppe energie lontano dall’area

    Lecce:

    Benassi 6 Il gol di Matuzalem non è responsabilità sua, per il resto è attento ed anche fortunato in occasione dell’errore di Candreva

    Oddo 6 Sulla sua fascia da sicurezza al reparto

    Esposito 6.5 Attento soprattutto nel gioco aereo

    Tomovic 6 Fisico imponente, interventi rudi ma importanti

    Cuadrado 6.5 Anche se non è la sua giornata migliore, risulta fra i protagonisti: dribbling, corsa, e mette lo zampino nel pari di Bojinov

    Delvecchio 6 Grinta  e determinazione a 360 gradi

    Giacomazzi 6 Non è in gran giornata, a volte la squadra ne risente

    Bertolacci 6 Partita di buona sostanza, ma viene sostituito da Bojinov (7) che, come si suol dire “toglie le castagne dal fuoco” realizzando il pari in extremis

    Brivio 5.5 Non incide particolarmente

    Di Michele 6 Conferma il buon momento di forma, corre molto e prova a costruire

    Muriel 5.5 La sua giornata è “no”, ma nonostante questo la difesa della Lazio lo teme molto

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  • Volata Champions League, un solo posto per cinque squadre

    Volata Champions League, un solo posto per cinque squadre

    Oltre all’eterna sfida scudetto tra Milan e Juventus, le ultime sei partite del campionato ci diranno anche chi fra Lazio, Udinese, Roma, Inter e Napoli si aggiudicherà la volata Champions League. La 32^ giornata di Serie A ha visto il crollo inatteso del Napoli al San Paolo contro l’Atalanta, mentre la Roma ha battuto l’Udinese in un accesissimo scontro diretto portandosi a meno quattro dalla Lazio, attualmente terza in classifica e reduce dalla sconfitta a Torino contro i bianconeri di Conte. Attenzione però anche l’Inter, vittoriosa ieri sul Siena per 2-1 con una doppietta del bomber Milito, e a sei lunghezze dai biancocelesti. Quella che fino a due settimane fa sembrava una mission impossible, ora si è trasformata in un’impresa sì difficile, ma umana.

    Lazio (54) – Gli uomini di Edi Reja non sono riusciti a ripetere l’ennesima impresa del campionato, dopo il 3-1 sul Napoli nel posticipo serale di domenica scorsa. La punizione di Del Piero nel finale di partita ha privato la Lazio di un punto che si sarebbe potuto rivelare prezioso da qui al termine della stagione. Resta immutato il vantaggio di tre punti sulla quarta in classifica (Udinese ndr), mentre si avvicinano pericolosamente i rivali giallorossi (+4). Il calendario non sorride particolarmente alla formazione biancoceleste, che nelle prossime tre gare di campionato dovrà affrontare la trasferta di Novara, un Lecce indiavolato (a Roma), e l’Udinese al Friuli. Non privi di insidie anche i match contro il Siena in casa (36^) e l’Atalanta in trasferta (37^). Infine il 12 maggio andrà in scena all’Olimpico un Lazio Inter per nulla scontato e amichevole. L’aquila biancoceleste riuscirà l’anno prossimo a volare sulle note dell’inno di Champions?

    Udinese (51) – Calendario non semplice per la squadra di Guidolin, reduce dalla pesante sconfitta contro la Roma nell’ultimo turno di Serie A. La prossima giornata i bianconeri riceveranno la visita dell’Inter di Stramaccioni, che è riuscito a conquistare sette punti sui nove a disposizione nelle prime tre gare della sua gestione. Alla 34^ giornata invece l’Udinese affronterà la difficile trasferta di Verona contro il Chievo, e nel match successivo un altro scontro diretto per la Champions, stavolta con la Lazio. Qualora i friulani dovessero uscire indenni da questo trittico fondamentale, potrebbero ancora dire la loro sulla volata Champions League, considerando che le ultime tre gare non prevedono impegni proibitivi, la trasferta di Cesena (36^), in casa contro il Genoa (37^) e infine a Catania (38^). Totò di Natale e compagni riusciranno a bissare l’impresa della scorsa stagione?

    luis enrique | © ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images

    Roma (50)Roma, nun fa la stupida…ora. I tifosi giallorossi si saranno ormai abituati ai continui saliscendi della giostra di Luis Enrique, che a sei partite dal termine resta in piena corsa per un posto in Coppa Campioni il prossimo anno. Il successo di ieri sull’Udinese ha messo le ali alla compagine del tecnico spagnolo. A questo punto però ogni passo falso costerà caro, decisamente più che nel recente passato. Se la prossima partita può sembrare relativamente semplice, all’Olimpico contro la Fiorentina, la 34^ giornata proporrà un’affascinante quanto cruciale Juventus Roma, dove lo Stadium potrebbe essere l’arbitro indiretto sia della volata Champions League che dello scudetto. Alla 35^ giornata invece i giallorossi tornano all’Olimpico per affrontare il Napoli, mentre nel successivo match Totti e compagni saranno di scena al Bentegodi di Verona per una complicata trasferta. Da non sottovalutare infine il ritorno in patria di Montella con il suo Catania, mentre impegno più agevole almeno sulla carta quello dell’ultima giornata di campionato, con la Roma in trasferta al Manuzzi di Cesena.

    Inter (48) – Inizia da oggi la rincorsa dell’Inter al terzo posto finale, l’ultima spiaggia per la qualificazione alla prossima edizione della Champions League. Un calendario in salita per gli uomini di Stramaccioni, che nelle prossime due giornate affronteranno le trasferte di Udine e Firenze. Alla 35^ i nerazzurri potranno “rifiatare” nel match casalingo contro uno spento Cesena, mentre più ostico l’impegno successivo che vedrà l’Inter impegnata in casa del Parma. Altra gara fondamentale sarà poi il derby alla penultima di campionato, dove i giocatori nerazzurri faranno di tutto per rovinare la rincorsa scudetto ai cugini del Milan. Nella 38^ giornata invece l’Inter andrà all’Olimpico per affrontare la Lazio di Edi Reja, in quello che potrebbe essere un vero e proprio spareggio Champions.

    Napoli (48) – Gli azzurri di Mazzarri sono scivolati in una pericolosa spirale di sconfitte che potrebbe aver pregiudicato la rincorsa al terzo posto. Il pesante ko casalingo contro l’Atalanta non è stato ancora digerito, ma l’imperativo per il Napoli deve essere quello di guardare avanti alla prossima sfida di campionato, che vedrà gli azzurri impegnati nella difficile trasferta di Lecce. Più agevole il match della 34^ giornata contro il Novara al San Paolo, mentre il successivo big match dell’Olimpico contro la Roma di Luis Enrique dirà molto sulle ambizioni europee della squadra napoletana, la quale potrebbe addirittura veder sfumare tra le mani la qualificazione all’Europa League qualora non dovesse trovare risultati convincenti contro il Palermo in casa (36^), Bologna in trasferta (37^), e Siena al San Paolo (38^).

  • Edi Reja teme il calore dello Juventus Stadium

    Edi Reja teme il calore dello Juventus Stadium

    Il tecnico biancoceleste Edi Reja, nel giorno di Pasquetta, era presente a Formello per dirigere l’allenamento dei suoi uomini in vista della trasferta di mercoledì, nel  turno infrasettimanale, allo Juventus Stadium, proprio contro la Signora “neo”capolista. Un impegno di elevato coefficiente di difficoltà, considerando anche l’ambiente “caldo” che attenderà la sua squadra, anche alla luce del ritrovato entusiasmo attorno alla formazione di Conte, ed alle previsioni di tutto esaurito.

    A tal proposito, il tecnico goriziano analizza proprio quella che sarà l’atmosfera nel tempio bianconero: “Il loro stadio incute paura e Conte è un tecnico che non molla niente”. Un tecnico giovane ma che, secondo Reja, “è di grande carattere e capace di infondere la sua carica alla squadra”.

    edi reja | © Getty images

    Per tal ragione, il mister biancoceleste teme soprattutto le doti caratteriali della Juventus, pur augurandosi che i suoi uomini abbiamo ormai ritrovato la condizione fisica e nervosa per lottare su ogni pallone senza mai mollare, l’unica strada che potrebbe consentire loro di giocarsela alla pari contro la Juventus, che Reja giudica “in grande forma”. In tal senso, la gara di sabato scorso, nel posticipo contro il Napoli, dovrebbe aver dato segnali più che confortanti, alla luce della vittoria ottenuta, dell’ottimo gioco mostrato, oltre che dello spirito “guerriero” con cui la squadra è scesa in campo, proprio “come quello del compianto Long John”: in ricordo dell’ardore agonistico di Giorgio Chinaglia la squadra ha saputo lottare con grinta e determinazione, ottenendo una vittoria difficile ma essenziale in prospettiva qualificazione Champions League, contro una diretta concorrente.

    A due giorni di distanza dalla magica serata dell’Olimpico, Edi Reja, però, non vuole guardarsi indietro ma, al contrario, è intenzionato a mantenere alta la guardia, predicando immediata concentrazione sul prossimo delicato impegno, proprio per evitare contraccolpi psicologici conseguenti all’eccessivo entusiasmo, così com’è accaduto qualche settimana fa, dopo il derby vinto contro la Roma. La sua Lazio, però, sembra ormai aver imparato la lezione.

  • Volata Champions League, chi la spunterà?

    Volata Champions League, chi la spunterà?

    Quando mancano otto partite alla fine della stagione, la volata Champions League è più viva che mai. Nell’ultimo turno di campionato Napoli e Udinese non hanno approfittato del k.o. laziale nell’anticipo di sabato al Tardini, consentendo agli uomini di Reja di conservare il vantaggio di tre punti sulle due dirette inseguitrici. Attenzione però anche a Roma e Inter, entrambe vittoriose questa domenica e determinate nel centrare la qualificazione ai preliminari della prossima Champions League.

    Vediamo squadra per squadra chi può avere le migliori possibilità per guadagnare il piazzamento tanto ambito, dando uno sguardo all’attuale condizione espressa e il calendario di ciascuna.

    LAZIO (51 punti) – La formazione biancoceleste non sta attraversando un periodo brillante. Complice anche l’infortunio del bomber tedesco Klose, la Lazio è incappata in tre sconfitte nelle ultime quattro gare di campionato, ottenendo i tre punti soltanto nella sfida casalinga contro il Cagliari grazie al gol in pieno recupero di Diakité. Senza Klose la squadra di Reja ha perso gran parte del proprio potenziale offensivo, e sia Rocchi che Kozak non sembrano in grado di sopperire all’assenza dell’ex Bayern. Inoltre il calendario non è dei migliori. Nelle prossime due partite i capitolini dovranno affrontare all’Olimpico il Napoli, in quello che si preannuncia come il primo scontro diretto per la Champions, mentre la settimana successiva saranno di scena a Torino contro una lanciatissima Juventus. Alla 35^ giornata ci sarà poi la seconda sfida Champions, al Friuli contro l’Udinese di Guidolin, che tra le mura amiche vanta un ruolino di marcia impressionante. Infine nella giornata conclusiva del torneo, il calendario propone Lazio Inter, dove per un giorno saranno dimenticati gemellaggi e alleanze spesso oggetto di feroci critiche nel recente passato. Da non sottovalutare per i biancocelesti anche le trasferte insidiose di Novara (33^) e Bergamo (37^). Strada in salita quindi per il club di Lotito.

    edinson cavani | © ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images

    NAPOLI (48 punti) – La squadra partenopea è reduce dalla pesante sconfitta contro la Juventus, ma nelle prossime otto partite potrà dire la sua per la volata al terzo posto. Complice un calendario relativamente facile, il Napoli è una delle candidate più serie per la partecipazione alla prossima Coppa Campioni. Fra meno di sette giorni gli uomini di Mazzarri hanno la ghiotta occasione di agganciare una Lazio che non è apparsa irresistibile ultimamente, avendo a disposizione lo scontro dell’Olimpico. Nei successivi tre incontri gli azzurri saranno impegnati rispettivamente contro Atalanta, Lecce e Novara, con due sfide su tre al San Paolo. Con ogni probabilità sarà decisivo il big match della 35^ giornata, quando il Napoli sarà di scena di nuovo all’Olimpico contro la Roma di Luis Enrique. Le ultime partite invece propongono sfide relativamente facili contro squadre che non hanno più nulla da chiedere al campionato, con Palermo e Siena in casa e Bologna al Dall’Ara. L’eliminazione dalla Champions League ad opera del Chelsea sembra essere stata assorbita senza grossi traumi dal gruppo partenopeo, e la voglia di ripetere il sogno europeo anche il prossimo anno potrebbe rappresentare la molla decisiva per conquistare l’agognato terzo posto.

    UDINESE (48 punti) – Dopo un girone d’andata strepitoso, i friulani stanno attraversando un momento di flessione. Il successo in campionato manca ormai da cinque partite, nelle quali l’Udinese ha conquistato la miseria di 3 punti sui 15 disponibili. Attualmente la squadra di Guidolin sembra la meno quotata per un posto in Champions. Anche il calendario non pare sorridere ai bianconeri. Nelle prossime tre partite dovranno affrontare la Roma in trasferta e l’Inter al Friuli. Sempre tra le mura amiche Di Natale e compagni incontreranno la Lazio alla 35^ giornata. Inoltre l’Udinese sarà anche chiamata a due trasferte non facili sul campo di Chievo e Catania. Senza il proprio capitano i friulani hanno evidenziato grosse difficoltà nell’ottenere i tre punti, ed anche ora che è rientrato dall’infortunio, il solo Totò sembra non bastare più.

    ROMA (47 punti) – Dopo il largo successo per 5-2 contro il Novara, la squadra di Luis Enrique è tornata per l’ennesima volta in corsa per conquistare il terzo posto in classifica. Al momento sono quattro i punti che la separano dai cugini laziali. I giallorossi continuano a rappresentare il maggiore punto interrogativo della Serie A. Tanto spettacolari quanto discontinui, queste le due caratteristiche principali della compagine allenata dal tecnico spagnolo. Se nel finale del campionato riuscirà a far prevalere la prima qualità, la Roma potrebbe essere la sorpresa nella volatona per la terza piazza. La sfida più difficile che attende i capitolini è quella della 34^ giornata contro la Juventus a Torino. Insidioso anche l’ultimo impegno casalingo della stagione, che vedrà i giallorossi sfidare il Catania dell’ex Montella. Saranno due gli scontri diretti per un posto in Champions, entrambi all’Olimpico, contro Udinese (32^) e Napoli (35^).

    INTER (44 punti) – Il cambio in panchina ha dato una sferzata di entusiasmo ai nerazzurri. La scoppiettante vittoria per 5-4 contro il Genoa ha rilanciato l’Inter nella volata Champions. C’era grande curiosità nell’assistere al debutto di Andrea Stramaccioni, che ha confermato il proprio credo offensivo. Nonostante tutto, non bisogna dimenticare che il club di Moratti ha un distacco di sette punti nei confronti della Lazio. Però il calcio da sempre insegna che tutto è possibile. Nei prossimi quattro incontri la squadra milanese sarà impegnata nelle trasferte di Cagliari, Udine e Firenze, mentre più semplici le sfide casalinghe contro Siena e Cesena. Decisive le ultime due partite della stagione. Alla 37^ giornata Stramaccioni debutterà nel derby della Madonnina. Infine il 13 maggio l’Inter sarà di scena all’Olimpico contro la Lazio.

    Appare invece quanto mai improbabile un ulteriore miracolo del Catania di Montella. Nonostante un solo punto separi gli etnei dall’Inter, la squadra dell’ex aeroplanino sembra essere fuori da qualsiasi discorso concernente il terzo posto in classifica, mentre è ancora pienamente in corsa per un piazzamento in Europa League.

  • Catania – Lazio 1-0, l’aeroplanino vola

    Catania – Lazio 1-0, l’aeroplanino vola

    Catania Lazio era il derby personale di Vincenzo Montella, bomber della Roma per lunghi anni, contro la Lazio di Edi Reja, reduce da una sconfitta con il Bologna nel post- vittoria contro i giallorossi romanisti nel secondo derby stagionale conquistato. L’aeroplanino ha “vendicato” la sua Roma, con una vittoria pesante quanto fondamentale ottenuta dal suo Catania, che compie ancora un passo in avanti in direzione salvezza, superando “quota 40”, ossia la quota tranquillità. Una gara che appariva destinata allo 0 a 0 ma che, invece, con grande pragmaticità e concretezza, il Catania ha saputo condurre in porto, sfruttando l’episodio decisivo della zampata di Nicola Legrottaglie.

    Un risultato importante, dunque, maturato grazie alla rete messa a segno dall’ex centrale di Juventus e Milan, difensore con il vizio del gol, al suo quarto centro stagionale: i rossoazzurri etnei, poi, hanno saputo difendere egregiamente la rete del vantaggio, non rinunciando a creare ancora qualche pericolo all’indirizzo della porta difesa da Marchetti.

    Il Catania di Montella, d’altronde, aveva iniziato la gara ad altissimo ritmo, creando un’azione pericolosa al 12′ con Gomez che prova il colpo di testa; al 35′, poi, altra occasionissima Catania, con Almiron che si invola in area laziale e giunge a tu per tu con Marchetti, riuscendo anche a superarlo, ma poi si trascina la palla fuori dal campo, perdendo l’attimo giusto per mettere la palla in rete.

    Nicola Legrottaglie | © Maurizio Lagana/Getty Images

    La Lazio cresce sul finire della prima frazione di gioco, con un pericolo creato da Dias con colpo di testa, anche se la posizione del laziale era già stata giudicata irregolare dal direttore di gara Romeo. La ripresa si apre con altri pericoli di marca Laziale, con il tiro di Hernanes neutralizzato da Carrizo, e poi con l’iniziativa di Klose lanciato da Ledesma, e poi ancora Klose al minuto 71 che non riesce a sfruttare la situazione creata, nonostante l’uscita di Carrizo. All’ 80′, poi, giunge la svolta della gara, con il tiro di Nicola Legrottaglie che sbuca alle spalle di un distratto Biava e realizza di piattone destro, di controbalzo, l’ 1 a 0 sugli sviluppi del calcio d’angolo battuto da Lodi.

    Nonostante la gara sembra indirizzata ad un successo dei catanesi, all’ 89′ giunge un clamoroso brivido per la squadra di Montella, con Lodi che sfiora l’autogol di testa, colpendo il palo sugli sviluppi di un cross del laziale Mauri. La Lazio si innervoscisce, ma non riesce più a creare pericoli neppure nei cinque minuti di recupero concessi dall’arbitro, solo molta confusione e nervosismo, con il tecnico Edi Reja che rimedia anche un’espulsione per proteste nei confronti del direttore di gara.

    La gara termina, così, con l’ 1 a 0 dei catanesi, che salgono a 41 punti, al pari di Roma (con una gara in meno, ndr) ed Inter  al settimo posto in classifica e, dunque, a pieno diritto in zona Europa League, laddove ad inizio stagione sembrava assolutamente un’ utopia potersi trovare a questo punto della stagione. La Lazio, invece, dopo la seconda sconfitta consecutiva ha fallito la prova di maturità, ossia quel salto di qualità che chiedeva Reja per poter compiere un balzo importante in chiave lotta Champions League, mostrandosi troppo spenta e sottotono, sia nella testa che nelle gambe.