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  • NBA Finals: Miami batte Dallas e vola sull’1-0

    NBA Finals: Miami batte Dallas e vola sull’1-0

    Gara 1 delle Finals NBA 2011 va ai Miami Heat che guidati dai soliti “Big Three” si impongono sui tenaci Dallas Mavericks. Vittoria sofferta perchè per 3 quarti di partita i texani mettono a dura prova i padroni di casa. Poi nel decisivo periodo emerge tutta la classe di Wade e James e per Nowitzki e compagni non c’è nulla da fare.

    L’inizio del match è molto teso, i 2 team intasano l’area piccola e gli unici canestri dell’incontro vengono segnati dalla distanza. Col passare dei minuti le 2 squadre prendono confidenza col canestro e si sciolgono, riuscendo finalmente ad esprimere un buon basket, al riposo si va in sostanziale equilibrio ma Dallas sembra reggere meglio i ritmi dell’incontro.

    All’inizio del secondo tempo a risultare più efficaci sono i Mavericks che grazie a Terry, alle giocate di Nowitzki e ad un attivissimo Shawn Marion si portano sul + 8 che sarà il loro massimo vantaggio in gara. Prima della fine della terza frazione ci pensano i soliti James e Wade a riavvicinare gli Heat. Il fantastico duo dell Florida non solo azzera il divario dagli avversari ma nei secondi finali porta Miami avanti di 4 lunghezze. E’ il colpo decisivo al cuore di Dallas che non riuscirà più a mettere la testa avanti, anche perchè Haslem cresce di intensità e regala preziosi rimbalzi e 5 punti alla sua squadra, che poi si porta sul +12 a soli 40 secondi dal termine con le spettacolari giocate della premiata ditta, nemmeno a farlo apposta, Dwyane Wade-LeBron James. Partita chiusa sul risultato di 92-84 e primo punto in favore degli Heat.
    James è autore di una splendida gara da 24 punti, 9 rimbalzi e 5 assist con un ottimo 4/5 da 3 punti, Wade lo segue a quota 22 ed aggiunge anche 10 rimbalzi e 6 assist. Bosh chiude a 19 punti e 9 rimbalzi con una buona partenza ma un finale in calando. Per i padroni di casa da segnalare anche i 12 punti con 3 bombe di Mario Chalmers, si fanno valere anche Haslem e Miller rispettivamente con 7 e 6 punti. Gli sconfitti, i Mavs, hanno nel solito tedesco Nowitzki il top scorer con 27 punti, Marion sforna la doppia doppia da 16 punti e 10 rimbalzi, Terry arriva a 12 ma tutti segnati nel primo tempo. A fare la differenza sono i rimbalzi di attacco (16 a 6 a favore di Miami, 46-36 invece il totale sempre per gli Heat) e la grande difesa dei padroni di casa in ogni singolo istante di gioco che limita a soli 84 punti segnati la squadra che finora aveva segnato più di tutti in questi playoff con una media di 110 punti a gara (26 punti in meno ieri sera).
    Gara 2 si giocherà sempre a Miami giovedì notte, l’appuntamento è fissato, non resta che godersi lo spettacolo di queste finali!

    Finals NBA 2011

    Miami Heat-Dallas Mavericks 92-84
    Mia James 24, Wade 22, Bosh 19
    Dal Nowitzki 27, Marion 16, Terry 12

    LA SERIE:

    Miami Heat (2)-Dallas Mavericks (3) serie 1-0 Heat

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  • Analisi della Finale NBA Miami Heat – Dallas Mavericks

    Analisi della Finale NBA Miami Heat – Dallas Mavericks

    Nella serata americana (le 2 di notte in Italia) prenderà il via la Finalissima NBA che quest’anno metterà di fronte i Miami Heat contro i Dallas Mavericks. Per entrambe si tratta della seconda finale nella storia e caso strano vuole che anche la prima sia stata uno scontro tra queste 2 franchigie. Per capire bene l’atto conclusivo della stagione NBA non può non essere fatto un accenno a ciò che successe 5 anni fa, stagione 2005-2006, con le 2 squadre che diedero vita ad una serie tra le più pazze degli ultimi anni: i Mavs di Nowitzki, con il vantaggio del fattore campo ed avanti per 2 partite a 0 vanno a giocare sul parquet degli avversari. Dominano la gara fino a 7 minuti dalla fine e quando il punto della sicurezza pare messo in cassaforte (ricordiamo che un risultato di 3-0 in una serie di playoff NBA non è mai stato ribaltato nella storia) ecco che si illumina la stella di Dwyane Wade. La guardia degli Heat guida la sua squadra alla clamorosa rimonta da -13 nei 6 minuti finali del quarto periodo e grazie alle sue prodezze evitano la pesante sconfitta mettendo il punto del 2-1. Il KO è una mazzata tremenda per i texani che non si riprenderanno più, perderanno in sequenza sia gara 4 che gara 5 che la sesta in casa soccombendo per 4-2. Miami e Wade entrano di diritto nella leggenda, dalla porta degli “Immortali”, Dallas e Nowitzki entrano invece nella storia in negativo. Una sconfitta che ancora brucia per i Mavs che avranno ora l’occasione giusta (forse l’ultima vedendo l’età media della squadra) per vendicarsi. Il bello dello sport è anche questo, di dare, presto o tardi, una seconda chance a chi butta al vento la prima occasione.

    Nella nostra analisi non possiamo non accennare ai risultati dell stagione regolare: ebbene, i Mavericks guidano gli scontri diretti per 2-0 (106-96 in Texas, 98-96 all’American Airlines di Miami). Il problema per Nowitzki e compagni è che le vittorie ottenute contro i rivali sono arrivate ad inizio anno, si era ancora nel 2010, e Miami non era certo la squadra che è ora: la franchigia viveva ancora un momento particolare dovuto ai grandi cambiamenti effettuati nel mercato estivo quando vennero riconfermati solo 5 giocatori innestandone 10 nuovi. Tra questi i colpi furono quelli di LeBron James, miglior giocatore della Lega, arrivato da Cleveland, e Chris Bosh, una delle più talentuose ali grandi della NBA, che si trasferì in Florida dai Toronto Raptors di Andrea Bargnani. Entrambi sbarcarono a South Beach a parametro zero grazie alla free agency, subito dopo il rinnovo di Dwyane Wade, stella e leader tecnico ed emotivo della squadra. Un terzetto da sogno che ogni coach desidererebbe allenare ma che nei primi tempi ha vissuto momenti critici: 3 campionissimi hanno bisogno di un naturale periodo di tempo per amalgamarsi e fu proprio in questo periodo che Dallas ne approfittò. La storia adesso è molto cambiata perchè gli Heat sono una squadra fortissima, come dimostrano i risultati ottenuti nell’ultima parte di regular season e fino a questo momento nei playoff.

    E proprio esaminando il percorso della post season può facilmente concludersi che sono arrivate all’appuntamento più importante le 2 squadre migliori: i Mavericks hanno eliminato i Portland Trail Blazers nel primo turno per 4-2, i campioni in carica dei Los Angeles Lakers nel secondo (incredibile quanto meritato sweep per 4-0) nelle semifinali di Confernce, mentre in Finale di Conference a cadere sotto i colpi di Nowitzki sono stati i giovani Thunder di Kevin Durant (4-1 il risultato finale). Gli Heat hanno invece ottenuto tre 4-1 in sequenza: prima contro Philadelphia, poi contro i favoriti alla Finale NBA, ovvero i Boston Celtics ed infine contro la formazione con il miglior record della Lega nella stagione regolare, ovvero i Chicago Bulls. Esaminando questi 2 percorsi la prima cosa che salta all’occhio è il record identico con 12 vittorie e 3 sconfitte. Tuttavia le differenze risiedono nelle sfide casalinghe ed in quelle in trasferta: Miami ha mantenuto inviolato il proprio parquet (8-0), Dallas invece ha perso una partita (7-1), ma va nettamente meglio in trasferta (5 vittorie a fronte di 2 sconfitte), mentre Wade e compagni lontani dalla città hanno avuto un andamento più difficile del previsto (4 successi e 3 KO). Proprio questa potrebbe essere la chiave della serie, la capacità dei Mavs di vincere anche sul campo dell’avversario, mentre il team della Florida non ha dato impressione di essere così continuo in trasferta.

    Se ci ricolleghiamo al 2006, scorrendo i roster si può notare come sia una squadra che l’altra hanno subito profondi cambiamenti nel corso di questi 5 anni: i superstiti sono solo 4, 2 per franchigia, Nowitzki e Terry per Dallas, Wade ed Haslem per Miami. C’era anche Erick Dampier nel 2006 ma a parti invertite visto che era il centro titlare dei texani, mentre ora ricopre il ruolo di sostituto a Miami. Anche gli allenatori sono cambiati. Le squadre quindi si sono evolute, ma hanno agito in 2 direzioni differenti: i Mavericks hanno sempre cercato di costruire un team attorno al leader Dirk Nowitzki aggiungendo giocatori complementari al tedesco, gli Heat invece hanno guardato in tutt’altra direzione, smembrando la squadra lo scorso anno per formare un trio di giocatori super (subito denominato dalla stampa specializzata “The Big Three”) che si suddivide i tiri e le responsabilità in partita.

    Un rapido sguardo anche alle caratteristiche delle 2 squadre: i Mavericks sono i migliori della Lega per efficacia offensiva (110 punti ogni 100 possessi nelle 15 gare della post season), gli Heat sono al contrario il massimo dell’efficacia difensiva (concedono appena 98 punti ogni 100 possessi). In comune hanno però 2 cose: partenze lente con straordinari recuperi ed altissima efficacia nelle “clutch-situations”, cioè nella fasi decisive che si verificano negli ultimi 5 minuti dell’ultimo quarto o negli eventuali supplementari.
    Dallas partirà sicuramente con un quintetto formato da Jason Kidd in regia, Stevenson nel ruolo di guardia, Marion in ala piccola, Nowitzki ala grande e Tyson Chandler come centro. Dalla panchina pronti a subentrare il pericolosissimo Jason Terry, Barea, Stojakovic ed infine Haywood come cambio per i lunghi. Miami si schiererà invece con Bibby o Chalmers come playmaker, Wade sarà la guardia tiratrice, Lebron James in ala piccola, Bosh ala grande e Illgauskas come centro. Pronti a dare il loro contributo dalla panchina ci saranno in primis Haslem, poi Mike Miller, Joel Anthony ed Eddie House (uno che di esperienza e di finali NBA ne sa qualcosa).
    La serie si giocherà principalmente su queste chiavi tattiche: prevarrà l’attacco e la straordinaria circolazione di palla dei Mavericks, oppure la gran difesa ed il velenosissimo contropiede degli Heat?
    Se Jason Kidd continuerà a guidare la squadra come ha fatto finora (a dispetto dei suoi 38 anni) e Nowitzki saprà approfittare degli errori avversari allora i texani potrebbero avere più di una possibilità di ribaltare il pronostico che li vede in partenza sfavoriti. Certamente la marcatura sul tedesco sarà arcigna da parte di Miami che può alternare 3 grandi nomi su di lui: Bosh in prima battuta, Haslem ed anche Anthony. Il raddoppio sul nativo di Wurzburg (con cifre nella postseason da M.V.P.: 28,4 punti di media a partita contro i 23 della regular season, 130 tiri liberi a segno sui 140 tirati ed il nuovo record di 24/24 in gara 1 contro Oklahoma City, 7,5 rimbalzi di media a gara contro i 7 della stagione regolare e una percentuale nel tiro da 3 superiore al 50%) potrebbe innescare l’altra arma dei Mavs ovvero il tiro da oltre l’arco che ha degli interpreti eccezionali in Terry, lo stesso Kidd, Stevenson, Barea, Marion e lo specialista Stojakovic (ne sanno qualcosa i Lakers che in gara 4 della semifinale di Conference vennero distrutti dal tiro da fuori di Terry e Stojakovic che fissarono 4 record validi per la post season).
    Miami dovrà cercare invece di fare leva sulla freschezza fisica e cercare di indirizzare il match sui canoni più consoni ai suoi giocatori. Potrebbe creare qualche problema contrastare il duo di lunghi avversari Nowitzki-Chandler, con l’ex Hornets autore di una stagione strepitosa. Inoltre (sembra strano fare un’affermazione del genere ma i numeri dicono più di qualsiasi altra cosa) la coppia James-Wade dovrà fare attenzione alla marcatura di Stevenson: Wade, nelle 2 partite di regular season, ha preso appena 3 tiri nei 30 minuti in cui Stevenson è stato in campo su di lui, e James ha un modestissimo 1 su 9 al tiro nella stessa situazione. Potrrebbe essere proprio l’ex Wizards (che con James ha un conto aperto per via di alcune polemiche avvenute dopo le sfide tra Cavs e Washington negli anni passati) uno degli agenti speciali “sguinzagliati” da coach Carlisle sulle tracce dei 2 fenomeni rossoneri.

    Per finire, il pronostico pende nettamente dalla parte dei Miami Heat, ma se i Dallas Mavericks riuscissero nell’impresa di espugnare solo una volta il parquet avversario, allora le cose potrebbero cambiare radicalmente. Negli ultimi anni l’unica squadra a ribaltare il fattore campo è stata proprio Miami edizione 2006, dato che in quelle Finals i Mavs avevano 4 gare casalinghe, poi solo vittorie di squadre che avevano il vantaggio del campo (San Antonio 2007, Boston 2008, Lakers 2009 e 2010). Anche per questo aspetto sarebbe dolcissima una rivincita dei “Mandriani” texani. Quello che ci auguriamo è che sia una Finale degna di tale nome!

  • NBA, playoff: Miami passa a Chicago, sarà finale contro Dallas

    NBA, playoff: Miami passa a Chicago, sarà finale contro Dallas

    Saranno i Miami Heat del fantastico trio LeBron james, Dwyane Wade e Chris Bosh a giocarsi le finali NBA contro i Dallas Mavericks (che hanno ottenuto ieri il pass in gara 5 contro i Thunder): battuti i Bulls dell’M.V.P. stagionale Derrick Rose, la squadra dell’Illinois si è arresa per 4-1 nella serie di finale di Eastern Conference perdendo 4 partite consecutive dopo l’iniziale vittoria.

    Una grande vittoria quella degli Heat, ottenuta con talento, voglia e tanta determinazione che ha portato ad un super recupero negli ultimi 4 minuti di gioco quando la situazione sembrava praticamente disperata ed irrecuperabile. Nella serie Chicago avrebbe meritato qualcosa di più, il 4-1 definitivo è un pò bugiardo ma spiega nel migliore dei modi come partita dopo partita Miami abbia trovato un’ottima chimica di squadra che aggiunta al talento dei suoi “Big Three” l’ha portata al risultato per cui era stata costruita, ovvero le Finals NBA. E non stiamo parlando di un intesa di gioco raggiunta nel corso dei playoff ma già a circa metà regular season la squadra di coach Spoelstra aveva dato dimostrazione delle sue potenzialità dopo un inizio stagione difficile che l’aveva portata, nonostante il talento dei suoi 3 giocatori di punta, anche ad un record negativo. Poi il gruppo si è cementato, e da lì la squadra è diventata quasi uno schiaccia-sassi con vittorie in serie, il terzo posto assoluto nella stagione regolare e la bellissima cavalcata playoff fino alle finali raggiunte con un record di 12 vittorie a fronte di sole 3 sconfitte (il capolavoro resta la vittoria nella serie su Boston spazzata via per 4-1, con i vicecampioni NBA messi veramente alle corde).

    Ma veniamo al match: Chicago vuole fare la partita e resta per tutto il match sempre davanti.
    Infatti il primo tempo si chiude sul +7 per i “Tori” (45-38). Bogans ed i liberi di Boozer portano i Bulls anche sul +13 a metà terzo quarto, vantaggio che viene mantenuto fino a 4 minuti dalla fine: la furiosa rimonta degli Heat arriva nel momento in cui Brewer porta avanti Chicago di 12 punti con una tripla, il mega parziale dei rossoneri della Florida dice 18-3, con Wade e James decisivi. La guardia infatti infila un fondamentale gioco da 4 punti che riporta a -3 (76-79) i suoi compagni, l’ala ex Cavaliers prima impatta il match, poi segna il canestro del sorpasso con il provvisorio 81-79. Rose nell’azione seguente sbaglia un tiro libero (81-80), Bosh segna i suoi (83-80). Chicago va per il pareggio nell’ultima azione della partita ma Rose si trova davanti il muro LeBron James ed il tiro arriva sbilenco al canestro. La partita termina ed a Miami può iniziare la festa.
    Rose è il top scorer dei padroni di casa con 25 punti (ma ottenuti con 29 tentativi dal campo, merito della difesa arcigna di un James decisivo su entrambi i lati del campo), Deng ne aggiunge 18, male Boozer (5 punti) che si farà ricordare più per le sue entrate scomposte tendenti a provocare danni che per le prestazioni sul parquet. Per gli ospiti ci sono 28 punti, 11 rimbalzi, 6 assist, 3 recuperi e 2 stoppate per James, Wade si ferma a quota 21 e Bosh mette la doppia doppia da 20 punti e 10 rimbalzi: sono loro 3 a firmare ben 69 degli 83 punti totali, segno che ormai la squadra gira sulle prodezze di questi 3 talenti.
    Miami diventa campione della Eastern Conference e si giocherà (da martedi 31 maggio, con il vantaggio del fattore campo) il titolo di campione NBA contro i Dallas Mavericks in una riedizione delle Finals del 2006 dove i Mavs di Nowitzki vennero beffati da un assurdo ed irreale Dwyane Wade.

    Playoff NBA 26 maggio 2011

    Chicago Bulls-Miami Heat 80-83
    Chi Rose 25 Deng 18, Brewer 10
    Mia James 28, Wade 21, Bosh 20

    LE SERIE DEI PLAYOFF

    EASTERN CONFERENCE:

    Chicago Bulls (1)-Miami Heat (2) serie 1-4 Heat (Heat qualificati)

    WESTERN CONFERENCE:

    Dallas Mavericks (3)-Oklahoma City Thunder (4) serie 4-1 Mavericks (Mavericks qualificati)

  • NBA: Forman (Bulls) e Riley (Heat) premiati come Manager dell’anno

    NBA: Forman (Bulls) e Riley (Heat) premiati come Manager dell’anno

    La NBA ha reso noto che Pat Riley dei Miami Heat e Gar Forman dei Chicago Bulls sono i co-vincitori del premio di “Esecutivo dell’anno” categoria che rende onore al migliore staff manageriale della stagione.

    Riley si è distinto per aver costruito una squadra stellare grazie ai colpi in sede di mercato con le acquisizioni di LeBron James (il più forte giocatore in NBA al momento) dai Cleveland Cavaliers e di Chris Bosh dai Toronto Raptors oltre ad aver rifirmato il pilastro Dwyane Wade, star indiscussa della sua squadra. Le sue mosse sul mercato sono valse agli Heat un record di 58 vittorie e 24 sconfitte.

    Ancora meglio ha fatto Forman che ha costruito dei Bulls quasi perfetti riuscendo a far progredire la squadra dell’Illinois dalle 41 vittorie e 41 sconfitte della scorsa annata alle 62 di quest’anno (contro le sole 20 sconfitte), un incremento che non poteva essere ignorato dai votanti dato che Chicago ha avuto il miglior record NBA.
    Le sue scelte hanno pagato in toto: Tom Thibodeau, scelto come nuovo coach, ha vinto il premio di allenatore dell’anno, la squadra con i nuovi innesti è cresciuta così tanto che ha permesso a Derrick Rose di esprimersi al meglio e vincere il premio di M.V.P. della stagione, diventando il più giovane giocatore a ricevere questo premio.

    Onoreficenze ampiamente meritate per i 2 manager che hanno portato le rispettive squadre al primo posto assoluto nella Lega (Bulls) ed al secondo posto nella Eastern Conference (terzo assoluto in NBA, per gli Heat).

  • NBA: Oggi riposo, l’analisi in vista dell’ultima settimana di regular season

    NBA: Oggi riposo, l’analisi in vista dell’ultima settimana di regular season

    La NBA osserva un turno di riposo, il programma riprenderà regolarmente questa notte con le partite che daranno il via all’ultima settimana di regular season (termine fissato al 13 di aprile).

    Sono finora 12 le squadre qualificate per la post season (alla fine dovranno essere 16) e la lotta per accaparrarsi un posto utile entra nel vivo.

    Tra le partite da tenere d’occhio segnaliamo la trasferta di San Antonio ad Atlanta, gara da vincere per gli Spurs che con il filotto di 6 sconfitte consecutive (non accadeva dal 1997 e Tim Duncan ancora non era stato scelto dagli “Speroni” al Draft di giugno di quello stesso anno) hanno rimesso in gioco il primo posto della Lega permettendo ai Bulls di Rose (probabile M.V.P. della stagione) ed ai Lakers di farsi nuovamente sotto in vista dello sprint finale. Chicago (che è ad un passo dal seed numero 1 in Eastern Conference) sarà impegnata contro Phoenix, che con la sconfitta di domenica proprio contro i neroargento è stata esclusa matematicamente dalla corsa playoff e quindi potrebbe essere scarica di motivazioni. I Lakers ricevono i Jazz che dopo la chiusura degli scambi, a febbraio, e la cessione di Deron Williams ai Nets sono diventati una delle peggiori franchigie della Lega. Bryant e compagni con un record di 18 vinte e 2 perse guidano la classifica dopo l’All Star Game e sembrano in formissima, fermati domenica solo da Gallinari e dai suoi Nuggets. Il calendario è leggermente favorevole ai Lakers e poi ai Bulls, più complicato quello di San Antonio anche in considerazione dello scontro diretto all’81esima e penultima giornata in casa dei gialloviola campioni che potrebbe sancire il vero ordine di arrivo per la post season.

    Parlando di Western Conference potrebbe esserci uno spiraglio (ma non ci crede quasi nessuno) per i giovani Thunder di Kevin Durant di acciuffare il terzo posto ai danni dei Mavericks di Nowitzki: le 2 formazioni non attraversano però un buon momento di forma, Dallas ha una striscia aperta di 3 sconfitte di fila, Oklahoma City invece è reduce da 2 sconfitte consecutive, le 2 gare di vantaggio dei Mavs però sembrano essere un’ottima dote per portare a termine la stagione con il terzo posto ad Ovest. I Thunder nel prossimo impegno se la vedranno contro Gallinari a Denver (partita che sa di antipasto playoff!) mentre i texani affronteranno la squadra del Colorado dopodomani (e Danilo sarà quindi un pò l’ago della bilancia).
    Parlando proprio di Denver bisogna dire che la squadra è sicura del suo quinto posto e le partite che resteranno da giocare saranno dei test utili per crescere di condizione ed affiatamento in vista dei playoff.

    Da decidere invece gli ultimi 3 posti con 4 squadre rimaste in gioco: Portland è sesta e dovrebbe riuscire ad ottenere il pass senza problemi (gioca contro Golden State, nella notte), stesso discorso per Memphis (calendario più agevole rispetto alle avversarie, incontrano i modesti Clippers), chi rischia di più sono gli Hornets di Marco Belinelli che privi della “stella” West (fuori 6 mesi per i legamenti del ginocchio rotti) incontrano squadre difficili e tra queste proprio i Rockets con i quali si giocano l’ultimo posto utile di post season: Houston in 2 giorni si gioca la stagione con l’incontro di stanotte contro i Kings (insidiosi dopo i progressi dell’ultimo periodo) e poi domani notte con la sfida a New Orleans gara da “dentro o fuori” da vedere assolutamente per i veri appassionati!

    Nella Eastern Conference (già detto dei Bulls) Miami e Boston si contendono secondo e terzo posto con la squadra di James-Wade e Bosh leggermente favorita (per via del calendario) su quella di Pierce-Allen-Garnett e Rondo. Gli Heat riposeranno, Celtics impeganti invece con i pericolosi Sixers.
    Alle loro spalle l’unico team con la posizione già designata, i Magic, che non possono nè migliorare, nè peggiorare il loro quarto posto (sono impegnati contro i Bucks), Atlanta è quasi sicura del seed successivo, mentre Philadelphia e New York gareggiano per la sesta e la settima piazza: favoriti i 76ers vista la discontinuità dei Knicks (giocano contro i Raptors di Andrea Bargnani) che però se possono contare sulla vena realizzativa di Stoudemire, Anthony e Billups sono un cliente scomodo per tutti i top team. Queste sono le squadre sicure di disputare i playoff ad Est.
    L’ultimo posto sarà occupato da una franchigia tra Indiana (che riposa e parte in vantaggio rispetto alle avversarie), Charlotte (che va a giocare a Cleveland contro la squadra fanalino di coda della Lega per tenere vive le speranze) e Milwaukee (come già detto giocano ad Orlando). I Pacers vincendo le ultime 4 gare sarebbero sicuri della qualificazione (tra l’altro hanno 3 partite in casa ed 1 sola in trasferta!) alle avversarie invece non basterebbe vincerle tutte essendo dietro in classifica.
    Insomma uno sprint finale tutto da vedere, sarà un’ultima settimana elettrizzante.

    Una breve e concisa analisi anche sulle posizioni di fondo: ricordiamo che in NBA non ci sono retrocessioni, sembra che i Cavs avranno il peggior record che permetterà loro di essere posizionati come squadra numero 1 alla Draft Lottery (evento che assegna le posizioni di scelta in vista del Draft), a ruota Minnesota. Le altre squadre invece si stanno dando un pò più da fare, soprattuto i Sacramento Kings (che quasi sicuramente dal prossimo anno saranno gli Anaheim Royals, ma di questo parleremo ampiamente a parte) ed ora anche i Washington Wizards. Qualche vittoria anche per Toronto pur non potendo schierare Bargnani, segno che quest’anno le squadre di coda non ci tengono a farsi battere e a fare da sparring-partner come in passato succedeva abbondantemente, forse considerato anche che nelle ultime “Lotterie” la squadra ultima classificata (e quindi in pole alla Draft Lottery) mai ha ottenuto la prima scelta assoluta: nel 2007 Memphis e Boston ultima e penultima in regular season furono scavalcate rispettivamente da Portland e Seattle (sest’ultima e quint’ultima arrivate con i Sonics che si presero quel fenomeno di Kevin Durant), nel 2008 toccò ai Bulls che dalla nona posizione peggiore salirono fino in cima, clamorosamente e davanti allo stupore degli addetti ai lavori, per scegliere Derrick Rose (a discapito di Miami), nel 2009 fu il turno dei Clippers che scalarono fino al primo posto e scelsero poi Blake Griffin e lo scorso anno, (più o meno dalla stesa posizione dei Clippers) i Wizards scalzarono i Nets e si aggiudicarono una grande promessa del basket come John Wall.

  • All Star Game NBA 2011: Bryant trascina la Western Conference e vince l’M.V.P.

    All Star Game NBA 2011: Bryant trascina la Western Conference e vince l’M.V.P.

    E’ la Western Conference la squadra vincitrice del 60esimo All Star game NBA. La squadra dell’Ovest, guidata da uno spettacolare Kobe Bryant autore di 37 punti, ha superato la squadra dell’Est per 148-143.

    Partita come al solito altamente spettacolare, con attacchi decisamente spumeggianti e difese invece tutt’altro che impeccabili, ma ormai è risaputo che in questa gara la cosa che conta di più è far divertire il pubblico presente e niente diverte gli spettatori quanto l’attacco che prevale sulla difesa!

    L’inizio della partita è tutto per la Eastern Conference con Stoudemire in evidenza, ma Bryant, che segna il primo canestro per la squadra dell’Ovest, riporta la situazione in equilibrio. Il numero 24, aiutato da Durant, scava il primo solco tra le 2 squadre a metà quarto. Entrano le riserve ma la situazione non cambia con la Western Conference che guida alla fine del primo periodo per 37-27.

    Da applausi l’intesa tra Westbrook e Griffin (il rookie dei Clippers protagonista per la terza serata consecutiva dopo la partita tra rookie e sophomore di venerdì e la gara delle schiacciate vinta ieri) che sembrano giocare assieme da una vita, mentre da segnalare la fluidità di gioco del trio Ginobili-Gasol-Nowitzki. I minuti finali del secondo quarto vedono anche il ritorno in campo di Bryant che porta sul +12 la sua squadra siglando a metà gara qualcosa come 21 punti.

    Il ritorno in campo per il secondo tempo vede svegliarsi LeBron James, fino a quel momento un pò fuori contesto e forse fin troppo generoso nei confronti non solo dei suoi compagni con assist a ripetizione, ma anche con i suoi avversari, in primis proprio Bryant. L’ala degli Heat riesce a portare i suoi fino al -4 (83-79) ma l’infortunio di Wade alla caviglia in uno scontro fortuito con Williams e la sua uscita di scena riaprono il palcoscenico alla Western Conference che in pochi minuti si porta sul +14 (100-86). Alla fine del terzo periodo il punteggio recita Ovest 117, Est 100 e già la gara sembra indirizzata verso una ben precisa direzione.

    A quel punto coach Rivers si gioca il tutto per tutto, LeBron capisce che è il momento di fare sul serio e a furia di punti, assist e rimbalzi porta i suoi compagni sul -2. Qui entra in scena Durant che con 5 punti consecutivi riporta a +7 la Western Conference (142-135) ad un minuto e 40 secondi dal termine. Stoudemire con una tripla e James con un canestro da 2 riportano la Eastern Conference sul -2, ma Gasol con un rimbalzo offensivo sul tiro sbagliato di Bryant ed i liberi di Paul fissano il risultato sul 148-143 finale.

    Prove mostruose per Bryant (37 punti e 14 rimbalzi) e Durant (34 punti) autentici trascinatori della squadra dell’Ovest. In ombra il chiacchieratissimo Carmelo Anthony (solo 8 punti), dalla panchina bene Gasol e Wstbrook autori rispettivamente di 17 e 12 punti. Per la squadra dell’est bene James con una abbondante tripla doppia da 29 punti, 12 rimbalzi e 10 assist, 29 punti anche per Stoudemire, Wade solo 14 punti per il problema alla caviglia che lo ha costretto a stare fuori per il secondo tempo, mentre Howard si ferma solo a 5 punti. Alla fine l’M.V.P. è Kobe Bryant, e non solo perchè si giocava nella sua Los Angeles, ma perchè ha dato dimostrazione che se gioca a determinati livelli il migliore resta sempre lui, nonostante l’età e nonostante gli acciacchi!

    WESTERN CONFERENCE – Anthony 8, Durant 34, Duncan 2, Bryant 37, Paul 10; Gasol 17, Williams 5, Nowitzki 6, Ginobili 7, Griffin 8, Love 2, Westbrook 12. All.: Popovich.

    EASTERN CONFERENCE – James 29, Stoudemire 29, Howard 5, Rose 11, Wade 14; Pierce 6, Rondo 6, Garnett 4, Allen 12, Bosh 14, Horford 2, Johnson 11. All.: Rivers.

    GUARDA GLI HIGHLIGHTS :

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  • All Star Game NBA: Ufficializzati i roster al completo

    All Star Game NBA: Ufficializzati i roster al completo

    Sono ufficiali le formazioni che giocheranno l’All Star Game NBA tra qualche giorno a Los Angeles. Dopo l’elezione tramite voto popolare dei quintetti di partenza dell’Est e dell’Ovest (leggi l’articolo), sono stati gli allenatori a completare i roster con le 7 riserve.

    Purtroppo non hanno trovato spazio tra gli uomini che entreranno dalla panchina nessuno dei nostri connazionali, nè Andrea Bargnani, nè Danilo Gallinari, nè Marco Belinelli, che assisteranno alla manifestazione solo da semplici spettatori.

    le riserve della squadra della Eastern Conference saranno Joe Johnson ed Al Horford degli Atlanta Hawks, Chris Bosh dei Miami Heat (che completa il trio visto che James e Wade partiranno titolari) e i fantastici 4 dei Boston Celtics ovvero Rajon Rondo, Paul Pierce, Ray Allen e Kevin Garnett che arriva alla sua 14 esima convocazione per la partita delle Stelle e raggiunge i miti Jerry West e Karl Malone nonchè il suo attuale compagno ai Celtics Shaquille O’Neal, l’unico dello starting five biancoverde ad essere rimasto fuori. Boston inoltre avrà anche l’allenatore della squadra dell’est, coach Doc Rivers che ormai può annoverare il miglio record nella Conference prima della pausa per la manifestazione, irraggiungibile sia dai Bulls che dagli Heat.

    Nella Western Conference invece avremo come cambi il duo Spurs (quindi fidato per Popovich) Duncan-Ginobili, poi prenderanno parte anche Russell Westbrook (Thunder), Dirk Nowitzki (Mavericks), Pau Gasol (Lakers), Deron Williams (Jazz) e Blake Griffin dei Clippers, spettacolare ala grande che nel suo primo anno da rookie sta facendo meraviglie a non finire! Un solo dubbio in questa formazione, visto che ancora non è stato rimpiazzato Yao Ming, inabile per infortunio, anche se nel ruolo di centro potrebbe essere spostato Gasol dalla panchina ed il suo posto a sedere sarebbe preso (secondo indiscrezioni dell’ultima ora) da Kevin Love dei Minnesota Timberwolves, miglior rimbalzista del campionato.

    Questo il quadro completo dei convocati:

    Eastern Conference:

    F — Amar’e Stoudemire, New York
    F — LeBron James, Miami
    C — Dwight Howard, Orlando
    G — Derrick Rose, Chicago
    G — Dwyane Wade, Miami
    Head coach: Doc Rivers, Boston

    Panchina: Kevin Garnett, Ray Allen, Paul Pierce, Rajon Rondo (Boston), Chris Bosh (Miami), Al Horford, Joe Johnson (Atlanta)

    Western Conference:

    F — Carmelo Anthony, Denver
    F — Kevin Durant, Oklahoma City
    C — Yao Ming, Houston
    G — Kobe Bryant, L.A. Lakers
    G — Chris Paul, New Orleans
    Head coach: Gregg Popovich, San Antonio

    Panchina: Tim Duncan, Manu Ginobili (San Antonio), Pau Gasol (Los Angeles Lakers), Dirk Nowitzki (Dallas), Deron Williams (Utah), Russell Westbrook (Oklahoma City), Blake Griffin (Los Angeles Clippers)

    Unica variazione sarà la sostituzione di Yao (centro titolare dell’Ovest) con Kevin love, come già detto, in pole position.

  • NBA: Boston domina i Lakers, Miami di un soffio sui Thunder

    NBA: Boston domina i Lakers, Miami di un soffio sui Thunder

    2 le partite giocate nel pomeriggio americano. Il programma si completerà con le rimanenti partite della notte (5 le gare rimanenti in calendario).

    Nella partita più attesa si assiste al dominio Celtics sul campo degli acerrimi rivali di una vita dei Los Angeles Lakers. Grande prova di forza dei “Verdi” che escluse le giocate di pura classe di Kobe Bryant controllano il resto della truppa di Phil Jackson in modo ineccepibile. Primo tempo più equilibrato, secondo tempo da veri dominatori (in particolare l’ultimo quarto) si è visto giocare una squadra contro un solo avversario, il solito Kobe in versione “one man show”. Non sono bastati i suoi 41 punti, a tradire i gialloviola un molle Gasol (12 punti e mai alla pari di un Garnett solido come non mai) ed il secondo tempo di un Bynum completamente diverso dalla versione vista nei primi 24 minuti (11 punti). Celtics molto più ordinati, decisi e meno sciuponi, con Pierce a guidare tutti dall’alto dei suoi 32 punti. Fenomenale Ray Allen (21 punti ed il merito di aver messo la museruola a Bryant nella metà dell’ultimo quarto con il numero 24 infuocato dopo 4 centri consecutivi e poi spentosi sotto la supervisione di Ray). Garnett mette la doppia doppia da 18 punti e 13 rimbalzi, Rondo ne aggiunge 10 con 16 assist. Decisivi dalla panchina Glen Davis con 13 punti e Robinson con 11.

    Resta la sensazione che i Celtics quest’anno siano di un altro livello, ai Lakers il compito di smentire critici e scettici.

    Nel secondo incontro di giornata (ma che in verità è stato il primo anticipo) i Miami Heat, questa volta al completo, vanno vicino al KO sul campo dei Thunder: partita equilibratissima fino alla fine, ad un minuto dal termine gli Heat sembrano avere la partita in mano sul 102-97 ma un parziale di 6-0, con il canestro del sorpasso di Durant, porta Oklahoma City avanti di un punto (103-102). Restano una trentina di secondi, Wade sbaglia il suo tiro ma sul rimbalzo piomba non la difesa dei Thunder ma Mike Miller che riapre su James che pesca in angolo Eddie House: tripla e controsorpasso Heat per il 105-103. Durant sbaglia il tiro del pareggio e Miami chiude il conto dalla lunetta per il 108-103 finale. Serata in chiaroscuro per James con 23 punti ma ottimo uomo assist con 13. Wade è il trascinatore con 32 punti, Bosh chiude a quota 20 ma scade nel ridicolo quando tenta di provocare Durant, ragazzo con la testa sulle spalle e poco attaccabrighe (ci fosse stato ad esempio un Garnett siamo sicuri che Bosh sarebbe rimasto zitto ed in silenzio visto che il suo atteggiamento da bulletto di periferia viene sfoggiato con chi reputa più debole, ma non contro chi sa il fatto suo). Per i giovani di Oklahoma City in evidenza il solito Durant con 33 puntie 10 rimbalzi, Green ne aggiunge 23 con 11 rimbalzi, Westbrook scrive 21 con 10 assist ma ha brutte percentuali dal campo. Dalla panchina ottimo l’apporto dell’ex di turno Cook con 13 punti (3 su 5 da 3). Appunto per coach Scott Brooks che ha perso la partita per via dei rimbalzi offensivi nel secondo tempo: sarebbe servito di più Serge Ibaka tenuto fuori per la maggior parte del match (solo 9 minuti per il miglior rimbalzista dei Thunder) anche se non gravato da falli (solo 2 alla fine per lui). Una mossa che è costata la vittoria alla giovane squadra dell’Oklahoma.

    Risultati NBA del 31 gennaio 2011

    Oklahoma City Thunder-Miami Heat 103-108
    Okl
    Durant 33, Green 23, Westbrook 21
    Mia Wade 32, James 23, Bosh 20

    Los Angeles Lakers-Boston Celtics 96-109
    Lak
    Bryant 41, Odom 15, Gasol 12
    Bos Pierce 32, Allen 21, Garnett 18

  • NBA: I quintetti dell’All Star Game

    NBA: I quintetti dell’All Star Game

    Si sono chiuse le votazioni per stabilire i 2 quintetti di partenza dell’All Star game di Los Angeles (in programma dal 18 al 20 febbraio).

    La prima cosa che risalta agli occhi è la presenza, come centro ad Ovest, di Yao Ming, alle prese con l’ennesimo infortunio al piede (che potrebbe mettere a serio rischio la sua carriera NBA). Nonostante il problema fisico del cinese i votanti hanno voluto lo stesso esprimere all’asiatico la loro preferenza. Yao comunque sarà costretto per forza di cose a rinunciare e molto probabilmente il suo sostituto sarà Andrew Bynum dei lakers (tra l’altro secondo nella classifica dei centri della Western Conference.

    Da premettere che il giocatore più votato è stato Kobe Bryant (con 2 milioni e 380 mila voti, seguito da un trio della Florida: Howard dei Magic (2 milioni e 100 mila), James (2 milioni e 53 mila) e Wade (2 milioni e 48 mila voti) degli Heat.

    Per completezza riportiamo i 2 quintetti iniziali (ovviamente al momento includiamo Yao Ming visto che non si conosce ancora il nome del giocatore che gli subentrerà). Ricordiamo che le riserve della gara delle “Stelle” vengono definite dagli allenatori: al momento si sa che il coach Western sarà Popovich (inarrivabile il record Spurs da parte dei Lakers di Jackson che comunque avendo allenato lo scorso anno sarebbe impedito), mentre a giocarsi quello della Eastern ci sono in corsa Rivers (Celtics) e Spoelstra (Heat).

    Eastern Conference:

    F — Amar’e Stoudemire, New York
    F — LeBron James, Miami
    C — Dwight Howard, Orlando
    G — Derrick Rose, Chicago
    G — Dwyane Wade, Miami
    Head coach: da definire

    Western Conference:

    F — Carmelo Anthony, Denver
    F — Kevin Durant, Oklahoma City
    C — Yao Ming, Houston
    G — Kobe Bryant, L.A. Lakers
    G — Chris Paul, New Orleans
    Head coach: Gregg Popovich, San Antonio

    Questo invece l’elenco completo dei voti ricevuti dai giocatori delle 2 Conference:

    EASTERN CONFERENCE

    Forwards: LeBron James (Mia) 2,053,011; Amar’e Stoudemire (NYK) 1,674,995; Kevin Garnett (Bos) 1,407,601; Paul Pierce (Bos) 804,838; Chris Bosh (Mia) 571,734; Carlos Boozer (Chi) 504,610; Danilo Gallinari (NYK) 390,658; Josh Smith (Atl) 387,843; Luol Deng (Chi) 291,118; Danny Granger (Ind) 279,522.

    Guards: Dwyane Wade (Mia) 2,048,175; Derrick Rose (Chi) 1,914,996; Rajon Rondo (Bos) 1,587,297; Ray Allen (Bos) 890,951; Raymond Felton (NYK) 397,301; John Wall (Was) 337,368; Gilbert Arenas (Orl) 312,903; Brandon Jennings (Mil) 301,225; Jamal Crawford (Atl) 246,130, Joe Johnson (Atl) 224,571.

    Centers: Dwight Howard (Orl) 2,099,204; Shaquille O’Neal (Bos) 906,284; Joakim Noah (Chi) 432,127; Andrew Bogut (Mil) 301,896; Al Horford (Atl) 287,083; Roy Hibbert (Ind) 250,614; Andrea Bargnani (Tor) 215,123; Brook Lopez (NJ) 166,844; JaVale McGee (Was) 146,474; Ben Wallace (Det) 113,443.

    WESTERN CONFERENCE

    Forwards: Kevin Durant (OKC) 1,736,728; Carmelo Anthony (Den) 1,299,849; Pau Gasol (LAL) 1,100,772; Blake Griffin (LAC) 1,033,646; Tim Duncan (SA) 839,599; Dirk Nowitzki (Dal) 785,120; Lamar Odom (LAL) 529,854; Kevin Love (Min) 492,173; Luis Scola (Hou) 411,576; Rudy Gay (Mem) 284,021.

    Guards: Kobe Bryant (LAL) 2,380,016; Chris Paul (NOH) 1,281,591; Manu Ginobili (SA) 748,840; Steve Nash (Pho) 718,934; Russell Westbrook (OKC) 660,244; Deron Williams (Utah) 657,806; Tony Parker (SA) 436,958; Jason Kidd (Dal) 394,793; Monta Ellis (GSW) 390,237; Vince Carter (Pho) 353,143.

    Centers: Yao Ming (Hou) 1,146,426; Andrew Bynum (LAL) 974,546; Nene (Den) 599,048; Marc Gasol (Mem) 524,932; Emeka Okafor (NOH) 435,218; Brendan Haywood (Dal) 352,811; Marcus Camby (Por) 279,026; Chris Kaman (LAC) 196,268; Andris Biedrins (GSW) 175,547; DeMarcus Cousins (Sac) 152,976.

  • NBA: Bene Celtics e Miami, Turkoglu leader ad Orlando

    NBA: Bene Celtics e Miami, Turkoglu leader ad Orlando

    6 le partite disputate nella notte NBA.

    Il duo LeBron James (38 punti e 9 rimbalzi)-Dwyane Wade (31 punti ed 11 rimbalzi) guida Miami al sesto successo di fila in casa dei Bobcats. La squadra sembra aver trovato dei meccanismi perfetti soprattutto in difesa dove domina le partite tenendo gli avversari a percentuali bassissime. Charlotte parte bene, ma deve arrendersi ben presto a questa forte pressione difensiva, Jackson (22 punti) ed Augustin (16) gli unici a sfondare il muro della doppia cifra.

    Sembra aver trovato una buona chimica di squadra anche Orlando dopo la trade con Suns e Wizards. I Magic guidati da uno spettacolare Turkoglu in tripla doppia abbondante (10 punti, 14 rimbalzi, 10 assist ed anche 5 recuperi) si sbarazzano facilmente dei Warriors. Ad aiutare il turco ci pensano Howard (22 punti e 17 rimbalzi) e Richardson (20 punti). Per Golden State solo 3 uomini in doppia cifra con Ellis a quota 20 punti, l’ottimo Dorell Wright a 17 e Curry a 15.

    Vince anche Boston che sul parquet di casa batte i Timberwolves. A guidare i biancoverdi i soliti Pierce (23 punti) ed Allen (20 punti) con Rondo che in cabina di regia smista 16 assist (per lui anche 6 punti). Sempre su ottimi livelli Glen Davis che parte come starter per sostituire l’infortunato Garnett e mette 17 punti. Ai T-Wolves, che non demordono fino alla fine, non bastano i 19 punti di Beasley, un ottimo Webster da 15 punti e il solito Kevin Love da 12 punti ma 24 rimbalzi catturati.

    Terza vittoria consecutiva per gli Hornets di Marco Belinelli che si riportano a quota 60% dopo un periodo di appannamento. L’italiano segna 9 punti, West ne aggiunge 17 e Paul 15 e per Philadelphia è notte fonda visto che viene tenuta al 34% dal campo. Si salva Brand con una doppia doppia da 14 punti e 10 rimbalzi.

    Dopo il KO di Portland arriva una nuova sconfitta per Houston che cade a Denver. I Nuggets, in attesa del rientro di Harrington che li vedrà con la squadra al completo dopo aver recuperato Kenyon Martin ed Anthony 2 giorni fa, si candidano autorevolmente come possibile outsider nella lotta per il titolo della Western Conference. Anthony infila 33 punti ed 11 rimbalzi, ma decisivi sono anche Nenè ed Afflalo (suo il canestro del +9 ad un minuto dal termine del match). Tutto lo starting five dei Nuggets raggiunge la doppia cifra con Billups a quota 13 e Nene in doppia doppia (16 punti ed 11 reimbalzi). Ai Rockets non bastano le 13 triple mandate a bersaglio ed uno Scola da 24 punti e 10/19 dal campo. Brutta serata per Kevin Martin da soli 8 punti realizzati.

    Vincono i Jazz che con questo successo si portano al terzo posto nella Western Conference scavalcando i Lakers. E’ Raja Bell con una tripla a 50 secondi dal termine a rompere l’equilibrio tra le squadre. Bene Williams (22 punti e 10 assist), 16 punti di Jefferson e 15 a testa per Millsap e Kirilenko mentre ai Pistons non basta la super gara di Prince, autore di 26 punti con 11/19 dal campo.

    Risultati NBA del 3 gennaio 2011

    Charlotte Bobcats-Miami Heat 82-96
    Cha
    Jackson 22, Augustin 16, Thomas 8
    Mia James 38, Wade 31, Bosh 11

    Orlando Magic-Golden State Warriors 110-90
    Orl Howard 22, Richardson 20, Anderson 13, Redick 13
    G.S. Ellis 20, Dorell Wright 17, Curry 15

    Boston Celtics-Minnesota Timberwolves 96-93
    Bos Pierce 23, Allen 20, davis 17
    Min Beasley 19, Webster 15, Milicic 14

    New orleans Hornets-Philadelphia 76ers 84-77
    N.O. West 17, Paul 15, Okafor 13
    Phi Brand 14, Nocioni 13, Holiday 12, Speights 12

    Denver Nuggets-Houston Rockets 113-106
    Den Anthony 33, Nenè 16, Afflalo 15
    Hou Scola 24, Lowry 21, Budinger 13

    Utah Jazz-Detroit Pistons 102-97
    Uta Williams 22, Jefferson 16, Millsap 15, Kirilenko 15
    Det Prince 26, Hamilton 15, Gordon 14

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