Tag: doping

  • Contador assolto dalla federciclismo spagnola, farsa o giustizia?

    La Federciclismo spagnola ha assolto Alberto Contador dall’ accusa di essersi somministrato, durante l’ ultimo Tour De France, il clenbuterolo uno stimolante con effetti anabolizzanti che consente di perdere peso – mantenendo però inalterata la massa muscolare – e di migliorare la capacità aerobica e credendo così, alla tesi dell’ atleta iberico che sosteneva che la presenza, seppur minima della sostanza illecita nel proprio corpo, fosse da attribuire ad una bistecca.

    La sentenza che scagiona Contador pare essere stata influenzata da un altro caso, conclusosi il 15 ottobre scorso: l’assoluzione del pongista tedesco Dimitrij Ovtcharov, positivo al clenbuterolo (75 picogrammi) ma in grado di dimostrare di aver mangiato un filetto contaminato durante una gara in Cina. Tuttavia, manca nel mondo dello sport, una coerenza di giudizio ad altri casi simili di doping che hanno portato a sentenze molto diverse tra loro: 2 mesi e mezzo di squalifica al tennista Gasquet per un bacio alla cocaina; 1 anno alla nuotatrice Jessica Hardy per un integratore contaminato; 1 anno per positività proprio al clenbuterolo al ciclista italiano Alessandro Colò, che però aveva partecipato a una corsa a tappe in Messico dove in effetti quella sostanza è molto usata nel trattamento dei bovini.

    Alberto Contador  sarà già in gara nella prima tappa della Volta Algarve, gara a tappe in Portogallo. “E’ stata un’esperienza molto dura – ha detto Contador – Sto volando in Portogallo, non vedo l’ora di risalire in bici. Provo un misto di allegria e di tristezza per tutto quello che è successo, E’ stata messa in dubbio la mia onestà di uomo ma adesso ho avuto giustizia. Felice, sì, sono felice: ma tutto quello che è sucecsso non si può cancellare in un giorno”.

    Adesso sia l’ Uci che la Wada hanno un mese di tempo per presentare appello al Tas ma quello che più preoccupa è come sia stato possibile che la federazione spagnola sia passata in tempi molto brevi dalla richiesta di un anno di squalifica all’ assoluzione. Il presidente dell’Uci, McQuaid, è stato piuttosto chiaro: ” Appello contro l’assoluzione di Contador? Dobbiamo prima studiare il dossier completo. Ma le dichiarazioni politiche su questo affare in Spagna sono state inopportune. Se mi sorprende il cambio di decisione, il passaggio da un anno all’assoluzione? Visto che si tratta della Spagna, non si sorprende niente…”

    Resterà da vedere come Contador verrà accolto in gruppo dai colleghi e dai tifosi per le strade, sicuramente il ciclista iberico non sarà presente al Tour De France mentre per la sua presenza al Giro, gli organizzatori della corsa rosa ancora non si sono espressi al riguardo.

  • Riccò, confermata l’ autotrasfusione. Il commento del presidente della Wada John Fahey “Caso tragico e disperato”

    Riccò, confermata l’ autotrasfusione. Il commento del presidente della Wada John Fahey “Caso tragico e disperato”

    Purtroppo i sospetti e le dichiarazioni fatte nei giorni scorsi, sono confermate dai primi esami clinici a cui è stato sottoposto l’ ormai ex corridore Riccardo Riccò. Il modenese ha rischiato di morire per un autotrasfusione probabilmente con sangue trattato male se non addirittura scaduto situazione questa, che ha suscitato grande sdegno soprattutto dai suoi ex colleghi che gli hanno fatto ricordare come Aldo Sassi, prima di morire di cancro, avesse puntato sul suo recupero tendendogli una mano quando nessuno voleva aiutarlo ad uscire dal tunnel della depressione.

    Duro è anche il commento del presidente della Wada, l’ agenzia internazionale per il controllo antidoping, John Fahey che definisce Riccò “un caso tragico e disperato”. Sempre lo stesso Fahey ha confermato che si stanno studiando nuove sanzioni per combattere il doping ma che purtroppo, la vittoria sarà molto difficile perché la natura umana porta naturalmente verso l’ inganno e la truffa.

    Adesso per Riccò arriveranno altri problemi, accantonata la sua carriera sportiva il modenese, appena si sarà ripreso, dovrà rispondere se l’ autotrasfusione è stata fatta con l’ aiuto di altre persone oppure da solo come dichiarato al dottore durante il primo soccorso in ospedale.

  • Contador positivo, Riccò recidivo? Il ciclismo è a pezzi, ma ne vale la pena?

    Contador positivo, Riccò recidivo? Il ciclismo è a pezzi, ma ne vale la pena?

    Con la caduta dell’ ultimo mostro sacro, Alberto Contador, dominatore di tutte le corse a tappe in cui ha preso parte nella rete del doping e il nuovo presunto coinvolgimento di Riccardo Riccò, sentitosi male e tutt’ ora ricoverato in ospedale per una presunta autotrasfusione, il ciclismo sembra ormai aver preso l’ imbocco di un tunnel buio e senza via d’ uscita.

    A colpire il sentimento e la passione di tutti i tifosi di questo splendido sport è l’ assoluta mancanza di rispetto dei corridori “pizzicati” nella morsa del doping, che non riescono proprio a capire che barare non paga più e che prima o poi si viene scoperti. Il caso Contador è emblematico, il quotidiano Marca, citando alcuni documenti in possesso della Federazione Ciclistica Spagnola (Rfec), ha accusato il corridore di essere risultato positivo all’ultimo Tour de France per ben quattro volte mentre per Riccardo Riccò, se la versione del medico che gli ha prestato il primo soccorso e cioè, la confessione della stesso Riccò di aver effettuato un autotrasfusione del suo stesso sangue conservato in frigo da ben 25 giorni, venisse confermata allora oltre al licenziamento in tronco già annunciato dalla sua squadra, la Vacansoleil, ci sarà un denuncia della stessa per danno d’ immagine e la provabilissima radiazione, visto che lo stesso Riccò ha già scontato una squalifica di 20 mesi per essere risultato positivo al Cera al Tour De France del 2008.

    Sarebbe ormai opportuno pensare per l’ Uci, di dover prevedere la radiazione anche dopo la prima squalifica, forse ultima speranza per scoraggiare i corridori, a prendere in giro le tante persone che lavorano e che guardano con tanto passione questo fantastico, forse ancora per poco, sport.

  • Riccò in prognosi riservata. Ha rischiato di morire

    Riccò in prognosi riservata. Ha rischiato di morire

    Poteva avere un pericolo ben peggiore e buttare ancora una volta il ciclismo nel dramma ma per fortuna le condizioni di Riccardo Riccò sembrano in progressivo miglioramento.

    Il ciclista della Vacansoleil è stato ricoverato domenica pomeriggio in seguito ad un malore avuto nella notte tra sabato e domenica in seguito ad un allenamento. Riccò è attualmente tenuto in prognosi riservata presso il S.Agostino Estense di Modena e per le 17 di oggi pomeriggio è atteso un nuovo comunicato stampa da parte dell’equipe di medici.

    Il Cobra avrebbe dovuto prender parte al Giro del Mediterraneo, in programma sempre in Francia dal 9 al 13 febbraio. Anche se nessuno si permette di far ipotesi l’accostamento al doping aleggia nel pensiero di tifosi e addetti ai lavori visto che già nel 2008 Riccò venne trovato positivo al potentissimo Cera e squalificato per due anni.

  • L’ombra del doping sulle Furie Rosse

    L’ombra del doping sulle Furie Rosse

    La Spagna trema. Stando alle indiscrezioni rivelate da molti giornali i successi della Spagna all’Europeo e al Mondiale sarebbero state frutto del doping. La dichiarazione scottante è stata attribuita al dottor Fuentes, ormai famoso per l’inchiesta Operacion Puerto e adesso al centro Operacion Galgo contro lo spaccio di prodotti dopanti.

    Fuentes avrebbe rivelato la “macchia” delle Furie Rosse al compagno di cella del tribunale di Madrid “Se io parlassi non ci sarebbero nè europei nè mondiali di calcio”.

    Arrivano subito le smentite dai protagonisti, con Del Bosque e Xavi “Non ho visto nulla che potesse farmi sorgere sospetti. In 43 anni di calcio non ho mai visto o saputo nulla che potesse alimentare sospetti. Non ho mai visto un tentativo di conquistare nello sport un vantaggio con mezzi illeciti”.. Dimostra sicurezza anche il faro del Barcellona “Abbiamo vinto il Mondiale con la certezza che nessuno si è dopato. Siamo tranquilli”

  • Ciclismo: Ettore Torri, “Doping Legalizzato” provocazione o resa?

    Ciclismo: Ettore Torri, “Doping Legalizzato” provocazione o resa?

    Hanno fatto molto discutere le dichiarazioni rilasciate dal Procuratore Capo Antidoping, Ettore Torri, riguardanti la possibilità di legalizzare il doping visto l’ impossibilità di una sua sconfitta totale, ed il rammarico che questo non può essere fatto in quanto lesivo della salute umana.

    Sicuramente molto forti le dichiarazioni di Ettore Torri, uomo che ha passato la vita a cercare di eliminare il doping dallo sport e che devono far riflettere.  È ovvio che, la vicenda che in questi giorni sta riguardando Alberto Contador, non aiuta il clima generale ma è opinione di chi vi scrive che bisogno sempre lottare in tutti i campi e mai arrendersi, neanche quando combattere sembra davvero inutile. certo, nell’ impossibilità di una sconfitta, è sempre opinione di chi vi scrive, che sarebbe ora di inasprire veramente le pene e passare dagli attuali due anni di stop, alla radiazione a vita in caso anche di prima positività, sicuramente opinione forte e magari non condivisa da tutti, ma adesso più che mai, vi è il rischio che uno degli sport più amati dagli italiani e che rappresenta anche la cultura e la vita del bel paese, perda definitivamente ogni parvenza di credibilità.

    Intanto,Il Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Petrucci, e il Segretario Generale, Raffaele Pagnozzi, hanno incontrato questa mattina il Procuratore Capo Antidoping, Ettore Torri. Nel corso dell’incontro, Torri ha spiegato che le sue dichiarazioni non andavano interpretate come un’apertura verso una depenalizzazione del reato, ma solo come uno sfogo, di una persona che da anni lotta contro il problema. Torri ha altresì confermato al Coni che l’impegno personale e l’opera meritoria del suo Ufficio continueranno ai massimi livelli, in collaborazione con le varie Procure della Repubblica che attualmente si occupano con importanti risultati della lotta ad un fenomeno dilagante che, come è noto, in Italia è considerato anche reato penale.

  • Scandalo doping: Zidane e Deschamps sul banco degli imputati

    Scandalo doping: Zidane e Deschamps sul banco degli imputati

    Nel 1998, quando la Francia si laureò campione del mondo, “le analisi del sangue” di alcuni giocatori “avevano valori anormali“, soprattutto quelle di Zidane e Deschamps.

    Sono degne de “Il codice da Vinci” le dichiarazioni, rilasciate in anteprima a “Le Parisien”, da Jean-Pierre Paclet, medico della nazionale transalpina nel 2004 e nel 2008. Nel suo libro in uscita, “L’implosion”, che già si preannuncia best-seller in patria, rivela segreti scottanti circa: l’ammutinamento dei Bleus in occasione dei Mondiali, il tradimento ordito ai suoi danni dall’ex CT Domenech e il ricorso al doping dei due idoli francesi, vecchie glorie della nazionale del ’98.

    Ho detto quello che tutti sanno. Non ho inventato nulla

    La tesi del medico circa i due assi transalpini è lapidaria e inconfutabile in quanto certifica da documenti più che attendibili. Paclet si prodiga, inoltre, a prosciogliere i calciatori da ogni responsabilità puntando il dito contro la Juventus:

    Non dico che (Zidane e Deschamps) siano responsabili. Io dico che potrebbero essere stati esposti (al doping) mentre giocavano per la Juve

    Il delatore provvede a scagionare anche il suo predecessore, Jeran-Marcel Ferret, medico in carica al tempo dei fatti:

    Ha dovuto fare i conti con la sua coscienza, ma alla fine la ragion di stato ha prevalso. E’ stata più forte di tutto

    Insomma, tante colpe ed un unica colpevole: la Juventus.

    Zeman una volta disse: “La grande popolarità del calcio nel mondo non è dovuta alle farmacie, bensì al fatto che in ogni piazza, in ogni angolo del mondo c’è un bambino che gioca e si diverte con un pallone tra i piedi“. Il problema è che nel calcio non si pensa a divertire il pubblico, ma solo a vincere. Finché l’unica premura di calciatori e società non sarà quella di intrattenere il pubblico col bel gioco ci sarà sempre un’altra calciopoli o un altro scandalo legato al doping. Nacque come un gioco, ora è solo un business: “Gente…il calcio è morto, adesso rincorrono solo un pallone“.

  • Juve ko anche negli USA. Amauri torna al gol

    Anche negli USA la Juventus continua nella sua annata negativa beccando un brutta sconfitta dai New York Red Bulls. I bianconeri dopo un primo tempo vivace sono scesi vertiginosamente nella ripresa beccando tre reti nel giro 30′ minuti.

    Buona la prova e l’impegno di Diego e Del Piero nel primo tempo. Il capitano su assist di Padoin ha colpito una traversa al 40′. Nella ripresa i Red Bulls serrano i ranghi e chiudono la partita con i gol al 5′ di Hall, che riprende palla dopo una conclusione di Garcia finita sulla traversa, e al 10′ con Chinn su cross dalla sinistra di Miller.

    Alla mezzora arriva il sigillo di Angel, pescato in area da Richards, a un minuto l’unica gioia bianconera per il ritorno al gol di Amauri. La prossima amichevole si giocherà il 25 maggio contro la Fiorentina allo stadio Roger Centre di Toronto alle 20 ora locale (alle 2 ora italiana).

  • Fiorentina, dimezzato lo stipendio a Mutu

    In seguito alla squalifica di 9 mesi inflitta dal tribunale antidoping ad Adrian Mutu per essere risultato positivo alla subitramina ai controlli effettuati al termine delle gare di campionato contro il Bari e quella successiva di Coppa Italia contro la Lazio, la Fiorentina ha deciso di ridurre del 50% lo stipendio dell’attaccante rumeno a partire dal 19 aprile, data della sentenza, fino al termine della squalifica fissata il 29 ottobre 2010.

    Lo ha comunicato poco fa il ds viola Pantaleo Corvino che specifica inoltre come la società abbia regolarmente corrisposto fino ad ora a Mutu lo stipendio nella sua totalità.

  • Doping: 9 mesi di squalifica per Mutu, rientro ad ottobre

    Il Tribunale Nazionale Antidoping ha emesso la sentenza nei confronti di Adrian Mutu sospeso il 29 gennaio dopo i test positivi susseguenti alle gare contro il Bari (10 gennaio, campionato) e la Lazio (20 gennaio, Coppa Italia). Il rumeno dorvà star fermo fino al 29 ottobre 2010, giorno in cui scadranno i 9 mesi comminati dal giudice.

    Scontento della sentenza Mutu “Mi dispiace aver lasciato la Fiorentina in questi mesi, per i miei compagni, la società, i tifosi. Provo un grande dispiacere a pensare che potevo essere lì, chiedo scusa per questa leggerezza. Non sono soddisfatto della riduzione di 3 mesi, so di aver sbagliato ma 9 mesi mi sembrano troppi – dice Mutu dal sito ufficiale del club viola -. Ora valutiamo quello che c’è da fare, l’errore c’è stato ma mi aspettavo uno sconto maggiore. La riduzione resta comunque un fatto importante”.