Tag: doping

  • Ciclismo, Contador innocente? Pochi ci credono

    Ciclismo, Contador innocente? Pochi ci credono

    Alberto Contador, il ciclista simbolo degli ultimi anni, dominatore di tutte le corse a tappe cui ha partecipato sta vivendo un momento della sua carriera che definirlo paradossale è poco.

    Lui gareggia, vince l’ ultimo giro di Catalogna e si prepara per il Giro d’ Italia ma sia l’ Uci, l’ unione ciclistica internazionale che la Wada, si stanno battendo per estrometterlo dalle gare. Il ciclista spagnolo ha convinto la Federciclismo del suo paese che ha creduto alla ormai famosa versione sulla carne contaminata dal clenbuterolo, accordandogli la revoca della squalifica per doping. L’Uci, il 24 marzo scorso, ha già presentato ricorso al Tas di Losanna perché venga confermata la squalifica del corridore della Saxo Bank ed il 30 marzo è stato il turno della Wada a presentare il medesimo ricorso.

    Tuttavia il legale del pistolero, Luis Sanz, si dimostra molto fiducioso sulla conclusione della vicenda: “Sono abbastanza ottimista, la conclusione a cui è arrivata la commissione della Federciclo spagnola non riflette soltanto le norme ma anche la realtà dei fatti e certamente il Tas arriverà alla stessa conclusione”. “Si tratterà di rivedere il lavoro fatto in Spagna. A livello internazionale si è fatto passare il messaggio che ci sia stata l’interferenza di politici e media ma non è vero”.

    Interferenza politica o meno sembra comunque strano che un corridore dell’ esperienza di Contador possa aver assunto la sostanza proibita ingerendo una gustosa bistecca, pochi ci credono, forse nessuno in questo ciclismo senza mai un attimo di pace.

  • Ciclismo, verso un nuovo scandalo. Rinviati a giudizio Ballan e Cunego

    Ciclismo, verso un nuovo scandalo. Rinviati a giudizio Ballan e Cunego

    Alessandro Ballan e Damiano Cunego sono i due nomi più illustri che figurano tra i 30 che la procura di Mantova si appresta a chiedere il rinvio a giudizio, coinvolti anche dirigenti e medici.

    Oltre ai due italiani, altri nomi importanti del ciclismo, tutti accusati di aver assunto sostanze dopanti, il danese Michael Rasmussen, Emanuele Bartoli, Marzio Bruseghin, Marco Bandiera, Pietro Caucchioli, Mauro da Malto, Mirco Lorenzetti, Emanuele e Massimiliano Mori, Mauro Santambrogio, Francesco Tomei, Daniele Petropoli, Paolo Pezzini, Nicola Castrini, Emanuele Bindi, e lo spagnolo Josè Ibarguren. C’è anche un calciatore: Matteo Zambroni.

    Di commercio di sostanze proibite dovranno rispondere il farmacista di Mariana Mantovana, Guido Nigrelli, ritenuto la mente del traffico illecito, Sergio Gelati, preparatore atletico della Lambre e altre tre persone. Sono, invece, accusati di avere procurato le sostanze proibite il direttore sportivo del team Ballan Mariano Piccoli, il team manager della Lampre Beppe Saronni, e altre due persone. Nei guai anche un medico di Montichiari, Fiorenzo Benazzi, accusato di aver praticato emotrasfusioni.

  • Gilardino ex avvelenato: “A Firenze sarà dura per il Milan”

    Gilardino ex avvelenato: “A Firenze sarà dura per il Milan”

    L’ex di turno Alberto Gilardino si dice fiducioso sulla prossima sfida di campionato tra i viola e il Milan. Il bomber della Fiorentina ospite in mattinata presso l’istituto tecnico scolastico “Sassetti Peruzzi” per partecipare al convegno “Ragazzi con il cancro non fate autogol” analizza la sfida contro i rossoneri: “Domenica sera incontriamo la squadra più forte d’Italia, quella che fino ad oggi ha espresso il calcio migliore. A Firenze abbiamo dimostrato di poter giocare contro qualsiasi avversaria e faremo di tutto per metterli in difficoltà”.

    Il discorso continua, ma si passa a parlare da una squadra di Milano all’altra, e sulla pessima situazione in casa nerazzurra dopo la sconfitta nel derby e la goleada tedesca subita in Champions, Gila ha voluto aggiungere: “La sconfitta nel derby può aver pesato sulla prestazione dell’Inter martedì scorso in Champions League, con cinque gol presi dallo Schalke, evidentemente perché risentiva ancora del duro colpo per la sconfitta nel derby di pochi giorni prima. Alcune volte le sconfitte pesanti ed importanti, come quella nel derby per l’Inter, possono lasciare strascichi ed il fatto che la sfida di Champions sia arrivata pochi giorni dopo la partita persa con il Milan non ha consentito ai nerazzurri di rifiatare fisicamente e mentalmente da quella gara”.

    Gilardino poi parla anche dell’argomento doping, dopo le polemiche nate in questi ultimi giorni con la polemica sulla liberalizzazione del doping proposta addirittura da Umberto Veronesi, e prima ancora dal procuratore antidoping Ettore Torri: “In undici anni di carriera non ho mai fatto uso di sostanze dopanti, ne’ ho visto un mio compagno usare prodotti per migliorare la propria condizione fisica, se non integratori. Fra i segreti della mia carriera c’è quello di aver fatto una vita tranquilla. Ho fatto delle rinunce ma perché ho sempre pensato alla mia carriera”.

    Nel finale l’attaccante viola parlando del suo compagno di Nazionale e attaccante del City Mario Balotelli, spiega come solo con l’avanzare dell’età assisteremo a uno suo totale miglioramento, soprattutto fuori dal campo: “Ha un carattere abbastanza particolare  lo conosco. Credo che solo che con il passare degli anni migliorerà anche nella vita non sportiva. Ha grande qualita’ tecniche, gli basta poco per migliorare anche dal punto di vista caratteriale”.


  • Doping: lotta o liberalizzazione?

    Doping: lotta o liberalizzazione?

    Negli ultimi anni l’accostamento sport-doping è stata una triste consuetudine, alla quale si è finiti per abituarsi, soprattutto nel mondo del ciclismo. Gli inasprimenti dei controlli non sembrano avere apportato l’effetto desiderato, ed, al contrario, pare che le sostanze adoperate si evolvano sempre di più, incrementando la difficoltà di rilevazione così come la pericolosità sia nel breve che nel lungo periodo.

    Il mercato parallelo delle sostanze illecite è più che mai in una fase di florida espansione poichè la domanda non accenna a decrescere.

    In accordo con il principio che afferma “quando il nemico non si può combattere conviene allearsi a lui”, il celeberrimo oncologo Umberto Veronesi, sulla scia del procuratore antidoping Ettore Torri, giunge ad una proposta provocatoria, che permetterebbe di risolvere la problematica nei suoi aspetti più pericolosi. “Non converrebbe liberalizzare il doping mettendo al bando solo ciò che fa male. Prendete l’Epo: chi assicura che faccia male? Chi va in montagna per 15 giorni ottiene gli stessi effetti. Se il problema è etico e vogliamo mettere tutti sullo stesso piano, si può pensare di liberalizzare. Da liberale convinto, ho un approccio meno latino e più pragmatico: noi abbiamo il diritto, non il dovere, alla salute”.

    Un’impostazione rivoluzionaria, soprattutto poichè proviene dal pensiero di un medico tanto autorevole, oltre che ex Ministro della Salute. Andando al nocciolo della questione, i punti salienti sono due: affrontare la vicenda con atteggiamento paternalista, a tutela della salute degli atleti oltre che della trasparenza del gioco, portando avanti i valori della correttezza e della trasparenza; oppure, arrendersi all’impossibilità di sradicare un fenomeno tanto diffuso, all’impossibilità di combattere la mentalità della “corsa alla vittoria a tutti i costi”, alla difficoltà di adeguare i controlli all’evoluzione della ricerca farmaceutica ed ai fortissimi interessi economici in ballo, limitandosi a costatare l’esistenza del fenomeno ed evitandone gli aspetti più degenerativi.

    La prima strada implica il prevalere della morale, ed in apparenza è la più giusta, ma finora tale impostazione non è stata in grado di arginare il fenomeno. Principalmente, è un problema di mentalità e, dunque, è difficile estirparlo quando è già esploso, quando le soluzioni possono essere solo dei rimedi parziali e temporanei, ed occorrerebbe agire “alla radice”, sulla cultura dello sport pulito a “monte”, nelle squadre giovanili e nelle palestre, coltivando la mentalità del “divertimento”, in contrasto all’ossessione del risultato con ogni mezzo.

    L’attuale dichiarazione di Veronesi andrebbe ben contestualizzata. E’ una provocazione che vuol fare emergere l’impossibilità di arginare il fenomeno con i mezzi che si adoperano adesso: o si agisce diversamente, oppure si finisce per sprecare risorse destinabili ad altro. Non a caso, molti sportivi si sono espressi in modo concorde allo scienziato.

    Francesco Moser, celebre ex ciclista italiano, dichiara: “Se non riusciamo ad utilizzare un sistema efficace che permetta il controllo per tutti, allora è bene liberalizzarlo per aggirare il problema”. Così come afferma lo sciatore statunitense quattro volte campione del mondo, Bode Miller: “Penso che sia una cosa giusta perché vuol dire dare le stesse possibilità a tutti e questo non ha niente a che vedere con ciò che è bene e ciò che è male. Se tutto viene autorizzato è giusto, se tutto viene proibito è giusto ugualmente. Il problema – ha concluso il quattro volte campione del mondo – è che i controlli antidoping non hanno niente a che fare con l’equità, coloro che vogliono doparsi arrivano ai test senza alcun problema e i controlli non servono a niente se non a perdere denaro e tempo”.

    Il mondo dello sport italiano, però, non ha colto – o ha preferito non farlo – il reale senso delle affermazioni dell’autorevole Umberto Veronesi. Il presidente del Coni Gianni Petrucci, a tal proposito, ha dichiarato: “Rispetto uno scienziato come il professor Veronesi ma non condivido quanto ha detto. Io ho la responsabilità ed il dovere di tutelare i giovani e rispettare le leggi”.

  • Ciclismo, Frank Schleck, adesso il doping è tecnologico

    Ciclismo, Frank Schleck, adesso il doping è tecnologico

    Purtroppo il ciclismo da molto tempo, riesce ad essere presente nelle prima pagine sportive non più per le imprese dei suoi protagonisti ma per il doping, anche se adesso le provette e le trasfusioni non sono presenti. Infatti adesso, per aumentare le prestazioni è scesa in campo la tecnologia, ma non quella lecita fatta di bici sempre più innovative e leggere, ma quella illecita.

    Un famoso film s’ intitolava “sotto il vestito niente” ma sotto il vestito di Franck Schleck invece spunta la carena. Ebbene si, Frank Schleck (compagno di Cancellara sia lo scorso anno alla Saxo, sia ora nella nuova Leopard), nella cronometro conclusiva del Criterium International, in Corsica evidenziava sotto il body un insolita carena facendogli deformare in maniera innaturale il suo torace una protesi cioè, che lo rende molto più aerodinamico. Un vero e proprio doping tecnologico, vietato dai regolamenti dell’Uci (art. 1.3.033). Un espediente che, secondo gli esperti, a una media di 50 orari apporterebbe un beneficio di 15-20 watt, traducibili in circa 2″ al km. Il lussemburghese (12° nella crono a 24″ da Klöden) ha vinto la corsa francese con 13″ di vantaggio sul bielorusso Kiryienka (che nella crono aveva fatto meglio di lui di 7″). La crono era di 7 km ma risulta assolutamente incomprensibile come sia stato possibile che tutta questa particolare situazione sia passata inosservata agli occhi dei giudici della corsa, che risulta alla fine, irrimediabilmente falsata.

  • L’ UCI ufficializza il ricorso al TAS contro Alberto Contador

    L’ UCI ufficializza il ricorso al TAS contro Alberto Contador

    L’ unione ciclistica internazionale ha ufficializzato il ricorso al Tas di Losanna contro l’ assoluzione di Alberto Contador in merito alla positività al clenbuterolo riscontrata al corridore spagnolo all’ ultimo Tour de France.

    L’ assoluzione era arrivata tempo fa dalla federazione ciclistica spagnola che aveva creduto alla tesi di Contador secondo cui la sostanza era presente nel sua corpo a causa di una bistecca, diciamo un po’ troppo calorica.

    Molto discutibile il regolamento internazionale che comunque permette allo spagnolo di gareggiare è proprio in questi giorni è al Giro della Catalogna, dove indossa la maglia di leader. In agosto era stato provvisoriamente sospeso in attesa del pronunciamento delle istituzioni sportive spagnole. Il Tas potrebbe emettere il suo verdetto entro il 2 luglio. Se a Contador verrà ascritta la violazione delle norme antidoping gli sarebbe tolto anche il successo al Tour del 2010.

  • Spagna, il ciclone doping coinvolge Barcellona e Valencia

    Spagna, il ciclone doping coinvolge Barcellona e Valencia

    E’ una lotta senza esclusioni di colpi in Spagna dove alle accuse di favoritisimi pro Barcellona da parte di Josè Mourinho arrivano oggi pensati accuse verso il club catalano. Dopo le accuse di Fuentes che misero in dubbio i successi della Spagna agli Europei e ai Mondiali è Antonio Alcalà, giornalista di Cadena Cope a puntare l’indice contro i successi di Guardiola e del Valencia.

    Il Real Madrid ha preso subito la palla al balzo chiedendo controlli più severi, mentre le due società indignate hanno subito emesso comunicati ufficiali chiedendo la netta smentita. Alcalà accusa il Valencia di accettare la consulenza di Fuentes in persona mentre accusa i medici blaugrana di aver una dubbia reputazione.

    Questo il contenuto del comunicato del Barcellona: “Dopo le gravi insinuazioni diffuse ieri sera da ‘Cadena Cope’, il Barcellona vuole esprimere pubblicamente la propria indignazione assoluta per queste allusioni infondate che accomunerebbero il club a pratiche di doping, e vuole manifestare la propria condanna per azioni che non hanno niente a che vedere con il gioco limpido e che screditano gravemente l’immagine della competizione sportiva. Il Barcellona esige una rettifica immediata e annuncia che gli uffici giudiziari stanno già studiando azioni legale volte a difendere l’onore del Club, dei suoi tecnici, dei giocatori e dei proprio medici, obiettivo per cui è disposto ad arrivare fino in fondo. Le accuse hanno peraltro un effetto boomerang su tutto il calcio spagnolo, visto che i giocatori del Barça compongono lo scheletro della Nazionale iberica campione del Mondo in Sudafrica pochi mesi fa”.

    Fa seguito quello del Valencia: “Il Valencia vuole manifestare la propria indignazione di fronte alle notizie date da Cadena Cope e rilanciate da numerosi media. Il Valencia non ha mai lavorato, nè si è mai avvalso in forma diretta o indiretta del signor Eufemiano Fuentes e qualsiasi affermazione contraria può considerarsi una grave mancanza di sincerità da parte dei media che la supportano”.

    Le accuse sono tutte da provare e solo il tempo potrà dire chi ha ragione, ma tutto questo tam tam non fa altro che aumentare il tono dello scontro sopratutto adesso che la Liga è tornata in discussione con il passo falso del Barcellona a Siviglia.

  • Kolo Toure positivo all’antidoping, altro guaio per Mancini

    Kolo Toure positivo all’antidoping, altro guaio per Mancini

    Roberto Mancini è sicuramente uno degli allenatori più invidiati al mondo per aver come presidente lo sceicco Mansour pronto a metter le mani al portafogli per arrivare a qualsiasi giocatore. Ma l’avventura inglese del Mancio è costellata anche da tanti problemi e difficoltà dovute ad uno spogliatoio difficile da gestire, con una lunga serie di infortuni e adesso con la tegola Kolo Tourè.

    Il difensore ivoriano è stato beccato ad un controllo antidoping venendo sospeso dal club fin quando non sarà fatta luce sul caso. A comunicare la notizia è lo stesso club suo proprio sito ufficiale comunicando di aver sospeso il giocatore non precisando però la sostanza a cui Tourè è risultato positivo.

  • Riccò: “Mi Vendicherò” e intanto la Vacansoleil lo licenzia

    Riccò: “Mi Vendicherò” e intanto la Vacansoleil lo licenzia

    Riccardo Riccò è stato ufficialmente licenziato dalla squadra olandese Vacansoleil che in una nota ufficiale  ha dichiarato di licenziare l’ ex corridore modenese per “violazione del regolamento interno”. Il team olandese aveva sospeso Riccò dopo quanto affermato dall’atleta emiliano, che dopo un malore aveva ammesso di essersi sottoposto ad un’autotrasfusione.

    Molto singolari e preoccupanti risultano essere le dichiarazioni dello stesso Riccò, tramite la sua pagina Facebbok: “Leggere i quotidiani è come leggere i giornali di gossip, mi fate ridere cari giornalisti ah ah ah ah ah ah ah!!!!! La vendetta è un piatto che va servito freddo!!!!”. Sicuramente, se queste dichiarazioni fossero veramente dell’ ex cobra, allora bisognerebbe veramente cercare di aiutare da un punto di vista psicologico, una persona che sembrerebbe aver perso completamente il contatto con la realtà non rendendosi conto di aver rischiato la vita e di essere stato molto fortunato.

    Nei prossimi giorni Riccò sarà ascoltato dalla procura di Modena, ricordiamo Riccò è formalmente indagato dalla stessa Procura ed è anche oggetto di un procedimento da parte della Procura antidoping del Coni.

  • Riccò ha lasciato l’ ospedale, la Procura lo attende

    Riccò ha lasciato l’ ospedale, la Procura lo attende

    Riccardo Riccò è stato dimesso dall’Ospedale di Baggiovara, in cui si trovava ricoverato da quasi due settimane dopo essersi sentito male a causa di un autotrasfusione che gli aveva provocato un blocco renale e una embolia polmonare.

    Le condizioni dell’ ormai ex corridore modenese sono molto migliorate e per i medici le sue condizioni di salute non destano più preoccupazioni. Al momento non si conosce con esattezza dove Riccò trascorrerà i prossimi giorni per il completo recupero fisico, ma la cosa certa è che il prossimo periodo non sarà certo facile per l’ ex cobra, infattti la Procura di Modena ha aperto un’inchiesta sull’episodio, indagandolo per violazione della legge antidoping 376/2000, e sta cercando conferme a sostegno dell’ipotesi di reato contestata.

    La procura non è assolutamente convinta che Riccò abbia fatto tutto da solo ritenendo che per la pratica dell’ autotrasfusione sia necessaria la presenza di una persona che abbia delle particolari conoscenze mediche, quindi con ogni probabilità, vi sarà la convocazione del modenese per essere interrogato e cercare di fare chiarezza su una delle più tristi storie dello sport e del ciclismo italiano.