Tag: doping

  • Riccardo Riccò sospeso, stop al suo ritorno alle corse

    Riccardo Riccò sospeso, stop al suo ritorno alle corse

    La Federciclo ha sospeso Riccardo Riccò ufficialmente per “motivi inerenti alla tutela della salute dell’atleta stesso”. Quindi l’ex cobra modenese deve per il momento appendere la bicicletta al chiodo e rinunciare al suo ritorno alle corse, ritorno imminente grazie al contratto che il ciclista aveva stipulato con la Meridiana-Kamen, squadra Continental (la serie C, senza passaporto biologico) con base in Campania e licenza croata.

    Gazzetta dello Sport
    La notizia era comunque nell’aria considerato anche il passaggio del fascicolo riguardante il “Cobra”, basato sulla sospetta violazione della legge antidoping 376/2000, dal p.m. di Modena alla Procura antidoping del Coni. Adesso bisogna attendere la decisione della procura antidoping che qualora dovesse appurare l’ennesima condotta illecita e fraudolenta del ciclista modenese potrebbe optare per la sua completa radiazione dalle corse.

  • Clamoroso, Riccardo Riccò torna a correre. C’e’ una squadra

    Clamoroso, Riccardo Riccò torna a correre. C’e’ una squadra

    Certo che il famoso detto “Chi non muore si rivede” con Riccardo Riccò è proprio azzeccato, il modenese che ha rischiato seriamente di perdere la vita a causa di un blocco renale procurato da un auto trasfusione del suo stesso sangue, può tornare a solcare la strade del ciclismo.

    Infatti “l’Amore & Vita” squadra del patron Ivano fantini è pronta a far tornare l’ex cobra a determinate condizioni. “Patti chiari: se vuoi tornare a correre con la nostra squadra e tornare nel giro del grande ciclismo puoi tornare in sella per il prossimo 19 giugno ma solo se seguirai queste cinque condizioni”. E’ stato questo, più o meno, il discorso che il patron della squadra “Amore & Vita”, Ivano Fanini, ha fatto a Riccardo Riccò. Per l’ex campione di ciclismo, se accetterà, si prospetterebbe un ritorno alle corse a partire dal Giro di Toscana. “Niente orecchini e brillante incastonato nel dente – ha spiegato Fanini – Inoltre Riccò deve licenziare il procuratore e il preparatore se esiste. Deve avere il passaporto biologico aggiornato e non deve mai avere siringhe o medicinali al seguito se non espressamente autorizzati. Inoltre deve abitare a poca distanza dalla sede del team con la famiglia per essere controllato ogni momento. Infine deve mettere a disposizione delle autorità competenti tutto ciò che sa sul sistema-doping”.

    Vediamo adesso come si svilupperà la vicenda e se il modenese riuscirà, una volta per tutte, a convincersi che non ha il bisogno di prendere sostanze proibite per tornare a vincere, certo questo è quello che sperano un po’ tutti ma si sa, la speranza è l’ultima a morire.

  • Ciclismo, Armstrong prendeva l’Epo, parola di Hamilton

    Ciclismo, Armstrong prendeva l’Epo, parola di Hamilton

    Dopo Floyd Landis un altro fido scudiero di Lance Armstrong, Tyler Hamilton si scaglia contro il suo ex capitano, accusandolo di essersi somministrato l’Epo ai tempi delle grandi vittorie del texano alla Grande Boucle.

    “Ho visto (l’Epo) nel suo frigorifero […]. L’ho visto iniettarsela più di una volta, come facevamo tutti. Come ho fatto io, molte molte volte”. Con queste parole Tyler Hamilton ha raccontato al programma 60 Minutes della Cbs l’utilizzo di sostanze proibite da parte sua e dell’ex compagno di squadra alla U.S. Postal Lance Armstrong, sette volte vincitore del Tour de France. Armstrong, ha spiegato Hamilton, “prendeva quello che prendevamo tutti […] la maggioranza del gruppo. C’erano Epo, testosterone, trasfusioni di sangue”. L’intervista a 60 Minutes, che sarà trasmessa integralmente domenica alle 19 ora locale (l’1 di notte in Italia), includerà anche un’intervista ad un altro compagno di squadra di Armstrong, Frankie Andreu.

    Armstrong non ha fatto attendere molto per rispondere al suo accusatore e lo ha fatto sul suo profilo Twitter: “Più di 20 anni di carriera, 500 controlli antidoping in tutto il mondo, fuori e dentro le competizioni. Mai un test non passato. Non ho niente da aggiungere”.

  • Allarme doping, la lista segreta di corridori per “sospetti”

    Allarme doping, la lista segreta di corridori per “sospetti”

    Il principale quotidiano sportivo francese, L’Equipe, ha pubblicato quest’ oggi una lista “riservata” di nominativi, appartenenti ai corridori che hanno partecipato lo scorso anno al Tour De France, e che sono stati monitorati, ed ordinati in graduatoria, in base al livello di “sospetto di pratiche dopanti”. Una lista che non si può connotare come un’ accusa nei confronti dei corridori coinvolti, ma solo come un modo per poter monitorare più agevolmente i loro comportamenti, ed in particolare i corridori che, in una scala da 0 a 10, hanno raggiunto un punteggio superiore a 4, calcolato tenendo conto dei seguenti fattori: esiti dei test a sorpresa, valori dei test dal 1 Luglio 2010 in poi, passaporto biologico, dati dei test effettutati nelle due edizioni precedenti del Tour.

    L’ Uci ha reagito duramente alla pubblicazione del documento da parte de L’ Equipe, precisando come tale pubblicazione sia assolutamente grave e, soprattutto, come non  possa essere letta in modo definitivo, rappresentando solo una parte dei controlli e delle valutazioni effettuate.

    Anche l‘ACCPI, Associazione corridori ciclisti professionisti italiani, condanna apertamente la pubblicazione del documento da parte del quotidiano francese, definendola “un fatto inaccettabile che viola i principi fondamentali di tutela e rispetto della dignità della persona”.

    Per tale ragione, l’ episodio è stato segnalato all’ Autorità Garante per la protezione dei dati personali, ed inoltre è stato chiesto all’ Associazione Internazionale Corridori di intraprendere i necessari provevdimenti contro il quotidiano l’Equipe e contro chiunque abbia partecipato a tale iniziativa.

  • Giro d’Italia, anche Bruseghin sospeso dalla Movistar

    Giro d’Italia, anche Bruseghin sospeso dalla Movistar

    Dopo Alessandro Ballan e Mauro Santambrogio, sospesi ieri dalla loro squadra la BMC, anche Marzio Bruseghin non prenderà parte al prossimo Giro D’ Italia in quanto indagato dalla procura di Mantova per l’ inchiesta Lampre.

    Marzio Bruseghin, trevigiano di 36 anni che vanta anche un 3° posto al Giro 2008, è accusato di aver violato la legge antidoping 376/2000 per “aver assunto farmaci e sostanze non giustificate da condizioni patologiche e idonee a modificare le condizioni dell’organismo per alterare le prestazioni”, inoltre, il pm Condorelli ipotizza anche il reato di ricettazione per “aver acquistato o ricevuto farmaci di illecita provenienza”, tutti questi fatti vengono addebitati al corridori nel periodo trascorso alla Lampre dal 2006 al 2009. Sarà quindi una corsa rosa volta alla lotta ferma e decisa contro il doping e all’ insegna di una trasparenza mai vista fino ad ora. Al Giro dei 150 anni dell’Unità non ci saranno infatti, il manager (Saronni),  i d.s. (Fabrizio Bontempi e Piovani), il massaggiatore (Della Torre) o corridori coinvolti, in marcia verso il rinvio a giudizio. Tutto per il doping organizzato, nella Lampre, dal farmacista Guido Nigrelli e dal preparatore atletico Sergio Gelati, e ispirato, secondo gli inquirenti, dai vertici della squadra.

    Oggi la carovana del Giro sbarca a Torino con la star più attesa, Alberto Contador, che  atterrerà verso le 18. Con il ritiro di Bruseghin dall’elenco dei partenti, tra i 207 in gara da sabato non ci sarà alcun atleta indagato dalla Procura mantovana.

  • Giro d’Italia addio per Ballan, sospeso dalla BMC

    Giro d’Italia addio per Ballan, sospeso dalla BMC

    Alessandro Ballan deve dire addio alla corsa rosa che partirà nel fine settimana da Torino., infatti l’ ex campione del mondo è stato sospeso dalla sua squadra, la BMC, in merito all’ inchiesta della procura di Mantova in cui Ballan è coinvolto con i vertici della Lampre e Mauro Santambrogio.

    Ricordiamo che l’ inchiesta di Mantova è partita da più di anno e pochi mesi fa ci furono i primi rinvii a giudizio per 32 tra corridori e tecnici ,che nel periodo incriminato, facevano parte proprio della Lampre.

    Questo il comunicato ufficiale: “Il presidente e direttore generale della BMC Jim Ochowitz ha ricevuto nuove informazioni a riguardo e tenendo conto della politica di lotta al doping della squadra e del codice di Comportamento dell’UCI, i due corridori (Ballan e Santambrogio) saranno sospesi dall’attività in attesa di chiarimenti. Entrambi hanno cooperato attivamente con gli inquirenti e, come già abbiamo fatto lo scorso anno, noi intendiamo rispettare la presunzione di innocenza. La società seguirà con attenzione l’inchiesta e naturalmente i due corridori, che all’epoca dei fatti non vestivano la maglia della BMC, dovranno rispondere personalmente a tutte le accuse che li riguardano”.

    Non è un buon preludio per l’ inizio della corsa rosa, considerando che prenderà parte anche Alberto Contador sub-judice, vista l’ attesa della sentenza sul suo presunto caso di doping nell’ ultimo Tour De France.

  • Ciclismo, Visconti indagato dai Nas nell’ operazione “Lance Armstrong”

    Ciclismo, Visconti indagato dai Nas nell’ operazione “Lance Armstrong”

    Anche il campione italiano in carica, Giovanni Visconti, finisce sotto la lente d’ ingrandimento dei Nas, nell’ ambito dell’ operazione che ruota al nome di Lance Armstrong ed al suo storico preparatore Filippo Ferrari.

    Oltre al campione italiano, risulterebbero coinvolti anche il compagno di squadra Diego caccia e Morris Possoni. L’azione, coordinata dal pm di Padova, Benedetto Roberti, è avvenuta con due gruppi di investigatori: Nas di Firenze e Guardia di Finanza di Padova da Visconti, che abita sul San Baronto (Pistoia); Nas di Brescia da Caccia e Possoni, che vivono nella zona di Bergamo. Per le perquisizioni, che si sono concluse con sequestro di agende, contratti e cartelle cliniche, i tre sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Padova.

    Adesso Visconti potrebbe rischiare una squalifica, infatti Ferrari è stato inibito ad aver rapporti con i tesserati Uci dal lontano 2002 e chi viene sorpreso ad aver contatti con lui, sia per una semplice telefonata, sia per la compilazione di tabelle di allenamento, rischia un deferimento dalla Procura antidoping con una squalifica da 3 a 6 mesi.

    

  • Ciclismo, nuove sanzioni in arrivo per la lotta al doping

    Ciclismo, nuove sanzioni in arrivo per la lotta al doping

    Il forte richiamo del presidente del Coni Gianni Petrucci ad una lotta più severa al doping nel ciclismo, sembra essere servito con l’ introduzione di nuove sanzioni da parte della federazione italiana.

    È direttamente il presidente Di Rocco ad annunciare i nuovi provvedimenti individuati in pene più severe, da due a quattro anni di squalifica per i corridori che verranno trovati positivi e radiazione a vita per tutte le altre figure coinvolte in casi di doping, dai dirigenti ai direttori sportivi, dai meccanici ai massaggiatori. Le nuove sanzioni che saranno applicate in tutte le categorie, Juniores, Dilettanti e Professionisti,  saranno presentate dalla Federciclismo il 4 maggio al Consiglio Federale.

    Oltre alle nuove sanzioni, ci saranno criteri più severi anche per l’ammissione alla Nazionale azzurra e al Club olimpico, si sta pensando di vietare la presenza nei quadri azzurri a personaggi sanzionati in passato per doping.

  • Ciclismo, Riccò: “Non ho niente da nascondere, voglio correre”

    Ciclismo, Riccò: “Non ho niente da nascondere, voglio correre”

    È un Riccardo Riccò più che mai battagliero quello presentatosi alla procura antidoping per rispondere della nota vicenda che lo vide in pericolo di morte a causa di un ricovero per blocco renale forse causato da una autotrasfusione di sangue dello stesso Riccò.

    “Mi sento ancora un ciclista e voglio tornare a correre”. Sono queste le prime parole di Riccardo Riccò, al termine dell’audizione (durata circa un’ora e mezza) presso la Procura Antidoping del Coni. “Non ho niente da nascondere – ha aggiunto – sto cercando una squadra che mi permetta al più presto di svolgere la mia professione. Ritiro? Gli attestati di stima dei tifosi mi hanno fatto cambiare idea, e se me lo permetteranno tornerò subito a correre”

    Molto forti sono anche le dichiarazioni dell’ avvocato di Riccò, Fiorenzo Alessi: “Al momento attuale non ci sono motivi per aspettarsi da parte della Procura Antidoping una richiesta di squalifica per Riccò. Non vedo provvedimenti nel breve periodo”, ed ancora: “Molti parlano di sconfitta per il ciclismo – ha aggiunto – ma non sono d’accordo. Non condivido il pensiero del presidente del Coni, Gianni Petrucci, che deve smettere di dire basta al ciclismo dopato: la cosa giusta da dire è basta con lo sport dopato e soprattutto basta con lo sport che vuole il risultato a tutti i costi. In questo senso, ritengo che la legge penale del 2000 sia ampiamente superata perchè non è più attuale e andrebbe modificata”

    E opinione di chi vi scrive che le parole forti di Gianni Petrucci sono arrivate forse anche con troppo ritardo rispetto a quanto accaduto in questi anni. Per quanto riguarda Riccò, forse è stato proprio l’ ex cobra a voler raggiungere il risultato a tutti i costi, rischiando anche il bene più prezioso e cioè la vita.

  • Ciclismo, Petrucci: “Adesso basta non vi crede più nessuno”

    Ciclismo, Petrucci: “Adesso basta non vi crede più nessuno”

    Durissima presa di posizione del Presidente del Coni Gianni Petrucci che ha chiesto fortemente alla Federazione Italiana uno stop deciso e fermo al doping.

    Le parole del Presidente:”Abbiamo chiesto un’azione forte, serve un atto dirompente perchè la realtà è che il numero dei corridori positivi è una parte di storia del ciclismo”. Ed ancora “Io sono fortemente preoccupato – ha detto Petrucci al termine della Giunta Coni – e deve essere il ciclismo stesso a fare atti concreti, a dire basta. Il presidente Di Rocco deve dire “la dovete smettere perchè non vi crede più nessuno”. Ogni volta ci illudiamo di una vittoria e a quell’entusiasmo segue la disillusione”. Al duro monito di Petrucci ha replicato Di Rocco che dovrà studiare azioni immediate per dare seguito all’appello del capo dello sport italiano. “Mi associo al basta di Petrucci, dobbiamo fermare questa situazione che è drammatica – ha detto Di Rocco – se servirà fermarsi lo faremo, e se potessi impedire ad alcuni corridori di partecipare al Giro, lo farei cominciando da Contador: ma non è nelle mie possibilità e quindi penseremo ad altro”.

    Sicuramente, ed è opinione di chi vi scrive, partire dall’ esclusione dei corridori coinvolti in situazione di doping dalle grandi corse a tappe è un ottimo inizio, come già succede in Francia ma è inoltre opportuno cambiare le regole del gioco e di condotta di tutto il sistema con sanzioni più pesanti anche dopo la prima positività perché il garantismo e la fiducia in una riabilitazione, negli ultimi anni, è tremendamente fallito in questo sport.