Tag: doping

  • Intervista ad Alex Schwazer: “A Pechino ero pulito!”. Video

    Intervista ad Alex Schwazer: “A Pechino ero pulito!”. Video

    Per la prima volta dopo il caso di doping che l’ha colpito in prima persona, Alex Schwazer ha deciso di rilasciare un’intervista al Tg1 dove, dopo essersi scusato in lacrime, ha spiegato come è successo il tutto. Sicuramente questi giorni non saranno facili per l’atleta azzurro che è caduto nel tunnel infinito dell’EPO: è proprio questa infatti la sostanza di cui Schwazer ha scelto di fare uso per cercare di conquistare anche in questi Giochi Olimpici una medaglia d’oro e bissare il risultato di Pechino 2008. L’atleta italiano ha inoltre dichiarato di aver fatto tutto da solo, informandosi su internet e mentendo anche alla tanto amata fidanzata Carolina Kostner la quale, a differenza di lui, era riuscita a riprendersi benissimo dopo il flop di qualche anno fa.

    La paura di deludere e di non farcela si è quindi impadronita dell’atleta altoatesino che ora rischia dai due ai quattro anni e mezzo di squalifica: ad aggravare la situazione è inoltre il fatto che Schwazer faceva parte dei Carabinieri dai quale è stato ovviamente espulso con tanto di denuncia e fascicolo conoscitivo che si andranno ad aggiungere a tutte quelle fatte dopo i test della Wada.

    Alex Schwazer © Mark Dadswell

    Nell’intervista però Alex Schwazer ha voluto precisare che a Pechino 2008 era pulitissimo e che ha vinto solamente con le sue forze: l’idea dell’epo è infatti arrivata a luglio, proprio pochi giorni prima di partire per Londra 2012 spinto anche dalle parole che alcuni anni prima i russi gli dissero a riguardo dell’uso che loro facevano di alcune sostanze dopanti. Probabilmente però l’atleta azzurro è stato pedinato per molti giorni per vari sospetti e, il 30 luglio, la Wada si è presentata alla sua porta per prelevare un campione d’urina: qui Alex Schwazer ha infatti capito che la sua carriera sarebbe finita in quanto l’ultima iniezione risaliva al pomeriggio precedente.

    Interi anni di lavoro buttati al vento per poche iniezioni dunque, ma nelle parole rilasciate, Alex Schwazer ha preferito non parlare dei complici che l’hanno seguito in questi giorni di paura, ed ha invece puntato il dito contro altri atleti che fanno uso di sostanze dopanti: precisamente, anche se non ha fatto nomi, l’altoatesino ha fatto riferimento alla nuotatrice cinese Ye Shiwen, la quale ha disputato i 400 misti sotto i tempi di Michael Phelps, uno dei più forti nuotatori al mondo di tutti i tempi. Un modo come un altro per scaricare la colpa anche su altri e sentirsi un po’ meno in torto quello di Alex Schwazer, che però ora dovrà pensare a questo suo grave errore che gli costerà caro.

    L’INTERVISTA DI ALEX SCHWAZER

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”150512″]

    SPECIALE OLIMPIADI LONDRA 2012

  • Frank Schleck positivo alla Xipamide

    Frank Schleck positivo alla Xipamide

    Come nel primo giorno di riposo, con l’arresto di Remy Di Gregorio, anche il secondo giorno di relax al Tour de France viene completamente stravolto dalla notizia della positività del lussemburghese Frank Schleck ad un diuretico.

    Il controllo fatale è stato quello effettuato alla fine della 14esima tappa, quella con arrivo a Cap D’Adge dove nelle urine del maggiore dei fratelli lussemburghesi sono state trovate tracce di Xipamide, un diuretico.

    Pronta la reazione della Radioshack che, anche se non obbligata dai regolamenti, ha immediatamente escluso il corridore dalla corsa. Frank Schleck si è consegnato alla Gendarmerieche come d’abitudine sottopone ad un interrogatorio formale tutti i corridori che risultano positivi all’intero del territorio d’oltralpe dichiarando la sua piena collaborazione al fine di poter chiarire la vicenda.

    Frank Schleck ©JOEL SAGET/AFP/GettyImages

    Tuttavia la Radioshack non ha abbandonato il corridore al proprio destino, ricordiamo che un valore anomalo di questo tipo non richiede l’esclusione obbligatoria dalla corsa, ma sia il corridore che il team hanno ritenuto giusto prendere tale decisione per poter far continuare in maniera serena la corsa a tappe francese. Inoltre, sempre il team di Schleck precisa che la sostanza incriminata non è una presente in alcuna medicina fornita dalla squadra. Il motivo per cui è finita nel campione di urine di Schleck è quindi ignoto. Schleck ha 4 giorni di tempo per richiedere le controanalisi all’Uci.

    Intanto oggi la corsa prosegue con la tappa regina dei Pirenei con i quattro storici colli pirenaici. Nell’ordine: Aubisque (16,4 km al 7,1%); Tourmalet (19 km al 7,4% e tetto del Tour a 2115 metri); Aspin (12,4 km al 4,8%) e Peyresourde (9,5 km al 6,7%). La tappa si concluderà con una discesa e quindi ci potrebbe essere lo spazio per un attacco del nostro Vincenzo Nibali anche se la squalo ha dichiarato nei giorni scorsi che la discesa in questione non è poi così tecnica da poter fare la differenza, sarà pretattica?

  • Perquisizione al Tour de France, arrestato Di Gregorio

    Perquisizione al Tour de France, arrestato Di Gregorio

    La polizia francese e  gli agenti della Gendarmerie appartenenti all’ufficio centrale contro gli attentati all’ambiente e alla salute pubblica sono entrati oggi nell’albergo Mercure che ospita la Cofidis, squadra francese, a Bourg-en-Bresse.

    In occasione della prima giornata di riposo al Tour de France 2012, arriva la perquisizione da parte delle autorità francesi e su precisa richiesta da parte del Giudice Istruttore nell’ambito di un’inchiesta su un supposto traffico di sostanze illecite. Perquisito da cima a fondo l’hotel “Mercure” ed in particolare le stanze che ospitano i corridori della squadra francese Cofidis.

    Arriva puntuale come un orologio svizzero la mazzata doping sul ciclismo e proprio in un momento in cui il grande pubblico sta tentando di riavvicinarsi a questo stupendo sport che deve convivere giorno dopo giorno con una piaga difficile da estirpare e chiamata doping. Dalle prime notizie, a farne le spese da questa perquisizione, è il corridore francese della Cofidis Remi Di Gregorio, 27 anni il prossimo 31 luglio che è stato arrestato.

    Remi Di Gregorio ©PASCAL PAVANI/AFP/GettyImages

    Le indagini sarebbero partite già l’anno scorso quando Di Gregorio correva per i colori dell’Astana, attualmente il ciclista francese si trova a Marsiglia dove è previsto un interrogatorio per riuscire a stabilire l’eventuale coinvolgimento di altri corridori presenti in questa edizione della Grande Boucle. I responsabili della Cofidis, il cui nuovo direttore Yvon Sanquer non ha finora commentato l’arresto di Di Gregorio, dovrebbero parlare in una conferenza stampa in programma alle 16.00.

    Mano come sempre durissima della polizia francese e tempismo come sempre “perfetto” per cercare di screditare, come sempre, il ciclismo effettuando una perquisizione ed un arresto che potevano avvenire ben prima dell’inizio del Tour, ma che sicuramente avrebbero fatto molto meno scalpore. Giornata di riposo quindi tutt’altro che tranquilla al Tour de France in attesa delle Alpi che arriveranno nei prossimi giorni.

  • L’Usada mette nei guai Armstrong. A rischio i sette Tour de France

    L’Usada mette nei guai Armstrong. A rischio i sette Tour de France

    Non è ancora finita, anzi, si preannuncia una vera e propria guerra mediatica – legale fra l’ex ciclista e plurivincitore del Tour de France Lance Armstrong e l’agenzia americana antidoping (USADA) che accusa l’americano di aver fatto uso di Epo e di trasfusioni illegali.

    Questa volta l’agenzia americana sembra fare sul serio dichiarando di avere le prove che condannerebbero Armstrong all’eventuale perdita di alcuni o addirittura tutti i sui sette Tour de France accusandolo appunto, di aver fatto uso di Epo, testosterone, corticosteroidi e trasfusioni oltre che di agenti mascheranti, fornendo gli stessi prodotti ad altri.

    È il giornale americano Washington Post che fa da tramite alle accuse vere e proprie dell’Usada che sostiene di essere in possesso di campioni di sangue, raccolti nel 2009 e nel 2010, “perfettamente compatibili con manipolazioni sanguigne, incluso l’uso di Epo o di trasfusioni”.  Inoltre, ancora l’agenzia, afferma di essere in possesso di preziose testimonianze di ex corridori e di persone coinvolte direttamente nel mondo del ciclismo, che incastrerebbero in maniera inequivocabile il campione americano.

    Armstrong dal canto suo non è rimasto certamente a guardare dichiarando testualmente: “Non mi sono mai dopato e, a differenza dei miei accusatori, ho gareggiato per 25 anni senza cali di prestazione e superando oltre 500 test – la replica in una nota di Amstrong -. L’Usada ignora questa fondamentale distinzione e accusa me anzichè coloro che hanno ammesso di aver fatto uso di doping e questo la dice lunga sulla sua mancanza di correttezza e su questa vendetta“.

    Lance Armstrong ©Mario Tama/Getty Images

    L’agenzia americana, che si ricorda non ha giurisdizione penale ma solamente sportiva, è fermamente convinta della colpevolezza di Armstrong tanto da dichiarare che il texano, assieme ad altri cinque ex tesserati, tre dottori tra cui Michele Ferrari, un preparatore e il team manager Johan Bruyneel, abbia messo in piede un sistema basato sul doping dal ’98 al 2011. A far capire che questa volta si fa sul serio, l’agenzia americana antidoping ha escluso il texano dalla partecipazione alle gare di triathlon competizione amata da Armstrong sin dai tempi del suo approdo nel panorama ciclistico internazionale.

    Continuano quindi le ombre del doping su Lance Armstrong, ombre che con il passare del tempo diventano sempre più numerose e che rischiano di macchiare in maniera indelebile una delle storie sportive ed umane più significative di tutto lo sport mondiale.

  • Contador, squalifica di 2 anni. Revocati Tour 2010 e Giro 2011

    Contador, squalifica di 2 anni. Revocati Tour 2010 e Giro 2011

    Il Tribunale dello Sport, Tas, ha deciso quest’oggi un provvedimento particolarmente pesante ai danni del ciclista spagnolo Alberto Contador, comminandogli due anni di sospensione dalle attività, provvedendo, inoltre, a ritirare la vittoria del corridore spagnolo al Tour De France nell’edizione 2010 e del Giro d’Italia nell’edizione del 2011.

    L’accusa per lo spagnolo è la positività al test anti doping, svolto su prelevamento delle urine, durante il Tour de France 2o10, quando Contador venne trovato positivo al clenbuterolo, anche se la sua difesa ha sempre sostenuto che i valori fossero stati distorti poichè il ciclista avrebbe ingerito carne contaminata.

    La squalifica decorre dal Tour 2010 ed è pari al massimo della pena prevista in tali casi, pertanto il ciclista iberico potrà tornare in sella dal 5 Agosto 2012, anche se perderà la possibilità di prender parte alle Olimpiadi di Londra ed al Tour de France 2012. A causa della cancellazione della vittoria di Contador al Tour 2010 ed al Giro d’Italia 2011 i due titoli verranno assegnati ai secondi classificati: la maglia gialla 2010 andrà, dunque, al lussemburghese Andy Schleck, mentre la maglia rosa dovrebbe spettare a Michele Scarponi.

    Una sentenza che, se da un lato “fa giustizia”, assume comunque i connotati di una ennesima sconfitta per lo sport, ed in particolare per il ciclismo, disciplina “flaggellata” sempre più dallo spettro del doping, che ha minato quasi irrimediabilmente la credibilità di questo sport. Il presidente del FCI Renato Di Rocco, invece, sottolinea l’importanza di tale provvedimento in chiave di “Atto di giustizia”, lanciando qualche frecciata inequivocabile all’indirizzo della federazione cicilistica spagnola, a suo parere eccessivamente lassista in materia di anti-doping. In tal senso, dunque, secondo Di Rocco, sarebbe da elogiare il compito degli organi terzi predisposti al rispetto delle regole e della correttezza dello sport, come – nella fattispecie specifica – il Tas di Losanna che ha respinto la tesi della difesa di Contador.

  • Ciclismo, Contador squalificato, tolti Tour 2010 e Giro 2011

    Ciclismo, Contador squalificato, tolti Tour 2010 e Giro 2011

    È arrivata oggi la tanta attesa decisione del Tas sul caso Alberto Contador e la tanto incriminata bistecca mangiata dallo spagnolo durante il Tour del 2010 che gli avrebbe procurato la presunta positività al clenbuterolo. Ebbene, la giustificazione culinaria presentata da Contador non viene accolta dal Tas che prende una decisione che farà molto discutere: squalifica di due anni per il corridore spagnolo con la consequenziale perdita delle vittorie ottenute nel periodo incriminato.

    Infatti al ciclista iberico vengono tolti sia il Tour De France del 2010, che viene assegnato al lussemburghese Andy Schleck ed il Giro d’Italia 2011 che premia il secondo classificato e cioè l’italiano Michele Scarponi.

    Le analisi effettuate dal laboratorio di Colonia avevano scovato una quantità infinitesimale (0,00000000005) di clenbuterolo nelle urine di Contador. “E’ un giorno triste”, ha detto Pat McQuaid, presidente dell’Uci.

    Durissima la decisione del Tribunale di Losanna che ha comunque condannato Contador anche se non risulta alcuna positività provata dello spagnolo nel Tour 2010. Squalifica fino al 6 agosto 2012 per Contador che non potrà quindi partecipare neppure al Tour 2012 (che comincia il 30 giugno, partenza da Liegi) e ai Giochi Olimpici di Londra. A causa di questa decisione Contador sarà costretto a restituire tutti i premi percepiti in questi anni oltre che a subire una pesante richiesta di risarcimento danni da parte delle autorità preposte.

    Dalla ricostruzione dei fatti Contador sarebbe risultato positivo il 21 luglio 2010, viene informato dall’Uci il 24 agosto e la notizia si diffonde il 30 settembre. Lo spagnolo, ora alla Saxo Bank, spiega la positività con l’assunzione di carne contaminata. La federciclo spagnola prima propone un anno di squalifica, poi lo assolve il 15 febbraio 2011. Ma Uci e Wada non ci stanno e presentano fanno al Tas, che si riunisce (dopo due rinvii) dal 21 al 24 novembre 2011. Oggi la sentenza, che toglie a Contador un terzo dei 6 grandi giri che aveva conquistato. Adesso sarà molto attesa la conferenza stampa dello spagnolo che si terrà domani nel tardo pomeriggio dove, con molta probabilità, verranno già poste le basi per una difesa da presentare anche davanti alla Giustizia Ordinaria.

  • Doping alimentare al Mondiale Under 17, 100 ragazzi “beccati”

    Doping alimentare al Mondiale Under 17, 100 ragazzi “beccati”

    Una notizia legata ad una vicenda di doping è sempre grave e preoccupante nei suoi connotati, soprattutto se coinvolge giocatori giovani, come quelli che hanno preso parte al Mondiale Under 17 in Messico, nello scorso mese di Luglio.

    Lo ha reso noto Jiri Dvorak, il responsabile medico della Fifa, spiegando che si tratta di un vero e proprio problema di “salute pubblica”, poichè i casi individuati – che coinvolgono praticamente tutte le squadre partecipanti al torneo (solo 5 su 24 non sono state coinvolte) – e riguarda un problema di contaminazione degli alimenti. Infatti, nel 52% dei giovani calciatori, circa cento di loro, sono state trovate tracce di clenbuterolo, ossia uno steroide vietato, ingerito mangiando la carne di bovini, che in Messico vengono allevati con alcune iniezioni della sostanza dopante in questione. Per tal ragione, la Fifa non adotterà alcun provvedimento nei loro confronti, trattandosi di doping quantomeno “involontario”.

    I calciatori messicani, invece, vincitori del torneo, non sono risultati positivi, semplicemente perchè non avevano mangiato carne, osservando nel corso del torneo una dieta a base di pesce e verdure.

  • Ciclismo, il C.T. Paolo Bettini indagato per Abuso d’Ufficio

    Ciclismo, il C.T. Paolo Bettini indagato per Abuso d’Ufficio

    Una carriera da corridore sublime, unanimemente riconosciuto come uno dei corridori di classiche più forti di tutti i tempi ma una vita fuori dalle competizioni con alcuni grattacapi per il C.T. Paolo Bettini Il c.t. della Nazionale, dopo le note vicessitudini con il fisco, risulta essere indagato per abuso d’ufficio nell’ambito di una inchiesta antidoping della procura di Padova. Le accuse da parte dei magistrati riguardano un avvertimento che Bettini fece ad un corridore prima di un controllo antidoping.

    Paolo Bettini ©DAMIEN MEYER/AFP/Getty Images
    Dura la presa di posizione del  presidente federale Renato Di Rocco: “Era un nostro accertamento medico. Bettini avvertì il corridore per il rispetto degli orari”. L’episodio su cui la procura di Padova indaga risale al raduno premondiale della Nazionale nel 2010, quando gli azzurri erano all’Hotel Le Robinie di Busto Arsizio, in vista dell’impegno di Melbourne. Nell’ambito dei controlli sulla salute degli atleti, la Federazione aveva deciso di svolgere analisi sui convocati. “Questo è un controsenso – dice Di Rocco – e il magistrato si informi bene. Era un controllo interno, di quelli che facciamo regolarmente. Bettini fece un sollecito perché l’atleta non mancasse”. Anche Bettini replica duramente alle accuse: ” sono allibito, nell’ambito delle mie funzioni di commissario tecnico e in accordo con la federazione ho avvertito tutti i corridori del controllo a tutela della salute per evitare che alcuni di loro giungessero in ritardo per gli esami. Lo faccio sempre, anche in vista del raduno prima del recente Campionato del Mondo di Copenhagen, mi sono comportato così”. Bisognerà fare assolutamente chiarezza sulla vicenda con la Federazione italiana che risulta essere tutta compatta attorno a Bettini. In una nota arrivata nella serata di ieri, la federazione ha precisato che:  “a tutela della salute degli atleti, tali controlli preventivi sono assolutamente di routine con precise finalità antidoping. Tali controlli vengono effettuati sistematicamente dalla FCI nel primo giorno di ogni raduno della nazionali e del quale gli atleti devono essere ovviamente informati. E’ specifico compito del commissario tecnico, nell’ambito delle funzioni e nel rispetto delle direttive federali, secondo protocolli approvati dalla Federazione stessa, avvertire gli atleti di detti accertamenti medici”.

  • I dopati alle Olimpiadi. Adesso De Coubertin è morto davvero

    I dopati alle Olimpiadi. Adesso De Coubertin è morto davvero

    Proprio ieri, giorno della morte di Steve Jobs ho sentito da molti una frase che avevo imparato ad ascoltare da maestri e professori e riferiti a personaggi del passato e nella mia vita l’avevo pensata solo per Giovanni Paolo II “la tua leggenda vivrà per sempre”. E’ cosi che in molti hanno salutato il visionario della Silicon Valley per le sue scoperte e per la sua gran capacità di comunicazione. Nel mondo dello Sport il livello massimo di integrazione, di arricchimento delle culture e della storie dei popoli erano i giochi Olimpici ideati ed ispirati dagli insegnamenti del barone Pierre De Coubertin la cui leggenda viveva proprio tra i sogni d’integrazione a cinque cerchi.

    Bandiera olimpica ©Getty Images
    L’importante non è vincere ma partecipare diceva De Coubertin ma il suo spirito è praticamente scomparso dai Giochi Olimpici moderni con una successione di regole che di epoca in epoca ne ha delegittimato il valore e lo stimolo fondatore facendo largo prima a meri scopi di supremazia politica e poi vedendosi alla pubblicità e alle multinazionali dello Sport. L’ultimo colpo l’ha dato il TAS della Svizzera (Tribunale arbitrale dello sport di Losanna) decidendo di ammettere alla competizione anche gli atleti che hanno scontato una squalifica per doping superiore ai sei mesi possono partecipare alle Olimpiadi. Una sentenza choc che stravolge e cambia definitivamente lo spirito delle Olimpiadi riaprendo le porte a chi ha fatto uso di sostanze dopanti per arrivare a conseguire un risultato sportivo.

  • Quattro arresti a Bologna per doping

    Quattro arresti a Bologna per doping

    Assesempione
    I mali non vengono mai da soli: dopo lo scandalo scommesse, un’altra pesante ombra si avvicina al mondo del calcio e dello sport italiano in generale: lo spettro del doping. I carabinieri del Nas di Bologna, infatti, hanno eseguito 4 ordini di custodia cautelare in Emilia Romagna, Lombardia e nelle Marche, disposti dal gip di Rimini all’indirizzo dei componenti di un’associazione che favoriva la prescrizione ed il reperimento di sostanze dopanti ad atleti di basket, atletica leggera, calcio, oltre che tennis e ciclismo e triathlon: uno fra i quattro soggetti arrestati sarebbe il medico sportivo che nel giugno 2009 prescrisse dei farmaci dopanti ai calciatori del Rimini poco prima dei play out persi poi contro l’ Ancona: dalle intercettazioni raccolte emerge il riferimento all’Epo. In manette, anche tre dirigenti ed informatori scientifici di una casa farmaceutica che riforniva gli atleti assicurando prezzi scontati  per le sostanze e la fornitura della necessaria strumentazione per l’ assunzione dei farmaci in questione. Fonte: Gazzetta dello Sport