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  • NBA, Reggie Miller e Don Nelson nella Hall of Fame

    NBA, Reggie Miller e Don Nelson nella Hall of Fame

    La Hall of Fame della NBA si arricchisce di altri 2 esponenti di spicco del basket a “stelle e strisce”: il Naismith Memorial Basketball Hall of Fame ha annunciato infatti che Reggie Miller, storico leader degli Indiana Pacers, e Don Nelson, l’allenatore più vincente della NBA, entreranno a far parte dei migliori esponenti della storia della pallacanestro con una cerimonia che si terrà il 6 e l’8 settembre 2012 come al solito nella città di Springfield, città del Massachusetts, sede generale della Hall of Fame.

    Assieme a Miller e Nelson verranno premiati anche il 3 volte National College Player of the year, Ralph Sampson, l’ex stella del college e della NBA, Jamaal Wilkes (ex Warriors, Lakers e Clippers), la 2 volte medaglia d’oro alle Olimpiadi Katrina McClain ed il grande arbitro Hank Nichols. Inoltre saranno introdotte anche le All American Red Heads, ovvero la prima squadra americana di basket femminile professionista.

    Reggie Miller, Indiana Pacers | © Tom Pidgeon/Getty Images

    Reggie Miller è stato il giocatore simbolo degli Indiana Pacers con i quali ha giocato per ben 18 stagioni (dal 1987 fino al 2005, per lui 1389 partite disputate) unica sua squadra in carriera. Non è riuscito a vincere il campionato NBA (una finalissima persa contro i Lakers per 4-2 nei playoff del 2000) ma nel suo palmares ci sono un Mondiale (1994) ed un’Olimpiade (1996) vinte con la maglia degli Stati Uniti. Fino allo scorso anno Miller era il più grande tiratore della storia della NBA con 2560 triple in carriera, superato però nel passato campionato da Ray Allen.

    Don Nelson (ex coach di Milwaukee Bucks, Dallas Mavericks e Golden State Warriors) invece detiene attualmente il record di partite vinte da un allenatore in carriera con 1335: nell’aprile del 2010 con il successo per 116-107 dei suoi Warriors sui Minnesota Timberwolves Nelson raggiunse la cifra di 1333 vittorie, superando il precedente primato che apparteneva a Lenny Wilkens, storico coach e bandiera dei Seattle SuperSonics. Ha chiuso poi la stagione arrivando a 1335 vittorie in 2398 partite da allenatore. Come per Reggie Miller anche per Nelson c’è l’oro Mondiale conquistato alla guida degli Stati Uniti nel 1994.

    VIDEO HIGHLIGHTS REGGIE MILLER:

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  • NBA: I Warriors esonerano Don Nelson

    NBA: I Warriors esonerano Don Nelson

    Ancora non è ufficiale ma si prevede che nella giornata di lunedì 27 settembre ci sarà la separazione tra l’allenatore più vincente della storia della NBA ed i Giolden State Warriors: Don Nelson, infatti, per divergenze con la proprietà della franchigia californiana riguardanti il lato economico del suo contratto, sarà un allenatore senza squadra e molto probabilmente potrebbe esserci la clamorosa idea del ritiro visto che l’età avanza (Nelson ha 70 anni).

    Nelson ha un record di 1.335 vittorie in 31 stagioni passate come coach di Milwaukee, Golden State, New York e Dallas. L’ex giocatore di Boston ha vinto 5 campionati in gran parte come sesto uomo, con i Celtics, ma non ha mai guidato una squadra NBA ad un titolo o addirittura raggiunto la finale come allenatore.
    Ha superato il record di vittorie in stagione regolare di Lenny Wilkens (1.332 vittorie) il 7 aprile.
    Golden State ha finito la scorsa stagione con un record di 26 vittorie a fronte di 56 sconfitte.
    L’ assistente allenatore Keith Smart, ex giocatore e allenatore di Cleveland (a lungo considerato erede di Nelson ad Oakland), dovrebbe essere il suo sostituto sulla panchina gialloblu.

    Nelson è stato richiamato a Golden State nel 2006, ed ha immediatamente portato i Warriors nella postseason, con l’ ottava testa di serie nella Western Conference, riuscendo clamorosamente ad eliminare i super favoriti al titolo, ovvero i Dallas Mavericks reduci da una stagione da 67 vittorie e 15 sconfitte. Quella è stata l’ultima apparizione ai playoff per la franchigia di Oakland visto che nel turno successivo i Jazz eliminarono i Warriors e negli anni a venire l’impresa di qualificarsi per la postseason non è più riuscita.
    Golden State ha vinto appena 55 partite nelle ultime 2 stagioni.
    Nelson è anche l’unico allenatore con più di 1.000 vittorie in carriera che non è stato inserito nella Hall of Fame della pallacanestro.

    Le sue squadre hanno vinto almeno 50 partite in 13 stagioni su 31 totali di carriera.
    Nelson ha iniziato la sua carriera come allenatore e general manager della Bucks nel 1976, centrando i playoff 9 volte nelle sue 11 stagioni sulla panchina della squadra del Wisconsin. Ha poi preso la guida dei Warriors nel 1988. Ha lasciato Golden State nella stagione 1994-95. Dopo un anno passato ai Knicks, ha assunto la guida dei Mavericks nel 1998. Dallas ha raggiunto la finale della Western Conference nel 2003, perdendo contro i San Antonio Spurs. Nel 2005 la separazione con la squadra del Texas per via di divergenze con il proprietario dei Mavs Mark Cuban.

  • NBA: Don Nelson diventa l’allenatore più vincente della storia NBA

    17 punti di Danilo Gallinari non bastano a New york per avere la meglio su Indiana, trascinata da un Danny Granger da 33 punti. 30esima vittoria stagionale per i Pacers.

    Cade nuovamente Toronto che vede evaporare il vantaggio su Chicago per l’ultimo posto playoff: Bargnani segna 17 punti ma con 22 tiri, per Boston Rondo ne piazza 21 e i Raptors devono arrendersi ai più quotati avversari.

    7 giocatori in doppia cifra per Orlando che spazza via i Wizards. A farla da padrone il solito Dwight Howard da 17 punti e 10 rimbalzi.

    Secondo KO consecutivo per Atlanta che perde a Detroit sia la partita che la terza piazza ad Est in favore dei Celtics: Hawks che non segnano negli ultimi 3 minuti di gioco e permettono a Detroit e Ben Gordon (22 punti) il sorpasso per una delle poche soddisfazioni stagionali dei Pistons.

    Nono successo consecutivo per i Miami Heat. Vittoria in rimonta sui Sixers grazie ai punti finali di Dwyane Wade e alle triple di Dorell Wright. A Phila non basta un positivissimo Dalembert.

    La grande serata al tiro di Salmons permette ai Bucks di centrare un altro successo che la mantiene in lotta per il 5° posto della Eastern Conference contro Miami. 22 punti con 10/13 dal campo per l’ex Bulls aiutato dai 33 punti provenienti dalla panchina della coppia Ilyasova-Stackhouse e dal buon contributo di Thomas (12 pts, 10 rebs) che ora è chiamato al difficile compito di non far rimpiangere Andrew Bogut. Per i Nets, sconfitta numero 67. Harris segna 1/3 dei canestri di New Jersey chiudendo con 25 punti e 9/15 dal campo.

    Serata storica per Don Nelson, allenatore dei Warriors: con la vittoria sui T-wolves diventa l’allenatore più vincente di tutta la storia NBA superando Lenny Wilkens a quota 1332. La 1333esima “W” di Nelson ha 2 protagonisti in particolare ovvero il rookie Stephen Curry (27 punti, 14 assist e 8 rimbalzi con 7 recuperi!) e l’illustre sconosciuto Tolliver (34 punti per lui). Minnesota ha un Love da cui ricostruire autore di 17 punti e 18 rimbalzi.

    Charlotte conquista la sua prima qualificazione playoff della sua storia da quando ospita i Bobcats (curioso che sia avvenuta con una vittoria sugli Hornets, la franchigia che prima era a Charlotte e poi è stata spostata a New Orleans!). Jackson infila 29 punti e l’ex Tyson Chanler ne segna 16 con 10 rimbalzi e 5 stoppate ma a decidere la gara è una tripla di Augustin a 15 secondi dalla fine. Ottimo Marcus Thornton per gli Hornets con 36 punti. Paul nuovamente infortunato.

    Brutta sconfitta per Oklahoma City che perdendo in casa contro Denver scende all’ottava piazza playoff e si “guadagna” i campioni in carica dei Los Angeles Lakers nel primo turno playoff levandoli ai Portland Trail Blazers. Partita che sembra decisa nel quarto quarto con i Thunder in vantaggio di 12 punti ma che subiscono un parziale di 13-2 per il rientro dei Nuggets. Da lì in poi l’esperienza di Billups (31 punti) ed Anthony ( 24) condanna gli ex Seattle Sonics alla seconda sconfitta di fila dopo quella molto immeritata di ieri sul campo dei Jazz (gli arbitri che non hanno fischiato fallo su Durant nell’ultimo tiro sono stati richiamati ufficialmente dalla Lega!). Durant segna 33 punti con 11 rimbalzi ma nel finale sbaglia qualche tiro di troppo che avrebbe potuto cambiare la storia della gara.

    Dopo la battaglia di ieri contro i Thunder i Jazz accusano il colpo e l’overtime disputato e perdono malamente a Houston con il trio Brooks (28 punti), Martin (28 punti), Scola (24 punti) che segnano 80 dei 113 punti totali dei Rockets.

    Tutto molto facile per i Dallas Mavericks che battono nettamente i Grizzlies. 6 giocatori dei Mavs arrivano in doppia cifra con la coppia Bulter-Nowitzki che combina per 45 punti. Dallas chiude con il 55% dal campo e tira 8/14 da 3 con Jason Kidd che infila 12 punti e 10 assist. Per Memphis si tratta della 6a sconfitta delle ultime 7 partite disputate nonostante un Rudy Gay da 23 punti e 9/16 dal campo. Grizzlies che hanno solo 7 punti dalla panchina, la peggiore in NBA.

    Serata positiva per Portland che sfrutta le sconfitte di San Antonio e Oklahoma City e vincendo a Los Angeles (contro i derelitti Clippers) raggiunge le 2 franchigie con il medesimo record di 48-30 ed in virtù dei confronti diretti si insidia al 6° posto della Western Conference. Vittoria agevole con la coppia Roy-Aldridge sugli scudi (27 punti il primo, 23 il secondo) con il prodotto dell’univesità di Texas che domina nel pitturato con 12 rimbalzi (7 d’attacco).

    Phoenix batte San Antonio e resta in compagnia di Dallas e Denver al secondo posto della Western Conference in attesa che le ultime 4 partite di stagione diano i responsi per la griglia ufficiale dei playoff.

    Risultati NBA del 7 aprile 2010

    Indiana Pacers – New York Knicks 113-105
    (Ind: Granger 33, Murphy 17, Hibbert 15 – NY: Douglas 20, Gallinari 17, Lee 16)
    Toronto Raptors – Boston Celtics 104-115
    (Tor: Weems 21, Jack 17, Wright 17, Bargnani 17 – Bos: Rondo 21, Pierce 20, Garnett 19)
    Orlando Magic – Washington Wizards 121-94
    (Orl: Howard 17, Redick 16, Pietrus 16 – Was: Young 21, Miller 16, Blatche 13)
    Detroit Pistons – Atlanta Hawks 90-88
    (Det: Gordon 22, Bynum 17, Daye 13 – Atl: Crawford 19, Williams 17, Horford 14, Bibby 14)
    Miami Heat – Philadelphia 76ers 99-95
    (Mia: Wade 22, Wright 19, Arroyo 15 – Phi: Dalembert 19, Iguodala 16, Kapono 13)
    Milwaukee Bucks – New Jersey Nets 108-89
    (Mil: Salmons 22, Stackhouse 18, Ilyasova15 – NJ: Harris 25, Lee 19, Yi 11)
    Minnesota Timberwolves – Golden State Warriors 107-116
    (Min: Flynn 19, Gomes 19, Love 17, Brewer 17 – GS: Tolliver 34, Curry 27, Hunter 14)
    New Orleans Hornets – Charlotte Bobcats 103-104
    (NO: Thornton 36, Collison 24, West 13 – Cha: Jackson 29, Chandler 16, Augustin 14)
    Oklahoma City Thunder – Denver Nuggets 94-98
    (Okl: Durant 33, Westbrook 21, Collison 12 – Den: Billups 31, Anthony 24, Afflalo 17)
    Houston Rockets – Utah Jazz 113-96
    (Hou: Brooks 28, Martin 28, Scola 24 – Uta: Boozer 18, Millsap 13, Williams 12, Miles 12)
    Dallas Mavericks – Memphis Grizzlies 110-84
    (Dal: Butler 23, Nowitzki 22, Terry 16 – Mem: Gay 23, Randolph 17, Conley 17)
    Los Angeles Clippers -Portland Trail Blazers 85-93
    (Cli: Blake 14, Butler 14, Kaman 14 – Por: Aldridge 27, Roy 23, Miller 13)
    Phoenix Suns – San Antonio Spurs 112-101
    (Pho: Stoudemire 29, Richardson 20, Nash 18 – SA: Mason 18, Jefferson 17, Duncan 14)

    CLASSIFICHE NBA

  • NBA: Stephen Jackson lascerà i Golden State Warriors?

    NBA: Stephen Jackson lascerà i Golden State Warriors?

    Stephen JacksonLa stagione NBA è appena cominciata ma già iniziano a delinearsi le prime trattative e le prime voci di mercato.
    Ad aprire le danze sono stati i Cleveland Cavaliers, squadra della stella LeBron James, che, complici 2 sconfitte nelle 2 partite finora disputate, hanno messo gli occhi sulla guardia dei Golden State Warriors Stephen Jackson. Jackson aveva fatto sapere, poco tempo fa, alla dirigenza di Oakland di gradire un trasferimento in una squadra da titolo, cosa che ovviamente i Warriors non sono. Era stato anche multato per queste dichiarazioni e la frattura sembrava ricomposta dopo un lungo chiarimento con l’allenatore Don Nelson. Ma Cleveland si è fatta comunque avanti mettendo sul piatto della bilancia il centro lituano Zydrunas Illgauskas. Sicuramente il valore di Jackson è superiore rispetto al pivot europeo, ma nella NBA siamo abituati al concretizzarsi di scambi clamorosi.
    Sicuramente guarderanno all’evolversi della situazione i Denver Nuggets, pronti ad aggiungere un prezioso tassello al loro roster, per poter dare l’assalto ai Los Angeles Lakers campioni in carica e giustizieri proprio dei Nuggets nella finale di Western Conference dello scorso anno.
    Anche i Charlotte Bobcats hanno cercato di instaurare una trattativa ma il fatto di essere una delle squadre “materasso” della Lega non gioca a proprio favore visto che “Capitan Jack” vorrebbe trasferirsi in squadre competitive. Cosa che sono i New Orleans Hornets, se non fosse che l’alto ingaggio del giocatore dei Warriors e l’età non piu’ giovanissima (31 anni) frenano la dirigenza della Louisiana nel cercare di portare a termine la trattativa.
    Tra qualche giorno sono attese importanti novità.

  • NBA: Risultati e commenti

    GOLDEN STATE-OKLAHOMA CITY 133-120
    GS
    Jackson 26, Maggette 25, Crawford 24
    OKL Durant 32, Westbrook 31, Green 27

    Don Nelson conquista la sua 1300ª vittoria in carriera, guidando una squadra che corre tantissimo, diverte in attacco ma, spesso e volentieri, si dimentica di difendere. Nelson diventa il secondo allenatore nella storia della Nba ad arrivare a quota 1300 successi in carriera e solo Lenny Wilkens, tra gli head coach più vincenti della Lega, gli è davanti con 1332 vittorie. I Warriors ottengono una facile vittoria contro i deludenti Thunder che incassano la loro settima sconfitta consecutiva in trasferta. Pochi minuti per Marco Belinelli, che sfodera una prestazione opaca: rimane sul parquet 15’ e chiude con 3 punti (1/2 da tre) e un recupero. Il match rimane incerto fino all’ultimo quarto: i padroni di casa provano ad allungare con le giocate di Stephen Jackson e i punti  di Corey Maggette ma Kevin Durant e Russell Westbrook rispondono colpo su colpo. Golden State però ha più energie e più voglia di vincere e nell’ultimo quarto cambia marcia, andando così a cogliere un importante successo.

    MIAMI-PHILADELPHIA 97-91
    MIA
    Wade 25, J. O’ Neal 17, Haslem 13
    PHI
    Miller 30, Williams 22, Iguodala 14

    Miami rinforza la propria posizione nel ranking (quinta ad Est davanti ai Sixers) ottenendo un importante successo contro Philadelphia, il numero 800 di franchigia. Gli Heat vanno avanti 20-10, ma i Sixers reagiscono e passano al comando (22-28) nel corso del secondo quarto che termina in parità 40-40. Wade prende la squadra per mano e fa la differenza nell’ultimo quarto. Fanno buona impressione Jermaine O’Neal e Moon, nuovi arrivati da Toronto, alla loro seconda partita in maglia Heat.

    WASHINGTON-SAN ANTONIO 67-98
    WAS Butler 24, Jamison 16 Songaila 15
    SA Mason 25, Finley 19, Duncan 12

    I Wizards segnano solo 67 punti (record negativo per la franchigia negli ultimi sei anni) e vengono battuti dagli Spurs. Mattatore della serata l’ex Roger Mason, miglior realizzatore dell’incontro con 25 punti e 5/9 nelle triple.

    DALLAS-SACRAMENTO 116-95
    DAL
    J. Howard 20, Bass 20, Singleton 19
    SAC Udrih 18, Hawes 17, Garcia 17

    I Mavericks guidati da uno straripante Brandon Bass, che realizza 16 dei suoi 20 punti nel secondo quarto, si aggiudicano la vittoria contro i Kings. Singleton con 19 punti ottiene il suo massimo stagionale in fase realizzativa e aggiunge anche 12 rimbalzi. A metà gara i texani sono avanti di 20 e per Kidd e compagni è una formalità amministrare la gara fino al fischio finale.

    UTAH-NEW ORLEANS 102-88
    UTA Okur 25, Williams 20, Brewer 16
    NO Paul 24, Butler 21, West 18

    Deron Williams e gli Utah Jazz onorano la memoria del proprietario degli ultimi 25 anni Larry Miller, deceduto venerdì scorso all’età di 64 anni, sconfiggendo gli Hornets e portandosi a un record di 33-23. Gli Hornets restano a secco per oltre sette minuti nell’ultimo quarto e i Jazz conquistano una vittoria emozionante grazie a Okur e Williams.