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  • Europa League: rabbia Milan, gioia Lazio

    Europa League: rabbia Milan, gioia Lazio

    Sensazione e sentimenti differenti per le due italiane impiegate questa sera nel ritorno degli ottavi di Europa League: rabbia per il Milan, gioia per la Lazio.

    I rossoneri giocano un gran primo tempo in casa dell’Arsenal, trovano il vantaggio che riapre una speranza qualificazione, tutto cancellato al 39° da un rigore, visto solo dall’addizionale, procuratosi con grande astuzia da Welbeck. Il pareggio così subito e il 2-1 causato da un errore di Donnarumma, tagliano definitivamente le gambe ai rossoneri che lasciano così, agli ottavi di finale, l’Europa League. 

    Gioia incredibile invece per la Lazio che, sul difficilissimo campo di Kiev, tiene praticamente sempre il controllo della gara e sfrutta due calci d’angolo per aprire, nel primo tempo, e chiudere il match, portando a casa un 2-0 che vale il pass per gli ottavi di Europa League.

    Veniamo al racconto della gara delle 19 con in campo i biancocelesti.

    La Lazio ha il compito di vincere e parte subito forte, al 8° Immobile salta anche il portiere Boyko ma il suo tiro viene respinto da Kádár. Al 16° ancora Immobile, la sua conclusione finisce sul fondo. Al 23° i biancocelesti passano in vantaggio, la rete è di Lucas Leiva che colpisce di testa su un corner preciso di Luis Alberto. Il primo squillo della Dinamo Kiev è firmato dal solito Tsygankov che sfrutta un errore difensivo di Lulic e lascia partire il tiro che esce di poco. Al 34° altro gran bel corner battuto da Luis Alberto ma stavolta, con qualche difficoltà, salva Boyko. Il resto del primo tempo è una sfida tra Immobile e Boyko, vince sempre il portiere anche se al 43° la sua parata sul pallonetto dell’attaccante sembra arrivare fuori area. Si va al riposo con uno 0-1 che sta molto stretto alla Lazio.

    Si riparte con la Dinamo che prova a far qualcosa in più ma al 52° è Patric a fallire, da dentro l’area e a porta spalancata, il gol del raddoppio. La Lazio sfrutta gli spazi e sfiora il 2-0 con la punizione di Luis Alberto fuori di nulla. Intorno alla mezz’ora doppio brivido per Strakosha, prima la conclusione di Tsygankov che esce di un niente e poi il tiro di Gonzalez che prende il giro esterno e si spegne sul fondo. Al 83° la Lazio spegne ogni pensiero negativo grazie a de Vrij che sfrutta la sponda di Luis Felipe, su azione di corner, e deposita in rete la palla del 2-0 che chiude definitivamente match e qualificazione. La Lazio passa ai quarti di Europa League.

     

    DINAMO KIEV – LAZIO 0-2 (23° Leiva, 83° de Vrij)

    Dinamo Kiev (4-2-3-1): Boyko; Kędziora, Burda, Kádár (45° Shabanov), Pivarić; Shepeliev, Buialsky; Morozyuk (57° González), Moraes, Tsygankov; Besedin (70° Mbokani).

    Allenatore: Khatskevich.

    Lazio (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe, de Vrij, Radu; Patric (72° Marusic), Parolo, Leiva, Luis Alberto, Lulic (69° Lukaku); Felipe Anderson, Immobile (82° Caicedo).

    Allenatore: Inzaghi.

    Arbitro: Manzano.

    Ammoniti: Luiz Felipe (L), Moraes (D), Shabanov (D), Buialsky (D).

     

    Veniamo al racconto della sfida dell’Emirates.

    Il Milan è costretto ad una vera e propria impresa, ribaltare lo 0-2 di San Siro, in casa dell’Arsenal. Passano solo 40 secondi ed Andrè Silva spreca calciando sull’esterno della rete. I padroni di casa perdono Koscielny per infortunio al minuto 11. Al 25° bel cross di Calhanoglu sul quale si lancia Cutrone ma Xhaka salva, sulla ripartenza Welbeck si presenta in area, calcia da posizione defilata e Donnarumma respinge. Al 35° il Milan passa con una grande conclusione da fuori area di Calhanoglu che non lascia scampo ad Ospina. Neanche il tempo di esultare che l’Arsenal trova il pareggio con un calcio di rigore concesso, su suggerimento dell’addizionale, per un contatto leggerissimo, praticamente inesistente, tra Rodriguez e Welbeck, che si lascia ampiamente cadere. Dagli undici metri è proprio Welbeck a spiazzare Donnarumma. Si va al riposo con il pareggio ed un Milan piuttosto arrabbiato.

    Si riparte con gli uomini di Gattuso che provano a lanciarsi all’attacco ed eccezion fatta per una chance avuta da Mkhitaryan al 50°, sono i rossoneri a sfiorare più volte il secondo gol con Suso, Cutrone e Kalinic. Al 71° però arriva il colpo del k.o., Xhaka lascia partire un tiro da fuori non certo imparabile, Donnarumma si fa sorprendere, la tocca malamente e la palla si insacca. Il 2-1 dei Gunners taglia le gambe e spegne ogni entusiasmo per i rossoneri. Al 86° arriva anche la doppietta di Welbeck che di testa mette in gol la respinta di Donnarumma su Ramsey. Finisce 3-1, il Milan saluta l’Europa League, ai quarti va l’Arsenal. 

    ARSENAL – MILAN 3-1 (35° Calhanoglu (M), 39° rig., 86° Welbeck (A), 71° Xhaka (A))

    Arsenal (4-3-2-1): Ospina; Bellerin, Mustafi, Koscielny (11° Chambers), Monreal; Ramsey, Xhaka; Ozil (79° Kolasinac), Wilshere, Mkhitaryan (69° Elneny); Welbeck.

    Allenatore: Wenger.

    Milan (4-4-2): Donnarumma; Borini, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Suso, Kessie (79° Locatelli), Montolivo, Calhanoglu (70° Bonaventura); Cutrone (67° Kalinic), André Silva.

    Allenatore: Gattuso.

    Arbitro: Eriksson.

    Ammoniti: Donnarumma (M), Romagnoli (M), Calhanoglu (M), Borini (M), Monreal (A), Suso (M)

     

  • Europa League: il palo ferma la Lazio, crolla il Milan

    Europa League: il palo ferma la Lazio, crolla il Milan

    Serata non certo positiva per le italiane impegnate nelle gare di andata degli ottavi di Europa League.

    Il Milan di Gennaro Gattuso ha fermato la propria striscia positiva perdendo per 2-0 in casa contro un Arsenal, che non sarà quello di qualche anno fa, ma che ha messo in campo tutta la qualità dei singoli tanto da chiudere sul 2-0 il primo tempo e gestire poi il tentativo di reazione rossonera nella ripresa.

    Diversa la partita della Lazio di Simone Inzaghi che ha tenuto il pallino del gioco nel primo tempo, creando poco, ha sbagliato l’approccio nella ripresa, finendo sotto ma poi ha reagito accelerando e ribaltando la gara. Una invenzione di Junior Moraes ed il palo all’ultimo secondo di Ciro Immobile ha fissato il risultato su un 2-2 che lascia l’amaro in bocca.

    Veniamo al racconto della gara.

    La partenza del Milan è promettente e nei primi 3 minuti i rossoneri creano qualche grattacapo alla difesa ospite. L’Arsenal, superata la sfuriata rossonera, inizia a fare la propria gara e si rende pericoloso al 8° con Mkhitaryan che però colpisce l’esterno della rete. L’armeno si riscatta al 15° quando, servito da Ozil, lascia partire il tiro che, anche grazie alla deviazione di Bonucci, s’infila alle spalle di Donnarumma. Il gol da fiducia ai Gunners che rischiano di trovare il raddoppio, bravo il portiere rossonero a fermare Chambers e Welbeck. Al 44° su azione da corner Bonucci colpisce di testa ma per poco non trova lo specchio della porta. Nel recupero Mkhitaryan prova a ripetere il tiro del gol ma stavolta scheggia la traversa. Al 4° minuto di recupero Ozil s’inventa il passaggio geniale per Ramsey che mette a sedere Donnarumma e deposita, a porta vuota, la palla del due a zero.

    Nella ripresa il Milan rischia di capitolare per la terza volta, Kessie svirgola una palla che finisce tra Welbeck e Donnarumma, il portiere non è rapidissimo nell’uscita ma riesce a far carambolare la palla addosso all’attaccante, facendola finire sul fondo. Gli uomini di Gattuso ci mettono volontà, provano a fare la partita ma, fatta eccezione per qualche tiro da fuori di Bonaventura, non riesce a creare grossi problemi ad Ospina. Nemmeno l’inserimento di Kalinic, Andrè Silva e Borini, riesce a dare risultati, finisce 0-2. All’Emirates tra 7 giorni al Milan servirà una vera e propria impresa sportiva per non dover salutare l’Europa League agli ottavi di finale.

     

    MILAN – ARSENAL 0-2 (15° Mkhitaryan, 45°+3 Ramsey)

    Milan (4-3-3): G. Donnarumma; Rodriguez, Romagnoli, Bonucci, Calabria (79° Borini); Bonaventura, Biglia, Kessie; Calhanoglu (62° Kalinic), Cutrone (68° Andrè Silva), Suso.

    Allenatore: Gattuso.

    Arsenal (4-3-2-1): Ospina; Chambers (85° Elneny), Koscielny, Mustafi, Kolasinac (62° Maitland-Niles); Ramsey, Xhaka, Wilshere; Ozil (80° Holding), Mkhitaryan; Welbeck.

    Allenatore: Wenger.

    Arbitro: Turpin.

    Ammoniti: Kolasinac (A), Ramsey (A).

     

    Veniamo al racconto della sfida dei biancocelesti.

    Come da previsione è la Lazio a fare la partita all’inizio. La squadra di Inzaghi tiene il pallino del gioco e si rende pericolosa al 14° con una conclusione di Felipe Anderson, al termine di uno scambio con Basta, che sfiora l’incrocio. Al 24° è Basta ad andare al tiro ma sulla sua traiettoria trova il compagno di squadra Murgia che respinge il pallone. La Dinamo Kiev si mantiene sempre piuttosto coperta e col passare dei minuti riesce a non correre più pericoli, anzi nel finale, grazie all’ottimo Tsygankov, prova pure a rendersi insidiosa dalle parti di Strakosha. Si va al riposo sullo 0-0.

    Si riparte ma si vede un’altra Dinamo, molto più propositiva, più vogliosa e al 52° gli ospiti passano, cross lungo dalla sinistra di Pivaric, sponda di Besedin, Tsygankov sbaglia il tocco da due passi ma nessuno lo contrasta e quindi ha tempo col colpo di tacco di battere Strakosha. La reazione della Lazio è praticamente immediata, Felipe Anderson trova in area Immobile che con un preciso diagonale rasoterra trova il pareggio. Trovata la parità la Lazio si spinge ancora in avanti e al 61° si porta avanti: Milinkovic-Savic ruba palla e serve un pallone d’oro a Felipe Anderson che dentro l’area batte Boyko. Al 66°, dopo un’altra chance per Felipe Anderson deviata in corner, serve una bella parata di Strakosha per impedire a Pivaric di trovare il pareggio. I ritmi sembrano abbassarsi ma al 79° Junior Moraes, poco fuori area, controlla si gira rapidamente e lascia partire una conclusione che supera Strakosha. I biancocelesti ci provano e al 95° solo la sfortuna impedisce ad Immobile di trovare il gol del 3-2: l’attaccante della Lazio si lancia in profondità sulla sponda di Milinkovic-Savic, effettua un dolce pallonetto che beffardo si stampa sul palo. Tra 7 giorni la Lazio dovrà vincere a Kiev, o pareggiare segnando più di due gol, per raggiungere i quarti di Europa League.

     

    LAZIO – DINAMO KIEV 2-2 (52° Tsygankov (D), 54° Immobile (L), 61° Felipe Anderson (L), 79° Junior Moraes (D))

    Lazio (3-5-2): Strakosha; Wallace (84° Nani), de Vrij, Radu; Basta (74° Patric), Murgia (74° Parolo), Leiva, Milinkovic-Savic, Lukaku; Felipe Anderson, Immobile

    Allenatore: Inzaghi.

    Dinamo Kiev (4-2-3-1): Boyko; Kedziora, Burda, Kadar, Pivaric; Shaparenko (67° Junior Moraes), Buyalskiy; Tsygankov, Garmash, Morozyuk; Besedin.

    Allenatore: Khatskevich.

    Arbitro: Kruzliak.

    Ammoniti: Pivaric (D), Kadar (D), Milinkovic-Savic (L), Lukaku (L), Boyko (D).

    Espulso: Garmash (D).

  • Europa League, Arsenal e Dinamo Kiev sulla strada di Milan e Lazio

    Europa League, Arsenal e Dinamo Kiev sulla strada di Milan e Lazio

    L’urna di Nyon ha regalato un sorteggio dal sapore agrodolce per le due ultime squadre italiane rimaste in corsa in Europa League.

    La Lazio nella sua sfida di ottavi di finale dovrà vedersela con la Dinamo Kiev, sfida sulla carta non impossibile, mentre per il Milan ci sarà un affascinante, e non certo semplicissimo, match contro l’Arsenal.

    Veniamo alla sfida che aspetta i biancocelesti.

    La Dinamo Kiev in questa Europa League ha vinto il proprio girone, composto da Partizan, Young Boys e Skenderbeu, ottenendo 4 vittorie, 1 pareggio ed una sconfitta, segnando 15 gol, secondo miglior attacco della fase a gironi, ma subendone 9. Nei sedicesimi di finale gli ucraini hanno eliminato l’Aek Atene con un doppio pareggio, 1-1 in Grecia e 0-0 a Kiev.

    Una squadra quindi di cui avere il dovuto rispetto ma che non può divenire un ostacolo insormontabile per la Lazio. Da tenere d’occhio il bomber Junior Moraes ma anche Derlis Gonzalez.

    L’andata sarà giocata a Roma l’otto marzo mentre il ritorno si giocherà il 15 marzo a Kiev. Sarà importante per gli uomini di Inzaghi provare a mettere un bel mattoncino verso la qualificazione già nella gara di andata visto che, un po’ per la bravura casalinga della Dinamo, un po’ per i possibili fattori climatici complicati, non sarebbe ideale doversi giocare il passaggio del turno nello stadio Olimpico della capitale ucraina.

    Veniamo ora all’avversario degli ottavi di Europa League del Milan, ovvero l’Arsenal.

    I Gunners non sono certo una squadra sconosciuta da dover scoprire. Gli uomini di Wenger hanno vinto il proprio girone di Europa League, che comprendeva Stella Rossa, Colonia e Bate Borisov, ottenendo quattro vittorie, un pareggio ed una sconfitta.

    Nei sedicesimi l’Arsenal ha vinto in scioltezza in casa dell’Ostersunds per 3-0, poi però in casa, probabilmente con la convinzione di avercela già fatta, si è trovato sotto 0-2. Il gol di Kolasinac ha rimesso le cose a posto per l’uno a due finale che ha evitato la rimonta svedese.

    L’Arsenal si presenterà a questa sfida con il solo Welbeck in attacco in quanto Lacazette è infortunato ed Aubameyang non può essere utilizzato. Detto questo non vuol dire che l’attacco sia meno insidioso, non si possono trascurare la classe e l’imprevedibilità dei vari Ramsey, Ozil, Mhkitaryan, Xhaka.

    L’andata si giocherà a San Siro l’otto marzo mentre il ritorno sarà il 15 marzo all’Emirates, campo sempre molto complicato da espugnare.

    Venendo agli altri accoppiamenti, sfide a Mosca attendono l’Atletico Madrid, che se la vedrà con la Lokomotiv, e il Lione, che giocherà con il Cska. Il Borussia Dortmund, che ha eliminato l’Atalanta, affronterà il Red Bull Salisburgo mentre l’Olympique Marsiglia di Rudi Garcia affronterà l’Athletic Bilbao. Il Lipsia, squadra che ha estromesso il Napoli, se la vedrà con lo Zenit di Roberto Mancini. Il quadro degli ottavi sarà completato da Sporting Lisbona-Viktoria Plzen.

     

     

  • Frenata Napoli, si decide tutto a Lisbona

    Frenata Napoli, si decide tutto a Lisbona

    Una vittoria non avrebbe garantito la qualificazione immediata, probabilmente però dal Napoli, in casa contro la Dinamo Kiev, ci si sarebbe aspettata tutta un’altra prestazione che avrebbe potuto mettere più certezze nel team partenope in vista dell’ultimo match di Champions.

    Così non è stato, gli azzurri di Sarri non sono riusciti ad andare oltre allo 0-0 contro una Dinamo Kiev che non ha fatto niente per poter impensierire Reina. 

    Nel post partita l’allenatore del Napoli, ai microfoni di Premium, ha dichiarato che forse il pareggio rocambolesco 3-3 tra Besiktas e Benfica, con i turchi in grado di rimontare nel finale uno svantaggio di ben tre reti, ha tolto le motivazioni alla squadra in quanto, con qualsiasi risultato contro gli ucraini, non sarebbe arrivata la matematica qualificazione agli ottavi di Champions League.

    La gara come già anticipato non ha vissuto di grandi emozioni, Sarri conferma il suo consueto 4-3-3 con il tridente leggero formato da Insigne, Mertens e Callejon e con il ritorno in difesa dopo 2 mesi di Albiol, al fianco di Koulibaly. A centrocampo Zielinski prende il posto di Allan.

    La prima frazione vive di pochissime emozioni, con qualche inserimento di Mertens, ben chiuso da portiere e difesa ucraina, e un paio di tiri di Hamsik che però non spaventano Rudko.

    La gara sembra quindi un remake del match di sabato scorso ad Udine, ci si attende quindi la partenza briosa nella ripresa come accaduto contro i friulani, così però non accade. Entra anche Gabbiadini, l’attaccante ci prova andando al tiro due volte nel giro di 60 secondi ma senza la precisione necessaria per sbloccare il risultato. Nel finale di gara il Napoli si accontenta dello 0-0 anche perchè la Dinamo Kiev prova a spaventare la retroguardia azzurra in un paio d’occasioni.

    Finisce così a reti bianche davanti ad un San Paolo tutt’altro che soddisfatto. Adesso il Napoli ha ancora la qualificazione nelle proprie mani, basterà non perdere in casa del Benfica o,nella malaugurata possibilità di un K.o. in casa portoghese, sperare in una sconfitta del Besiktas in casa della Dinamo Kiev.

     

    NAPOLI – DINAMO KIEV 0-0

    Napoli (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Zielinski (78° Allan), Diawara, Hamsik; Callejon, Mertens (86° Giaccherini), Insigne (66° Gabbiadini).

    Allenatore: Sarri.

    Dinamo Kiev (4-1-4-1): Rudko; Morozyuk, Vida, Khacheridi, Makarenko; Rybalka; Yarmolenko, Sydorchuk (67° Orikhovskiy), Garmash, Tsygankov (60° Gonzalez); Besedin (81° Moraes).

    Allenatore: Rebrov.

    Arbitro: Hategan.

    Ammoniti: Koulibaly (N), Sydorchuk (D).

  • Milik trascina il Napoli, stasera esordio Juve

    Milik trascina il Napoli, stasera esordio Juve

    Buona la prima per Maurizio Sarri in Champions League, l’allenatore toscano deve ringraziare il nuovo acquisto Milik per i primi tre punti incamerati nella stagione europea.

    Un successo importante che come anticipato ha avuto il protagonista principale proprio in Milik, il centravanti polacco infatti con due morbidi colpi di testa ha permesso agli azzurri di rimontare lo svantaggio firmato da Garmash.

    L’approccio del Napoli non è stato certamente dei migliori, dopo poco più di un minuto gli uomini di Sarri hanno rischiato di capitolare a causa di un errore di Albiol che ha permesso a Sydorchuk di calciare da metà campo costringendo Reina alla gran parata. Gli errori d’impostazione del Napoli si sono ripetuti e così, anche a causa di una dormita difensiva, al 26° la Dinamo passa in vantaggio grazie alla girata di Garmash bravo a sfruttare la sponda di Tsygankov dopo il perfetto cross di Iarmolenko. Il gol non da la sveglia agli azzurri ma anzi un errore di Hamsik rischia di spalancare la strada verso il raddoppio ai padroni di casa, Albiol però salva. A questo punto però decide di salire sul palco l’attore principale, Arkadiusz Milik: al 36° il centravanti polacco si è fatto trovare pronto sul cross di Ghoulam e con un pallonetto di testa ha beffato un incerto Shovkovskiy. Lo show di Milik non si è però concluso, nel recupero del primo tempo l’attaccante ha concesso il bis, sempre con un delicato colpo di testa, questa volta dopo un salvataggio sulla linea in seguito ad un colpo di testa di Mertens.

    Al rientro dagli spogliatoi la Dinamo ha provato a fare la partita ma dopo il palo di Mertens, gli ucraini hanno visto la strada ancora più in salita a causa del doppio giallo, per una doppia simulazione, di Sydorchuk. La gara quindi si è messa sui binari giusti per il Napoli che però ha avuto il demerito di non chiudere il match, tenendo aperto il rischio beffa, che per fortuna non è arrivata, sino al 90°.

    Nelle altre gare di serata la pioggia ha costretto al rinvio di Manchester City-Borussia Moenchengladbach mentre si è assistito ad una grandinata di gol per Barcellona, 7-0 al Celtic, e Bayern Monaco, 5-0 al Rostov. Finiscono in parità, tutte per 1-1, Benfica-Besiktas, stesso girone del Napoli, Psg-Arsenal e Basilea-Ludogorets. Successo di misura, 1-0, dell’Atletico Madrid in casa del Psv.

    Mandata in archivio la partita d’esordio del Napoli, questa sera toccherà all’altra italiana in Champions League, disputare il primo match: la Juventus.

    I bianconeri troveranno sulla propria strada quel Siviglia che lo scorso anno li fece arrivare al secondo posto nel girone con il successivo sorteggio contro il Bayern che costò l’eliminazione agli uomini di Allegri.

    Questa sera però si troveranno di fronte due squadre con tante differenze rispetto alla scorsa stagione. La Juve si è rinforzata con calciatori d’esperienza europea come Dani Alves o con gran giocatori del calibro di Pjanic, Benatia e sopratutto Higuain. Anche il Siviglia ha un’altra pelle, sulla panchina degli andalusi non c’è più Emery ma Jorge Sampaoli. In avanti oltre a Vitolo ci sono dei nuovi volti, il conosciuto ex Palermo Franco Vazquez, il giapponese Kiyotake e l’attaccante ex Atletico Madrid Vietto.

    Una sfida che la Juventus non deve assolutamente sottovalutare e che sarebbe fondamentale vincere per portare a casa tre punti importanti per iniziare a mettere i primi mattoncini per costruire quel sogno chiamato Champions League.

  • Gioia Italia: Fiorentina e Napoli in semifinale di Europa League

    Gioia Italia: Fiorentina e Napoli in semifinale di Europa League

    Serata di grande gioia per l’Italia calcistica, Fiorentina e Napoli raggiungono le semifinali di Europa League e, sommandosi alla Juventus qualificatasi ieri alle semifinali di Champions, tengono altissimo l’onore del calcio italiano che finalmente torna a ruggire in ambito europeo.

    Due qualificazioni totalmente diverse, il Napoli partiva dall’agevole vantaggio, ha lasciato giocare il Wolfsburg nel primo tempo, ha colpito due volte nella ripresa, si è rilassato nel finale, permettendo ai tedeschi, quantomeno, di pareggiare.

    La Fiorentina invece, a cui bastava anche lo 0-0, è partita fortissimo, ha sbagliato tantissimo, ha sfruttato il rosso a Lens e ha colpito con Gomez nel finale di primo tempo, nella ripresa stesso copione con ampi brividi nel finale spazzati via dal gol in pieno recupero di Vargas.

    La gioia dei calciatori della Fiorentina | Foto Twitter
    La gioia dei calciatori della Fiorentina | Foto Twitter

    Veniamo al racconto delle due gare partendo dalla sfida del Franchi.

    FIORENTINA – DINAMO KIEV

    Montella recupera Borja Valero e Pizarro a centrocampo mentre in avanti si affida al tridente Joaquin-Gomez-Salah. 

    La Dinamo Kiev scende in campo con un 4-4-1-1 con Lens e Yarmolenko sugli esterni, Belhanda trequartista e Teodorczyk di punta.

    La Fiorentina parte forte, spinge e trova anche il gol ma Gomez è oltre la difesa ucraina, rete annullata. Al 9° ci prova anche Alonso col tiro da fuori ma la palla si stampa sulla traversa, poi Borja Valero, palla deviata di poco sul fondo, insomma è un vero e proprio dominio viola. Gli uomini di Montella continuano a costruire e serve un super Shovkovski per fermare Gomez al 20°. La Fiorentina continua a costruire ma spreca e al 40° ottiene anche la superiorità numerica perchè Lens riceve il giallo per simulazione, era già ammonito e quindi viene espulso. Passano 3 minuti e le cose si mettono ancora meglio perchè Gomez colpisce in modo strano un cross di Joaquin e la palla finisce in gol. Si va al riposo sul 1-0 per i padroni di casa.

    Si riparte con la Dinamo che sulla carta cerca di essere più offensiva ma è Salah a sfiorare il gol colpendo il palo. Il copione non cambia è la Fiorentina a continuare a costruire con Neto che rimane inoperoso. La squadra di Montella continua a produrre e sprecare palle gol e al 85° serve un prodigioso Neto a salvare sul tiro di Rybalka. Poco dopo altro rischio per la difesa della Fiorentina, la gran giocata di Yarmolenko viene deviata in corner. Il finale è pieno di brividi per la Fiorentina, la beffa sembra dietro l’angolo ma per fortuna non è così perchè al 94° ci pensa Vargas a cacciar via le paure siglando il 2-0 che mette il sigillo sulla qualificazione alle semifinali di Europa League.

     

    FIORENTINA – DINAMO KIEV 2-0 (43° Gomez, 94° Vargas)

    Fiorentina (4-3-3): Neto; Tomovic, Rodríguez, Savić, Alonso; Mati Fernández, Pizarro (84° Aquilani), Borja Valero (79° Badelj); Joaquin, Gomez, Salah (88° Vargas).

    Allenatore: Montella.

    Dinamo Kiev (4-4-1-1): Shovkovski; Danilo Silva, Vida, Khacheridi, Antunes; Yarmolenko, Rybalka, Buyalsky (69° Sydorchuk), Lens; Belhanda (63° Kalitvintsev); Teodorczyk (45°+1 Gusev).

    Allenatore: Rebrov.

    Arbitro: Eriksson.

    Ammoniti: /

    Espulsi: Lens (D)

     

    NAPOLI – WOLFSBURG

    Nonostante il netto successo maturato all’andata in Germania, Benitez decide di non rinunciare ai titolarissimi con Higuain al centro dell’attacco supportato dal trio Mertens-Hamsik-Callejon.

    Hecking deve rinunciare a Schurrle, De Bruyne e Vieirinha e dà spazio dall’inizio ad Arnold, Bendtner e Perisic. 

    La gara è certamente condizionata dal risultato dell’andata, i tedeschi dovrebbero fare un impresa e provano subito, dopo appena un minuto, a cercare il vantaggio con Perisic, risponde Andujar. Ci provano poi Guilavogui e Bendtner ma senza trovare la giusta mira. Al 42° torna protagonista Andujar che neutralizza una conclusione molto insidiosa di Bendtner. Il Napoli si vede solo al 44° con una conclusione di Higuain che finisce sul fondo. Il primo tempo si chiude sullo 0-0

    La ripresa si apre con tutto un altro Napoli. Gli azzurri prima sfiorano il gol con la conclusione di Mertens, poi lo trovano con Callejon servito da Higuain. La rete carica il Napoli che trova il raddoppio con Mertens al 66°. I tedeschi hanno un moto d’orgoglio e tra il 71° ed il 72° trovano le due reti del pari con Klose e Perisic. La qualificazione rimane ampiamente in mano al Napoli ma il tiro di poco fuori di Naldo al 78° spaventa i partenopei. Non accade altro, il Napoli pareggia ma festeggia il passaggio alle semifinali di Europa League.

     

    NAPOLI – WOLFSBURG 2-1 (50° Callejon (N), 66° Mertens (N), 71° Klose (W))

    Napoli (4-2-3-1): Andujar; Mesto, Albiol, Britos, Ghoulam; Inler, David Lopez; Callejon, Hamsik (60° Insigne), Mertens (83° Henrique); Higuain (68° Zapata).

    Allenatore: Benitez.

    Wolfsburg (4-2-3-1): Benaglio; Träsch (79° Bas Dost), Klose, Naldo, Rodriguez (66° Schafer),; Luiz Gustavo, Guilavogui (75° Jung); Caligiuri, Arnold, Perišić; Bendtner.

    Allenatore: Hecking.

    Arbitro: Cakir.

    Ammoniti: /

     

    Nelle altre due gare della serata colpaccio del Dnipro che grazie al gol di Shakov al 82° rompe l’equilibrio con il Club Brugge, era finita 0-0 in Belgio, e conquista la qualificazione.

    Tante emozioni invece tra Zenit e Siviglia. Si partiva dal 2-1 per gli spagnoli dell’andata ed al 6° Bacca porta avanti gli ospiti trasformando un calcio di rigore. Sembra finita per i russi ma nella ripresa al 48° Rondon pareggia, papera di Beto, e al 72° Hulk pareggia calciando quasi da metà campo. Lo Zenit ci crede, accelera ma rimbalza su Beto che diventa straordinario, e al 85° arriva il gol di Gameiro che regala la semifinale al Siviglia. 

  • Europa League: uragano Napoli, pari Fiorentina

    Europa League: uragano Napoli, pari Fiorentina

    Un Napoli devastante s’impone sul campo del Wolfsburg con un nettissimo 4-1 che ha il sapore d’ipoteca per il passaggio alle semifinali di Europa League, al San Paolo pare pura formalità.

    Una Fiorentina, che costruisce e spreca tantissimo, invece può ringraziare Babacar che al 92° ha trovato il gol che è valso il pari per 1-1 in casa della Dinamo Kiev e che rende un pizzico più agevole il ritorno tra sette giorni al Franchi.

    Veniamo al racconto delle due gare.

    DINAMO KIEV – FIORENTINA

    La Fiorentina in casa della Dinamo nel primo tempo, fa la partita, costruisce un occasione al 13° con Joaquin, si ripete dopo 5 minuti con Gomez ma la palla finisce sempre sul fondo. Al 26° Salah ha la palla buona ma calcia troppo debole e centralmente. Al 36° arriva la beffa, Lens va al tiro, la palla viene deviata e s’infila alle spalle di un incolpevole Neto. Il primo tempo si chiude con gli ucraini in vantaggio.

    Nella ripresa il copione non cambia, viola sempre avanti ma ucraini che riescono a rimanere sempre in vantaggio. Al 77° sembra fatta, Borja Valero va a colpire di testa ma la palla centra il palo. Quando tutto sembra ormai finito, arriva la zampata di Babacar, l’attaccante, entrato nel finale di gara al posto di Mario Gomez, al minuto 92° con gran caparbietà, in mezzo all’area piccola s’inventa una girata che vale il definitivo 1-1 che rende il ritorno a Firenze in leggera discesa.

     

    DINAMO KIEV – FIORENTINA 1-1 (36° Lens (D), 92° Babacar (F))

    Dinamo Kiev (4-3-3): Shovkovskiy; Danilo Silva, Antunes (24° Vida), Dragovic, Khacheridi; Sydorchuk (68° Belhanda), Rybalka, Buyalskiy (80° Chumak); Lens, Yarmolenko, Teodorczyk.

    Allenatore: Rebrov.

    Fiorentina (3-5-2): Neto; Tomovic, G.Rodriguez, Savic; Alonso, Mati Fernandez, Badelj, Borja Valero (84° Aquilani), Joaquin (68° Vargas); Salah, Gomez (77° Babacar).

    Allenatore: Montella.

    Arbitro: Marciniak.

    Ammoniti: Dragovic (D), Gomez (F), Sydorchuk (D), Alonso (F), Khacheridi (D), Lens (D)

     

    WOLFSBURG – NAPOLI

    Marek Hamsik | Foto Twitter
    Marek Hamsik | Foto Twitter

    Si parte e sono i tedeschi a fare la gara, sostanzialmente chiudendo il Napoli nella propria metà campo nel primo quarto d’ora. Allo scoccare del 15° però gli azzurri, alla prima vera occasione, passano. Lancio di Mertens, posizione di partenza sul filo del fuorigioco di Higuain, controllo pregevole con i tedeschi che chiedono il tocco di mano, conclusione e Benaglio è battuto. Il gol manda in tilt il Wolfsburg che al 23° incassa lo 0-2 con Hamsik che servito da Higuain lascia partire il tiro vincente. Il Wolfsburg passa alcuni minuti di tilt completo poi pian piano prova a ripresentarsi in avanti ma Andujar prima smanaccia un pericoloso cross e poi devia sulla traversa un bolide di Schurrle. Il primo tempo si chiude con il Napoli avanti 2-0 in Germania.

    Nella ripresa i tedeschi provano ad accelerare i ritmi ma rischiano di incassare il terzo gol con Benaglio strepitoso su Higuain. Il terzo gol però arriva al 64° con Guilavogui che sbaglia in uscita, Callejon prende palla e l’appoggia ad Hamsik che da due passi fa doppietta. Il Napoli non si ferma e al 76° il neoentrato Gabbiadini spedisce in rete di testa un cross perfetto di Insigne. Gli azzurri calano la tensione e al 79° Perisic si libera, va sul fondo e appoggia per Bendtner che da due passi accorcia le distanze. Negli ultimi minuti il Napoli controlla e cerca anche qualche ripartenza e prende una r. Non accade altro finisce 1-4, è festa per i partenopei che sentono la semifinale sempre più vicina.

     

    WOLFSBURG – NAPOLI 1-4 (15° Higuain (N), 23°, 64° Higuain (N), 76° Gabbiadini (N), 79° Bendtner (W))

    Wolfsburg (4-2-3-1): Benaglio; Vieirinha, Naldo, Knoche, Rodriguez; Luiz Gustavo, Guilavogui (70° Arnold); Caligiuri, De Bruyne, Schurrle (63° Perisic); Dost (57° Bendtner).

    Allenatore: Hecking.

    Napoli (4-2-3-1): Andujar; Maggio, Albiol, Britos, Ghoulam; David Lopez, Inler; Callejon, Hamsik (75° Gabbiadini), Mertens (60° Insigne); Higuain (85° Henrique).

    Allenatore: Benitez.

    Arbitro: Lahoz.

     

    Nelle altre gare di serata successo in rimonta per il Siviglia contro lo Zenit e pareggio a reti bianche tra Club Brugge e Dnipro.

    RISULTATI ANDATA QUARTI DI FINALE DI EUROPA LEAGUE

    Club Brugge – Dnipro 0-0

    Dinamo Kiev – Fiorentina 1-1 (36° Lens (D), 92° Babacar (F))

    Siviglia – Zenit 2-1 (29° Ryazantsev (Z), 73° Bacca (S), 87° Suarez)

    Wolfsburg – Napoli 1-4 (15° Higuain (N), 23°, 64° Higuain (N), 76° Gabbiadini (N), 79° Bendtner (W))

     

  • Juve-Monaco per continuare a sognare. I viola sorridono, Napoli no

    Juve-Monaco per continuare a sognare. I viola sorridono, Napoli no

    L’urna di Nyon ha deciso, sarà Juve-Monaco nei quarti di finale di Champions League. Sorteggio più che positivo per la squadra di Allegri: andata il 14 aprile allo Juventus Stadium e ritorno il 22 a Monaco. La squadra francese attualmente si trova al quarto posto nel proprio campionato dietro Lione, Marsiglia e Psg; in Champions la squadra allenata da Jardim ha vinto il proprio girone che comprendeva Benfica, Bayer Leverkusen e Zenit; le individualità più significative sono rappresentate da Berbatov e Moutinho più dei giovani talenti molto interessanti come Carrasco, Bernardo Silva, Kondogbia e Martial. 

    Il Monaco sarà l'avversaria della Juventus nei quarti di finale di Champions League
    Il Monaco sarà l’avversaria della Juventus nei quarti di finale di Champions League

    Il modulo di gioco a cui si è affidato il tecnico Jardim è il 4-2-3-1: Berbatov è il punto di  riferimento offensivo, giocatore che nonostante l’età non più freschissima,34 anni, ha dalla sua una notevole esperienza a livello europeo; in mezzo al campo Toulalan e Fabinho: il primo, capitano della squadra, è un centrocampista molto difensivo, un’incontrista; il secondo abbina tanta corsa e qualità, può essere impiegato sia come esterno che come centrale e riesce a inserirsi con ottimi tempismi in fase offensiva. Il diciannovenne Martial in patria è considerato l’astro nascente del calcio francese. In mezzo alla difesa qualche problema la Juventus può crearlo al Monaco: Carvalho è un giocatore molto logoro anche se navigato e conoscitore delle gare da dentro fuori.

    In Europa League non ci sarà il derby tra le uniche due squadre rimaste in lizza, ovvero Napoli e Fiorentina; leggermente peggio è andata al Napoli che dovrà vedersela con il Wolfsburg, secondo nella Bundesliga e qualificato ai quarti dove aver eliminato l’Inter; il tecnico Hackett può contare su una rosa di tutto rispetto, il modulo impiegato è il 4-3-1-2 e sulla qualità dei suoi gioielli: De Bruyne, già autore di 14 reti tra Campionato e Coppe, con  Schurrle e Dost a completare il reparto offensivo; in porta Benaglio è un portiere di grande affidamento; in difesa Naldo ha nella velocità il suo punto debole quindi sarà questa una carta che Benitez dovrà tenere bene il conto.

    La Dinamo Kiev è un’avversaria da non sottovalutare ma la Fiorentina potrà giocarsi tutte le sue carte nel mazzo avendo anche il ritorno a Firenze; in casa gli ucraini sono imbattuti e hanno eliminato il Guingamp nei sedicesimi e  l’Everton agli ottavi; la squadra che in campo si schiera con il 4-1-4-1 è allenata da Rebrov il quale ha giocato al fianco di Shevchenko; a difendere la porta c’è Shovkovskiy, classe 1975; a centrocampo Miguel Veloso rappresenta un punto fisso; i pericoli maggiori per la Fiorentina possono arrivare dalla trequarti in su, soprattutto sugli esterni dove giocano Yarmolenko e Gusev, in attacco Teodorczyk non ha ancora maturato una grande esperienza internazionale.

     

     

  • Lazio, dopo Diakitè scoppia il caso Cavanda. E Zarate si diverte…

    Lazio, dopo Diakitè scoppia il caso Cavanda. E Zarate si diverte…

    Siamo alle solite, Lotito e i rinnovi contrattuali non vanno proprio d’accordo. Dopo Diakitè, anche Cavanda rischia di finire fuori rosa, andando a far compagnia a quel Mauro Zarate, ormai separato in casa a Formello da qualche mese. Per i due difensori è tutta questione di un rinnovo contrattuale che non vuole arrivare. La causa? Secondo il presidente laziale è Ulisse Savini, procuratore dei due giocatori della Lazio. Si sa, il mestiere dell’agente è quello di far tanti soldi, per lui e per i propri assistiti. E quale momento migliore per guadagnare se non durante le trattative sul contratto in scadenza? Ed ecco che prima Diakitè (contratto in scadenza a giugno 2013) e poi Cavanda (scadenza a giugno 2014) puntano i piedi e rifiutano qualsiasi offerta del club biancoceleste. La colpa, manco a dirlo è di Savini, reo di aver spinto prima il francese e poi il belga allo scontro totale con la dirigenza capitolina.

    Volete sapere la reazione di Lotito e Tare? Giocatori fuori rosa! Pensate sia finita qui? Non pensateci nemmeno, perché tra i giocatori fuori rosa, spunta il nome di Mauro Zarate che, vista la situazione non le ha mandate a dire alla società biancoceleste e saputo dell’imminente arrivo di Cavanda (Diakitè si allena da parte già da qualche tempo) tra di loro, l’ha accolto con un significato “Benvenuto Cavanda tra i fuori rosa! Ti accoglieremo calorosamente. Eheh” scritto a chiare lettere sul social network Twitter.

    Il caso Cavanda, apre allo scontro tra Lotito e il procuratore Savini © Marco Luzzani/Getty Images
    Il caso Cavanda, apre allo scontro tra Lotito e il procuratore Savini © Marco Luzzani/Getty Images

    Caso Cavanda – Dopo Diakitè, finito fuori rosa dopo aver rifiutato un rinnovo da 850 mila euro annuali (contro i 250 mila euro che percepisce al momento), è arrivato il turno di Cavanda che rifiutando la proposta biancoceleste ha visto il suo nome spostarsi tra gli indesiderati. Nonostante le smentite, la non convocazione del belga per il match contro il Napoli è arrivata subito dopo l’incontro tra Savini (agente del terzino da circa un mese) e la dirigenza laziale, concluso con una fumata nerissima. Il rischio di ritrovarsi davanti ad un caso simile a quello di Diakitè è molto alto, così come testimoniato dalla Lazio, pronta a trattenere il giocatore fino al termine del contratto (estate 2014) senza farlo allenare con i compagni.

    La distanza – Tra la richiesta dell’agente e la proposta laziale ballano circa 20o mila euro. Attualmente l’offerta biancoceleste si fermerebbe a 180 mila euro annuali mentre Savini chiede minimo il doppio per poter mettere tutto nero su bianco.

    E Zarate? – Il futuro dell’ex idolo della curva laziale è sempre più lontano da Roma. L’entourage del giocatore starebbe pressando la dirigenza biancoceleste affinché accetti l’offerta della Dinamo Kiev, permettendogli così di lasciare Formello e una squadra che non sente più sua. La proposta del club ucraino si aggira sempre intorno agli 8 milioni di euro e darebbe un po di respiro alle casse della Lazio, sia per con i soldi ricavati dalla cessione, sia per la rinuncia all’alto ingaggio dell’attaccante argentino. Il mercato in Ucraina terminerà a fine mese, quindi ci sono ancora due settimane di tempo per trovare un accordo che possa mettere d’accordo tutte le parti.

  • Champions League, notte fonda per il City. Prova di forza del Psg

    Champions League, notte fonda per il City. Prova di forza del Psg

    Nessun miracolo sportivo. Il Manchester City esce da qualsiasi competizione europea per quest’anno e dovrà concentrare le proprie forze solo sulla conquista della Premier League. Un martedì di Champions League piuttosto scontato, dove in tutti i Gironi si lottava solamente per la terza piazza, valida per la “retrocessione” in Europa League. Non passerà giorni tranquilli Roberto Mancini, manager dei citizens, entrato nella storia per aver terminato il girone del massimo torneo europeo senza neanche una vittoria alla guida di una squadra inglese. Lascia ancora più basiti il quarto posto finale, sotto club come Dortmund e Ajax, costruiti senza grossi investimenti. Le spese folli, gli stipendi milionari e i tanti giocatori acquistati negli ultimi anni non sostituiscono l’esperienza internazionale e la storia di un club.

    Il Paris Saint Germain di Carlo Ancelotti invece ottiene un’ottima vittoria interna contro il Porto e conquista la prima posizione nel Gruppo A, mettendo a tacere varie voci che vedevano l’ex tecnico di Milan e Chelsea lontano da Parigi. Prestazione convincente con le reti degli “ex italiani” Thiago Silva e Lavezzi (con l’aiuto del portiere avversario Helton). Per i francesi, nella Fase ad Eliminazione Diretta, c’è il rischio di incontrare Real Madrid o Milan.

    Ezequiel Lavezzi
    Lavezzi trascina il Psg al primo posto nel Gruppo A © Dean/Getty Images

    GRUPPO A – Oltre al match appena citato tra Psg e Porto, finita 2-1 a favore dei francesi che si prendono il primo posto del girone. L’altra sfida Dinamo Zagabria-Dinamo Kiev termina 1-1, con il pareggio croato arrivato nei minuti finali con un calcio di rigore. Partita segnata dalla forte nevicata che ha provocato anche la sospensione della gara per qualche minuto.

    Dinamo Zagabria – Dinamo Kiev 1-1 — 45′ Yarmolenko (K), 94′ Krstanovic (rig) (Z)
    Paris Saint Germain – Porto 2-1 — 29′ Thiago Silva (Psg), 33′ Martinez (Por), 60′ Lavezzi (Psg)

    Classifica Finale: Psg 15; Porto 13; Dinamo Kiev 5; Dinamo Zagabria 1.

    GRUPPO B – Schalke e Arsenal si giocavano a distanza la prima posizione. I tedeschi vengono fermati sull’1-1 dal Montpellier che saluta la Champions League davanti al proprio pubblico con una buona prestazione e il secondo punto conquistato. Gli inglesi invece, dopo il vantaggio iniziale con la rete di Rosicky crollano e subiscono la rimonta greca sprecando l’occasione di passare il gruppo come prima classificata.

    Montpellier – Schalke 1-1 — 55′ Howedes (S), 58′ Herrera (M)
    Olympiakos – Arsenal 2-1 — 38′ Rosicky (A), 64′ Maniatis (O), 73′ Mitroglou (O)

    Classifica Finale: Schalke 12; Arsenal 10; Olympiakos 9; Montpellier 2.

    GRUPPO C – La sfida a distanza tra Zenit e Anderlecht (per il terzo posto) è andata alla squadra russa, capace di vincere a San Siro contro un Milan fortemente indebolito per l’ampio turn over. La squadra belga invece non va oltre un 2-2 in Spagna contro il Malaga e saluta Champions ed Europa League.

    Malaga – Anderlecht 2-2 — 44′ Duda (M), 50′ Jovanovic (A), 61′ Duda (M), 90′ Mbokani (A)
    Milan – Zenit 0-1 — 35′ Danny

    Classifica Finale: Malaga 12; Milan 8; Zenit 7; Anderlecht 5.

    GRUPPO D – Il Girone di Ferro è giunto al termine. Borussia Dortmund e Real Madrid già qualificate (rispettivamente in prima e seconda posizione) superano abbastanza facilmente Manchester City e Ajax e lasciano invariate le posizioni in classifica. Gli olandesi retrocedono in Europa League e per gli inglese è notte fonda.

    Borussia Dortmund – Manchester City 1-0 — 57′ Schieber
    Real Madrid – Ajax 4-1 — 13′ Ronaldo (R), 28′ Callejon (R), 48′ Kakà (R), 59′ Boerrigter (A), 87′ Callejon (R)

    Classifica Finale: Borussia Dortmund 14; Real Madrid 11; Ajax 4; Manchester City 3.