Tag: diego armando maradona

  • Il senso del Pallone d’oro. Ieri e oggi: due epoche, diverse regole

    Il senso del Pallone d’oro. Ieri e oggi: due epoche, diverse regole

    Ancora una volta ha vinto lui. Per la quarta volta consecutiva, il prestigioso premio della rivista France football, il Pallone d’oro, è andato a Leo Messi, stella indiscussa del calcio contemporaneo. La Pulce ha preso in mano le redini del Barcellona ed è riuscito ad aprire un ciclo vincente nel suo club che fa paura. Dall’esordio in prima squadra ad oggi, sono stati polverizzati record su record. Dai successi ottenuti con i blaugrana, alle giocate straordinarie in campo fino ad arrivare all’ultimo, strabiliante successo, del massimo numero di gol segnati da un calciatore professionista in un anno solare. Messi merita di diritto un posto di primo piano nel panorama calcistico moderno ma ne merita un altro; anche in quello degli all time. Guardando al passato, c’è stato veramente qualcuno migliore di lui? Inoltre, Messi è da considerare il giocatore più forte di tutti i tempi soltanto considerando i quattro Palloni d’oro consecutivi? Cerchiamo di rispondere a queste domande.

    Leo Messi
    Nessuno come Leo Messi| © Getty Images
    PALLONE D’ORO – Intanto può essere utile dare qualche breve informazione sul Pallone d’Oro: che cos’è, chi lo fa, da quando esiste e il regolamento secondo il quale viene assegnato. Il Pallone d’oro è un premio calcistico istituito nell’ormai lontano 1956 dalla rivista francese France football che annualmente viene affidato nel mese di dicembre al giocatore migliore dell’anno che si sta per concludere. Ci sono state dalla nascita di questo riconoscimento importanti variazioni. Infatti, fino al 1994, erano in lizza soltanto i giocatori europei militanti in squadre eruopee. Successivamente, dal 1995, vennero considerati tutti i giocatori militanti in club d’Europa: non importava più essere europeo. Infine, dal 2007, il Pallone d’oro è esteso a tutti i giocatori del mondo.

    RIFLESSIONI – Certe limitazioni della storia passata fanno sorgere dei dubbi riguardo il senso di un riconoscimento simile. Intanto, visto che le regole sono cambiate in modo abbastanza evidente nel passare degli anni, viene da pensare che un Pallone d’oro conquistato da un giocatore in un certo periodo, valga meno di quello vinto da un altro in epoca diversa. Fino al 2007 la competizione era molto ristretta, poi, da quell’anno, il premio è stato esteso a tutti i giocatori del mondo. Balza subito all’occhio che Leo Messi ha fatto qualcosa di più dei suoi predecessori in quanto si è trovato costretto a lottare con tutto il globo e non solo con calciatori europei o militanti in Europa. Questo per sottolineare l’immenso talento di un giocatore come la Pulce argentina, genio assoluto del calcio. Bisogna però sottolineare che nel passato più remoto, certi giocatori avrebbero potuto vincere facilmente il Pallone d’oro, ma non ci sono riusciti per via del regolamento. Basti pensare a Pelè e Maradona, due grandi fuoriclasse, esclusi dalla lista dei vincitori del premio per via della loro nazionalità: il primo militava in un club non europeo, oltre che essere brasiliano, mentre il secondo, pur giocando in Europa, era argentino. Viene dunque da pensare che, se le regole di oggi fossero valse anche per il passato, quasi sicuramente ci sarebbe stato qualcun altro in grado di vincere così tanti Palloni d’oro di fila. Senza nulla togliere a Leo Messi, forse veramente il miglior giocatore del mondo, sarebbe giusto dare un peso specifico diverso al premio in base all’anno in cui è stato consegnato.

  • Maradona ct, c’è l’Iraq nel futuro

    Maradona ct, c’è l’Iraq nel futuro

    Maradona ct, l’Iraq è pronto ad offrirgli la panchina della Nazionale di calcio. Decisione che verrà formalizzata nella prossima riunione del Comitato Esecutivo della Federazione irachena che dovrebbe essere fissata nel fine settimana. Dalle ultime notizie che giungono dalla penisola arabica, Maradona accoglierebbe entusiasta un’eventuale chiamata da parte della Federazione irachena, voglioso come sempre di mettersi in gioco e affrontare nuove eccitanti sfide, dopo che le prime esperienze da allenatore non hanno di certo messo in mostra il Diego Maradona che aveva incantato le platee del pubblico europeo e mondiale. Qualora diventasse commissario tecnico dell’Iraq, Maradona continuerebbe a svolgere anche l’attuale ruolo di ambasciatore dello Sport per gli Emirati Arabi.

    MONDIALE 2014 – L’obiettivo della Federazione irachena è raggiungere la qualificazione ai prossimi Mondiali in programma in Brasile nell’estate del 2014. Traguardo ambizioso per l’Iraq, attualmente al terzo posto nel girone B delle qualificazioni AFC dietro a Giappone e Australia. Dopo cinque partite la Nazionale irachena ha raccolto 5 punti, gli stessi degli australiani. Ricordiamo che si qualificano direttamente al Mondiale le prime due classificate di ciascun girone, mentre le terze si affrontano in un match di andata e ritorno dove chi vince si qualifica per i play-off inter-zona. Il contratto prevede una durata di sei mesi (giugno 2013), ovvero fino al termine della fase a gironi.

    Diego Armando Maradona subito dopo la finale persa della Coppa Campioni del Golfo | ©KARIM SAHIB/AFP/GettyImages
    Diego Armando Maradona subito dopo la finale persa della Coppa Campioni del Golfo | ©KARIM SAHIB/AFP/GettyImages

    RISULTATI – I tifosi dell’Iraq possono iniziare a toccare ferro dal momento che i risultati sportivi fin qui ottenuti dal Maradona allenatore non sono stati di certo esaltanti. In molti si ricorderanno ancora la debacle ai Mondiali di Sudafrica del 2010, quando l’ex Pibe de Oro allenava la sua Argentina, umiliata dalla Germania per 4-0 nell’incontro valido per i quarti di finale. Nella stagione seguente viene scelto per allenare gli arabi dell’Al Wasl, dove rimarrà in carica per un solo anno, chiudendo all’ottavo posto in campionato e l’eliminazione dall’Emirates Cup in semifinale.

  • Sergio Aguero verso il divorzio dalla moglie Giannina Maradona

    Sergio Aguero verso il divorzio dalla moglie Giannina Maradona

    Il matrimonio tra Sergio Aguero e Giannina Maradona non è mai stato dei più roseii e, proprio in queste ore dall’Argentina arrivano notizie su un possibile divorzio: la figlia di Diego Armando Maradona in questi anni ha perdonato più volte il calciatore del Manchester City che si è concesso qualche scappatella di troppo rischiando anche di essere cacciato dalla Nazionale argentina. Nel 2009 “El Kun” aveva infatti passato una notte di fuoco e fiamme con una ragazza conosciuta in discoteca, identificata in Luisiana Varacalli la quale, era anche intervenuta dichiarando che Aguero le aveva riferito di essere sulla via della separazione con Giannina. Tutto questo ha fatto impazzire la secondogenita del “Pibe de Oro” la quale aveva cacciato da casa l’attaccante ma alla fine, anche per il bene del figlio Benjamin, avevano deciso di ritornare a stare assieme.

    Ma a quanto pare questa volta a far discutere i due non è un tradimento o qualcosa del genere, ma la notizia arrivata un mese fa che ha spiazzato un po’ tutti: si tratta infatti della gravidanza di Veronica Ojeda, compagna dell’ex calciatore del Napoli che ha dichiarato di essere incinta da quattro mesi. Questa novità sembra aver scosso non poco Giannina la quale ha litigato in maniera pesante con Aguero in merito a questo imminente nuovo arrivo in famiglia Maradona. Di certo questo non è un motivo valido per divorziare ma, conoscendo i precedenti, sarà stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: Giannina è stanca del comportamento di Aguero ed il fatto che non si sia schierato dalla sua parte nella discussione sulla gravidanza della Ojeda le ha fatto prendere la decisione definitiva.

    Maradona e Sergio Aguero © AFP/GettyImages

    Si può proprio dire che questo non è un gran periodo per il calciatore del Manchester City che ha alcuni problemi anche sul campo da calcio: in questi giorni Aguero ha infatti discusso con Alex Ferguson in quanto l’attaccante ha lasciato alcune dichiarazioni piccanti nei confronti degli arbitri che dirigono le partite della Premier League. L’accusa lanciata dall’argentino è quella di favorire i giocatori inglesi e di mettere in cattiva luce quelli stranieri, accusa che non è ovviamente passata inosservata anzi, ha alzato un polverone facendo scattare anche il tecnico del Manchester United che l’ha giustamente bacchettato.

  • Edinson Cavani sogna scudetto e record di Maradona

    Edinson Cavani sogna scudetto e record di Maradona

    E’ un momento intenso ed importante per El Matador uruguaiano Edinson Cavani che, dopo la decisione di legarsi ancora a lungo al Napoli (con tanto di irraggiungibile clausola rescissoria, ndr) punta ad ottenere importanti risultati e soddisfazioni con la maglia del club partenopeo, sia a livello individuale che di squadra. In tale direzione vanno le sue parole, con una lunga intervista rilasciata all’emittente radiofonica ufficiale del Napoli, in cui analizza il momento positivo del club, sia in campionato – viaggiando a punteggio pieno ed in testa alla classifica – sia in Europa League dopo l’importante vittoria ottenuta contro l’Aik Solna giovedì scorso.

    Con premesse tanto positive, dunque, è difficile non sognare, soprattutto vivendo in una città che fa del calore, della passione e dell’entusiasmo la sua etichetta distintiva: ecco perchè per Cavani la parola tricolore non è più un tabù e l’uruguaiano sogna di lasciare il segno contribuendo al raggiungimento di un traguardo importante, per permettere alla città di rivivere le emozioni del primo scudetto raggiunto con Diego Armando Maradona che, come il napoletano Paolo Cannavaro ha raccontato al Matador, “fu qualcosa di incredibile”. 

    Edinson Cavani punta allo scudetto e a superare gol di Maradona | & copy; CARLO HERMANN,CARLO HERMANN/AFP/GettyImages

    Secondo Edinson Cavani vincere al Napoli avrebbe un sapore speciale, diverso dagli altri ed, in particolare, avrebbe il gusto della rivincita contro la Juventus per rimediare alla cocente delusione di Pechino, nella finale di Supercoppa Italiana dello scorso 11 Agosto, cercando di “rifarsi” già dal prossimo scontro diretto di campionato in calendario il prossimo 20 Ottobre.

    Indipendentemente dalla rivalità  con la Signora, il Napoli ha compiuto, finora, un cammino praticamente impeccabile, con ben 14 reti segnate in cinque partite disputate, con il nuovo tridente Hamsik-Cavani-Pandev che sta reggendo bene il confronto con quello formato nelle scorse stagioni dai “tre tenori”, con Ezequiel Lavezzi al posto del macedone, ma com’è ovvio che sia, nel trio offensivo attuale la parte preponderante è svolta da Edinson Cavani, l’uomo che fa la differenza, che fa reparto, che segna e rientra in fase difensiva perchè “ho sempre fatto così, perciò mi definiscono un attaccante moderno”.

    Domenica nella gara contro il Catania al Massimino, Cavani raggiungerà il traguardo importante delle cento presenze in maglia azzurra, un obiettivo che lo inorgoglisce molto, perchè questa società gli ha consentito di crescere molto, soprattutto grazie a chi gli ha concesso fiducia e lo ha messo al centro del progetto, facendolo sentire importante. In tal senso, è inevitabile il riferimento al tecnico Walter Mazzarri, che “mi ha messo nelle condizioni di giocare al meglio”. 

    Ecco che, dunque, in un clima tanto stimolante, è quasi d’obbligo porsi obiettivi sempre più importanti ed ambiziosi, anche a livello individuale, arrivando ad avvicinarsi al “totem” per eccellenza della storia di questo club, ossia Diego Armando Maradona, puntando a superare il numero di gol realizzati dal Pibe de Oro: un’impresa che gli consentirebbe di rimanere per sempre nel cuore di una “città che non dimentica”, che sa amare ed esser grata a chi ricambia il suo calore, “così potrò raccontare ai miei figli quello che ho fatto a Napoli”.

    Non c’è che dire, tali parole suonano proprio come una  dichiarazione d’amore.

  • Maradona esonerato dall’Al Wasl di Dubai

    Maradona esonerato dall’Al Wasl di Dubai

    Sarà stato anche il calciatore più forte di tutti i tempi, ma certamente Diego Armando Maradona come allenatore non sta mostrando le stesse qualità. E’ di ieri infatti, la notizia che l’Al Wasl ha deciso di rimuovere dall’incarico di tecnico l’ex calciatore del Napoli. Il club di Dubai ha annunciato tale decisione attraverso un comunicato su Twitter apparso sul profilo ufficiale della società di Dubai e che recita: “Il Consiglio di Amministrazione ha deciso nella riunione odierna di chiudere il rapporto con lo staff tecnico diretto dall’allenatore argentino Diego Armando Maradona”. Si è chiusa ieri quindi, l’avventura di Maradona come allenatore dell’Al Wasl, avventura iniziata nel maggio 2011 quando la società araba decise di affidare il ruolo di allenatore al Pibe de Oro sottoponendogli un contratto biennale da 5,5 milioni di euro a stagione e un jet privato a disposizione come benefit.

    Diego Armando Maradona © KARIM JAAFAR/AFP/GettyImages

    La decisione maturata dai dirigenti arabi è sorprendente se si pensa che solo un mese fa, dopo alcuni attriti tra la società e il tecnico argentino, il direttore esecutivo dell’Al Wasl aveva rinnovato la fiducia nel proprio allenatore assicurando che egli avrebbe avuto in futuro totale autorità. Tuttavia gli scarsi risultati ottenuti da Maradona alla guida dell’Al Wasl sono risultati determinati ai fini di questa decisione. Il club di Dubai infatti, ha concluso il campionato all’ottavo posto, risultato davvero mediocre se si pensa che le squadre partecipanti erano 12. Inoltre a peggiore il quadro dei risultati stagionali vi è il fatto che l’Al Wasl ha perso ai rigori la finale della Coppa del Golfo contro Al-Muharraq, club del Bahrain.

    Altra delusione per Diego Armando Maradona, che da giocatore infiammava gli appassionati con le sue giocate in campo mentre da allenatore ha fatto parlare di sè più per i suoi atteggiamenti sopra le righe fuori dal campo che per i risultati ottenuti. Come dimenticare il flop che il Pibe de Oro ha ottenuto alla guida della nazionale argentina nei mondiali del 2010, quando nei quarti di finale la sua nazionale fu travolta 4-0 dalla Germania. Adesso l’ex attaccante del Napoli è in cerca di una nuova panchina ma nel frattempo potrà comunque godersi in piena tranquillità i restanti 5,5 milioni di euro che l’Al Wasl gli dovrà comunque concedere da contratto.

  • Del Piero apre all’Argentina, Alex-Trezeguet di nuovo insieme?

    Del Piero apre all’Argentina, Alex-Trezeguet di nuovo insieme?

    Mentre tutti attendono la sua chiamata nel calcio a stelle e strisce della Major League Soccer, per calarsi in un’avventura dorata negli States che non ha mai nascosto di amare al punto da sceglierli come frequente meta delle sue vacanze, Alessandro Del Piero, in un’intervista rilasciata ad Espn apre la porta al calcio latino ed, in particolare, all‘Argentina, rispondendo a precisa domanda in proposito: “Giocare in Argentina? Perchè no, il calcio latino è anche il mio calcio”.

    Il discorso in questione rientra  in un’ottica ben più generale considerando il fatto che lo stesso ex capitano bianconero non ha ancora indicazioni precise circa il suo futuro e, dunque, preferisce rimanere in un’ottica “open mind“, senza alcun tipo di preclusione verso eventuali alternative che potranno presentarsi.

    In tal senso Alex si è soffermato sul caloroso apprezzamento che il popolo argentino gli ha sempre tributato, considerando che, in molti dei suoi numerosi viaggi, i tifosi argentini gli hanno manifestato ammirazione e stima, con particolare riferimento al suo gol segnato contro il River Plate nell’ormai storica finale di Coppa Intercontinentale giocata a Tokyo con la sua Juventus, nell’anno successivo alla conquista della Champions League, con Marcello Lippi in panchina. “Mi capita di viaggiare molto, tutti i tifosi del Boca vengono a salutarmi ricordando il mio gol al River Plate nella Coppa Intercontinentale. Boca e River sono il top”. 

    In particolare, se nella prossima stagione dovesse realmente concretizzarsi l’ipotesi di un suo approdo in Argentina, e nello specifico proprio al River Plate, potrebbe ricomporsi suggestivamente la coppia gol bianconera dei primi anni duemila, quella dello storico scudetto del 5 Maggio 2002 per intenderci, una delle più prolifiche della storia juventina, ossia il binomio Del Piero-Trezeguet.

    Alessandro Del Piero | © GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages

    Alex e David di nuovo insieme, anche se con qualche anno di più, potrebbero realmente essere un bel tuffo nel passato, soprattutto per i nostalgici tifosi bianconeri che, in tal caso, potrebbero appassionarsi alle partite del River Plate: sulla questione, però, Del Piero ancora non si sbilancia, anche se si dichiara comunque possibilista, anche a proposito di un prossimo contatto telefonico proprio con il franco-argentino Trezegol, che Alex stima moltissimo e con il quale aveva un’intesa perfetta in campo. “Non ci siamo sentiti, magari mi chiamerà, se lo fa vi avviso. David è uno dei migliori goleador che abbia mai visto. Ha una grandissima capacità di coordinazione, riesce a tirare al volo da qualsiasi posizione ed ha un tempismo incredibile in area, riesce sempre a sapere dove andrà la palla”.

    Il discorso sul calcio latino non può esimersi dall’argomento Messi-Maradona, il presente ed il passato del calcio argentino, figli di epoche tanto differenti, così grandi entrambi ma così diversi nel carattere e nelle abitudini fuori dal campo: il saggio Alex non azzarda confronti in merito e, diplomaticamente, afferma come, in tempi differenti, siano entrambi da considerare dei numeri uno, capaci di “cose straordinarie con il pallone”.

    Diego è stato un mito per il Del Piero-bambino, che “rimaneva a bocca aperta” osservando le straordinarie gesta del Pibe de Oro; Lionel Messi, invece, è il numero uno della nostra epoca, “che ha vinto tanto e può vincere ancora tantissimo”. Se l’ipotesi-Argentina diventasse realtà, Alex avrebbe modo di conoscerli ancor più da vicino.

  • Scudetto Napoli, 25 anni dopo il trionfo

    Scudetto Napoli, 25 anni dopo il trionfo

    Sono passati 25 anni dal quel 10 Maggio 1987. Data storica per il popolo napoletano che decretò per la prima volta l’ accoppiata scudetto Napoli sul gradino più alto del calcio italiano. Il primo scudetto è un po’ come il primo amore, non si scorda mai. Di fatto ecco a distanza di 25 anni ricordare ancora  le gesta dell’ opera d’arte partenopea.

    25 anni fa il Napoli viveva sotto il dominio totale delle squadre del Nord, Juventus, Inter e Milan. Il 1987 , sotto questo punto di vista, fu l’anno della svolta, della rivincita, del riscatto. Con la vittoria del tricolore, il Napoli si scrollò di dosso questo pesante senso di inferiorità che da quel giorno sparì totalmente.

    Diego Armando Maradona © Simon Bruty Getty Images Sport

    Il 10 Maggio 1987 , il Napoli ospitava la Fiorentina al San Paolo. Ai partenopei bastava un pareggio per la matematica assegnazione del titolo. Gli azzurri si portarono in vantaggio con Carnevale, ma nella ripresa vennero raggiunti da una strepitosa rete dell’ allora sconosciuto Roberto Baggio. Al triplice fischio finale si scatenò una vera e propria festa sia sul terreno di gioco, sia nelle strade della città. Si portò in trionfo l’ immagine di Diego Armando Maradona, vero e proprio artefice del successo Napoletano.

    Ma cos’ è cambiato 25 anni dopo? Cos’ è cambiato da quel 10 Maggio 1987? Il Napoli di oggi vive un momento di leggero sbandamento dovuto alla strepitosa stagione coronata dalla partecipazione in Champions League. E’ chiaro che partecipare su tre competizioni destabilizza le energie dell’ intero organico. Ma nulla ancora è perduto. I Partenopei si giocheranno la qualificazione alla Champions League all’ ultima giornata di campionato. Nella peggiore delle ipotesi rimarrà comunque una strepitosa stagione coronata dal secondo anno europeo in caso di qualificazione all’ Europa League, senza dimenticare che il Napoli giocherà contro la Juventus la finale di Coppa Italia il prossimo 20 Maggio. Che lo scudetto del 1987  sia di buon auspicio per questa parte finale di stagione?

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  • Maradona rissa con i tifosi per difendere la compagna

    Maradona rissa con i tifosi per difendere la compagna

    Dopo le dichiarazioni ad effetto sulla volontà di sistemare la situazione pendente nei confronti del Fisco Italiano e divenire, poi, testimonial della lotta all’evasione fiscale nel nostro Paese, con la conseguente risposta del direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera orientata ad un’apertura in tal senso, Diego Armando Maradona ritorna alla ribalta delle cronache per un episodio – quantomeno singolare – che lo ha visto protagonista negli Emirati Arabi, dove l’ex Pibe de Oro ed attuale tecnico della squadra locale dell’Al Wasl, ha vissuto una serata in stile “Hooligan”, abbandonando l’aplomb che il suo ruolo gli imporrebbe, ma solo per rispondere alle “ragioni del cuore”.

    Dopo la sconfitta della sua squadra nella partita contro l’Al Shabab per 2 a 0, infatti, sugli spalti si sarebbe accesa una pesante discussione che ha coinvolto l’attaccante brasiliano Ciel, in forza all’Al Shabab, e l’entourage dello stesso Maradona: a seguito dell’alterco, i tifosi dell’Al Shabab hanno reagito insultando il tecnico argentino e la sua compagna Veronica, presente in tribuna ad assistere all’incontro, contribuendo ad accendere un forte clima di tensione sugli spalti.

    Un’atmosfera divenuta incandescente e che ha richiesto anche l’intervento delle forze dell’ordine, e che ha coinvolto anche un’altra donna presente in tribuna, ossia la moglie del calciatore dell’Al Wasl Juan Ignacio Mercier che sarebbe caduta dalle scale in tribuna.

    Diego Armando Maradona © PETER PARKS/AFP/Getty Images

    Pertanto, visto il clima di grande tensione, Diego Armando Maradona al termine del match ha deciso di abbandonare la panchina per salire immediatamente in tribuna per difendere la sua fidanzata, proteggendola dagli attacchi verbali e dagli insulti di coloro che Maradona stesso ha definito “vigliacchi, che non hanno il coraggio di affontare altri uomini e se la prendono con le donne”.

    Una spiegazione doverosa a margine della singolare vicenda, che Maradona ha ritenuto opportuno dover fornire ai tifosi della sua squadra, rivolgendo loro anche un invito a “non prendersela con me, ma con chi ha provocato tutto questo”. 

    Video Maradona litiga con i tifosi dell’Al Shabab per difendere Veronica
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  • Maradona in Italia il 5 aprile?

    Maradona in Italia il 5 aprile?

    Giovedì 5 aprile. E’ questa la fatidica data del ritorno in Italia di Diego Armando Maradona. Non un viaggio di piacere, o almeno non sarà solamente per quello visto che l’abbraccio del popolo napoletano, magari allo stadio San Paolo, non mancherà di sicuro. Il ritorno del Pibe de Oro in Campania infatti coinciderà con il tentativo di risolvere una volta per tutte la questione aperta con il Fisco italiano, che gli chiede quasi 40 milioni di euro. Il tutto al fine di poter finalmente fare ingresso in Italia in tutta serenità, ed i tifosi già sognano di vederlo in un prossimo futuro sulla panchina degli azzurri. Ma prima Maradona vorrebbe assistere alla finale di Coppa Italia in programma il prossimo 20 maggio a Roma tra la Juventus e il Napoli, come più volte dichiarato dopo che i partenopei hanno eliminato il Siena nella semifinale disputata la scorsa settimana.

    Una storia vecchia di anni, o per meglio dire di decenni, quella tra Maradona e il Fisco. Tanto che ogni qualvolta Maradona ha messo piede in Italia ha trovato sempre la Guardia di Finanza pronta a fargli visita: una volta gli fu sequestrato un orecchio poi messo all’asta è comprato dall’attaccante del Palermo Fabrizio Miccoli, grande estimatore di colui il quale viene considerato il giocatore più forte di tutti i tempi. Poi gli furono bloccati buona parte dei compensi derivanti dalla partecipazione al programma televisivo della Rai “Ballando sotto le stelle”.

    Diego Armando Maradona © PETER PARKS/AFP/Getty Images

    Insomma, è una lotta che continua da anni e che finalmente sembra poter essere risolta, o almeno c’è questa volontà per ciò che riguarda Diego Armando Maradona, visto che appena qualche giorno fa lo stesso si è detto disposto ad incontrare Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, per chiarire la sua posizione una volta per tutte. “Il 5 aprile ci sarà la causa che lo vede contrapposto al fisco – ha dichiarato il suo avvocato Angelo Pisani – Maradona vuol chiarire ai napoletani e agli italiani che non è un evasore fiscale: è stato vittima di una sorta di complotto, di ingiustizia della giustizia. Lui non è vittima neanche di una mancata notifica, è completamente estraneo all’addebito fiscale perché, come tutti possono immaginare, a 25 anni non poteva capire nulla di fisco e quell’artifizio, che non era una violazione fiscale, fu fatta da Ferlaino e non da lui”.

    Pronta poi la risposta di Bifera che dal canto suoi ha mostrato segni di apertura nei confronti dell’ex commissario tecnico dell’Argentina. “Se vuole sanare le sue pendenze con il fisco – ha detto – sono contento, ben venga Maradona, anche perchè io sono un suo tifoso”. Nel corso di un’intervista rilasciata a Radio Kiss Kiss l’avvocato Pisani ha poi aggiunto che parlando con Maradona lo stesso avrebbe accolto molto bene la proposta di incontrate i tifosi azzurri al San Paolo come nel giorno della sua presentazione nel 1984 o come l’ultima volta, 7 anni fa, in occasione dell’addio al calcio di Ciro Ferrara. E anche il sindaco di Napoli De Magistris si è detto felice di accogliere l’argentino in città. I presupposti ci sono tutti dunque. Fisco permettendo.

  • Maradona sogna il Napoli. Mazzarri “Merito mio”

    Maradona sogna il Napoli. Mazzarri “Merito mio”

    Dalla serie C del 2004 agli Ottavi di Champions League nel 2012, la rinascita del Napoli in 11 anni e mezzo dopo una storia fatta di gloria e bocconi amarissimi. Una storia che é legata indissolubilmente al dio indiscusso del calcio, El Pibe de Oro, Diego Armando Maradona. E dopo le gioie e le emozioni che Dieghito ha regalato al calcio mondiale, e soprattutto al popolo partenopeo, tenendo una palla in mezzo ai piedi chissà che non possa ripetersi armato di taccuino e lavagnetta. E’ forse maturo il tempo in cui il filo suggestivo della storia si intrecci di nuovo coi passionali colori azzurri. Suggestione, appunto, o reale prospettiva? Difficile da decifrare. Quel che certo è che Maradona ha un sogno:

    “Non lo nego: mi piacerebbe allenare una squadra italiana. E se un giorno questa squadra fosse il Napoli, beh, allora si realizzerebbe anche un altro sogno”.

    IL PROBLEMA FISCALE – Incassata la “disponibilità” il problema a questo punto è molto pratico: Maradona è assediato dal fisco italiano cui deve 40 milioni di euro per vicende risalenti al 1991. E si ritrova osannato da quell’Italia che lo ama e braccato da un’altra che ce l’ha con lui, come egli stesso afferma. La soluzione al dilemma è subito risolta dallo stesso Maradona che “auspica un atto di coraggio da parte della politica italiana. A quel punto, infatti, solo un atto del governo, – continua El Pibe de Oro –  un’iniziativa legislativa restituirebbe serenità e giustizia a me e a tutti coloro, e non sono pochi, che in Italia sono nelle mie stesse condizioni. Anche se alle prese con cifre assai diverse”.

    Diego Armando Maradona | © KARIM SAHIB/AFP/Getty Images

    Una richiesta ambiziosa che difficilmente troverà riscontro pratico in un’Italia in crisi profonda a cui non rimangono gli occhi per sognare, per storpiare l’aforisma. E il Maradona improvvisato giurista cavalca un’iniziativa giudiziaria effettivamente in corso, ma rischia di annebbiare un pochino le belle parole d’affetto verso il Napoli. Un pizzico di populismo per difendere tutto sommato un proprio personalissimo interesse dato che comunque c’è già stata una sentenza. Ma al più grande del calcio moderno, cui solo Messi forse può aspirare, si concede anche una piccola caduta di stile. In effetti ogni sportivo è in debito con Maradona per la poesia che ha dispensato sui rettangoli di gioco. L’impressione è che all’Agenzie delle Entrate non sia molto di moda il calcio.

    LA REAZIONE DI MAZZARRI – La dichiarazione ha subito coinvolto l’uomo che oggi  siede sul trono napoletano. Walter Mazzarri ha reagito con grande forza all’affettuoso tentativo di tagliarlo fuori dalla panchina riconoscendo a se stesso i meriti della risalita napoletana che è per lui “motivo d’orgoglio” perchè  “grazie a me il Napoli e’ tornato a essere ambito da tutti gli allenatori del pianeta”. “Facciamo la Champions e tutto questo e’ dovuto – ha aggiunto l’allenatore toscano – ,voglio prendermi questo merito, a me e al mio staff che in poco tempo abbiamo fatto grandi cose. Adesso questa squadra e’ ambita da chiunque”.

    In attesa della Fiorentina e del Chelsea chissà in che modo il Presidente Aurelio De Laurentiis accoglierà queste due dichiarazioni di fuoco e soprattutto quella di Mazzarri che ha scordato di citare la società tra i fautori del nuovo e competitivo Napoli.