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  • Inter, Stramaccioni la conferma passa dal derby

    Inter, Stramaccioni la conferma passa dal derby

    Il derby e questo finale di campionato come crocevia della stagione di Andrea Stramaccioni sulla panchina dell’Inter. Il futuro del tecnico nerazzurro si deciderà in questi ultimi giorni di calcio giocato, con il presidente Massimo Moratti che dovrà decidere se riconfermare anche per il prossimo anno il tecnico ex primavera, facendo in questo modo decollare il tanto declamato progetto di rifondazione nerazzurro con un allenatore che di fatto ha dimostrato di meritarsi la panchina interista, o puntare sui soliti nomi noti dei big del calcio europeo, con in pole position il cileno El Loco Bielsa, il sogno proibito Guardiola, ormai lontano dai colori blaugrana e l’ultima tentazione che vedrebbe vicino ai colori nerazzurri l’attuale commissario tecnico della Nazionale azzurra Cesare Prandelli.

    GAZZETTA- Invitato come spesso accade ai tecnici interisti e rossoneri nella sede della Gazzetta dello Sport per una lunga intervista alla vigilia del derby, il tecnico romano, si è detto insicuro sul suo futuro, lasciando tutto nelle mani del presidente nerazzurro Massimo Moratti, che verosimilmente avrebbe le idee molto chiare, e in cuor suo avrebbe già preso una decisione in merito al futuro della panchina nerazzurra. I dubbi rimangono, e forse proprio il risultato del derby potrebbe dipanare il bandolo della matassa, con Stramaccioni che ci tiene a precisare come comunque andrà a finire, sicuramente non tornerà ad allenare la Primavera, sentendosi a questo punto pronto per il calcio di alto livello.

    Andrea Stramaccioni © GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages

    MERITI- Assolutamente a favore del tecnico romano parlano i risultati, poiché nel mese e mezzo di gestione Stramaccioni l’Inter è tornata ad agganciare il terzo posto, e ad assaporare un sogno remuntada sfumato solo per i tre minuti di ordinaria follia accusati contro il Parma. Aver dato nuova linfa a giocatori che nella gestione Ranieri erano come scarichi è un merito che Moratti e tutto lo staff nerazzurro gli riconoscono in maniera evidente. Lo stesso mix di senatori e giovani mandati in campo ha fatto tornare ad innamorare i tifosi di una squadra che aveva annoiato e fatto sbuffare anche i fans più sfegatati. Il rilancio di un ‘problema’ (cit. Ranieri) come Sneijder e di un corpo estraneo come Zarate, il nuovo fiorire di Cambiasso, e le prove convincenti di Alvarez con il nuovo ottimo inserimento di Guarin, sono tutti segnali di un tecnico che sta lavorando bene e sia in grado di raccogliere moltissimi consensi all’interno dello stesso spogliatoio.

    DERBY- La riconferma passa dunque soprattutto nel match contro i cugini rossoneri, considerando come una vittoria possa valere in maniera doppia, e viceversa una sconfitta maturata in malo modo potrebbe in qualche modo portare il presidente e la dirigenza nerazzurra a riconsiderare la candidatura di Stramaccioni anche per il prossimo anno. Quindi prima di pensare a favorire la Juventus, o nella peggiore delle ipotesi rilanciare la corsa del Milan verso il tricolore, i calciatori nerazzurri dovranno pensare ad onorare la maglia, scendere in campo per ottenere i tre punti fondamentali per non perdere anche il treno Europa League e dare una mano al loro nuovo tecnico per ottenere una conferma che poi tanto scontata non è.

  • Inter arbitro dello scudetto. Chi scegli tra Juve e Milan?

    Inter arbitro dello scudetto. Chi scegli tra Juve e Milan?

    Sfumato definitivamente il sogno Champions League, con i tre minuti d’incubo contro il Parma che hanno frenato bruscamente la rincorsa al terzo posto in classifica, l’ Inter di Stramaccioni in questo finale di stagione passa dal ruolo di comparsa a quello di attore protagonista, decidendo proprio domenica nel derby le sorti dello scudetto 2012. La sfida con gli eterni rivali del Milan, avrebbe avuto un sapore diverso se i nerazzurri non avessero trovato un ottimo Parma sulla loro strada (capace di inanellare cinque vittorie di fila) considerando inoltre come gli evidenti errori difensivi, sia di Lucio sia di Samuel siano ormai un deja vu della stagione horribilis nerazzurra.

    Stramaccioni non si arrende, anche se in cuor suo sa che l’obiettivo stagionale fissato nel terzo posto è di fatto sfumato, e l’Inter dovrà virare e centrare ‘almeno’ un posto in Europa League, sprona i suoi a onorare la maglia cercando di scendere in campo per dare il massimo e chiudere la stagione con onore.

    Mauro Zarate © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/GettyImages

    NIENTE COLPE – Moratti in merito alla sconfitta di ieri contro il Parma, non addossa particolari colpe al tecnico Stramaccioni, spiegando come ci sia in effetti stato un po’ di autolesionismo, rivedendo le immagini del match. L’obiettivo del terzo posto era alla portata, e soprattutto ad esclusione del Napoli, il discorso Champions era nelle mani dell’  Inter , che avrebbe dovuto affrontare la sfida contro il Parma con maggiore attenzione e concentrazione, soprattutto a livello di retroguardia. Oltre agli errori macroscopici difensivi, tra cui l’eccessiva superficialità di Lucio su Giovinco, e il pessimo posizionamento di entrambi i centrali sul lancio lungo per la Formica Atomica, rimane anche la sfortuna di una porta (quella del Parma) come stregata. Prima Pazzini da due passi che spara alto dimostrando il pessimo momento personale, poi Lucio murato da una splendida parata del portiere degli emiliani, e poi nel finale anche il salvataggio sulla linea da parte di Lucarelli a confermare come la dea bendata abbia dimenticato i colori nerazzurri.

    Stramaccioni dovrà ripartire da zero e alla svelta perché il derby contro il Milan, classifica a parte mostrerà comunque un’occasione importante per i nerazzurri di dimostrare l’attaccamento alla maglia e la voglia di ben figurare davanti ai loro tifosi nella stracittadina milanese.

    JUVE O MILAN? –  Il derby è sempre una partita particolare, e lo dimostra il fatto che all’andata nonostante l’ Inter fosse nettamente inferiore in termini di classifica, le motivazioni di una stracittadina sono sempre avulse da punti o obiettivi stagionali. Ed è proprio su questo fattore che il giovane Andrea Stramaccioni cercherà di motivare la sua squadra, bastonata e ferita dopo la sconfitta di Parma. Ovviamente rimane il dubbio, soprattutto quello che serpeggia nei tifosi, sul fatto di regalare uno scudetto agli acerrimi nemici juventini, nel caso di vittoria contro i cugini rossoneri. Lo stesso presidente Massimo Moratti si è detto indeciso su chi favorire, spiegando come quest’anno in ogni caso nel post derby una tra Juve e Milan gioirà del risultato, potendosi magari fregiare del titolo di campione d’Italia, o magari nel caso dei rossoneri continuare la rincorsa fino all’ultimo match di campionato. Per la serie tra i due litiganti c’è sempre il terzo a godere.

  • L’Inter mette la “sesta”, lo scudetto non è più un miraggio. Il miracolo di Ranieri

    L’Inter mette la “sesta”, lo scudetto non è più un miraggio. Il miracolo di Ranieri

    Dopo l’appellativo di normalizzatore, Ranieri conferma l’etichetta di uomo derby, riportando la vittoria nella Milano nerazzurra dopo quasi due anni. Proprio perché l’ultimo trionfo in una stracittadina per l’Inter porta la data 24 gennaio 2010, con in panchina Mou, il sapore di questa vittoria esalta in maniera particolare il popolo dei tifosi interisti. Nel mezzo l’era Benitez, Leonardo e quella di Gasperini, avevano palesato la supremazia dei colori rossoneri, spegnendo le luci nerazzurre a San Siro. L’arrivo di Ranieri serviva appunto a riportare quell’entusiasmo e quei risultati che mancavano ad una squadra che nei primissimi turni di campionato aveva un rullino di marcia da zona retrocessione.

    Claudio Ranieri | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    SERIE B – Solo due mesi fa l’Inter ristagnava nelle ultime posizioni della classifica, con le serie preoccupazioni di Moratti e soci per la difficile rincorsa al posto nella prossima Champions League. L’arrivo di Claudio Ranieri aveva inizialmente sortito buoni effetti, prima contro il Bologna in campionato e poi contro il Cska di Mosca in Champions League. Successivamente esaurita la carica motivazionale il tecnico ha dovuto fare i conti con i numerosissimi acciacchi e una squadra rimaneggiata a centrocampo. Le sconfitte interne contro Napoli e Juventus sono state le più difficili da digerire per il popolo interista e sono corrisposte a una sterilità sottorete delle punte, con Milito in primis capace di sbagliare gol impossibili e aggiudicarsi il Bidone d’oro della stagione. Ranieri, nel frattempo con la sua esperienza e la sua calma serafica, continuava a ripetere ai suoi giocatori e ai giornalisti che lo criticavano di avere pazienza e di vedere nonostante gli scarsi risultati, una squadra in notevole crescita sotto l’aspetto fisico.

    6 VITTORIE – Sor Claudio sapeva di avere una fuoriserie in mano, ma comprendeva anche i limiti derivanti dalla partenza di una stella come Eto’o e un preparazione fisica e soprattutto tattica sbagliata ad inizio stagione, che aveva scombussolato molti equilibri all’interno della rosa nerazzurra. Il problema maggiore è stato proprio trovare la quadratura di uno dei reparti più forti degli ultimi anni: la difesa. Julio Cesar, Lucio, Samuel e Maicon sono state le colonne portanti del triplete e in questa stagione proprio la retroguardia nerazzurra era il reparto messo più sotto accusa per le troppe reti incassate. Il tecnico romano con il nuovo modulo 4-4-2 ha saputo riportare alla compattezza di un tempo un reparto colabrodo, supportato ovviamente dal doppio scudo composto da Thiago Motta e Cambiasso in appoggio alla difesa. Meriti anche per l’esplosione di Alvarez, che nonostante la prova non brillantissima nel derby ha saputo svegliarsi e cambiare il passo rispetto alle sue prime apparizioni. L’arma in più è stata sicuramente ritrovare e far rinascere come l’araba fenice un bomber di razza come il Principe Milito, capace, grazie al gol vittoria nel derby di andare a segno per tre turni consecutivi, ritrovando quel feeling col gol che gli mancava da troppo. Questi gli ingredienti principali con cui Ranieri ha costruito la sua scalata ai piani alti della classifica. Dati alla mano l’Inter mette a segno la sesta vittoria consecutiva, recuperando 9 punti dalla capolista in sei giornate, e portandosi a tre punti dal terzo posto dell’Udinese. Non c’è dubbio: la cura Ranieri funziona!

    SNEJDER, TEVEZ, FORLAN – Ora le incognite maggiori rimangono su come Ranieri riuscirà a far incastrare l’ingresso di Sneijder e Forlan nel nuovo modulo di gioco, scegliendo chi verrà sacrificato. Lo stesso tecnico non si dice preoccupato, scongiurando il problema dell’abbondanza. Volendo fare un pensiero anche al mercato in entrata, il possibile forfait di Stankovic per l’operazione che lo terrà fuori un paio di mesi, si traduce nella necessità di rinforzare il centrocampo più che l’attacco. Quindi l’acquisto di uno come Tevez pare allontanarsi secondo le stesse parole di Ranieri:

    “Tevez? Gli equilibri si sono compattati, nelle difficoltà questa squadra si è coesa di più e questo mi è piaciuto molto. La domanda è ‘quanto può dare questo ragazzo che non gioca da tanto tempo?’. Cercheremo con il presidente di analizzare al meglio la situazione”.

  • Ranieri carica Sneijder per il derby, “E’ il nostro condottiero”

    Ranieri carica Sneijder per il derby, “E’ il nostro condottiero”

    Si chiude l’anno solare ed è tempo di tirare somme e bilanci in casa Inter, con il tecnico romano Claudio Ranieri che raggiunto dai microfoni di Mediaset Premium da Antonio Bartolomucci concede un’intervista esclusiva in merito alle sue impressioni su questo primo scampolo di stagione sulla panchina interista.

    Claudio Ranieri | © Claudio Villa/Getty Images

    Arrivato come il normalizzatore che avrebbe dovuto guarire una squadra ‘malata’ e finita come definita da molti, il tecnico romano ha saputo rigenerare le pile dei giocatori più importanti e far sbocciare alcuni dei giovani più importanti della sua rosa, riuscendo a risalire una china della classifica assolutamente in salita, posizionando l’Inter al quinto posto con un -8 dalla vetta impensabile solo poche settimane fa.

    SPIRITO DI LAVORATORE – L’intervista si apre con le prime impressioni sulla nuova città per un romano doc come lui: “Milano è una gran bella città, una città che lavora, mi piace. Parlano del traffico caotico, ma io sono allenato: Roma, Londra, Valencia, Madrid, ho sempre vissuto nelle metropoli”. Ovviamente le esperienze fatte in giro per l’Europa hanno arricchito notevolmente il bagaglio tecnico di un allenatore preparato e che in pochissimo tempo è riuscito ad entrare in punta di piedi nel cuore della difficile tifoseria nerazzurra, grazie al suo ‘spirito di lavoratore’: “Ho lasciato Roma giovanissimo, ho girato l’Europa e questo mi ha dato moltissimo. Se mi chiedete il motivo dell’affetto immediato dei tifosi nerazzurri nei miei confronti posso solo pensare che sia piaciuto il mio spirito di lavoratore: mi sono messo a testa bassa per sistemare l’Inter. Ho un carattere marcato, dico quello che penso, con il passare degli anni i difetti sono anche peggiorati… Io all’Inter sono arrivato in un momento particolare, ho trovato una squadra sott’acqua, ma anche volontà e senso di appartenenza, non ci stavo a sentire dire che questi giocatori erano vecchi e saggi, ero sereno anche nelle sconfitte perchè vedevo come lavoravano”.

    ITALIA – Il discorso si sposta sulle buone prove che i nostri allenatori stanno facendo sia in patria che all’estero dove Mancini, Spalletti e Capello sono i migliori ambasciatori della scuola di Coverciano: “la bravura del calcio italiano è spiegata anche dai colleghi che lavorano all’estero, la scuola di Coverciano è conosciuta in tutto il mondo e poi c’è l’Università del campionato, se hai fatto bene qui puoi fare bene ovunque”. Discorso a parte per il campionato italiano sempre più pieno di campioni stranieri e dove i talenti nostrani trovano meno spazio per esplodere e diventare fenomeni.“Gli italiani bravi arrivano, i supercampioni si fanno sempre largo, penso a Baggio, Vialli, Totti, Del Piero, Di Natale, decisivo anche per la tranquillità dei compagni che sanno che lui un gol lo farà; Pirlo aveva probabilmente bisogno di cambiare posto e stimoli, la Juventus cercava da tempo un organizzatore. Klose è sempre stato un campione, forse nel Bayern iniziava a giocare meno. Ibrahiomovic ha sempre fatto bene ovunque sia andato”.

    SNEIJDER – In riferimento ai giocatori che cambiano le sorti delle squadre in cui militano, non può mancare un cenno all’olandese presente in squadra: “Per noi, Sneijder è il nostro fiore all’occhiello, deve darci il 120 per cento, non deve essere uno della rosa, ma il nostro condottiero, quelllo che ci prende per mano e ci porta lontano. Se lo farà anche nel derby per dare la vittoria all’Inter? Non credo che possano esistere favoriti nel derby, il derby azzera tutto, bisogna solo prepararlo bene e viverlo meglio in campo”.

    MORATTI E MOURINHO – Nel finale le ultime dichiarazioni verso il presidente Moratti: “L’ho conosciuto nel momento più difficile per la sua squadra, ma l’ho trovato pacato e stimolato, però lo conosco solo da 100 giorni, sono stati intensi, ma ancora pochi”. Inaspettato il rapporto di ‘amicizia’ palesato nell’ultima dichiarazione verso un suo ex nemico come Josè Mourinho: “Se ho sentito Mourinho? Ci siamo scritti qualche sms, quando le cose andavano male mi diceva che la squadra sarebbe venuta fuori. Ho detto ai miei calciatori, siamo in forte ritardo, ma io penso sempre al massimo. Se non sei ambizioso non arrivi mai in alto e neppure vicino”.

    Dichiarazione tratte da Fc Inter News.it

  • Video Ibrahimovic bestemmia. Derby a rischio?

    Video Ibrahimovic bestemmia. Derby a rischio?

    Cagliari Milan abbiamo già avuto modo di definirla come la partita di Zlatan Ibrahimovic, lo svedese infatti ha praticamente deciso l’incontro inventando un assist per Robinho in occasione del primo gol e poi, non pago, andando a segno nel secondo tempo. I rossoneri in questo momento non possono prescindere dallo svedese il cui apporto non è fondamentale solo in zona gol ma anche nell’economia del gioco. Allegri però potrebbe esser costretto a rivedere i suoi piani tattici per i due match post sosta natalizia, contro l’Atalanta e nel derby contro i nerazzurri.

    Zlatan Ibrahimovic a rischio derby | © Enrico Locci/Getty Images

    Sul web impazza infatti un video in cui Ibrahimovic stranamente nervoso impreca dopo un assist errato di Aquilani quando il risultato era ancora sull’1-0. Il labiale è inequivocabile tanto che in molti son convinti che presto la procurare federale chiederà l’acquisizione delle immagini facendo scattare di conseguenza la squalifica che a norma di regolamento sarà di due giornate. Ovviamente sia in un caso che nell’altro la decisione del giudice sportivo farà discutere su una norma opinabile e non sempre verificabile. Curiosità, se Ibrahimovic dovesse incorrere nella squalifica inizierebbe il nuovo anno non con il piede giusto spaventando i tifosi rossoneri che nella scorsa stagione durante il girone di ritorno hanno spesso dovuto fare a meno dello svedese. La prima espulsione fu per un colpo proibito a Rossi poi proprio per una imprecazione, quella volta però verso il guardalinee nel corso del match tra Milan e Fiorentina, Ibra come ricorderete cercò di sminuire l’episodio parlando di imprecazioni contro se stesso, in realtà come ha confessato lui stesso nella sua autobiografia la strategia fu consigliata dalla società mentre erano proprio dirette al guardalinee le sua imprecazioni.

    In attesa di capire se arriverà Tevez o addirittura Torres, Allegri si troverebbe costretto a schierare la coppia brasiliana Pato Robinho che quando chiamata in causa ha sempre risposto bene dimostrando sintonia e calcio bailado.

    Video Ibrahimovic bestemmia in Cagliari Milan
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    CAGLIARI MILAN VIDEO E PAGELLE

  • Lazio-Roma, ultime e probabili formazioni. Totti è out, Klose ce la fa

    Lazio-Roma, ultime e probabili formazioni. Totti è out, Klose ce la fa

    E’ il giorno del Derby di Roma. Dopo una settimana di fibrillazione nella capitale finalmente sta per arrivare l’ora clou. E’ 0rmai noto che il match sarà orfano di Francesco Totti, mentre dall’altra parte Miroslav Klose scenderà regolarmente in campo dopo gli allarmi dei giorni scorsi. Andiamo a vedere come si schiereranno le due formazioni.

    Francesco Totti | © Manuel Queimadelos Alonso/Getty Images
    PROBABILE FORMAZIONE LAZIO – Edi Reja proporrà un 4-3-1-2 più coperto rispetto al modulo con i tre trequartisti e l’unica punta che ha utilizzato ad inizio stagione ottenendo successi alterni. Tra i pali il titolare Marchetti. La difesa titolare è confermata: da destra verso sinistra con Konko, Dias, Biava e Radu. Stankevicius è in ballottaggio con Biava al centro ma ha scarse possibilità di essere titolare. Nel centrocampo a tre ci sarà Ledesma in posizione centrale di regista con Gonzalez mezzala sinistra e Brocchi mezzala destra. Solo panchina per Stefano Mauri reduce da un infortunio. Hernanes, dunque, sarà il rifinitore dietro al recuperato Klose e a Djibril Cisse. PROBABILE FORMAZIONE ROMA – Luis Enrique confermerà il suo modulo marchio di fabbrica cioè il 4-3-1-2 sulla carta simile a quello biancoceleste, ma nella realtà molto diverso e atipico. Ci sarà il ritorno in campo di Stekelenburg dopo il brutto infortunio alla testa subito un mese fa contro l’Inter. A destra della difesa confermato Rosi, a sinistra Josè Angel. Sicura la presenza al centro di Burdisso. Al fianco dell’argentino se la giocano Heinze, Kjaer e Juan. Il primo dei tre sembra in netto vantaggio sugli altri. A guidare il centrocampo come al solito Daniele De Rossi. Ai suoi lati Perrotta da una parte e Simplicio dall’altra che compete con Pizarro per avere una maglia da titolare. Dietro alle punte Miralem Pjanic sostituirà Capitan Totti infortunato. Davanti comporranno l’attacco Osvaldo e Bojan. LAZIO (4-3-1-2): Marchetti; Konko, Dias, Biava, Radu; Brocchi, Ledesma, Gonzalez; Hernanes; Klose, Cisse. A disposizione: Bizarri, Stankevicius, Lulic, Matuzalem, Mauri, Cana, Rocchi. Allenatore: Reja. ROMA (4-3-1-2): Stekelenburg; Rosi, Burdisso, Heinze, Josè Angel; Perrotta, De Rossi, Simplicio; Pjanic; Osvaldo, Bojan. A disposizione: Curci, Cassetti, Kjaer, Gago, Taddei, Borriello, Borini. Allenatore: Luis Enrique.

  • Milan campione in rimonta. L’Inter dura solo un tempo

    Milan campione in rimonta. L’Inter dura solo un tempo

    Futuro più nero che azzurro per Gasperini che prende la prima battuta di arresto impattando contro lo squadrone rossonero guidato da Allegri. Niente di irrecuperabile ovviamente, calcolando che siamo al 6 di Agosto, ma ignorare questa sconfitta potrebbe essere l’errore peggiore per il prossimo inizio di campionato interista. Qualche indicazione? La difesa a 3 ha retto solo un tempo e la condizione dei nerazzurri è sembrata decisamente precaria nella ripresa.

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    Allegri e i suoi ragazzi dal canto loro hanno dimostrato di aver ancora una grande fame di vittorie e soprattutto dopo un primo tempo bruttino hanno saputo trasformarsi e risorgere nella ripresa dimostrando il loro reale valore. Una partita da Jekyll e Mr Hide per entrambe le formazioni, ma alla fine a spuntarla è stato il Milan molto più incisivo e freddo sotto porta. Le correzioni di Allegri hanno avuto il giusto effetto sulla partita e Galliani sicuramente avrà apprezzato. Novità nell’undici titolare nerazzurro con Gasperini che sorprende tutti scegliendo una formazione con due uomini alle spalle dell’unica punta Eto’o. Pazzini a riposo dunque e colpo di scena finale la presenza di Dejan Stankovic dato per indisponibile fino a pochi minuti prima della sfida. Nessuna sorpresa invece per il Milan, con Allegri che opta per un 4-3-1-2 e come già previsto lancia dal primo minuto Robinho bocciando in parte Pato. PRIMO TEMPO- Rossoneri che sprecano il primo match ball al 6’ quando Ibra attira su di se  tre difensori nerazzurri e serve un assist perfetto a Robinho solo in area. Il brasiliano non ha la giusta freddezza e spara alto facendo tirare un sospiro di sollievo al portiere nerazzurro. Ammonito Gattuso al 19’ per un fallo molto ingenuo su Alvarez. Non passa nemmeno un minuto e il centrocampista calabrese commette un altro brutto fallo su Obi rischiando moltissimo e scatenando molti nervosismi tra le file nerazzurre. GOAL! Gioiello di rara bellezza il gol realizzato da Sneijder al 22’. L’olandese mostra il suo colpo migliore in terra cinese, calciando una punizione nell’angolino alto alle spalle di Abbiati. Il portiere rossonero tocca il pallone ma non riesce ad evitare che la palla superi la linea, facendo urlare di gioia i tifosi interisti. È sfortunato il Milan al 40’ quando Ibra servito in area dall’assist di Abate colpisce di testa a colpo sicuro e solo il palo gli nega l’emozione del goal. Finale all’arrembaggio per i rossoneri che provano a rimettere la partita in parità presentandosi in avanti con molta più convinzione e pericolosità. Il risultato non cambia e si va a riposo con l’Inter in vantaggio. SECONDO TEMPO- Si torna in campo con le stesse formazioni, con i nerazzurri che scelgono un modulo più protettivo, optando per una difesa a quattro e un centrocampo in linea con Sneijder unico uomo alle spalle di Eto’o. Rossoneri più incisivi nei primi minuti con una maggiore intensità di gioco rispetto al primo tempo. GOAL! È il 60’ quando  Il Milan trova il goal con una manovra splendida, e riporta con Ibra il risultato sul pari. Robinho serve in area un pallone a Seedorf che scavalca con un cross Julio Cesar e trova il colpo di testa in tuffo di Ibra a gonfiare la rete. Milan 1 Inter 1.  Rossoneri completamente trasformati rispetto al primo tempo, riuscendo a mettere in seria difficoltà l’undici interista. GOAL! Al 69’ Uno due del Milan devastante con un gran tiro di Pato in diagonale a trovare prima la parata di Julio Cesar e poi il palo. Il portiere carioca non può nulla sulla zampata vincente in scivolata del BOA Kevin Prince Boateng. Milan 2 Inter 1. Rossoneri galvanizzati e devastanti nel giro di pochi minuti. Soffre moltissimo l’Inter e Gasperini butta nella mischia anche Pazzini provando a riportare la partita sul pari. Poca convinzione nei nerazzurri che non riescono a trovare l’affondo vincente nel finale provando ad affacciarsi davanti ma senza pungere. Game over a Pechino con i rossoneri che trionfano sull’Inter vincendo 2 a 1 e aggiudicandosi la loro sesta Supercoppa Italiana.

  • Supercoppa Italiana: Milan-Inter ultime e probabili formazioni

    Supercoppa Italiana: Milan-Inter ultime e probabili formazioni

    La Cina non è mai stata così vicina: ore 14 italiane, occhi puntati sul Bird’s Nest, (lo stadio nazionale cinese) per il primo assaggio di calcio italico in piena estate. Per la prima volta nella sua storia la Supercoppa Italiana sarà contesa tra Milan e Inter.  È un derby che entrambe le squadre vogliono vincere a tutti i costi per partire con il piede giusto e portare a casa il primo titolo stagionale.

    ©Paolo Bruno/Getty Images
    Vediamo nel dettaglio come Allegri e Gasperini abbiano in mente di giocarsi le proprie carte. Milan – Rossoneri che scenderanno in campo con il modulo che gli ha permesso di vincere il tricolore nella passata stagione. Difesa a 4 con l’unica assenza dell’ultimo arrivato Taiwo che lascia lo spazio sulla fascia a Gianluca Zambrotta. Centrocampo solido con la garanzia di Van Bommel e Gattuso e la qualità di Boateng e l’evergreen Seedorf. In attacco resta il rebus maggiore da sciogliere con il ballottaggio tutto brasiliano tra Pato e Robinho. Ibra è intoccabile e Robinho sembra comunque esser leggermente in vantaggio.  (4-3-1-2) Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta; Gattuso, Van Bommel, Seedorf; Boateng; Ibrahimovic, Robinho. A disp.: Amelia, Antonini, Bonera, Emanuelson, Ambrosini, Cassano, Pato. All.: Allegri. Inter – Gasperini ha le idee chiare e la scelta di schierare la difesa a 3 non viene minimamente considerato un rischio. Con i sudamericani in vacanza obbligata e il forfait di Stankovic per infortunio il centrocampo sarà reinventato con Thiago Motta e Zanetti a dare copertura al terzetto difensivo. Sneijder secondo le ultime indiscrezioni della Gazzetta dello Sport dovrebbe giocare la sua ultima partita in nerazzurro per poi accasarsi al Manchester City alla corte di Roberto Mancini. In attacco dubbi anche per i nerazzurri con Eto’o unico inamovibile. Pandev parte favorito per il ruolo di esterno ma occhio alla corsa e agli inserimenti di Castaignos. (3-4-3) Julio Cesar; Ranocchia, Samuel, Chivu; Santon, Thiago Motta, Zanetti, Obi; Sneijder, Pazzini, Eto’o, Pandev. A disp.: Castellazzi, Faraoni, Caldirola, Muntari, Alvarez, Castaignos. All.: Gasperini.

  • Supercoppa Italiana: L’Inter di Gasperini a caccia del Primo Titulo!

    Supercoppa Italiana: L’Inter di Gasperini a caccia del Primo Titulo!

    Nella conferenza stampa a ormai pochi giorni dalla prima e importante sfida tra Milan e Inter a Pechino, Gianpiero Gasperini si presenta in sala  assistito da due dei suoi ragazzi: Alvarez e Ranocchia. Azzeccare il pronostico per un derby da disputare già il 6 di Agosto è davvero una mission impossibile, ma Gasperini modestia a parte, è convinto che la sua squadra potrà dare buone risposte in campo: “Non ho la sfera di cristallo ma noi siamo qui per cercare di vincere e perché l’Inter porti a casa quella

    © David Rogers/Getty Images
    Coppa che non è riuscita a conquistare due anni fa. Poi, giocare con il Milan è ancor di più motivo di prestigio”. Unico grande imprevisto è stato l’infortunio di Nagatomo che ha praticamente costretto il tecnico ex Genoa a richiamare il capitano Javier Zanetti, togliendo all’argentino le vacanze che gli sarebbero spettate di diritto. Sulle condizioni fisiche di Zanetti Gasperini non ha dubbi: “Ha giocato in Coppa America fino a 15 giorni fa, non ci saranno problemi per lui”. SNEIJDER- I giornalisti cinesi parlano stranamente di un “problema” Sneijder, considerando come magari l’olandese possa essere troppo distratto dalle voci di mercato sempre più insistenti soprattutto da parte del Manchester United. Gasperini è costretto ancora una volta a chiudere il caso Wesley, puntualizzando come averlo in squadra sia lontano da definirlo un problema: “Gioca con noi, si è allenato con noi e giocherà anche sabato. Sneijder non è un problema”. Nella peggiore delle ipotesi, se dovesse partire il folletto di Utrecht, largo al giovane Alvarez (anche se nelle ultime uscite non ha convinto), considerando come nel modulo adottato da Gasperini non via sia spazio per un vero e proprio trequartista, e come Sneijder sia adattato al nuovo ruolo più lontano dalla porta. AGOSTO E ASSENTI- Partire il 6 di Agosto è una novità assoluta per entrambe le squadre. Sulla condizione della sua Inter ancora in fase di rodaggio considerando il brutto ko contro il Manchester e la rinuncia a molti titolari per lasciargli qualche giorno di vacanza, Gasperini tranquillizza i tifosi, garantendo il massimo dell’impegno e al tempo stesso un alto livello di competitività: “Questa data ci ha costretto ad anticipare un po’ i tempi e la preparazione, e a fare delle rinunce, anche per rispettare tutti gli impegni, mantenendo comunque un altissimo livello. Saremo comunque competitivi, in grado di giocarci le nostre possibilità, anche senza questi giocatori che mancano”. GIUSTO PESO – Ma cosa c’è realmente in gioco in questo derby estivo? Oltre la conquista del primo trofeo stagionale, c’è ovviamente molto di più. Vincere un “titulo” come profetizzava Mourinho e il suo predecessore Mancini porta una dose di carica agonistica e morale molto  importante per iniziare nel migliore dei modi la stagione. In casa Inter questo trofeo varrebbe doppio, considerando come nella passata stagione i nerazzurri abbiano perso entrambi i derby, e abbiano solamente sentito l’odore di uno scudetto sempre tenuto in mano dai cugini rossoneri. La voglia di rivincita da una parte e la consapevolezza dall’altra di poter iniziare la stagione ribadendo al Milan che la Milano interista vuole ancora festeggiare. Motivazioni ulteriori in casa nerazzurra arrivano anche dalla voglia di Gasperini di dimostrare a tutto il pubblico interista e non, di essersi guadagnato e meritato questa grande occasione sedendosi sulla panchina dell’Inter. Attenzione però, perché in caso di sconfitta anche se  si parla del primo trofeo stagionale il rientro in patria a mani vuote potrebbe rappresentare una prima battuta di arresto nel progetto GaspInter! In poche parole sia dia il giusto peso a una coppa che si gioca comunque il 6 di Agosto e a ridosso di una Coppa America. Dichiarazioni tratte da: Fc Inter News.it

  • Rangnick “ho battuto l’Inter grazie ad Allegri”

    Rangnick “ho battuto l’Inter grazie ad Allegri”

    Ralf Rangnick è l’eroe del momento. L’allenatore dello Schalke 04 è diventato un idolo in Germania accrescendo esponenzialmente il numero dei suoi sostenitori dopo la lezione di calcio impartita all’Inter davanti agli ottantamila di San Siro.

    Rangnick si dice da sempre allievo di Arrigo Sacchi svela oggi di esser riuscito a batter l’Inter grazie alle intuizioni di Allegri nel derby “Ho fatto bene a recarmi a San Siro sabato sera per assistere al derby, mi sono reso conto che l’Inter pressava poco a centrocampo e lasciava molti spazi. Ho detto ai miei ragazzi che avevano l’occasione della loro carriera per dimostrare di essere campioni e li ho catechizzati bene sul fatto di tenere la linea difensiva alta e di pressare bene il centrocampo dei nerazzurri. E’ stata una scelta che fortunatamente si è rivelata esatta…”.

    Dopo i tanti elogi ricevuti nel post derby dal tecnico milanista arriva dunque una ulteriore promozione che non fa altro che accrescere l’autostima del tecnico e avvalora la tesi di Berlusconi che in estate silurò Leonardo accusandolo di non saper metter in campo la squadra e preparare la partita.